Quale percentuale di invalidità per legge 104?

Per il riconoscimento dell’invalidità un cittadino deve sottoporsi a visita medica che attesti e che certifichi il suo stato. Allo stesso modo, sempre con una visita di accertamento, una persona può accedere, in base al suo stato di handicap, ai benefici che sono previsti dalla legge 104/92. Ma detto questo, qual è la percentuale di invalidità che permette l’accesso alle agevolazioni per legge 104?

Qual è la percentuale di invalidità per legge 104 e come accedere alle agevolazioni?

Al riguardo c’è da dire che la percentuale di invalidità deve essere superiore al 33,33%, ma si tratta solo di una condizione necessaria ma non sufficiente. In quanto, come sopra accennato, per il riconoscimento di un handicap, e per le conseguenti agevolazioni per legge 104, è sempre necessario sostenere e superare la visita che è distinta da quella per il riconoscimento, da parte dell’INPS, dello status di invalido.

La legge 104, che in Italia a livello legislativo è una delle pietre miliari a sostegno dei portatori di handicap, mira con i benefici e con le agevolazioni concesse ad eliminare o comunque a lenire tutte le difficoltà che portano non solo alla riduzione della capacità lavorativa, ma anche alla regolare integrità e dignità a livello fisico, psichico ed anche sociale.

L’accesso ai benefici della legge 104, in particolare, risulta essere strutturato in tre fasi. Nel dettaglio, il primo step è quello di ottenere il certificato da parte del proprio medico curante. Dopodiché si inoltra la documentazione dei requisiti sanitari all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS) avvalendosi del canale online, tramite il call center dell’Istituto di previdenza oppure chiedendo il supporto e tutta l’assistenza necessaria ad un patronato sul territorio. L’ultimo step è poi quello della visita da superare, ovverosia l’accertamento dei requisiti da parte del medico.

Quali agevolazioni sono previste per percentuali di invalidità superiori al 33,33%

Rispettato il requisito minimo di invalidità superiore al 33,33%, e superata la visita per l’accesso ai benefici per la legge 104, attualmente è prevista la concessione gratuita di ausili e protesi. Ma con percentuali di invalidità superiori alla soglia minima i benefici e le agevolazioni previste aumentano.

Nel dettaglio, con un’invalidità dal 46% in poi scatta l’accesso all’iscrizione al collocamento mirato per i disabili, dal 51% si aggiunge pure il congedo per invalidi, e dal 60% c’è pure la possibilità, per chi già lavora, di passare alle categorie protette. Per le percentuali di invalidità sopra il 66% scatta pure l’esonero dal pagamento delle tasse universitarie, e sopra il 67% c’è anche l’esenzione parziale dal pagamento del ticket sanitario.

Sopra il 74% di invalidità, oltre alla possibilità di maturare dei contributi aggiuntivi ai fini della pensione, l’INPS riconosce pure l’assegno mensile di invalidità. Per un’invalidità sopra l’80% scatta il diritto al pensionamento anticipato di vecchiaia, mentre con l’invalidità al 100% viene riconosciuta la pensione di inabilità. In più, alla pensione di inabilità, sempre in caso di invalidità al 100%, lo Stato italiano riconosce al cittadino pure l’assegno di accompagnamento. E questo quando, in particolare, l’invalidità causa la mancata autonomia nella deambulazione o comunque l’impossibilità a poter svolgere gli atti della vita quotidiana.

Agevolazioni Legge 104 del 1992 per disabile e familiari

La legge 104 del 1992 prevede misure per “l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”. A definire l’ambito di applicazione della stessa, è l’articolo 3 della legge che distingue tra persone con handicap e persone con handicap di grave entità e che hanno quindi bisogno di assistenza. Per la definizione si rimanda all’articolo specifico. Le agevolazioni Legge 104 per disabili e per i familiari previste dalla legge 104 del 1992 dipendono molto dalla tipologia di handicap da cui è colpito il disabile. In seguito una breve disamina per capire come muoversi e a cosa si ha diritto.

Legge 104 agevolazioni per disabile e per i familiari: settore auto

La normativa prevede la possibilità di avere delle agevolazioni per l’acquisto dell’auto e per quanto riguarda le imposte. Questa agevolazione è riconosciuta ai disabili e loro familiari in caso di:

  • grave limitazione della capacità di deambulazione o pluriamputati;
  • disabili con ridotte o impedite capacità motorie ( in questo caso per poter ottenere le agevolazioni è previsto che la disabilità sia tale da rendere necessario adattare il veicolo);
  • persone colpite da cecità o sordità;
  • persone con handicap fisico o mentale di grave entità a cui sia stata riconosciuta anche l’indennità di accompagnamento;
  • disabili colpiti da sindrome di Down per i quali è prevista l’indennità di accompagnamento.

In questi casi ai disabili e ai loro familiari è riconosciuta la possibilità di ottenere il pagamento dell’IVA agevolata al 4% per l’acquisto di un veicolo, importo massimo è di 18.075,99 euro, e la detrazione dall’IRPEF del 19% dell’importo pagato. Inoltre vi è l’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo e delle tasse di trascrizione.

Detrazioni per figli a carico

Nel caso in cui si sia genitori di disabili non fiscalmente autonomi è possibile godere delle detrazioni per figli a carico in misura de 1.620 euro se il figlio ha un’età inferiore a 3 anni e 1.350 euro per figli di età pari o superiore a 3 anni.  Se si decide di assumere persone per l’assistenza al disabile è possibile portare in deduzione gli oneri contributivi in misura massima di 1.549,37. Viene riconosciuta la detrazione dall’IRPEF il 19%  delle spese sostenute per il personale dedito all’assistenza, fino ad un massimo di 2.100 euro, questa è ottenibile solo nel caso in cui il reddito non superi i 40.000 euro annui.

Agevolazioni legge 104: permessi lavoro

La prima cosa da sottolineare è che i permessi lavoro non spettano a coloro che rientrano nella categoria dell’articolo 3 comma 1, cioè disabili non gravi, spettano invece a chi ottiene il riconoscimento di una disabilità grave. Possono essere usufruiti dal disabile stesso, oppure da coniuge, parte dell’unione civile, convivente,  genitori e parenti entro il 2° grado.

I permessi per il lavoro sono in misura di 2 ore giornaliere o 3 giorni al mese continuativi o frazionati per il lavoratore disabile oppure 3 giorni al mese per gli altri soggetti visti in elenco. A costoro i permessi retribuiti da lavoro spettano solo se il disabile non si trova in una struttura di ricovero.

Discorso diverso deve essere fatto nel caso in cui il disabile sia un bambino. In tal caso per i bambini fino a 3 anni di età i genitori possono usufruire di un prolungamento del congedo parentale per un periodo complessivo (tra i due genitori) non superiore a 3 anni e da utilizzare entro il 12° anno di età del minore. Inoltre, fino al compimento del terzo anno i genitori possono ottenere 2 ore di permesso retribuito al giorno o 3 giorni al mese. Fino al 12° anno restano le misure ora viste, ma il genitore perde l’opportunità di avere le 2 ore giornaliere di permesso, può quindi usufruire solo dei 3 giorni mensili.

Dal compimento del 12° anno c’è diritto solo ai 3 giorni mensili.

Congedo Parentale straordinario: chi ne ha diritto

Se il soggetto non è semplicemente disabile, ma viene riconosciuta la gravità della situazione, i genitori possono ottenere il riconoscimento del congedo parentale straordinario per un arco temporale complessivo di due anni da distribuire nella vita lavorativa del richiedente. Gli importi dovuti sono a carico dell’INPS, ma anticipati dal datore di lavoro.  Di questo particolare congedo oltre a poterne usufruire i soggetti prima visti, possono usufruirne anche i parenti entro il 3° grado, ma deve essere rispettato un ordine:

  • coniuge/convivente;
  • genitore;
  • figlio convivente;
  • fratelli e sorelle;
  • parenti entro il 3° grado.

Il disabile grave e i familiari fino al secondo grado possono inoltre esprimere una preferenza per quanto riguarda la sede di lavoro, laddove è possibile farlo, in modo che questa sia il più vicino possibile al domicilio. Tali soggetti possono inoltre rifiutare il trasferimento e il lavoro notturno. Su questo punto la Corte di Cassazione ha però stabilito che è possibile fare un’eccezione nel caso in cui la presenza del dipendente in una determinata sede generi tensioni con ripercussioni sul normale svolgimento dell’attività lavorativa.

Agevolazioni legge 104 e spese mediche

La legge 104 del 1992 prevede anche agevolazioni inerenti le spese per le cure del disabile, queste possono essere dedotte dal disabile se economicamente indipendente e quindi non a carico fiscalmente di un altro soggetto, oppure dai familiari nel caso in cui il disabile abbia un reddito tale da non renderlo fiscalmente autonomo.

Tra le spese deducibili vi sono quelle per l’acquisto dei medicinali e assistenza medica e infermieristica. Possono invece essere portate in detrazione, in misura del 19% le spese sostenute per:

  • visite mediche specialistiche;
  • acquisto di mezzi d’ausilio e deambulazione (se non sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale);
  • acquisto di poltrone e altri ausili utili a coloro che hanno ridotte capacità di movimento. Infine, deve essere ricordato il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Ulteriori agevolazioni legge 104 del 1992

Lo Stato ha previsto il bonus bolletta solo nel caso in cui il disabile a causa della patologia che lo affligge sia obbligato a usare apparecchi elettromedicali di supporto, ad esempio ventilatori polmonari, strumenti per dialisi, sollevatori, materassi antidecubito e simili.

Per l’acquisto di strumenti tecnici e informatici, ad esempio PC, è prevista l’IVA agevolata al 4% e la detrazione del 19% del costo sostenuto solo nel caso in cui tali strumenti siano necessari per migliorare la qualità della vita del disabile, ad esempio per migliorare la capacità di relazione interpersonale.

Disabili, agevolazioni fiscali: beneficiari e situazioni in cui si verificano

Le persone disabili e i loro familiari possono godere di molte agevolazioni fiscali: quando, quali sono, beneficiari, regole e modalità per richiederle.

Le detrazioni IRPEF per figli disabili a carico

  • 1.620,00 € per figlio se di età inferiore a tre anni;
  • 1.350,00 € per figlio se di età uguale o superiore a tre anni;

La detrazione aumenta di 200,00 € per ogni figlio a partire dal primo, nel caso di più di tre figli.

Le detrazioni IRPEF sono calcolate in modo inversamente proporzionale al reddito e si annullano per redditi che superano i 95.000 euro all’anno.

Acquisto di veicoli: benefici fiscali

  • Detrazione Irpef del 19% per acquisto, manutenzione o riparazione (se sostenute entro 4 anni dall’acquisto del mezzo) di autovetture senza limiti di cilindrata, e di altri veicoli (nuovi o usati) per una spesa massima di 18.075,99 euro;
  • Esenzione del bollo auto e imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà;
  • Iva al 4% sull’acquisto di autovetture nuove o usate, ma anche in leasing traslativo con motore elettrico di potenza non superiore a 150 Kilowatt; con motore a benzina o ibrido fino a 2.000 cm cubici; con motore diesel o ibrido fino a 2.800 cm cubici.

Le agevolazioni spettano una sola volta nel corso di un quadriennio, salvo furto o cancellazione del precedente veicolo dal PRA, per demolizione. L’erede ha la possibilità di cedere il veicolo ereditato dalla persona portatrice di handicap, anche prima dei due anni dall’acquisto con IVA agevolata, senza che ciò implichi l’obbligo di versamento della differenza d’imposta.

Agevolazioni fiscali: beneficiari e veicoli di riferimento

I beneficiari delle agevolazioni fiscali sono rappresentati dalle persone sorde e non vedenti; da portatori di disabilità psichica o mentale che hanno ottenuto l’indennità di accompagnamento o con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni; disabili con ridotte o impedite capacità motorie permanenti.

I veicoli di riferimento sono:

  • autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo (max 9 posti) e autoveicoli specifici per il trasporto di cose o persone muniti di speciali attrezzature;
  • autocaravan con una speciale carrozzeria ed attrezzati al trasporto (max 7 posti);
  • motocarrozzette a tre ruote per il trasporto (max 4 posti) con carrozzeria idonea;
  • motoveicoli per trasporto promiscuo o specifici a tre ruote per il trasporto di cose o persone muniti di speciali attrezzature relative a tale scopo.

Ausili tecnici e informatici: agevolazioni

  • detrazione IRPEF del 19% dei costi d’acquisto per sussidi informatici e tecnici;
  • IVA al 4% sulla spesa sostenuta;
  • detrazioni per le spese di acquisto e mantenimento concernenti il cane guida per i non vedenti;
  • detrazione IRPEF del 19% spese per i servizi di interpretariato dei sordi.

I costi sostenuti per l’acquisto di telefonini per sordomuti, sussidi informatici e tecnici e cucine, si può fruire della detrazione solo nel caso di collegamento funzionale tra il sussidio tecnico informatico e lo specifico handicap.

Barriere architettoniche: detrazioni e interventi

Per ristrutturazione edilizia sugli immobili: detrazione 50% su un massimo di 96.000 euro, se la spesa è sostenuta tra il 26/06/2012 e il 31/12/2020. Detrazione 36% su un importo massimo di 48.000 euro, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2021.

Altri interventi agevolati riguardano l’eliminazione delle barriere architettoniche e la realizzazione di strumenti che, con la comunicazione, la robotica e ogni altro strumento tecnologico siano idonei a favorire la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di grave disabilità.

Le spese sanitarie

Sono interamente deducibili dal reddito complessivo del disabile: le spese mediche generiche e le spese di assistenza specifica (anche per un familiare disabile non a carico). Dall’imposta possono essere detratte le spese sanitarie specialistiche per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro.

Sono ammesse integralmente alla detrazione del 19%, con la franchigia di 129,11 euro per:

  • spese effettuate il trasporto in ambulanza del disabile o compiuto dalla Onlus;
  • acquisto di arti artificiali per la deambulazione o di poltrone per inabili e minorati non deambulanti e di apparecchi per il contenimento di fratture, ernie e per la correzione dei difetti della colonna vertebrale o di componenti di cucine basati su tecnologie meccaniche, elettroniche o informatiche, preposte a facilitare il controllo dell’ambiente da parte dei disabili;
  • costruzione di rampe per l’eliminazione delle barriere architettoniche alle abitazioni, siano esse interne che esterne;
  • rendere idoneo l’ascensore a contenere la carrozzella e l’installazione e la manutenzione della pedana di sollevamento installata nell’abitazione della persona con disabilità;
  • i mezzi fondamentali all’accompagnamento, alla deambulazione e al sollevamento dei disabili.

Assistenza personale: agevolazioni fiscali

  • deduzione dei contributi (fino a 1.549,37 euro) per addetti a servizi domestici e assistenza personale o familiare;
  • detrazione spese per addetti all’assistenza personale (fino a 2.100 euro) per redditi fino a 40.000 euro;
  • detrazione spese per il familiare non autosufficiente anche se non a carico e anche se le prestazioni di assistenza sono rese da una casa di cura o di riposo; da una cooperativa di servizi; da un’agenzia interinale.

Polizze assicurative: detrazioni

  • detrazione di 530 euro per le polizze che prevedono il rischio di morte o di invalidità permanente;
  • detrazione di 1.291,14 euro per le polizze che coprono il rischio di non autosufficienza;
  • 750 euro per i premi versati per le polizze assicurative a tutela delle persone con disabilità grave che coprono il rischio di morte. Se nel contratto di assicurazione sono indicati più beneficiari e uno dei quali ha una grave disabilità, l’importo massimo detraibile deve essere ricondotto all’unico limite più elevato di 750 euro.

L’imposta agevolata su successioni e donazioni

Solo sulla parte della quota ereditata (o donata) che supera l’importo di 1.500.000 euro; l’esenzione per i beni e i diritti conferiti in un trust o gravati da un vincolo di destinazione e per quelli destinati a fondi speciali creati per i portatori di grave disabilità.

Agevolazioni riconosciute con legge 104, articolo 3, comma 1

 

La legge 104 del 1992, spesso chiamata semplicemente “la 104” , è una legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Il nucleo fondamentale di questa normativa sono i riconoscimenti attribuiti a soggetti disabili, e ai loro familiari, e in particolare detrazioni e altri benefici fiscali e permessi di lavoro. Oggi ci occuperemo in particolare dell’articolo 3 comma 1 di questa legge.

A chi è rivolto l’articolo 3, comma 1 della legge 104

L’articolo 3 comma 1 mira a delineare chi è la persona diversamente abile, la norma parla di  persona handicappata, che definisce come “colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”.

Per poter ottenere quindi tale riconoscimento è necessario che si verifichino diverse condizioni:

  • minorazione fisica, psichica o sensoriale;
  •  tale condizione deve essere stabilizzata (non può trattarsi di una minorazione temporanea) o progressiva (condizione che con il tempo peggiora);
  •  minorazione deve essere tale da portare uno svantaggio sociale o emarginazione.

Per determinare il campo di applicazione e quali diritti derivano da tale riconoscimento occorre fare un paragone con il comma 3 dello stesso articolo che si applica a coloro che hanno bisogno di un intervento assistenziale permanente e per questo considerati “disabili gravi”.

Appare quindi evidente che il soggetto che trova tutela nell’articolo 3, comma 1 della legge 104 abbia una menomazione di entità non grave, non richiede assistenza h24 e non implica incapacità di provvedere a sé, ma deve essere tale da determinare uno svantaggio sociale e/o emarginazione. Proprio per questo il soggetto non ha diritto ad assegni di tipo economico, ma questo non vuol dire che non abbia dei riconoscimenti.

Detrazioni spese mediche e per assistenza

La normativa riconosce a chi rientra nella legge 104 del 1992, articolo 3, comma 1, diverse agevolazioni  la possibilità di detrarre al 19% le spese per i contributi previdenziali e assistenziali sostenute baby sitter e badanti a cui siano stati affidati incarichi inerenti all’assistenza del disabile.

Tra le spese che possono essere dedotte vi sono anche quelle per visite mediche e terapie, ad esempio la fisioterapia, sostenute per il soggetto disabile. Tali costi possono essere dedotti sia dal disabile, quindi nella dichiarazione dei redditi di tale soggetto, sia dai familiari a cui sia fiscalmente a carico il disabile.  Questo implica che se il genitore di una ragazzo disabile sostiene i costi per la fisioterapia del figlio a cui è riconosciuta la 104, costui può dedurre dalla propria dichiarazione dei redditi tali spese. Se il soggetto disabile è fiscalmente indipendente, potrà dedurre tali spese dal suo reddito. Particolari agevolazioni sono previste per l’acquisto di ausili medici per i disabili, infatti in questo caso viene applicata l’IVA agevolata al 4%, inoltre la spesa sostenuta potrà essere portata in detrazione al 19%. Rientrano tra le spese mediche anche il trasporto in ambulanza. Per gli invalidi civili, ciechi civili e sordomuti è previsto che gli ausili medici come protesi, ortesi e altri ausili correlati alla minorazione riscontrata siano a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Agevolazioni per lavoratori della Pubblica Amministrazione

Particolari agevolazioni sono previste anche nella Pubblica Amministrazione. Colui a cui vengono riconosciuti i benefici della legge 104 articolo3, comma 1 che abbia un’invalidità superiore ai 2/3 oppure minorazioni che rientrano nella Tabella A della legge 648 del 1950,  nel caso in cui risulti vincitore in pubblici concorsi ha diritto con priorità rispetto ad altri vincitori a scegliere la sede.

Deve essere sottolineato che i familiari (coniuge, convivente, parenti o affini entro il secondo grado) che si occupano di un soggetto riconosciuto disabile in base alla legge 104, articolo 3, comma 1  non possono essere obbligati al lavoro notturno. Non godono però di permessi retribuiti e dei congedi straordinari riconosciuti a coloro che hanno disabilità ex articolo 3, comma 3, legge 104.

Legge 104, articolo 1, comma 3: agevolazioni per acquisto auto

Molti soggetti che ottengono il riconoscimento della disabilità prevista dalla legge 104 articolo 3 comma 1 sono in realtà interessate alle agevolazioni previste per il settore auto. In questo caso occorre sottolineare che coloro che sono titolari di indennità di accompagnamento o certificato di handicap grave per disabilità motoria o intellettiva, ridotte capacità motorie oppure disabilità sensoriale (sordi e ciechi),  possono ottenere in caso di acquisto di un veicolo, la riduzione dell’IVA al 4% e la detraibilità dalla dichiarazione dei redditi del 19% di quanto pagato per l’acquisto dell’auto. Il costo non deve superare il limite di 18.075,99 euro e l’acquisto può riguardare veicoli nuovi o usati. Per il settore auto vi è anche il riconoscimento dell’esenzione dal pagamento del bollo auto e delle tasse di trascrizione.  Anche in questo caso le agevolazioni possono essere riconosciuti anche ai familiari che hanno fiscalmente a carico il disabile, ma l’auto deve essere utilizzata in modo prevalente per il trasporto dello stesso.

Agevolazioni per acquisto di ausili informaici e tecnici

Le stesse agevolazioni sono previste anche per l’acquisto di ausili informatici, ma in questo caso è bene porre attenzione perché non sempre si rientra tra i beneficiari di questo diritto. Tale riconoscimento è legato in modo esclusivo all’acquisto di ausili che possano migliorare la qualità della vita del disabile aiutandolo a colmare il gap dovuto alla menomazione/patologia. Come sottolineato dall’Agenzia Entrate e Riscossioni, deve trattarsi quindi di ausili informatici in grado di migliorare:

  • la comunicazione interpersonale;
  • l’elaborazione scritta o grafica;
  • il controllo dell’ambiente circostante;
  • l’accesso all’informazione e alla cultura;
  • assistere nella riabilitazione.

Per quanto riguarda gli ausili tecnici, deve trattarsi anche in questo caso di strumenti che migliorano le condizioni del disabile, ad esempio l’acquisto del servoscale, poltrone per inabili o persone con limitate capacità di movimento e simili. L’agevolazione è quindi strettamente correlata alla disabilità.

Maggiorazione contributiva invalidi: a chi spetta e come funziona

Tanti si chiedono come richiedere la maggiorazione contributiva, in caso di invalidità e quanto sia la sua valenza ai fini della pensione. Ebbene, con questo rapido approfondimento, cercheremo di rispondere a queste e ad altre domande, come ad esempio scoprire a chi spetta e come funziona la maggiorazione contributiva.

Come funziona la maggiorazione contributiva invalidi?

Innanzitutto, iniziamo col dire che con la maggiorazione contributiva si intende quella parte contributiva riconosciuta ai lavoratori invalidi e inerente a 2 mesi di contributi figurativi per ogni anno in cui si è effettivamente lavorato con una invalidità superiore al 74%. Dunque, per ognuno degli anni di lavoro non saranno riconosciuti soltanto 12 mesi di contribuzione, bensì 14. Ad ogni modo, vi sono una serie di precisazioni da anteporre alla situazione, che elenchiamo di segui:

  • la contribuzione figurativa così accreditata è utile solo ai fini del raggiungimento del diritto alla pensione. Questi, quindi, saranno utili per anticipare l’accesso alla pensione, ma non per aumentare l’importo dell’assegno almeno per le pensioni calcolate con il sistema contributivo;
  • Vi è un limite di contribuzione figurativa accreditata a titolo di maggiorazione sociale per gli invalidi. Nello specifico, non si potranno accreditare più di 5 anni di contributi;
  • Tale contribuzione figurativa può essere accreditata solo ed esclusivamente previa domanda del diretto interessato;
  • Solo i servizi di lavoro effettivamente svolti presso pubbliche amministrazioni o in aziende o cooperative private, potranno dar luogo alla contribuzione figurativa di 2 mesi presso.

Tuttavia, va aggiunto che tale beneficio è valido per il raggiungimento del requisito contributivo di qualsiasi altra misura previdenziale, perciò sarà valido anche anche al raggiungimento dei 41 anni e 10 mesi di contributi necessari alle donne per poter accedere alla pensione anticipata. Come detto, in pratica, va considerato che per ogni anno di attività effettuato vengono riconosciuti 2 mesi di contribuzione aggiuntiva.

Ma cosa accade quando l’anno di lavoro non viene completato?

Ovviamente ci sono quei casi in cui l’anno di lavoro non viene completato al termine effettivo di lavoro e quindi ci si chiede cosa può accadere al fine del conseguimento della maggiorazione contributiva. Ebbene, nel caso in cui un anno di lavoro non venisse completato, ovvero anche quando si avrà svolto attività lavorativa per i periodi inferiori all’anno, spetterà 1/6 di contribuzione figurativa per ogni settimana di lavoro. Nel caso in cui, ponendo ad esempio, un lavoratore avesse lavorato per soli sei mesi, gli verranno riconosciute (in un periodo probabilmente di 30 settimane) soltanto 5 settimane.

Maggiorazione contributiva per il diritto alla pensione, come funziona

Come funziona la maggiorazione contributiva per il diritto alla pensione, è certamente un’altra domanda frequente nel novero dei contribuenti. Va detto, pertanto, che l’INPS specifica sul suo stesso sito chiaramente che la maggiorazione convenzionale di cui all’articolo 80, comma 3, non assume rilevanza nel calcolo della quota di pensione contributiva, per quanto nel calcolo contributivo l’importo della quota di pensione è determinato moltiplicando, difatti, il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione inerente all’età dell’individuo specifico nel momento del suo pensionamento.

Dunque, dopo questa rapida lettura sull’argomento, ora non vi resta che attendere il conseguimento della maggiorazione contributiva, sempre ammesso che ne siate spettanti diritto, s’intende.

Assegno ordinario di invalidità, la pensione con 5 anni di contributi anche per autonomi

L’assegno ordinario di invalidità (da non confondere con l’assegno di invalidità civile) è una prestazione economica, non reversibile, erogata ai lavoratori dipendenti ed autonomi con infermità fisica o mentale, che determini una riduzione, superiore ai 2/3, della capacità lavorativa. Tale assegno può essere riconosciuto, qualora il lavoratore abbia accreditati cinque anni di contribuzione, di cui tre nel quinquennio precedente alla data di presentazione della domanda amministrativa.

Nello specifico, uno dei requisiti necessari per il riconoscimento dell’assegno di invalidità, risulta essere quello contributivo. L’assegno infatti potrà essere erogato ai lavoratori che hanno versato i contributi da almeno 5 anni e che risultino accreditati o versati a loro favore almeno 5 anni di contribuzione di cui 3 nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda amministrativa con la quale si chiede la prestazione.

Da chi può essere richiesto l’assegno ordinario di invalidità? Esso, può essere chiesto dai lavoratori dipendenti, dagli autonomi e dai lavoratori parasubordinati. Per la sua richiesta, non esiste un requisito anagrafico ma solo un requisito medico-legale ed uno contributivo.  Per quando riguarda il requisito medico legale è necessario che l’assicurato abbia una capacità di lavoro ridotta in modo permanente, a causa di infermità o di un difetto fisico o mentale, a meno di un terzo.

La durata dell’assegno

La prestazione previdenziale è riconosciuta per un periodo di tre anni ed è confermabile, su domanda del titolare, per ulteriori tre anni. La domanda di conferma va presentata entro i 6 mesi dalla data di scadenza. Dopo tre riconoscimenti consecutivi l’assegno di invalidità è confermato automaticamente. Per quando, riguarda l’importo dell’assegno verrà calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati.