Codice degli appalti pubblici: tutte le novità per le imprese

Uno dei problemi dell’Italia è sicuramente la lentezza burocratica e il nuovo Codice degli appalti pubblici, divenuto ormai legge, cerca di contrastare proprio questo fenomeno. In base alle prime dichiarazioni per ogni appalto pubblico si dovrebbero risparmiare dai 6 mesi a un anno, ma ecco le principali novità nel settore.

Nuovo Codice degli appalti pubblici: affidamento diretto per il 98% degli appalti

La parola d’ordine del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, è semplificazione e la stessa arriva soprattutto dalla possibilità di procedere all’affidamento dei lavori senza gara d’appalto per il 98% degli appalti e questo non vorrà dire minore trasparenza.

Il nuovo regolamento degli appalti pubblici è immediatamente applicabile e questa è la prima novità significativa, infatti non decorrono i canonici 60 giorni generalmente previsti.

Gli obiettivi principali delle nuove norme sono:

  • tempestività;
  • miglior rapporto qualità/prezzo;
  • rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza.

Le principali novità per le imprese che partecipano ad procedure di affidamento lavori pubblici

Vediamo in sintesi cosa cambia per le imprese che vogliono partecipare a procedure per l’affidamento di lavori o servizi:

  • È previsto l’affidamento diretto obbligatorio per tutti gli appalti di valore inferiore a 150.000 euro.
  • I piccoli comuni potranno procedere ad affidamenti diretti per appalti di valore fino a 500 mila euro, questo implica che non sarà più necessario effettuare la trafila prevista per le stazioni appaltanti qualificate.
  • per gli appalti fino a un milione di euro è prevista la procedura negoziata senza bando con invito a presentare offerte a 5 imprese;
  •  appalti da 1 fino a 5,38 milioni di euro è prevista la procedura negoziata senza bando e almeno 10 inviti a presentare un’offerta.
  • Per gli appalti di valore sotto soglia, 5,3 milioni di euro, le stazioni appaltanti seguendo il principio di rotazione potranno scegliere se optare affidamenti diretti o procedure negoziate.

Si è detto che uno degli obiettivi principali della nuova normativa è ridurre i tempi di appalto ed esecuzione dei lavori, proprio per questo motivo la nuova normativa prevede la possibilità di procedere ai subappalti a cascata, quindi l’impresa che ha l’appalto può a sua volta commissionare parti di lavori ad altre imprese. Con lo stesso obiettivo, a cui si aggiunge anche la necessità di ottenere un buon rapporto qualità-prezzo, rientra in vigore l’appalto integrato che prevede la possibilità di affidare l’incarico non solo esecutivo, ma anche di progettazione basato su un documento di fattibilità tecnico-economica approvato .

Minori responsabilità per i funzionari nel Codice dei contratti pubblici

Naturalmente snellendo le procedure è insito il rischio di “errore” ecco perché i funzionari sono sollevati, con il nuovo codice degli appalti pubblici, da colpa grave nel caso in cui nell’esercizio delle funzioni abbiano comunque seguito giurisprudenza o pareri dell’autorità.

Piccoli cambiamenti vi sono anche nel caso in cui sia convocata la conferenza dei servizi, infatti nel caso in cui uno degli enti coinvolti esprima un parere negativo su una determinata opera, dovrà anche proporre una soluzione alternativa rispetto alla stessa. Viene quindi depotenziato il veto al fine di superare il dissenso soprattutto se espresso in maniera ideologica.

Il nuovo codice degli appalti tra le varie misure prevede anche una sorta di tutela premiale per le aziende italiane, ma solo nel caso in cui sia necessario tutelare le imprese/aziende da concorrenza sleale.

Infine, dal primo gennaio 2024 sarà attiva la banca dati nazionale.

Decreto bollette 2023, tutti gli aiuti per le famiglie e le imprese

Decreto bollette 2023 approvato per famiglie ed imprese almeno per altri tre mesi. Tutte le novità che riguardano le bollette di gas e luce.

Decreto bollette 2023, nuovi aiuti disponibili

Le bollette di gas ed energia elettrica sono sempre  una spesa che grava sul bilancio di famiglie ed imprese. A pochi giorno dalla scadenza dei precedenti aiuti, prevista per il 31 marzo 2023, arriva il rinnovo. Infatti è approvato dal Consiglio dei ministri il decreto bollette 2023 che prevede aiuti per le famiglie e le imprese, contro il caro energia. Per queste misure sono a disposizione 4.9 miliardi di euro. Tra le misure approvate ci sono:

  • l’Iva al 5% sul gas, estesa anche per il teleriscaldamento e l’energia termica prodotta con l’uso del metano;
  • azzerati anche i costi di oneri di sistema sulle bollette, ma solo per il gas.

In considerazione della riduzione dei prezzi del gas naturale all’ingrosso il contributo introdotto a favore dei consumatori fino a 5.000 metri cubi è confermato solo per il mese di aprile e sarà in misura ridotta (pari al 35% del valore applicato nel trimestre precedente).

Decreto bollette 2023, prorogato anche il bonus sociale

E’ stato anche approvato il bonus sociale per le famiglie che hanno un valore ISEE fino a 15 mila euro. Quindi per le famiglie che hanno redditi svantaggiati lo sconto sarà direttamente diminuito in bolletta. Se si hanno almeno 4 figli a carico l’asticella ISEE si eleva a 20 mila euro. Sono, infine, agevolati i titolari di Reddito di Cittadinanza (Rdc) o Pensione di cittadinanza (Pdc). Questa misura però è stata prorogata per altri tre mesi, fino al 30 giugno.

In presenza dei requisii l’INPS invia i dati del nucleo familiare al Sistema Informativo integrato. Gli operatori ricevono le informazioni per riconoscere il bonus in bolletta. Per conservare la continuità dell’agevolazione è necesario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica almeno un mese prima della scadenza del bonus precedente.

Infine arriva la novità del nuovo incentivo al risparmio energetico per tutti i cittadini, senza limiti di reddito. Dal primo ottobre al 31 dicembre 2023 sarà erogato un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento, una quota fissa in base alle zone climatiche

Le misure per le imprese

Le imprese potranno invece continuare a beneficiare fino al 30 giugno dei crediti d’imposta al 40% e al 45% se nel primo trimestre del 2023 hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019.

Per l’anno di imposta 2022 gli imprenditori agricoli che producono e cedono energia fotovoltaica è garantita, per la parte ceduta, un regime di tassazione più favorevole basato sul minor valore tra il prezzo medio di cessione dell’energia elettrica, determinato dall’Arera e il valore di 120 euro/MWh.

 

 

 

 

Bonus trasporti 2023, viaggiare gratis se si hanno questi requisiti

Bonus trasporti 2023 può essere richiesto entro il 31 dicembre 2023, ma solo se si hanno dei requisiti. Ecco quindi come funziona e chi può  richiederlo.

Bonus trasporti 2023, incassata l’approvazione

Muoversi gratuitamente è un grande risparmio per le famiglie. Sia che si è lavorato che studenti, risparmiare sugli spostamenti è una buona agevolazione. Anche perché è possibile lasciare la macchina a casa e muoversi con i mezzi. Un’azione che oltre a far risparmiare con meno spese sul portafoglio, permette di anche di rispettare l’ambiente e inquinare meno. E si perché senza le piogge, alcune città hanno davvero un’aria irrespirabile.

Il Governo ha approvato il bonus trasporti anche per l’anno 2023. Il Decreto è stato firmato dai ministri Giorgetti, Calderone e Salvini. In particolare sono stati stanziati circa 100 milioni di euro, quindi c’è davvero spazio per tutti. Il contributo, già nelle scorse edizioni, ha trovato il favore da parte di molti utilizzatori. Il contributo ha un importo massimo pari a 60 euro. Si potrà quindi viaggiare gratis tramite il trasporto pubblico locale, interregionale e regionale e per il servizio di trasporto ferroviario nazionale.

Il requisito reddituale, ma nessuna età richiesta

Possono usufruire del decreto trasporti 2023, tutti coloro che hanno un reddito complessivo inferiore a 20 mila euro. La domanda dovrà essere presentata entro il 31 dicembre 2023, sul portale dedicato sul sito del Ministero dei trasporti. Il bonus si può chiedere per sé stessi o per un beneficiario minorenne a carico. Ad esempio può richiederlo un genitore per il figlio minorenne. Inoltre il richiedente deve accedere con SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE) e indica il codice fiscale del beneficiario.

Tuttavia si tratta di un piccoli aiuto, ma può essere davvero importante per le fasce di reddito più basse o anche per tutti i nuclei familiari numerosi. Perché per lavorare o andare a scuola, soprattutto nelle grandi città, i mezzi pubblici sono davvero fondamentali. Il Presidente di Assoutenti, Furio Truzzi: “In base agli ultimi dati Istat, ogni giorno 26,8 milioni di italiani usano mezzi di trasporto per recarsi a scuola o a lavoro, il 45,4% della popolazione residente. Di questi, 5,4 milioni fanno ricorso al trasporto pubblico. In particolare 1,2 milioni usano il treno, 1,9 milioni tram e bus, 807mila la metro e 1,5 milioni pullman o corriere”.

Dai dati di capisce l’importanza della misura un pò per tutti. Infatti non è richiesto alcun limite di età, quindi potrebbero utilizzarlo anche i pensionati, magari per fare la spesa o per andare a trovare figli e nipoti. E’ anche possibile controllare nel sito tutte le società aderenti all’iniziativa locale.

 

 

 

Pignoramento pensione, limiti 2023 aggiornati

Il pignoramento della pensione è una particolare forma di pignoramento presso terzi. Siccome l’assegno pensionistico viene utilizzato anche per beni essenziali alla sopravvivenza, sono previsti dei limiti al pignoramento delle somme, gli stessi sono di anno in anno adeguati. Ecco i nuovi limiti per il 2023.

Pignoramento della pensione: cos’è?

Il pignoramento presso terzi è disciplinato dall’articolo 543 del codice civile che prevede il riconoscimento del diritto di un soggetto creditore di aggredire i beni del debitore sebbene gli stessi siano nella disponibilità di terzi soggetti. Con il pignoramento della pensione, l’ente previdenziale riceve da qualsiasi creditore, quindi Agenzia delle Entrate, ma anche banche e privati, un atto del giudice che dispone il pignoramento della quota della pensione. L’ente previdenziale a quel punto prima di erogare gli importi al pensionato, deve versare la quota all’ente creditore.

Si sottolinea che il pignoramento della pensione può essere disposto solo dal giudice.

In alternativa è possibile rivolgersi, sempre dietro provvedimento del giudice, alla banca o alla posta, in questo caso la pensione viene aggredita dopo che è stata erogata al titolare e quindi è l’istituto di credito presso il quale si riceve la notifica a dover provvedere.

Disciplina pignoramento pensione 2023: limiti

In base alla normativa la pensione non può essere oggetto di pignoramento nella sua totalità, vi è una quota non aggredibile, la stessa corrisponde, in base al decreto Aiuti bis – decreto legge 9 agosto 2022 n. 115, a due volte la pensione minima. Di anno in anno quindi il limite cambia, siccome per il 2023 l’assegno minimo è di importo pari a 503,27 euro, la quota non aggredibile è 1.006,54 euro.

Questo non vuol dire che l’importo rimanente può essere pignorato nella sua totalità, su tale quota infatti è possibile “prelevare” il 20%.

Il limite cambia nel caso in cui vi siano più creditori, in questo caso la quota non pignorabile è pari 1,5 volte rispetto all’assegno sociale, mentre la rimanente parte può essere utilizzata per il pignoramento della pensione fino al 40%.

Pignoramento pensione 2023 dall’Agenzia delle Entrate

I limiti sono diversi nel caso in cui il pignoramento della pensione sia effettuato da parte dell’Agenzia delle Entrate. In questo caso si applicano percentuali che variano in base all’importo dell’assegno pensionistico.

  • 1/10 per assegno di importo fino a 2.500 euro;
  • 1/7 per importi compresi tra 2.500 euro e 5.000 euro;
  • 1/5 per importi superiori a 5.000 euro.

Leggi anche: Pignoramento della pensione di invalidità, è possibile?

Decreto concessioni approvato, dal superbonus al decreto bollette

Decreto concessioni approvato, dal superbonus al decreto bollette, passando per gli aiuti per le famiglie e le imprese, tutte le novità

Decreto cessioni approvato, riaprono le cessioni dei crediti edilizi

Non passa giorno che non ci siano novità sul superbonus o sui bonus edilizi in generale. Dopo l’approvazione del decreto cessioni avvenuta ieri sera dalla Commissione Finanze, ecco tutte le ultime novità. Le detrazioni fiscali legati al superbonus possono essere spalmate in 10 anni, per favorire le famiglie con i redditi più bassi. Quindi la possibilità di utilizzarli con la dichiarazione dei redditi.

Anche le banche e le assicurazioni hanno dato la loro disponibilità all’acquisizione dei crediti edilizi, dopo il blocco della cessione dei crediti e sconti in fattura voluto dal Governo. Ma potranno utilizzarne una parte per sottoscrivere emissioni di BTP con scadenza non inferiore a 10 anni. Inoltre il decreto cessioni proroga al 30 settembre la chiusura dei lavori del superbonus 110% per  le villette  o case unifamiliari. Mentre slitta al 30 novembre la scadenza per la comunicazione da inviare all’Agenzia delle entrate per spese effettuate nel 2022, pagando una sanzione di 250 euro.

Decreto cessioni approvato, la piattaforma per l’acquisto dei crediti

Il Decreto concessioni approvato prevede anche altre novità. La principale novità per smaltire i 19 miliardi di crediti incagliati è la costituzione di una piattaforma. Gli enti preposti potranno comprare i crediti da cittadini ed imprese, per poi rivenderli o gestirli. La piattaforma verrebbe gestita da Enel X in accordo con altre società pubbliche e private. Enel X è la società del Gruppo Enel che fornisce prodotti e servizi innovativi al servizio della trasformazione energetica a livello domestico, cittadino e industriale, in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Tutti gli altri previsti per le imprese e famiglie

In rotta di lancio anche il nuovo decreto bollette, in vista della scadenza della scorsa misura per il 31 marzo 2023. Tuttavia il Governo ha manifestato la volontà di voler rifinanziare il bonus sociale per le famiglie con Isee fino a 15 mila euro, anche per il prossimo trimestre. Inoltre prevista anche la proroga fino a fine giugno dell’iva al 5% e l’azzeramento degli oneri di sistema sul gas. Per quanto riguarda le imprese, è previsto il credito d’imposta, ma solo al superamento del limite di prezzo, che potrebbe essere fissato in 70 euro al megawattora.

Novità previste anche per sconti e promozioni tanto care ai consumatori. In particolare verrà tolto alle Regioni il potere di decidere come e quando avviarli. Infatti gli sconti potranno essere gestiti in autonomia. In sostanza potrebbero quindi essere disponibili anche tutto l’anno. Infine in arrivo anche un nuovo pacchetto tributario con proroga a settembre per sanare liti e dichiarazioni errate.

Al vaglio anche il decreto sulla concorrenza che prevede l’obbligo di utilizzo di contatori intelligenti per il risparmio energetico. Ma anche per adeguarsi alle nuove norme europee anche per quanto riguarda la casa green, su cui spinge molto l’Unione Europea. Mentre per i venditori ambulanti, arriva la possibilità di assegnazione tramite gare, per non incorrere in infrazioni europee, cambiando la procedura fino ora applicata in Italia. Per quanto riguarda il PNRR a breve sono previste delle novità per la gestione dei fondi.

Codice di condotta telemarketing approvato dal Garante Privacy. Novità

Il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato il codice di condotta per il telemarketing e teleselling. Ecco le principali novità che hanno ottenuto il via libera del Garante Privacy.

Cos’è il codice di condotta telemarketing e teleselling?

Il codice di condotta per il telemarketing e il teleselling è stato messo a punto da associazioni di committenti, call center, associazioni di consumatori, teleseller, provider, si tratta di una sorta di codice di autoregolamentazione del settore che sarà applicato dai soggetti che decidono di aderire. L’adesione a tale codice di condotta è su base volontaria, ma visto l’ampio consenso ottenuto, si può ipotizzare che sia un ottimo strumento per il contrasto al telemarketing selvaggio che spesso annoia e infastidisce i consumatori. Deve infatti essere sottolineato che non sembra aver funzionato bene il registro delle opposizioni che prevede la possibilità per gli utenti di iscrivere il proprio numero di telefono nell’elenco dei soggetti che non vogliono essere contattati da call center a fini promozionali.

Cosa prevede il codice di condotta telemarketing e teleselling?

In base alle disposizioni che hanno ricevuto il via libera da parte del Garante Privacy, le società che aderiscono si impegnano ad adottare misure volte a garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati raccolti lungo tutta la “filiera” del telemarketing, quindi “ dal contatto al contratto”. Una volta contattati i soggetti, le società aderenti dovranno ottenere il consenso specifico per ogni singola attività che deve essere compiuta sui dati informandoli sulle finalità per le quali i dati stessi sono raccolti. I soggetti devono essere messi in condizione di esercitare la loro volontà e quindi anche di opporsi alla raccolta e all’utilizzo dei dati.

Le società aderenti che svolgono attività attraverso trattamenti automatizzati dei dati raccolti, compresa la profilazione, sono tenute ad effettuare la valutazione di impatto.

Al fine di evitare il proliferare dei call-center abusivi il codice di condotta per il telemarketing prevede che nei contratti tra committente e affidatario del servizio sia prevista una sanzione o la mancata corresponsione della provvigione in caso di vendita di servizi attraverso un contatto promozionale “senza consenso”.

Il nuovo codice di condotta approvato dal Garante Privacy entrerà in vigore al termine della fase di accreditamento dell’Organismo di Monitoraggio, il cui compito è verificare l’osservanza del codice di condotta da parte dei soggetti aderenti.

Cartelle esattoriali 2023, arriva la svolta a partire dal 31 marzo

Le cartelle esattoriali 2023 hanno finalmente una data per la loro cancellazione. Ecco tutti i dettagli sui debiti che saranno cancellati e come verificare.

Cartelle esattoriali 2023, arriva la data per la cancellazione

Le cartelle esattoriali dovrebbero essere a breve cancellate e c’è finalmente una data. Mancano pochissimi giorni, poi a partire dal 31 marzo 2023, dovrebbe arrivare la cancellazione dei debiti per tutti quei contribuenti che sono “rimasti indietro”. In particolare l’Agenzia delle entrate riscossione, andrà ad annullare i debiti che vanno dal 2000 fino al 2015.

Tuttavia è meglio sottolineare che per tutti debiti comunali, sarà possibile, solo dopo l’adesione da parte del comune o dell’ente locale di riferimento della cartella in questione, corrispondente ad esempio una tassa evasa o una multa non pagata. Quindi si consiglia anche di vedere se nel proprio comune ci sono avvisi in merito. Infine per i comuni che non aderiscono sembra aprirsi lo spiraglio del Saldo e stralcio, abbattendo i sanzioni ed interessi e lasciando intatto il valore di partenza.

Cartelle esattoriali 2023, per quali debiti?

La legge di bilancio 2023 annulla le cartelle esattoriali non pià esigibili, ovvero quelle con debiti al di sotto dei mille euro. Il riferimento temporale è quello compreso tra il 2000 e il 2015. Anche perché  la loro gestione, costa più della somma realmente ottenuta. Ma escludendo parzialmente multe, tributi comunali e rendendo opzionale l’annullamento dei debiti sotto soglia contratti verso Enti previdenziali privati.

Qualora i debiti non rientrassero in queste categorie, c’è sempre l’opzione di pagarle attraverso i seguenti modi:

  • tramite il servizio “Paga-on line” disponibile sul sito di ( Agenzia delle Entrate-Riscossione) e sull’App Equiclick
  • tramite i canali telematici delle banche, di Poste Italiane e di tutti gli altri Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) aderenti al nodo pagoPA
  • presso banche, Poste e tabaccai
  • presso gli sportelli dell’Agente della riscossione

Come controllare la propria posizione debitoria

Il singolo contribuente, persona fisica, può vedere le cartelle esattoriali online accedendo al sito dell’Agenzia delle entrate Riscossione. Nella home page del sito occorre cliccare prima sulla sezione “cittadini” e poi su “Controlla la tua situazione” che mostra l’estratto conto. La stessa cosa si deve fare per controllare se la propria cartella, ad esempio di importo fino a mille euro è stata definitivamente stralciata. Mentre per eventuali altri debiti che non rientrano nello stralcio, sempre dalla stessa sezione è possibile consultare le singole cartelle ed eventualmente procedere al pagamento per mettere definitivamente fine alla propria situazione debitoria  nei confronti del fisco.

Carburanti sintetici, alleanza ottenuta nel cuore dell’Europa e non solo

I carburanti sintetici sembrano essere la giusta soluzione di accordo tra la Germania e l’Unione Europea. Un’idea che piace anche all’Italia.

Carburanti sintetici, cosa sono?

Il nome completo dei carburanti sintetici è electrofuels e deriva dal fatto che sono prodotti attraverso un processo di elettrolisi dell’acqua. Il processo produttivo dei efuel consiste nel separare l’idrogeno dall’ossigeno contenuto nella’acqua attraverso un processo chiamato elettrolisi. L’idrogeno è poi miscelato con il CO” catturato dall’aria. Questo consente di realizzare un combustibile liquido adatto ad essere bruciato dentro i motori a scoppio. E che può essere utilizzato come la benzina attraverso i classici punti di distribuzione.

Il combustibile così prodotto dovrebbe essere meno inquinante. E’ ancora abbastanza costosa la produzione, anche perché non c’è una grande richiesta. Ma se le condizioni dovessero cambiare, la produzione potrebbe essere a costi meno costosi. Inoltre, la produzione richiede il consumo di molta energia. Pertanto, le imprese potrebbero dotarsi di sistemi fotovoltaici o eolici per utilizzare energia pulita.

Carburanti sintetici, l’accordo proposto dalla Germania

I primi a provare ed usare questo tipo di carburanti sintetici potrebbe essere le auto da Formula 1, a partire dal 2026. Ma la soluzione potrebbe essere utile contro lo stop alla vendita di auto inquinanti con motore a scoppio o diesel.  Dal 2035 le automobili con motore diesel e a benzina non saranno più vendute e piano piano sostituite da automobili elettriche. Una misura che punta ancora una volta al rispetto dell’ambiente e della diminuzione delle sostanze tossiche nell’arie.

Tuttavia, sembra esserci un’intesa tra la Commissione europea e la Germania finalizzata a consentire che anche dopo il 2035 i motori termici possano essere venduti a condizione che utilizzino solo ed esclusivamente e-fuel. Cioè come abbiamo detto i carburanti sintetici a impatto zero al posto di quelle tradizionali.

La posizione italiana in merito all’intesa

Ad oggi la commissione europea ha approvato l’uso dei carburanti sintetici proposti dalla Germania. Ha però scartato la proposta italiana che propone l’uso degli biocarburanti. Il biocombustibile è un combustibile ottenuto in modo indiretto dalle biomasse quali ad esempio grano, mais, bietola, canna da zucchero e olio di palma.

L’industria italiana è al secondo posto in Europa per capacità produttiva di Biodiesel con un valore che si aggira intorno 2.000.000 ton/anno valore in crescita alla luce dei nuovi investimenti in itinere da parte di aziende nazionali. Quindi un “si” da parte della commissione europea poteva anche essere un’ottima opportunità di crescita anche economica della nostra nazione. Oltre ovviamente al maggior rispetto dell’ambiente, e non solo in Italia.

 

 

Differenze fotovoltaico e solare termico: non sono la stessa cosa

Con la direttiva Case Green che sta preoccupando milioni di italiani sono in tanti a cercare soluzioni per migliorare le prestazioni energetiche dei propri edifici, magari anche risparmiando in bolletta. I pannelli solari sono una delle soluzioni più apprezzate, ma molti non sanno che i quelli per l’impianto termico e per l’impianto fotovoltaico non sono uguali, inoltre non hanno le stesse funzioni. Ecco cosa sapere.

Solare termico e fotovoltaico: a cosa servono?

Solare termico e fotovoltaico sono due tecnologie differenti e complementari, una serve per la produzione di acqua calda, l’altra per la produzione di energia elettrica, cambia di conseguenza anche la struttura dei pannelli anche se ad un occhio non esperto possono sembrare del tutto simili.

I pannelli solari termici usano l’irradiamento solare per riscaldare l’acqua, la stessa può essere ad uso sanitario, l’acqua dei bagni e della cucina, oppure può essere l’acqua dell’impianto di riscaldamento. Naturalmente la possibilità di produrre acqua calda a sufficienza per entrambi gli usi dipende da diversi fattori, ad esempio il fabbisogno, la quantità di pannelli solari installati e l’esposizione degli stessi. In una giornata nuvolosa può essere difficile raggiungere lo scopo.

I pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica convertono le radiazioni solari in energia elettrica. Ognuno di noi ha visto almeno una volta un lampione della pubblica illuminazione con un pannello solare, oppure luci per esterni alimentate da piccoli pannelli, il principio è lo stesso, anche se un impianto fotovoltaico è più complesso rispetto a questi semplici sistemi.

Differenze solare termico e fotovoltaico

Le differenze tra i due impianti sono anche di potenza: 1 m² di pannello solare può scaldare a 45-60 °C tra i 40 e i 300 litri d’acqua in un giorno, a seconda dell’efficienza, per avere un impianto fotovoltaico in grado di produrre energia a sufficienza è necessario invece occupare una maggiore superficie e soprattutto può essere un investimento di particolare importanza grazie ai sistemi di accumulo di energia.

Questi consentono di immagazzinare l’energia prodotta e non consumata nell’immediato e di conseguenza la stessa potrà essere sfruttata nelle ore notturne, quando la luce solare è assente e nelle giornate grigie e piovose. Dal punto di vista economico questa scelta può portare all’autosufficienza, anche in edifici con consumi importanti, ad esempio se sono state installate colonnine di ricarica auto.

Leggi anche: Bonus sistemi di accumulo fonti rinnovabili: quando presentare la domanda

In vantaggi del fotovoltaico sono numerosi, infatti oltre al risparmio economico e al basso impatto ambientale di questo impianto che sfrutta fonti rinnovabili e non produce CO2, consente anche di sottrarsi alle oscillazioni di mercato che caratterizzano il settore energetico e che spesso sono legate non al valore intrinseco dell’energia, ma ad eventi socio-politici. Inoltre il fotovoltaico aumenta il valore della casa.

Rispetto al solare termico, il fotovoltaico consente di avere una maggiore autonomia, infatti non ci sono sistemi di accumulo per il solare termico. Generalmente l’autonomia nella produzione di acqua calda si attesta al 50%. Naturalmente anche in questo caso il valore dell’immobile aumenta e si riduce l’inquinamento ambientale.

Manutenzione degli impianti

Entrambe le tipologie di impianto hanno naturalmente bisogno di manutenzione. Per il fotovoltaico è bene ogni anno provvedere a:

  • verifica dell’isolamento dell’impianto;
  • verifica del corretto funzionamento dell’inverter;
  • pulizia dei pannelli solari.

Per il solare termico è necessario verificare:

  • pulizia dei collettori;
  • verifica integrità dell’impianto;
  • verifica del fluido termoconvettore.

Leggi anche: Case Green 2023, la guida completa di attuazione e normativa

 

Contributi INPS: aggiornato il tasso di interesse legale

A seguito della decisione della BCE di aumentare il costo del denaro di ulteriori 0.50 punti percentuali, L’Inps rende noti i nuovi tassi di interesse da versare sui contributi previdenziale, ecco cosa cambia per imprese, lavoratori autonomi e professionisti.

Contributi Inps: nuovi tassi in caso di ritardo pagamento

La politica monetaria della BCE continua prevedere aumenti del costo del denaro periodici e costanti al fine di contenere la spinta inflazionistica. Con l’ultimo aumento del 16 marzo 2023, il costo del denaro ha raggiunto il livello del 3,50%. Questa sta già influenzando i tassi di interesse per mutui e prestiti e si riversa ora anche sugli interessi da versare sui contributi previdenziali.

L’Inps con la circolare 31 del 20 marzo 2023 ha reso noti i nuovi tassi di interesse e sanzioni applicate. Le stesse si applicano a partire dal 22 marzo 2023.

L’interesse di dilazione per la regolarizzazione rateale dei contributi e delle sanzioni dal 22 marzo 2023 vede l’applicazione di un tasso del 9,50%. I piani di ammortamento emessi e notificati prima di tale data non subiranno variazioni.

Per quanto riguarda le sanzioni civili per il mancato o ritardato pagamento di contributi e premi, si applica la sanzione pari al 9% ( tasso del 3,5% maggiorato del 5,5%).

Resta fermo che in caso di evasione, la sanzione civile è pari al 30% nel limite del 60% dell’importo dei contributi e premi non versati alla scadenza.

In caso di procedure concorsuali continuano a trovare applicazione le sanzioni ridotte con riduzione massima del tasso di interesse del 5%.

Leggi anche: Allarme mutui: crescono le rate dopo l’ultimo aumento del costo del denaro