Maestri Orafi Vicenza da Hong Kong alla conquista del mondo

Dopo le imprese del comparto orafo di Arezzo, anche Vicenza fa la sua parte e dimostra al mondo il primato del made in italy anche nel settore dell’alta gioielleria.

Il gruppo maestri orafi di Vicenza del Consorzio Artigianexport di Confartigianato Vicenza, infatti, é stato a sua volta ospitato alla “Jewellery and Gem Fair” di Hong Kong, all’interno dell’Italian Pavillion.

L’iniziativa si inserisce nel contesto di un più ampio progetto di promozione che ha visto la presenza del gruppo di imprese vicentine anche alla Fiera orafa di Las Vegas e che conta sul supporto finanziario della Regione Veneto e della Camera di commercio di Vicenza.

Ma torniamo alla Fiera di Hong Kong: la manifestazione ha confermato ancora una volta il suo ruolo di primario evento mondiale della gioielleria, superando i record registrati nel 2009: sono stati ben 44.274 gli operatori professionali che hanno visitato l’esposizione, segnando un incremento del 13% rispetto allo scorso anno.

La “Jewellery and Gem Fair” di Hong Kong é stata pertanto un interessante punto di vista privilegiato dal quale é stato possibile osservare tanto le tendenze in atto nel settore della moda quanto lo stato di salute delle piccole e medie imprese, le quali sono alla continua ricerca di sbocchi commerciali alternativi.

A partire da questa considerazione, gli addetti ai lavori hanno delineato questo profilo del business dell’alta gioielleria:

  • rimangono aperti e validi i mercati più maturi e ‘tradizionali’;
  • per la gioielleria si aprono delle piazze emergenti dall’elevato potenziale, che ben si candidano a ruolo guida del prossimo futuro;
  • una delle conferme di questa edizione é senz’altro il ruolo che Cina ed India stanno avendo nel guidare la domanda di gioielleria a livello mondiale.

“Da questo punto di vista, progetti di aggregazione e promozione internazionale possono risultare strumenti fondamentali per esserci dove le opportunita sono più concrete”: Mauro Costa, presidente di Artigianexport, ha quindi evidenziato il valore aggiunto che tali iniziative possono portare alle imprese: “A partire dallo scorso anno, abbiamo avviato un processo di allargamento della base consortile. La logica quella di creare gruppi di filiera in grado di predisporre progetti promozionali settoriali, così da essere pronti a cogliere le opportunità di finanziamento a livello regionale o nazionale non appena queste si presentano. Auspico che l’esperienza che stiamo conducendo con i Maestri Orafi Vicenza, quindi, possa presto essere replicata anche da parte di aziende appartenenti ad altre categorie”.

Paola Perfetti

Una missione utile del Business Coach: aiutare le imprese a superare la crisi

Ottava puntata del viaggio di Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, nel mondo del Business Coaching, professione che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche in Italia. In collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani.

Le imprese che hanno difficoltà sono le aziende che innovano poco e che hanno perso l’abitudine di inventare cose nuove e di proporle in fiere e mercati internazionali. Sono le aziende che puntano sul prezzo e non sulla qualità e sull’inventiva, sullo sconto e non sull’innovazione. Sui settori stanchi e non sulle nuove aree di mercato sia geografiche che di settore come il green business o eco-business che dir si voglia. Che non conoscono il web 2.0 e non si sforzano nemmeno di tentare di capire cosa sia.

Queste mutazioni obbligano anche il business coach a un continuo aggiornamento in modo da essere sempre aggiornatissimo sulle nuove frontiere del business. Chi non si aggiorna è perduto. Chi non conosce a memoria “L’onda anomala”, breve Bibbia del web 2.0, è tagliato fuori. Così come chi non ha idea dei mercati esteri, perché non ci ha mai lavorato, o è poco sensibile agli aspetti di servizio al cliente e di produzione e logistica o del sistema fornitori.

Un mio maestro di management diceva: “Il bisognino fa correre la vecchietta”; oppure un professore di Harvard: “Quando il ghiaccio si fa sottile, bisogna pattinare più velocemente”.

C’è maggiore richiesta di servizi di qualità. C’è maggiore richiesta di vere esperienze comprovate. C’è maggiore richiesta di professionisti che vogliono essere misurati (R.O.I. del business coaching), c’è maggiore richiesta di chi sa ascoltare, porre domande intelligenti e dare risposte pertinenti.

La selezione che si osserva nelle aziende avviene, e ben venga, anche nel settore del coaching.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com/

Strepitosa crescita per l’export delle piccole-medie imprese parmensi

Con una crescita del 23,6% rispetto allo scorso anno le PMI di Parma e provincia doppiano il risultato di crescita regionale (+11,7%) e quello nazionale (+12,4%) per quanto riguarda le esportazioni. Interessante anche il confronto con i risultati del Nord-Est della Penisola, che nei primi sei mesi del 2010 ha registrato una crescita delle esportazioni pari all’11,2%. E proprio a Parma in questi giorni (oggi, 27 ottobre sarà l’ultimo giorno) si sta tenendo la XIX Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero realizzata dalla Camera di Commercio di Parma, in collaborazione con Assocamerestero e Unioncamere, per incentivare ed accompagnare il processo di internazionalizzazione delle imprese del territorio.

Le aziende parmensi che hanno preso parte ai tavoli di lavoro sono state circa 120, il 39% delle quali appartenenti al settore dell’agro-alimentare. Ma non solo, infatti c’è stata una nutrita rappresentanza imprenditoriale anche per i comparti dell’impiantistica alimentare, della meccanica e dalla cosmesi.

Nelle giornate dedicate agli incontri one-to-one, presso la sede della Camera di Commercio, fra i Paesi più richiesti dalle aziende per gli incontri, ci sono quelli di Regno Unito, Russia ed India. Affollati anche i desk di Vienna, Johannesburg, Zurigo e Sharjah, dove le imprese locali hanno avuto modo di incontrare individualmente, secondo agende personalizzate, i rappresentanti e gli esperti delle Camere di Commercio Italiane all’Estero.

Laura LESEVRE

Occhialeria italiana: non passa il Made In

Indignazione e polemiche per l’esclusione da “made in” per l’occhialeria italiana.

Non sono bastati i segnali di ripresa e la richiesta crescente da parte delle piazze internazionali così come registrato a partire dal primo semestre 2010: l’occhialeria italiana non sarà tutelata dal regolamento del Consiglio relativo all’indicazione del paese di origine di taluni prodotti importati da paesi terzi.

Ha sbottato Tiziano De Toffol, Presidente veneto e nazionale dei produttori di occhiali di Confartigianato: “Si vede che per il Consiglio Europeo la produzione di scope e spazzole, pennelli e piumini, tamponi e rulli per dipingere sono più strategici dell’occhialeria” – e ha continuato, ammettendo tutto il suo sconforto: – “Sconforto che diviene rabbia se penso che sono state mantenute produzioni, francamente, meno strategiche e che la nostra presenza era stata votata in commissione INTA appena venti giorni fa. Era il 29 settembre”. “A questo punto” – ha proseguito De Toffol– “é chiaro che il mondo della grande industria italiana ed europea non vuole assolutamente tracciare le montature di occhiali. Facendo purtroppo prevale, come sempre, la logica del guadagno su quella della sicurezza, qualità e soprattutto della trasparenza nei confronti del consumatore”.

Certo, é bene ricordare che il mondo dell’occhialeria artigiana veneta ha perso in pochi anni oltre il 65% degli occupati e la metà delle imprese, eppure la Relazione Muscardini avenuta in seduta plenaria al Parlamento Europeo aveva lasciato ben sperare vista l’avvenuta approvazione a larghissima maggioranza delle richieste – passate con 525 voti a favore, 49 contrari e 44 astenuti.

Al contrario, l’occhialeria italiana é risultata unico settore escluso tra quelli proposti: non ci sarà quindi nessun “made in” a guardare attraverso le nostre montature di occhiali, lenti per occhiali e oftalmiche, occhiali correttivi!

Paola Perfetti

La finanza agevolata: un concreto aiuto alle imprese

Da oggi Infoiva ospita sulle proprie pagine i contributi del dott. Giovanni De Lorenzi, Dottore Commercialista e Revisore dei Conti in Padova. Il dott. De Lorenzi darà il suo prezioso contribuito aiutando i nostri lettori a muoversi nel mondo della finanza agevolata.

Fino a poco tempo fa, molti titolari di imprese di piccole e medie dimensioni rispondevano con un “No, grazie” alla richiesta di partecipare a un bando di finanza agevolata. La finanza agevolata veniva vista, infatti, come l’ennesimo adempimento burocratico che portava solo a perdite di tempo e di denaro.

Oggi le cose sono cambiate e la finanza agevolata è nota come utile strumento a disposizione dalle istituzioni pubbliche per aiutare le imprese a investire e, quindi, a proporre nuovi prodotti e nuovi processi.

L’Unione Europea destina dei fondi per lo sviluppo economico agli Stati membri sulla base di una serie di linee guida programmate e approvate per una durata di 7 anni: si tratta dei fondi europei per lo sviluppo regionale (F.E.S.R.).

Le misure di finanza agevolata non utilizzano, però, solo i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea: ogni Stato e ogni singola regione possono emanare bandi di finanza pubblica recuperando i fondi dalle proprie leggi di bilancio. È necessario che venga fatta richiesta all’Unione Europea, che valuta se si tratta o meno di un aiuto di Stato.

Per evitare questa autorizzazione preventiva è stata introdotta la regola “De minimis”: l’importo massimo degli aiuti concessi a un’impresa non può superare i 200mila euro nell’arco di tre anni, somma sopra cui si può parlare di aiuti di Stato nel caso di finanziamenti provenienti direttamente da amministrazioni pubbliche.

Le agevolazioni alle imprese sono concesse sotto forma di contributo a fondo perduto, finanziamento a tasso agevolato e di credito d’imposta.
Il contributo a fondo perduto consiste in una somma di denaro che l’impresa riceve dall’ente erogante e non deve restituire.
Il finanziamento a tasso agevolato consiste in un prestito concesso dall’ente erogante all’impresa anche tramite l’intervento di una banca. Una parte del finanziamento è a tasso bancario, il resto è a tasso zero.
Il contributo nella forma del credito d’imposta, invece, è tipico delle misure di agevolazione fiscale. Il credito d’imposta ottenuto dall’impresa è utilizzato in compensazione con il pagamento delle imposte utilizzando il modello F24.

Grazie alla diffusione capillare di internet, è facile venire a conoscenza di agevolazioni proposte dalle istituzioni governative locali, regionali, nazionali e comunitarie. Più difficile è valutare se la propria impresa ha i requisiti giusti per partecipare a un bando di finanza pubblica; il fai da te non è consigliato.

 

 

Dott. Giovanni DE LORENZI | g.delorenzi[at]infoiva.it | www.gdlstudio.it | Padova

Padovano, classe ’73, laurea in Discipline Economiche e Sociali e master in Economics  presso l’Università Bocconi di Milano. Prima dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista ha lavorato come analista dei processi informativi bancari. Attualmente collabora con la società Advance Group Srl per la consulenza nel campo della finanza agevolata e con la società AD Soluzioni Avanzate Srl per la consulenza nel campo dell’informatizzazione dei processi aziendali. Iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Padova e al Registro dei Revisori dei Conti dal 2007 è titolare dello studio GDL Studio, che fornisce attività di consulenza in campo fiscale, dei processi informativi e dell’organizzazione aziendale e della finanza agevolata.

L’Emilia Romagna è la regione più amica delle imprenditrici. La Campania un po’ meno…

Durante la XII Convention di Donne e Impresa svoltasi gli scorsi 20 e 21 ottobre al Centro Congressi Capranica, l’Osservatorio Confartigianato sull’imprenditoria femminile artigiana in Italia ha presentato un’interessante ricerca realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato relativamente alle regioni più attente ai bisogni delle donne.

Secondo la ricerca, la palma di regione “amica”  spetta all’Emilia Romagna, che sembrerebbe essere la regione che offre alle donne le condizioni migliori per lavorare, fare impresa e conciliare le esigenze professionali con quelle di cura della famiglia, a seguire le Provincie autonome di Bolzano e Trento, il Friuli Venezia Giulia e l’Umbria. L’Osservatorio di Confartigianato ha misurato la capacità di ciascuna regione italiana di mettere a disposizione delle donne l’habitat ideale per accedere al mercato del lavoro, sulla base di 41 indicatori raggruppati in 5 ambiti: imprenditoria femminile, mercato del lavoro femminile, istruzione e capitale umano, servizi di welfare e tempi di arrivo al lavoro e accessibilità ad alcuni servizi pubblici.

Le regioni più “ostili” all’imprenditoria femminile sembrerebbero essere la Campania, dove si registrano le condizioni meno favorevoli al lavoro femminile, seguita da Puglia, Sicilia, Calabria e Basilicata.

Secondo i dati, nel 2009 il tasso di inattività delle donne in Italia è stato pari al 48,9%, oltre 13 punti superiore al 35,7% registrato nell’Europa a 27. Un risultato che riporta il bel paese indietro di un ventennio, considerato il fatto che il dato è uguale a quello registrato nel 1987 dai paesi dell’allora Comunità europea.

Nino Ragosta

Un’imprenditrice friulana alla guida delle 368 mila donne di Confartigianato

Edgarda Fiorini, imprenditrice friulana, dallo scorso 22 ottobre 2010 è la nuova presidente di Donne Impresa Confartigianato nazionale, il movimento che rappresenta le istanze di oltre 368mila imprenditrici artigiane attive in Italia. Eletta per acclamazione dall’assemblea del Movimento, succede a Rosa Gentile alla quale Edgarda Fiorini ha espresso profonda gratitudine per l’impegno e la passione con cui in questi anni ha saputo guidare il Movimento. Fiorini, originaria di Udine, è imprenditrice nel settore edile ed è la prima friulana a rappresentare l’imprenditoria femminile a livello nazionale. Soddisfazione per il prestigioso incarico è stata espressa dai presidenti di Confartigianato Udine Carlo Faleschini e di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti che si sono subito congratulati con lei, evidenziando come con questa salgono a due le presidenze nazionali per Confartigianato Udine (lo stesso Faleschini è presidente nazionale dell’Inapa, il patronato degli artigiani) segno sia della qualità delle persone sia del grande lavoro che Confartigianato Udine sta facendo anche nella selezione e formazione dei suoi dirigenti. Fiorini è vice presidente di Confartigianato Udine, presidente regionale di Donne Impresa Friuli Venezia Giulia e delegata dal presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Guerrini, ai Movimenti Giovani e Donne.

ABI, Commercialisti, Unioncamere: insieme per l’accesso al credito delle imprese

Migliorare la quantità e la qualità dell’informazione finanziaria, aumentare la possibilità di accesso al credito delle piccole imprese e sostenere percorsi virtuosi tesi a migliorare l’attendibilità e la trasparenza informativa aziendale, nonché a promuovere la legalità dei comportamento economici. Sono questi gli obiettivi del Protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso 22 ottobre 2010, a Napoli, durante il secondo Congresso Nazionale del CNDCEC tra l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) e Unioncamere. La firma dell’intesa è avvenuta nell’ambito del secondo Congresso nazionale del CNDCEC in programma nella città partenopea, i cui lavori si concludono domani.

Ai sensi del Protocollo, i soggetti firmatari si impegnano – tra le altre cose – a:

  • diffondere i progetti avviati dall’ABI in tema di autodiagnosi dell’impresa tramite piattaforme web;
  • condividere ed avviare iniziative di educazione finanziaria rivolte ai piccoli imprenditori e,
  • implementare, a livello locale e come prima applicazione sperimentale, un progetto per l’attestazione degli asset aziendali volta a favorire un processo di convergenza tra i valori contabili e i valori oggetto dell’informativa trasmessa alla banca.

Resta ferma la assoluta libertà e responsabilità delle banche di applicare i propri modelli di analisi del rischio di credito e, ovviamente, di assumere le decisioni conseguenti.

L’iniziativa pilota prevede l’identificazione della figura di un professionista dotato di requisiti di onorabilità e professionalità, nonché di autonomia e di indipendenza rispetto alle singole imprese interessate – secondo un apposito elenco tenuto dalle Camere di Commercio con l’ausilio di rappresentanti degli Ordini territoriali dei Dottori Commercialisti – il cui compito è quello di attestare l’esistenza di taluni specifici asset (crediti vantati nei confronti di terzi, rimanenze di magazzino, ecc.), ivi inclusi anche asset immateriali. Ad attestazione avvenuta, il professionista rilascerà all’impresa una dichiarazione che quest’ultima potrà utilizzare nei rapporti con il sistema bancario, al momento della richiesta di finanziamento. Le banche aderenti all’iniziativa avranno così un supporto informativo aggiuntivo da considerare nel proprio processo di valutazione del merito creditizio.

Per quanto riguarda l’individuazione dei soggetti abilitati, Unioncamere coordinerà le attività delle Camere di Commercio locali. A queste spetta di redigere e gestire l’Elenco dei professionisti autorizzati allo svolgimento delle suddette attività, su base nazionale, nel quale possono essere inclusi esclusivamente i professionisti iscritti nella sezione A-Commercialisti dell’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili istituito ai sensi del d.lgs 28 giugno 2005, n. 139 e Revisori Legali iscritti ad Ordini professionali, a condizione che ne facciano domanda e siano dotati dei requisiti previsti, secondo apposito regolamento.

Sondaggio donne imprenditrici: come conciliano carriera e famiglia?

Come fanno le donne imprenditrici a conciliare carriera e figli? A questo annoso dilemma ha tentato di dare una risposta il sondaggio condotto da Confartigianato.

Il risultato? Tre imprenditrici su quattro utilizzano un welfare “fai da te” per risolvere il grande problema della conciliazione tra l’impegno lavorativo e la cura della famiglia. E’ stato infatti rilevato che ben il 90% chiede più servizi alla famiglia.

Dal sondaggio Confartigianato-Ispo emerge una via di uscita alla penuria di servizi per coniugare impresa e famiglia, e sta nel classico “fai da te” .

Si tratta dei nuovi lavori di “artigianato terziario“, ovvero servizi di artigian-welfare rivolti alle famiglie e finalizzati alla conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia.

Il 30% delle imprenditrici, infatti, pensa che questi siano in grado di intercettare i bisogni di cura dei cittadini, mentre il 20% sarebbe interessata ad offrire questa tipologia di servizi.

Ma diamo un po’ di numeri ed andiamo più in profondità.

Servizi pubblici per donne imprenditrici: quali sono?

  • Il 41% delle imprenditrici ha ammesso di essere costretto a rivolgersi ai propri parenti perché si occupino di figli o i genitori anziani, laddove i servizi pubblici mancano di assistenza.
  • Solo il 14% ha risposto di avere la possibilità di ricorrere a servizi privati.
  • Il 36% delle “superwomen” non utilizza alcun servizio.
  • Soltanto il 9% delle imprenditrici si serve di strutture dell’ assistenza pubblica.

Il sondaggio sulle donne imprenditrici

Confartigianato e Ispo hanno preso a campione alcune donne imprenditrici artigiane. I risultati sono stati presentati alla dodicesima Convention di “Donne Impresa Confartigianato“.

Le donne imprenditrici riescono a conciliare lavoro e vita privata?

Stando al 90% delle imprenditrici, per una donna che lavora dedicare tempo alla cura dei figli o alla maternità é quasi impossibile.

Eppure le donne titolari d’impresa hanno le idee chiare su cosa serve per mettere d’accordo tempi di lavoro e cura della famiglia: per il 90% delle intervistate la prima soluzione necessaria é quella di servizi alla famiglia.

Le donne imprenditrici si rivolgono alla politica e alle istituzioni

Le richieste che vengono rivolte a chi di dovere nascono dalla necessità di favorire il lavoro imprenditoriale femminile.

Ecco, nell’ordine, quali sono i bisogni da soddisfare:

28% – detassazione del lavoro femminile.
20% – investimento in servizi all’infanzia
13% – diffusione di forme contrattuali flessibili.

Siete d’accordo con questi risultati?

Paola Perfetti

Green economy mercoledì sera a Imola

La sede di Confartigianato Assimprese di Imola ospita un meeting dedicato alle pmi e alla green economy.

Avviene il prossimo mercoledì 27 ottobre 2010 attraverso una serata dal titolo “L’etica nei mercati”, che sarà ospitata all’interno della locale sala convegni.

Una serata che si prospetta davvero molto interessante e fa parte del ciclo dal titolo: “Incontri alla Casa delle Imprese“. Si tratta di una serie di appuntamenti destinati ad analizzare le innovazioni e le prospettive del campo imprenditoriale e sociale insieme al contributo del mondo accademico.

I tema della serata verteranno sulla responsabilità sociale, i consumi sostenibili e, per l’appunto, di economia cosiddetta “verde”.

In programma, tre interventi – inclusi quelli dei i professori dell’Università di Bologna: Roberta Paltrinieri (docente di Sociologia dei consumi), Paola Parmiggiani (docente di Comunicazione sociale) e Piergiorgio Degli Esposti (docente di Mercato e comportamento di consumo) –  oltre che l’opportunità per il pubblico di porgere alcune domande agli esperti in sala.

Paola Perfetti