Anno nuovo 2022, regole nuove e riconferma di vecchie

L’anno nuovo 2022 è appena iniziato. Quindi vediamo tutte le nuove regole che dovremmo rispettare e quelle che sono state confermate.

Anno nuovo 2022, assegno universale e rincaro bollette

L’anno nuovo 2022 porterà con se una serie di nuove regole che saremo costretti a rispettare. Ad esempio, già da oggi si potrà fare richiesta per l’assegno universale unico per i figli a carico. Un assegno che raccoglie tutti gli aiuti per le famiglie e che sarà erogato da marzo 2022. L’incentivo avrà un valore di 176 euro al mese per i figli minorenni e 85 euro per i maggiorenni. A patto che la famiglia abbia un ISEE inferiore a 15.000 euro. Oltre questa soglia, l’assegno scende fino a ridursi a 25 euro se il reddito supera i 40.000 euro.

Mentre tra le brutte notizie che si porta il nuovo anno vi è il caro energia. Le bollette lieviteranno del 55% quelle di energia elettrica e del 41.8% quelle del gas. Dunque le famiglie medie, si troveranno a pagare circa 820 euro in più nel 2022 rispetto all’anno appena concluso, per far fronte a questo aumento. Aumentano anche le pensioni rivalutate del 1,7 % per adeguarle al tasso di inflazione che nel frattempo ha ripreso a crescere.

Anno nuovo 2022, codice della strada e limite contante

Un’altra novità riguarda anche il limite al contante. Infatti la possibilità di poter pagare in contanti scende da 2.000 a 1.000 euro. Una misura che secondo il Governo serve a ridurre le operazioni relative all’evasione fiscale. Mentre nessun vincolo di importo per i pagamenti effettuati con mezzi tracciabili come carte di credito, bonifici, prepagate o strumenti atti a dimostrane la corretta transazione.

Inoltre dal primo gennaio entrano in vigore anche tutte le nuove leggi sul codice della strada. Infatti ci saranno più spazi per le donne in gravidanza e per i disabili che possono parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu. Mentre chi parcheggia nei posti a loro riservati rischia una multa pari a 600 euro e perde 4 punti per la patente. Obbligo di assicurazione anche per gli sciatori e per i più piccoli di indossare il casco.

Le riconferme dello scorso anno

La nuova legge di bilancio ha riconfermato tutti i bonus casa. Tra questi ci sono: il bonus mobili, acquisto prima casa under 36, ristrutturazione, idrico, restauro, facciate. A dire il vero è stato allargato anche il superbonus 110%, anche a villette singole senza tetto massimo di spesa. Inoltre è stato rifinanziato anche il fondo ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. La risorsa finanziaria è pari a 100 milioni di euro. Infine continuerà ad essere presente anche il bonus Renzi (100 euro) se pur con regole differenti.

Tra le riconferme vi è il bonus tv e decoder, la carta docente ed il bonus cultura. Ok anche per il bonus pos fino al 30 giugno 2022 per tutti i pagamenti tracciabili effettuati, sia gli esercenti che i professionisti. Possono fruire di un credito d’imposta fino al 100% (prima era pari al 30%) delle commissioni sostenute per l’utilizzo dei POS.

Mentre per quanto riguarda il mondo delle imprese le agevolazioni per il 2022 prevista la rideterminazione per l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato con il contratto di rioccupazione. Sgravi fiscali anche per le assunzioni under 36, over 50 e femminile.

Tutti i bonus cancellati, almeno per ora

Sono stati cancellati, almeno per ora, e se non ci saranno successivi provvedimenti  i seguenti bonus:

  • affitto;
  • anziani;
  • babysitter;
  • matrimonio;
  • sanificazione;
  • seggiolino;
  • biciclette e monopattini;
  • vacanze;
  • aziende chiuse, anche se a causa della pandemia;
  • bonus spesa.

 

 

 

Superbonus 110%, come si applica lo sconto in fattura?

Quasi la totalità dei bonus edilizi adottano come opzioni per fruire delle agevolazioni fiscali lo sconto in fattura o la cessione del credito di imposta. Nell’ambito del superbonus 110% le due opzioni hanno permesso ai contribuenti di accelerare la domanda di ristrutturazioni edilizie e di riqualificazione degli edifici unifamiliari o di lavori da eseguire sulle parti comuni di un condominio. Dagli ultimi dati disponibili dell’Agenzia delle entrate al 7 novembre 2021, il 99% delle agevolazioni fiscali inerenti il superbonus 110%, il bonus facciate e gli altri bonus edilizi ordinari, ha visto ricorrere agli strumenti dello sconto in fattura o della cessione del credito di imposta.

Sconto in fattura per superbonus 110% e altre agevolazioni edilizie: che cos’è?

La possibilità di utilizzare lo sconto in fattura è stata confermata dalla legge di Bilancio 2022, dopo l’applicazione del beneficio fiscale già negli anni 20200 e 2021. L’articolo 121 del decreto legge numero 34 del 2020 ha previsto, infatti, che per i lavori riportati nel comma 2, ovvero quelli rientranti nel superbonus 110% e negli altri bonus edilizi, sia possibile scegliere uno sconto sul corrispettivo che il contribuente deve pagare a chi svolge i lavori per un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato da chi effettua gli interventi. L’impresa che esegue i lavori può recuperare quanto dovuto sotto forma di credito di imposta, dello stesso importo.

Cosa può fare la ditta che svolge i lavori dello sconto in fattura?

Il fornitore dei lavori può, a suo volta, cedere il credito ad altri soggetti. Il contribuente, invece, può utilizzare lo sconto in fattura (o la cessione del credito di imposta) in alternativa all’utilizzo diretto dell’importo agevolato del superbonus 110% nella dichiarazione dei redditi.

Sconto in fattura sul superbonus 110% e bonus edilizi: cosa cambia con la legge di Bilancio 2022?

La legge di Bilancio 2022 ha confermato il ricorso allo sconto in fattura nei casi di detrazione fiscale del superbonus 110% e degli altri bonus edilizi. In particolare, per le spese edilizie rientranti nel superbonus e nelle ristrutturazioni il contribuente può chiedere al fornitore dei lavori di applicare lo sconto in fattura. Tale sconto si applica sul corrispettivo fino all’importo limite pari al corrispettivo stesso.

Sconto in fattura per il superbonus 110%, può essere anche parziale?

Lo sconto in fattura applicato nei casi di superbonus o degli altri bonus edilizi può essere anche parziale. In tal caso, il contribuente lascia al fornitore dei lavori la possibilità di incassare una parte del corrispettivo in denaro, oltre alla quota che risulta fiscalmente a carico del contribuente. Il contribuente, a sua volta, può detrarre la restante parte del beneficio e può anche cederlo a terzi come credito di imposta.

Sconto in fattura e sconto commerciale nel superbonus 110%: come procedere?

Lo sconto in fattura derivante dalle detrazioni fiscali del superbonus 110% non deve essere confuso dallo sconto commerciale che l’impresa può applicare al corrispettivo. Nel caso dello sconto commerciale, vi è un minor corrispettivo da pagare all’impresa che dunque ricava meno dal lavoro eseguito. L’applicazione dello sconto in fattura non comporta, invece, alcuna riduzione dei ricavi per l’impresa che esegue il lavoro. Si tratta, piuttosto, di una modalità a se stante di pagamento di quanto dovuto. Nel caso dello sconto in fattura, pertanto, non diminuisce il valore della base imponibile. Lo sconto deve essere applicato sul valore totale dell’intervento, comprendendo anche l’Iva.

Come si applica lo sconto in fattura nel caso del superbonus 110%?

Nel caso in cui si richieda lo sconto in fattura per i lavori eseguiti nell’ambito del bonus facciate con il 90% di detrazione fiscale (dal 2022 si applica la detrazione del 60%) su un importo dei lavori di 10 mila euro, l’impresa che esegue i lavori emette fattura per 11 mila euro totali. L’importo deriva dal totale dei lavori (10 mila euro) più l’Iva del 10% (mille euro). Lo sconto in fattura da applicare al totale darà luogo alla detrazione di 9.900 euro, corrispondente al 90% di 11 mila euro. In questo caso, il contribuente dovrà versare all’impresa la quota fiscale che rimane a suo carico, ovvero 1.100 euro.

 

Contributi a tour operator e agenzie di viaggio: per quali spese il credito di imposta del 50%?

Il nuovo decreto del ministero del Turismo ha previsto il contributo a fondo perduto per i tour operator e le agenzie di viaggio. Si tratta di un credito di imposta del 50% su determinate spese digitali legate al turismo che siano state sostenute a partire dal 7 novembre 2021. O per quelle future fino al 31 dicembre 2025. Il massimo del credito di imposta può arrivare al limite dei 25 mila euro. Per la domanda è necessario far riferimento alla piattaforma del ministero del Turismo.

Bonus turismo digitale: le risorse dal 2022 al 2025 per le spese di tour operator e agenzie di viaggio

Per la misura a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator il governo ha stanziato 98 milioni di euro fino al 2025. Le risorse sono state ripartite in questo modo: 18 milioni di euro sono stati messi a disposizione per il 2022; 20 milioni di euro (10 + 10) sono a disposizione per gli anni 2023 e 2024; infine, 60 milioni di euro sono stati stanziati per il 2025. È stata prevista anche una quota del 40% delle risorse spettanti agli operatori turistici che abbiano la sede nelle seguenti regioni:

  • Sicilia;
  • Sardegna;
  • Puglia;
  • Molise;
  • Campania;
  • Calabria;
  • Basilicata;
  • Abruzzo.

Credito di imposta a favore delle agenzie del turismo: i riferimenti normativi

Il credito di imposta a favore dei tour operator e delle agenzie di viaggio è stato previsto al comma 1 dell’articolo 4, del decreto legge numero 152 del 2021. Nei giorni scorsi è arrivato il decreto del ministero del Turismo con la firma del ministro dell’Economia: il provvedimento riporta le modalità operative per la richiesta del bonus del turismo digitale e le modalità di fruizione del credito di imposta.

Chi può richiedere il bonus per le spese digitali entro il 2025?

Il bonus per le spese digitali può essere richiesto dai tour operator e dalle agenzie di viaggio che svolgano la propria attività in base ai seguenti codici Ateco:

  • 79.1, attività delle agenzie di viaggio e tour operator;
  • 79.11, attività delle agenzie di viaggio;
  • 79.12, attività dei tour operator.

 Il credito di imposta derivante dalle spese digitali sostenute dagli operatori sopra riportati, può essere utilizzato direttamente con la compensazione, oppure può essere ceduto. 

Bonus spese digitali agenzie viaggi e tour operator: quali spese sono ammesse?

Le spese sostenute dai tour operator e dalle agenzie di viaggio ammesse al credito di imposta sono:

  • i costi sostenuti per gli impianti Wifi;
  • le spese per i siti online ottimizzati per la navigazione mobile;
  • i costi sostenuti per l’implementazione di programmi e piattaforme informatiche necessarie per vendere direttamente i servizi turistici e i pernottamenti;
  • i costi inerenti gli spazi e la pubblicità per promuovere e commercializzare i servizi turistici e i pernottamenti sui portali e sulle piattaforme informatiche specializzate. Tali piattaforme possono essere gestite anche da agenzie di viaggio o da tour operator;
  • spese sostenute per le consulenze inerenti la comunicazione e il marketing digitale;
  • i costi per gli strumenti di promozione digitale a favore di proposte e di offerte innovative che abbiano come tema quello dell’inclusione e dell’ospitalità di persone affette da disabilità;
  • le spese sostenute per la formazione dei titolare dell’agenzia di viaggio o del tour operator o dei suoi dipendenti.

Spese digitali ammesse al fondo perduto turismo: come utilizzare il credito di imposta?

La misura a favore delle agenzie di viaggio e dei tour operator per le spese digitali produce un credito di imposta del 50% fino al limite dei 25 mila euro. Il credito di imposta si può utilizzare in compensazione, mediante modello F24, solo nell’anno susseguente a quello nel quale sono state realizzate le spese ammissibili. Sul credito di imposta non sono previsti i limiti di cui parla il comma 1, dell’articolo 34, della legge numero 388 del 2000 e quelli del comma 53, dell’articolo 1 della legge numero 244 del 2007. Il credito di imposta maturato è cedibile, in toto o solo in parte, e chi lo riceve ha la facoltà di cederlo a sua volta ad altri soggetti, incluse le banche e gli altri intermediari finanziari.

Bonus spese digitali per agenzie di viaggio e tour operator: come presentare la domanda?

Agenzie di viaggio e tour operator ammessi al bonus sulle spese digitali della misura del ministero del Turismo possono presentare domanda esclusivamente in via telematica. Sarà lo stesso ministero del Turismo che metterà a disposizione una piattaforma ad hoc per inoltrare la richiesta del credito di imposta. Si attende, dunque, un nuovo provvedimento del ministero del Turismo che disciplini le modalità e i tempi per presentare l’istanza.

Domanda bonus spese digitali per agenzie di viaggio e tour operator: conta l’ordine cronologico di arrivo delle istanze

Tra i requisiti della domanda del bonus delle spese digitali delle aziende del turismo, è necessario sottolineare che le istanze verranno accolte secondo l’ordine cronologico di arrivo. Il ministero del Turismo provvederà al controllo del possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi delle imprese richiedenti. Gli stessi requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione dell’istanza e devono essere mantenuti fino a cinque anni dopo la concessione del beneficio fiscale.

Quali sono i vincoli di agenzie viaggio e tour operator nella richiesta del bonus spese digitali?

Agenzie di viaggio e tour operator sono tenuti a osservare determinati vincoli nella richiesta del bonus sulle spese digitali. Infatti, le attività o gli interventi realizzati e rientranti tra le spese ammissibili devono riguardare una sede operativa e attiva in Italia. Il decreto richiede inoltre che nella scheda del progetto degli interventi da realizzare debba essere contenuta una descrizione dettagliata degli interventi rientranti nell’agevolazione. Il progetto stesso deve essere corredato obbligatoriamente dalla relazione tecnica.

Bonus spese digitali turismo, entro quando devono essere iniziati gli interventi?

Gli interventi rientranti nel bonus devono essere avviati entro il limite temporale di un anno dalla data nella quale il ministero del Turismo pubblica sul proprio sito le agenzie viaggi e i tour operator ammessi al contributo. Gli interventi, inoltre, devono essere ultimati entro il termine di 12 mesi dall’inizio dei lavori. Si può ottenere una proroga della scadenza, ma è necessario presentare apposita richiesta.

Legge di Bilancio 2022: confermati i bonus Ricerca e Sviluppo

La legge di bilancio 2022 approvata in modo definitivo dalla Camera ed entrata in vigore, conferma il Bonus Ricerca e Sviluppo, ma con qualche novità importante.

Cos’è il Bonus Ricerca e Sviluppo

Il Bonus Ricerca e Sviluppo consiste in un credito di imposta in favore di imprese residenti nello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Il bonus viene riconosciuto indipendentemente dalla forma dell’impresa (individuale, società di persone o di capitali) e dal ramo in cui l’azienda opera, quindi anche le aziende agricole possono ottenere il credito di imposta, in particolare nel caso in cui sono impegnate nelle ricerche relative a nuove varietà vegetali.

Cosa prevede la legge di bilancio 2022

Quello che cambia con la legge di bilancio 2022 sono gli importi riconosciuti. Fino al 31 dicembre 2022 viene riconosciuto un credito di imposta pari al 20% di quanto effettivamente speso per la ricerca e lo sviluppo con un ammontare massimo di spesa di 4 milioni di euro. Dal 1 gennaio 2023 invece il credito di imposta riconosciuto è pari al 10%, ma con un limite di spesa massimo di 5 milioni di euro. Tale regime resterà in vigore fino 31 dicembre 2031, si tratta quindi di una proroga abbastanza lunga.

Diversi sono invece gli importi riconosciuti per gli investimenti in innovazione tecnologica, in questo caso il credito di imposta è del 10% fino al 31 dicembre 2023 su un importo massimo di spesa di 2 milioni di euro. Dal 1 gennaio 2024, fino al 31 dicembre 2031 il credito di imposta scende al 5%.

Più elevati sono invece gli importi riconosciuti per la transizione ecologica 4.0, in questo caso fino al 31 dicembre 2022 si può ottenere il 15% su un importo massimo di spesa di 2 milioni di euro, mentre dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 il credito di importa è del 10% su una spesa massima di 4 milioni di euro, infine, fino al 31 dicembre 2025 gli importi per i processi di transizione ecologica 4.0 sono del 5% su una spesa massima di 4 milioni di euro.

Nella legge di bilancio 2022 si conferma anche il bonus per design e ideazione estetica. In questo caso è possibile beneficiare di un credito di imposta del 10% fino al 31 dicembre 2023 e del 5% fino al 31 dicembre 2025.

Le spese ammesse al credito di imposta per il bonus Ricerca e Sviluppo

Per poter ottenere il credito di imposta è necessario avere la documentazione inerente le spsese sostenute. Si possono allegare spese inerenti:

  • costo del personale dedito a ricerca e sviluppo. Deve trattarsi di ricercatori e tecnici abilitati con contratto di lavoro subordinato o autonomo, oppure contratto di diversa natura purché le attività poste in essere siano di ricerca;
  • quote di ammortamento, canoni di locazione e altre spese relative a beni mobili e software da utilizzare nell’ambito della ricerca e dello sviluppo;
  • spese di ricerca extra muros (affidate quindi a laboratori esterni che si occupano di ricerca);
  • costi inerenti l’acquisto presso terzi di licenze d’uso, brevetti, privative industriali;
  • spese per consulenze;
  • costi sostenuti per materiali inerenti inerenti il settore ricerca e sviluppo.

Per conoscere i vari bonus relativi al piano di Transizione 4.0, leggi l’articolo: Piano di Transizione 4.0 per Ricerca e Sviluppo: come accedere ai fondi

Sconti d’inverno, al via dal 2 gennaio per alcune Regioni

Arrivano gli sconti d’inverno già da oggi 2 gennaio per alcune regioni. Il calendario completo e le speranze dei commercianti.

Sconti d’inverno, da oggi 2 gennaio in Sicilia e Basilicata

E’ il momento più atteso dagli amanti dello shopping di tutta Italia. Ma anche per i commercianti che approfittano degli sconti per aumentare il volume delle vendite. Tuttavia si stima un giro di affari pari a quattro miliardi di euro. A dire il vero alcuni negozi si stanno portando avanti con promozioni spesso dedicate ai clienti fidelizzati. L’abbigliamento, soprattutto quello griffato, e le scarpe rimangono gli articoli più ambiti.

Anche se già da novembre ci si muove in questa direzione. Prima tra tutte le promozioni, vi è stata la settimana del black friday e del cyber monday, anche se più legato al mondo degli acquisti online. Mentre da poco si è conclusa la corsa dei regali in occasione del Natale. Ma tutti pongono grossa fiducia sull’apertura ufficiale dei saldi.

Il calendario per singola Regione

Da oggi 2 gennaio 2022 sono le Regioni di Sicilia e Basilicata a iniziare la stagione degli sconti d’inverno. Mentre da lunedì 3 gennaio sarà la volta della Valle d’Aosta. Infine per tutte le altre regioni, il giorno stabilito sarà mercoledì 5 gennaio, il giorno prima dell’Epifania.

Il periodo di sconti, come di consueto, finiranno i primi giorni di marzo. Dopo di cio’, i negozi si riempiranno della nuova stagione primavera/estate. E dovremmo aspettare il mese di luglio per dare il via ai nuovi sconti per questa stagione, del resto ogni anno è sempre così. Tuttavia il periodo degli sconti rappresentano sempre un momento molto atteso sia dai consumatori che dai negozianti, che spero di incrementare così le vendite.

Sconti d’inverno, le aspettative per i prossimi giorni

La partecipazione non sarà certo quella degli anni scorsi, sia per quanto riguarda il 2019 e il 2020. Tempi in cui avevano fatto buoni affarai, in questo periodo, circa il 48% dei consumatori. Ma c’è fiducia, e ci si aspetta dei buoni volumi di compravendite e di miglioramento del settore della vendita al dettaglio.

Secondo la Confesercenti saranno circa quattro italiani su 10 ad approfittare degli sconti di inizio anno, circa il 39% degli italiani. Per un budget a persona di circa 150 euro. Mentre Confcommercio stima in  4,2 miliardi di euro, l’equivalente di 120 euro a persona. Si tratta comunque di numeri ancora lontani da quelli pre-crisi, ma che rappresentano un segnale di ripresa. Pertanto metteranno mano al portafogli molti italiani nella speranza che anche i commercianti possano riprendere una boccata d’ossigeno.

Sismabonus, nella nuova versione i limiti di spesa sono più alti del 50%

La legge di Bilancio 2022 ha prorogato fino a tutto il 2024 il sismabonus. La misura edilizia, rivista dal nuovo impianto normativo, rafforza i limiti di spesa che diventano più alti del 50%. L’agevolazione fiscale è contenuta nelle misure antisismiche e le opere di messa in sicurezza statica degli edifici situati nelle zone sismiche 1, 2 e 3. A seconda dei casi, il bonus spetta nella misura del 50%, del 70%, del 75%, dell’80% e dell’85%. Può essere applicato il super sisma bonus con la detrazione del 110% a partire dal 1° luglio 2020. In questo caso le scadenze risultano diversificate a seconda delle situazioni.

Sismabonus, che cos’è?

Il sismabonus è la misura che consente di ottenere la detrazione del 50% su un ammontare massimo di spesa per interventi edilizi di 96 mila euro. Il limite vale per ciascuna unità abitativa e per ogni anno. Fino al 31 dicembre 2024 la detrazione deve essere ripartita per 5 quote per ogni anno dello stesso importo. La detrazione più consistente, del 70% o dell’80%, si può ottenere per gli interventi di riduzione dei rischi sismici di 1 o 2 classi. Più alti sono i benefici (80% o 85%) per gli interventi nelle parti comuni di un edificio condominiale.

Super sisma bonus, quando si applica la detrazione del 110%?

Dalla ricostruzione partita dopo il terremoto del 2016, deriva il super sisma bonus con detrazione fino al 110%. In particolare, il comma 8 ter aggiunge all’articolo 119 del decreto legge numero 34 del 2020 gli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da terremoti che si sono verificati a partire dal 1° aprile 2009 e dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, la detrazione spettante è pari al 110%. Le relative spese devono essere sostenute entro il 31 dicembre 2025.

Il rafforzamento del super sisma bonus: aumento del limite di spesa del 50%

La proroga operata della legge di Bilancio 2022 fino a tutto il 2025 del super sisma bonus è in vigore sia per le abitazioni unifamiliari che per i condomini. il comma 4 ter dell’articolo 119 del decreto “Rilancio” prevede inoltre l’aumento delle spese edilizie antisismiche del 50% di quanto previsto dal superbonus 110%. Tali limiti di spese si riferiscono non solo agli interventi antisismici, ma anche a quelli relativi all’efficienza energetica.

Quando si possono detrarre più spese antisismiche e lista dei Comuni interessati

Il limite rafforzato si può applicare nel caso di interventi di ricostruzione di edifici che abbiano subito danni sismici in determinati Comuni. La lista dei Comuni interessati si può trovare:

  • in allegato al decreto legge numero 189 del 2016;
  • nel decreto legge numero 39 del 2009;
  • sugli immobili per i quali è stata redatta la scheda AeDes per  Comuni fuori cratere. L’edificio deve, dunque essere stato dichiarato inagibile e tale inagibilità deve essere diretta conseguenza dell’evento sismico;
  • la lista dei Comuni interessati dagli eventi sismici accaduti dopo l’anno 2008 con conseguente dichiarazione dello stato di emergenza.

Proroga super sisma bonus generico per persone fisiche e condomini

L’ultima proroga del super sisma bonus riguarda tutti, sia le persone fisiche che i condomini. Gli immobili devono essere situati nei Comuni delle zone 1, 2 e 3. La misura prevede, per i condomini, i mini condomini, ovvero le persone fisiche unico proprietario o comproprietari fino al limite di 4 unità, le associazioni di volontariato (Adv), le Onlus, le associazioni di promozione sociale, l’applicazione della detrazione fiscale del 110% fino al 31 dicembre 2023. Successivamente, la detrazione scende al 70% (nel 2024) e al 65% (nel 2025).

Persone fisiche, quali agevolazioni fiscali sismabonus per gli interventi del 2022?

Per le persone fisiche che svolgano interventi antisismici su villette unifamiliari o su unità funzionalmente autonome le detrazioni spetteranno per i lavori svolti durante tutto il 2022. Tuttavia, è necessario che al 30 giugno 2022 sia stato raggiunto almeno il 30% dello stato di avanzamento dei lavori. Per svolgere questi lavori non vi sono limiti di reddito e non è necessario presentare il titolo edilizio.

 

Le 10 professioni più richieste, dalle aziende, nel 2021

Le 10 professioni più richieste nel 2021 sono principalmente legate al settore informatico ed hi-tech, tutta la classifica completa.

 Il podio delle professioni più richieste del 2021?

E’ indubbio che il mercato del lavoro è notevolmente cambiato. Questo si deve a due fattori che potremmo definire legati. Il primo è la presenza della pandemia da Covid-19 che ha favorito la nascita e l’implementazione nel mercato del lavoro del così detto smart-working. E l’altro fattore strettamente legato che è quello della digitalizzazione di tutto il sistema produttivo, ma della vita privata di ognuno di noi.

Per questo motivo si è stilato nel 2021, una lista dei lavori che sono maggiormente richiesti dalle aziende in quest’anno di cambiamento. Al primo posto vi è lo sviluppatore front end. Si tratta di un programmatore specializzato nello sviluppo della parte front end si siti internet ed applicazioni web. Grazie ai linguaggi i programmazione come HTML, CSS, e JavaScript, riesce a creare il design di una pagina webe codifica tutti gli elementi con cui  l’utente interagisce e che quindi vede.

Il secondo è occupato dal Software e java engineer. E’ un professionista che si occupa dei processi produttivi e delle metodologie di sviluppo finalizzate alla realizzazione di sistemi software. Possiamo definire suo sottoinsieme il java engineer, perché il suo programma di utilizzo è solo il java. Infine completa il podio il project manager IT. E’ il responsabile dei progetti informatici di una società. Inoltre si occupa di pianificare, gestire e supervisionare i progetti informatici, coordinando il lavoro in team, al fine di raggiugere gli obiettivi prefissati.

 

Software engineer- Foto: Pixabay

Ingegneri e specialisti al quarto e quinto posto

Al quarto posto delle 10 professioni più richieste vi è l’ingegnere di sistema. Fa sempre parte dell’ingegneria, ma si focalizza sullo sviluppo e organizzazione di sistemi artificiali complessi. Riunisce in un unico processo di sviluppo strutturato diversi singoli sistemi, che spesso attingono a diverse specialità o discipline.

Mentre al quinto posto ci sono gli specialisti dell’e-commerce. E’ un professionista che si occupa di studiare, progettare e realizzare delle strategie e soluzioni innovativa di vendita online. Le aziende si affidano a queste figure per potenziare magari la vendita dei loro prodotti sul web. E se si considera che rispetto agli altri anni, si registrano vendite su questo canale, in alcuni settori triplicate, si può capire perché è in crescita la richiesta di questi specialisti.

Giro di boa per la classifica delle 10 professioni più richieste

Tra le professioni più richieste, ci sono anche gli specialisti commerciali e di marketing online. Sono lavoratori autonomi che entrano nelle aziende e le cambiano, migliorando i punti che non vanno, dopo un’attenta analisi. Ma non solo si occupano anche di definire i piani di produzione a breve e medio/lungo termina, pianificano la gestione del lavoro, l’ottimizzazione delle risorse, la gestione degli ordini, il monitoraggio dell’intero processo commerciale di un prodotto o servizio.

Cresce anche la richiesta di tecnici  elettromeccanici che si occupano della manutenzione degli impianti e dei macchinari di produzione. In altre parole si occupano di controllare il funzionamento dei macchinari, prevenire eventuali gusti ed intervenire in caso di anomalie. Gli elettromeccanici si condividono il settimo posto con i cuochi. Tutt’altro settore rispetto a quello informatico, ma fortemente in incremento, dovuto all’aumento del food delivery. Si tratta di più del 59% di crescita del mercato dei cibi direttamente consegnati a casa. Complice la pandemia e le restrizioni, questo mercato ha avuto un boom senza precedenti.

Cuoco- Foto: Piaxabay

Gli ultimi posti della classifica

Chiudono la classifica delle 10 professioni più richieste nel 2021, gli assemblatori di schede e circuiti elettronici, gli addetti ai robot di saldatura e gli esperti di controllo della qualità. Ebbene, gli assemblatori di schede e circuiti elettronici, si occupano del montaggio accurato dei componenti elettronici sui circuiti stampati. Se si considera che qualsiasi oggetto elettronico, contiene al suo interno una scheda di questo tipo, si capisce la crescita di questa figura professionale. Ormai tutto nella vita, o quasi, è elettronico.

Mentre l’addetti ai robot di saldatura lavora sul posizionamento e movimentazione dei pezzi su dime di saldatura. Inoltre si occupa del controllo visivo e/o dimensionale del pezzo lavorato. Ma anche di rimozione e imballaggio dei pezzi saldati. Ed infine registrazione a bordo macchina di avvio produttivo, eventuali fermi e produzione realizzata.

Infine troviamo gli esperti di controllo della qualità. Il controllo della qualità è parte del sistema di gestione della qualità di prodotti e servizi. Tuttavia mia a soddisfare i requisiti della qualità, all’interno di un’azienda. Si riferisce alle varie fasi di ispezione, test e verifiche atte a determinare il soddisfacimento di standard di qualità. Ad esempio la norma ISO 9001 definisce i requisiti minimi che il Sistema di Gestione per la Qualità di una organizzazione deve dimostrare di soddisfareper garantire il livello di qualità di prodotto e servizio che dichiara di possedere con sé stessa e con il mercato. Chissà l’anno prossimo quali saranno state le professioni più richieste del 2022.