Chi deve presentare la domanda per il bonus 200 euro e come fare?

Ci sono categorie di lavoratori che per ottenere il bonus 200 euro, previsto dal Governo per far fronte ai rincari generalizzati degli ultimi mesi, devono presentare domanda. Ecco chi sono e come devono presentare istanza per il bonus 200 euro.

Quali lavoratori devono presentare la domanda per il bonus 200 euro?

Abbiamo visto che i lavoratori dipendenti del settore privato per accedere al bonus di 200 euro devono semplicemente presentare l’autodichiarazione al datore di lavoro. Puoi trovare il modulo all’articolo: Bonus 200 euro dipendenti: modulo ufficiale dell’Inps per autodichiarazione. I dipendenti pubblici, i pensionati, percettori di reddito di cittadinanza, NASpI, Dis-Coll e altri sussidi invece lo ricevono in automatico. Vi sono, infine, dei lavoratori che devono richiederlo all’INPS. Ecco chi sono.

Devono presentare la domanda per il bonus 200 euro, come previsto dall’articolo 32 del decreto legge 50 del 2022:

  • lavoratori domestici;
  • titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
  • lavoratori stagionali con contratto a tempo determinato o intermittente;
  • iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo;
  • autonomi occasionali privi di partita Iva;
  • incaricati alle vendite a domicilio.

I lavoratori domestici hanno tempo fino al 30 settembre per richiedere il contributo e riceveranno in breve tempo il contributo. Le altre categorie di lavoratori invece potranno inoltrare la domanda fino al 31 ottobre e i pagamenti saranno disposti dal mese di ottobre.

Come presentare la domanda per ottenere il bonus 200 euro

Per poter presentare la domanda è necessario accedere al sito dell’INPS con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. Fatto ciò è necessario andare all’area “Prestazioni e Servizi”, a questo punto è necessario selezionare la categoria di lavoratori a cui si appartiene e procedere con la  compilazione delle schede per la richiesta accedendo alla voce “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche . In alternativa è possibile utilizzare il servizio di Contact Center Multicanale dell’Inps, telefonando gratuitamente al numero verde 803.164 da rete fissa oppure, a pagamento, allo 06.164164 da rete mobile, oppure avvalersi della consulenza di un patronato.

Per conoscere i dettagli volti al pagamento del bonus 200 euro è possibile scaricare la circolare 73 del 24 giugno 2022 dell’INPS, sezione 7.

Concorso documentarista Camera dei Deputati: scadenza e requisiti

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di concorso per documentarista alla Camera dei Deputati. Le domande possono essere presentate fino al giorno 28 luglio 2022. Ecco i requisiti e come candidarsi.

Concorso Documentarista Camera dei Deputati: posti disponibili

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il giorno 28 giugno 2022 il bando di concorso per documentarista della Camera dei Deputati con indirizzo giuridico ed economico, i posti disponibili sono 65 e c’è tempo fino alle ore 18:00 del 28 luglio per poter presentare la domanda.

La stessa deve essere presentata esclusivamente per via telematica all’indirizzo https://concorsi.camera.it/. Il codice di concorso è 08.

I 65 posti sono così divisi: 50 posti per indirizzo giuridico e 15 posti per indirizzo economico.

Ciascun candidato può partecipare ad uno solo degli indirizzi.

Requisiti per concorso Concorso Documentarista Camera dei Deputati

Per poter partecipare sono richiesti dei requisiti, oltre alla cittadinanza italiana, è necessario non avere superato i 40 anni di età, limite che si intende superato alla mezzanotte del giorno del compimento del 40° anno.

Inoltre per poter partecipare è necessario che il candidato abbia i requisiti di onorabilità generalmente richiesti per poter partecipare ai concorsi, quindi nessuna condanna penale o richieste di misure di applicazione di pene.

Possono partecipare coloro che hanno una laurea triennale o titolo superiore in materie giuridiche ed economiche.

Come presentare la domanda per il concorso documentarista alla Camera.

Per poter partecipare al concorso è necessario avere uno SPID ( codice di identità digitale), lo stesso è necessario per poter inoltrare la domanda. Occorre effettuare tramite il sistema PagoPa il versamento di 10 euro per la tassa di concorso. In qualunque momento, prima della scadenza dei termini per presentare la domanda, è possibile rinunciare alla partecipazione al concorso andando a modificare la domanda inizialmente prodotta, ma non ci sarà comunque restituzione della tassa di segreteria.

Le prove d’esame

Per entrambi i profili ( economico e giuridico) sono previste: una prova preselettiva, tre prove scritte e un colloquio orale.

La prova selettiva consiste in un questionario comprendente 60 quesiti a risposta multipla con correzione informatizzata. La prova preselettiva per entrambi i concorsi verte su Costituzione e Regolamento della Camera dei Deputati. Il punteggio massimo per questa prova è di 60 punti con riconoscimento di un punto per ogni risposta esatta e sottrazione di 1 punto per ogni risposta multipla o errata e di 0,8 punti per ogni risposta non data.

Superano la prova selettiva i candidati che per l’indirizzo giuridico si sono collocati nelle prime 300 posizioni e per l’indirizzo economico nelle prime 90 posizioni, naturalmente anche punteggi ex equo.

Le prove scritte

Per quanto invece riguarda le prove scritte sono per l’indirizzo giuridico prima prova 2 quesiti:

  • uno sulla storia d’Italia dal 1848 ad oggi;
  • uno a scelta del candidato tra diritto amministrativo e diritto civile ( tempo 4 ore).

Seconda prova a carattere teorico- pratico e consiste nella redazione di un appunto o una sintesi su una questione concernente il diritto costituzionale. La prova sarà effettuata su supporto digitale con base precostituita. Tempo 4 ore.

La terza prova consiste nella redazione in lingua inglese senza ausilio di vocabolario di un testo di carattere giuridico (tempo 3 ore).

Per quanto invece riguarda l’indirizzo economico, la prima prova scritta sarà formata da due quesiti. Il primo concernente l’economia politica e il secondo la Costituzione. La seconda prova scritta invece sarà a carattere teorico-pratico e consiste nella redazione di un appunto o una sintesi su una questione concernete la politica economica. La terza prova scritta sarà come per l’indirizzo giuridico in inglese.

Le prove scritte sono valutate in trentesimi e sono ammessi all’orale coloro che hanno una media di 21/30 e non hanno riportato in nessuna prova un punteggio inferiore a 18/30.

Si passa quindi all’orale consistente in un colloquio sulle materie di concorso. In questa fase viene anche valutata la conoscenza della lingua inglese.

Le materie della prova orale sono per l’ indirizzo giuridico:

  • Storia d’Italia dal 1848 ad oggi;
  • Diritto costituzionale, parlamentare, dell’Unione Europea;
  • Diritto privato o diritto amministrativo;
  • Lingua inglese;

Per l’indirizzo economico:

  • Storia d’Italia dal 1848 ad oggi;
  • Diritto costituzionale o diritto parlamentare;
  • Economia politica;
  • Politica economica;
  • Statistica;
  • Lingua inglese.

Altri concorsi

Per ulteriori opportunità di lavoro leggi:

Il Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) cerca esperti. Candidatire entro il 4 luglio

Concorso OSS con licenza media: requisiti. Scadenza 11 luglio

Prezzi delle case nel 2022, continuano a crescere, ma si teme per i mutui

I prezzi delle case nel 2022 continuano a crescere, anche se di poco. Mentre si teme per la crescita dei tassi di interesse sui mutui.

Prezzi delle case nel 2022, continuano a crescere

Circa il 70% degli italiani ha la prima casa di proprietà. Per quanto se ne dica, il mattone continua ad essere uno dei maggiori investimenti lungo tutto lo stivale. Che si tratti della prima casa o che si tratti di immobili per vacanza, i prezzi continuano a crescere. Secondo l’Istat nel primo trimestre del 2022 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie è cresciuto dell’1,7% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% nei confronti dello stesso periodo del 2021.

Nonostante il conflitto in Ucraina, la preoccupazione per la crescita del livello generale dei prezzi dovuta all’inflazione, gli italiani continuano a voler comprare casa. Effettivamente i prezzi continuano a salire, nonostante un prima battuta di arresto dovuto al periodo della pandemia. Ma quali possono essere le cause di questa tendenza?.

Prezzi delle case nel 2022, ecco perché continuano a salire

Secondo quanto attestato dall’istat sono aumentati i prezzi delle case già preesistenti. Ma anche sono in aumento  i prezzi delle abitazioni nuove che vedono una crescita tendenziale del 5%, in leggero rallentamento dal +5,3% del trimestre precedente, che aveva segnato un massimo storico. Questi andamenti si manifestano in un contesto di persistente e vivace crescita dei volumi di compravendita (+12% l’incremento tendenziale registrato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, dopo il +15,7% del trimestre precedente).

Analizzando alcune compravendite messe a disposizione da alcuni agenti immobiliari, si denota un’elevata crescita delle compravendite da parte degli giovani. E’ aumentato il popolo degli under 36 ad acquistare casa. Le agevolazioni soprattutto in termini di costi da sostenere, hanno spinto i giovani a comprare casa. Spesso sono proprio i genitori che partecipano all’acquisto proprio per assicurare un tetto sulla testa di proprietà ai figli. I giovani sono spesso propensi anche alle ristrutturazioni, facendo così aumentare il prezzo delle case da ristrutturare.

La pandemia ci ha anche insegnato che le case più ambite, in questo momento, sono quelle che hanno ampi spazi esterni. Quindi le case che hanno un terrazzo o un giardino sono quelle maggiormente richieste. Se poi l’immobile è anche indipendente come una villetta o un casale da ristrutturare, il prezzo di vendita sale più frequentemente. Ma la maggiore aspettativa di vita piace anche alle banche, più propense a concedere il mutuo, grazie alla garanzia del Consap.

Allarme sui mutui e sulla crescita dei tassi

La vivacità del mercato immobiliare potrebbe però avere una brusca frenata. Infatti nel giro di pochi mesi i tassi di interesse fissi sono passati dall’1% al 2%, con una velocità impressionante. Quindi in altre parole il costo del denaro e del rientro del prestito è più gravoso per il richiedente. Chi si trova a sottoscrivere in questo momento un contratto di mutuo con un istituto di credito si trova a fare i conti con un tasso più alto rispetto magari ad una consulenza fatta circa 2 mesi fa.

Bene l’Europa ha già confermato un aumento dei tassi di interesse, quindi la situazione da questo punto di vista non può migliorare. Il consiglio è forse quello di richiedere il mutuo il prima possibile, visto che come detto in apertura, i prezzi delle case continuano a crescere e il costo del mutuo anche. Non resta di vedere gli effetti che il conflitto tra Russia ed Ucraina e la situazione economica mondiale faranno registrare sui mercati immobiliari.

Vacanze 2022, alcuni consigli per non cadere nelle truffe

Le Vacanze 2022 sembrano avere il sapore della libertà. Ma attenzione a non cadere nelle truffe online, ecco alcuni consigli.

Vacanze 2022, si parte davvero dopo due anni di pandemia

Dopo due anni di pandemia le vacanze 2022, almeno per gli italiani, hanno tutto un altro sapore. Via le mascherine e gli isolamenti. Ritornano i turisti sia nelle grandi città che nei luoghi di mare e montagna. Bar, pizzerie, alberghi registrano il tutto esaurito, nonostante qualcuno abbia palesemente alzato i prezzi. Del resto era stato annunciato l’estate 2022, sarà quella dei rincari.

Rincari previsti, voglia di vacanza elevata, ma attenzione perché ci sono i furbetti dietro l’angolo. E presi della frenesia di trovare un pò di ristoro al mare, al lago o fare quel viaggio rimandato da due anni, c’è rischio di prestare poca attenzione. E questo potrebbe portare ad una vacanza che si trasforma in incubo. Ecco quindi alcuni consigli per non cadere nelle truffe, specialmente quelle online.

Prezzi troppo bassi, possono non essere reali

Purtroppo online ci sono offerte che sembrano essere un affare, ma in realtà non esistono. Anche quest’anno sono molto gli utenti che si prenotano online. Così la Polizia di stato in collaborazione con Airbnb hanno rinnovato la loro collaborazione per aiutare gli utenti a non cadere nelle truffe. Alcuni consigli da seguire possono essere:

  • attenzione ai prezzi troppo bassi per la stagione e per il luogo. Potrebbe succedere che una volta effettuato una prenotazione con il relativo pagamento, la vacanza non esista o l’hotel non conosce quella promozione o particolare scontistica;
  • se il proprietario dell’immobile che si è scelto per le vacanze, dice di essersi appena trasferito all’estero, molto probabilmente vorrà un bonifico internazionale, concluso entro 24 ore, il proprietario sparirà;
  • verificare il luogo della trattativa, utilizzate sempre i siti più famosi. Ma stare in guardia se viene chiesto di trasferirsi e parlare in chat di messaggistica istantanea. Molto probabilmente ad un certo punto, vi manderà in un nuovo link in un sito clone, per servire la truffa;
  • se l’autore dell’annuncio non ha recensioni non fidatevi troppo. Le recensioni sono esperienze degli utenti, pertanto se non ci sono, qualche sospetto deve nascere;
  • mancanza di descrizione del luogo o della vacanza in modo dettagliato. Le informazioni vaghe, non solo nell’annuncio ma anche per contatti telefonici, sono indice che probabilmente chi sta dall’altra parte non sa nemmeno di cosa si sta parlando.

Vacanze 2022, cosa fare prima di prenotare

La polizia di Stato e Airbnb hanno quindi stilato una guida sui consigli da seguire. Quando si è attratti da un annuncio di un immobile o di una vacanza a costi molto bassi, verificare che non si tratti di siti clone con indirizzi strani e agli alloggi esca.

Per alloggi esca si intende degli annunci con case da sogno, oppure in perfetto stato su luoghi fantastici. Ma una volta giunti a destinazione, si chiede di cambiare sistemazione usando come scusa un problema improvviso. La nuova sistemazione non ha gli stessi confort della prima, e la truffa si è palesata.

Infine “E’ importante – osserva Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italiache sia i contatti tra host e guest sia i pagamenti avvengano sempre all’interno del nostro sito o dell’applicazione, come indicato dai nostri termini di servizio. Airbnb infatti trattiene la somma al momento della prenotazione, riversandola al padrone di casa solamente 24 ore dopo l’avvenuto check in“.

 

Lagarde conferma: lo scudo antispread ci sarà. Effetti per imprese e famiglie

Al Forum annuale della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, presisente della BCE, ha confermato: lo scudo antispread ci sarà per proteggere i Paesi maggiormente esposti al rischio di uno spread elevato.

Lagarde conferma: lo scudo antispread proteggerà i Paesi esposti

Il rialzo del costo del denaro, e quindi dei tassi di interesse generalmente applicati, è ormai una certezza. Prenderà il via tra pochi giorni, ma la Presidente della Banca Centrale Europea ci tiene a ribadire che non ci saranno rischi per i Paesi, come l’Italia, che hanno un elevato debito pubblico e che quindi rischiano un rialzo dello spread. La BCE ,al fine di contrastare un’esplosione nei differenziali di rendimento, adotterà anche misure flessibili per il reinvestimento di titoli in scadenza in obbligazioni dei Paesi maggiormente esposti. Le obbligazioni sono un modo per aumentare la liquidità dei Paesi e quindi si tratta di una sorta di quantitative easing mirato a tutela solo di specifiche situazioni a rischio.

Leggi anche: Scudo antispread: cos’è e a cosa serve la misura annunciata dalla BCE

Parola d’ordine: contenere l’inflazione

Lagarde nelle dichiarazioni rilasciate all’apertura del Forum annuale della Banca Centrale Europea ha sottolineato che in questo momento la sfida più importante è contenere nei limiti l’inflazione. Secondo le previsioni per qualche tempo l’inflazione continuerà a viaggiare a ritmi sostenuti, per poi ricominciare una lenta discesa. I primi risultati dovrebbero esservi già alla fine del 2022 con un rallentamento della corsa.

Le tappe previste per il rialzo dei tassi di interesse sono già fissate, un primo rialzo di sarà a luglio 2022, mentre a settembre sarà presentato un percorso a tappe con ulteriori rialzi del costo del denaro. Lagarde ha dichiarato che il processo di normalizzazione della politica monetaria continuerà a ritmo sostenuto. Vista l’incertezza del periodo storico che tutti stiamo affrontando, non si può definire ex ante il ritmo con cui tale processo sarà portato avanti. Lo stesso sarà quindi caratterizzato da gradualità e opzionalità. Insomma si tratterà di una procedura abbastanza flessibile da consentire interventi costanti in caso di bisogno.

Ricordiamo che per 11 anni la politica monetaria europea è stata “pilotata o manipolata” attraverso misure volte a contenere il costo del denaro, aumentare la liquidità disponibile e di conseguenza favorire gli investimenti. Si tratta di politiche espansive applicate quando c’è necessità di crescita. Parlare di normalizzazione della politica monetaria vuol dire lasciare che la stessa segua le “naturali” leggi del mercato.

Come inciderà sulle famiglie e sulle imprese il rialzo dei tassi di interesse?

Naturalmente queste decisioni avranno riflessi nella vita quotidiana dei cittadini. In primo luogo con un sicuro aumento dei tassi di interesse su mutui e prestiti, si prevedono quindi maggiori difficoltà per famiglie e imprese che vogliono fare degli acquisti o degli investimenti importanti. Non solo, perché il rialzo dei tassi di interesse avrà effetti anche sui piccoli prestiti. Maggiori vantaggi vi sono invece per coloro che hanno dei risparmi da investire perché potranno avere rendimenti maggiori.

Leggi anche: Mutui: aumentano i tassi di interesse. Previsioni per il 2022

Ricordiamo che il Forum della BCE si tiene in Portogallo, a Sintra e continuerà fino al 29 giugno 2022.

Cos’è per la fatturazione elettronica il tracciato XML

Per trasmettere una fattura elettronica in Italia c’è un unico canale che garantisce, ai sensi di legge, la consegna al destinatario ed il pieno rispetto della normativa fiscale vigente. Si tratta, nello specifico, del cosiddetto Sistema di Interscambio (SdI) che è gestito dall’Agenzia delle Entrate. Per la correttezza del ciclo di fatturazione elettronica, inoltre, i dati devono essere trasmessi attraverso lo standard XML, che è una sigla che sta per eXtensible Markup Language.

Con il Fisco che, nell’acquisire la fattura elettronica, analizza di dati del tracciato XML, effettua le opportune verifiche e poi, se è tutto ok, procede con la consegna dell’e-fattura al destinatario. Vediamo allora, nel dettaglio, cos’è per la fatturazione elettronica il tracciato XML, e perché di conseguenza è così importante.

Cos’è il tracciato XML per le fatture elettroniche

Riguardo a cos’è per la fatturazione elettronica il tracciato XML la risposta è semplice. In quanto si tratta del codice di cui è composto il file della e-fattura da inviare al Sistema di Interscambio. Quello XML, in particolare, è un formato ad alta leggibilità così come è anche molto leggero per la lettura e per il salvataggio su computer.

L’SdI verifica proprio che i dati del tracciato XML siano corretti. Al fine di procedere poi alla validazione della fattura elettronica ed all’invio al destinatario. In mezzo, tra la validazione e l’invio, l’Agenzia delle Entrate registra la fattura elettronica nel suo database.

Perché le e-fatture che transitano sull’SdI non possono essere duplicate o modificate

Al destinatario la fattura elettronica, transitando dal Sistema di Interscambio (SdI), sarà consegnata nel cassetto fiscale oppure sarà acquisibile attraverso il proprio software di fatturazione elettronica utilizzato. In più, per evitare che le fatture elettroniche possano essere modificate o duplicate nel tempo, a far fede è lo stampo temporale ed anche la firma elettronica.

Generazione del file XML per le e-fatture, dai software accreditati agli applicativi gratuiti del Fisco

I software accreditati di fatturazione elettronica, compilando i vari campi per la generazione del documento digitale, creano il file XML in automatico. E lo stesso dicasi pure per gli applicativi gratuiti che sono messi a disposizione per i titolari di partita IVA da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ovverosia, l’app FatturAE ed il portale ‘Fatture e Corrispettivi‘ con accesso tramite le proprie credenziali.

Obbligo POS commercianti e professionisti: dal 30 giugno le sanzioni

Entra in vigore dal 30 giugno la nuova normativa riguardante l’obbligo di pagamento elettronico tramite POS da accettare per qualsiasi tipo di esercenti e professionisti. Più che di una nuova normativa, si tratta di una aggiunta alla normativa vigente già da anni (dal 30 giugno 2014 ndr). Infatti l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici da parte di pubblici esercizi, commercianti e professionisti, era già in vigore da tempo. Ciò che mancavano erano le sanzioni, stranamente non previste per chi non si adeguava alle sopraggiunte normative. Adesso però si parte anche col piano sanzionatorio, che però come vedremo è irto di problematiche e sarà poco attuabile

Cosa prevede l’obbligo di accettare pagamenti in moneta elettronica per commercianti e negozianti

Entrare in un negozio e fare acquisti, oppure andare al bar a prendere semplicemente un caffè e chiedere di pagare con carta tramite POS è un diritto dei clienti. Ed è diventato un obbligo per i titolari delle attività appunto. Ciò che adesso è cambiato però è il quadro sanzionatorio, perché sono messe nero su bianco le multe a cui sono esposti i gestori di questa attività che non accettano pagamenti da parte dei clienti tramite POS. Lo stesso vale per studi professionali e simili.

Il quadro sanzionatorio dell’obbligo di accettare i pagamenti elettronici

Dal 30 giugno 2022, all’obbligo di dotarsi di un POS per i commercianti, gli esercenti ed i professionisti si aggiungono le sanzioni in caso di apparecchiatura mancante o di mancata accettazione del pagamento. In caso di mancata accettazione di un pagamento tramite carta di credito, carta prepagata, bancomat e strumenti simili da parte di un professionista o di un commerciante, questi soggetti rischiano una multa pari a 30 euro a prescindere dall’importo del corrispettivo che avrebbe dovuto pagare il cliente. Inoltre si è assoggettati alla sanzione aggiuntiva del 4% del valore dell’operazione.

Alcuni esempi di sanzioni ammissibili per il POS

In sostanza se l’acquisto è di 100 euro, il commerciante rischia di dover pagare 34 euro via ammenda totale (30 euro fisse più il 4% di 100 euro). Lo stesso vale per un barista che non accetta il pagamento del caffè tramite POS. In questo caso ammesso che il caffè costi 1 euro, la multa sarà sempre pari a 30,04 euro, che rappresentano i 30 euro prima citati più il 4% del valore della transazione.

Perché mettere in pratica queste sanzioni è una cosa molto difficile

Ricapitolando, le sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici da parte di una professionista o esercente è pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione. Non esistono altre scorciatoie, o pagamento in misura ridotta della sanzione dal momento che si tratta di una multa immediatamente eseguibile. Resta il fatto che ci sono delle difficoltà oggettive in materia. Infatti per poter essere sanzionati questi professionisti e questi commercianti dovrebbero essere denunciati da un cliente. Infatti l’unico modo per mettere in luce questo atto contrario alla normativa da parte di un esercente è quello di denunciare per esempio il barista che non vuole accettare il pagamento di un semplice caffè con il bancomat.

Le conclusioni sull’obbligo del POS

Anche questa modifica normativa quindi probabilmente servirà a poco, tranne nei casi di un cliente particolarmente zelante che vuole mettere in luce questa anomalia. Resta il fatto che una norma entrata in vigore il 30 giugno 2014, adesso si completa. La norma, che è quella dell’obbligo del POS in attività commerciali, nei pubblici esercizi e dai professionisti, adesso trova anche su apparato sanzionatorio.

A luglio pensionati alla cassa con la quattordicesima, regole e normativa

Sta arrivando il primo luglio e come al solito per i pensionati italiani ci sarà l’appuntamento con la quattordicesima mensilità. Naturalmente non tutti potranno ricevere questa mensilità aggiuntiva, perché a molti non spetta dal momento che è piena di requisiti e vincoli. Resta il fatto che da un paio d’anni a questa parte la misura è stata estesa ad una nutrita fetta di pensionati. Ecco una sintetica guida alla prestazione con tutti i requisiti utili alla sua fruizione.

Chi prende la quattordicesima mensilità a luglio

La quattordicesima sulle pensioni è una mensilità aggiuntiva che viene erogata dall’INPS alle pensioni di importo più basso. Il mese di pagamento della prestazione è quello di luglio. Per poter percepire la prestazione occorre che il pensionato abbia compiuto almeno 64 anni di età. È naturale che chi ha compiuto gli anni nel corso del 2022 avrà diritto ad una mensilità aggiuntiva commisurata ai mesi successivi a quelli del compimento del compleanno. In pratica occorre dividere la quattordicesima spettante per 12 mesi e poi moltiplicarla per i mesi completi (sopra i 15 giorni) successivi al compimento dei 64 anni. La quattordicesima mensilità infatti spetta a chi a luglio ha già compiuto 64 anni di età. E chi li compie dopo la quattordicesima mensilità verrà erogata a dicembre insieme all’altra mensilità aggiuntiva conosciuta meglio come tredicesima. Detto questo, evidente che spettano tanti ratei di quattordicesimo quando quanti sono i mesi effettivamente successivi a quelli del complimento del compleanno quindi 10 mesi perché ha compiuto 64 anni a marzo per esempio, nove mesi e chi le ha capite da aprire e così via.

La mensilità aggiuntiva sulle pensioni, gli importi spettanti

Gli importi della quattordicesima sono differenti in base alla fascia di appartenenza, alla contribuzione versata e alla pensione incassata. In pratica importi diversi in base a diversi fattori. Il primo fattore fondamentale è l’importo della pensione spettante. Infatti la platea dei potenziali beneficiari della quattordicesima mensilità si distingue in due grosse aree. La quattordicesima spetta quindi a chi ha compito 64 anni entro il 31 dicembre 2022 e possiede un reddito fino ad 1,5 volte il trattamento minimo INPS o fino a 2 volte lo stesso trattamento. Sono le due aree di cui parlavamo prima. Gli importi invece cambiano in base ai contributi versati. Per la fascia fino a 1,5 volte il trattamento minimo, gli importi sono:

  • Fino a 15 anni di contributi, o fino a 18 anni per i lavoratori autonomi gli importi sono di 437 euro;
  • Da 15 a 25 anni di contributi (o da 18 a 28 per i lavoratori autonomi), l’importo è pari a 546 euro;
  • Oltre i 25 o i 28 anni importo pari a 655 euro.

La quattordicesima per chi ha una pensione fino a 2 volte il trattamento minimo sarà:

  • Fino a 15 (18 per i lavoratori autonomi importo di 336 euro;
  • Da 15 a 25 (o da 18 a 28 per i lavoratori autonomi importo da 420 euro;
  • Oltre 25 o oltre 28 importo di 504 euro.

Corte dei Conti boccia il Superbonus 110%: cosa succede?

Il Superbonus 110% continua a creare confusione e non poche polemiche. L’ultima a dire la sua è la Corte dei Conti che, impegnata nell’esame del rendiconto 2021, ha notato effetti distorsivi.

Tutte le critiche al Superbonus 110%: non solo la Corte dei Conti boccia l’agevolazione

Il primo ad essere sempre stato critico nei confronti del Superbonus 110% è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi che ha più volte sottolineato come questa misura, voluta e sostenuta dal M5S, è fortemente distorsiva e soprattutto lascia molto spazio a truffe e manipolazioni. Non solo il Presidente del Consiglio, infatti anche il ministro dell’Economia Daniele Franco ha parlato di una delle truffe più grandi mai viste in Italia.

Naturalmente queste critiche sono suffragate dai riscontri che derivano dall’attività di indagine della Guardia di Finanza che ha di fatto scoperto molti abusi che hanno comunque portato degli “aggiustamenti “ alla normativa al fine di ridurre le possibilità di truffa. A questo deve aggiungersi la tegola dei fondi esauriti e i maggiori controlli già annunciati dall’ABI, Associazione Bancari Italiani. Ora arriva l’ultima tegola per coloro che sono interessati a usufruire delle agevolazioni del Superbonus 110%, si tratta della bocciatura da parte della Corte dei Conti.

Perché la Corte dei Conti boccia il Superbonus 110%

Ricordiamo che il Superbonus 110% consente di realizzare lavori di efficientamento energetico con la possibilità di ottenere una detrazione pari al 110%, oppure lo sconto in fattura o la cessione del credito. Secondo la Corte dei Conti questa misura ha un effetto distorsivo, in quanto pesa eccessivamente sulle casse dello Stato incidendo sul PIL per alcuni punti percentuali. Inoltre in molti casi configura benefici non giustificati per gruppi specifici di soggetti con effetti distributivi non sempre auspicabili. Si tratta inoltre di una misura non facilmente sostenibile dal punto di vista fiscale.

Il Procuratore generale della Corte dei Conti Angelo Canale ha sottolineato che questa misura va in realtà a danneggiare anche le imprese che si vorrebbero favorire, infatti il ritardo nel pagamento delle fatture commerciali sta creando problemi di liquidità. Ricordiamo che molti intermediari finanziari finora impegnati nell’acquisto dei crediti ceduti dalle imprese stanno limitando le possibilità di cessione del credito.

Per capire il volume delle agevolazioni basti rammentare che nel solo biennio 2020-2021 le cessioni del credito hanno portato sconti in fattura per 38,4 miliardi di euro.

Leggi anche: Sei un professionista del Superbonus 110%? Scarica l’ultima circolare AdE

Case e bonus tutto quello che si puo’ scaricare nel modello 730

Case e bonus sono uno dei temi più caldi della dichiarazione dei redditi. Ecco tutto quello che si può scaricare nel modello 730.

Case e bonus, il caso della locazione

Nel contratto di locazione una parte (detta locatore) concede ad un’altra parte (detta conduttore) l’uso di un immobile riscuotendone il pagamento di un canone. Il contratto deve essere regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate. Solo così è possibile richiedere lo scarico delle spese sostenute.

In particolare le detrazioni sono di 300 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro. Mentre sono di 150 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 euro e 30.987 euro. Se invece si ha un contratto di locazione a canone concordato le detrazioni sono differenti. Si tratta di 496 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro e di 248 euro se il reddito complessivo è compreso tra 15.494 e 30.987 euro.

Se il contuttore è un giovane inquilino, con età compresa tra 20 e 30 anni per i primi tre anni ha diritto ad una detrazione di 992 euro se il reddito complessivo non supera 15.494 euro.

Cosa può detrarre chi compra casa?

Se un soggetto compra casa ha diritto a detrarre le spese relative al mutuo o a quelle sostenute per essere ricorso ad un mediatore. Dunque accedendo ad un mutuo presso un istituto di credito, come qualsiasi prestito, devono essere corrisposti gli interessi passivi. In questo specifico caso è possibile detrarre il 19% sugli interessi passivi pagati fino ad un massimo di quattro mila euro per l’acquisto e fino a 2.582 euro per costruzioni o ristrutturazioni della casa principale.

E’ possibile comprare casa con compravendita tra privati, oppure con l’ausilio di un terzo. Se invece si è comprato casa attraverso la professionalità di un’agenzia immobiliare si può detrarre il 19% su una spesa minima di mille euro per l’acquisto dell’abitazione principale.

Case e bonus, tutte le agevolazioni

Com’è noto è possibile detrarre la maggior parte delle agevolazioni relative alla ristrutturazione o al risparmio energetico attraverso il rimborso di 10 rate annuali. In dettaglio le detrazioni sono:

  • 90% dell’intera spesa sostenuta per gli interventi relativi al bonus facciate e agli interventi finalizzati al recupero degli esterni degli edifici esistenti;
  • 50% sulla ristrutturazione e su una spesa minima di 96 mila euro;
  • 80% sulla ristrutturazione su una spesa minima di 96 mila euro, ma che riduce anche il rischio sismico;
  • 65% sugli interventi di efficientamento energetico;
  • 50% per la sostituzione del gruppo elettronico di emergenza esistente con generatori a gas più moderni;
  • 36% su una spesa minima di cinque mila euro per la sistemazione a verde di giardini, arre, recinzioni, impianti di irrigazione, progettazione e manutenzione di aree verdi;
  • 50% per il bonus mobili per acquisti di grandi elettrodomestici di classe A+ fino a 16 mila euro e destinati ad una ristrutturazione tra il primo 2020 ed il 31 dicembre 2021;
  • 50% delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare. Interventi finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. Si può risparmiare fino a 1.000 euro per ogni unità immobiliare.

Spese relative al condominio, anche quelle possono essere scaricate

In merito al condominio si possono detrarre il 50% per la manutenzione ordinaria e fino al 75% per la riqualificazione energetica in base la miglioramento della prestazione. Mentre il 36% per il bonus verde nelle aree condominiali e fino all’85% per gli interventi antisismici. Detrazione del 50% sui costi d’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche, a servizio di condomini o delle singole abitazioni.

Inoltre in merito al superbonus spetta una detrazione pari al 110% della spesa sostenuta. Gli interventi devono essere realizzati sotto la supervisione di un tecnico che si occupa di redigere e trasmettere le dovute asseverazioni ed è richiesta l’apposizione del visto di conformità da parte di un intermediario abilitato.