Caro Energia: l’Europa si ferma. Fertilizzanti, ammoniaca e tanti altri prodotti a rischio

L’allarme era stato lanciato già in piena estate, molte imprese, in particolare quelle che hanno un fabbisogno energetico più alto, rischiano la chiusura o almeno il fermo con perdite ingenti di posti di lavoro. Il caro energia sta mettendo in ginocchio interi settori, tra cui i produttori di fertilizzanti per l’agricoltura, lavorazioni di alluminio, vetro, ceramica e cartiere.

Produzione di fertilizzanti e acciaio a rischio: le imprese hanno bisogno di forniture

La spesa energetica di molte imprese è elevata e lo avevamo visto nelle inchieste estive con gli imprenditori che mostravano le bollette energetiche e dichiaravano con questi costi di non poter far fronte alle spese della produzione. Ora quello che era solo un allarme per il caro energia si sta concretizzando e le prime imprese in Europa stanno chiudendo o fermando la produzione. Ad esempio Yara, noto produttore di fertilizzanti in Germania e che è molto conosciuto anche in Italia, ha annunciato un nuovo taglio di produzione, nel frattempo la produzione di fertilizzanti per i terreni è già ridotta in Europa del 33%. Questo perché anche altre aziende dello stesso settore stanno agendo nello stesso modo, come Achema in Lituania, Nitrogenmuvek in Ungheria, Grupa Azoty, Polonia.

Non va meglio per il settore delle lavorazioni in alluminio, anche in questo caso ci sono forti limitazioni alla produzione a causa dell’aumento del costo dell’energia. ArcelorMittal, che in Italia gestisce l’ex Ilva ha annunciato tagli alla produzione nei vari stabilimenti.

Le imprese italiane attendono gli aiuti del Governo per il contrasto al caro energia

In Italia a pagare il prezzo più alto è proprio il settore della metallurgia, infatti a Potenza l’impianto di Pittini ha fatto slittare la riapertura dopo la pausa estiva. Tra le imprese in difficoltà vi sono anche le cartiere e le aziende che producono vetro.

La speranza è che ci possa essere una svolta e si possa ritornare a produrre, ma intanto sono a rischio posti di lavoro e vi è inoltre la necessità di aumentare i prezzi dei pochi prodotti disponibili. Questo vuol dire che per le aziende agricole sarà più caro comprare fertilizzanti, per le imprese dell’edilizia l’alluminio avrà un costo maggiore che sarà naturalmente caricato sul consumatore finale. Nel frattempo tutti aspettano il prossimo decreto Aiuti ter, che però slitta alla prossima settimana, con misure in favore delle imprese che possano portare un taglio deciso alla bolletta energetica. Gli aiuti dovrebbero essere di circa 13 miliardi e dovrebbero andare in misura prevalente alle imprese.

Leggi anche: Stufe a pellet a rischio: mancano componenti per la produzione

Inps assume, quando e come presentare domanda

L’Inps servizi S.p.A. assume 69 unità con contratto a tempo full time e indeterminato. Ecco come presentare e quando la propria candidatura.

Inps assume, l’avviso di selezione

L’Inps servizi S.p.a. sta avviando la procedura per la selezione di 69 lavoratori a tempo indeterminato. L’Inps servizi S.p.A. è una partecipata dell’Istituto Nazionale della Previdenze Sociale per la gestione dei Contact Center a favore dell’Inps per la gestione degli utenti.

Il contratto proposto è quello del personale dipendente di imprese esercenti servizi di telecomunicazioni CCNL – TCL). Una nuova ed importante opportunità di lavoro. Tuttavia tra i requisiti richiesti vi è il titolo di studio previsto per ciascuna figura professionale, come indicato nelle singole posizioni di lavoro aperte.

Inps assume, quando presentare la domanda

Le domande devono essere presentate solo telematicamente. Inoltre l’invio deve essere effettuato entro le ore 20 del 18 gennaio 2022. La candidature deve essere fatta direttamente sul sito dell’Inps al seguente link. Per accedere occorre sempre farlo attraverso l’identificazione elettronica o attraverso il proprio account se già registrati.

Ad esempio è possibile accedere attraverso lo Spid che è il sistema di accesso che consente di utilizzare, con un’identità digitale unica, i servizi online della Pubblica Amministrazione e dei privati accreditati. Mentre se sei già in possesso di un’identità digitale, accedi con le credenziali del gestore.

Tutte le figure richieste dall’Inps servizi S.p.A.

Sono tante le figure richieste dall’Inps servizi S.p.A., tra queste ci sono:

  • assistente degli Organi- specialista;
  • assistente di Direzione – Specialista ed addetto;
  • per la gestione dei rischi: responsabile, specialista e addetto;
  • Addetto e specialista del Ciclo Attivo;
  • Coordinatore affari generali;
  • Addetto e specialista del Ciclo Passivo;
  • Specialista affari legali;
  • Addetto ufficio Acquisti;
  • Responsabile, coordinatore ed addetto gare, appalti e affari generali;
  • Specialista tesoreria e Finanza;
  • Responsabile dell’organizzazione, sviluppo e selezione;
  •  Specialista Business Controller;
  • Specialista Financial Controller;
  • Addetto Business & Financial Analyst;
  • gestione delle relazioni sindacali

Per tutte le altre figure che riguardano anche l’organizzazione del lavoro, la selezione del personale, il planning e War Room, responsabile del sito sono tutte da valutare nel sito dell’istituto.

Come avviene la selezione?

Il criterio di selezione prevede che per i primi 10 candidati per ciascun profilo da Quadro e i primi 6 candidati per ciascun profilo da Impiegato che avranno totalizzato il maggior punteggio in relazione ai titoli posseduti saranno ammessi al colloquio, in presenza o da remoto, teso a verificare le competenze tecniche, le capacità e l’adeguatezza al ruolo. In base a questi criteri sarà redatta la graduatoria dei soggetti selezionati. Infine si ricorda che le graduatorie rimangono efficaci per un termine di 24 mesi dalla data di approvazione.

 

Pace fiscale 2022, cosa propongono la destra e la sinistra?

La pace fiscale 2022 è già un argomento caldo della campagna elettorale, ma cosa propongono i due schieramenti in merito?

Pace fiscale 2022, le proposte della destra

Il 25 settembre 2022 gli italiani sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo governo. La campagna elettorale è già aperta da mesi, ed il tema del contenzioso tra cittadini ed Erario e tra gli argomenti più caldi. Uno dei punti proposti dalla destra è quello di una nuova pace fiscale 2022saldo e stralcio che prevede dalle strade più idonee. Del resto le precedenti edizioni non hanno dati i risultati sperati. Tutto il centro destra spinge anche per la flat tax.

Quindi potrebbe essere proposto, se la destra dovesse ottenere i consensi degli italiani, una rottamazione delle cartelle esattoriali. Utilizzando le parole dello stesso programma: “un accordo tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso”. Secondo la Lega l’intervento dovrebbe essere allargato anche alle imprese. Sulla pace fiscale c’è l’accordo anche di Fratelli d’Italia. Il programma recita: Per le cartelle in essere: ‘saldo e stralcio’ fino a 3mila euro per le persone in difficoltà e, per importi superiori, pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, e rateizzazione automatica in 10 anni. Mentre Forza Italia prevede anche un condono di alcune cartelle esattoriali.

Pace fiscale 2022, cosa propone la sinistra?

Una nuova pace fiscale 2022 anche il Movimento cinque stelle che però respinge qualsiasi proposta di eventuale condono. Per il movimento è previsto una rottamazione delle cartelle esattoriali con maxi- rateazione. Mentre le proposte del Pd sono molto legate al Decreto aiuti che prevedono di contrastare gli effetti dell’inflazione con un taglio sulle tasse sul lavoro, agendo sui contributi previdenziali.

Ad oggi comunque il Governo uscente di Draghi, ha congelato l’ipotesi di una rottamazione quater. Mentre tutti i programmi dei partiti prevedono l’abolizione dell’IRAP, l’impegno a ridurre il cuneo fiscale e una fiscalità agevolata a favore dei giovani. Mentre la sinistra è nettamente contro l’idea della flat tax.

Altre proposte e programmi

Il programma del duo Calenda e Renzi (Azione ed Italia Viva) propone una flat tax  con scivolo biennale dopo il superamento dei 65 mila euro. Non è chiara la posizione verso la pace fiscale e la rottamazione, ma sembrano esserne favorevoli.

Da un breve confronto invece in merito alla pace fiscale la posizione di destra e sinistra è più netta. Infatti sia il centro destra sia il movimento 5 stelle prevedono degli interventi sulla pace fiscale, se con misure differenti: il Centrodestra pensa a nuove rottamazioni e il M5S a una maxi rateazione.

 

 

 

Elezioni: come sarà il nuovo Parlamento dopo l’entrata in vigore della riforma?

Dal 26 settembre avremo un nuovo Parlamento e per una volta non è solo un modo di dire, infatti entrano in vigore le nuove regole e nulla sarà più come prima.

I numeri del nuovo Parlamento

La riforma del 2020, fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, ha provveduto a una riduzione importante del numero di parlamentari. Il numero dei deputati passa da 630 a 400. Il numero dei senatori passa da 315 a 200, resta intatta quindi la proporzione tra il numero dei deputati e quello dei senatori che resta 2 a 1. Dobbiamo però aggiungere i senatori a vita di diritto (ex presidenti della Repubblica) e per meriti. Di sicuro questa soluzione porta a una riduzione dei costi per gli italiani anche se sarà quasi impercettibile dal punto di vista pratico.

Il risparmio calcolato dovrebbe essere di 52,9 milioni di euro l’anno per la Camera dei deputati e 28,7 milioni di euro per il Senato per un totale di 81,6 milioni di euro l’anno. Secondo il calcolo del Corriere della Sera questi soldi ammontano al 5,5% delle spese totali per la Camera e 5,4% per il Senato, come dire le spese sono altre.

Queste cifre sono però al lordo, perché ci sarà anche un minore gettito fiscale derivante da questa riduzione di redditi prodotti. Detraendo le imposte il risparmio effettivo dovrebbe essere di 37 milioni di euro l’anno per la Camera e 20 milioni di euro per il Senato. Meno di un euro a cittadino, ma seguardiamo a cose che si potrebbero fare con questi soldi, diventa più percettibile, ad esempio investirli in istruzione o sanità.

Cambiano le Commissioni, per il Senato potrebbe essere problematico

Non solo risparmio economico, con il nuovo Parlamento cambiano anche le Commissioni, infatti in Senato, visto il numero esiguo di parlamentari, le Commissioni di riducono da 14 a 10 e sono accorpate le funzioni (Esteri e Difesa, Ambiente e Lavori Pubblici, Industria e Agricoltura, Lavoro e Sanità). Non solo, infatti alcuni partiti potranno avere nelle commissioni sono 1 o 2 senatori ciò impedisce la loro specializzazione e sarà necessario un maggiore ricorso a tecnici esterni (questo si tradurrebbe in ulteriori costi). Ricordiamo che la maggior parte dei lavori parlamentari sono eseguiti proprio in Commissione.

Un’altra novità di questa tornata elettorale sarà il voto esteso ai diciottenni per il Senato, in passato votavano solo coloro che avevano compiuto già i 25 anni. La novità porterà al voto 4 milioni di italiani che sarebbero stati esclusi con le vecchie regole. L’obiettivo è rafforzare l’interesse dei giovani per la politica e avere un nuovo Parlamento con una base elettorale più ampia e quindi maggiormente rappresentativo.

Leggi anche: Permessi per gli impiegati nei seggi elettorali: come ottenerli

 

Accertamento di esistenza in vita, partono i controlli INPS

Con il Messaggio 3286 del 6 settembre 2022 l’INPS ha reso noto che dal giorno 14 settembre parte l’accertamento di esistenza in vita dell’INPS. Questa fase saà conclusa entro il 12 gennaio 2023. In caso di esito negativo l’assegno di marzo non sarà pagato. Ecco chi deve effettuare la comunicazione.

Accertamento esistenza in vita INPS: i Paesi interessati

L’Inps ogni anno avvia la campagna di accertamento di esistenza in vita per i pensionati italiani che vivono all’estero. Si tratta della seconda fase dei controlli per il biennio 2022-2023. La prima fase era stata annunciata con il Messaggio 4659 del dicembre 2021 e aveva riguardato i pensionati residenti nel Continente americano, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi.

La seconda fase invece prenderà il via il 14 settembre 2022 e riguarderà i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania, a esclusione dei Paesi Scandinavi e dei Paesi dell’est Europa già interessati dalla prima fase.

Le fasi dell’accertamento di esistenza in vita

L’accertamento di esistenza in vita sarà gestito da Citibank NA che curerà la spedizione delle richieste di attestazione di stato in vita nei confronti dei pensionati italiani residenti all’estero. Il modulo dovrà essere consegnato compilato alla Citibank NA seguendo le modalità indicate nella comunicazione stessa. Tale adempimento deve essere eseguito entro il 12 gennaio 2023, in caso contrario l’INPS provvederà ad erogare la prestazione del mese di febbraio 2023 in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza, se possibile. In caso di mancata riscossione personale dell’assegno pensionistico tramite le agenzie, o mancata presentazione dell’attestazione di esistenza in vita, entro il 19 febbraio 2023 dal mese di marzo 2023 sarà sospesa l’erogazione del trattamento pensionistico.

Inoltre l’INPS rende noto che, al fine di evitare l’indebita percezione di assegni pensionistici da parte di persone non più in vita, indipendentemente dall’accertamento di esistenza in vita “alcuni gruppi di pensionati potranno essere interessati dalla verifica generalizzata dell’esistenza in vita indipendentemente dalla propria area geografica di residenza o domicilio, quali, ad esempio, i beneficiari di pensioni di nuova liquidazione non compresi nella prima fase dell’accertamento”. In questo modo si riducono i rischi derivanti dalla necessità del recupero di somme indebitamente percepite.

Soggetti non sottoposti a controllo

L’accertamento di stato in vita non viene effettuato nei confronti di pensionati residenti in Paesi con i quali vigono accordi di scambi di informazioni, ad esempio Germania e Svizzera, pensionati residenti in Belgio che beneficiano di trattamenti pensionistici comuni con il Service fédéral des Pensions (SFP) e i pensionati che riscuotono personalmente agli sportelli delle Agenzie Western Union.

In fondo all’articolo è possibile scaricare i moduli fac simile, gli stessi sono redatti in doppia lingua, cioè l’italiano e la lingua del Paese di destinazione in modo da facilitare la comunicazione.

Messaggio_numero_3286_del_06-09-2022

Allegato 1

Allegato 2

Allegato 3

 

Risparmiare carburante? Con Google Maps si può. Guida

La tecnologia arriva in nostro soccorso ed ecco che Google Maps ci mette di suo con la possibilità di scegliere il percorso che contribuisce a un minor consumo di carburante. La guida per utilizzare al meglio Google Maps e risparmiare carburante.

Come risparmiare carburante con Google Maps?

Google Maps è un amico fidato che molti utilizzano quasi quotidianamente, a volte per scoprire nuovi percorsi, altre per andare in posti nuovi mai visitati, oppure per scegliere il percorso meno trafficato e sul quale non si incontrano lavori in corso. Ora potrà invece essere utilizzato per risparmiare carburante. Questa funzione era già attiva da mesi in altre parti del mondo, ad esempio Canada, e ora è attivo anche in molti Paesi d’Europa, tra cui la Germania e a breve dovrebbe arrivare l’aggiornamento per l’Italia.

Prevede un riscontro costante tra le informazioni sui percorsi detenute da Google e i dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente. Inoltre quando si sceglie di utilizzare questa funzionalità, l’utente deve indicare quale tipologia di veicolo ha, ad esempio diesel, ibrido o con alimentazione a benzina, metano o gpl. Fatta questa premessa, diventa facile per Google Maps scegliere il percorso attraverso il quale è possibile raggiungere la destinazione consumando meno carburante e inquinando meno.

Come utilizzare la funzione per risparmiare carburante?

Per usare questa funzione dopo aver normalmente impostato il proprio percorso con Google Maps, in alto a destra occorre cliccare sui tre puntini verticali, esce un menù a tendina verticale dal quale selezione “opzioni percorso”. A questa voce oltre alle tradizionali “evita autostrade”, “evita pedaggi”, “evita traghetti”, ci sarà a breve anche in Italia la voce “Scegli percorsi a minor consumo di carburante”. Il calcolo si fa attraverso tutta una serie di dati, ad esempio le auto diesel hanno prestazioni migliori ad elevate velocità, quindi Google Maps tende a scegliere, dove possibile, percorsi più lineari e con minore traffico.

Google rende noto che l’opzione nasce per ridurre le emissioni inquinanti, ma in effetti può tranquillamente utilizzarsi per risparmiare un po’ di carburante. Secondo i dati forniti da Google può aiutare ad avere un risparmio fino al 30% del carburante, naturalmente su lunghi percorsi tali stime sono più efficaci, mentre sui brevi, soprattutto se cittadini possono esservi variazioni. Ricordiamo che fino al 5 ottobre è in vigore il taglio delle accise sui carburanti. Non resta che aspettare, dovrebbe mancare davvero poco affinché questa funzionalità sia attiva anche in Italia.

Soldi contanti: quanti se ne possono tenere in casa?

Molti, si sa in tempi di magra non sono contrari a mantenere un gruzzoletto di denaro in casa, magari col vecchio sistema dei nonni, di tenere i soldi nella mattonella o sotto al letto. O, più spesso in una piccola cassaforte. Ma, quanti soldi contanti si possono tenere in casa, eludendo le banche o la posta?

Contanti in casa: c’è un limite?

Abbastanza insolitamente, verrebbe da pensare, si tengono grosse somme di denaro in casa, in banconote. Molto spesso i soldi di grosse somme vengono tenuti sul libretto postale o in banca, sul conto corrente o nelle apposite carte di credito. Ma c’è un limite nel tenere soldi in casa?

Partiamo col dare una risposta alla domanda di base della nostra guida chiarificatrice, ovvero non vi è nessun limite.

Come detto, quindi non esiste un limite ai contanti in casa: se riesci a dimostrare la provenienza dei soldi, nella remota ipotesi di un controllo fiscale. Per fare un semplice esempio, una persona che guadagna 1 milione di euro l’anno e li dichiara all’Agenzia delle Entrate potrebbe conservare a casa tutto il denaro guadagnato senza limiti. Va detto però che, nel caso in cui dovesse poi procedere a spendere tali soldi, dovrà tenere conto dei limiti previsti dalla legge inerenti ai pagamenti in contanti.

Per dirla in breve, volendo pagare mille euro ad un ingegnere per dei lavori di ristrutturazione a casa non potrà consegnargli il cash ma, al più, si dovrà depositare il denaro in banca e farsi rilasciare un assegno circolare che è una forma di pagamento tracciabile, così come la legge vuole tutte le volte in cui si supera il tetto per l’utilizzo dei contanti. 

Condizioni e limiti dei soldi contanti in casa, cosa c’è da sapere

Ma, cos’altro c’è da sapere in merito alla questione del tenere i propri soldi contanti in casa?

Andando, dunque a riepilogare quanto detto poco sopra, possiamo così concludere, dicendo che non esiste un limite di soldi che si possono tenere in casa, salvo tener conto quanto segue:

  • dimostrare la provenienza del denaro nella remota ipotesi in cui la Guardia di Finanza dovesse fare un accesso presso la dimora e scoprire i contanti in possesso. La prova non può essere una semplice testimonianza, ma dovrà essere certificata da un documento su cui sia stata apposta una data “certificata” dal pubblico ufficiale (cosiddetta data certa); il che può avvenire o con la registrazione della scrittura o attraverso un atto notarile o con una spedizione del documento per via raccomandata a.r.;
  • nel caso in cui si voglia spendere il denaro, si dovrà tenere comunque conto dei limiti all’impiego di contanti, evitando di concentrare la somma in un unico pagamento, ma frammentandola in operazioni con soggetti differenti. 

Conviene tenere i soldi in casa?

Questa è una domanda a cui non esiste una risposta definitiva e certa, anche perché tenere soldi in contanti in casa significherebbe avere un grosso bottino per eventuali ladri, senza alcuna assicurazione in merito.

La possibilità di fare transazioni di denaro, limitate rispetto a quelle che si possono effettuare attraverso i conti bancari, così come la possibilità di far fruttare eventuali interessi sul proprio deposito in denaro. Ma, tuttavia, tenere grosse somme di denaro in caso, senza dover passare da istituti di credito può essere un vantaggio per evitare possibili pignoramenti e per avere sempre a portata di mano il cash.

Anche evitare il rischio di prelievi forzosi, in seguito a crisi economiche, può essere da considerare, tenendo il proprio denaro custodito in casa.

Insomma, sia ben chiaro che la vecchia abitudine di tenere i soldi sotto al materasso, almeno in Italia, non è mai del tutto passata di moda. E, probabilmente, mai passerà. Sebbene in pochi hanno la possibilità di mettere somme molto cospicue.

 

Raffaella Carrà, la sua immagine presto sulle nuove 5 euro

L’immagine di Raffaella Carrà, l’icona italiana delle donne di successo e capacità, potrebbe essere presto sulle nuove 5 euro.

Raffaella Carrà, al vaglio del Mef la proposta

La sinuosa bellezza del caschetto biondo più celebre d’Italia potrebbe essere presto sulle nuove banconote da 5 euro. E così il bel visto della showgirl italiana, Raffaella Carrà, renderà più simpatiche le banco note da 5 euro. Tuttavia l’idea di dedicare una moneta alla Carrà è stata voluta da un sondaggio tra i clienti del Poligrafico- Zecca di Stato.

Ma purtroppo ancora non è stata ufficializzata dalla commissione tecnico-artistica insediata presso il Ministero dell’Economia. Anche se è già identificato in 5 euro il valore del conio e non due euro come inizialmente si era detto. Ma sono molti coloro che hanno espresso la volontà di fare questa scelta. Un omaggio alla cantante, artista e presentatrice che ha saputo far breccia nel cuore degli italiani e non solo. Una donna di spessore che merita di essere così ricordata.

Raffaella Carrà, nelle monete come Alberto Soldi

Anche l’attore Alberto Sordi, l’Albertone Nazionale, ha avuto lo stesso riconoscimento. Anche in questo caso la scelta era avvenuta a seguito di un similare sondaggio. Quindi la strada potrebbe essere quella giusta. In ogni caso la moneta sarà parte della Serie grandi Artisti Italiani, ha un valore nominale ma sicuramente andrà a ruba tra i collezionisti o i fans dell’artista italiana e del suo celebre ombelico.

Del resto Raffaella Carrà è stata simbolo di un’Italia che vuole essere rivoluzionaria, soprattutto da parte delle donne che con lei hanno preso maggior coraggio, anche nel vestirsi. Una donna di spiccata eleganza, intelligente capace di entrare attraverso la tv, nella case di tutti gli italiani, grazie ai suoi programmi.

Quando potrebbe avvenire la pubblicazione?

Se dovesse arrivare l’approvazione da parte della Commissione artistica, verranno presentati i primi bozzetti per sceglie la migliore immagine. In seguito il Ministero dell’Economia pubblicherà i decreti tecnici per il conio e l’emissione. Tuttavia, rispettando i tempi previsti, la presentazione della moneta ufficiale è prevista per il mese di gennaio 2023.

Come sempre questo tipo di celebrazioni prevedono una cerimonia dedicata della Zecca dello Stato e del Mef. Mentre tutte le collezioni numismatiche sono acquistabili e visibili sul sito dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello stato. Nessuna donna cantante prima di lei ha mai avuto questo omaggio. Ma del resto la Carrà riesce ad essere rivoluzionaria e fare “rumore” sempre.

 

 

 

Risparmio sui consumi, ecco il nuovo piano del governo

Il risparmio sui consumi è l’argomento che in questo momento tiene banco in Italia. Il Governo ha presentato il suo piano.

Risparmio sui consumi, tutto ciò che occorre sapere

Mentre in Europa si discute sull’introduzione del tetto massimo al prezzo del gas, si pensa a come affrontare il prossimo inverno. Intanto è stato presentato il Piano Nazionale per il contenimento dei consumi del gas naturale da parte del Ministero della transizione ecologica.

Un documento di 15 pagine che raccoglie al suo interno tutte le misure per affrontare questa crisi energetica. I due concetti principali sono: assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022-2023 e diversificare rapidamente la provenienza del gas importato. Tuttavia rimane nei piani del Governo lo sviluppo delle fonti rinnovabili come un fattore strategico. Questo consente di ridurre in modo strutturale la domanda di gas oltre che le emissioni di CO2.

Risparmio sui consumi, le misure da adottare

Tre le misure da adottare ci sarà quella della riduzione di 15 giorni di riscaldamento. L’accensione dei termosifoni sarà posticipata di 8 giorni nel mese di novembre. Mentre lo spegnimento sarà a merzo, anticipando la data ordinaria di 7 giorni. Per quanto riguarda i termosifoni, questi dovranno essere spostati da 20 a 19 gradi ed accesi un’ora in meno al giorno.

Sembra che non siano previste multe per chi non rispetta le nuove regole. Tuttavia non si esclude la possibilità di fare dei controlli a campione. Il piano fa molta fede ad un’elevata campagna di sensibilizzazione. Così facendo le lavatrici e le lavastoviglie, si consiglia di farle partire solo a pieno carico, ridurre anche le lunghe docce calde e cercare di fare un uso corretto di gas e luce. Ed in casa magari un maglioncino in più o una coperta possono essere utili. Infine ridurre la temperatura della cottura cibi dopo l’ebollizione e usare poco il forno.

Ma bastano davvero queste misure?

C’è un pò di scetticismo in merito al nuovo piano promosso da Cingolani. Quest’ultimo prevede di tagliare circa 3.18 miliardi di metri cubi di domanda. Inoltre Cingolani prevede di tagliare di cinque miliardi di metri cubi il fabbisogno complessivo del Paese da qui al 2025 colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica. Nel frattempo dovrebbe tornare ai massimi la produzione nazionale di carbone.

Ma la vera svolta è da ricercarsi nelle fonti rinnovabili con incentivi per l’istallazione di impianti fotovoltaici ed eolici. Ad esempio esistono già delle soluzioni come l’impianto fotovoltaico in balcone, stessa cosa valga per l’eolico. Ma certamente occorre investire in sistemi di accumulo che possano permette capacità di generazione costante di energia. Restiamo in attesa del prossimo Decreto.

 

 

 

IVA al 5% su gas: l’agevolazione si applica sull’intera fornitura di gas

Con la Risoluzione 47 del 6 settembre 2022 l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a fornire chiarimenti circa l’applicazione dell’Iva al 5% sul consumo di gas metano.

Agenzia delle Entrate chiarisce: Iva al 5% sul gas si applica per tutti gli scaglioni di consumo

L’articolo 2 del decreto legge 27 settembre 2021, n. 130, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 novembre 2021, n. 171, recante “Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale” ha introdotto la riduzione temporanea e urgente dell’aliquota Iva al 5% per l’acquisto di gas metano. L’agevolazione è stata poi prorogata diverse volte e attualmente è in vigore fino al 31 dicembre 2022 al fine di agevolare famiglie e imprese attraverso un intervento che va a incidere sui costi energetici.

La disciplina generale prevede l’applicazione dell’Iva al 10% limitatamente agli usi civili fino a 480 metri cubi annui, mentre per i consumi eccedenti si applica l’Iva al 22%. Per quanto riguarda invece il gas metano per usi industriali, è prevista l’aliquota al 10% per le imprese estrattive, agricole e manifatturiere, comprese le imprese poligrafiche, editoriali e simili, mentre le altre sono assoggettate ad Iva al 22%.

Tali differenze hanno indotto molte persone e imprese del settore ad avere dubbi sull’aliquota da applicare, e in particolare si sono chiesti se la riduzione al 5% valesse solo per la porzione di consumo generalmente assoggettato al 10% oppure per il consumo complessivo.

L’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 47 del 6 settembre ha specificato che: per quanto riguarda gli usi civili con la disposizione in esame si intende ridurre al 5% l’aliquota IVA applicabile alle somministrazioni di gas metano, (…), indipendentemente dallo scaglione di consumo”.

Sottolinea l’Agenzia che dalla lettura congiunta delle varie norme emerge l’obiettivo del legislatore di ridurre il più possibile il costo finale del gas per gli utenti e proprio per questo motivo, chiarisce l’Agenzia deve ritenersi che l’aliquota agevolata del 5% debba applicarsi anche agli oneri generali di sistema.

Risoluzione-n.47-2022