Detrazione Superbonus fino a 15 anni, a chi conviene?

Il Superbonus continua ad essere argomento di discussione, ora arriva la proposta bipartisan per estendere le detrazioni a 10 o 15 anni, ma cosa cambia?

La proposta arriva nell’ambito della conversione del decreto Superbonus e sta già facendo discutere, ma cosa potrebbe cambiare nella detrazione Superbonus?

Detrazione Superbonus in 10 o 15 anni?

Il Superbonus non ha mai incontrato il favore del governo Meloni, il problema principale sono i conti pubblici che hanno pesantemente risentito di questo importante aiuto. Venuti meno la cessione del credito e lo sconto in fattura che praticamente consentivano di ristrutturare casa senza anticipare le spese, si è tornati alle detrazioni fiscali, ma le stesse possono essere fruite in soli 4 anni. Questo implica:

1) rata più alta;

2) perdita economica per chi non ha capienza fiscale e quindi con l’Irpef dovuta in 4 anni non riesce a coprire le effettive detrazioni a cui avrebbe diritto.

Ecco che arriva quindi la soluzione che potrebbe aiutare le casse dello Stato (che potrebbero dilazionare la restituzione delle spese) e i contribuenti meno “ricchi” cioè la possibilità di fruire della detrazione per un arco temporale più lungo, 10 o 15 anni.

Cosa prevedono gli emendamenti per la detrazione Superbonus?

Gli emendamenti proposti da diverse parti e diversificati. Li riassumiamo in breve:

  • detrazione in 10 anni per le spese sostenute nel 2023 ma in questo caso la ripartizione in 10 rate è su opzione del contribuente, di conseguenza chi ha abbastanza capienza fiscale e non perde agevolazioni con la detrazione breve può continuare a usufruirne.
  • In altri emendamenti la stessa misura è ripartita in 15 anni;
  • ripartizione in 10 anni per le spese sostenute a partire dal 2022 e per le comunicazioni inviate fino al 4 aprile 2024.

Ulteriori emendamenti sono stati presentati al fine di estendere la deroga al divieto di cessione del credito e sconto in fattura per la ristrutturazione di immobili danneggiati dagli eventi sismici verificatisi dal primo aprile 2009 “per i quali sia stato dichiarato lo stato d’emergenza” e agli immobili danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi dal 15 settembre 2022 per i quali è stato dichiarato lo stato d’emergenza dal consiglio dei ministri del 16 settembre 2022 e del 19 ottobre 2022 situati nelle Marche

Un emendamento chiede di includere gli eventi sismici verificatisi a Ischia nel 2017.

Naturalmente si tratta di proposte e di conseguenza ancora non è chiaro quali saranno accettate, infatti estendere la durata del periodo in cui usufruire delle detrazioni può aumentare il debito a carico dello Stato visto che tutela chi non ha capienza fiscale e che rischierebbe di perdere le somme.

Tra le proposte vi sono anche maggiori poteri di vigilanza ai Comuni in modo da prevenire le truffe.

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Corsa alla dichiarazione dei redditi 2024 per un rimborso veloce

Dal 30 aprile 2024 sarà disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi precompilata/semplificata. Inizialmente è prevista la possibilità di sola lettura, mentre a partire, probabilmente dal giorno 11 maggio sarà possibile anche apportare modifiche alla stessa o semplicemente inoltrare. Chi compila la dichiarazione dei redditi entro la fine del mese di maggio potrà ricevere prima i rimborsi Irpef. Ma ecco le novità.

Dichiarazione dei redditi semplificata 2024

Dal giorno 30 aprile i contribuenti potranno identificarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate e prendere visione della propria dichiarazione dei redditi precompilata e da quest’anno anche semplificata. La dichiarazione dei redditi semplificata consente di apportare modifiche alle singole voci: redditi, deduzioni, detrazioni rispondendo a semplici domande. L’obiettivo è fare in modo che sempre più persone rinuncino a professionisti e Caf e compilino da sole la dichiarazione. La stessa è realizzata attraverso l’uso dei dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate inerenti i redditi e le spese da portare in detrazione/deduzione.

Rimborso diretto per tutti

La seconda novità è rappresentata dalla possibilità data a tutti i contribuenti, anche a coloro che in teoria avrebbero il sostituto di imposta di avvalersi del rimborso diretto da parte dell’Agenzia delle Entrate. In passato tale possibilità era data solo a coloro che non avevano un sostituto di imposta che comunque lo avevano perso. Ora tutti possono selezionare tale opzione.

Prima di inviare la dichiarazione è necessario selezionare la voce “Nessun sostituto”. In questo caso se dal 730 presentato emerge un credito, il rimborso arriva sul conto corrente o bancario comunicato all’Agenzia.

Se invece emerge un debito, il pagamento può avvenire in due modi:

  • direttamente dall’IBAN fornito alle entrate,
  • stampando il modello F24 già precompilato con i dati necessari.

Dichiarazione dei redditi 2024, destinazione 8×1000

Nel 2024 c’è un’importante novità per quanto riguarda la destinazione dell8x1000 Irpef, infatti, barrando la casella per la destinazione dell’8per mille allo Stato sarà possibile scegliere, oltre che tra le 5 opzioni classiche, anche per una nuova finalità.  Per effettuare la scelta di destinare l’8 per 1000 a finalità sociali indicate dallo Stato basta apporre la propria firma nel box dedicato allo “Stato” ed è possibile anche indicare il codice per la destinazione specifica:

  • Fame nel mondo (autosufficienza alimentare nei paesi in via di sviluppo, formazione di personale, contrasto a pandemie e denutrizione);
  • Calamità naturali (prevenzione e ricostruzione);
  • Edilizia scolastica (interventi per gli immobili adibiti all’istruzione scolastica, consistono nella ristrutturazione, nel miglioramento, nella messa in sicurezza, nell’adeguamento antisismico e nell’efficientamento energetico degli edifici);
  • Assistenza ai rifugiati (tutela di soggetti a cui siano state riconosciute forme di protezione internazionale o umanitaria);
  • Beni culturali (restauro, alla valorizzazione, alla fruibilità da parte del pubblico di beni immobili).

L’ultima opzione inserita riguarda il recupero da tossicodipendenze e altre dipendenze patologiche.

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Fringe benefit e detrazioni interessi mutui, facciamo chiarezza

Se il datore di lavoro eroga fringe benefit per il pagamento degli interessi del mutuo, si applica anche la detrazione?

La legge n. 213/2023 (legge di bilancio 2024) all’articolo 1 comma 13 ha previsto una piccola rivoluzione nel mondo del fringe benefit, cioè i benefit esenti da tassazione che i datori di lavoro possono erogare ai lavoratori. Ecco a cosa fare attenzione.

Fringe benefit, cambia la soglia

La prima cosa da sottolineare è che la nuova soglia dei fringe benefit esentasse è valida solo per il 2024. L’articolo 51 comma 3 del Tuir prevede che il limite per i fringe benefit senza tassazione è di 258,23 euro. Per il 2024 tale limite è portato a 1.000 euro che sale fino a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico.

La normativa ha incluso tra i fringe benefit concessi ai lavoratori anche le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche di luce, acqua e gas, delle spese per l’affitto della prima casa e di quelle per gli interessi passivi sul mutuo della prima casa.

Proprio qui nasce il nocciolo della questione, infatti un contribuente ha chiesto all’Agenzia delle entrate se le somme corrisposte dal datore di lavoro come fringe benefit e che vanno a coprire gli interessi passivi dei mutui possono poi concorrere alla detrazione fiscale prevista per gli interessi passivi dei mutui.

Detrazioni fiscali e fringe benefit per gli interessi passivi dei mutui

La regola generale è che le detrazioni fiscali possono essere fruite su somme effettivamente spese dal contribuente. Nel caso dei fringe benefit si tratta di somme che non fanno reddito, non rientrano nelle tasse e di conseguenza su queste somme non si può ottenere il doppio vantaggio fiscale della detrazione.

Ricordiamo che per gli interessi passivi sui mutui è riconosciuta una detrazione pari al 19% su un limite di spesa massima di 4.000 euro. La detrazione si applica solo sugli interessi e corrisposti annualmente e non sulla quota capitale. Affinché si possa ottenere la detrazione, nell’immobile per il quale è stato stipulato il mutuo deve essere trasferita la propria residenza o quella del nucleo familiare.

Fatta questa precisazione, concludiamo ricordando che se gli interessi passivi del mutuo costituiscono fringe benefit esentasse riconosciuti dal datore di lavoro per gli stessi non si possono ottenere le agevolazioni fiscali.

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Nuove scadenze fiscali, precisazioni dell’Agenzia delle Entrate

Con il decreto adempimenti sono previste nuove scadenze fiscali e l’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 8/E dell’11 aprile 2024 ha fornito le istruzioni operative e lo scadenzario che i contribuenti dovranno seguire per i prossimi anni.

Nuove scadenze fiscali per il modello Redditi persone fisiche 2024

Con il decreto Adempimenti cambiano le scadenze per la presentazione del modello Redditi e Irap, resta ferma la scadenza per la presentazione del modello 730 che resta ferma al 30 settembre di ogni anno.

Per quanto riguarda il modello Redditi Persone Fisiche, con le nuove norme è prevista la 30 settembre cioè stesso termine previsto per il modello 730. Per il solo anno di imposta 2023, dichiarazione da presentare quindi nel 2024, il termine è stato posticipato al 15 ottobre 2024.

Sono infatti slittati i termini per aderire al concordato preventivo biennale a causa della necessità di predisporre software e piattaforme. Ci sarà temo fino al 15 ottobre e di conseguenza per facilitare le operazioni ai contribuenti, viene sostato al 15 ottobre 2024 anche il termine per la presentazione del modello Redditi Persone fisiche, ma si precisa che tale modifica è solo per quest’anno, dall’anno di imposta 2024, dichiarazione da presentare nel 2025 entra in vigore il termine ordinario in scadenza al 30 settembre.

Occorre però prestare attenzione infatti se il modello Reddito Persone Fisiche è presentato, da persone fisiche, tramite un ufficio di Poste italiane Spa, la consegna dovrà essere fatta tra il 1° maggio e il 1° luglio 2024.

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Nuove scadenze fiscali Irap, Ires, modello 770 sostituti di imposta

Per i soggetti Ires, se il periodo d’imposta coincide con l’anno solare, la dichiarazione dovrà essere trasmessa entro il 15 ottobre 2024, ovvero entro il giorno 15 del decimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, per i soggetti con esercizio “a cavallo”, cioè con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare.

Per l’Irap, imposta redditi attività produttive, si applicano gli stessi termini di scadenza previsti per il modello Redditi persone fisiche.

Resta ferma la data di scadenza del 31 ottobre 2024, per la trasmissione, da parte dei sostituti d’imposta, del modello 770.

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730 più semplice e scadenza rottamazione, è tutto più semplificato?

730 più semplice per i cittadini che devono fare la dichiarazione dei redditi. Ma arriva anche la scadenza della rottamazione, come destreggiarsi

730 più semplice, almeno così sembra

Come ogni anno siano in quel periodo in cui occorre effettuare la propria dichiarazione dei redditi attraverso il modello 730 per i lavoratori dipendenti e pensionati. Attraverso questo modello il contribuente non deve eseguire calcoli e ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre). Mentre se deve versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di agosto o settembre) direttamente nella busta paga.

Le istruzioni per una corretta compilazione sono indicate in ben 152 pagine scaricabili sul sito dell’agenzia delle entrate. Il modello 730 è comunque abbastanza complicato cercare di non commettere errori soprattutto per quanto riguarda la richiesta di rimborso di alcune spese. Tuttavia il modello sembra essere più semplice del solito e questo fa bene sperare.

730 più semplice e precompilato, un aiuto dall’agenzia delle entrate

Sul sito dell’agenzia delle entrate è possibile scaricare il proprio modello 730 precompilato. Sono ben 4 milioni gli italiani che la riceveranno precompilata e facile da utilizzare, se non ci son variazioni rispetto all’anno precedente. Il contribuente non dovrà destreggiarsi nella compilazione dei righi. Ma grazie alle semplificazioni dovranno confermare o modificare le spese che danno diritto a sconti fiscali.

Tra queste ricordiamo che sono detraibili nel 730 le spese mediche per farmaci, visite, ticket e ricoveri. Possono anche detrarsi le spese relative alle assicurazioni, interessi passivi sui mutui, istruzione, funebri, spese si trasporto pubblico e veterinarie.  Mentre per quanto riguarda la casa possono essere portati in detrazioni i canoni di locazione, le intermediazioni immobiliari, superbonus, bonus verde, ristrutturazioni, bonus facciate e verde, sismabonus, rimozione barriere architettoniche ed acquisto per arredi ed elettrodomestici.

Scadenza rottamazione, in arrivo le cartelle di pagamento

Arriva anche la fine delle proroghe per la rottamazione. Tuttavia sembra essere previsto l’invio di molte cartelle esattoriali per i contribuenti che hanno debiti nei confronti del fisco. Per mantenere i benefici della Definizione agevolata (“Rottamazione-quater”) introdotta dalla Legge n. 197/2022, è necessario effettuare il versamento della quarta rata entro il 31 maggio 2024. La norma prevede comunque una tolleranza di cinque giorni, per cui il pagamento è considerato tempestivo se effettuato entro mercoledì 5 giugno 2024.

Le restanti rate del 2024 andranno saldate entro il 31 luglio e il 30 novembre, ovvero secondo le scadenze del proprio piano contenuto nella Comunicazione delle somme dovute. Infine si ricorda che in caso di mancato pagamento o se il pagamento avviene oltre il termine ultimo o per importi parziali, si perderanno i benefici della misura agevolativa e i versamenti effettuati saranno considerati a titolo di acconto sulle somme dovute.

Rimborso Imu, ecco chi ne ha diritto secondo la corte costituzionale

Storica sentenza della Corte Costituzionale che sblocca l’accesso ai rimborsi per l’Imu già versata prima del 2023. Ecco chi può chiedere i rimborsi.

Imu immobili occupati abusivamente è incostituzionale

L’IMU è l’Imposta Municipale Unica dovuta su fabbricati (esclusa la prima casa), aree edificabili e terreni agricoli. La normativa prevede il pagamento in due rate. Pochi sono i casi di esenzione previsti, oltre la prima casa se non di lusso, vi è l’esenzione per i fabbricati rurali concessi in comodato a un imprenditore agricolo o per quelli per i quali l’importo da versare è basso.

La Corte Costituzionale nella sentenza n° 60 del 18 aprile 2024 ha sancito l’illegittimità costituzionale delle norme che prevedevano l’obbligo di versare l’Imu anche per gli immobili occupati abusivamente e per i quali era stata presentata regolare denuncia agli organi preposti. Vediamo nel dettaglio cosa succede.

Il problema degli immobili occupati abusivamente in Italia è molto sentito, spesso si tratta di immobili lasciati anche per poco tempo, magari per un ricovero e che vengono occupati da terzi soggetti. Oltre il danno la beffa, perché in molti casi sugli stessi è dovuta l’Imu. Il problema è stato risolto, dopo anni di giurisprudenza ambivalente, con il comma 81 dell’articolo 1 della legge di bilancio per il 2023, legge 197 del 2022, prevede l’esenzione dal pagamento dell’IMU per gli immobili occupati.

Affinché si possa essere esentati dal pagamento dell’Imu per gli immobili occupati è necessario che si verifichino determinate condizioni Deve trattarsi di immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria in relazione ai reati di cui agli articoli 614, secondo comma, o 633 del codice penale o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale.

La norma si applica a partire dal 1° gennaio 2023, restano quindi scoperte le spettanze antecedenti.

Corte costituzionale, per chi ha pagato l’Imu prima del 2023 c’è il rimborso

Interviene quindi la sentenza n° 60 della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, per non aver escluso dall’IMU gli immobili occupati abusivamente per i quali è stata presentata una denuncia tempestiva.

La questione di costituzionalità è stata sollevata dalla sezione tributaria della Corte di Cassazione per violazione dei principi costituzionali di equità fiscalecapacità contributivaragionevolezza e protezione della proprietà privata.

Grazie alla sentenza è possibile richiedere i rimborsi antecedenti rispetto all’entrata in vigore della legge di bilancio per il 2023.

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Comunicazioni Fisco, adesso i messaggi arrivano direttamente sull’app IO

Comunicazioni Fisco arrivano delle novità sulle modalità di avviso e potrebbero arrivare direttamente sull’app Io del contribuente.

Comunicazioni Fisco, i messaggi in App Io

L’App IO arricchisce  le sue funzionalità e i suoi servizi per i contribuenti. La visione alla base di IO è mettere al centro il cittadino nell’interazione con la Pubblica Amministrazione, attraverso un’applicazione semplice e intuitiva disponibile direttamente sul proprio smartphone. In particolare, l’app IO rende concreto l’articolo 64 bis del Codice dell’Amministrazione Digitale, che istituisce un unico punto di accesso per tutti i servizi digitali, erogato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Come indicato dal sito del dipartimento per la trasformazione digitale, IO permette alle Pubbliche Amministrazioni di:

  • inviare comunicazioni ai cittadini tramite messaggi di notifica in app, semplicemente conoscendo il loro codice fiscale (senza dover chiedere un indirizzo di contatto);
  • comunicare e gestire le scadenze e ricevere pagamenti elettronici con maggiore facilità;
  • inviare, ottenere e gestire documenti (atti, notifiche, certificati) in modo semplice e efficiente;
  • gestire le preferenze di ogni cittadino in modo centralizzato;
  • ridurre i costi di gestione (delle notifiche, dei pagamenti, ecc.);
  • facilitare i pagamenti e ridurre i costi di recupero dei crediti

Fisco 2024, il comunicato dell’Agenzia delle entrate

L’Agenzia delle entrate comunica che arriva un nuovo servizio sull’App Io. Rimborsi in arrivo, scadenze di contratti, adempimenti e rate, comunicazioni non recapitate: sono alcuni dei messaggi in forma semplice e chiara che l’Agenzia invia ai cittadini sulle questioni fiscali di maggior interesse. Gli avvisi riguardano anche le abilitazioni conferite alle persone di fiducia per l’accesso alla propria area riservata e alcune date da ricordare, ma nel tempo si aggiungeranno via via nuovi contenuti.

Tuttavia grazie a questo servizio si può sempre essere aggiornati e non dimenticare date e adempimenti fiscali. L’app IO consente infatti di ricevere, comodamente in un’unica app sul cellulare, i messaggi del Fisco insieme a quelli delle altre amministrazioni, locali e nazionali, accreditate al servizio

Dove trovare l’App IO?

Si ricorda che l’app dei servizi pubblici “IO” è disponibile gratuitamente negli store iOS e Android. Per poterla utilizzare è necessario effettuare il login utilizzando i metodi di identificazione digitale. Tra questi ci sono la carta d’identità elettronica (Cie) e/o con Spid. L’uso dell’app come canale di comunicazione permette di eliminare il ricorso agli sms e alle email, che possono prestarsi con più facilità a campagne di phishing. Quindi avere una comunicazione pratica e sicura senza incorrere in pagamenti indesiderati o non dovuti.

Dichiarazione dei redditi 2024, ecco tutte le novità

La dichiarazione dei redditi 2024 sarà presto uno dei tanti obblighi previsti per gli italiani, ecco quindi tutte le novità di quest’anno.

Dichiarazione dei redditi 2024, online i moduli disponibili

La dichiarazione dei redditi è il documento contabile attraverso il quale il cittadino-contribuente comunica al fisco le proprie entrate. Ovvero il proprio reddito, ed effettua i versamenti delle imposte relative a partire dalla base imponibile e dalle aliquote fiscali per ciascuna imposta dovuta. Tuttavia sul sito dell’Agenzia delle entrate è possibile scaricare i moduli per la dichiarazione precompilata.

A partire dal 30 aprile la dichiarazione precompilata può essere fatta sia dai dipendente pubblici che privati. Ed ecco che arriva la prima novità, cioè che anche i possessori di partita Iva possono scaricare la dichiarazione precompilata dal sito dell’Agenzia delle entrate. Si ricorda che di norma, chi ha un lavoro dipendente o assimilato presenta il Modello 730 mentre chi ha Partita IVA presenta il Modello Unico.

Dichiarazione dei redditi 2024, da quando si può fare?

La dichiarazione dei redditi 2024 sarà disponibile a partire dal 30 aprile 2024 anche per chi ha la partita iva. Tuttavia è possibile inviarla alla Fisco entro e non oltre il 30 settembre 2024. Tuttavia l’art 1 del Decreto Legislativo “semplificazioni fiscali” ha previsto un cambiamento per i contribuenti titolari di reddito da lavoro dipendente o pensione. Infatti, si passa dalla possibilità di presentare il Modello 730 precompilato alla “Dichiarazione semplificata dei dipendenti e dei pensionati”. Si ricorda che per utilizzare il modello occorre accedere utilizzando un’identità SPID (Sistema Pubblico dell’Identità Digitale) o CIE (carta di identità elettronica) o una Carta nazionale dei servizi.

Tuttavia il modello 730 presenta diversi vantaggi. Principalmente, il contribuente non deve eseguire calcoli e ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre); se, invece, deve versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di agosto o settembre) direttamente nella busta paga.

Chi può usare il modello 730?

Possono utilizzare il modello 730 i contribuenti che nel 2023 hanno percepito redditi:

  • da lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (per esempio contratti di lavoro a progetto)
  • dei terreni e dei fabbricati
  • redditi di capitale
  • lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva (per esempio prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente)
  • redditi diversi (per esempio, redditi di terreni e fabbricati situati all’estero)
  • alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata (per esempio, i redditi percepiti dagli eredi – a esclusione dei redditi fondiari, d’impresa e derivanti dall’esercizio di arti e professioni).
  • di capitale di fonte estera, diversi da quelli che concorrono a formare il reddito complessivo, percepiti direttamente dal contribuente senza l’intervento di intermediari residenti indicati nella sezione III del quadro L.

Irpef, confermate le 3 aliquote e il taglio del cuneo fiscale

Prime indiscrezioni sul documento di programmazione economico-finanziaria, confermate le 3 aliquote Irpef e il taglio del cuneo fiscale.

Taglio Irpef confermato per il 2025, prime indiscrezioni sul Def

Il ministro Giorgetti ha reso note le prime indiscrezioni sul documento di programmazione economico-finanziaria per il 2025. Tante le conferme che aiutano lavoratori e pensionati ad avere una busta paga più corposa. Il taglio delle aliquote Irpef da 4 a 3, come risaputo, non è strutturale, ma vige solo per l’anno di imposta 2024. Tra i propositi del Governo vi è l’obiettivo di arrivare gradualmente all’imposta proporzionale, riducendo le aliquote prima a 2 e, infine, a 1. Per ora tutto fermo e mentre c’è chi auspica di tornare a 4 aliquote, il Ministro dell’Economia dichiara che anche per il 2025 si punta a confermare le 3 attuali aliquote.

Taglio del cuneo fiscale confermato anche per il 2025 nel documento di programmazione economico-finanziaria

In base alle regole previste dall’Unione europea, il Def deve essere pronto entro il 20 settembre, ma il Ministro ha chiarito che dovrebbe essere pronto in anticipo. Poche le novità che dovrebbero essere introdotte visto che i conti non sono brillanti. Le prime dichiarazioni anticipano che oltre a confermare le 3 aliquote Irpef, si punta manche a conservare il taglio del cuneo fiscale.

Queste due misure per il 2024 hanno un costo di 14 miliardi di euro, lo stesso previsto per il 2025. Conferma il ministro Giorgetti che per il taglio dell’Irpef sono già disponibili fondi, derivanti dall’ eliminazione dell’Ace (aiuto alla crescita economica) e dalla global minimum tax.

È presente un differenziale che secondo il Ministro potrà essere colmato con le maggiori entrate previste con il concordato preventivo biennale. Quando sarà certa la maggiore entrata derivante dal concordato sarà possibile ricominciare a parlare anche di un ulteriore appiattimento dell’Irpef.

Leggi anche: Concordato preventivo biennale, reddito alto per chi ha un Isa basso

Confermato anche il taglio del cuneo fiscale, attualmente l’esonero contributivo applicato alla quota di contributi a carico dei lavoratori è del 7% per redditi fino a 25.000 euro e 6% per redditi fino a 35.000?euro. Il taglio del cuneo corrisponde a circa 100 euro in più in busta paga. Il taglio dell’Irpef ha invece consentito un risparmio annuo massimo di 260 euro.

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Infissi, se cambio solo i vetri posso avere le detrazioni?

Rinnovare casa migliorando le prestazioni energetiche è sicuramente l’ obiettivo di molti e tanti sono i dubbi che caratterizzano i contribuenti. Tra i quesiti posti all’Agenzia delle Entrate uno desta interesse e risolve il dubbio sulla possibilità di avvalersi della detrazione fiscale anche sostituendo solo i vetri degli infissi.

Detrazioni fiscali per sostituzione vetri degli infissi

Un contribuente chiede all’Agenzia “Se cambio solo i vetri degli infissi della mia abitazione posso usufruire della detrazione del 50%? Ci sono condizioni particolari per avere l’agevolazione?” I motivi per cui un contribuente può scegliere di sostituire solo i vetri possono essere numerosi, ad esempio si può trattare di una struttura nuova e si vogliono solo migliorare le prestazioni energetiche.

In altri casi è possibile che il contribuente desideri solo migliorare l’isolamento acustico dell’ immobile. In ogni caso, qualunque sia la motivazione, è importante capire se si possono ottenere le detrazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate sottolinea che anche in questo caso è possibile ottenere le detrazioni fino al 50% su una spesa massima di 96.000 euro.

In particolare sottolinea l’ Agenzia nella risposta sul sito FiscoOggi,” L’articolo 16-bis del Tuir – lettera g) del comma 1 – comprende, tra gli interventi detraibili effettuati sia sulle singole unità immobiliari sia sulle parti comuni, quelli finalizzati al contenimento dell’inquinamento acustico.” Inoltre tali interventi possono essere portati in detrazione anche se non sono collegati ad altri lavori edilizi.

Al fine di ottenere le detrazioni è però necessario avere idonea documentazione sulle prestazioni degli infissi. Dalla documentazione deve emergere l’abbattimento delle fonti sonore interne o esterne all’abitazione, nei limiti fissati dalla normativa (legge quadro sull’inquinamento acustico – legge n. 447/1995).

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