It Wallet, arriva il primo portafoglio libero e gratuito sull’app Io

It Wallet è il primo portafoglio libero e gratuito sull’app Io che potrebbe rivoluzionare il mondo delle identificazioni digitali.

It Wallet, che cos’è e quando prenderà avvio?

Dovrebbe arrivare proprio oggi il via libera per It Wallet, il nuovo portafoglio gratuito e libero per tutti i maggiorenni. In realtà il Dipartimento per la trasformazione digitale lavora da tempo su in sistema che permetta maggiore collaborazione tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni. Un sistema solo per i possessori si App Io che permette di modificare l’applicazione riempiendola di nuovi servizi.

Il wallet digitale conosciuto anche come portafoglio elettronico, mobile wallet o portafoglio nello smartphone è un’applicazione di tipo finanziario che consente di memorizzare conti correnti, effettuare transazioni e tenere traccia dei propri pagamenti su dispositivi come smartphone e tablet. Una sola app è una soluzione rapida e sicura anche per l’utente, quindi tutti potrebbero tranne vantaggio.

It Wallet, come usarlo

Il fondo per la realizzazione della piattaforma it Wallet è pari a 1 miliardo e 700 milioni di euro. Nella prima fase si inizierà con una sperimentazione, riservata a poche centinaia di persone, che prevede di includere la tessera sanitaria e la carta della disabilità. Tutto in formato digitale e che potrebbe vedere la scomparsi di carta elettronica digitale e di autentificazione tramite SPID.

Intanto ad oggi è disponibile sull’applicazione IO. Come dice il sito dedicato, si tratta di “un’anomalia positiva” nel settore pubblico. Esprime una nuova visione dei servizi pubblici, completamente centrata sui bisogni dell’utente. E introduce un modo diverso di fare innovazione per e con i cittadini, seguendo dinamiche di sviluppo tipiche di una startup. Sull’appo arrivano davvero diverse comunicazioni come quelle dell’INPS, le disposizioni di pagamento e gli avvertimenti su prossime scadenze.

L’implementazione in tre fasi

L’implementazione di It Wallet arriverà attraverso tre fasi. La prima che dovrebbe prendere avvio proprio oggi è la sperimentazione su un gruppo selezionato di utenti, già loggati e utilizzatori di app Io. Tuttavia entro il prossimo 30 giugno dovrebbe potersi ampliare la platea degli utilizzatori. Quindi nella seconda fase i cittadini potranno quindi caricare sull’app la propria tessera sanitaria e carta della disabilità. Successivamente sarà possibile caricare anche la carta di identità nel giro di pochi mesi.

Infine si aprirà poi l’app Io ad una serie di altri documenti: la patente di guida, il passaporto, la tessera elettorale, titoli di studio e licenze professionali. Il Dipartimento per l’innovazione assicura che It wallet sarà sicuro, grazie a due livelli di validazione dei documenti.

Frodi Superbonus, dilatati i termini di accertamento

Con il decreto fiscale approvato il 25 gennaio 2024 cambiano i termini per l’accertamento delle frodi fiscali da Superbonus e altri bonus edilizi. Ecco cosa succede.

Frodi Superbonus, dilatati i termini per l’avviso di accertamento

Fin dal suo insediamento il Governo Meloni ha sottolineato che il Superbonus con la cessione del credito e lo sconto in fattura ha fatto lievitare in modo considerevole le frodi legate alle agevolazioni fiscali in edilizia. Il danno è ingente e diventa importante fare in modo che chi ha commesso errori paghi. Proprio per questo motivo si è provveduto ad aumentare i termini temporali entro i quali è possibile inviare l’avviso di accertamento ai contribuenti.

Nella generalità dei casi i termini per l’invio di un avviso di accertamento scadono al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione sulla quale l’avviso stesso è stato emesso. A sottolineare l’importanza di questa novità è il vice-ministro all’Economia Maurizio Leo. Con le novità introdotte i termini salgono a 8 anni.

I documenti da conservare per  l’avviso di accertamento

Si sottolinea che le operazioni di indagine saranno concentrate soprattutto sulle operazioni di cessione del credito e sconto in fattura. Queste hanno permesso di eseguire i lavori senza anticipare le quote inerenti le agevolazioni fiscali. Le frodi finora scoperte hanno riguardato nel 5% dei casi il Superbonus, nel 23% dei casi l’ecobonus ordinario e nel 58% dei casi il bonus facciate.

Si invitano quindi i contribuenti che hanno effettuato tali lavori a conservare per un termine più lungo rispetto a quanto prima previsto la documentazione utile all’Agenzia delle Entrate per verificare i lavori.  Si devono conservare le fatture per i pagamenti, la comunicazione Enea, la delibera assembleare e le tabelle millesimali riferibili ai singoli condomini nel caso in cui i lavori siano eseguiti su parti comuni degli edifici.

Infine, deve essere ricordato che nel caso in cui emergano dati contraddittori inerenti operazioni di cessione del credito o sconto in fattura, saranno oggetto di controllo anche il fornitore e il cessionario.

Secondo le stime la maggior arte delle frodi fiscali operate sui bonus edilizi hanno avuto ad oggetto lavori inesistenti.

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No all’assegno di inclusione, l’INPS bocciata circa il 26% delle domande

No all’assegno di inclusione per circa il 26% delle domande presentate a causa di errori più o meno comuni, quindi attenzione.

No all’assegno di inclusione, bocciate molte domande

Il sostituto del reddito di cittadinanza si chiama assegno di inclusione. L’importo è destinato a famiglie con ISEE molto basso, in cui sono presenti minorenni, disabili o anziani con più di 60 anni. In pratica il sussidio è riservato a chi non può lavorare e può arrivare fino a 780 euro al mese, contributo per l’affitto compreso. In particolare si tratta di famiglie con minori o anziani over 60 o disabili e che hanno l’Isee al massimo di 9.360 euro e reddito massimo di €6.000.

I requisiti per l’assegnazione sembrano abbastanza chiari, ma ciò nonostante l‘INPS evidenzia che ben il 26% delle domande presentate sono state respinte. L’Inps ha respinto 117.461 domande per l’Assegno di inclusione sulle 446.256 presentate. La circolare fa notare che le domande sono state respinte per mancanza di requisiti.

No all’assegno di inclusione, l’errore nella DSU

Tra le principali cause risultano: esito negativo sopra soglia su Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica), superamento delle soglie di reddito, omessa dichiarazione dell’attività lavorativa. La dichiarazione sostitutiva unica è l’elemento base, anche per la richiesta dell’ISEE. In essa infatti sono presenti i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare.

I dati contenuti nella DSU sono:

  • in parte autodichiarati (come i dati anagrafici e i beni patrimoniali posseduti al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione);
  • in parte acquisiti dall’Agenzia delle Entrate (reddito complessivo ai fini IRPEF) e da INPS (trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, erogati dall’INPS per ragioni diverse dalla condizione di disabilità e non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF).

Quindi è sempre bene prestare attenzione prima di inviare la domanda, che tutti i dati siano corretti, altrimenti come visto l’INPS boccia la richiesta per l’assegno di inclusione.

Altri errori molto comuni

Altro errore è quello di presentare una richiesta nonostante il superamento delle soglie di reddito. Si ricorda che l’Isee al massimo deve essere pari a 9.360 euro e reddito non superiore a 6.000 euro. Questo dato è semplice da verificare, perché lo stesso ente a cui ci si rivolge per la preparazione dell’Isee verifica l’importo, quindi presentare una domanda, per poi farla bocciare non ha molto senso.

Ultimo errore, comune se può spesso volontario del contribuente è l’omessa dichiarazione dell’attività lavorativa. Attenzione perché l’omessa dichiarazione è reato previsto dal d. lgs. n. 74/2000. Infatti l’omessa dichiarazione dei redditi si configura quando il contribuente non presenta al fisco le dovute dichiarazioni, indicando volontariamente i redditi percepiti nel periodo di imposta, al fine di non far determinare la relativa tassazione. Pertanto si consiglia di prestare massima attenzione quando si richiedere l’assegno di inclusione o tutti gli altri aiuti previsti dal Governo.

Banche online, le più convenienti per tutti

Le banche e soprattutto il rapporto tra banche e i clienti/utenti è completamente cambiato negli ultimi anni. I servizi telematici hanno sostituito gran parte delle operazioni perché comodi, flessibili ed economici. Ormai tutte le banche mettono a disposizione anche i servizi online, ma quali sono le migliori banche online?

Banche online con prezzi ridotti al massimo

Le persone sono sempre alla ricerca di una banca che possa offrire prestazioni di qualità a prezzi concorrenziali, la scelta della tipologia di conto cambia molto in base all’operatività, per questo la guida deve essere presa con le pinze tenendo in considerazione anche la tipologia di conto necessaria per le proprie esigenze.

Tra i parametri da valutare non vi sono solo i costi, ma anche i servizi disponibili, la fruibilità del sito e quindi dell’home banking e l’assistenza messa a disposizione. Naturalmente quando si opera online un occhio deve essere dato anche alla sicurezza.

Tra le banche online che offrono un buon rapporto qualità dei servizi/prezzo vi è Revolut che mette a disposizione un conto corrente standard gratuito. Al conto è possibile associare una carta di debito che viene recapitata con il costo di 5,99 euro. Mette a disposizione prelievi senza commissioni fino a 200 euro al mese o 5 prelievi al mese, questo può essere un limite visto che generalmente si prelevano più di 200 euro. Considerando però che non vi sono canoni mensili, risulta comunque conveniente. Revolut consente di effettuare bonifici istantanei SEPA e trasferimenti internazionali con una commissione dello 0,50% nei giorni feriali e dell’1% nel weekend.

Banche online convenienti

Particolarmente conveniente è anche Illimity bank, in questo caso il canone mensile è previsto: 3 euro, 3 prelievi gratuiti mensili (pari o superiori ai 100 euro), applicando ai seguenti 1,50 euro di commissione. I Bonifici Sepa sono gratuiti, mentre quelli extra-Sepa hanno un costo di 8 euro.

Si distingue per convenienza anche Banca Hype, anche in questo caso non c’è canone mensile, ma la carta debito ha un costo di 9,90 euro. Mette a disposizione un conto per minorenni, i Bonifici ordinari senza commissione, mentre quelli istantanei prevedono un costo di 2 euro a operazione. Vi sono però dei limiti, infatti il prelievo mensile massimo è di 1.000 euro e la disponibilità massima 7.500 euro.

La convenienza di queste banche online può essere confrontata con quella di Webank è la nuova banca online di Banco BPM che prevede un canone annuo di 58,20 euro, di cui 34,20 euro di imposta di bollo. Si tratta di un conto consigliato a chi ha un livello di operatività sostanzioso, infatti prevede bonifici e prelievi gratuiti e il rilascio gratuito di una carta di debito internazionale o di una carta di credito.

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Affittare casa, ecco alcuni consigli per non sbagliare conduttore

Affittare casa può sempre essere un rischio per il proprietario. Ma conoscere alcuni piccoli consigli potrebbe fare la differenza.

Affittare casa, le paure del proprietario

Quando si decide di affittare il proprio immobile si tratta di una scelta senza dubbio molto importante. E quindi ci sta che il proprietario abbia tantissimi tentennamenti. Le paure principali riguardano il mancato pagamento dei canoni mensili oppure a fine locazione trovare una casa distrutta e quindi sostenere delle spese per la sistemazione dell’immobile. Tra le altre paure comuni c’è quello di locare casa ad un inquilino che reca disturbo a tutti gli altri residenti, non paghi le spese condominiali o non rispetti le regole della civile convivenza.

Il primo consiglio da dare è quello di affidarsi da un agente immobiliare. Un esperto del settore ha la possibilità di conoscere il mercato e trovare il prezzo corretto per la locazione del proprio immobile. Non solo, l’agente immobiliare è anche capace di fare una prima scrematura. Infatti facendo le visite con i diversi clienti, l’agente può già conoscere il “candidato inquilino” ed avere un’impressione, oltre al fatto che può chiedere la documentazione necessaria per la locazione.

Affittare casa, l’importanza del contratto di locazione

Il contratto di locazione regolarmente registrato presso l’Agenzia delle entrate permette di convalidare l’accordo tra le parti. All’interno della scrittura non devono mancare gli elementi essenziali come la durata, le parti coinvolte, i dati catastali dell’immobile, il canone di locazione e tutte le clausole che regoleranno gli anni a venire. Per l’indicazione del conduttore occorre anche farsi dare i documenti reddituali. Questo permette di dare una controllata alla capacità del soggetto di pagare il canone di locazione.

Attraverso i documenti carta di identità o tessera sanitaria si può semplicemente prendere informazioni sulle singole persone. A volte è consigliabile anche dare uno sguardo alle pagine social del probabile conduttore. Sembrerà strano ma dalle pagine dei social si può capire che tipo di persona si ha di fronte. Ma anche fare un appuntamento preliminare, cioè prima della stipula del contratto di locazione, fa si che si possano chiarire tutti i punti che poi saranno riportati nell’accordo definitivo.

Stipulare un’assicurazione può essere conveniente

Altro consiglio è quello si stipulare un’ assicurazione. Le assicurazioni sulle locazioni sono molto simili alle assicurazioni sulle auto. Una delle parti stipula la polizza che contiene le regole di funzionamento. Tutto si basa sull’affidabilità dell’inquilino. Infatti quando si stipula una polizza di questo tipo la compagnia assicurativa analizza i documenti personali e reddituali della o delle persone indicate come conduttore dell’immobile in oggetto. Molte agenzie immobiliari propongono questo servizio ai propri clienti.

E’ possibile anche chiedere delle referenze da parte dell’ultimo proprietario della casa in cui il conduttore ha vissuto, sempre se disponibile o non è la prima esperienza per il conduttore. Ultimo consiglio è quello di non avere premura, ma prendersi cura del proprio immobile e di considerare con attenzione i candidati disponibili a prendere la casa in locazione. Si evita così di finire in lunghe cause legali in cui recuperare il possesso dell’immobile non è semplice e scontato.

Concorso Ufficio del processo presso il Ministero della Giustizia

Uscirà a breve il bando di concorso Ufficio del processo, previste in totale 16.550 assunzioni divise in due blocchi, le prime assunzioni dovrebbero esserci già nel 2024. Nel primo bando dovrebbero essere disponibili 4.200 assunzioni.

Concorso Ufficio del processo, caratteristiche

Già nel 2022 il Ministero della Giustizia ha reso nota la carenza di organico, con circa il 26% delle posizioni scoperte a causa della mancata assunzione di nuovo personale in sostituzione di quello andato in pensione. Tale carenza di organico si riflette sui tempi della giustizia che come sappiamo sono abbastanza lenti.

Le nuove assunzioni avvengono con le risorse PNRR, Piano nazionale di resilienza e resistenza, capitolo programmazione straordinaria di assunzioni della Missione M1C1 – Capitale Umano e Ufficio del PNRR. L’assunzione è prevista a tempo determinato per 3 anni non rinnovabili con stabilizzazione entro il 2026. Proprio tale caratteristica mette in dubbio i partecipanti, ma l’aver svolto il lavoro presso l’Ufficio del processo costituisce titolo preferenziale per il concorso in magistratura ed equivale ad un anno di tirocinio professionale per l’accesso alla professione di avvocato e di notaio.

Il bando sarà pubblicato sulla pagina dei concorsi del Ministero della Giustizia e successivamente sulla piattaforma inPA per il reclutamento nella Pubblica Amministrazione. La domanda di partecipazione dovrà essere presentata tramite la piattaforma inPA utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS.

L’obiettivo delle nuove assunzioni sarà rendere il processo più snello, coloro che sono assunti all’Ufficio del processo hanno il compito di svolgere gli atti preparatori, predisporre la bozza dei provvedimenti e coadiuvare il magistrato e l’intero ufficio giudiziario in tutte le attività preparatorie e collaterali alla decisione.

Materie da studiare per il concorso Ufficio del processo

Possono partecipare al concorso i candidati con laurea in giurisprudenza, economia o scienze politiche. Sono titoli preferenziali l’aver superato il concorso per l’accesso alla professione di avvocato o notaio, aver frequentato la scuola di specializzazione per le professioni legali (1 anno di frequenza) , l’accesso al concorso magistratura ordinario e l’accesso alla magistratura ordinaria.

Il concorso prevede una sola prova scritta, nelle materie articolata in 40 domande a risposta multipla:

  • Diritto pubblico;
  • Informatica;
  • Ordinamento giudiziario;
  • Lingua inglese.

Naturalmente assume particolare rilevanza la valutazione dei titoli.

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Assunzioni in Vaticano, posizioni aperte e come candidarsi

Carta dedicata a te, possibili anche sconti per la benzina

Carta dedicata a te promette anche sconti per la benzina nei ricevitori che hanno aderito all’iniziativa, ecco tutte le informazioni.

Carta dedicata a te, ricordiamo cos’è?

La Carta Dedicata a Te è la carta di pagamento prepagata sulla quale è precaricato un contributo «una tantum» di 382,50 euro. Soldi che rappresentano un sostegno alle famiglie che hanno delle difficoltà economiche e di conseguenza un ISEE basso (fino a 15 mila euro). La carta non è richiedibile dal cittadino, i beneficiari della Carta Dedicata a Te vengono individuati dall’INPS e dai Comuni.​

Il cittadino può solo ricevere la comunicazione e presentarsi presso gli uffici di poste italiane per ritirare la carta. Inoltre le somme dovranno essere interamente utilizzate entro e non oltre il 15 marzo 2024. Altrimenti si rischia la perdita del beneficio.​ Non sono previste commissioni ogni volta che si esegue un pagamento.

Carta dedicata a te, arrivano gli sconti sulla benzina

Lo “Sconto carburanti” è un’iniziativa rivolta ai possessori della carta “Dedicata a te” finalizzata alla applicazione di una scontistica, volontaria, da parte degli aderenti, sull’acquisto di carburanti effettuati con la Carta stessa (Decreto 29 novembre 2023 pubblicato in GU Serie Generale n° 302  del 29 dicembre 2023).

Come riportato sul sito del Ministero delle imprese e del Made in Italy le imprese aderenti all’iniziativa offriranno:

  • uno sconto immediato sull’importo del rifornimento
  • oppure un buono da utilizzare per un successivo acquisto di carburante.

L’adesione delle imprese all’iniziativa avviene su base volontaria. Gli aderenti rendono nota all’utente, secondo proprie modalità organizzative, compresa la facoltà di pubblicare sul proprio sito web e/o app gli elenchi dei punti vendita aderenti, la scontistica e le modalità di fruizione dello sconto che intendono applicare a favore dei possessori della carta “Dedicata a te”.

Non solo benzina tra gli sconti previsti

E’ possibile utilizzare la Carta nei supermercati e nei negozi alimentari abilitati al circuito Mastercard e che possiedono i requisiti previsti dal Ministero. La carta può essere usata per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità. I farmaci non rientrano in questa categoria.

Tuttavia il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) ha provveduto a stipulare accordi con tutti gli esercizi aderenti, appartenenti alla Grande Distribuzione Organizzata e non solo, per l’applicazione di un ulteriore sconto del 15% in favore dei possessori delle carte. È possibile consultare liberamente la lista delle Associazioni aderenti alla promozione della misura, e degli esercizi commerciali che si sono impegnati all’applicazione della scontistica del 15% alla seguente pagina: Convenzione MASAF/associazioni del commercio.

Detrazione telecamera, in quali casi si può ottenere?

Si possono portare in detrazione le spese per l’installazione di una telecamera o sistemi di video-sorveglianza collegati a centro di vigilanza privata? Questa la risposta dell’Agenzia delle Entrate.

Contribuente chiede: posso portare in detrazione le spese per la telecamera?

L’Agenzia delle Entrate risponde ai contribuenti attraverso la rubrica Fisco Oggi, la stessa vuole essere un punto di riferimento per i contribuenti che hanno sempre curiosità e dubbi su norme fiscali. Si sa che per tutti la sicurezza è un cruccio e sempre più spesso si è vittime di ladri e malviventi in genere, soprattutto ora che passiamo molte ore della giornata fuori casa. Proprio per questo motivo un contribuente ha chiesto delucidazioni in merito alla possibilità di portare in detrazione le spese sostenute. In particolare il contribuente chiede: Per motivi di sicurezza personale ho intenzione di installare nella mia abitazione una fotocamera con collegamento a un centro di vigilanza privato. Se pago con il bonifico parlante previsto per le ristrutturazioni edilizie posso detrarre le spese per l’installazione e per la vigilanza?

Quando spetta la detrazione al 50% per la telecamera di video-sorveglianza?

L’Agenzia delle Entrate nel rispondere al contribuente sottolinea che trova applicazione l’articolo 16 bis, comma1, lettera f del Tuir. Lo stesso prevede di portare in detrazione le spese sostenute per l’impianto di video-sorveglianza. Questo rientra nelle spese per il recupero del patrimonio edilizio e, in particolare, tra i lavori finalizzati alla prevenzione del rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Ne deriva che si può ottenere la detrazione delle spese al 50%.

Sottolinea l’Agenzia delle Entrate che non rientrano tra le detrazioni le spese per l’istituto di vigilanza.

La stessa detrazione può essere utilizzata anche per l’installazione di porte e portoni blindati, grate di sicurezza, persiane blindate. Anche in questo caso per potersi avvalere dell’agevolazione fiscale è necessario che il pagamento sia effettuato con strumenti tracciabili come bonifici, assegni, pagamenti telematici.

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Fisco 2024, nuovo concordato preventivo per le partite Iva

Fisco 2024 e nuovo concordato preventivo biennale per le partite Iva, ecco tutte le novità che sono state appena approvate.

Fisco 2024, le novità firmate dal Consiglio dei ministri

Il Consiglio dei ministri del 25 gennaio 202 ha approvato il nuovo strumento del concordato preventivo biennale per le partite IVA. Al termine, i Ministri Piantedosi (Interno), Calderone (Lavoro e Politiche Sociali) e Urso (Imprese e Made in Italy), con il Sottosegretario alla Presidenza Mantovano, e i Vice Ministri Bellucci (Lavoro e Politiche Sociali) e Leo (Economia e Finanze), hanno illustrato in conferenza stampa i provvedimenti adottati.

In merito al concordato preventivo biennale si tratta Più che altro si tratta di un accordo tra il fisco italiano, le piccole e medie imprese e gli autonomi possessori di partita Iva. Un “patto” che può essere aperto a tutti i possessori di partita IVA indipendentemente dal loro pregresso nei confronti dell’Agenzia delle entrate Riscossione. Ma una misura che coinvolge circa 4 milioni di partite Iva.

Fisco 2024, i punti del concordato preventivo biennale

Il nuovo concordato preventivo prevede dei punti che cercano di combattere l’evasione. Ma forse cerca anche di cambiare il volto del Fisco, nei confronti dei contribuenti. L’intento è quindi quello di avere un “fisco più amico” e meno “tiranno”. Tra l’altro uno degli obiettivi che l’attuale Governo vuole raggiungere, fin dalla campagna elettorale. Quindi l’accordo preventivo può essere riassunto nei seguenti punti:

  • la durata prevista è pari a 2 anni;
  • è possibile accedere entro il 15 ottobre;
  • si allarga la platea dei beneficiari eliminando il voto 8 nella pagella di affidabilità fiscale;
  • ampiamento da 5 a 8 anni per il recupero dell’indebito dei crediti d’imposta;
  • le persone coinvolte sono le partite Iva che applicano gli ISA  e coloro che hanno aderito al regime forfettario.

Quando cessa o decade il concordato preventivo biennale

La cessazione del concordato preventivo biennale è prevista nel caso in cui il contribuente modifica l’attività svolta nel biennio rispetto a quella esercitata nel periodo d’imposta precedente al biennio stesso. Oppure perché il contribuente dismette l’attività. Mentre il concordato decade nei casi in cui risulti “attività non dichiarate o l’inesistenza o l’indeducibilità di passività dichiarate”, di valore superiore al 30 per cento dei ricavi dichiarati.

Decadenza anche a seguito di modifiche integrazioni della dichiarazione dei redditi che comportano una quantificazione diversa dei redditi o del valore della produzione netta rispetto a quelli in base ai quali è avvenuta l’accettazione della proposta di concordato. Piano di pagamento anticipato cancellato anche in caso di omesso versamento delle imposte

Costo del denaro, BCE ancora ferma e mutui più leggeri

La BCE ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro, un sospiro di sollievo per il mercato immobiliare che prova ripartire.

Costo del denaro, la BCE continua a non aumentare il tasso di interesse

Eravamo abituati ai rialzi mensili del costo del denaro, rialzi che fanno tremare soprattutto il mondo immobiliare perché hanno come effetto immediato il rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui. Dopo 10 rialzi consecutivi a distanza di 1 mese o poco più, da qualche mese tutto è rimasto fermo, in tre successive riunioni della BCE non c’è stato alcun rialzo dei tassi.

Il rialzo dei tassi di interesse è dovuto al tentativo di correggere l’inflazione attraverso una riduzione della domanda indotta. In effetti negli ultimi mesi la corsa dei prezzi sembra essersi calmata e proprio per questo motivo la BCE ha deciso di non continuare la serie di rialzi del costo del denaro.

Attualmente il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.

Perché la BCE non rialza il costo del denaro?

La motivazione della BCE sono: “le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”.

L’obiettivo è portare il tasso di inflazione al 2%, questo potrebbe voler dire che nel breve termine non è possibile aspettarsi una riduzione dei tassi di interesse, sicuramente non crescerà la rata del mutuo a tasso variabile.

Nel comunicato diramato dalla BCE si conferma che le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario.

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