Aumenti delle multe in arrivo: nuova stangata per gli automobilisti

Dopo i rincari energetici che mettono in seria apprensione gli italiani, da gennaio 2023 arriveranno anche gli aumenti delle multe per le violazioni al Codice della Strada. Si tratta di un aumento automatico, ma vediamo cosa succede e a quanto potrebbero ammontare i rincari.

Stangata per gli automobilisti per gli aumenti delle multe

Il Codice della Strada prevede l’adeguamento biennale degli importi delle multe comminate per violazioni al codice stesso. Il termine in cui dovrebbe automaticamente scattare l’aumento è il 1° gennaio 2023, sono molti però coloro che si stanno chiedendo se sia il caso di dar seguito a tale aumento nonostante la particolare crisi economica che si sta ripercuotendo sui cittadini.

A quanto ammonta l’aumento delle multe?

In base alla disciplina del Codice della Strada, l’aumento viene effettuato avendo come riferimento il FOI, cioè l’indice nazionale dei prezzi al consumo per gli operai e gli impiegati. In base agli ultimi indici resi noti, cioè quelli del mese di luglio 2022, il FOI è del 9,8%, quasi il 10%. Non finisce qui però, infatti gli aumenti delle multe per le violazioni al Codice della Strada avranno come riferimento finale il mese di dicembre 2022 e le stime per l’inflazione purtroppo non sono rosee. Questo vuol dire che attualmente si può solo ipotizzare un aumento di circa il 10%, ma potrebbe essere anche leggermente superiore.

Dal punto di vista pratico sappiamo che attualmente la sanzione applicata alla violazione del divieto di sosta è di 42 euro, l’importo potrebbe aumentare a 46 euro. La multa per la violazione delle norme sulla ZTL potrebbero passare da 83 euro a 91 euro, mentre quella prevista per la guida con cellulare da 165 euro a 181 euro.

Italiani esasperati dagli aumenti

A denunciare questa nuova ondata di aumenti è stata per prima l’ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) che ha denunciato il rischio che in realtà gli automobilisti a fronte di questa nuova ondata di importati aumenti, esasperati potrebbero anche decidere di non pagare con tutte le conseguenze che derivano dal tentativi di riscossione coattiva.

Naturalmente appena i partiti hanno intuito cosa sta per accadere hanno cercato di sfruttare gli aumenti delle multe dal 2023 per la campagna elettorale, Per ora Berlusconi promette di bloccarle, vedremo nei prossimi giorni quali altri partiti inizieranno la campagna elettorale su questo cocente punto.

Leggi anche: Risparmiare carburante? con Google Maps si può. Guida

Gli appuntamenti della settimana dal 12 al 18 settembre 2022

Si apre una settimana importante per tutti gli italiani, ecco gli appuntamenti da non perdere che ci porteranno a metà settembre.

Ritorno a scuola per gli studenti italiani: senza mascherina e con il compagno di banco

Nella settimana dal 12 settembre al 18 settembre la maggior parte degli studenti di ogni ordine e grado ricomincerà la scuola. Dopo due anni di pandemia, si ritorna a scuola senza mascherina, i banchi potranno di nuovo accogliere due alunni: superiamo il distanziamento. C’è forte apprensione, nonostante i numeri siano in calo, sono in molti a temere una nuova ondata. Aumento previsto anche per traffico e stress.

Conversione Aiuti Bis e messa a punto del decreto Aiuti Ter

Mancano ormai due settimane al voto del 25 settembre, i partiti e i mass media non possono più rendere noti i sondaggi per non influenzare il voto. La campagna elettorale diventerà probabilmente più feroce.

Questa è la settimana decisiva anche per il decreto Aiuti Ter. Il valore dovrebbe essere di circa 12-13 miliardi di euro. Dovrebbe aiutare famiglie e imprese a far fronte al caro energia e quindi evitare nuovi stop alle produzioni che mettono a rischio numerosi posti di lavoro. Nella relazione presentata al Parlamento ci sono anche maggiori entrate per lo Stato pari a 6,2 miliardi di euro. Le maggiori entrate dovranno però essere approvate dal Parlamento di cui molto esponenti politici sono impegnati nella campagna elettorale. I maggiori esponenti hanno già dichiarato che lasceranno la campagna elettorale per andare in Parlamento per un forte senso di responsabilità nei confronti degli italiani.

Nel frattempo il Parlamento è anche impegnato con la conversione del decreto Aiuti Bis che ha raccolto numerosi emendamenti, tra cui quello che prevede il taglio dell’Iva sul pellet. La sensazione è che si voglia far slittare la conversione al dopo voto per non esporsi troppo. Non mancano però critiche a questo atteggiamento visto che molte delle risorse messe a disposizione con il decreto legge sono state già utilizzate per aiutare gli italiani. Il nodo cruciale sarà il Superbonus che il M5S vuole salvare a tutti i costi, ma il Premier Draghi ha reso noto che un eventuale nuovo finanziamento ricadrà sulle tasche di tutti gli italiani.

Tra i nodi da sciogliere ancora ci sono anche la tassazione degli extraprofitti, l’ampliamento del bonus sociale e una nuova rateizzazione delle bollette.

Addio definitivo alla Regina Elisabetta II, scadenze fiscali guerra in Ucraina

Questa settimana ci porterà anche al funerale della Regina Elisabetta II e sicuramente tutti i passi della Famiglia Reale saranno attenzionati dalla cronaca, non mancheranno pettegolezzi. Così come non mancheranno sulla royal family tutta italiana: Ilary – Totti. Autunno caldo anche per loro.

Molto caldo anche il fronte ucraino, da cui derivano molti aumenti, infatti sembra che i militari dell’Ucraina stiano nuovamente avanzando e recuperando territori.

Settimana calda anche per le scadenze fiscali del 16 settembre.

Sarà una settimana importante per le imprese che dovranno rispettare numerosi appuntamenti, infatti per alcune attività si apre la possibilità di presentare istanza per crediti di imposta, ad esempio per le edicole, per le imprese che fanno innovazione tecnologica  e autotrasporti. Inoltre è ancora possibile richiedere il Bonus Fiere.

Superbonus, caro bollette e aiuti alle famiglie, il nuovo decreto aiuti ter

Il superbonus, caro bollette e aiuti alle famiglie sono il fulcro delle prossime elezioni e del nuovo decreto aiuti ter, tutte le novità.

Superbonus rimane un grande dilemma

Il superbonus 110% è uno dei problemi con cui dovrà fare i conti il prossimo Governo. Tra i temi caldi della campagna elettorale ci sono anche il caro bollette e gli aiuti alle famiglie. Tuttavia il superbonus era, visto che ormai i fondi sembrano essere finiti, un’agevolazione fiscale a favore del miglioramento energetico.

Ma tra i suoi effetti però ci sono quelli legati all’aumento dei prezzi nel mercato dell’edilizia. Non solo si è creato un grande disallineamento di cassa tra le imprese e le criticità nell’acquisto del credito da parte di banche e società creditizie. Insomma sembra che in questo momento gli unici cantieri, con superbonus, sono quelli che sono già attivi con un inizio di lavori pari almeno al 30%. Ma ormai il superbonus è destinato ad arrivare al capolinea. Se invece la sinistra dovesse essere riconfermata al Governo, le cose potrebbero andare diversamente, ed essere rimodulato.

Superbonus e caro bollette, un argomento in sospeso

In merito al caro bollette la situazione è come appena. Infatti sembra che non ci siano ulteriori misure a frenare l’andamento dei costi energia. A confermarlo è anche la destra, pronta invece a firmare un vero e proprio decreto energia. Mentre i sindacati spingono verso misure che cerchino di tutela la produzione delle imprese, ma nessun decreto in vista.

Sembra invece essere confermato il bonus sociale per le bollette di coloro che hanno un ISEE fino a 12 mila euro fino a fine anno. Giovedì comunque è prevista la discussione in merito alle prossime proposte. Anche se in Europa, si sta decidendo sul prezzo massimo al gas, per una sensibile diminuzione del costo in bolletta.

Gli altri aiuti alle famiglie

Possibile la proroga dei crediti d’imposta per le imprese assicurati per ora fino al 30 settembre e il cui rinnovo, anche per l’ultimo trimestre, costerebbe ai prezzi attuali, secondo le stime dei tecnici, circa 6,8 miliardi. Mentre ancora non si sa che fine farà il sismabonus o le altre misure volute da governo uscente.

Inoltre, accanto a questa ipotesi si sta ragionando al ritorno alla rateizzazione delle fatture per le famiglie che prevede la possibilità di piani di pagamento in 10 rate. Ma tutto è rinviato a settimana prossima, quando al Parlamento dovrebbero essere firmati tutti i punti contenuti nel prossimo decreto aiuti. Poi si va dritti alle elezione del 25 settembre, dove il nuovo Governo dovrà subito cercare di mettere in campo delle misure per aiutare imprese e famiglie.

 

 

 

Credito di imposta per le librerie: domande dal 15 settembre

Dal giorno 15 settembre 2022 e fino al giorno 28 ottobre dello stesso anno sarà possibile accedere al credito di imposta per librerie. Ecco a chi spetta tale agevolazione, quale spese sono agevolabili e come presentare domanda.

A chi spetta la tax credit per librerie?

Il credito di imposta per librerie è rivolto a coloro che si occupano professionalmente di vendita al dettaglio di libri, nuovi o usati, in esercizi specializzati (codice ATECO principale 47.61 o 47.79.1) .

Il credito di imposta, o tax credit per le librerie, è una misura introdotta con la legge di bilancio 2018 e consente di ottenere il credito di imposta per le spese sostenute nell’arco dell’anno per un ammontare massimo di 10.000 euro. Tale limite viene raddoppiato in caso di piccole librerie. Per ogni voce di spesa è indicato un limite massimo agevolabile.

Quali spese sono riconosciute?

Le spese che possono beneficiare di questo aiuto sono:

  • Imu (3.000 euro l’anno);
  • Tasi ( 500 euro);
  • Tari (1.500 euro);
  • imposta sulla pubblicità (1.500 euro);
  • tassa per l’occupazione di suolo pubblico (1.000 euro);
  • spese per la locazione (8.000 euro al netto dell’Iva);
  • spese per mutuo (3.000 euro);
  • contributi previdenziali e assistenziali per dipendenti (8.000 euro).

Come presentare la domanda per il credito di imposta per librerie?

La domanda deve essere presentata tramite il portale https://taxcredit.librari.beniculturali.it/ dalle ore 12:00 del giorno 15 settembre 2022 ed è relativa alle spese sostenute nel 2021. La domanda deve essere presentata dal rappresentante legale dell’azienda, deve contenere i dati del legale rappresentante, tra cui indirizzo email e i dati dell’impresa, quindi codice fiscale e ragione sociale.

Dopo il 28 ottobre sarà resa pubblica la graduatoria dei beneficiari. Costoro potranno utilizzare il credito di imposta riconosciuto dal giorno 10 del mese successivo rispetto alla pubblicazione della graduatoria. Il credito riconosciuto potrà essere utilizzato esclusivamente per i pagamenti effettuati con modello F24.

Leggi anche: Bonus edicole: dal primo settembre è possibile inoltrare la domanda

Scarica la guida alla compilazione rilasciata dal Ministero della Cultura direttamente dal sito indicato in precedenza.

 

Cartelle esattoriali, come sapere se ne sta arrivando una

Le cartelle esattoriali sono delle vere e proprie preoccupazioni per i contribuenti, ecco spiegato come sapere quando sta per arrivarne una.

Cartelle esattoriali, ecco come tenere la situazione sotto controllo

E’ possibile conoscere il proprio stato debitorio direttamente da casa. Per conoscere la propria situazione basta collegarsi al sito dell’Agenzia delle entrate Riscossione. Attraverso questo sito è possibile verificare la situazione debitoria in merito a Irpef, Iva, Ires o canone Rai. Mentre per tasse comunali come l’Imu o la tari occorre rivolgersi al proprio ufficio comunale di competenza. Del resto è a loro che arrivano i proventi da questo tipo di tasse e imposte.

Dopo essersi collegati al sito, è possibile accedere attraverso lo Spid, Cei, identità elettronica o account di Inps ed Agenzia delle entrate. A questo punto è possibile chiedere e verificare la propria posizione, anche se ci sono delle rateizzazione in corso e lo stato dei pagamenti. Basta accedere all’area situazione debitoria- consulta e paga per conoscere i debiti e pagarli.

Cartelle esattoriali, l’estratto di ruolo

Cos’è l’estratto di ruolo? È il documento recante il dettaglio delle cartelle esattoriali emesse e notificate al contribuente. L’estratto di ruolo è il documento informatico contenente gli elementi del ruolo reso esecutivo dall’ente creditore, trasfusi nella cartella di pagamento. Ma come sapere se ci sono alcune in arrivo?

Per sapere se ci sono delle cartelle esattoriali in arrivo, occorre fare un’apposita richiesta all’ente riscossione. La richiesta si può fare di solito online, ma anche in modo cartaceo. Recandosi proprio presso gli uffici dell’ente riscossione, sempre dopo aver prenotato il proprio appuntamento. Infatti a seguito dell’emergenza Covid-19 spesso questi uffici ricevono solo previo appuntamento.

Cosa si può conoscere dall’estratto di ruolo?

Come detto nel caso dell’Agenzia delle entrate occorre richiedere l’estratto di ruolo. Al suo interno ci sono tutte le informazioni in merito ai singoli debiti. In particolare sono riportati i seguenti dati: il numero della cartella esattoriale, gli importi, il tipo di tassa da pagare e le notifiche.

E’ meglio precisare che però online ci sono solo le cartelle esattoriali a partire dall’anno 2000. Quindi per tutte quelle antecedenti occorre rivolgersi solo all’ufficio competente. Tuttavia è anche possibile procedere con i pagamenti. Basta cliccare sulla parola “procedi” e capire se procedere al pagamento oppure procedere alla rateizzazione del debito. Ad oggi, si ricorda, che per le richieste di rateizzazione presentate a partire dal 16 luglio 2022viene elevato da 60 mila a 120 mila la soglia per ottenere la dilazione.

 

Gli elettrodomestici che consumano di più: come usarli al meglio

Risparmiare è la parola d’ordine e abbassare la bolletta dell’energia elettrica è difficile ma non impossibile. Ecco gli elettrodomestici che consumano di più e che possiamo usare un po’ meno.

La vetta degli elettrodomestici che consumano di più: asciugacapelli, piastra per capelli, asciugatrice

In questa particolare classifica non si tengono in considerazione gli elettrodomestici che per forza di cose devono stare attaccati h24 alla rete elettrica, come il frigorifero ( si può comunque scegliere un modello in classe energetica alta ed evitare di lasciarlo aperto a lungo o sovraccaricarlo), ma sono considerati solo gli elettrodomestiche che è possibile utilizzare in modo intelligente al fine di risparmiare.

Tra gli oggetti di uso comune che consumano di più ci sono: asciugacapelli, piastra per i capelli e asciugatrice. Naturalmente nessuno consiglia di non lavarsi più i capelli, ma prima di passare all’asciugacapelli è possibile tamponarli bene per qualche minuto in modo da eliminare l’acqua in eccesso e passare solo all’asciugatura finale. Ulteriore consiglio: utilizzare l’asciugacapelli e la piastra nelle ore serali, se si ha la tariffa bi-oraria, in questo modo il caro energia pesa di meno.

Per quanto riguarda l’asciugatrice, il consiglio è di evitarne l’uso quando non è strettamente necessario, ad esempio in una bella giornata con un po’ di vento, il classico vecchio stendibiancheria sul balcone può essere un’ottima soluzione.

Lavatrice, lavastoviglie e ferro da stiro

Hanno consumi non da poco anche lavatrice e lavastoviglie, in questo caso il consiglio è usare la lavatrice solo a pieno carico e fare la stessa cosa con la lavastoviglie e poi quando si ha un po’ di tempo magari lavare i piatti a mano. Tra gli elettrodomestici che consumano c’è poi il ferro da stiro, anche in questo caso un po’ di attenzione non guasta, magari evitando di stirare capi per i quali non serve. È stato calcolato che il ferro da stiro utilizzato mezz’ora al giorno porta un consumo annuo di 42 euro. I tempi possono essere facilmente ridotti con un po’ di impegno e si guadagna anche tempo libero.

Consumi elevati anche per il microonde e il forno elettrico. Infine, meglio spegnere le luci quando si lasciano le varie stanze.

Pellet fai da te, ecco alcune proproste direttamente dal web

Il pellet fai da te è una delle maggiori ricerche sul web, ma è possibile farlo? Ecco come realizzarlo in casa con alcuni consigli.

Pellet fai da te, si può realmente avere?

Il pellet fai da te potrebbe essere una soluzione al continuo aumento del prezzo. Almeno in Italia, il costo del pellet è aumentato anche del doppio rispetto all’anno scorso. Ad esempio, considerando un sacco di 15kg, l’anno scorso era acquistabile tra i 5 e 6 euro. Oggi il prezzo per singolo sacco è semplicemente raddoppiato, dieci- dodici euro. Complice il caro energia, ma davvero riscaldarsi potrebbe essere più costoso del previsto.

Così ci si è subito chiesto se è possibile avere del pellet fai da te. Cioè se c’è la reale possibilità di creare da se il pellet e utilizzarlo senza passare da intermediari. Ecco alcuni consigli e proposte che potrebbero essere interessanti per cercare di risparmiare sull’acquisto del combustibile. Anche se si ricorda che molti venditori, in questo momento, stanno applicando degli sconti per l’acquisto di grandi quantità, come ad esempio interi bancali.

Pellet fai da te, ecco come fare

Il pellet si produce a partire da legna, segatura o cippato. Elementi che si possono trovare in un qualsiasi bosco come legnetti, ramaglie e foglie secche. Tuttavia occorrono alcuni macchinari, che spesso possono essere comprati anche online. Una volta raccolti si deve tritare il tutto attraverso un macchinario chiamato biotrituratore. Una volta effettuato la trituratura, occorre essiccare tutto. Attenzione la temperatura per il pellet deve essere inferiore ai 15 gradi di umidità.

A questo punto serve una pellettatrice. Questa insieme ad un collante (colla naturale per pellet) farà come da “impastatrice” per la realizzazione del prodotto. Le pellettatrici domestiche hanno prezzi che oscillano tra i 3.000 e i 6.000 euro, alcuni modelli più accessibili si comprano con circa 2.500 euro. Queste macchine sono spinte da un motore elettrico da 3 o 4 kW, ma ne esistono anche a motore a scoppio.

Come conservare il prodotto prima di usarlo

Il pellet prima di essere bruciato deve essere ben asciutto, magari si può mettere in sacchi e chiuderli in modo ermetico. Tuttavia per tutti i macchinari esistono le linee domestiche con prezzi che variano a secondo della qualità del prodotto e del quantitativo di combustibile da realizzare. Attenzione allo stoccaggio. Occorre metterlo sacchi, ma non va mai messo in posti umidi. Anche per misurare l’umidità estite un “termometro” acquistabile online. L’umidità o la qualità della materia prima possono bruciare malissimo dentro la stufa o durare davvero poco. Quindi la vera domanda è valutare se convenga in termini di costi e tempo, la produzione fai da te.

 

 

Mail Agenzia delle entrate, alcune possono nascondere truffe

Le mail dell’agenzia delle entrate Riscossione, se non sono veritiere, possono creare parecchi problemi. Ecco quindi alcuni indirizzi da valutare.

Mail Agenzia delle entrate, il phishing ai contribuenti

L’agenzia delle entrate Riscossione ha negli ultimi mesi riscontrato dei problemi di phishing nei confronti di innumerevoli contribuenti. Si ricorda che il phishing è un tipo di truffa effettuata su internet. Il truffatore cerca di ingannare al vittima cercando di prendere i suoi dati personali, bancari o codici di accesso, fingendosi un ente pubblico o affidabile attraverso una comunicazione digitale.

Molti contribuenti hanno segnato all’Agenzia delle entrate Riscossione di aver ricevuto mail di questo tipo. In molti casi si trattava di “fasulle cartelle esattoriali” o richieste di pagamenti vari. Quindi in data primo settembre 2022 l’ente ha emesso un comunicato stampa per far fronte alla situazione.

Mail Agenzia delle entrate, il comunicato del primo settembre

Il comunicato del primo settembre indica gli indirizzi internet a cui prestare attenzione. In particolare non fanno parte dell’ente tutti gli indirizzi con queste caratteristiche:

Mittente: ricevuta.pagaonline@agenziariscossione.gov.it;

Oggetto: “Ricevuta di pagamento -Transazione n. NNNNNNNNNNNNNNNNNN” (con codice numerico variabile);

Corpo del messaggio: informazioni su un’operazione di pagamento effettuata on line andata a buon fine, con invito a visualizzare e conservare la relativa documentazione, accedendo ad un file allegato di tipo excel.

Il consiglio per proteggersi è quello di NON aprire il file in formato excel e non accedere inserendo dati personali. Inoltre non pagare nulla di quello indicato se prima non si è avuta una comunicazione ufficiale dall’Ente, tramite pec, o aver parlato con il personale d’ufficio.

Gli altri indirizzi sospetti ed estranei all’agenzia ci sono anche:

Le e-mail vengono diffuse:

  • dall’indirizzo notifica.acc@agenziariscossione.gov.it con oggetto “Notifica cartella di pagamento n. NNNNNNNNNNNNNN” (con codice numerico variabile), con informazioni sulla notifica di una cartella di pagamento e con invito a visualizzare la documentazione, accedendo ad un file excel allegato.
  • dall’indirizzo pagaonline@agenziariscossione.gov.it con oggetto “Pagamento non avvenuto – Transazione n. xxxxxxxxxxxxxxx” (con codice numerico variabile) e con invito a visualizzare la documentazione, cliccando su un link oppure accedendo ad un file allegato.
  • dall’indirizzo no_reply@agenziariscossione.gov.it con oggetto “Rateizzazione del debito Agenzia delle entrate-Riscossione – Protocollo n. ARnnnnnnnnn” (con codice numerico variabile) con invito a visualizzare la documentazione, accedendo ad un file excel allegato denominato “RAV_ARnnnnnnnnn_DA_1_A_5.xlsm”.
  • dall’indirizzo ricevuta_pagaonline@agenziariscossione.gov.it con oggetto “Ricevuta di pagamento –Transazione n. 202207482135136311”.

Quando si riceve una mail di questo tipo è quindi meglio selezionare e cancellare tutto, evitando così di cadere in una truffa.

Agrisolare: niente incentivi per pannelli fotovoltaici se c’è eternit

Manca poco al momento in cui sarà possibile presentare istanza per accedere ai contributi previsti per il parco agrisolare, ma nel frattempo arrivano chiarimenti sulla rimozione obbligatoria di amianto/eternit.

Agrisolare: gli inteventi compresi per la rimozione dell’eternit

Dalle ore 12:00 del 27 settembre 2022 fino alla stessa ora del 27 ottobre sarà possibile richiedere gli incentivi per l’agrisolare. Questo consente di ottenere agevolazioni per l’applicazione di pannelli solari per il fotovoltaico su edifici agricoli, agroindustriale e adibiti a zootecnia.

Per conoscere i dettagli leggi l’articolo: Impianti fotovoltaici per aziende agricole: inoltro domande dal 27 settembre

Il GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) ha però reso noto che non potranno avvalersi dei contributi le aziende agricole che hanno coperture in amianto/eternit, proprio per questo è necessario prima la rimozione di tali elementi. Il regolamento operativo rilasciato dal GSE (n°0362593 ) sottolinea che è possibile richiedere un contributo aggiuntivo per la rimozione e lo smaltimento delle coperture in amianto/eternit.

Le spese che possono essere ammesse al contributo sono:

  • rimozione e smaltimento dell’amianto;
  • decontaminazione del sito;
  • opere edili murarie necessarie per l’installazione della nuova copertura con pannelli solari per fotovoltaico;
  • fornitura e posa in opera della nuova copertura;
  • oneri dovuti per legge.

Come ottenere gli incentivi anche per la rimozione e lo smaltimento dell’eternit con il parco agrisolare

Dal regolamento operativo sull’agrisolare emerge anche che i soggetti interessati a ricevere l’incentivo, oltre a dover allegare tutti i documenti necessari e relativi ai lavori di installazione dei pannelli solari, se vogliono ricevere anche la quota di incentivi per lo smaltimento dell’amianto e dell’eternit dovranno allegare un’ulteriore documentazione dalla quale possano essere comprovati i lavori eseguiti. Devono essere allegati:

  • il dossier fotografico eseguito prima della rimozione dell’eternit, deve trattarsi di almeno 5 fotografie da inquadrare con dettaglio;
  • Deve inoltre essere allegata la relazione tecnica del progetto di rimozione e smaltimento redatta da un professionista;
  • planimetria delle superfici interessate dai lavori;
  • l’attestazione di prestazione energetica ante operam;
  • la dichiarazione sostitutiva ai sensi del DPR 445 del 2000 circa il non arrecare danno significativo all’ambiente con le opere di rimozione e smaltimento di amianto /eternit.
  • Nel caso di edifici esclusi dall’obbligo di presentare l’attestato di prestazione energetica (APE) ad esempio perché trattasi di edifici in cui è impossibile contenere lo scambio tra interni ed esterni, è necessario allegare una relazione tecnica firmata e asseverata del professionista abilitato che dovrà descrivere e giustificare il grado di coibentazione realizzato.

Ricordiamo che sono in vigore anche agevolazioni e incentivi per impianti di piccole dimensioni. leggi: Pannelli solari per fotovoltaico: scarica il Modello Unico Semplificato

Allarme mutui: cosa succederà dopo la decisione della BCE?

Lo avevamo annunciato qualche settimana fa: la BCE avrebbe di nuovo alzato il costo del denaro e il rischio che il nuovo rialzo fosse di 0,75 punti base era reale, in effetti si è concretizzato. Ora il costo del denaro è a 1,25 e naturalmente è già allarme mutui. Vediamo cosa attenderci per le prossime settimane.

Nuovo aumento del costo del denaro deciso dalla BCE

L’obiettivo della Banca Centrale Europea è contenere l’inflazione, ecco perché a luglio è arrivata la fine del quantitative easing e il primo rialzo del costo del denaro di 0,50 punti base. Il nuovo aumento del costo del denaro di settembre era stato ampiamente annunciato, ma nessuno aveva certezza sull’ammontare, molti si aspettavano un ulteriore 0,50%, ma l’andamento dell’inflazione galoppante ha portato Christine Lagarde a fare un passo in più, infatti l’aumento è stato a sorpresa, ma non tanto per chi seguiva la vicenda, dello 0,75%, portando di fatto il costo del denaro a un rialzo dello 1,25% rispetto alla politica monetaria adottata fino al mese di luglio 2022. A questo punto l’obiettivo di fine anno, è programmato un nuovo rialzo, è il 2%.

Leggi anche: BCE: nuovo rialzo dei tassi di interesse a settembre per contrastare l’inflazione

Ridurre i prezzi attraverso la riduzione della domanda, ma è allarme mutui

L’obiettivo è ridurre la domanda e nel frattempo indurre una riduzione dei prezzi, contenendo così l’inflazione e tenendo sotto controllo lo spread con lo scudo antispread. Naturalmente non tutti hanno preso bene questa decisione, soprattutto chi vuole investire e, ad esempio, comprare casa. Deve infatti ora attendersi un deciso rialzo dei tassi di interesse fissi e variabili sui mutui.

Attualmente il tasso di interesse per il mutuo a tasso fisso oscilla intorno al 3%, possono esservi variazioni leggere tra le varie banche. Con questo aumento del costo del denaro si prevede un aumento per chi stipula oggi oltre il 4% e fino ad arrivare al 5%, vi sono istituti che già propongono un TAEG a 3,73% (TAN 3,20%). Naturalmente chi ha stipulato un mutuo a tasso fisso nei mesi precedenti, o meglio negli anni precedenti, continuerà a pagare il tasso concordato e di sicuro il vantaggio per queste persone sarà notevole.

Problemi possono esservi per chi ha stipulato nei mesi passati un mutuo a tasso variabile perché la rata crescerà, secondo le prime stime dovrebbe crescere dai 30 ai 50 euro al mese, in base al piano di ammortamento concordato. Al fine di evitare il rischio di rate troppo alte con il tasso variabile, si consiglia di chiedere il mutuo a tasso variabile con tetto o cap. 

In alternativa ricordiamo che c’è sempre la possibilità di richiedere la surroga del mutuo