Saldi invernali, occhio ai furbi

L’avvio dei saldi invernali è un appuntamento irrinunciabile per milioni di famiglie, piegate dalla crisi ma desiderose di spendere bene i pochi soldi che entrano in casa.

Milano è una città dove quello dei saldi invernali è un rito e la loro partenza sabato 3 gennaio 2015 è stata salutata da Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e Federmodamilano, con entusiasmo ma anche con un avvertimento. Borghi, infatti, non trova corretto il comportamento di chi, in un periodo di debolezza dei consumi che sta affliggendo tutti gli operatori, effettua pubblicità di iniziative promozionali e di sconto, vietate nel periodo che precede i saldi invernali: un grave atto di concorrenza sleale nei confronti dei colleghi che operano nel rispetto delle norme. Borghi avverte che Federmodamilano segnalerà alla Polizia municipale i comportamenti scorretti.

La partenza dei saldi invernali sabato 3 gennaio – afferma – va incontro alle aspettative di molti operatori in questo momento di difficoltà. Con l’impegno dell’assessore al Commercio di Regione Lombardia Mauro Parolini un punto, per noi essenziale, viene recepito: la data unica di avvio dei saldi in quasi tutte le regioni”.

Pressione fiscale e tax day, i conti della Cgia

Il 16 dicembre scorso è stata una data campale per i contribuenti italiani, che fra Imu, Tari, Tasi, ritenute Irpef e imposte varie hanno versato al fisco la bellezza di 44 miliardi di euro, avendo prova di quanto può essere pesante la pressione fiscale in Italia.

I conti li ha fatti meritoriamente, come sempre, la Cgia, che ha calcolato come il versamento dell’Iva abbia garantito l’importo più cospicuo, 16 miliardi di euro; dalle ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti sono arrivati 12 miliardi, mentre l’ultima rata dell’Imu, è costata agli italiani 10,6 miliardi. La Tasi ha portato nelle casse dei Comuni 2,3 miliardi, la Tari 1,9, mentre il versamento dell’Irpef dei lavoratori autonomi ha portato al fisco 1 miliardo. Buone ultime l’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del Tfr e le ritenute sui bonifici per le detrazioni Irpef, con 231 e 72 milioni di euro. E poi si parla di alleggerire la pressione fiscale

Secondo il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, questo vero tax day è arrivato in un periodo, quello di fine d’anno, molto delicato soprattutto per le aziende: oltre all’impegno con il fisco, in questi giorni devono corrispondere anche le tredicesime ai propri dipendenti. E con il perdurare della crisi, questo impegno economico rischia di diventare per molti imprenditori un vero e proprio stress test. Una pioggia di scadenze che potrebbe mettere in seria difficoltà molte famiglie e altrettante piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità”.

Senza contare che, sempre la Cgia, ha stimato come per l’anno che si sta per chiudere, la pressione fiscale in Italia è prevista al 43,3%, un livello tra i più elevati d’Europa. “Ma la pressione fiscale reale – dice Bortolussi – vale a dire quella che grava sui contribuenti onesti, che si misura togliendo dal Pil nominale il “peso” dell’economia non osservata, si colloca appena sotto il 50%, attestandosi, secondo una nostra stima, al 49,5%: oltre 6 punti percentuali in più del dato ufficiale. Un carico fiscale spaventoso”. Una pressione fiscale “reale” che, conclude la Cgia, è giunta a questo risultato perché il Pil nazionale include anche la cifra imputabile all’economia sommersa prodotta dalle attività irregolari che, non essendo conosciute al fisco, non pagano né tasse né contributi.

Una Fiat 500 per James Bond

Passare da una Aston Martin o da una Bmw a una Fiat 500 potrebbe sembrare un balzo all’indietro, ma se lo fa uno come James Bond, tanto di cappello. Si fa infatti sempre più insistente l’indiscrezione che vorrebbe l’agente segreto più famoso del mondo al volante di una piccola di casa Fiat durante le scene del prossimo film a lui dedicato.

Dalla Fiat si schermiscono dicendo che “non c’è nulla di ufficiale”, ma la notizia sembra ormai ben più di una voce: James Bond comparirà alla guida di una Fiat 500 nelle riprese italiane (al via a breve) della prossima pellicola, che ancora non ha un titolo. I media inglesi sono sicuri della presenza della Fiat 500 nel film, tanto da aver dato ampio spazio alla notizia.

Le scene italiane saranno girate a Roma, il set ideale per la Fiat 500 e per l’azienda, che grazie alla diffusione globale della pellicola prevede di dare un ulteriore impulso alla promozione della sua city car, con la quale ultimamente sta cercando di cambiare la percezione del marchio all’estero (Stati Uniti specialmente) utilizzando una campagna marketing focalizzata sullo stile italiano, rappresentato dalla Fiat 500, che a tratti gioca anche sui vizi e sulle virtù degli italiani.

Se ora anche James Bond guidasse italiano con una Fiat 500, sarebbe la ciliegina sulla torta per la Casa torinese.

Gli intoccabili

I dipendenti delle province occupano le sedi per protestare contro i tagli di organico. Peccato, però, che nessuno abbia detto che saranno lasciati per strada. Mettiamoci d’accordo: ma le province sono un costo oppure no? I dipendenti pubblici non possono essere licenziati oppure sì?

Gli auguri di Natale si fanno online con EHI! AUGURI

C’erano una volta i bigliettini di auguri di Natale con Babbi Natali, alberi, Gesù Bambini un po’ melensi, magari dipinti con la bocca o con i piedi e che popolavano case e scrivanie di uffici con l’approssimarsi delle festività.

Oggi siamo nel 2014, esistono internet (da un po’) e i social network (da un po’ meno), e scambiarsi gli auguri di Natale è diventato un obbligo spesso virtuale, fatto però sempre con il cuore.

Proprio in questa direzione va www.ehiauguri.net, il sito di scambio auguri di Natale “tra sconosciuti” che resterà online per tutto il periodo delle festività, ideato e realizzato dall’agenzia ehi. Un bell’esempio di creatività made in Italy, nato da una start up come ce ne sono tante nel nostro Paese: brave, capaci e, purtroppo, poco valorizzate da chi invece dovrebbe puntare sul genio e la freschezza dei giovani.

EHI! AUGURI, fa sapere l’azienda, “nasce con l’intento di diffondere desideri, propositi, pensieri positivi senza che essi debbano necessariamente essere indirizzati ad una persona vicina o conosciuta. L’utente che esprime il suo augurio scrivendolo su EHI! AUGURI, riceve in cambio l’augurio di un secondo utente a lui sconosciuto. A sua volta, l’augurio inserito dall’utente, sarà recapitato a un terzo utente anch’esso sconosciuto”. Una viralità degli auguri di Natale che mette in circolo gioia e speranza.

EHI! AUGURI è anche il modo del team dell’agenzia ehi! di augurare Buone Feste secondo il proprio stile, che non si tradisce nemmeno in occasione degli auguri di Natale.

Il lancio di www.ehiauguri.net è stato anticipato da una campagna teaser pianificata su Facebook, che domandava agli utenti se avrebbero scambiato un proprio oggetto personale (spazzolino da denti, calzino, auricolari) con quello di uno sconosciuto. È stato anche realizzato un video per visualizzare la diffusione delle “vibrazioni natalizie” e con finalità di tutorial per il sito web, che è anche dotato di funzionalità di condivisione social e sottoposto ad attenta moderazione. Perché gli auguri di Natale sono una cosa seria, anche online.

Contraffazione, piaga per il “made in”

Una delle piaghe che colpiscono maggiormente l’economia italiana è quella della contraffazione, che tende a fare strage delle eccellenze made in Italy e non solo. Proprio sul tema della contraffazione e dell’abusivismo, si è svolta di recente l’iniziativa “L’economia legale per la ripresa”, promossa da Unioncamere Lombardia per gli Sportelli legalità.

Secondo Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia e presidente di Federazione Moda Italia, In Lombardia il valore stimato della merce oggetto di contraffazione sequestrata nel quinquennio 2008/2012 è stato di 586 milioni di euro, pari a quasi il 18% del valore complessivo in Italia: 525 milioni di euro per i solI prodotti tessili, abbigliamento, calzature ed accessori moda, l’89% del valore totale dei prodotti sequestrati.

Contraffazione e abusivismo – ha spiegato Borghi – sono due facce della stessa medaglia, all’interno di una più ampia categoria di meccanismi commerciali fuori dalle regole che alterano la concorrenza e inquinano il mercato”.

Borghi ha anche auspicato un quadro normativo realmente efficace: rivedendo le sanzioni ai consumatori per l’acquisto di beni oggetto di contraffazione; agevolando la distruzione della merce contraffatta; intervenendo non solo sulle fattispecie di abusivismo commerciale in senso stretto, ma anche nei casi di effettiva concorrenza sleale, quando una disciplina di maggior favore viene indebitamente utilizzata allo scopo di avvantaggiarsi sulle imprese concorrenti, eludendo la disciplina di settore.

Borghi ha inoltre rilevato come occorra rafforzare la difesa del “made in” a livello nazionale e comunitario e contrastare la contraffazione via internet, anche sollecitando e promuovendo accordi volontari e codici di autoregolamentazione.

Case in montagna: da Casa.it la classifica delle località più care

Casa.it ha dedicato un report al mercato immobiliare nelle mete turistiche più esclusive dell’arco alpino. Il portale immobiliare ha stilato un borsino aggiornato sui prezzi medi delle abitazioni in vendita in 24 delle località turistiche montane più prestigiose di Italia, Svizzera, Francia e Austria.

Dal report di Casa.it emerge che i prezzi proposti per i pochi immobili in vendita hanno fatto registrare pressoché ovunque, con un piccolo boom in Svizzera. Una casa a Gstaad, nell’Oberland Bernese, costa quasi il 5% in più rispetto al 2013, con un prezzo medio di vendita tra i 15mila e i 25mila euro al metro quadro. A Davos, nei Grigioni, l’aumento è stato ancor più cospicuo (+6,2%) con prezzi tra in 10.500 e i 22mila euro al mq.

L’Italia è l’unica nazione nel report di Casa.it a mostrare prezzi medi di vendita in discesa rispetto all’anno scorso (da -6,6 a -8,2%), ma una casa Cortina d’Ampezzo ha un prezzo non inferiore ai 12mila euro al mq, mentre a Madonna di Campiglio il prezzo medio minimo si attesta a 9mila euro al metro quadro.

Prezzi al top in Francia, dove per una casa a Courchevel 1850 bisogna sborsare dai 25mila ai 32mila euro al mq. L’Austria, invece, offre opportunità per concludere un acquisto di prestigio sotto i 10mila euro al metro quadro. Per un’abitazione a Schladming, ad esempio, la richiesta minima si aggira intorno ai 5.500 euro al mq, mentre a Lech, i prezzi di vendita viaggiano tra 9.500 e 18.500 euro al mq.

Casa.it ha anche giocato a calcolare quanti metri quadri si potrebbero acquistare nelle diverse località analizzate, avendo a disposizione un budget da 1 milione di euro: in Svizzera non si va oltre l’acquisto di un bilocale (57 mq.), in Francia ci si può permettere un metro quadrato in più mentre in Austria e in Italia le metrature sono più interessanti (rispettivamente 99 e  83 mq).

Dal Consiglio Nazionale Forense un bando per le scuole superiori

Sottoscritto dal Consiglio Nazionale Forense e dal Ministero della Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica un protocollo per promuovere fra gli studenti l’educazione alla cittadinanza, ai diritti delle persone, ai principi dello stato di diritto, ai valori della storia dell’umanità, secondo quelle che sono le raccomandazioni dell’Unesco e le direttive dell’Unione Europea. Il protocollo sarà promosso attraverso campagne informative, seminari e iniziative specifiche.

Il Consiglio Nazionale Forense tiene particolarmente a questa iniziativa, la prima del rapporto di collaborazione istituzionale col Miur, che è sfociata nella pubblicazione del bando nazionale della seconda edizione del Concorso per le Scuole medie superiori per l’anno 2014/2015, “Diritti senza difesa? – Dalle parole ai fatti: l’Avvocato al servizio dell’Uomo”.

Il bando di Miur e Consiglio Nazionale Forense è rivolto alle ultime tre classi delle scuole medie superiori e si propone di favorire tra gli studenti la conoscenza dei diritti umani e di contribuire ad accrescere la loro consapevolezza sul ruolo che lo Stato di diritto riconosce agli avvocati per la tutela del cittadino.

Coldiretti: l’embargo russo rovina per il made in Italy

In un momento nel quale l’economia italiana dovrebbe avere una grossa mano dall’export, specialmente da parte dei prodotti dell’eccellenza made in Italy, un mercato ricco e importante come quello russo è di fatto chiuso.

Secondo un’indagine di Coldiretti, infatti, l’embargo imposto dall’Occidente alla Russia ha avuto ripercussioni negative anche sulla nostra economia. L’indagine si riferisce al primo trimestre successivo a quando è scattato l’embargo, lo scorso 7 agosto, e sulla base dei dati Istat, Coldiretti comunica che gli acquisti del made in Italy in Russia sono crollati di 298 milioni di euro, sia a causa dell’embargo, sia a causa del crollo del rublo, che ha reso la Russia più prudente nelle importazioni.

Secondo Coldiretti, a essere colpiti dall’embargo, è soprattutto il comparto agroalimentare, dato che il blocco su Mosca vieta l’ingresso nel Paese di prodotti come frutta e verdura, formaggi, carne e salumi e pesce.

Ma l’Italia perde importanti quote di mercato anche in altri settori chiave, al di fuori della competenza di Coldiretti. Nel mese di ottobre, le esportazioni sono scese su base annua e in media del 15,8%, con cali notevoli per i prodotti agricoli (-73,5%), e auto (-83,4%), i mobili (-21,3%), l’abbigliamento (-19,4%), gli apparecchi elettrici (-23%).

Siamo di fronte ad una vera e propria escalation negativa della presenza del made in Italy nel Paese di Putin, con le esportazioni che si sono ridotte di 169 milioni di euro ad ottobre, di 96 milioni di euro a settembre e di 33 milioni di euro ad agosto – ha commentato Coldiretti -. Dall’analisi è evidente che le tensioni politiche e l’andamento del rublo stanno avendo riflessi anche sugli scambi anche di prodotti non colpiti direttamente dall’embargo ma particolarmente significativi per l`Italia“.

Usura, dal Mef fondi alle imprese per combatterla

In tempi di crisi, il ricorso all’ usura, purtroppo, è una pericolosa tentazione in cui le imprese spesso cadono. Per questo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stanziato oltre 32 milioni di euro in contributi destinati alla concessione di garanzie sul credito alle imprese e alle famiglie, proprio per prevenire il fenomeno dell’ usura.

Tramite il Fondo per la prevenzione dell’ usura, cui attinge il finanziamento in questione, il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia ha erogato negli ultimi 16 anni circa 590 milioni di euro che hanno permesso di garantire oltre 68mila finanziamenti per oltre 1,8 miliardi di euro.

Beneficeranno dei contributi contro l’ usura 33 entità, tra associazioni e fondazioni del Terzo Settore impegnate in attività di assistenza e solidarietà in favore dei soggetti in difficoltà economica, oltre a 144 Confidi. Nello specifico, il 30% dei contributi andrà in favore delle fondazioni e delle associazioni, mentre il restante 70% sarà destinato ai Confidi.

I Confidi garantiranno fino all’80% dei finanziamenti a medio termine (fino a 8 anni) e incrementi di linee di credito a breve termine alle Pmi ad alto rischio finanziario, vale a dire quelle imprese cui è stata rifiutata una domanda di finanziamento anche se già garantita al 50% dagli stessi Confidi. Con l’obiettivo di non farle diventare prede dell’ usura.