Emergenza Covid: arriva la circolare per le regioni. Obiettivo prepararsi a una nuova ondata

Dopo i controlli a tappeto sugli aerei provenienti dalla Cina, il Paese sembra che si stia preparando a una nuova ondata Covid e arriva una nuova Circolare del Ministero della Salute diretta alle regioni in modo che siano pronte ad attuare un piano straordinario. Ecco le misure principali previste.

Ripresa della campagna vaccinale per il contrasto al Covid

La fine del 2022 sembra riportare indietro nel tempo, a quando, al termine del 2019, si iniziava a parlare di emergenza Covid e di certo nessuno immaginava cosa stava per accadere. Il Ministero della Salute ha pubblicato una nuova circolare con le indicazioni per le regioni per affrontare al meglio una nuova eventuale ondata di contagi Covid. La circolare è rubricata: Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23.

Nella circolare si sottolinea che è fortemente consigliata la quarta dose di vaccino anti sars-covid per coloro che possono essere considerati soggetti a rischio in quanto con difese immunitarie compromesse. Rientrano tra questi gli ultra-ottantenni, tutti coloro che sono ricoverati in Rsa e ultra-sessantenni con fragilità. Inoltre si consiglia il vaccino anche ai bambini in età scolare a partire dal 9 gennaio, c’è quindi il timore di un’ondata di contagi con la riapertura delle scuole soprattutto nel caso in cui presentino situazioni di fragilità. L’obiettivo è evitare nuove ondate di ospedalizzazioni con strutture al collasso, come già abbiamo visto in precedenza. La quarta dose può essere effettuata se sono trascorsi 120 giorni dall’ultima.

Regioni si preparino ad attuare piani straordinari

Alle regioni si richiede di mettere a punto un piano immediatamente eseguibile per far fronte a un peggioramento della situazione in caso di aumentata richiesta assistenziale.

Viene raccomandato anche l’uso delle mascherine in quanto strumento efficace nella riduzione della trasmissione dei virus respiratori e ad evitare nel in cui dovesse esservi un peggioramento epidemiologico un grave impatto clinico.

Nella circolare è anche sottolineato che in caso di peggioramento della situazione epidemiologica sarà bene valutare anche l’adozione di misure come lo smart working e limitare gli eventi che possono portare assembramenti. Vi è inoltre l’invito a migliorare i sistemi di aerazione in particolare in luoghi chiusi con forte afflusso di persone.

Resta naturalmente l’obbligo di indossare dispositivi di protezione per i visitatori di Rsa e strutture sanitarie. Si tratta di uno dei limiti che ha continuato ad essere vigente in questi mesi, sebbene all’inizio del mandato del nuovo Governo si pensava a un allentamento di tale misura.

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Bollette in discesa, ma permangono i bonus sociali

Bollette in discesa per il primo trimestre 2023, ma i bonus sociali permangono per coloro che si trovano in situazione di difficoltà economica.

Bollette in discesa, almeno dal primo gennaio

Archiviato il Natale si pensa al Capodanno e all’anno che verrà. Il 2023 sembra arrivare con una buona notizia, almeno per quanto riguarda l’energia elettrica. Già nei giorni scorsi Arera aveva reso la notizia ufficiale soprattutto per coloro che hanno un contratto che subisce l’andamento dei prezzi. E così la spesa per l’energia elettrica scenderà di circa il 19.5%.

Una bella notizia di inizio anno per le famiglie che in questi mesi stanno facendo ancora i conti con bollette esorbitanti, anche per il gas. Ma il calo significativo mette già di buon umore di fronte ad una spesa annuale di circa 1.400 euro a famiglia. E’ però anche vero che questo è stato frutto di aumenti straordinari ed una situazione economica che risente della guerra nel cuore dell’Europa.

Bollette in discesa, ma solo per il primo trimestre

Le bollette in discesa riguardano solo il primo trimestre. Ma questa diminuzione però non riporta alla situazione pre pandemia e crisi. Quindi a paragone di due anni fa, il prezzo rimane sempre altro. Ma a fare la sua parte c’è stato anche l’ambiente mite che ha aiutato le famiglie a diminuire anche i costi legati al riscaldamento elettrico degli immobili.

Molto importante è anche il modo in cui ha reagito il sistema, con maggiore efficienza dell’uso dell’energia sia per le famiglie che per le imprese. Un fatto importante è la presa di coscienza di tutti gli utenti dell’importanza dell’energia elettrica e della capacità di utilizzarla e gestirla in modo consapevole. Si spera che la riduzione possa interessare anche il mercato del gas, altra nota dolente.

Rimangono i bonus sociali per tutto il 2023

Altro elemtno di aiuto per le famiglie è che rimangono tutti i bonus sociali per l’anno che sta per arrivare. Si ricorda che è già stata innalzata la soglia dell’Isee per poter accedere ai bonus. Infatti è passata da 12 mila a 15 mila euro, allargando così la platea dei beneficiari. Inoltre la fornitura deve essere intestata ad una persona del nucleo familiare, attiva ed appunto per uso domestico.

Per l’accesso ai bonus sociali occorre che si viva in condizione di disagio economico. Sono automaticamente ammessi al procedimento delle agevolazioni tutti gli aventi diritto. Il bonus infatti non è altro che uno sgravio fiscale direttamente sulla fattura di luce, gas ed acqua. Inoltre rimane ridotta al 5% l’Iva sul Gas e prorogati i tagli sugli oneri di sistema che gravano sulle bollette.

Multe violazioni Codice della Strada, non aumenteranno dal 1° gennaio 2023

Buone notizie per gli automobilisti italiani, infatti per il 2023 non vi saranno adeguamenti/aumenti per le multe derivanti da violazioni del Codice della Strada.

Multe per la violazione del Codice della Strada invariate per il biennio 2023-2024

Il Codice della Strada prevede che gli importi delle sanzioni amministrative applicate per la violazione delle norme del Codice della Strada, ad esempio guida senza cintura di sicurezza, siano adeguate ogni due anni in base alla variazione percentuale dell’Indice Foi (Famiglie di operai e impiegati). Naturalmente l’elevato livello di inflazione registrato nel 2022 ha portato molti automobilisti a temere aumenti spropositati rispetto a quelli che sono gli attuali importi. L’indice registrato a novembre 2022 è stato del 15,6%. In termini pratici questo implica che una semplice multa per violazione del divieto di sosta che attualmente è di 42 euro, rischiava di passare automaticamente dal 1° gennaio 2023 da 42 a 49 euro.

Considerando però l’attuale situazione economica che vede gli italiani in forte affanno e in difficoltà nel tentativo di far fronte ai rincari soprattutto energetici, ma anche relativi alla spesa alimentare, ha deciso di non applicare l’adeguamento automatico per il biennio 2023 e 2024. La norma è contenuta all’interno della Legge di Bilancio 2023. Questo vuol dire che nel caso in cui si incorra in violazioni del Codice della Strada, continueranno ad essere applicate le vecchie sanzioni e continuerà a trovare applicazione anche lo sconto per coloro che pagano la multa entro 5 giorni dall’emissione. Ricordiamo che per gli automobilisti vi è anche un’altra buona notizia, e cioè la riduzione dell’Iva su seggiolini auto. Non così bene sul fronte dei pedaggi autostradali visto che sono previsti aumenti dal 1° gennaio 2023.

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Canone Rai 2023 sarà in bolletta. Ecco chi può chiedere l’esonero

Il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha precisato che nel 2023 il canone Rai sarà concora in bolletta. Ci però sono categorie di persone che possono avere l’esonero, ecco chi sono e come possono ottenerlo.

Esonero canone Rai 2023, come ottenerlo

Il canone Rai è una delle imposte più odiate dai contribuenti, ciò che pochi sanno è che vi sono dei casi in cui è possibile ottenere l’esonero. Lo stesso è riconosciuto a:

  • ultrasettantacinquenni con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro e senza conviventi titolari di un reddito proprio ( sono escluse dal cumulo badanti);
  • diplomatici e militari stranieri;
  • cittadini intestatari di utenza elettrica che non hanno apparecchi televisivi.

Per poter ottenere l’esenzione dal canone Rai è necessario presentare un’apposita istanza. La stessa deve essere presentata

  • dal 1° luglio al 31 gennaio dell’anno, ad esempio chi ha maturato il requisito anagrafico nel 2022, può chiedere l’esenzione fino al 31 gennaio dell’anno 2023;
  • dal 1° febbraio al 30 giugno per coloro che maturano i requisiti nel primo semestre del 2023.

Chi chiede l’esonero per il fatto di non possedere un apparecchio televisivo deve presentare l’istanza ogni anno, cioè non si rinnova in modo automatico.

Leggi anche: Esenzione canone RAI 2022: a chi spetta e quali moduli usare?

Il canone Rai sarà in bolletta anche nel 2023?

Ricordiamo che nonostante le numerose proposte volte ad eliminare l’accorpamento dell’imposta nella bolletta energetica, continuerà anche il prossimo anno la riscossione in tal modo. La notizia contraria diffusa nei mesi scorsi è stata smentita in modo categorico dal Mef in una nota del mese di novembre 2022. Nella stessa si afferma “Le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate” . Il Ministero infatti ha sottolineato che i “rimproveri” dell’Unione Europea che aveva chiesto all’Italia di eliminare dalla bolletta energetica gli oneri impropri, hanno comunque avuto seguito visto che viene rispettato il principio di trasparenza in quanto tale voce in bolletta è nettamente separata da tutte le altre voci di spesa e quindi non può ritenersi vi sia un disturbo alla “libera concorrenza” tra società fornitrici.

Leggi anche: Canone Rai non sarà in bolletta! Ma è davvero così? Cosa c’è di vero?

Caffè in Capsule, il migliore secondo la classifica di Altroconsumo

Il caffè in capsule viene molto usato per le macchinette che preparano la bevanda più amata dagli italiani, ecco il migliore secondo Altroconsumo.

Caffè in Capsule, rapide e comode

Il caffè è la bevanda più amata dagli italiani, sia da consumare al bar che in casa. C’è chi preferisce prendere un buon caffè per moka e chi preferisce le capsule. Sono sempre molto rapide e comode in quanto porzioni monodose racchiuse in capsule compostabili o in alluminio o in plastica che consentono di prendere una tazzina in pochi secondi. Basta inserirla nella macchinetta, un pò d’acqua ed il gioco è fatto.

Tuttavia basta andare al supermercato, o anche nei negozi specializzati per trovarne davvero una innumerevole quantità e marche. Sia normale che con caratteristiche particolari. Esiste il bar, il lungo, ristretto, decaffeinato, caraibico, insomma c’è proprio l’imbarazzo della scelta proprio per accontentare i gusti di tutti i consumatori. Anche perché è una piacevole pausa da condividere con gli amici, o a fine pasto è quasi sempre gradito, non solo al mattino.

Caffè in Capsule, i test di analisi

Altroconsumo ha testato circa 24 marche di caffè in capsule per eleggere il migliore. Per valutare in caffè hanno sottoposto i prodotti ad una serie di analisi. Tra questi l’umidità, un parametro che influisce sulla conservabilità del prodotto. Le ceneri come indice di materiali di origine minerali presenti nella purezza del caffè. Ed ancora estratto acquoso data dalla quantità di composti in grado di dissolversi in acqua bollenti, eventuali rifiuti tossiche.

Altro elemento di comparazione è l’impatto del rifiuto. Infatti per Altroconsumo i test sono stati fatti non solo sul caffè ma anche sull’imballaggio esterno e l’involucro della singola capsula determinand l’impatto ambientale. Quindi sono stai valutati la plastica, l’alluminio, il cartone usati per gli incarti. Come spesso avviene la carta è considerata il materiale per l’imballo con maggiore impatto sull’ambiente quindi non fa certo assumere punteggio al test.

La classifica di Altroconsumo

Nel caso del test sul caffè, il miglior acquisto è risultato il DON JEREZ Espresso di Eurospin. E sono anche sullo stesso piano il  BORBONE Miscela Blu e al CONAD Espresso 100% Arabica. Ciò che salta subito all’occhio è come un prodotto da discount è all’altezza di marche ben più note e famose.

Di qualità ottima sono state giudicate poi le capsule:

  • LAVAZZA CREMA E GUSTO
  • BIALETTI INTENSO
  • VERGNANO ÈSPRESSO CREMOSO
  • GIMOKA CLASSICO
  • COOP ESPRESSO COLOMBIA 100% ARABICA
  • CAFFÈ TROMBETTA L’ESPRESSO PIÙ CREMA
  • CAFFÈ CARRACCI SELEZIONE NAPOLI
  • NESPRESSO ISPIRAZIONE ARPEGGIO

Capodanno 2023, tutte le città si preparano per i festeggiamenti

Capodanno 2023 è alle porte e le città di tutto il mondo si preparano ai festeggiamenti. Tanti anche i turisti previsti in Italia per festeggiare.

Capodanno 2023, molte le partenze

Dopo i festeggiamenti del Natale sono molti gli italiani che, in queste ore, stanno chiudendo le valigie per festeggiare fuori il Capodanno. E’ tanta la voglia di viaggiare, anche se le città d’arte rimangono le più gettonate, sia italiane che non. Parigi e Londra sembrano città molto richieste quest’anno. Gli italiani saranno in giro per Europa e l’estero, anche se non mancano coloro che sceglieranno il calore di casa.

Tuttavia tantissimi scelgono anche gli agriturismi per combinare la campagna con il buon cibo. Complice anche il buon tempo, che in città come Catania prevede anche gite fuori porta verso il mare. Le temperature calda, come non mai, permettono anche vivere molto lo spazio all’aperto. Per questo ottimi risultati anche per il turismo di montagna, che ritrova il benessere pre-covid.

Capodanno 2023,  in Italia si scelgono le piazze

C’è chi ha deciso di trascorrere il Capodanno in Piazza. Dopo due anni di restrizioni a causa della pandemia da Covid-19 si ritorna a condividere per strada i festeggiamenti. Tra l’altro sono in attesi circa 5 milioni di turisti nel nostro Paese entro fine anno. Appena introdotto, dal Ministero della salute, il tampone in aeroporto per chi arriva dalla Cina.

Ma a farla da padrona è la musica che ritorna nelle piazze con i grandi concerti e la voglia di farsi gli auguri in presenza. Concerti e artisti diversi sono previsti in molte piazze italiane. In alcune sono anche vietati la vendita di alcoolici e super alcoolici in bottiglia ed in lattina. Ma come ogni anno c’è chi brinderà portandosi da casa tutto il necessario. Il conto alla rovescia incanta e stavolta si potrà fare davvero in tanti nelle piazze italiane. Tuttavia si sta lavorando già anche a piani di sicurezza, perché va bene il divertimento, ma rispettando le regole per la gestione di un grande numero di persone.

Cosa mangiare durante il Cenone?

Se si decide di restare a casa, del resto la situazione economica non è delle migliori, quali sono i piatti tipici della tradizione? Durante il cenone di Capodanno è infatti tradizione mangiare alcuni cibi dalla specifica forma tonda. I più caratteristici sono le lenticchie, il cotechino e l’uva. Le lenticchie ricorderebbero la figura della moneta. Secondo la consuetudine, più se ne mangiano e più sarà ricco l’anno che arriverà. Un consiglio è quello di portare in tavola i sapori dei propri territori, aggiungendo una buona compagnia e una buona bottiglia di vino italiano per brindare all’arrivo del nuovo anno.

Pedaggi autostradali: aumenti in vista dal 1° gennaio 2023

Sale l’attesa per il decreto del ministero Infrastrutture e Trasporti (Mit) di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) per l’adeguamento delle tariffe dei pedaggi autostradali. Gli aumenti attesi sono tra l’1,5% e il 3,5%.

Aumenti dei pedaggi autostradali: trepidante attesa del decreto interministeriale

Generalmente dal 1° gennaio di ogni anno ci sono gli adeguamenti delle tariffe dei pedaggi autostradali, gli stessi sono definiti a livello ministeriale, ma di fatto derivano dalle “richieste” avanzate dai gestori della rete. Nel 2022 gli adeguamenti non vi sono stati, ma molto probabilmente non andrà così nel prossimo anno. In base alle notizie raccolte e pubblicate da Il Sole 24 Ore gli aumenti dovrebbero oscillare tra l’1,5% e il 3,5%.

Le stime sugli aumenti derivano dal fatto che Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi), qualche mese fa ha dichiarato che vi sarebbe stata una richiesta di aumento dei pedaggi dell’1,5%. Attualmente Autostrade per l’Italia gestisce il 50% della rete italiana si tratta quindi di un importante tratto. Con gli aumenti si dovrà far fronte ai lavori per il miglioramento delle rete, la stessa società ha stimato investimenti nei prossimi 10 anni pari a 21,5 miliardi di euro per l’ammodernamento della rete. Di questi 14,5 miliardi dovrebbero andare alla costruzione di nuove opere tra cui la realizzazione in molti tratti di terze e quarte corsie e della Gronda di Genova.

Anche Savio ha chiesto l’aumento dei pedaggi autostradali

Il secondo gruppo italiano per estensione della gestione della rete è Savio e in questo caso e ha confermato di avere presentato al Ministero una richiesta di aumento dei pedaggi autostradali su tutte le tratte gestite. Gli aumenti richiesti sono differenziati in base alla tratta e non sono stati resi noti i dettagli, ma per la sola tangenziale di Milano l’aumento richiesto è del 3,5%.

Naturalmente il Ministero nel valutare le richieste non potrà non tenere in considerazione i Pef, Piani economici finanziari, presentati dai gestori e di conseguenza l’aumento delle tariffe sembra essere molto probabile anche in vista dell’inflazione elevata che ha portato a un aumento anche dei costi che le società devono sostenere per poter effettuare una corretta manutenzione.

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Conferenza stampa della Meloni, alcune delle risposte più interessanti

La Conferenza stampa della Meloni di fine anno ha chiarito molti aspetti sul suo mandato e sulle intenzioni del Governo per il nuovo anno.

Conferenza stampa della Meloni, la politica interna

Giorgia Meloni ha fatto la sua prima conferenza stampa di fine anno, come capo del Governo. Anche se l’ha ribattezzata “di inizio mandato“, visto che il suo Governo è nato da appena due mesi. Durante la conferenza stampa la Prima Donna Premier d’Italia, ha risposto a tutte le domande, anche in merito all’attualità. Come ad esempio ha specificato che è stato disposto il tampone per chiunque arrivi dalla Cina.

Poi una lunga attenzione alla manovra appena approvata dal Senato. Una legge di bilancio rivolta a famiglie, imprese,giovani ed occupazione. Soddisfatta anche sul piano di Ripresa, anche se dopo la programmazione, occorre che gli obiettivi diventino cantieri. In merito alla riforma del catasto, ha chiarito che è d’accordo per una ri-mappatura degli immobili per conoscere il patrimonio immobiliare italiano. Però ha precisato il suo Governo considera la prima casa un bene sacro, non tassabile e non pignorabile.

Reddito di cittadinanza, impiego e spinta all’occupazione

In merito al reddito di cittadinanza ha detto che occorre cambiare la prospettiva. “Ognuno vorrebbe fare il lavoro dei sogni. Ma è impensabile di rifiutare un lavoro lecito, retribuito e tutelato perché non rispecchia i propri studi. E magari stare a casa e percepire il reddito che deriva dalle tasse pagate da chi ha accettato un lavoro non ideale, ma dignitoso“- ha racchiuso così il suo pensiero.

Anzi il Governo vuole essere propositivo e spingere verso l’impiego. “Se ti metti in gioco, lo Stato te lo riconosce” rivolgendosi agli imprenditori che vogliono assumere. Occorre spingere verso la crescita dell’occupazione, l’aumento delle agevolazioni per chi assume e dà opportunità lavorative. E in questo anche lo Stato non può fare la sua parte.

Toccati anche i temi della legalità e lo scudo penale sui reati fiscali. Giorgia Meloni ha dichiarato di aver basato tutta la sua carriera politica ispirandola a Paolo Borsellino. Pertanto salvare l’ergastolo ostativo è uno degli elementi contro la criminalità organizzata. Lo Stato deve aiutare chi ne ha di bisogno, come nel caso delle cartelle esattoriali. Non ci sono condoni, ma tutti devono avere la possibilità di pagare attraverso le rate anche se maggiorate. L’unico stralcio delle cartelle esattoriali è previsto per quelle sotto i 1000 euro. La gestione di quelle cartelle costa più dello stesso stralcio per lo Stato.

Conferenza stampa della Meloni, le scelte in campo estero

Anche campo estero la Premier è stata chiamata a dare le sue risposte. In merito al Quatar Gate occorre andare in fondo alla questione. Mentre in merito all’Iran ha detto che l’Italia e l’Europa non hanno intenzione di tollerare ancora la pena di morte ad innocenti. Per questo ha invitato a riflette sulla parola libertà che per alcune persone vuol dire rischiare la vita. Ed ancora sul tema dell’immigrazione ha spiegato che l’Italia è la porta del Mediterraneo.

Il suo intento, insieme all’Europa, è quello di creare una collaborazione con i Paesi del Nord Africa per permettere ai migranti di non esserlo e di voler restare nei propri territori. Pertanto, crede si possa ragionare per produrre energia pulita e rinnovabile, tanto al Sud Italia che dal nord Africa, e fare dell’Italia la porta d’ingresso dell’Europa, per tutta l’energia rinnovabile prodotta. L’obiettivo è che l’Italia sarà protagonista della scena europea nel rispetto dei propri confini e della propria storia.

Fatturazione elettronica: ecco chi è obbligato dal 1° gennaio 2023

Chi è titolare di una partita Iva e ha aderito al regime forfetario dal 1° gennaio deve effettuare controlli per valutare se applicare la fatturazione elettronica. Ecco cosa cambia con il nuovo anno.

Fatturazione elettronica per forfetari: a chi si applica? Chi è esente?

Il decreto legge 36 del 2022, convertito in legge 79 del 29 giugno 2022, ha esteso l’obbligo di fatturazione elettronica anche a coloro che hanno aderito al regime forfetario, in precedenza esenti. L’obbligo non è stato esteso a tutti ma coloro che maturano ricavi o compensi superiori a 25.000 euro annui. La norma è entrata in vigore il primo luglio 2022 e i contribuenti, titolari di partita Iva, per valutare se obbligati alla fatturazione elettronica dovevano far riferimento ai ricavi e compensi del 2021. Chi non è rientrato in tale casistica si sta ora chiedendo cosa succederà dal primo gennaio 2023. Cercheremo di capire ora chi è obbligato a utilizzare la fatturazione elettronica dal primo gennaio 2023.

La normativa prevede che chi ha ricavi e compensi inferiori a 25.000 euro sarà sottoposto all’obbligo di fatturazione elettronica a partire dal primo gennaio 2024, fin da ora accenniamo al fatto che il Governo ha più volte sottolineato che potrebbe slittare anche tale termine, ma visto che manca un anno, per ora meglio accantonare questa ipotesi.

Quali contribuenti dovranno applicare la fatturazione elettronica dal primo gennaio 2023?

Chi però ha una partita Iva e ha aderito al regime forfetario opzionale deve stare attento, infatti se anche dal mese di luglio 2022 non ha adottato la fatturazione elettronica in quanto nel 2021 non ha raggiunto la soglia limite dei 25.000 euro, questo non vuol dire che dal mese di gennaio 2023 potrà continuare con la fatturazione cartacea tradizionale. I titolari di partita Iva in regime forfetario al 31 dicembre dovranno controllare i ricavi/compensi prodotti nel 2022. Se questi superano la soglia dei 25.000 euro, se anche a luglio 2022 non sono stati obbligati alla fatturazione elettronica, dovranno adottarla a partire dal mese di gennaio 2023.

Molti hanno il dubbio: visto che la stagione dichiarativa inizia in primavera perché devo anticipare i calcoli? In effetti è come se si dovesse anticipare il calcolo visto che deve essere fatto nel dettaglio per evitare che piccole incongruenze possano determinare sanzioni. Di fatto però per evitare problemi futuri è necessario fare già ora il calcolo dei ricavi/compensi.

Naturalmente devono essere considerate solo le fatture emesse nel 2022.

In realtà in molti non sono concordi con tale interpretazione, ritenendo che invece solo coloro che nel 2021 hanno superato la soglia dei 25.000 euro devono adottare la fatturazione elettronica. Tale intepretazione appare però illogica. Di fatto l’Agenzia delle Entrate non riesce a chiarire i dubbi e molti commercialisti stanno suggerendo ai clienti di giocare d’anticipo evitando problemi in futuro.

Ricordiamo che la fatturazione elettronica è sempre obbligatoria quando ci sono rapporti con la Pubblica Amministrazione. Infine, è possibile delegare la pratica al commercialista oppure procedere in autonomia con un software per la fatturazione elettronica.

Energia: salta il divieto di modifica unilaterale dei contratti. Aumenti in arrivo per molti consumatori

Nei mesi scorsi l’Antitrust ha indagato su fornitori di energia che avevano aumentato le tariffe, ora il Governo, attraverso il decreto Milleproroghe, sconfessa l’autorità garante e ammette la possibilità di aumentare le tariffe in caso di contratto in scadenza. Salta il divieto di modifiche unilaterali dei contratti per la fornitura di energia.

Contratto luce e gas: salta il divieto di modifiche unilaterali. Aumenti nel mercato libero

Il decreto Aiuti Bis varato dal governo Conte aveva introdotto il divieto di modifiche unilaterali alle tariffe di luce e gas proposte dalle società fornitrici. Naturalmente le società fornitrici su questo punto non sono concordi e hanno iniziato una battaglia legale annunciando che non avrebbero rinunciato. Le società Iren, Dolomiti ed Enel hanno già proposto ricorso a Tar e Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha già accolto la richiesta di Iren di sospensione del provvedimento cautelare emesso nei confronti della società in quanto l’interpretazione dell’Antitrust relativa alle norme del decreto Aiuti Bis appaiono eccessivamente penalizzanti per i fornitori di energia.

Sembra infatti illogico il divieto di modifiche unilaterali a scadenza di contratto considerando anche che i clienti che sono ancora nel Servizio Elettrico Nazionale hanno continuato a veder crescere la bolletta avendo come punto di riferimento il costo della materia prima aggiornato costantemente dall’Arera.

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I fornitori per cercare di proteggersi e far fronte al rischio di dover continuare a vendere energia a un prezzo irrisorio rispetto al prezzo corrente hanno introdotto i contratti con PUN, cioè legati al prezzo dell’energia, ma tali contratti possono essere di fatto stipulati solo con i nuovi clienti e questo in forza di un’interpretazione del decreto Aiuti Bis particolarmente restrittiva da parte dell’Antitrust.

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Di fatto il Governo è intervenuto cercando di riportare equilibrio tra le parti, cioè tra consumatori e fornitori.

Cosa prevede il decreto Milleproroghe?

Nel decreto Milleproroghe viene esteso fino al 30 giugno 2023 il divieto di modifiche unilaterali a contratti in corso, quindi fino a scadenza, nonostante l’aumento del costo della materia prima (gas, kWh) non potranno esserci aumenti in bolletta. Tutto cambia però alla scadenza del contratto, in questo caso infatti il fornitore potrà unilateralmente stabilire un aumento delle tariffe. Naturalmente il consumatore non è obbligato ad accettare tale aumento e potrà quindi nel mercato libero cercare un nuovo fornitore che offre condizioni contrattuali più convenienti.

Restano però dei punti fermi, cioè il fornitore prima di procedere all’aumento delle tariffe deve darne un congruo preavviso al consumatore/contraente in modo che possa scegliere una diversa società fornitrice e fare preventivi.

Il rischio secondo molti è che le società possano applicare degli aumenti particolarmente elevati in modo da contrastare anche le perdite subite nei mesi precedenti, quando, in virtù dei contratti bloccati, hanno continuato a fornire energia a prezzi fuori dal mercato. Già nei mesi passati qualche società ha optato per la disdetta dei contratti affermando proprio di non poter più fornire energia ai prezzi del passato, indice che le difficoltà affrontate potrebbero essere tali anche da indurre al fallimento di molte società.

In questa delicata fase di passaggio sono avvantaggiati coloro che non hanno effettuato il passaggio al mercato libero perché Arera ha dichiarato che il prezzo dell’energia elettrica ( non del gas) scende nel mese di dicembre 2022 del 25%.