Nuovo Cdm 2024, anziani, concordato preventivo e partite Iva

Nuovo Cdm 2024 prevede maggiori risorse per gli anziani, ma anche aiuti per le partita Iva ed il concordato preventivo.

Nuovo Cdm 2024, gli aiuti agli anziani

L’Italia è un paese in cui la presenza di anziani è senza dubbio massiccia. Infatti sono circa 14 milioni gli anziani presenti sul territorio. Pertanto il patto per la terza età, finanziato con oltre un miliardo di euro, prevede il mantenimento di una vita sociale dignitosa. Lo prevede il decreto legislativo sul tavolo dei Ministri.

Intanto a partire dal primo gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2026 arrivano importanti novità soprattutto per chi non è auto sufficiente. Infatti gli ultra ottantenni, non auto sufficienti, oltre all’accompagnamento riceveranno un assegno di assistenza pari a 1.000 euro al mese, se con ISEE inferiore a 6 mila euro. La quota dell’assegno è finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura re assistenza svolto da lavoratori domestici o l’acquisto di servizi di cura e assistenza forniti da imprese qualificate.

Nuovo Cdm 2024, tornano accertamento e concordato preventivo

Il Consiglio dei Ministri sta anche studiando in merito all’accertamento fiscale per le partita Iva ed il concordato preventivo. Con il concordato preventivo, l’Agenzia, al momento di proporre al contribuente la cifra da pagare, potrà calcolare un eventuale incremento del reddito rispetto a quello dell’anno di riferimento «fino al massimo del 10%, fatta salva la facoltà di una proposta difforme a tale limite motivata e sottoposta a contraddittorio con il contribuente prima di essere formalizzata»

Un patto a favore delle partita Iva che le mette al riparo dagli accertamenti da parte del Fisco per un biennio. Inoltre eliminata la clausola che prevedeva un voto minimo, almeno 8, nella pagella fiscale. Infatti potrà aderire chiunque, purché però non ci siano debiti tributari per importi superiori a 5 mila euro. Mentre slitta al 15 ottobre il termine ultimo per la presentazione della Dichiarazione dei redditi.

Multe anche per gli influencer

Nel mirino di un vero e proprio decreto di legge ci sono i proventi commerciali, con parte data in beneficienza e promossi dalle attività degli influencer. Infatti sulle confezioni dei prodotti pubblicizzati per eventi di beneficienza dovranno essere indicati: il prezzo, la parte che andrà in beneficienza e l’istituto a cui sono destinati.

Il non rispetto delle regole prevede delle multe severe (fino a 50 mila euro), oltre alla possibilità che venga interdetta l’attività per un anno per chi commette più volte lo stesso reato. Del resto il caso Ferragni ha creato uno sparti- acque sui controlli delle attività svolte dagli influencer, tanto da dover scendere in campo con un decreto legge.

Forfettario, superbonus, detrazioni, patrimoniale, le critiche dell’Ocse

L’OCSE critica l’Italia, eliminare il regime forfettario, limitare l’uso del contante e ritornare al Superbonus, ridurre detrazioni e deduzioni fiscali questi i rilievi.

Deduzioni, detrazioni limiti all’uso del contante: la strada segnata dall’Ocse

Si sa, i conti pubblici italiani sono sempre sotto la lente di ingrandimento e questa volta a dire la sua è l’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

L’obiettivo per l’organizzazione è ridurre la pressione sui conti pubblici, in poche parole ridurre il debito pubblico italiano, problema ormai pluri-decennale. La strada per fare questo è segnata, la lotta all’evasione fiscale è il primo punto e tra i consigli vi è quello di limitare l’uso del contante e favorire i pagamenti digitali. Ricordiamo che con la manovra di bilancio del 2023 è stato eliminato il limite di 1000 euro all’uso del contante, innalzato a 5.000 euro.

L’altro consiglio è lavorare sulla base imponibile, in questo caso si propone di ridurre il ricorso a deduzioni e detrazioni fiscali che riducono la base imponibile e le imposte dovute e di superare i regimi fiscali speciali. Il riferimento è al regime forfettario che prevede una flat tax al 15% e in alcuni casi al 5%. Si ricorda che proprio con la legge di bilancio 2023 è stata estesa la platea di coloro che possono ricorrere a tale regime fiscale semplificato.

Il consiglio è “eliminare gradualmente le onerose agevolazioni fiscali prive di giustificazione economica o distributiva”

Leggi anche: Regime forfettario, addio semplificazioni. Cosa cambia dal 2024

La critica al regime forfettario è abbastanza pesante in quanto oltre a ridurre, secondo l’Ocse le entrate fiscali, va ad impattare sulla progressività del sistema, prevista dalla Costituzione.

Arriva la patrimoniale?

Arriva poi un altro consiglio, cioè spostare l’imposizione fiscale dal lavoro al patrimonio, o meglio alle successioni e ai beni immobili.

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L’ultima stoccata è sul Superbonus, il consiglio in questo caso è spostare le agevolazioni fiscali agli immobili meno efficienti dal unto di vista energetico. Il nuovo superbonus dovrebbe inoltre essere integrato con nuove misure, come finanziamenti agevolati.

Pagamenti assegno di inclusione, al via per i richiedenti

I pagamenti assegno di inclusione sono partiti per molti dei soggetti richiedenti. E ci sono anche delle regioni con boom di richieste.

Pagamenti assegno di inclusione, le Regioni con più richieste

L’assegno di inclusione è la misura che ha sostituito il reddito di cittadinanza. L’assegno è la misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell’ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.

Tra le Regioni con maggior numero di richieste c’è la Sicilia e la Campania. Le percentuali possono essere così distribuite: il 26,7% è in Campania e il 21,8% in Sicilia, per un totale di 400mila persone interessate. A seguire, tra le altri regioni: il 9,6% in Puglia, l’8,1% nel Lazio, il 7,7% in Calabria e il 6,2% in Lombardia. Questo evidenzia una distribuzione differente tra i redditi nel nostro Paese.

Pagamenti assegno di inclusione, a breve gli accrediti

I primi accrediti per il mese di gennaio sono previsti per il giorno venerdì 26. Si ricorda che per ottenere l’Assegno di inclusione è necessario un Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, sotto i 9.360 euro. Chi supererà i controlli avrà i pagamenti direttamente sulla card di Poste Italiane. A regime il pagamento sarà per tutti il 27 del mese di competenza.

Ai fini della determinazione del beneficio spettante, attraverso una scala di equivalenza si tiene conto dei componenti in una delle condizioni sopra indicate, nonché del componente che svolge funzioni di cura con riferimento alla presenza di minori di 3 anni di età, di 3 o più figli minorenni ovvero di componenti con disabilità o non autosufficienti.

Come presentare la domanda

E’ già possibile presentare  la domanda all’INPS. A dire il vero la possibilità di presentazione è già partita il 18 dicembre 2023. La domanda si può presentare:

  • in via telematica attraverso il sito internet istituzionale dell’INPS (www.inps.it), accedendo con SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica;
  • presso gli Enti Patronati;
  • presso i Centri di Assistenza Fiscale, a partire dal 1° gennaio 2024

Si ricorda che l’assegno di inclusione è stato istituito a decorrere dal 1° gennaio 2024 dall’articolo 1 1 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85.

Assegno sociale 2024, importi, requisiti e limiti

L’assegno sociale è l’assegno pensionistico riservato a coloro che non hanno maturato sufficienti contributi per la pensione di vecchiaia, ma hanno raggiunto l’età di 67 anni. Come per gli altri importi pensionistici, anche in questo caso viene applicata la rivalutazione legata all’inflazione. Determinare il livello dell’assegno sociale 2024 è importante perché in base a questo si applicano anche i limiti per il pignoramento del conto corrente e dell’assegno pensionistico.

Chi può ottenere l’assegno sociale 2024

Per ottenere l’assegno sociale è necessario avere compiuto 67anni di età, è inoltre previsto che il richiedente abbia cittadinanza italiana, spetta inoltre a comunitari o extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. Spetta anche agli stranieri o apolidi titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria.

Affinché si possa ottenere la prestazione è necessario che si verifichino anche condizioni reddituali, cioè avere un reddito inferiore rispetto all’importo dell’Assegno sociale. Nel caso in cui si tratti di una persona coniugata, si può ottenere la prestazione nel caso in cui il reddito del coniuge non superi il doppio dell’assegno sociale.

A quanto ammonta l’assegno sociale 2024

L’Inps ha fissato l’importo mensile dell’assegno sociale con la circolare 1 del 2 gennaio 2024. L’importo mensile dell’assegno sociale erogato nel 2024 sale a 534,41 euro e la prestazione è riconosciuta per 13 mensilità.

Al compimento del settantesimo anno di età l’importo può salire a 735 euro.

Percepiscono l’assegno sociale in misura intera:

  • i soggetti non coniugati che non possiedono alcun reddito;
  • i soggetti coniugati che abbiano un reddito familiare inferiore all’ammontare annuo dell’assegno, quindi 6.947,33 euro nel 2024.

Nel caso in cui sia superato il limite visto si può percepire un importo ridotto, si tratta di una vera e propria integrazione al reddito.

Nel calcolo del limite non devono essere considerate:

  • le somme percepite a titolo di tfr o anticipo Tfr;
  • somme a cui viene applicata la tassazione separata ( vincite);
  • redditi percepiti per lavoro all’estero;
  • indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili e le indennità di comunicazione per i sordi.

La domanda per ottenere l‘assegno sociale 2024 deve essere inoltrata all’Inps telematicamente, naturalmente è possibile avvalersi della collaborazione di un intermediario.

Chi vuole procedere in autonomia deve avere un identità digitale, codice Spid, Cie o Cns.

Occorre ricordare che in caso di ricovero l’assegno sociale viene ridotto:

In caso di ricovero infatti l’assegno viene ridotto:

  • del 50% se la retta è a totale carico dello Stato;
  • del 25% se la retta è pagata dall’interessato o dai familiari ed è di un importo inferiore alla metà dell’assegno sociale;
  • nessuna diminuzione se la retta comporta una spesa superiore al 50% dell’assegno.

Leggi anche: Pignoramento pensione, limiti 2023 aggiornati

Paradisi per pensionati, ecco quali sono quelli più scelti

Paradisi per pensionati non sono altro che città, paesi e luoghi dove si può vivere bene con la pensione italiana, alcuni suggerimenti.

Paradisi per pensionati, l’Italia è troppo cara

Quando si va in pensione ci si aspetta di poter vivere gli anni restanti in serenità. Ma a volte non è proprio facile che questo avvenga, visto che la pensione spesso rimane la stessa, mentre il livello dei prezzi aumenta (inflazione). Per non pensare alla sanità. Sembra che in media, nell’ultimo anno, gli over 65 hanno speso per curarsi 455 euro, una cifra non lontana dall’importo di una mensilità di pensione minima (500 euro circa). Ma anche fare la spesa e pagare le bollette può essere difficile.

Sono pertanto sempre più i pensionati italiani che cercano di trascorrere altrove il meritato riposo. Luoghi europei, ma non solo che attraggono chi con una pensione qui vive “stretto”, mentre altrove potrebbe vivere bene o per lo meno riuscire a garantirsi la tanto desiderata serenità. E spesso sono esperienze già fatte da amici e parenti ad avviare una rete di relazioni che facilitano il trasferimento verso un nuovo luogo e una nuova avventura.

Paradisi per pensionati, alcuni suggerimenti

Fino a poco tempo fa, una delle nazioni più scelta era il Portogallo. Erano infatti previste delle esenzioni fiscali per i pensionati stranieri che si trasferivano lì. In altre parole una netta diminuzione del pagamento delle tasse rispetto a quelle previste in Italia. Unica condizione chiesta dal Portogallo ai nuovi arrivati (oltre a trascorrere nel Paese almeno sei mesi anche non consecutivi) è l’acquisto di una casa o la sottoscrizione di un contratto di affitto. Ma le cose potrebbero prendere una piega differente. Infatti la decisione è stata annunciata dal primo ministro portoghese Antonio Costa e scatterà a breve.

Se il Portogallo sta facendo marcia indietro, ci sono altre due opportunità: le isole spagnole Canarie e Malta. Il Malta Retirement Programme è un’opzione fiscale vantaggiosa. Un’iniziativa specificamente progettata per attrarre pensionati stranieri. Questo programma offre un regime fiscale favorevole, con una tassazione fissa del 15% sui redditi di fonte estera.

Infine alle Canarie l‘aliquota varia dallo 0,2% al 2,5%, a seconda del valore del patrimonio. Questo significa che i pensionati con un patrimonio significativo potrebbero dover pagare questa imposta aggiuntiva Tuttavia è comunque inferiore rispetto ad altri paesi europei.

Altri Paesi in cui abitare se si ha la pensione

Oltre ai Paesi in ora citati, possiamo consigliare anche qualche altra Nazione in cui i pensionati sembra riescano a vivere meglio. Tra questi ci sono: Croazia, Romani, Bulgaria, Montenegro e Macedonia nell’area balcanica e Singapore, Thailandia, Australia e paesi del Sud America al di fuori dell’Europa.

Secondo gli ultimi dati Inps, gli italiani in pensione all’estero sono in tutto 317 mila (il 2,4% del totale). In numeri si tratta di un importo complessivo di circa 1.435 milioni di euro per l’Istituto. Infine è in continua crescita l’isola di Cipro con una tassazione pari al 5% per tutti gli importi che vengono dall’estero e che superano i 3420 euro. Al di sotto di tale importo i redditi non subiscono tassazione.

 

 

 

 

 

Ecobonus auto, dal 23 gennaio aperta la piattaforma per le prenotazioni

Dal 23 gennaio 2024 riaperta la piattaforma per prenotare l’Ecobonus mobilità sostenibile contributi per l’acquisto di auto, motocicli, ciclomotori e vetture commerciali meno inquinanti. Ecco come fare.

Ecobonus auto, aperta la piattaforma per la prenotazione

Dalle ore 10:00 del 23 gennaio 2024 è aperta la piattaforma Invitalia per le prenotazioni dell’ecobonus auto. A rendere nota la notizia è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Possono ottenere l’ecobonus gli acquirenti dei mezzi a basso impatto ambientale che rottamano il vecchio veicolo altamente inquinante. Il concessionario deve prenotare l’incentivo e confermarlo entro 270 giorni.

Già al momento della prenotazione il concessionario deve inserire i dati dell’acquirente, questo implica che il concessionario non può prenotare veicoli senza prima avere l’acquirente a cui vendere il veicolo, l’obiettivo è evitare che vi siano speculazioni da parte di concessionari con una buona disponibilità economica che possono prenotare un numero abnorme di veicoli andando a ledere gli altri concessionari.

I fondi stanziati per il 2024 sono 610 milioni di euro ripartiti tra le varie tipologie di veicolo. La distribuzione può essere rimodulata con successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, per effetto dell’andamento del mercato e dell’evoluzione tecnologica, di conseguenza, in attesa delle modifiche, per il momento sono confermate la dote stanziata e la ripartizione fissate dal Dpcm del 6 aprile 2022.

Gli incentivi prevedono:

  • per le auto con emissioni inquinanti tra 0-20 g/km di CO2 (modelli fino a 35mila euro+Iva): 5mila euro con rottamazione e 3mila euro senza.
  • per auto nella categoria 21-60 g/km di CO2 (fino a 45 mila euro+Iva) possono andare 4mila euro con rottamazione e 2mila euro senza.
  • Infine, nella fascia 61-135 g/km di CO2 (fino a 35 mila euro+Iva): 2mila euro solo con rottamazione.

Novità in arrivo per l’ecobonus

Nel frattempo è stato reso noto che dovrebbe a breve arrivare un nuovo provvedimento, già nel mese di febbraio, con uno stanziamento di 900 milioni di euro o un miliardo. Nel nuovo provvedimento gli incentivi, sempre divisi per fascia dovrebbero essere però distribuiti anche in base a fasce di reddito con una maggiorazione del 25% per le persone fisiche con Isee inferiore a 30mila euro. Il nuovo incentivo dovrebbe inoltre essere a disposizione anche di persone giuridiche tra cui le società di noleggio, ma non i concessionari auto.

Per chi acquista senza rottamare il contributo sarà di 6mila euro nella fascia 0-20, 4mila nella 21-60 mentre non è previsto un bonus nella terza categoria di emissioni.

Il beneficio dovrebbe inoltre incrementare in base agli anni del veicolo da rottamare, in poche parole più è vecchio e inquina maggiore è il contributto che si può ottenere con l’acquisto del nuovo veicolo.

Leggi anche: Isee 2024, molti rischiano di perdere prestazioni sociali. Cosa succede?

Tetto al contante fino a 10 mila euro, ma arrivano tante novità

Il tetto al contante fino a 10 mila euro potrebbe essere un nuova misura europea, ma non è l’unica novità presto introdotta.

Tetto al contante fino a 10 mila euro, arriva la norma Europea

Possibile un nuovo limite al tetto per la circolazione del contante. Ad oggi la legge di bilancio 2024 in vigore dal 1 gennaio non ha previsto novità per la soglia di utilizzo della moneta contante, resta pertanto in vigore l’ultima modifica normativa, ossia quella introdotta con la legge di bilancio 2023 che innalzava tale limite a 5.000 euro a partire dal 1 gennaio 2023. Ma le cose potrebbero essere a breve differenti.

Infatti un accordo antiriciclaggio prevede una normativa unica da applicare in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Certo mettere d’accordo tutte le normative senza creare problemi nelle scelte economiche dei singoli stati è un arduo compito. Tuttavia si sta cercando di scegliere delle vie che possano  trovare una via di mezzo e che non vadano a toccare le scelte di politica economica dei singoli stati, in un’ottima di armonia europea.

Tetto al contante fino a 10 mila euro, ma aumentano i controlli

Una delle scelte è proprio quello di proporre l’innalzamento del limite al contante fino a 10 mila euro. Possibili nuove regole che riguarderanno le banche, gli operatori finanziari, le agenzie immobiliari, i servizi commerciali e per la gestione del patrimonio e tutti coloro che dovrebbero vigilare sul rispetto delle regole a favore della lotta al riciclaggio.

Altra regola riguarda anche le criptovalute. Obbligo di due diligence su chi movimenta criptovalute – con soglia a mille euro. I controlli dovranno essere più efficaci soprattutto per gli operatori di questo mondo. Aumentano anche i controlli per tutti i pagamenti sopra i 3 mila euro. Ciò è vero che il limite potrebbe aumentare fino a 10 mila euro, ma tutte le transazioni i cui importi sono comprese tra i 3 mila e i 10 mila euro, sarà previsto un maggiore controllo sul disponente di tali somme.

Altre novità contenute nell’accordo

L’accordo tra Consiglio e Parlamento, apre scenari nuovi e davvero molto incisivi nella lotta al money laundering continentale. Un importante cambiamento dovrebbe arrivare anche nel mercato dei beni di lusso: pietre preziose, gioielli, metalli preziosi, orafi, commercianti in yacht, aerei e automobili costose e la gestione di questi beni.

Mentre diversa regolamentazioni anche per le plusvalenze e le compensazioni relative al mondo calcistico professionistico e gli agenti e procuratori del settore. Quindi operazioni con maggiori importi fino a 10 mila euro, ma aumentano i controlli in quei campi in cui circola molto denaro.

 

 

 

Assunzioni in Vaticano, posizioni aperte e come candidarsi

Chi è alla ricerca di un lavoro, in questo periodo può trovare ottime possibilità con le assunzioni in Vaticano. La Segreteria per l’Economia del Vaticano, uno degli enti responsabili della supervisione e vigilanza in ambito amministrativo, economico e finanziario sulle istituzioni curiali, ha reso noto che il Vaticano assume, vi sono posizioni aperte per diplomati e laureati. Ecco le figure professionali ricercate e come candidarsi per ottenere il lavoro.

Assunzioni in Vaticano, quali posizioni aperte?

Lavorare in Vaticano per molti può essere un vero sogno che si realizza in quanto le posizioni economiche sono abbastanza interessanti. Periodicamente anche la Città del Vaticano ha bisogno di rinnovare il personale per l’esercizio delle varie funzioni, tra questte appaiono di particolare rilevanza quelle legate alla comunicazione.

Le posizioni atttualmente aperte sono:

Addetto ufficio acquisiti, il candidato ha una laurea in discipline economiche/giuridiche, ma soprattutto esperienze nel settore acquisti presso grandi gruppi;

Operatore audio/video specializzato in tecnica del suono, in questo caso oltre alla laurea specifica è richiesta anche un’esperienza minima di 5 anni;

Primo tecnico impianti/chief systems engineer, il candidato ideale ha conseguito laurea specialistica in Ingegneria Meccanica, Elettronica o Edile e l’iscrizione all’Albo lettera A civile/industriale;

Tecnico di trasmissioni Radio/Televisive, in questo caso è possibile accedere con laurea o diploma tecnico specifico;

Redattore di Madrelingua Lingua Rumena presso Media Vaticano;

Junior Auditor e Senior Auditor in Ambito Finanziario e Immobiliare per candidarsi occorre una laurea in materie economiche e un ‘esperienza almeno biennale in revisione contabile; per la posizione senior l’esperienza richiesta è di 5 anni.

Come assume il Vaticano?

Per le assunzioni in Vaticano non è previsto un vero e proprio concorso, si tratta di una procedura più “aziendale”. La candidatura deve essere inviata online dal sito https://www.spe.va/it.html . Si procederà quindi alla scrematura dei vari profili. È necessario allegare il curriculum online e inserire le altre informazioni richieste.

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Concorso assistente Camera dei Deputati, requisiti, scadenza e materie

 

 

Carta del merito, un premio per gli studenti meritevoli

La carta del merito è un “premio” per coloro che si sono distinti in ambito scolastico, ecco tutti i dettagli e il modo per richiederla

La carta del merito, gli aiuti di Stato

Spingere i giovani verso lo studio e la loro crescita personale e professionale può essere senza dubbio una scelta ottimale. Nella speranza che lo giovani menti brillanti non lascino il nostro Paese per trovare altrove il proprio lavoro e futuro. Ma per incentivarli allo studio, alla conoscenza, il Governo italiano è sceso in campo con due agevolazioni: la carta cultura e la carta del merito.

La Carta cultura 2024 è una iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale che si rivolge ai cittadini italiani ed europei residenti in Italia di età compresa tra 18 e 35 anni compiuti. Ed ha un valore di 500 euro e può essere spesa per partecipare ad eventi di tipo culturale, musicale e teatrale. Poi c’è la carta del merito che invece è rivolta ai neo diplomati.

La carta del merito, tutti i dettagli

La Carta del merito è riconosciuta a chi ha conseguito, non oltre il compimento dei 19 anni, il diploma di secondo grado con un voto di almeno 100 centesimi o con lode. Il valore della carta è pari a 500 euro. Tuttavia con entrambe le carte è possibile acquistare biglietti per il cinema e il teatro e spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici.

E’ possibile comprare i servizi e i biglietti anche in formato digitale. Inoltre la carta è spendibile entro il 31 dicembre dell’anno di rilascio. Inoltre è possibile acquistare anche: musica registrata, prodotti dell’editoria audiovisiva, ingressi a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali ma anche corsi di musica, di teatro, di danza, di lingua straniera. Sono invece esclusi i videogiochi, gli altri video-corsi nonché gli abbonamenti per l’accesso a canali o piattaforme di contenuti audiovisivi.

I requisiti per averla

La «Carta del merito» è riconosciuta a tutti i residenti nel territorio nazionale in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità, che hanno conseguito, non oltre l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età, il diploma finale presso istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione con una votazione di almeno 100 centesimi. La Carta è assegnata e utilizzabile nell’anno successivo a quello del conseguimento del diploma ed è cumulabile con la «Carta della cultura giovani».

I soggetti beneficiari provvedono a registrarsi sulla piattaforma informatica dedicata. La registrazione è consentita dal 31 gennaio al 30 giugno dell’anno successivo al conseguimento del diploma finale. L’avvenuta registrazione, previa accettazione delle condizioni d’uso, implica l’obbligo di utilizzo delle Carte secondo le modalità stabilite ed entro il 31 dicembre dell’anno di rilascio.

Bonus affitto giovani 2024, a chi spetta, limiti e a quanto ammonta

Autonomia e indipendenza questo il sogno di molti giovani e per aiutare gli under 31 a lasciare la casa dei genitori c’è il bonus affitto giovani 2024 per under 31. Si tratta di una misura prorogata di anno in anno e che anche per il 2024 ha trovato conferma.

A chi spetta il Bonus affitto giovani 2024

Il bonus affitto giovani è una detrazione fiscale di particolare importanza, più elevata della detrazione affitto prevista in genere, riservata a coloro che hanno un’età compresa tra 20 e 31 anni. Per avvalersene nel 2024 è necessario non aver compiuto 31 anni al 1° gennaio 2024. Nel caso in cui il 31° anno di età sia compiuto nel corso dell’anno, è possibile avvalersene in misura proporzionale alla parte dell’anno per la quale non è ancora spirato il limite anagrafico.

Il bonus affitto giovani prevede anche il verificarsi del requisito reddituale, infatti la misura è riservata a coloro che hanno un reddito inferiore a 15.493,71 € nell’arco dell’anno.

Il bonus affitto giovani può essere riconosciuto anche nel caso in cui il contratto di affitto sia intestato a più persone, in questo caso l’agevolazione viene riconosciuta solo per le quote spettanti a coloro che, risultando intestatari, rispettano i limiti previsti anagrafici e di reddito. Ad esempio se il contratto di locazione è intestato a 2 persone, ma solo una rispetta i requisiti il bonus affitto giovani viene riconosciuto solo al 50% in favore dell’unico soggetto che ha i requisti.

In cosa consiste il bonus affitto giovani 2024?

Il Bonus affitto giovani è una detrazione pari al 20% del canone di locazione annuale. Il bonus viene riconosciuto nel limite di spesa massima di 2.000 euro ed è pari a 991,60 euro.

Il bonus si riconosce come detrazione Irpef, di conseguenza è necessario indicare la spesa e la relativa detrazione nel Quadro E della dichiarazione dei redditi, con il codice “4” riservato a tale tipologia di detrazione/agevolazione fiscale.

Non viene riconosciuto nel caso in cui l’immobile per il quale è stato stipulato il contratto di locazione appartenga a una categoria catastale “di lusso”. Le categorie catastali di lusso sono: A/1, A/8 e A/9 (abitazioni di tipo signorile, abitazioni in ville e palazzi con pregi storici e artistici). Il beneficio fiscale non spetta neanche in caso di contratto avente ad oggetto un immobile appartenente all’edilizia pubblica.

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