Reddito di infanzia e assegno di gioventù, chi potrà percepirli?

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Tra le proposte di Fratelli d’Italia spuntano il reddito di infanzia e l’assegno di gioventù, ma di cosa si tratta e chi potrà percepire tali somme?

Sostenere le famiglie con il reddito d’infanzia e l’assegno di gioventù

Tra gli obiettivi del governo c’è l’aumento della natalità e per arrivare a tale obiettivo sta cercando di mettere a punto diverse strategie volte a sostenere le famiglie che decidono di avere figli. Nel 2022 l’Italia ha visto il picco minimo di natalità mai registrato e proprio questo mette in allarme, stiamo infatti diventando un Paese troppo vecchio che rischia tra qualche decennio di non avere abbastanza lavoratori. Proprio per questo motivo spunta il reddito d’infanzia a cui si unisce l’assegno di gioventù.

Come funzioneranno il reddito d’infanzia e l’assegno di gioventù?

La proposta di legge per l’introduzione del reddito di infanzia porta la firma di Tommaso Foti capogruppo a Montecitorio per Fratelli d’Italia (Fdi). Secondo le prime indiscrezioni dovrebbe essere una misura aggiuntiva rispetto all’assegno unico e dovrebbe essere diretto verso i nuovi nuclei familiari. In base alla proposta di legge il reddito di infanzia dovrebbe essere di 400 euro mensili erogati per i primi 6 anni di vita del bambino. Nella proposta è previsto anche che in caso di famiglia monogenitoriale oppure in presenza di figli con disabilità, l’importo sarà aumentato.

Potranno percepire il reddito di infanzia le famiglie con un reddito inferiore a 90.000 euro. Facendo i calcoli il nucleo nell’arco dei sei anni dovrebbe ricevere una somma minima di 28.000 euro e il problema reale è rappresentato dal fatto che non è ancora stato stabilito dove saranno recepiti i fondi. Ricordiamo che la Costituzione stabilisce che ogni legge che prevede nuove spese debba indicare le risorse con cui farvi fronte.

La proposta di legge include anche l’assegno di gioventù, se approvato, dovrebbe portare all’erogazione in favore degli studenti e fino a un’età massimo di 25 anni di un assegno di 250 euro, una sorta di piccolo contributo che dovrebbe aiutare a gravare meno sulle famiglie.

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