Tavola rotonda di Federnotai a Roma

È in programma a Roma per mercoledì 27 maggio un’interessante tavola rotonda promossa da Federnotai dal titolo “Regole efficienti a tutela dei cittadini e del mercato: sistemi a confronto”. Appuntamento per le 10.30 al Teatro Capranichetta, in piazza Montecitorio.

Con questo convegno, Federnotai, il Sindacato dei Notai Italiani, vuole fare il punto sull’importante tema della regolamentazione del libero mercato a tutela dei cittadini nei diversi ordinamenti giuridici.

Fra i temi oggetto del confronto tra sistema continentale e sistema anglosassone promosso da Federnotai, ci saranno la privatizzazione delle funzioni pubbliche, il TTIP (Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti) come superamento delle “barriere normative” nel bilanciamento fra interessi privati e sovranità degli Stati, i controlli preventivi ed i pubblici registri ed il ddl concorrenza. Questo il programma:

Moderatore:

Alberto MATANO, giornalista del Tg1

Relatori:

Giuseppe TESAURO – Presidente Emerito della Corte Costituzionale

Rodolfo SABELLI – Presidente della Associazione Nazionale Magistrati

Gaetano STELLA – Presidente di Confprofessioni

Silvia CASTRONOVI – Esperta Relazioni Esterne di Altroconsumo

Franco ROBERTI – Procuratore Nazionale Antimafia

Ivan LO BELLO – Vice Presidente di Confindustria

Alessandro GAGLIONE – Solicitor, “SLIG LAW LLP Solicitors – London”

Carmelo DI MARCO – Presidente di Federnotai

Studi di settore, online la versione beta del software

Il software per gli studi di settore è pronto, almeno nella sua versione Beta. Si chiama Gerico 2015 ed disponibile in rete. Il software sugli studi di settore è necessario per calcolare la congruità della coerenza economica e dell’effetto dei correttivi “crisi” per gli studi di settore (204) applicabili per il periodo d’imposta 2014.

Il programma Gerico si può utilizzare entrando nel sito dell’Agenzia delle Entrate e cliccando, su questo link. Data la natura Beta di Gerico, le Entrate hanno predisposto un servizio di assistenza telefonica per le problematiche relative all’installazione e all’utilizzo del software per gli studi di settore: 800.279.107, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 14.

Per gli utenti più scafati, nella relativa sezione del sito dell’Agenzia delle Entrate sono disponibili le istruzioni utili a guidare e indirizzare l’utente nella consultazione e nell’utilizzo del software.

È infine importante ricordare i valori che risulteranno dai calcoli del software per gli studi di settore relativamente alla stima dei ricavi/compensi comprensivi della normalità economica e alla coerenza dell’applicazione pubblicata, non sono ufficiali e quindi non possono essere utilizzati per predisporre la dichiarazione annuale relativa al 2014.

Volano le imprese femminili in Italia

Le imprese femminili in Italia sono ormai una solida realtà. In un Paese il cui tessuto imprenditoriale è stato fatto a pezzi dalla crisi, le aziende guidate da donne, nel primo trimestre 2015, hanno sfiorato quota 1 milione e 300mila.

Il buono stato di salute delle imprese femminili nel nostro Paese è stato rilevato dall’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, che ha anche registrato come vi siano alcune regioni e alcuni settori merceologici specifici nei quali la media di oltre un’impresa su 5 al femminile è anche più alta

Guardando infatti ai diversi settori, le imprese femminili sono preponderanti in quello dei servizi alla persona (58,63%), dell’assistenza sociale non residenziale (56,88%), della confezione di abbigliamento (42,59%), dei servizi di assistenza sociale residenziale (40,06%) e delle agenzie di viaggio (37,42%).

Per certi versi stupefacente, poi, il caso delle imprese femminili nel settore dell’artigianato in senso lato, dove il 16% delle realtà è in rosa (214.815 imprese) e dove vengono coperti un po’ tutti gli ambiti dell’artigianalità, con percentuali importanti, come nel caso del comparto tessile, dove il 42,3% del tessuto produttivo è composto da imprese femminili, con una presenza massiccia nel settore della confezione di articoli di abbigliamento (55,94%),

Sempre in ambito artigiano, le imprese femminili si difendono, e bene, nella fabbricazione di bigiotteria (52,89%), nelle lavorazioni in porcellana e ceramica, (42,41%) nella realizzazione di articoli in pelle (31,09%) e nell’alimentare (25,32%).

Un ruolo e un’importanza delle imprese femminili nell’economia italiana e nella costruzione del Pil nazionale, ben sintetizzato dalle parole di Ferruccio Dardanello presidente di Unioncamere, cui si deve, insieme a InfoCamere, questa elaborazione sul mondo delle imprese in rosa: “Le donne imprenditrici hanno contribuito e continuano a contribuire in misura notevole a quella componente del made in Italy di qualità per la quale il nostro Paese è noto in tutto il mondo“.

Il carpooling che fa bene ad azienda e ambiente

Quella della mobilità sostenibile è una questione molto sentita dalle aziende con numerosi dipendenti e non mancano le realtà che incentivano il carpooling aziendale. Per ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti, soprattutto, ma anche, in futuro, per offrire un’alternativa alle flotte aziendali.

Una soluzione di carpooling made in Italy che è stata adottata nei giorni scorsi da 10 grandi aziende e da un’amministrazione pubblica è quella di Jojob, nata dall’azienda di Torino Bringme, che consente ai circa 12mila dipendenti coinvolti di condividere l’auto per gli spostamenti casa-lavoro.

Il carpooling aziendale Jojob si basa su un’app mobile consente agli utilizzatori di stabilire la propria presenza in auto quando si servono del carpooling, fornendo contemporaneamente alle singole aziende un sistema di monitoraggio, con dati e statistiche sull’utilizzo del servizio da parte dei dipendenti e sul conseguente beneficio ambientale che ne deriva.

Ciascun utente del carpooling, dopo essersi registrato sul sito di Jojob, può visualizzare su una mappa la posizione di partenza dei colleghi e dei dipendenti di aziende vicine alla propria, contattarli e condividere l’auto nel tragitto casa-lavoro.

E siccome chi fa del bene all’ambiente merita un premio, con l’app mobile ogni passeggero può certificare il proprio tragitto, ottenendo punti che diventano sconti da utilizzare in locali e palestre convenzionate, a livello nazionale e locale.

È chiaro che il carpooling, oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, consente anche ad azienda e dipendenti un significativo risparmio economico. Secondo Jojob, questo risparmio arriva a 1.782 euro e 7.722 Kg di CO2 l’anno per dipendente per una distanza casa-lavoro di 30 km.

Auto usate in franchising? C’è Vroom

Di sicuro un franchising di vendita di auto usate non è qualcosa di particolarmente comune, almeno in Italia. Però, in un Paese come il nostro, nel quale esiste un buon mercato per le auto usate e dove, almeno ultimamente, si preferisce riparare un veicolo anziché comprarlo nuovo, il franchising di auto usate può essere una opportunità di business.

In questo senso segnaliamo il marchio Vroom che, come comunica l’azienda,è una società di intermediazione di auto usate, segue per il cliente tutto il processo di vendita dell’auto, proteggendolo da perdite di tempo e cattivi affari, interpretando sempre le sue reali esigenze. Così, avrà un pensiero in meno e più tempo per godersi la vita”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: da 20 a mq

Bacino d’utenza: non specificato

Investimento iniziale: almeno 6500 euro

Fatturato medio annuo: almeno 50mila euro

Fee d’ingresso: 6500 euro

Royalties: 600 euro

Durata del contratto: Non specificato

Per maggiori informazioni http://www.vroomauto.it/franchising/

Le città italiane a maggiore capitalizzazione

Roma, Milano e Torino restano le tre città con il maggior valore in tutta Italia in termini di capitalizzazione borsistica. È quanto emerge da uno studio di Simon-Kucher & Partners, società di consulenza direzionale, che anche quest’anno ha analizzato la capitalizzazione azionaria delle imprese incluse nel FTSE MIB.

Grazie a una copertura pari a quasi alla metà della capitalizzazione totale delle imprese incluse nell’indice (42%), Roma si conferma in testa alla speciale graduatoria stilata con un totale capitalizzato di oltre 180 miliardi. Milano riesce ad affermarsi al secondo posto (84,2 miliardi), distanziando Torino di circa sei punti percentuali (60,6 miliardi).

È ancora una volta grazie alla presenza sul proprio territorio degli headquarter di importanti realtà quali Eni, Enel e Unicredit che Roma si trova oggi saldamente in prima posizione“, commenta il dott. Danilo Zatta, Partner per l’Italia per Simon-Kucher.

Tuttavia, facendo riferimento alla capitalizzazione media nelle diverse città, emergono diverse situazioni interessanti. Con la creazione di CNH Industrial e FCA, si è verificato uno spostamento delle sedi legali di importanti brand da Torino ai Paesi Bassi. Di conseguenza, il capoluogo piemontese vede oggi due sole aziende sul proprio territorio, ma con una capitalizzazione media di 30 miliardi di euro. Un risultato dovuto principalmente alla ottima performance di Intesa Sanpaolo. La maggior capitalizzazione borsistica di Milano è invece spalmata su un numero maggiore di aziende (nove), che quindi si trova ad avere una capitalizzazione media di nove miliardi.

Trieste si conferma poi come una delle città a più elevata capitalizzazione media con 26,8 miliardi, realizzati dalla sola Assicurazioni Generali.

Milano, quindi, grazie al sensibile aumento della capitalizzazione di Luxottica e Telecom Italia e alla costante presenza di aziende del calibro di Mediaset, Mediobanca e Pirelli, vede crescere sensibilmente il proprio valore aggregato rimanendo stabile ai piani alti della classifica, ma non ancora in grado di superare Roma.

Da un’analisi aggregata, le tre principali città italiane (Roma, Milano e Torino) generano complessivamente 325 miliardi di euro, ovvero il 76% della capitalizzazione complessiva delle imprese italiane quotate in Borsa (che ammonta a 430 miliardi).

Se le prime cinque posizioni rimangono invariate, si presentano quindi Bologna (6,6 miliardi), in sesta posizione grazie alle ottime performance di UnipolSai, e Bergamo settima (6,3 miliardi), che si conferma nella Top 10. Firenze (4,7 miliardi) scivola in undicesima posizione, mentre Modena (3,8 miliardi), grazie alla presenza di Banca Popolare Emilia Romagna, guadagna due posizioni e si colloca in tredicesima posizione. Genova si ripropone nella lista (18esima) grazie ad Ansaldo, che con i suoi 1,9 miliardi viene nuovamente inclusa nell’indice FTSE MIB (era stata esclusa da marzo 2014 ad aprile 2015).

Nonostante non rientrino nella Top 10, nel 2015 continuano ad essere presenti nella lista FTSE MIB anche alcuni piccoli centri urbani grazie ad aziende storiche come Campari (Sesto S. Giovanni), Mediolanum (Basiglio) e Tod’s (S. Elpidio a Mare). Si conferma infine anche la piccola realtà di Zola Predosa grazie al crescente successo dell’e-store multi-brand di moda e design Yoox.

Se, come commenta Zatta, “in Italia si nota come non siano solo le grandi città a poter raggiungere posizioni di leadership in classifica“, è pur vero che questo tipo di frammentazione si riscontra anche in Germania, un Paese molto forte economicamente, in cui la struttura urbana e industriale delle Pmi è sotto certi aspetti simile all’Italia.

Avvocati italiani, nasce l’Agorà degli Ordini forensi

Gli avvocati italiani hanno un nuovo punto d’incontro, l’Agorà degli Ordini forensi. Inaugurata il 16 maggio dal fresco presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, l’agorà è, per gli avvocati italiani, non solo un luogo di confronto, ma soprattutto operativo, dove individuare le soluzioni più efficaci per far progredire le riforme, tanto quelle interne all’Avvocatura quanto quelle dedicate al funzionamento della Giustizia.

In questa fase – ha detto il presidente degli avvocati italiani -, il sistema ordinistico forense, Cnf e Ordini circondariali, che rappresentano l’Avvocatura sotto il profilo istituzionale, hanno una grande opportunità: quella di recuperare un metodo – non solo di confronto con le riunioni a cadenza regolare, ma principalmente operativo – attraverso gruppi di lavoro – su tutti i dossier delle riforme, anche quella interna all’Avvocatura, per garantirne il buon funzionamento”.

Dopo l’intensa attività per l’attuazione della riforma forense – ha proseguito Mascherin -, ora è il momento di iniziare a valutare l’impatto concreto dei regolamenti del Cnf e individuare se del caso i miglioramenti necessari perché il funzionamento del nuovo sistema ordinamentale – dalla formazione alla nuova disciplina dei Consigli distrettuali di disciplina – proceda nel modo più efficace”.

Durante i lavori della prima Agorà, si è anche ricordato come, nella giurisdizione, l’impegno sia che l’accesso alla Giustizia sia sempre garantito e non sia mai limitato dal censo; ma la sfida che l’Avvocatura deve cogliere è quella dei sistemi alternativi alla giurisdizione affidati agli avvocati italiani in quanto professionisti competenti e qualificati, a partire dalla negoziazione assistita.

Prestiti alle imprese in crescita nel primo trimestre

Sale ad aprile 2015 l’ammontare dei prestiti alle imprese da parte delle banche italiane. Secondo quanto ha comunicato l’Abi Rapporto mensile nel suo rapporto mensile relativo al mese di maggio.

Sulla base di un campione di 78 banche, che rappresentano circa l’80% del mercato italiano, l’Abi ha rilevato che i prestiti alle imprese hanno fatto segnare nel primo trimestre 2015 una crescita di circa l’8,1% sul corrispondente trimestre del 2014.

Ad aprile il totale aggregato dei prestiti alle imprese e alle famiglie ha presentato però una variazione di -0,8% su aprile 2014, -1% a marzo ma migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando era stato toccato il punto più basso. Il risultato di aprile 2015 per i prestiti alle imprese e alle famiglie è il miglior risultato dal maggio 2012.

Sul fronte dei tassi, il tasso medio sulle nuove operazioni di prestiti alle imprese è stato ad aprile del 2,34%, il valore più basso da giugno 2010. Purtroppo però come conseguenza della crisi che fatica a mollare, la rischiosità dei prestiti alle imprese e alle famiglie in Italia è cresciuta di nuovo, con le sofferenze lorde che a marzo hanno sfiorato quota 190 miliardi, dai 187,3 miliardi di febbraio 2015. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è il 16,6% per i piccoli operatori economici e il 16,7% per le imprese.

Nuove opportunità digitali per le eccellenze made in Italy

Per sostenere e spingere il made in Italy, internet può aiutare eccome. Ecco perché assume un valore particolare la convenzione firmata tra Stylenda e Confartigianato. Stylenda è infatti una start-up tutta italiana che ha creato una piattaforma che consente a Pmi, artigiani e designer italiani, di creare in autonomia un sito di e-commerce per vendere i propri prodotti made in Italy in tutto il mondo.

Grazie all’intesa siglata tra Stylenda e Confartigianato, quest’ultima offrirà agli imprenditori associati la possibilità di mettere un piede online per esplorare e conquistare nuovi mercati nei quali far conoscere e, possibilmente, vendere le proprie eccellenze made in Italy.

Del resto, la mission di Stylenda è proprio quella di valorizzare il made in Italy attraverso lo stimolo offerto agli artigiani italiani per gestire il proprio e-commerce in totale autonomia, grazie al fatto che, per farlo, non serve alcuna competenza tecnica. L’obiettivo dell’artigiano e della Pmi è produrre, per cui il tempo va dedicato solo a quello e non alla gestione tecnica del sito.

Inoltre, un vantaggio per gli attori del made in Italy e che questa piattaforma non prevede commissioni sulle vendite e il sito è sempre aggiornato. A breve, per ampliare ulteriormente il raggio di azione e offrire così nuove opportunità di business, sarà possibile condividere i prodotti del negozio su alcuni marketplace mondiali come eBay e Amazon.

Secondo il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, “l’accordo con Stylenda rappresenta un ulteriore impegno della Confederazione per accompagnare gli imprenditori nel futuro digitale e per consentire loro di proporre sul mercato la qualità delle produzioni made in Italy”.

L’ Int al Seminario Istituzionale in Commissione Finanze alla Camera

I rappresentanti dell’Istituto Nazionale Tributaristi (Int) sono stati impegnati ieri al Seminario Istituzionale della Commissione Finanze della Camera, che ha visto la partecipazione di molti esponenti delle Istituzioni e delle rappresentanze professionali e imprenditoriali, e in audizione alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Identiche le tematiche affrontate: l’analisi degli schemi dei Decreti legislativi collegati alla delega fiscale approvati dal Consiglio dei Ministri lo scorso aprile. Nelle lettere di invito indirizzate al Presidente dell’ Int Riccardo Alemanno, a firma dei presidenti delle due Commissioni parlamentarti Daniele Capezzone e Mauro Maria Marino, venivano infatti indicati come oggetto di discussione gli Atti del Governo n. 161 (Misure per la crescita e la internazionalizzazione delle imprese), n. 162 (Trasmissione telematica delle operazioni Iva) e n. 163 (Disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente).

Al Seminario, che si è tenuto nella sala del Mappamondo di Montecitorio, ha partecipato una delegazione guidata dal presidente Alemanno, mentre all’audizione in Commissione al Senato sono intervenuti i Consiglieri nazionali dell’ Int Costantino Bianchi e Giuseppe Zambon, quest’ultimo anche nella veste di Coordinatore della Commissione fiscalità dell’ Int che ha redatto le analisi tecniche dei D.Lgs.

In via generale il presidente Alemanno ha fatto alcune riflessioni di carattere sulla Delega e sul sistema fiscale, dalla necessità di una maggiore e chiara comunicazione nei confronti dei cittadini dell’attività legislativa, cercando di evitare spot ed enfatizzazioni, alla richiesta, ribadita in altre occasioni, di come sia necessario elevare a rango costituzionale la Legge 212/2000, ovverosia “Lo Statuto dei diritti del contribuente“.

Il presidente dell’ Int, toccando il tema della complessità della norma e delle difficoltà interpretative, ha anche sottolineato l’importante ruolo svolto dai professionisti del settore chiedendo maggiore attenzione al lavoro svolto dagli intermediari fiscali, sottolineando come la pressione su questi professionisti sia ormai al limite, un tema assai caro al presidente dell’ Int: “Merita inoltre attenzione il lavoro svolto dagli intermediari fiscali autorizzati, funzione svolta dai professionisti del settore tributario, che meriterebbe maggiore riconoscimento, infatti spesso l’impegno di questi professionisti riesce a superare le difficoltà derivanti da norme complesse, ma sino a quando ciò sarà ancora sostenibile?“.

Nel merito tecnico degli schemi di D.Lgs. di particolare interesse i chiarimenti sull’abuso di diritto ed elusione, di cui è stata sottolineata la positività, ma non sono mancate le osservazioni di criticità e le proposte di modifica.

Clicca qui per scaricare le analisi depositate presso le due Commissioni parlamentari.