PEC, istruzioni per l’uso

Il servizio PEC, inizialmente riservato agli intermediari incaricati della trasmissione delle dichiarazioni, può essere, quindi, utilizzato anche dai contribuenti per inoltrare richieste di riesame in autotutela degli esiti derivanti dall’attività di liquidazione dei tributi.

In particolare, il servizio è stato attivato con riferimento a tutte le tipologie di modello Unico (Persone fisiche, Società di persone, Società di capitali, Enti non commerciali), al 730 e al 770.

L’invio nel 2010 delle comunicazioni di irregolarità relative a Unico 2008, rappresenta la prima occasione per i cittadini di usufruire del nuovo canale di assistenza.

La richiesta di assistenza sugli avvisi telematici e sulle comunicazioni di irregolarità deve avvenire tramite invio di un messaggio di PEC all’indirizzo: dc.sac.controllo_automatizzato@pce.agenziaentrate.it

Tale indirizzo può essere utilizzato, dagli intermediari abilitati o dai contribuenti dotati di PEC. Il messaggio deve necessariamente contenere nell’oggetto:

– in caso di comunicazione, l’indicazione “COMUNICAZIONE NUM. …” seguita dal numero relativo alla comunicazione per la quale si richiede assistenza;
– in caso di avviso telematico, l’indicazione “AVVISO NUM. …” seguita dal numero relativo all’avviso per il quale si richiede assistenza.
Per ciascuna comunicazione o avviso deve essere inviato un solo messaggio, al fine di consentire la più efficiente gestione delle risposte da fornire. Al messaggio dovranno essere allegati:
– il modulo standard appositamente predisposto per la tipologia di dichiarazione oggetto di controllo, compilato nelle parti di interesse;
– gli ulteriori documenti, ritenuti necessari per il riesame della posizione. 
 
Il richiedente (contribuente o intermediario) deve aver cura di sottoscrivere il predetto modulo. L’intermediario è, inoltre, tenuto a dichiarare che agisce per delega del contribuente.

Le richieste di assistenza pervenute sono esaminate da operatori specializzati che rispondono nel giro di pochi giorni, tramite posta elettronica certificata, comunicando l’accoglimento oppure il rigetto dell’istanza a seguito del riesame della posizione. Per i casi che presentano, però, una complessità tale da richiedere un più approfondito esame di merito, l’interessato sarà invitato a rivolgersi ai competenti uffici periferici.

Richiedere ed attivare il servizio di Posta elettronica certificata

Le caselle di PEC richieste dai cittadini sono state attivate in via sperimentale nel mese di settembre 2009 da ACI e INPS. La PEC rilasciata dall’ACI poteva essere richiesta telefonicamente (tramite il numero verde 800.999.030) oppure presso gli Uffici ACI. Per ottenere, invece, la PEC rilasciata da INPS era necessario effettuare una registrazione sul sito INPS e presentarsi ad un ufficio INPS.

A partire dal 26 aprile 2010 , invece, le caselle di posta elettronica sono state attivate da Poste Italiane, Telecom Italia e Postecom. L’Agenzia delle Entrate, dopo la fase di sperimentazione, ha, infatti, attivato a regime la nuova piattaforma del servizio PEC. In particolare, dal 26 aprile scorso, qualunque cittadino maggiorenne, può:

– richiedere gratuitamente la propria casella PEC, attraverso la procedura guidata disponibile sul sito www.postacertificata.gov.it;
– attivare la propria casella PEC presso uno degli Uffici abilitati all’attivazione;
– usufruire dei servizi offerti dalla piattaforma PEC.

Collegandosi al portale www.postacertificata.gov.it, il cittadino accede ad una procedura interattiva guidata che consente di inserire la richiesta in modo semplice e veloce. Al termine della procedura, al cittadino verrà presentato l’elenco degli Uffici pubblici abilitati all’attivazione del servizio PEC, nonché l’indirizzo di casella PEC.

Per attivare il servizio PEC è prevista una identificazione del cittadino richiedente. Infatti, il cittadino deve recarsi presso uno degli Uffici abilitati, munito di un documento di riconoscimento valido e del codice fiscale. L’ufficio abilitato effettua il controllo della correttezza dei dati identificativi del cittadino collegandosi al sito e, nel caso di esito positivo, consegna il Modulo di adesione per la sottoscrizione.

Imprenditoria Femminile in provincia: a Latina uno sportello dedicato alle aspiranti imprenditrici

Oggi (20 ottobre 2010), a Latina viene inaugurato lo sportello dell′Imprenditoria Femminile: un centro di informazione e orientamento per tutte le donne che intendono avviare un’attività produttiva e per le nuove imprese femminili localizzate nel territorio comunale.

Questo sportello, finanziato dalla Regione Lazio, è rivolto alle donne che vorrebbero creare una impresa ed inserirsi nel mercato del lavoro. Il suo compito sarà quello di aiutare le imprenditrici nell′orientamento e supportarle attraverso azioni di informazione e sostegno. Il progetto, metterà in contatto artigiani, commercianti e titolari di microimprese dei comuni di Latina, che hanno deciso di cessare la loro attività, con neoimprenditrici singole o associate al fine di non disperdere le conoscenze e le tradizioni accumulate. Dall′incontro, gli artigiani, incontrandosi con le neoimprenditrici, trasmetteranno le loro conoscenze affinché queste partano nel modo giusto. Il supporto è gratuito e gestito da esperti nel settore.

Lo sportello dell’Imprenditoria Femminile sarà attivo presso la Direzione attività produttive del Comune di Latina (Via Duca del Mare, 7 – 04100 Latina -).  Questi gli orari di ricevimento: martedì e giovedì dalle 10.00 alle 13.00; mercoledì su appuntamento.

Per ulteriori informazioni ecco i contatti:  0773.652255 | impresadonna[at]comune.latina.it

Business Coach: qual e’ l’identikit del suo assistito?

Settima puntata del viaggio di Infoiva, il Quotidiano online delle Partite Iva, nel mondo del Business Coaching, professione che da qualche tempo si sta diffondendo con successo anche in Italia. In collaborazione con il Dott. Giulio Ardenghi, uno dei pochi e qualificati Business Coach italiani.

Se fino a un paio di anni fa erano soprattutto le multinazionali che si rivolgevano al business coaching, oggi si nota un impulso nelle PMI alle prese con l’innovazione tecnologica, o meglio, a come venderla, a come proporsi sui mercati internazionali, a come dare forte impulso alla rete di vendita e al marketing. Anche le PMI si sono rese conto che non è sufficiente avere un’ottima tecnologia applicata se non la si sa vendere. La competizione è accanita, le novità durano meno che nel passato e vanno sfruttate presto e bene, l’inventiva e l’innovazione continua sono dei doveri come un tempo la manutenzione. Inoltre occorre distribuire il rischio su più mercati. Non sempre le PMI hanno tutte queste competenze, per cui accedono ai servizi del business coaching efficace per muoversi in fretta e bene, evitando gli errori da inesperienza.

Purtroppo c’è poca sensibilità presso le associazioni di categoria e le camere di commercio a proporre alle PMI di adottare un coach che le segua da vicino: prevale il superato e poco efficace modello della formazione d’aula.

Molte sono le start up che sia avvalgono dei sevizi di un business coach che le segua dalla A alla Z. Un settore, questo, che mi stimola molto e su cui sto ottenendo ottimi risultati.

Anche imprese artigiane si stanno interessando al business coaching per diventare PMI. La prima cosa di cui si rendono conto è che il cliente cerca l’artigiano, ma l’imprenditore cerca i clienti. E il know-how commerciale delle imprese artigiane è basso. Il business coach può, affiancando la struttura, accelerare la crescita delle competenze in azienda.

Un’esplosione recente di richieste è da parte di persone che, volenti o nolenti, uscite dal mondo del lavoro o spinte da necessità, sono alla ricerca di formule che permettano loro di ricercare redditi sussidiari o paralleli. Come sfruttare capitali dormienti o competenze formatesi nel tempo. Qui il business coaching svolge un ruolo sociale importante, ridando speranza e stima a queste validissime persone che cercano di vincere l’indolenza paralizzante che può prendere e bloccare qualsiasi iniziativa e voglia di fare.

Dott. Giulio ARDENGHI

http://www.businesscoachingefficace.com/

Posta Certificata per tutti: l’estensione della PEC ai cittadini

Considerata la funzionalità del servizio PEC con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 119 del 6 Maggio 2009, tale servizio è stato esteso anche ai cittadini.

Per i cittadini si tratta di un “diritto” e non di un obbligo. In sostanza, il cittadino può attivare una casella PEC e dialogare direttamente e gratuitamente con la Pubblica Amministrazione. Tale servizio offre notevoli vantaggi in termini sia di tempo, che di costo. In particolare, i cittadini possono comunicare con gli Uffici della PA direttamente via e-mail:

– senza dover produrre copie cartacee;
– senza doversi presentare agli Uffici;
– senza sostenere i costi di invio di raccomandata A/R;
– senza il pericolo che le pratiche vadano perse.

Le credenziali del servizio PEC del cittadino valgono come strumento di identificazione in rete. Il cittadino che aderisce al servizio PEC potrà, infatti, inoltrare istanze e dichiarazioni alla PA che, così, avrà certezza dell’identità dello stesso.

Si possono dedurre le spese per abbigliamento, come fossero spese di rappresentanza?

Gentile Redazione, sono un piccolo imprenditore nel settore dei servizi e mi occupo anche dell’aspetto commerciale della mia impresa. Sono spesso a contatto con i clienti. Per questo motivo curo molto la mia la mia immagine. In che modo posso dedurre le spese che sostengo per il vestiario? Posso inserirle come spese di rappresentanza? (Mario G. – Rimini)

Caro Lettore, grazie per l’interessantissima domanda che ci ha posto. Crediamo possa essere d’interesse per molti altri nostri lettori.

Purtroppo non puoi dedurre le spese sostenute per il tuo vestiario. Infatti, l’acquisto di abiti così come l’acquisto di accessori (occhiali da sole, orologio…)  e anche le spese sostenute per acconciature o trattamenti di bellezza, sono considerate di tipo prettamente personale e non sussiste pertanto un vero e proprio principio di inerenza con la propria attività svolta.

Anche considerare queste spese come spese di rappresentanza risulta essere un errore, in quanto si tratta di spese strettamente finalizzate a migliorare l’immagine personale dell’imprenditore e non dell’impresa.

Noi sentiamo di consigliarti di non portare in detrazione queste spese, in quanto una verifica da parte dell’amministrazione finanziaria non riterrebbe valide ai fini della deduzione fiscale tali spese e conseguentemente queste verrebbero sottoposte a tassazione.

Posta elettronica certificata: ecco quando è preferibile inviare messaggi PEC

Il nuovo servizio PEC può essere utilizzato per la trasmissione di tutti i tipi di informazioni e documenti in formato elettronico. La posta elettronica certificata è indicata soprattutto per effettuare comunicazioni ufficiali, per le quali il mittente vuole avere delle evidenze con valore legale dell’invio e della consegna del messaggio.

In particolare, la PEC consente di richiedere assistenza sugli avvisi telematici e sulle comunicazioni di irregolarità e permette di effettuare le stesse operazioni che il mittente svolgerebbe presso uno sportello fisico dell’Agenzia delle Entrate o al telefono, riducendo però i tempi di erogazione dei servizi.

Speciale PEC: La PEC per le società, professionisti e Pubblica Amministrazione

Fino ad ora, dovevano accedere al servizio PEC solo le società, i professionisti e le Pubbliche Amministrazioni, come stabilito dal decreto legge n. 185 del 29 novembre 2008.

In particolare, per le imprese, l’articolo 16, comma 6 del decreto stabilisce che:

– le nuove imprese hanno l’obbligo di comunicare il proprio indirizzo PEC all’atto della loro costituzione;
– le imprese già costituite devono comunicare il proprio indirizzo PEC al registro delle imprese, entro 3 anni dall’entrata in vigore del decreto (29 novembre 2011 );
– l’iscrizione dell’indirizzo di PEC nel registro delle imprese e le sue successive variazioni sono esenti dall’imposta di bollo e dai diritti di segreteria.

Il comma 7 dello stesso articolo del decreto si rivolge, invece, a tutti i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge statale, che sono tenuti a comunicare ai rispettivi ordini il proprio indirizzo PEC, entro un anno dall’entrata in vigore del decreto. In altre parole, i professionisti dovevano comunicare la propria casella PEC entro il 29 novembre del 2009.

Infine, nei commi 8, 9, 10 e 11 del Dl n. 185/2008 viene precisato che tutte le Pubbliche Amministrazioni devono istituire una casella di posta elettronica certificata per ciascun registro di protocollo, dandone comunicazione al CNIPA, che provvederà alla pubblicazione degli indirizzi in un elenco consultabile per via telematica.
Le comunicazioni tramite PEC tra le Pubbliche Amministrazioni possono avvenire senza che il destinatario dichiari la propria disponibilità ad accettarne l’utilizzo.

Le imprese bergamasche vanno in Sudamerica, quelle di Udine in Romania

Due importanti trasferte per la Camera di Commercio di Bergamo e la Confartigianato di Udine. La prima infatti organizza dal 22 al 26 novembre una missione commerciale multisettoriale a San Paolo in Brasile e a Santiago in Cile, rivolta alle piccole e medie imprese per valutare nuove opportunità di business attraverso incontri in loco con le potenziali controparti nelle loro sedi per discutere le opportunità di affari.

La Confartigianato di Udine invece organizzerà una tre giorni decisiva per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese udinesi in Romania. La missione, organizzata in collaborazione con la provincia di Udine, prevede la visita e la partecipazione alla Expo Azienda Italia di Timisoara in programma presso il centro multifunzionale Craft della Camera di commercio di Timisoara dal 10 al 13 novembre. L’evento, organizzato da Unimpresa Filiala Times in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Romania e la Camera di Commercio di Timisoara, costituisce un’opportunità di promozione ed approccio al mercato romeno rivolto a tutti i settori produttivi e dei servizi. Le aree espositive potranno essere finanziate in tutto o in parte a seconda delle esigenze delle imprese artigiane.

La Cassazione “cancella” l’Irap per i piccoli imprenditori senza autonoma organizzazione

Novità importantissima dalla Corte di Cassazione, che con le sentenze depositate lo scorso 13 ottobre 2010 (n. 21122, 21123 e 21124), in relazione all’assoggettabilità o meno al tributo regionale Irap ad un tassista, ad un coltivatore diretto e ad un artigiano afferma che se il piccolo-imprenditore è oggettivamente sprovvisto di autonoma organizzazione, può risultare non soggetto all’Irap.

Seguendo  il filone già iniziato con l’esenzione dall’Irap per gli Agenti di Commercio e Promotori finanziari (sentenze n. 12108 e 12111 del 2009), nei casi in cui non sussista il requisito dell’organizzazione autonoma, la Corte di Cassazione, sottolinea che la non sussistenza del requisito dell’organizzazione autonoma deve essere applicato anche per le attività che possono essere inquadrate tra quelle dei piccoli imprenditori, in base all’articolo 2083 del Codice civile, secondo cui l’attività professionale viene organizzata prevalentemente con il lavoro proprio o dei componenti della famiglia.

Titolo II – Del lavoro nell’impresa | Capo I – Dell’impresa in generale | Sezione I – Dell’imprenditore | Art. 2083. Piccoli imprenditori. Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.

Le tre sentenze della Corte di Cassazione affermano perciò che il piccolo imprenditore deve ritenersi esentato dall’assoggettamento all’Irap quando la sua attività non è autonomamente organizzata.