Reddito di cittadinanza: addio navigator. Il Ministero non proroga i contratti

Il reddito di cittadinanza sembra essere ormai arrivato al capolinea. È certo che ci saranno delle modifiche, anche se ancora non ci sono certezze sulla mole, ma un’altra tegola sta per cadere sulla testa di migliaia di ragazzi, dal Ministero del Lavoro, guidato dalla Ministra Calderone,  è infatti arrivato l’annuncio che non è possibile prorogare i contratti di lavoro dei navigator.

Reddito di cittadinanza: la prima misura è la mancata proroga del contratto dei navigator

Il reddito di cittadinanza nasce come politica attiva per il lavoro, l’obiettivo non era semplicemente dare un sussidio a coloro che non hanno un lavoro, ma fare in modo che domanda e offerta di lavoro potessero incontrarsi anche attraverso percorsi di formazione.

Al centro di questo articolato progetto c’erano i navigator, entrati in campo in seguito a un concorso che prevedeva comunque l’assunzione a tempo determinato. Molte sono state le critiche a questa figura professionale, al punto che il governatore della Regione Campania, De Luca, ha più volte ribadito che erano persone che non riuscivano a trovare lavoro, assunte per trovare lavoro ad altre persone, quasi con capacità predittiva di quello che poi sarebbe stato il risultato, cioè la difficoltà di raggiungere l’obiettivo.

Oggi sappiamo che ci saranno modifiche al reddito di cittadinanza, che molto probabilmente sarà tagliato a circa 660.000 persone, ad oggi i percettori sono circa un milione e mezzo, la riduzione sarebbe del 50%. C’è altro, infatti dal Ministero del Lavoro è arrivata la notizia che non sarà possibile prorogare il contratto di lavoro per i navigator. Crolla quindi una delle figure centrali della normativa.

Al via la revisione del reddito di cittadinanza: addio navigator

I contratti di lavoro dei navigator di fatto sono scaduti il 31 ottobre 2022, quindi pochi giorni fa. Il Ministero del Lavoro ha quindi diramato una nota in cui si precisa che, nonostante siano circolate voci contrastanti, non sarà possibile tecnicamente prorogare i contratti di lavoro dei navigator.

Precisa il Ministero che sono state avviate attività di ricognizione in coordinamento con le Regioni. Inoltre sottolinea che per un eventuale riutilizzo dei navigator servirebbero norme apposite, ma che le stesse non sono allo studio del Ministero. Tra le righe si legge che non c’è volontà di procedere allo studio di norme per stabilizzare questi precari, cioè i navigator. Appare essere questo il primo passo verso uno smantellamento delle misure previste nella legge istitutiva del reddito di cittadinanza.

I navigator sono circa 2.400 (alcuni si sono già dimessi) e di conseguenza inizia già il taglio delle risorse, infatti il mancato rinnovo del contratto consente comunque di risparmiare. In base alle previsioni iniziali dovevano essere 10.000 poi in seguito ad accordo tra il Ministero del lavoro e ANPAL si raggiunse il numero di 3.000. Il mancato rinnovo dei contratti è dovuto anche allo scarso successo del loro lavoro, infatti solo il 40% degli occupabili è stato preso in carico dai navigator e di questi solo 1 su 7 ha trovato un lavoro, ma a tempo determinato. Solo pochissimi dei percettori di reddito di cittadinanza occupabili hanno ottenuto un contratto a tempo determinato. Lo stipendio medio di un navigator è di 1.730 euro netti, lordi circa 30.000 euro l’anno.

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Stufa pirolitica, caratteristiche, prezzo, vantaggi e svantaggi

La stufa pirolitica è uno strumento per il riscaldamento moderno. Ecco le sue caratteristiche, il prezzo, i vantaggi e gli svantaggi di averla in casa.

Stufa pirolitica, nuove soluzioni per vecchi metodi

La stufa pirolitica è uno strumento per il riscaldamento di casa. Ma a dire il vero è anche un bellissimo oggetto di design, che piano piano sta trovando spazio in molte case. Tuttavia se da una parte è un oggetto sempre molto ben realizzato, dall’altro utilizza un vecchio metodo, la pirolisi.

La pirolisi (o piroscissione) è un processo di decomposizione termochimica, ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante (normalmente ossigeno). Si tratta di un tipo di combustione usato da sempre per la carbonizzazione del legno. Inoltre il processo termochimico riscalda delle biomasse contenute in un recipiente a circa 300° -400° gradi. Dal riscaldamento di  queste biomasse si produce calore, gas e biochar o carbone vegetale.

Stufa pirolitica, quanto costa comprarne una?

La stufa pirolitica ha un costo di partenza, per quelle piccole e da esterno, intorno ai 100 euro. Tuttavia per i modelli da interno, c’è anche una componente di arredamento, ed il costo si può aggirare anche intorno ai due mila euro. Anche se, come succede in tutti i mercati, se dovesse crescere la domanda di questo tipo di prodotto, il prezzo potrebbe scendere. Inoltre la stufa pirolitica funziona con la combustione di diversi materiali: pellet, legna, noci, fogliame e residui di potatura.

Vantaggi e svantaggi di questo sistema di riscaldamento

Sono tanti i vantaggi offerti da questo sistema di riscaldamento. Il primo è senza dubbio l’efficienza energetica anche perché bruciando materie prime naturali, rispetta l’ambiente. Altro vantaggio è quello della semplicità di utilizzo e non richiede grandi lavori di manutenzione e di istallazione. Tanto che spesso molte persone la comprano e da sole riescono a farla operare direttamente a casa propria. Inoltre ci sono anche bassi costi per il suo funzionamento, visto che non si collega alla rete elettrica e questo è un grande risparmio.

Tuttavia ci sono degli svantaggi, anche se sono davvero pochi. Ad esempio, al momento le stufe pirolitiche sono disponibile solo nella versione per esterno oppure nei formati utili da campeggio. I modelli da interno sono ancora pochi e per questo motivo sono più costosi. Per quanto riguarda il design delle stufe pirolitiche, di certo esistono modelli che integrano benissimo anche nell’arredamento moderno. Le stufe pirolitiche consentono di godere di tutti i vantaggi di una stufa tradizionale sia in termini di efficienza energetica che di design a cui si aggiunge il privilegio di offrire benefici ineguagliabili in termini di sostenibilità.

Novembre 2022, tutte le scadenze previste dal Fisco

Il mese di novembre 2022 è davvero molto pieno di versamenti per i contribuenti. Soprattutto metà e fine mese saranno proprio caldi e difficili.

Novembre 2022, i primi quindici giorni

Le scadenze cominciano a partire dal 10 novembre. Si tratta del versamento dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale dovuta agli assegni circolari. Tuttavia entro questa data Caf e professionisti dovranno stare attenti alla doppia scadenza per il modello 730 integrativo. Se il contribuente riscontra errori commessi dal soggetto che ha prestato l’assistenza fiscale deve comunicarglielo il prima possibile, per permettergli l’elaborazione di un mod. 730 “rettificativo“.

In particolare i caf o i protagonisti dovranno consegnare ai dipendenti o ai pensionati il modello 730 o il prospetto di liquidazione, verificando la conformità dei dati. Ma anche trasmettere all’Agenzia delle entrate, in modo telematico, i dati contenuti nelle dichiarazioni integrative.

Novembre 2022, un caldo metà mese

Il 15 novembre 2022 sono previsti diversi adempimenti. Ad esempio il versamento della terza rata dell’imposta sostitutiva dell’11% dovuta per la rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni posseduti e non in regime d’impresa all’1.1.2020. Sempre per  la stessa data è prevista la comunicazione all’Agenzia delle entrate dei dati relativi al canone TV per i pensionati che possono chiedere di versare l’importo annuale mediante  la trattenuta sull’assegno pensionistico. 

Il 16 novembre sono anche previsti altri 111 versamenti. Tra questi ci sono i versamenti IVA mensili e trimestrali. Mentre nella stessa scadenza sono previsti gli adempimenti periodici che riguardano:

  • le ritenute IRPEF relative ai redditi da lavoro dipendente ed assimilati corrisposti nel mese di ottobre;
  • contributi INPS dovuti dai sostituti d’imposta in relazione al mese precedente.

Tutte le scadenze di fine mese

Le scadenze di fine mese, 30 novembre, sono davvero tante. La più importante è quello che riguarda la scadenza prevista per la Dichiarazione dei redditi. Sempre nella stessa data è previsto il versamento del secondo acconto delle imposte sul reddito 2022. Ed ancora l’acconto di IRPEF, IRAP, IRES e imposte sostitutive è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno  è superiore a 51,65 euro di importo, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute e eccedenze. In tutto sono circa 39 i versamenti che i contribuenti dovranno fare.

Sempre per il 30 novembre sono previsti una serie di importanti adempimenti:

  • autocertificazione di aiuti per il Covid;
  • pagamento delle rate per le rate della rottamazione ter 2022;
  • pagamenti delle LIPE, la comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA effettuate nel terzo trimestre solare del 2022;
  • comunicazioni Iva periodica.

Ecco quindi tutto quello che prevede novembre che dovrebbe essere freddo, dal punto di vista climatico, ma che sicuramente sarà rovente per famiglie ed imprese.