Niente reddito di cittadinanza a luglio, ecco per chi e per quale motivo

Il reddito di cittadinanza è una misura che ha una scadenza prefissata nel senso che può essere percepita soltanto per 18 mesi. Ma questo limite vale solo per singola domanda. Infatti la misura è rinnovabile di 18 mesi in 18 mesi. In altri termini alla scadenza dei primi 18 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza gli interessati possono ripresentare domanda. L’unico vincolo è un mese di assenza da parte del sussidio. Per questo chi ha completato 18 mesi frizione con la rata del 27 giugno, nel mese di luglio non percepirà il sussidio ma dovrà adempiere alla nuova istanza. Un vincolo questo che si ripete mese dopo mese per ogni beneficiario.

Reddito di cittadinanza Come si rinnova

Il reddito di cittadinanza quindi è una misura che viene erogata per un periodo di 18 mesi. Naturalmente essendo la durata superiore all’anno, per continuare a percepire ininterrottamente la prestazione gli interessati devono provvedere ogni gennaio a rinnovare l’ISEE. Infatti il documento principale con cui si può percepire il sussidio è proprio l’ISEE. E questo scade ogni anno il 31 dicembre. Dii conseguenza per continuare a fruire di una prestazione come il reddito di cittadinanza (ma vale per ogni prestazione assistenziale),  quindi, tutte le famiglie interessate devono rinnovare l’ISEE a gennaio. Questo per consentire all’INPS di ricalcolare il sussidio e di verificare nuovamente il diritto alla prestazione da parte dei richiedenti. La cosa cambia con la scadenza dei 18 mesi. In effetti tutto si ferma è il mese successivo all’ultimo di fruizione è vuoto da sussidio.

Chi è chiamato a rinnovarlo a luglio

A luglio naturalmente, saranno colori i quali a giugno hanno preso l’ultima mensilità a dover presentare nuovamente domanda. Il 27 luglio infatti per loro non ci sarà alcun accredito sulla carta Reddito di cittadiananza (la card gialla conosciuta meglio come carta Rdc). È naturale anche che non ci sarà bisogno di nessun nuovo ISEE. Questo dal momento che quello in corso di validità scade a dicembre prossimo. Pertanto chi il 27 giugno ha percepito l’ultima rata del reddito di cittadinanza spettante, dal primo luglio potrà e dovrà presentare nuovamente domanda all’INPS, per l’estensione di ulteriori 18 mesi del reddito cittadinanza. Come detto prima, sempre a gennaio del 2023, i richiedenti a cui verrà di nuovo rinnovato il sussidio dovranno rinnovare anche l’ISEE. Presentando come è noto, la Dichiarazioen Sostitutiva Unica come sempre. Pochi dubbi sul fatto che queste famiglie torneranno a percepire il sussidio il mese successivo, cioè ad agosto. Infatti essendo l’ISEE sempre lo stesso di quello che ha dato diritto a percepire il reddito di cittadinanza a gennaio non ci sono dubbi sulla continuità della prestazione. Chi ne aveva diritto prima è ionevitabile che avrà diritto anche oggi.

BTP Futura: di cosa si tratta e perché è importante

In questa rapida guida ci occupiamo di piccoli risparmiatori, andando a scandagliare cosa si intende per BTP Futura e quanto può essere importante.

BTP Futura, di cosa si tratta

Molti costantemente sono incuriositi sul fenomeno dei BTP Futura e sono crescenti le domande su come far fruttare questo tipo di titoli di Stato.

Partiamo subito col dire che quando si parla di BTP si fa riferimento a dei titoli di Stato a medio-lungo termine con scadenza superiore ad 8 anni e cedole semestrali nominali, pensati unicamente per le esigenze dei risparmiatori e degli investitori retail.

Il BTP Futura era stato annunciato nell’aggiornamento delle Linee Guida per la gestione del debito pubblico 2020 di aprile e ad oggi, nel 2022 è giunto al quarto collocamento.

BTP Futura, come funziona e cosa c’è da sapere

Sostanzialmente, per comprendere al meglio cos’è il BTP Futura non si può prescindere da quello che è il suo obiettivo, ovvero quello di finanziare le spese legate al coronavirus e alla ripresa economica del nostro paese. In pratica, il titolo avrà lo stesso scopo del BTP Italia ma una struttura diversa.

Tra le caratteristiche del BTP Futura anche delle cedole step up, ossia cedole nominali semestrali calcolate sulla base di tassi prefissati e crescenti nel corso del tempo.

Queste saranno pagate con cadenza semestrale e il calcolo avverrà sulla base di un tasso cedolare fisso per i primi 4 anni, che aumenterà una prima volta per i successivi 4 anni e una seconda volta per gli ultimi 4 anni.

Di seguito vediamo quali sono i tassi minimi:

  • Anni 1-4: 0,75%
  • Anni 5-8: 1,25%
  • Anni 9-12: 1,70%  

Giusto per fare un esempio, il BTp Futura 2028 adesso offre oltre il 2,6% lordo, circa il 2% in più di quanto prospettato all’emissione di appena un anno e mezzo fa; il BTp Futura 2037 rende circa 3,45%, anche in questo caso oltre il 2% in più di quanto percepisce chi ha acquistato in fase di collocamento.

E’ necessario, inoltre sapere qualcosa in più per quanto riguarda i tempi.

Il BTP Futura è giunto alla quarta emissione. Il collocamento è iniziato l’8 novembre e si chiuderà il 12 prossimo novembre.

Saranno garantite almeno tre giornate intere di collocamento, che pertanto non potrà terminare prima del 10 novembre.

Tutto quello che c’è da sapere su BTP Futura

Volendo, dunque andare a riassumere i principali dettagli del BTP Futura nella quarta edizione li vediamo di seguito:

  1. interamente dedicato al retail;
  2. i suoi proventi finanzieranno la ripresa;
  3. rendimenti crescenti nel tempo;
  4. doppio premio fedeltà legato al PIL;
  5. cedole minime a 0,75%, 1,25% e 1,70%;
  6. lotto minimo di €1.000;
  7. quarta emissione dall’8 al 12 novembre;
  8. possibilità di chiusura anticipata;
  9. scadenza 12 anni;
  10. nessuna tassazione sull’acquisto

In ultima analisi, una volta compreso cos’è BTP Futura, molti si sono chiesti e si chiedono come comprare il titolo di Stato per i piccoli risparmiatori.

A fare chiarezza sulle modalità è stato lo stesso MEF, che ha confermato la possibilità di utilizzare le stesse procedure previste per il BTP Italia, dunque tramite l’ufficio postale o la propria banca di fiducia.

Inoltre, è stato altresì attivato il canale online tramite cui accedere al proprio internet banking.

Va tenuto conto che è probabile che il Tesoro decida di non lanciare nuovi collocamenti di BTP Futura per il 2022, in base al corrente contesto geopolitico ed economico che il nostro paese (e non solo) sta attraversando.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito ai BTP Futura e alla loro crescente importanza per i piccoli risparmiatori.

Detrazioni 730 tutto quello che si può scaricare per la famiglia

Le detrazioni 730 permetto al contribuente il rimborso delle quote spese.  Ecco tutto quello che si può scaricare per la famiglia.

Le detrazioni 730, cosa sono e a che servono

E’ il mese di giugno con esso arrivano le dichiarazione dei redditi. I lavoratori e i pensionati possono presentare la dichiarazione dei redditi attraverso l’utilizzo del modello 730. Attraverso un unico modello è possibile dichiarare i propri redditi, le detrazioni ed ottenere eventuali rimborsi, se spettanti, direttamente nella busta paga o nella rata di pensione.

Mentre se si devono versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione a partire da mese di luglio o dalla pensione dal mese di agosto o settembre. Tuttavia la compensazione permette di avere le agevolazioni dei vari bonus, le detrazioni fiscali, derivanti da particolari spese. Ma a partire dal 30 aprile, l’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei lavoratori dipendenti e dei pensionati il modello730 precompilato sul sito internet dell’Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.gov.it.

Le detrazioni 730, ecco cosa si può scaricare per la famiglia

Durante l’anno sono molte le spese che incidono sul bilancio familiare. Spese che riguardano il nucleo familiare e che spesso possono essere scaricabili. Ad esempio si possono scaricare le spese mediche per farmaci, visite, ticket e ricoveri.

Ma sono anche scaricabile le spese che riguardano il mono dell’istruzione come le spese sostenute per le rette di asili, scuole ed università. Ma non solo sono possibili da detrarre:

  • le spese sostenute per il bonus musica, prodotto per redditi complessivi non superiori a 36 mila euro. Ma anche sostenute per figli di età compresa tra i 5 e i 18 anni per scuole di musica, conservatori o centri riconosciuti. L’importo massimo previsto per ogni figlio è di mille euro;
  • anche se spese di trasferimento della residenza per motivi di lavoro oltre 100 Km cambiando regione, sono scaricabili se il reddito non supera 30  mila euro complessivi;
  • le spese veterinarie per i propri animali sono scaricabili per un importo massimo di 550 euro;
  • gli abbobamenti per il trasporto pubblico, sono detraibili per il 19% su una spesa massima di 250 euro per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, locali, regionali e interregionali.

Altre spese da poter scaricare ed alcune precisazioni

Per i figli di età inferiore a 24 anni il limite di reddito per essere considerati a carico è di 4 mila euro. In merito all’istruzione si possono detrarre le spese sostenute per la scuola dalle’infanzia, primaria e secondaria per un importo massimo di 800 euro a figlio.

Mentre in merito all’università si può detrarre il 19% per la frequenza di corsi di laura-perfezionamento sull’intero importo per le università statali. Inoltre detrazione del 19% anche per il canone di affitto per gli studenti fuori sede, fino a un massimo di € 2.633.

Sono anche deducibili le spese assicurative. Si tratta di detrazione del 19% per le assicurazioni contro eventi calamitosi. Sono deducibili anche tutti i bonus sulla casa e sulle ristrutturazioni. Attenzione perchè per questi, qualora siano stati eseguiti in parti comuni di un condominio, occorre il modello inviato dall’amministrazione ai condomini. Infine i costi spesi per le agenzie funebri, in caso di morte all’interno del nucleo familiare.

Superbonus, Agenzia delle entrate chiarisce: sconto in fattura solo su imponibile, cessione dei crediti su Iva

Arriva il chiarimento dell’Agenzia delle entrate sul quesito relativo all’Iva sul superbonus 110%. In particolare, la questione riguarda la possibilità di cedere il credito di imposta derivante dagli interventi edilizi, l’alternativa dello sconto in fattura e la detrazione fiscale. La circolare n. 23 del 2022 fissa le procedure alle quali gli operatori e le banche dovranno attenersi sul credito di imposta. Infatti, sulla parte indetraibile dell’Iva non è possibile applicare lo sconto in fattura: si può unicamente procedere con la cessione del credito di imposta oppure detrarre fiscalmente gli importi nella dichiarazione annuale dei redditi. Tali procedure fanno riferimento ai lavori in superbonus effettuati a partire dal 22 maggio 2021.

Cessione dei crediti di imposta e sconto in fattura in superbonus: i chiarimenti dell’Agenzia delle entrate

Il prorata Iva suddivide il superbonus 110%: si può applicare lo sconto in fattura solo per la quota relativa all’imponibile. Per la quota di Iva non detraibile gli operatori possono procedere cedendo il credito di imposta ma anche mediante detrazione fiscale. In quest’ultimo caso, come chiarisce l’agenzia, è necessaria la presentazione della dichiarazione annuale Iva. Dalla dichiarazione, infatti, si ottiene la percentuale definitiva ammessa alla detrazione fiscale. Si segue questa procedura anche se si applica l’inversione contabile. A chiarire questo passaggio è il paragrafo 5.6 del documento dell’Agenzia delle entrate. La regola, come chiarisce l’Agenzia delle entrate, si applica ai lavori rientranti nel superbonus a partire dal 22 maggio 2021. Sono altresì esclusi gli altri bonus edilizi che prevedano l’agevolazione fiscale mediante vendita del bonus o sconto in fattura.

Superbonus quando si applica il 110% per la detrazione fiscale? Sconto in fattura limitatamente all’imponibile

Nel documento, l’Agenzia delle entrate chiarisce che, quando l’operatore emette la fattura per i lavori realizzati con agevolazione del superbonus 110%, non risulta di facile determinazione la parte dell’Iva indetraibile a carico del beneficiario.

In tutti questi casi, dunque, l’operatore non dovrà procedere applicando lo sconto in fattura per beneficiare del bonus sulla parte indetraibile. Ma il contribuente dovrà scegliere se vendere il credito di imposta o beneficiare della detrazione fiscale, andando a coprire pure l’Iva indetraibile. Ciò deriva dal fatto che l’Iva indetraibile può essere calcolata con certezza solamente quando si presenta la dichiarazione Iva annuale e non quando si emetta la fattura.

Superbonus 110%, come si procede con il beneficio fiscale ai fini dell’Iva?

Proprio il chiarimento dell’Agenzia delle entrate fornisce la regola generale da seguire per beneficiare del superbonus 110%. Lo sconto in fattura può essere ottenuto solo sulla parte imponibile dell’importo dell’intervento. Di conseguenza, è necessario considerare l’Iva al netto, che rimane in ogni modo a carico del committente. La quota Iva non detraibile può essere beneficiata mediante detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi oppure ceduta come credito di imposta. In quest’ultimo caso, il credito ceduto copre pure la quota indetraibile dell’Iva, ma il contribuente dovrà procedere con la comunicazione all’Agenzia delle entrate per via telematica nei termini previsti dalla normativa.

Il Ministero per la Transizione Ecologica (MiTE) ricerca esperti. Candidature entro il 4 luglio

Il MiTE ( Ministero per la Transizione Ecologica) per la realizzazione dei progetti del PNRR facenti capo al ministero è alla ricerca di numerosi professionisti. La presentazione delle domande deve avvenire entro il 4 luglio 2022. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Il Ministero per la Transizione Ecologica è alla ricerca di esperti

Il MiTE è alla ricerca di 92 super esperti per la realizzazione dei progetti collegati all’uso delle risorse PNRR, si tratta di incarichi particolarmente interessanti, infatti i compensi previsti posso no arrivare a 90.000 euro l’anno.

La prima cosa da sottolineare è che le specifiche per ogni bando sono disponibili alla pagina https://www.manpower.it/azienda/ministero-della-transizione-ecologica non si tratta quindi di una piattaforma ministeriale, la gestione è affidata a un’agenzia.

Chi sono i professionisti ricercati dal Ministero per la Transizione Ecologica MiTE?

Le figure professionali ricercate sono:

  • 3 program manager PNRR M2C1
  • 3 program manager PNRR M2C2;
  • 2 program manager PNRR M2C3;
  • 2 program manager PNRR M2C4;
  • 35 project manager;
  • 8 area manager;
  • 5 area manager coordinator PNRR M2C2- M2C3;
  • 2 area manager coordinator PNRR M2C4- M3C2;
  • 2 esperti aiuti di Stato;
  • 5 esperti in procedure di gara e contrattualistica pubblica;
  • 1 esperto giuridico normativa ambientale/ DNSH;
  • 3 esperti giuridici pareri e autorizzazioni ambientali;
  • 3 esperti finanza e gestione dei finanziamenti;
  • 2 esperti ufficio stampa;
  • 1 esperto digital marketing;
  • 2 esperti supporto ITC;
  • 2 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C1;
  • 1 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C2;
  • 1 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C3;
  • 3 tecnici esperti in progettazione tecnica PNRR M2C4;
  • 2 tecnici esperti in monitoraggio ambientale;
  • 2 esperti politiche finanziate con fondi UE;
  • 1 esperto ambito economico mercato elettrico e/o energia;
  • 1 esperto ambito economico territorio e risorsa idrica.

Requisiti per diventare esperti del MiTE

Per poter partecipare è necessario avere una laurea nei settori di rispettiva competenza, in molti casi è richiesta anche l’iscrizione all’albo dei professionisti. Inoltre, viene richiesta esperienza pluriennale nel settore e per tutti i profili è necessario  avere una conoscenza certificata della lingua inglese.

Tra i titoli preferenziali, oltre all’esperienza che risulta essere un requisito fondamentale, vi sono eventuali master e certificazioni. Si tratta di contratti a tempo determinato, scadenza 31 dicembre 2023, per ogni profilo sulla piattaforma attraverso la quale è possibile presentare la propria candidatura è indicato anche il compenso che si potrà ottenere e la città presso la quale sarà necessario svolgere il lavoro.

Come si svolge la selezione

Per poter inoltrare la propria candidatura è necessario allegare il curriculum.

Terminata questa fase della procedura, il candidato entro 24 ore riceverà di attestazione di corretta compilazione della domanda e sarà invitato, seguendo il link contenuto nella e-mail, a compilare una scheda con dichiarazione dei requisiti obbligatori. Dal momento della ricezione della e-mail ci sono 24 ore di tempo per completare questa parte della procedura.

I candidati ammessi a questo punto riceveranno una e-mail con un link per la compilazione di auto-valutazione dei titoli preferenziali (il punteggio riconosciuto ad ogni titolo viene indicato nella pagina del singolo profilo professionale per il quale si intende candidarsi).

Si procederà quindi a stilare una graduatoria e in seguito i candidati potranno sostenere un colloquio tecnico di selezione finale.

Per ulteriori opportunità lavorative, leggi: Concorso OSS con licenza media: requisiti. Scadenza 11 luglio

 

Tax compliance: cos’è e quali benefici ci sono per i cittadini e il fisco?

Negli ultimi mesi si sente spesso parlare di tax compliance. Non sono mancate le critiche verso questa locuzione da parte dell’Accademia della Crusca che ha esortato l’Agenzia delle Entrate a usare locuzioni italiane per evitare di generare confusione nei contribuenti. In realtà l’Agenzia continua per la sua strada al punto che nell’ultima circolare (21/E) per il contrasto all’evasione fiscale ha continuato ad usare il termine. Ma cosa significa tax compliance?

Cos’è la tax compliance?

L’Italia ha un importante problema che nei decenni non ha mai risolto: l’evasione fiscale. È una sorta di cane che si morde la coda perché la mancata riscossione delle entrate tributarie porta alla necessità di reperire comunque delle entrate e questo si ottiene con l’aumento delle tasse. Come l’aumento dell’aliquota Iva dal 20% al 22%, oppure il costante aumento delle accise sui carburanti, introduzione dell’Irap…Il livello della tassazione è ormai insostenibile, ma se non si riesce a riscuotere, difficilmente le tasse potranno scendere e allora ecco che arriva il Fisco amico con la tax compliance.

La tax compliance rappresenta il livello di adesione spontanea dei contribuenti agli obblighi fiscali. L’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate quando parla di tax compliance è indurre i contribuenti a pagare in modo spontaneo ciò che è dovuto, evitando così il contenzioso tributario che è comunque rischioso e richiede lunghi tempi. Inoltre si evita la riscossione coattiva anch’essa costosa.

Gli strumenti utilizzati per la tax compliance

Naturalmente ci sono diversi strumenti utilizzati dall’Agenzia per indurre il contribuente a pagare. Lo strumento più comune è la lettera di invito all’adempimento, come per dire “caro contribuente, io so che mi devi dei soldi, che ne dici di darmeli senza troppe lungaggini?”.

Un altro strumento su cui l’Agenzia delle Entrate punta molto è il ravvedimento operoso, si tratta di uno strumento attraverso il quale il contribuente spontaneamente decide di correggere degli errori dichiarativi che hanno portato ad un calcolo di imposta inferiore rispetto a quanto dovuto. Il ravvedimento operoso nasce con l’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997 n.472 ma nel tempo la disciplina è cambiata, soprattutto in modo più favorevole al contribuente distratto.

Ricordiamo che il ravvedimento operoso consente di regolarizzare la posizione attraverso il pagamento l’imposta dovuta, degli interessi legali decorrenti dal momento entro il quale doveva essere effettuato il pagamento al momento in cui effettivamente è stato effettuato e la sanzione ridotta però fino a 1/10.

In passato la posizione poteva essere regolarizzata solo se l’ente creditore non avesse inviato una comunicazione inerente un mancato/errato adempimento. Ora il termine risulta posticipato ed è inibito il ricorso al ravvedimento operoso fino al momento della notifica degli atti di liquidazione e di accertamento (comprese le comunicazioni da controllo automatizzato e formale delle dichiarazioni). Le modifiche sono state introdotto con la legge di stabilità 2015.

Infine, si possono far rientrare nella tax compliance anche i provvedimenti di pace fiscale, come la rottamazione e il saldo & stralcio. Ricordiamo che sono in molti a richiedere un nuovo provvedimento di pace fiscale, la rottamazione quater, chiesta soprattutto dalla Lega.

Risorse e indicazioni per la tax compliance

Numerosi sono gli interventi finalizzati alla promozione della tax compliance attraverso risorse destinate all’Agenzia delle Entrate. Hli obiettivi sono:

  • promuovere l’adempimento spontaneo (tax compliace) tramite campagne di comunicazione e promozione;
  • ottimizzare il servizio di assistenza e consulenza da parte dell’Agenzia alle varie tipologie di contribuente. Tra le novità che vanno in questa direzione vi è la necessità di prenotare il proprio appuntamento con l’Agenzia, in questa fase il contribuente deve già indicare il motivo per cui chiede di essere ricevuto, in tal modo potrà essere fornita un’assistenza adeguata;
  • dovrebbe facilitare il rapporto con il Fisco anche l’assistenza multicanale fornita ai cittadini attraverso video-chiamata, assistenza telefonica, gestione online delle pratiche;

Per maggiori informazioni leggi l’articolo: Cos’è il Civis, a cosa serve e come funziona il canale telematico dell’AdE

Le risorse devono inoltre essere indirizzate a migliorare e rendere più celeri i rimborsi fiscali. Naturalmente la tax compliance non manda in pensione le attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate, insieme alla Guardia di Finanza, finalizzate a scovare gli evasori. Anzi, sembra che il contrasto ai furbetti sia stato potenziato anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.

Leggi anche Chi è Ve.R.A? Il nuovo software dell’Agenzia delle Entrate che trova gli evasori

Superbonus edilizia, Abi chiede maggiore controllo

Il superbonus edilizia è sempre sotto la lente di ingrandimento di vari operatori economici. Adesso è l’Abi a chiarire alcuni aspetti.

Superbonus edilizia, arrivano alcune novità

Il Superbonus edilizia è uno degli argomenti che suscita sempre maggiore interesse. Nei mesi scorsi sia lo sconto in fattura che la cessione del credito hanno permesso che ci fosse un boom del 110% e non solo. Si ricorda che lo sconto in fattura è un’agevolazione fiscale che permette di ottenere il rimborso immediato della spesa totale o parziale, sostenuta per i lavori edilizi che rientrano nei Bonus casa previsti per il 2022.

Mentre la cessione del credito è un accordo contrattuale attraverso il quale si trasferisce il diritto di un credito di un soggetto ad un certo che lo acquista ad un determinato prezzo, per poi procedere alla riscossione nei confronti del debitore. In tema di superbonus edilizia è la banca che acquista il credito dall’impresa che ha applicato lo sgravio o lo sconto dal cittadino. Ma da qualche giorno sembra sia stato annunciato che i fondi a disposizione sono terminati. A metterci del suo, ci ha pensato anche l’Abi.

Superbonus edilizia, la richiesta di Abi

L’Abi è l’associazione bancaria italiana che opera nel settore bancario, in modo volontario e senza finalità di lucro. In particolar modo si occupa di cercare e tutelare gli interessi di tutti gli operatori, senza avere alcun potere esecutivo e decisionale nei confronti di alcuna banca. In merito al superbonus edilizio sembra che siano in dif0ifcoltà anche alcune banche, che sembrano non essere più disposte a comprare i crediti dei propri clienti.

L’associazione ha di recente inviato alle banche associati una circolare dopo i chiarimenti diffusi dall’Agenzia delle entrate. Ebbene le banche coinvolte nelle operazioni di acquisto dei crediti del Superbonus dovranno esercitare “una qualificata ed elevata diligenza professionale” per evitare di essere considerate responsabili in solido degli illeciti ai danni del fisco.

La verifica circa la responsabilità in solido del singolo cessionario (acquirente) deve essere condotta, caso per caso, valutando il grado di diligenza effettivamente esercitato che, nel caso delle banche, deve essere particolarmente elevato e qualificato“.

Cosa dovranno fare quindi le banche?

Il maggior controllo nasce a seguito degli ultimi dati forniti dalla Guardia di Finanza. Secondo gli ultimi  accertamenti infatti, sembrano siano stati accertati crediti fiscale edilizi fittizi per circa 5,6 miliardi di euro. Di questi, due miliardi e mezzo sequestrati e altri due già volati all’estero.

Ecco che quindi si chiede alle banche di prestare maggiore attenzione prima di acquistare il credito. E quindi avere maggiore attenzione “caso per caso“. Cercando di valutare il grado di diligenza effettivamente esercitato che, nel caso delle banche, deve essere particolarmente elevato e qualificato. Dunque non si esclude la possibilità delle banche di richiedere, ai propri clienti, maggiori documentazioni prima di procedere all’acquisto di un credito.

 

Quali sono le sanzioni per mancato versamento acconto IVA

Come per l’IRPEF, pure per l’IVA in Italia il Fisco impone non solo il versamento del dovuto, ma anche il pagamento entro dei termini ben precisi. In particolare, uno degli adempimenti per l’Imposta sul Valore Aggiunto è rappresentato dal versamento del cosiddetto acconto. Vediamo allora, nel dettaglio, cos’è l’acconto IVA e quando si versa. Ed anche quali sono le sanzioni a carico del contribuente in caso di omesso o di tardivo versamento dell’acconto IVA.

Cos’è l’acconto IVA annuale e quando si versa

L’acconto IVA non è altro che il versamento di un anticipo, proprio sull’Imposta sul Valore Aggiunto, da effettuarsi ogni anno entro e non oltre il 27 dicembre. Ed il tutto con la possibilità di calcolare l’importo dell’acconto IVA avvalendosi di uno tra tre metodi possibili. Ovverosia, il metodo di calcolo storico, il metodo di calcolo analitico ed il metodo di calcolo previsionale.

In particolare, il metodo di calcolo storico si basa sui dati dell’anno di imposta precedente, mentre con il calcolo analitico si considerano tutte le operazioni dello stesso anno di imposta che sono state registrate fino alla data del 20 dicembre. Con l’acconto IVA calcolato con il metodo di calcolo previsionale, invece, si considera l’88% dell’IVA che si prevede versare per il mese di dicembre o per il quarto trimestre del corrente anno di imposta.

Cosa succede se non si versa l’acconto IVA e quali sono i codici tributo per il pagamento

Se non si versa l’acconto IVA nei termini previsti il contribuente rischia l’applicazione delle sanzioni amministrative che sono crescenti in ragione del ritardo. In particolare, la sanzione può arrivare anche fino al 30% dell’importo dovuto con l’aggiunta degli interessi. Ma con la possibilità di abbattere le sanzioni, se si rientra nei termini e nei requisiti, sfruttando l’istituto del ravvedimento operoso.

Per evitare le sanzioni, l’acconto IVA entro i termini previsti si versa con il modello F24. E con il codice tributo 6013 per i contribuenti con la liquidazione mensile dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Mentre il codice tributo è 6035 per i contribuenti con la liquidazione dell’IVA con cadenza trimestrale.

Per il versamento dell’acconto IVA con il ravvedimento operoso, invece, il codice tributo da utilizzare per le sanzioni è 8904. Con le sanzioni da calcolare in base al numero di giorni che sono trascorsi dalla data di scadenza per il versamento dell’acconto IVA.

Sei un professionista del Superbonus 110%? Scarica l’ultima circolare AdE

L’Agenzia delle Entrate fa il punto sul Superbonus 110% riordinando la materia con la circolare 23/E del 23 giugno 2022. Ecco il contenuto.

La stratificazione normativa rende necessaria una circolare ricognitiva AdE

Il Superbonus 110% è stato introdotto con il decreto legge 34 del 2020. Prevede la possibilità di eseguire lavori per l’efficientamento energetico che consentano il recupero di almeno due classi energetiche (lavori trainanti) e altri lavori definiti trainati come l’eliminazione delle barriere architettoniche e la sostituzione degli infissi, beneficiando di un ritorno economico che può arrivare al 110%.

Nel tempo le norme relative al Superbonus 110% si sono stratificate perché ci si è accorti che la disciplina era leggermente carente e dava luogo a numerose truffe ai danni dello Stato. Si è però arrivati a un punto tale di stratificazione che è divenuto decisamente difficile riuscire a gestire il flusso normativo anche da parte di professionisti implicati nelle varie procedure (geometri, architetti, ingegneri, intermediari finanziari, consulenti…). Proprio per questo motivo l’Agenzia delle Entrate ha pensato di emanare una circolare AdE  ricognitiva della misura, si tratta della 23/E del 23 giugno 2022.

La circolare, in 134 pagine, tratta gli argomenti principali legati al superbonus, può essere considerata riepilogativa e deve essere il punto di riferimento per tutti coloro che vogliono approcciare a questo mondo, tra cui le imprese e i professionisti.

Chi può usufruire del Superbonus 110%?

La prima parte della circolare mira a determinare chi può fruire del superbonus e su quali edifici è possibile ottenere le agevolazioni. In particolare possono ottenere il Superbonus 110%:

  • proprietari per immobili non utilizzati per attività di impresa, esercizio di arti e professioni;
  • istituti autonomi case popolari (IACP);
  • cooperative di abitazioni a proprietà indivisa;
  • Onlus e associazioni no profit;
  • associazioni e società sportive dilettantistiche;
  • comunità energetiche rinnovabili;
  • amministrazioni dello stato ed enti pubblici territoriali.

Gli immobili che non possono ottenere il Superbonus 110% sono quelli appartenenti alle categorie:

  • A/1 ( abitazione di tipo signorile);
  • A/8 ( abitazione tipo villa);
  • A/9 ( palazzi e castelli di particolare pregio).

Sono escluse inoltre le pertinenze per queste categorie di immobili.

Limiti temporali: ricognizione nella circolare AdE

Uno dei maggiori pregi della circolare 23/E è quello di sintetizzare nuovamente i limiti temporali che caratterizzano il Superbonus 110%. Le scadenze sono:

30 giugno 2022: termine previsto per le associazioni e le società sportive dilettantistiche regolarmente iscritte nel registro e per i soli lavori destinati a immobili o parti di immobili utilizzati come spogliatoi;

30 settembre 2022: interventi su unità immobiliari appartenenti a persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni. L’agevolazione è estensibile alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 condizione che alla data del 30 settembre siano stati completati il 30% dei lavori. Nel computo del 30% possono essere compresi anche lavori non agevolabili.

30 giugno 2023: è il termine previsto per gli IACP ( Istituti Autonomi Case Popolari) e soggetti assimilabili per gli interventi di risparmio energetico e cooperative di abitazione a proprietà indivisa, ma solo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, a condizione che alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo;

31 dicembre 2025: in questo caso è necessario distinguere tra vari soggetti e tipologie di lavoro, infatti questa scadenza si applica a:

  • a) Onlus, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale;
  • b) persone fisiche, ma per interventi su edifici composti da almeno 2 e fino a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, possedute da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche. In questo caso cambia però la misura infatti il bonus al 110% viene riconosciuto solo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023; scende poi al 70% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024; si riduce al 65% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025.
  • c) condomini con le stesse riduzioni viste in precedenza.

Soggetto che beneficia dei lavori trainanti può essere diverso da quello che beneficia dei lavori trainati

Tra le novità da sottolineare, in realtà si tratta di un chiarimento arrivato dall’Agenzia delle Entrate attraverso l’appuntamento con il telefisco, vi è la possibilità che non coincidano i soggetti beneficiari delle agevolazioni per i lavori trainanti e i lavori trainati. Può sembrare un’ipotesi strana, ma in realtà non è così, ad esempio in caso di immobile diviso in più unità immobiliari può capitare che un soggetto decida di accollarsi i lavori trainanti (rifacimento del tetto e/o cappotto termico) e che a sfruttare le agevolazioni per i lavori trainati siano altri soggetti comunque rientranti tra i beneficiari.

Ad esempio, due fratelli titolari in comproprietà di un immobile, possono ottenere in modo disgiunto le agevolazioni, uno può decidere di accollarsi i lavori trainanti, mentre il secondo fratello può beneficiare delle agevolazioni per i lavori trainati, come il cambio degli infissi. Sono però previste delle condizioni, cioè le spese per i lavori trainati devono essere sostenute tra l’inizio e la fine dei lavori trainanti. Il principio a base di questa “agevolazione” è che l’obiettivo finale è raggiungere l’efficientamento energetico dell’immobile nel complesso, non rileva quindi che tra colui che sostiene i lavori trainati e i lavori trainanti ci sia differenza.

Circolare AdE: chiarimenti sulle asseverazioni per efficientamento energetico e adeguamento antisismico

Nella guida viene inoltre ribadita l’importanza delle asseverazioni necessarie sia per i lavori trainanti, sia per i lavori che rientrano tra l’adeguamento antisismico. Di conseguenza al fine di potersi avvalere della detrazione oppure esercitare l’opzione per la cessione del credito o lo sconto in fattura i tecnici abilitati devono asseverare la congruità delle spese sostenute in relazione alle spese agevolate, inoltre devono asseverare il recupero delle due classi energetiche. In caso di interventi antisismici, i professionisti incaricati della progettazione strutturale, della direzione dei lavori e del collaudo, secondo le rispettive competenze e tutti regolarmente iscritti agli ordini e collegi di appartenenza, devono asseverare la riduzione del rischio sismico in seguito agli interventi effettuati e la congruità delle spese sostenute. Ricordiamo che le spese sostenute per tali consulenze possono comunque essere fatte rientrare nelle spese agevolabili.

Il General Contractor

L’ultima parte della circolare è dedicata al General Contractor, cioè il contraente generale che nellla maggior parte dei casi si identifica con imprese e professionisti che su incarico del committente gestiscono i rapporti con i caf, con le imprese con i consulenti che rilasciano le asseverazioni e chiunque in genere collabora per lo svolgimento delle varie pratiche del Superbonus 110%.

Per conoscere tutti i dettagli e tutte le norme puoi trocvare la circolare 23/E dell’Agenzia delle Entrate del 23 giugno QUI

 

Novità sul bonus 200 euro, ecco chi potrebbe riceverlo ad ottobre

Le novità sul bonus 200 euro sono ormai all’ordine del giorno. Ecco chi potrebbe riceverlo nel mese di ottobre, e non a luglio.

Novità sul bonus 200 euro, alcune diversità

Non c’è giorno che passi in cui non ci siano delle novità sul bonus 200 euro. Il bonus è previsto dall’articolo 31 comma 1 del decreto legge 50 del 2022. Tuttavia la misura è molto attesa dagli italiani perché ha un importo di 200 euro netti ed è una tantum. La cifra nasce con la volontà di aiutare le famiglie italiane a far fronte a questo grave periodo di crisi e di inflazione.

Anche se in prima battuta doveva essere direttamente concessa, adesso pare ci siano delle difficoltà e delle diversità tra i vari beneficiari. Infatti se per i percettori di reddito di cittadinanza ed i pensionati il pagamento è automatico per il mese di luglio, altri hanno bisogno di presentare una domanda. E’ il caso dei lavoratori dipendenti che devono presentare una autocertificazione sul proprio reddito. L’Inps ha reso noto una modulo da utilizzare e che il lavoratore deve consegnare al proprio datore di lavoro.

Novità sul bonus 200 euro, c’è chi lo prenderà ad ottobre

Tramite la circolare dell’Inps, n.73 del 2 giugno 2022 arriva una novità sul bonus. Infatti i titolari di Naspi, Dis-Coll, beneficiari di disoccupazione agricola ed ex indennità Covid riceveranno il contributo nel mese di ottobre. Lo stesso dicasi anche per i lavoratori delle categoria chiamate a presentare domanda come i collaboratori e gli stagionali.

In particolare queste categorie devono presentare la domanda all’Inps entro il 31 ottobre 2022. Tra questi i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, gli stagionali, i lavoratori a tempo determinato e intermittente con 50 giornate di lavoro effettivo nel 2021. Ed ancora rientrano i lavoratori a tempo determinato del settre agricolo, gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo con 50 contributi giornalieri nel 2021.
Per i lavoratori domestici assicurati presso la Gestione dell’Inps, le istanze potranno essere trasmesse entro il 30 settembre 2022. Per i nuclei beneficiari del Reddito di cittadinanza sarà stanziata la somma maggiorando la rata di luglio, qualora i membri del nucleo non abbiano già beneficiato dello stesso contributo in quanto appartenenti alle altre categorie destinatarie del bonus.

Dipendenti pubblici e lavoratori autonomi

I dipendenti pubblici non hanno bisogno di presentare nessuna autodichiarazione. Il ricevimento del contributo è previsto per luglio 2022. Questo perché i loro servizi di pagamento delle retribuzioni sono gestiti dal sistema informatico del Mef.

Si brancola nel buoi per i lavoratori autonomi per i quali dovrebbe essere previsto solo il vincolo del reddito, ovvero quello di 35 mila euro. Tuttavia non è ancora possibile, per i lavoratori autonomi, presentare la richiesta di contributo, perché non vi è nessuna domanda da compilare. Anche se sembra proprio che i titolari di partita iva lo percepiranno da settembre in poi. Ma ancora si attende qualche comunicazione definitiva.