Petizione salario minimo, è boom di firme

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Uno dei dibattiti che sta infuocando l’estate 2023 è quello sul salario minimo, online è disponibile la petizione per la raccolta firme che ha ottenuto subito un successo inaspettato, ma cosa vuol dire salario minimo?

Salario minimo, gli svantaggi

Il salario minimo a 9 euro l’ora (lordi) è una misura richiesta dalle opposizioni, tranne Italia Viva, che chiedono di fissare con legge una paga minima oraria sotto la quale non si può andare.A supporto del salario minimo anche la CGIL, mentre la UGL è contraria.

Le forze di maggioranza dal loro canto osteggiano questa misura in quanto ritengono che per molti lavoratori potrebbe deteriorare le condizioni di lavoro visto che molti contratti collettivi di lavoro prevedono un salario minimo più elevato rispetto a tali 9 euro.

Le forze di maggioranza, tra cui Fratelli d’Italia, la Lega e Forza Italia, preferiscono agire sul cuneo fiscale come misura per aumentare gli stipendi. Si è parlato del salario minimo come una misura assistenzialista, una misura che potrebbe deprimere la contrattazione privata e in molti settori portare una riduzione dei salari e, infine, di una misura che potrebbe mettere in difficoltà molte imprese.

Petizione salario minimo, un boom di firme in poche ore

Proprio per questo motivo si è pensato di lanciare una petizione, cioè lasciare che siano gli italiani a manifestare la loro volontà e “scegliere” se chiedere un salario minimo previsto da legge.

La petizione può essere firmata al sito https://www.salariominimosubito.it/ e in poche ore ha avuto un successo inaspettato. Infatti, nonostante i problemi tecnici verificatisi nelle prime ore dal lancio della piattaforma, in soli due giorni, sebbene l’iniziativa non abbia ricevuto adeguata pubblicità, sono state raccolte 240 mila firme e si ritiene che con il rientro dalle vacanze che inizia in questi giorni le firme possano ulteriormente incrementarsi. Segno che gli italiani ritengono il salario minimo una misura auspicabile. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme.

Per firmare non serve un’identità digitale, infatti la raccolta non mira a una proposta di legge che d’altronde già esiste, ma solo a manifestare la volontà degli italiani. Basta inserire nome e cognome e in pochi minuti la procedura è conclusa.

Contrasto al lavoro povero affidato al CNEL

Si ricorda che il presidente del consiglio Giorgia Meloni, in seguito a pressioni, ha deciso di chiedere al CNEL di esprimersi sulla questione e di avanzare una proposta di legge sul lavoro povero, non deve per forza trattarsi del salario minimo, ma di misure volte a superare lo sfruttamento nel mondo del lavoro. In Italia infatti vi sono molti lavoratori, quindi non disoccupati, che purtroppo ricevono un salario insufficiente a una vita dignitosa.

Non manca chi, come il Fatto Quotidiano, è andato a ritroso e ha trovato proposte di legge dei partiti dell’attuale maggioranza governativa che auspicavano l’applicazione di un salario minimo previsto per legge che evitasse l’odiosa pratica dello sfruttamento dei lavoratori.

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