Contributi badanti, ecco quando non si pagano

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro con la nota 521 del 13 marzo 2024 ha ricordato gli sgravi contributivi per l’assunzione di badanti per over 80 titolari di assegno di accompagnamento. Ecco le precisazioni.

Bonus badanti: a chi spetta?

Il decreto legge 19 del 2024, pubblicato in Gazzetta il 2 marzo, prevede all’articolo 29 comma 15-18 l’esonero contributivo per l’assunzione con contratto di lavoro domestico con mansioni di assistente a favore di soggetti anziani, d’età non inferiore a 80 anni già titolari d’indennità di accompagnamento.

Lo sgravio è riconosciuto anche nel caso in cui si trasformi un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane con assistenza personale a casa, quindi non in strutture socio sanitarie e allo stesso tempo favorire l’emersione del lavoro in nero che in questo settore rappresenta un’elevata percentuale.

A quanto ammonta lo sgravio contributivo?

L’esonero dal versamento dei contributi ha un limite massimo di 3.000 euro l’anno per un massimo di 24 mesi. Ci sono però dei requisiti da rispettare, infatti questo sgravio viene riconosciuto hanno un Isee per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria non superiore a 6.000 euro.

Oltre questo requisito oggettivo, ve ne sono ulteriori soggettivi, l’assunzione non può riguardare:

  • parenti o affini;
  • tra lavoratore da assumere e datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani da meno di sei mesi.

Deve però essere ricordato che la misura ancora non è attiva, la decorrenza deve essere fissata dall’Inps a conclusione delle procedure per l’ammissione al finanziamento sul Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027.

Leggi anche: Contributi Colf e badanti, a chi spetta la deduzione?

Bonus barriere architettoniche 2024, riconosciute al 75% e non solo

Bonus barriere architettoniche 2024 cambia come quello del superbonus, ecco quindi come sarà  possibile usufruire di questa misura.

Bonus barriere architettoniche 2024, ecco come funziona

Dopo le modifiche introdotte sul superbonus 2024 arrivano anche quelle per il bonus barriere architettoniche. Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus) in materia di agevolazioni fiscali in edilizia incardinato, sul testo approvato senza modificazioni dalla Camera. Un decreto che cambia quello che riguarda il mondo dell’agevolazione sugli immobili.

Anche per il 2024 è riconosciuto il Bonus Barriere Architettoniche. Una detrazione fiscale del 75% rivolta a finanziare interventi che mirano all’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici esistenti. Si punta così all’accessibilità per tutti, in particolare per le persone con disabilità.

Bonus barriere architettoniche 2024, le novità

Secondo quanto dice lo stesso decreto “ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, ai contribuenti è riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per le spese documentate sostenute fino al 31 dicembre 2025.” Ebbene com’è noto si tratta di spese sostenute per la realizzazione in edifici già esistenti di interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi ad oggetto esclusivamente: scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.

La detrazione d’imposta del 75% delle spese documentate sostenute nel periodo tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2025 è ripartita tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo. La detrazione deve essere calcolata su un importo complessivo non superiore a:

  • 50.000 euro, per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
  • 40.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;
  • 30.000 euro, moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

Elementi indispensabili per l’ottenimento dell’agevolazione

Per usufruire dell’agevolazione gli interventi occorre avere: le prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.

La detrazione spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche nonché, in caso di sostituzione dell’impianto, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito.

Infine prevista una deroga per chi ha avviato i lavori ma non li ha conclusi. Ma ha presentato il titolo abilitativo per i lavori entro il 29 dicembre 2023. Si applica l’agevolazione se entro la stessa scadenza il richiedente ha versato l’acconto al fornitore per l’esecuzione dell’opera. Stesso principio vale anche per il rifacimento del bagno e sostituzione di infissi.

Pensione, invalidità civile, pensione sociale, i nuovi importi

Con il Messaggio 4050 del 15 novembre 2023 l’Inps ha confermato che nella rata della pensione del mese di dicembre oltre ad essere corrisposte le somme della tredicesima, sarà corrisposto anche il conguaglio, generalmente versato nel mese di gennaio e gli arretrati del conguaglio stesso, naturalmente per 13 mensilità.

Pensioni, anticipo a dicembre della perequazione

A gennaio 2023 è stato riconosciuto un aumento delle pensioni pari al 7,3%, relativo all’inflazione registrata nel 2022 a titolo provvisorio. A titolo definitivo l’inflazione si è invece attestata all’8,1%, questo implica che i pensionati hanno diritto a un ulteriore importo a conguaglio pari allo 0.8% per ogni mensilità. Generalmente tali somme dovrebbero essere corrisposte a gennaio 2024.

L’anticipo della perequazione è previsto dall’articolo 1 del decreto-legge n. 145/2023, tuttavia, ha previsto che: “Al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2023 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni, di cui all’articolo 24, comma 5, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, per l’anno 2022 è anticipato al 1° dicembre 2023”.

Gli importi della pensione a dicembre 2023

L’Inps nel Messaggio 4050 ha indicato anche i nuovi importi per le pensioni minime fissato a 567,94 , quindi i pensionati dovranno percepire la differenza tra quanto gli è stato versato e quanto dovrebbe essere versato. La perequazione viene effettuata al 100% per gli importi fino a 2.101,52, cioè 4 volte la pensione minima.

Cambiano gli importi anche per l’assegno di invalidità civile che avrà un aumento di 2,34 euro al mese per 13 mensilità, l’importo passa da 313,91 a 316,25, si tratta di un aumento di circa 30 euronell’assegno di dicembre.

L’assegno sociale passa invece da 503,27 euro a 507,03 con un aumento di 3,76 euro per 13 mensilità

Ricordiamo che nel mese di gennaio 2024 sarà corrisposto l’aumento degli assegni pensionistici, invalidità civile, assegno sociale con aumenti determinati in base all’inflazione provvisoria registrata per il 2023. Si dovrebbe trattare di un ulteriore 5% circa.

Leggi anche: Black friday e cyber monday, attenti alle fregature. Guida

Congedo straordinario legge 104: ora si può fare rinuncia online

L’Inps con il Messaggio n° 2600 del 10 luglio 2023 ha reso noto che sul portale, oltre ad essere presente la funzionalità per richiedere il congedo straordinario per assistere familiari disabili in situazione di gravità, è presente anche la voce Rinuncia che consente a chi ha già ottenuto il congedo straordinario di rinunciarvi in tutto o in parte.

Cos’è il congedo straordinario legge 104 e a chi spetta?

Il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro retribuito riconosciuto ai lavoratori dipendenti per assistenza ad un parente con grave disabilità. Il congedo straordinario viene riconosciuto per assistenza a coloro che si trovano nella situazione prevista dal comma 3 dell’articolo 3 della legge 104 del 1992, cioè per assistere un soggetto che a causa della sua ridotta autonomia personale richiede un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione deve assumere connotazione di gravità.

Non tutti i familiari possono richiedere il beneficio del congedo straordinario, infatti viene stilata una sorta di graduatoria ad esclusione.

Il congedo straordinario spetta coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente o il convivente di fatto della persona disabile in situazione di gravità .

Solo nel caso in cui il soggetto prima visto sia impossibilitato (per patologia, inestistenza, morte) il congedo straordinario può essere fruito da un genitore o dal figlio.

In caso di mancanza o impossibilità di coniuge, convivente, genitori, figli, il congedo straordinario spetta a fratelli e sorelle.

Infine, in assenza di tutti i soggetti prima visti, può usufruire del congedo straordinario un parente o affine entro il terzo grado.

Fatta questa premessa, vediamo come si può effettuare online la rinuncia, totale o parziale al periodo di congedo straordinario.

Come fare la Rinuncia al congedo straordinario legge 104 online

La prima cosa da dire è che i benefici del congedo straordinario legge 104 vengono meno automaticamente al cessare dei presupposti per ottenere tale riconoscimento.

La procedura per la “Rinuncia” al congedo straordinario è del tutto simile a quella per la richiesta.

La prima cosa da fare è collegarsi al portale Inps e accedere con le proprie credenziali ( Spid, Cie o Cns).

A questo punto il percorso è andare alla sezione “Lavoro” e selezionare

“Indennità per congedi straordinari (assistenza familiari disabili)”. Da qui si prosegue così:

  • > “Congedi, permessi e certificati”
  • > “Congedi
  • selezionare la voce di menu “Comunicazione di variazione” .

La rinuncia può essere fatta solo per domande in corso di fruizione nel mese in cui si vuole effettuare la rinuncia.

Leggi anche: Congedo straordinario legge 104: dopo cosa resta per assistere i disabili?

Congedo straordinario legge 104: a chi spetta e come richiederlo

Permessi 104: arriva la circolare INPS con le novità

L’Inps con la circolare 39 del 4 aprile rende note le istruzioni per usufruire dei permessi della legge 104 in modo da equilibrare vita familiare e lavoro in attuazione della direttiva UE 2019/1158 recepita con il decreto legislativo 105 del 2022.

Permessi 104: eliminato il referenti unico dell’Assistenza

La prima novità importante riguarda i permessi previsti dalla legge 104 del 1992, infatti viene eliminato il referente unico dell’assistenza. Di conseguenza in caso di necessità di assistenza ad una persona in stato di grave disabilità è possibile autorizzare alla fruizione dei giorni di permesso più di un referente, resta fermo il limite dei tre giorni mensili, ma questi possono essere usufruiti in modo alternativo da più persone. Al fine di essere riconosciuto come referente, ogni richiedente deve inviare apposita domanda all’Inps corredata dalla dichiarazione del disabile che indichi l’intenzione di farsi assistere da tale soggetto.

Congedi straordinari : possono essere richiesti anche dal convivente

Novità anche per quanto riguarda i congedi straordinari per l’assistenza ai familiari con gravi disabilità previsti dall’articolo 42 comma 5 del decreto legge 151 del 2001. La principale novità è data dal fatto che avvalersi di tali permessi oltre al coniuge e della parte dell’unione civile, potrà essere anche il convivente. Naturalmente occorre una convivenza stabile.

La convivenza può iniziare anche dopo la presentazione della domanda di congedo, ma deve essere garantita per tutto il periodo della fruizione.

Naturalmente resta la possibilità di avvalersi dei congedi per:

  • genitori in caso di assenza del coniuge del disabile o grave infermità del coniuge/convivente;
  • figli conviventi della persona disabile nel caso in cui il convivente/coniuge ed entrambi i genitori siano deceduti o impossibilitati per grave infermità;
  • uno dei fratelli/sorelle conviventi in caso di impossibilità per i soggetti prima visti;
  • un parente o affine entro il terzo grado convivente della persona disabile.

La circolare 39 sottolinea inoltre che la fruizione dei giorni di permesso previsti dalla legge 104 del 1992 non va ad incidere su giorni di ferie, tredicesima, riposi e gratifica natalizia. Restano fermi però i limiti a tutti gli emolumenti riconosciuti con riferimento alla presenza sul posto di lavoro.

Leggi anche: Permessi legge 104, spettano se il disabile ha la badante?

Iva al 4% per i prodotti informatici, ecco in quali casi si può avere

L’Agenzia delle Entrate ha reso noto che per alcuni prodotti informatici l’Iva non è al 22%, ma al 4%. Ecco chi potrà usufruirne e quali prodotti sono interessati da tale novità.

Iva al 4%, quando si può applicare?

L’Agenzia delle Entrate nella risposta ad Interpello n° 282 del 4 aprile 2023 ha reso noti i criteri con i quali è possibile riconoscere l’Iva al 4% per i supporti informatici necessari a persone che hanno deficit motori, visivi, uditivi o disturbi del linguaggio.

La normativa infatti prevede in modo generico che le persone che abbiano un’invalidità riconosciuta possano ottenere l’agevolazione fiscale dell’Iva al 4% prevista dalla legge 104 del 1992 (articolo 3). Non c’è una lista dei prodotti informatici che possano usufruire di tali benefici, ma di volta in volta è necessario determinare se quel determinato supporto è in grado effettivamente di migliorare l’autosufficienza, l’integrazione e quindi la qualità della vita della persona avendo delle funzioni che possono essere definite pertinenti rispetto all’handicap.

Vi sono dei limiti temporali da rispettare tra la vendita di due prodotti informatici con Iva al 4%?

Il chiarimento in oggetto è richiesto da una società che si occupa di vendita di dispositivi elettronici. In particolare l’istante chiede se vi sono dei limiti temporali da rispettare per la vendita di tali prodotti. L’acquirente infatti chiede la vendita di un telefono smartphone, il venditore ricorda di aver venduto allo stesso soggetto con aliquota agevolata al 4% un altro dispositivo simile solo qualche mese prima. Il potenziale acquirente non mostra prove inerenti lo smarrimento, il furto o il guasto del precedente dispositivo.

Venditore non deve controllare la distanza temporale negli acquisti, ma i certificati

L’Agenzia delle Entrate sottolinea che in effetti la normativa in oggetto non prevede limiti temporali inerenti l’acquisto di tali beni. Di conseguenza il venditore non è tenuto a verificare gli acquisti antecedenti di sussidi tecnici ed informatici rivolti a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione dei soggetti portatori di handicap di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

Allo stesso tempo l’Agenzia nella risposta ad Interpello 282 del 2023 sottolinea che il venditore è tenuto a controllare il certificato medico attestante l’invalidità funzionale permanente rilasciato dall’azienda sanitaria locale competente o dalla commissione medica integrata.

Nel caso in cui nel certificato medico non risulti il nesso tra il sussidio tecnico informatico e la menomazione permanente, l’acquirente dovrà produrre un’ulteriore certificazione rilasciata dal medico curante dal quale risulti tale nesso funzionale in modo univoco. L’Agenzia sottolinea che il certificato in oggetto “deve contenere l’individuazione dello specifico sussidio tecnico informatico oggetto di acquisto per il quale ricorre il sopra menzionato nesso funzionale.” Solo se il certificato contiene tale indicazione sarà possibile procedere alla vendita applicando l’aliquota Iva al 4%.

Leggi anche: Iva agevolata al 4% con semplificazioni per chi ha una patente “speciale

Assegno universale per anziani non autosufficienti: cos’è?

Il DDL Anziani è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 marzo 2023 e prevede una serie di misure a sostegno delle persone anziane, il piano delineato comprende diverse misure il cui obiettivo è migliorare la qualità della vita e ciò attraverso l’uso del fondi Pnrr. Tra le misure previste appare di particolare interesse l’assegno universale per anziani non autosufficienti. Ecco cosa prevede e chi potrà avvalersene.

Assegno universale per anziani: a chi spetta?

Il nome, assegno universale per anziani, non è un caso, infatti questa misura di sostegno è molto simile all’Assegno Unico e Universale riconosciuto ai minori e in alcuni casi ai maggiorenni fino a 21 anni di età. Come l’Assegno Unico e Universale andrà ad assorbire altre indennità in modo da semplificare il sistema degli aiuti, inoltre sarà erogato a domanda e naturalmente al verificarsi dei requisiti.

L’assegno universale per anziani sarà introdotto in via sperimentale e risponderà a esigenze specifiche della popolazione avanti con l’età. In base a quanto anticipato, la misura, il cui decreto attuativo dovrà essere presentato entro gennaio 2024, andrà ad assorbire altre prestazioni economiche assistenziali e tra queste l’assegno di accompagnamento. Vi è però un limite, infatti l’ammontare dei benefici economici che la persona riceverà non potrà essere inferiore rispetto alle indennità attualmente percepite.

Le persone potranno scegliere se percepire l’assegno universale sotto forma di denaro o di prestazioni alla persona. Per far fronte alle spese necessarie a sostenere questa misura economica sarà istituito il “Fondo per la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti” .

Leggi anche: Assistenza anziani: cosa prevede il Disegno di Legge Anziani approvato

Invalidità civile, la procedura semplificata resta in vigore

Durante il periodo di emergenza Covid si è provveduto a semplificare le procedure per l’accertamento dell’handicap al fine del riconoscimento dell’invalidità civile. L’Inps il 17 marzo con il Messaggio 1060/2023 ha reso noto che le procedure semplificate restano in vigore nonostante sia terminata l’emergenza pandemica.

Invalidità civile: resta in vigore la procedura online

Con Decreto Legge n. 76 del 16 luglio 2020 è stata istituita una procedura semplificata attraverso la quale le commissioni mediche preposte potevano accertare lo stato invalidante di un soggetto sulla base della sola documentazione medica allegata online attraverso la procedura semplificata. L’Inps sottolinea che tale modalità di accertamento medico-legale mira a semplificare l’iter sanitario-amministrativo garantendo tempi celeri e consentendo di utilizzare al meglio le risorse disponibili. Il nuovo iter riduce i tempi richiesti per gli accertamenti sanitari fornendo così un servizio più efficiente ai cittadini.

Questa procedura può essere utilizzata solo nel caso in cui dalla documentazione medica possa essere ricavata una valutazione obiettiva della condizione del soggetto.

In caso contrario la commissione medica di accertamento provvederà a convocare il soggetto a visita diretta. Tale iter è valido sia in fase di primo riconoscimento dell’invalidità civile, sia in caso di revisione.

Leggi anche: Invalidità civile: nuove procedure per le visite di prima istanza e di revisione

La valutazione sugli atti può essere richiesta anche dal diretto interessato o da chi lo rappresenta insieme ai documenti comprovanti lo stato di invalidità. In questo caso la commissione di accertamento deve indicare la documentazione sanitaria da produrre. Se la documentazione non è sufficiente, dovrà convocare il soggetto alla visita medica diretta.

Specialista che redige atti per invalidità civile semplificata incorre in responsabilità del pubblico ufficiale

L’Inps sottolinea anche che gli accertamenti effettuati dagli specialisti e allegati al fine di concludere la procedura a distanza possono essere messi in dubbio solo in presenza di elementi oggettivi che inducano a ritenere che le relazioni allegate siano non veritiere. Comportamento piuttosto grave, considerato che in tale veste gli specialisti fungono da pubblico ufficiale o incaricato di un pubblico servizio quindi la documentazione ha valore di atto pubblico facente fede fino a querela di falso per i fatti che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuti in sua presenza e in ordine al contenuto delle dichiarazioni contenute nell’atto stesso.

Nel Messaggio 1060/2023 l’Inps rende noto che il progetto per la la semplificazione delle procedure del riconoscimento e revisione dell’invalidità civile è stato finanziato con i fondi PNRR, inoltre l’Inps sta provvedendo a implementare il servizio in modo da consentire la visualizzazione della documentazione sanitaria allegata attraverso sistemi informatici che connettono le ASL ai sistemi dell’Inps.

Leggi anche: Aggravamento dell’invalidità civile: come richiederlo?

Invalidità civile 2023: nuovi importi e limiti di reddito

Assistenza anziani: cosa prevede il Disegno di Legge Anziani approvato

È stato approvato il Disegno di Legge Anziani, si tratta di un importante progetto di assistenza anziani finanziato con i fondi del PNRR e che dovrebbe diventare legge entro la fine del mese di marzo 2023, ecco cosa prevede.

Cos’è il Disegno di Legge Anziani?

Il DdL Anziani fa parte delle Missioni 5 e 6 del PNRR, prevede misure volte all’invecchiamento attivo, alla promozione dell’autonomia delle persone anziane e alla prevenzione delle fragilità anche attraverso sistemi di revisione dell’assistenza domiciliare e riconoscimento delle cure palliative.

Queste misure risultano essenziali anche in vista dell’invecchiamento della società. Oggi gli anziani non autosufficienti sono il 5% della popolazione, si calcola che in pochi anni il numero sarà raddoppiato, diventa quindi necessario avere delle misure di tutela adeguate. Naturalmente con l’aumentare dell’aspettativa di vita si ha una naturale tendenza all’aumento anche di persone particolarmente anziane e bisognose di assistenza.

Tra gli obiettivi del disegno di legge sull’assistenza anziani vi è diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio con il miglioramento delle condizioni materiali e di benessere psico-fisico non solo dell’anziano, ma di tutto il nucleo familiare che si trova coinvolto nella situazione di difficoltà.

Novità nel settore dell’Assistenza Anziani

La principale novità del disegno di legge è il superamento graduale e progressivo dell’indennità di accompagnamento che sarà sostituita da altre misure di sostegno. Nella fase che può essere definita sperimentale, sarà il cittadino a dover scegliere se avere l’erogazione dell’indennità di accompagnamento oppure fruire di servizi alla persona. Considerando l’entità dell’assegno, nei casi più gravi in cui l’autonomia è del tutto venuta meno, ottenere assistenza gratuita e professionale può essere economicamente vantaggioso.

Leggi anche: Adeguamento indennità di accompagnamento 2022 dell’INPS

Tra le altre misure che sembrano essere particolarmente interessanti vi è la previsione dello sviluppo di contesti urbani e piccoli centri con abitazioni adeguate che favoriscano maggiore mobilità e socializzazione alla persona non autosufficiente. Si rafforza inoltre l’assistenza domiciliare.

Al fine di promuovere il coordinamento e la programmazione delle politiche nazionali in favore degli anziani, si prevede l’istituzione del CIPA, Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana.

Tra i fatti importanti inerenti il disegno di legge sull’assistenza anziani vi è il fatto che l’approvazione è trasversale, quindi ci sono forze politiche dell’opposizione e della maggioranza che convergono sugli obiettivi proposti e sulle misure previste per la tutela delle persone che si trovano in una condizione di fragilità legata all’età avanzata.

Leggi anche: Pensione lavori usuranti: attenzione alla scadenza del 1° maggio 2023

Invalidità civile minori: l’Inps semplifica i servizi

L’invalidità civile minori è una prestazione economica riconosciuta ai minori di 18 anni che hanno minorazioni tali da rendere difficile lo svolgimento dei compiti generalmente svolti da persone della stessa età. Con il Messaggio 892 del 2 marzo 2023 l’Inps ha provveduto a rendere note le modalità semplificate attraverso le quali è ora possibile accedere alla prestazione. Ecco cosa cambia.

Inps semplifica la domanda per invalidità civile minori

Le novità riguardano i soggetti che decidono di presentare la domanda tramite patronati o associazioni di categorie. I patronati possono accedere alla domanda utilizzando l’area tematica “accesso ai servizi per i patronati” mentre le associazioni di categoria potranno effettuare l’accesso utilizzando l’identità digitale Cie, Spid o Cns.

Nella domanda, che deve essere presentata con il nome del minore, devono essere indicati:

  • i dati inerenti la richiesta di accertamento sanitario;
  • i dati amministrativi per la liquidazione in caso di riconoscimento del diritto alla prestazione;
  • dati per il pagamento;
  • dati inerenti la frequenza scolastica.

Dopo aver completato tutte le sezioni della domanda, è necessario procedere all’ “Invio domanda“.

Leggi anche: Invalidità civile 2023: nuovi importi e limiti di reddito

Invalidità civile minori: obbligo informativo per il genitore non dichiarante

Tranne nel caso in cui si sia in presenza di un unico genitore o tutore, la domanda sebbene presentata da un unico genitore deve essere notificata anche all’altro, la notifica avverrà tramite Pec oppure con raccomandata, naturalmente nella domanda devono essere inseriti i recapiti dell’altro genitore. Tutti gli atti dovranno quindi essere notificati anche al genitore che non ha presentato domanda, mentre il genitore che l’ha presentata potrà visionare lo stato della domanda accedendo all’area personale o tramite delega alle associazioni di categoria/patronato.

Nel caso in cui al momento della presentazione della domanda si opti per il pagamento della prestazione allo sportello, il genitore non dichiarante deve fornire consenso esplicito alla riscossione nei confronti del genitore dichiarante.

Il consenso può essere fornito tramite la funzionalità “Acquisizione consenso alla riscossione”. Nel caso in cui ci si rivolga al patronato il consenso dovrà essere fornito attraverso il modulo delega disponibile nella sezione “allegati” il modulo deve essere sottoscritto con firma autenticata da entrambi i genitori.

Leggi anche: Indennità di frequenza minori: cos’è, a chi spetta e come richiederla