Invalidità civile 2023: quando diventa definitiva?

L’assegno di invalidità civile viene erogato a coloro ai quali viene riconosciuta da una commissione un’invalidità con percentuale compresa tra il 74% al 99%. Una volta ottenuta l’invalidità civile, la stessa non è però per sempre, infatti in sede di riconoscimento può comunque essere predisposta una revisione, oppure la stessa può essere richiesta successivamente, ma molti si chiedono: l’invalidità civile 2023 quando diviene definitiva? Può diventare definitiva? Ecco come funziona.

Il riconoscimento dell’invalidità civile 2023 può essere definitivo?

L’invalidità civile è disciplinata dalla legge 698 del 1994, questa prevede che dopo 3 riconoscimenti consecutivi della minorazione, l’assegno di invalidità viene confermato in modo automatico. Le revisioni possono essere predisposte con una distanza temporale che dipende dalla tipologia di patologia, ad esempio dopo un anno, due o tre anni.

Questo principio però non vale nel caso in cui a generare l’invalidità sia una patologia comunque suscettibile di miglioramento. In questo secondo caso non vi sono limiti alle revisioni periodiche. Questo vuol dire che non dovrebbero più essere predisposte visite per chi ha patologie non suscettibili di miglioramento e per costoro e non vi è più il rischio di sospensione dell’erogazione. Vi è però una piccola postilla, infatti la stessa norma dice “salvo facoltà di revisione”, la norma è stata inserita per contrastare il malcostume dei falsi invalidi che purtroppo in Italia è abbastanza diffuso. La stessa però non elenca una casistica o non detta punti di riferimento da tenere in considerazione al fine di predisporre ulteriori controlli dopo la terza revisione, cioè dal momento in cui l’assegno di invalidità civile dovrebbe essere definitivo.

Chi può predisporre i controlli successivi al terzo?

A rispondere a questa domanda è l’articolo 5 comma 4 della legge 698, questo stabilisce che gli organi preposti alla concessione dei benefici economici dell’invalidità civile hanno facoltà in ogni tempo di accertare la sussistenza delle condizioni per il godimento dei benefici previsti.

Cosa succede se in seguito a revisione non viene riconosciuta la percentuale di invalidità civile necessaria per l’erogazione?

Nel caso in cui in seguito a revisione la commissione dovesse valutare che le condizioni di salute sono migliorate o che comunque non sussistono le condizioni per il riconoscimento dei benefici economici, l’erogazione viene immediatamente sospesa in modo cautelativo. La decisione viene naturalmente notificata alla parte entro 30 giorni dal provvedimento di sospensione dell’erogazione. Viene quindi adottato il provvedimento di revoca del beneficio a partire dalla data in cui è stata accertata la decadenza del beneficio. Non finisce qui, infatti se la commissione dovesse ritenere esservi gli estremi per danno erariale, il prefetto dovrà inviare una copia del provvedimento alla Corte dei Conti al fine di accertare la sussistenza del danno erariale e le responsabilità.

Appare quindi evidente che l’assegno  l’invalidità civile 2023 difficilmente può essere considerata definitiva

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Indennità di frequenza minori: cos’è, a chi spetta e come richiederla

L’indennità di frequenza è una prestazione economica corrisposta ai minori con disabilità fino al compimento del 18° anno di età e finalizzata all’inserimento scolastico.

Cos’è l’indennità di frequenza minorenni

L’indennità di frequenza minorenni è un’indennità corrisposta dall’Inps in favore dei minorenni che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti normali in relazione alla propria età. Spetta inoltre ai minori ipoacusici con perdita uditiva superiore ai 60 decibel nell’orecchio migliore con le frequenze di 500, 1.000, 2.000 hertz.

Viene corrisposta per un periodo massimo di 12 mesi in corrispondenza della frequenza a un corso o a un trattamento terapeutico-riabilitativo.

Alla scadenza del termine annuale il tutore del minore avente diritto alla percezione dell’assegno devono presentare all’Inps una dichiarazione in cui confermano la presenza dei requisiti necessari all’ottenimento dell’indennità di frequenza minorenni. Per i ragazzi di età compresa tra i 6 anni e i 16 anni, basta presentare la domanda una sola volta e la stessa resta valida per tutto il periodo di frequenza della scuola dell’obbligo. Anche in questo caso occorre però comunicare l’eventuale cambio di scuola, ad esempio da un istituto di scuola secondaria di primo grado a uno di secondo grado.

L’importo mensile percepito è di 287,09 euro mensili, lo stesso viene però riconosciuto solo al disabile minorenne che abbia un reddito personale annuo inferiore a 4.931,29 euro. La corresponsione ha inizio dal mese successivo rispetto a quello in cui è iniziata la frequenza del corso.

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I corsi la cui frequentazione consente di ottenere l’indennità di frequenza minorenni sono:

  • scuole pubbliche o private di ogni ordine e grado ( anche asili nido);
  • centri di formazione o addestramento professionale pubblici e privati convenzionati la cui frequenza abbia la finalità del reinserimento sociale dei soggetti;
  • centri ambulatoriali, diurni o di tipo semi-residenziale, pubblici o privati, operanti in regime convenzionale, specializzati nel trattamento terapeutico, nella riabilitazione e nel recupero di persone portatrici di handicap.

Incompatibilità dell’indennità di frequenza minori

Non tutti possono percepire l’indennità di frequenza minorenni, infatti la legge prevede delle incompatibilità rispetto ad altre prestazioni, in particolare non possono ottenere l’assegno coloro che percepiscono:

  • l’indennità di accompagnamento per invalido civile totale;
  • l’indennità di accompagnamento per i ciechi totali;
  • la speciale indennità prevista per i ciechi parziali;
  • l’indennità di comunicazione prevista per i sordi prelinguali.

Un ulteriore limite è costituito da forme di ricovero presso strutture.

Coloro che si trovano in una situazione di incompatibilità possono optare per la rinuncia ad una di esse.

Come ottenere l’indennità di frequenza minorenni?

L’indennità di frequenza minorenni può essere richiesta solo in seguito al riconoscimento da parte di una commissione medico-legale. Il verbale deve essere comunicato all’Inps compilando il modulo AP70 attraverso la voce servizio “Invalidità civile – Invio dati socio-economici e reddituali per la concessione delle prestazioni economiche”. Il tutore può autonomamente inoltrare la domanda tramite il sito Inps, oppure rivolgersi a enti di patronato. I tempi per la liquidazione della praticva massimi sono di 30 giorni, come stabilito da legge n. 241/1990.

L’indennità di frequenza spetta solo agli invalidi minorenni, ma cosa accade se a 18 anni si frequenta ancora la scuola?

Aggravamento dell’invalidità civile: come richiederlo?

Chi ha patologie che danno luogo a invalidtà civile nel tempo può avere dei peggioramenti delle condizioni di salute. In questo caso è possibile richiedere l’aggravamento dell’invalidità civile, ecco come fare.

Come inoltrare la domanda di aggravamento dell’invalidità civile?

Il nostro ordinamento prevede forme di protezione per coloro che hanno patologie invalidanti di un certo tenore. Dal punto di vista giuridico sono riconosciuti invalidi civili coloro che presentano:

  • minorazioni, congenite o acquisite, anche progressive che hanno hanno portato una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno un terzo;
  • se minori, sono considerati invalidi coloro che non riescono a svolgere le funzioni proprie correlate alla loro età.

La condizione di invalidità deve essere accertata dalle Commissioni Medico Legali che applicano tabelle predeterminate che per ogni patologia e invalidità riconoscono un determinato range di punteggio. Le agevolazioni riconosciute variano in base alla percentuale di invalidità riscontrata, proprio per questo l’interessato nel tempo può chiedere l’aggravamento dell’invalidità civile.

Certificato medico introduttivo

La fase iniziale è praticamente uguale, quindi il soggetto interessato deve recarsi da un medico certificatore e chiedere il rilascio del certificato medico introduttivo che naturalmente deve comprendere anche la diagnosi. Il certificato deve essere compilato dal medico online e quindi trasmesso all’Inps. Il medico quindi rilascia la richiedente:

  • la ricevuta di invio;
  • l’originale del certificato medico da esibire al momento della visita presso la commissione medica.

Da questo momento il richiedente ha 90 giorni di tempo per completare la procedura per l’istanza di aggravamento dell’invalidità civile.La procedura può essere completata online sul sito dell’Inps seguendo il percorso inps.it – Prestazioni e Servizi – Prestazioni – Accertamento sanitario oppure potrà recarsi presso un patronato e saranno gli addetti a completare la procedura.

Per produrre l’istanza online da soli è necessario avere un codice Spid, Cie o Cns.

Grazie alle nuove funzioni, sarà possibile allegare tutta la documentazione attraverso la piattaforma messa a disposizione dall’Inps. Al termine della procedura c’è il rilascio della ricevuta unica, contenente l’elenco di tutti i documenti allegati, con l’identificativo digitale univoco associato ad ogni documento (Hash).

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Come si valuta l’aggravamento dell’invalidità civile

In seguito all’inoltro della domanda, il richiedente sarà sottoposto a visita presso una commissione medico-legale, per i soggetti che non possono essere trasportati è onere del medico certificatore compilare la richiesta della visita presso il domicilio, la richiesta deve però essere inoltrata almeno 5 giorni prima rispetto alla data fissata per la visita. Entro 5 giorni dall’inoltro, il Presidente della Commissione medico-legale si pronuncia sulla ricevibilità della richiesta di visita domiciliare e fissa la data e l’ora dell’incontro.

In caso di assenza alla data della visita, il richiedente l’aggravamento dell’invalidità civile viene riconvocato e in caso di seconda assenza la domanda si ritiene rinunciata.

Durante la visita il richiedente può essere assistito da un medico di sua fiducia.

Occorre infine dire che la domanda di aggravamento dell’invalidità civile presuppone che un soggetto a cui è già stata riscontrata una menomazione, in seguito al verificarsi del peggioramento delle condizioni, chiede una nuova visita per ottenere il riconoscimento di tale peggioramento. L’istanza deve essere proposta dall’interessato, la revisione invece è disposta dalla Commissione nel caso in cui la patologia sia suscettibile di modifiche nel tempo. La commissione in sede di accertamento indica anche il lasso di tempo entro il quale sarà effettuata la revisione, vi sarà poi la convocazione con indicazione di data, luogo e orario.

L’indennità di frequenza spetta solo agli invalidi minorenni, ma cosa accade se a 18 anni si frequenta ancora la scuola?

L’indennità di frequenza è una prestazione a livello economico che l’INPS eroga ai minori per favorirne l’inserimento scolastico e spetta fino al compimento della maggiore età. Ma cosa accade al giovane invalido, una volta diventato maggiorenne se ancora frequenta la scuola? Scopriamolo rispondendo ad un lettore di Money.it che ci scrive:

Buon Giorno, sono padre di una giovane in Legge 104 – ora Maggiorenne. L’INPS respinge il Rinnovo dell’Indennità di Frequenza appunto per aver raggiunto la Maggiore età.
Ora sulla, Relazione Funzionale vi era esposto che durante tutto il periodo della Scuola Secondaria di 1° grado mia figlia aveva bisogno dell’insegnante di Sostegno anche per il 4° anno ( 18 anni).
Ora mi sembra che la Normativa preveda che se mia Figlia abbia l’insegnante di Sostegno – gli sia riconosciuta anche a 18 anni una Difficoltà di Apprendimento. Non dovrebbe avere di conseguenza anche l’indennità di Frequenza pur avendo compiuto i 18 anni.? Attendo vostro Riscontro. Cordiali Saluti.

Indennità di frequenza e compimento dei 18 anni

Purtroppo l’indennità di frequenza al compimento dei 18 anni viene sospesa perché si tratta di una prestazione che spetta solo agli invalidi minorenni. E non viene rinnovata neanche se la ragazza frequenta ancora la scuola. Al suo posto, però, può avere diritto alla pensione di invalidità civile.

Si tratta, infatti, di una prestazione legata all’età e non all’effettiva frequentazione della scuola da parte del’invalido. Questo perchè al minorenne invalido non viene attribuita una percentuale di invalidità civile ma solo lo status di invalido civile e proprio per questo motivo al minorenne non spetta la pensione di invalidità civile, ma l’indennità di frequenza o, al limite quella di accompagnamento nei casi più gravi.

Al compimento dei 18 anni, però, l’invalido ha diritto all’assegnazione di una percentuale di invalidità e proprio per questo l’indennità di frequenza viene meno. In base alla percentuale di invalidità assegnata, infatti, può avere diritto o meno all’assegno ordinario di invalidità parziale o totale.

E proprio per questo motivo la frequentazione della scuola è ininfluente per il diritto alla continuità dell’erogazione del beneficio. Lo stesso non è legato alla frequentazione scolastica ma all’età dell’invalido. In ogni caso rimando alla lettura di un articolo di approfondimento sui passi da fare per trasformare l’indennità di frequenza in assegno di invalidità civile.

Bonus figli disabili: le date di pagamento di novembre 2022

Importanti novità per chi ha figli disabili, infatti sono note le date del pagamento di novembre 2022 per il bonus figli disabili.

Bonus figli disabili: ecco le date di pagamento di novembre 2022

L’articolo 1 commi 365 e 366 della legge di bilancio 2021 ha introdotto il bonus figli disabili. Si tratta di un bonus mensile di 150 euro, a cui si aggiungono eventuali maggiorazioni ( fino ad un massimo di 500 euro mensili) erogato per i genitori disoccupati o monoreddito, con a carico uno o più figli con disabilità. Attualmente è prevista l’erogazione per gli anni 2021, 2022 e 2023 con stanziamento di 5 milioni di euro per ciascun anno.

Il Bonus disabili è inoltre cumulabile con il Reddito di Cittadinanza.

Per i percettori nel mese di ottobre 2022 vi è stata però una brutta notizia, infatti, non hanno ricevuto il pagamento, ufficiosamente sembra che la motivazione sia la mancanza di fondi. Nel mese di novembre 2022 sono invece partite le nuove erogazioni. Sono molti quindi a chiedersi quando sarà pagato il bonus disabili di novembre 2022?

Le date ufficiali in cui sarà erogato il pagamento del bonus disabili per il mese di novembre 2022 sono 3:

  • 3 novembre;
  • 8 novembre;
  • 11 novembre.

Questo vuol dire che coloco che ancora non hanno ricevuto gli importi potranno riceverli domani. I caso di mancata erogazione è consigliata la visione del fascicolo previdenziale del cittadino disponibile sul sito Inps. Si può accedere all’area personale solo se si è in possesso di credenziali Spid, Cie o CNS.

A chi spetta il bonus disabili?

Ricordiamo che il bonus disabili per ora è confermato anche per il 2023 e di conseguenza è ancora possibile presentare domanda e ottenere anche gli arretrati. Ecco chi sono i destinatari del bonus disabili:

  • i nuclei familiari monoparentali (un solo genitore) con almeno un figlio con disabilità a carico;
  • i genitori disoccupati: soggetti privi di impiego o con reddito all’anno che non supera gli 8.145 euro (se dipendenti) o i 4.800 euro (se autonomi);
  • genitori monoreddito: nuclei che vivono in via esclusiva dell’attività lavorativa di un solo individuo, sia pure svolta a favore di più datori di lavoro. Rientrano in questa categoria anche le famiglie con redditi da pensione. Per questa tipologia di nucleo, l’Inps specifica che non si fa riferimento al possesso di una abitazione, mentre si tiene conto di eventuali altri sostegni percepiti in via assistenziale;
  • infine i figli legittimi o legittimati, gli adottivi, i figli naturali, i minori di età solo se fiscalmente a carico e con una disabilità pari ad almeno il 60%.

Legge 104, quali sono le agevolazioni in caso di successioni e donazioni?

I soggetti invalidi che godono della legge 104 possono ereditare o essere soggetti di donazione. Ma per loro sono previste delle agevolazioni.

Legge 104 i diritti in caso di successioni e donazioni

La donazione è il negozio giuridico previsto dal codice civile. Con la donazione una parte detto il donante intenzionalmente arricchisce l’altra, il donatario, disponendo di un proprio diritto o obbligandosi a disporne. Ma non è previsto alcun tipo di corrispettivo. Ad esempio è molto diffuso fare una donazione ai figli per regalargli gli immobili in possesso dei genitori.

Mentre la successione è il diritto di subentrare in un rapporto giuridico. Da parte di un soggetto detto successore o avente causa, a un altro soggetto detto dante causa. Quando ad esempio muore un genitore, i figli provvedono alla successione per diventare proprietari dei beni dei defunto. Le persone che ricevono in eredità o in donazione beni immobili  e diritto reali immobiliari devono versare l’imposta di successione e donazione.  Tuttavia il calcolo dell’imposta è previsto con aliquota differenti a seconda del grado di parentela intercorrente tra la  persona deceduta e l’erede in caso di successione e donante e donatario in caso di donazione.

Legge 104, quali le agevolazioni previste

La normativa tributaria riconosce un trattamento agevolato quando a beneficiare del trasferimento (successione o donazione) è una persona con disabilità grave. Si parla di disabilità grave riconosciuta ai sensi della legge 104/1992. Infatti in questi casi è previsto che l’imposta dovuta dal beneficiario o dall’erede si applichi solo sulla parte della quota ereditata o donate che supera l’importo di 1.500.000 euro.

Inoltre la legge n.112 del 22 giugno 2016 ha previsto l’esenzione dell’imposta sulle successioni e donazioni per i beni e i diritti conferiti in un trust o gravati da un vincolo di destinazione per quelli destinati a fondi speciali instituiti in favore delle persone con grave disabilità. Tra le principali condizioni richieste per l’esenzione, quella che il trust, il fondo speciale e il vincolo di destinazione devono perseguire come finalità esclusiva l’inclusione sociale, la cura e l’assistenza delle persone con disabilità grave, in favore delle quali sono istituiti. Infine tale scopo deve essere espressamente indicato nell’atto istitutivo del trust, nel regolamento dei fondi speciali o nell’atto istitutivo del vincolo di destinazione.

Eredità, figli disabili e successione

E’ bene precisare che al figlio disabile spettano le stesse quote legittime degli altri fratelli. Affinché questo avvenga e ci sia certezza che la sua quota non venga contesa dagli altri fratelli, i genitori possono:

  • effettuare la donazione dividendo il proprio patrimonio nel rispetto delle quote di legittima;
  • nominare un esecutore testamentario che vigili sul rispetto delle volontà del defunto;
  • avvalersi del vincolo di destinazione, in questo modo è possibile destinare un immobile a fonte di reddito per il figlio disabile. Inoltre in questo ultimo caso l’immobile non può essere pignorato.

 

Legge 104 e polizze assicurative, le detrazioni dall’Irpef

La Legge 104 e polizze assicurative per persone disabili sono una realtà . Ecco alcune precisazioni, gli importi detraibili e tutto quello che c’è da sapere.

Legge 104 e polizze assicurative, le quote detraibili per i disabili

La polizza assicurativa è un contratto tra l’assicuratore e il contraente, che determina i sinistri che l’assicuratore è legalmente tenuto a pagare. In cambio di un pagamento iniziale, detto premio, l’assicurato promette di risarcire i danni causati dai rischi coperti dalla polizza. Esistono diverse tipologie di polizze assicurative come quelle sulla vita, sul lavoro, per infortuni e anche per l’automobile.

In caso di disabilità sono detraibili dall’Irpef nella misura del 19%. Per le spese sostenute per le polizze assicurative che prevedono il rischio di morte o di invalidità permanente non inferiore al 5%, da qualsiasi causa derivante o di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana.

Legge 104 e polizze assicurative, ecco gli importi detraibili

Gli importi delle polizze assicurative possono essere scaricate anche nel modello 730. In caso di disabilità l’importo complessivamente detraibile è pari a:

  • 530 euro per le assicurazioni che prevedono il rischio di morte o di invalidità permanente;
  • 1.291,14 euro per quelle che coprono il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana.

Inoltre dall’anno 2016, l’importo di 530 euro è stato aumentato a 750 euro per i premi versati per le polizze assicurative, a tutela delle persone con disabilità grave che coprono il rischio di morte (come definita dall’articolo 3, comma 3, della legge 104/1992). Se  nel contratto di assicurazione sono indicati più beneficiari e uno dei quali ha una grave disabilità, l’importo massimo detraibile deve essere ricondotto all’unico limite più elevato di 750 euro.

Altre precisazioni sulle polizze di assicurazione

La legge 104 però non presenta delle agevolazioni sull’assicurazione auto. Non ci sono agevolazioni nemmeno per quanto riguarda le detrazioni ai fini Irpef sul premio assicurativo. Anche nel caso in cui l’assicurazione è intestata all’effettivo proprietario del veicolo, quindi alla persona disabile, perché la vettura segue il suo stato di rischio a prescindere dal fatto che non abbia mai guidato in vita sua.

Mentre tra le possibili agevolazioni vi è la riduzione del 15% della tariffa. Ma che riguarda per la polizza furto e la polizza incendio, offerta da diverse società di assicurazione. Tuttavia ci sono compagnie assicurative che hanno stipulato convenzioni con associazioni che hanno l’obiettivo di tutelare i disabili e prevedono per gli iscritti delle agevolazioni. Quindi anche in questo caso è possibile scegliere l’assicurazione più conveniente.

 

 

 

 

 

 

Legge 104, tutte le agevolazioni per l’acquisto di un veicolo

Ci sono delle agevolazioni specificate dalla legge 104. Infatti prevede la possibilità di acquistare un veicolo a prezzi vantaggiosi, se si rispettano le regole.

La legge 104, chi ha diritto alle agevolazioni?

La legge del 5 febbraio 1992, n.104 rappresenta la legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Quindi le agevolazioni possono essere godute dalle persone:

  • non vedenti e sorde;
  • disabili con handicap psichico o mentale titolari dell’indennità di accompagnamento;
  • con ridotte o impedite capacità motorie;
  • disabili con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni.

Le suddette persone possono comprare veicoli destinati al trasporto di persone, aventi al massimo nove posti, compreso quello del conducente. Ma anche mezzi aventi una massa complessiva non superiore a 3 tonnellate oppure mezzi speciali per il trasporto di persone caratterizzati dall’essere muniti permanentemente di speciali attrezzature.

L’agevolazione dell’Iva per l’acquisto

Secondo quanto stabilito dalla norma, è applicabile  l’Iva al 4%, invece che al 22% sull’acquisto di vetture nuove o usate. Tuttavia le automobili devono avere queste caratteristiche in merito alla cilindrata:

  • 2.000 centimetri cubici, se con motore a benzina o ibrido;
  • 2.800 centimetri cubici, se con motore diesel o ibrido;
  • di potenza non superiore a 150kW se con motore elettrico.

Inoltre l’Iva ridotta al 4% è applicabile anche all’acquisto contestuale di optional, alle cessioni di strumenti e accessori utilizzati per l’adattamento. Inoltre l’Iva agevolata si può applicare alle prestazioni di adattamento di veicoli non adatti, già posseduti dal disabile. Infine l’aliquota agevolata si applica solo per gli acquisti effettuati direttamente dal disabile o dal familiare di cui egli è fiscalmente a carico (o per le prestazioni di adattamento effettuate nei loro confronti).

Legge 104 ed esenzione del bollo di circolazione

A differenza di tributi come la tari per i disabili che sembra appunto doversi pagare, ci sono delle esenzioni, come il bollo di circolazione. Infatti i soggetti disabili sono esentati dal pagamento del bollo auto per il veicolo di cui sono intestatari. Ma l’esenzione spetta sia quando l’auto è intestata al disabile sia quando l’intestatario è un familiare del quale egli è fisicamente a carico. Inoltre l’ufficio competente per la concessione dell’esenzione è l’ufficio tributi dell’ente Regione, anche se a volte queste ultime si avvalgono dell’Aci.

I veicoli destinati al trasporto o alla guida di disabili sono esentati dal pagamento dell’imposta di trascrizione al PRA. Imposta che si paga per la registrazione dei passaggi di proprietà. Però l’esenzione non è prevista per i veicoli dei non vedenti e dei sordi. Il beneficio è riconosciuto sia per la prima iscrizione al PRA di un veicolo nuovo sia per la trascrizione di un passaggio di proprietà di un veicolo usato. Infine l’esenzione deve essere richiesta esclusivamente al PRA territorialmente competente e spetta anche in caso di intestazione del veicolo al familiare del quale il disabile è fiscalmente a carico.

 

Legge 104 e mutuo, ecco come ottenere un finanziamento agevolato

La legge 104 e mutuo sono possibili. Anzi esistono delle agevolazioni per tutti coloro che sono intestatari di legge 104 ma vogliono comprare casa.

Legge 104 e mutuo, è possibile con Plafond Casa

Le famiglie che hanno un portatore di handicap a casa possono accedere ad un mutuo bancario con molte agevolazioni. Anche per il 2022 è stato rinnovato il Plafond casa. Tramite il plafond si ottiene un mutuo agevolato e garantito dallo Stato per il tramite di banche convenzionate, finalizzato ad acquisire, ristrutturare l’abitazione, anche dal punto di visita energetico.

Le convenzioni avvengono tra Cassa Depositi e presiti e l’associazione bancaria italiana e prevede la possibilità di avere un mutuo a tasso agevolato per l’acquisto dell’immobile. Si sta comunque parlando di immobili che devono essere adibiti a prima casa, quindi non si deve essere in possesso di altri immobili. In ogni cosa anche per i disabili si applica un’aliquota agevolata del 2% per l’imposta di registro e al costo fisso di 50 euro per ciascuna delle imposte ipotecarie e catastali.

Legge 104 e mutuo, le caratteristiche e gli importi

Il mutuo agevolato per persone disabili prevede delle caratteristiche che si possono così riassumere:

  • essere titolare di legge 104;
  • voler comprare una prima casa;
  • l’immobile deve essere in classe energetica A, B e C;
  • oppure voler ristrutturare un appartamento già di proprietà, ma migliorarlo dal punto di vista energetico.

Mentre per quanto riguardano gli importi richiedibili, questi variano in relazione al motivo della richiesta di mutuo. Infatti è possibile richiedere:

  • 100 mila euro, se gli interventi di ristrutturazione riguardano l’innalzamento della classe energetica;
  • 250 mila euro per l’acquisto di un immobile in classe A,B, e C.;
  • 350 mila euro come combinazione dei due interventi, cioè acquisto e ristrutturazione dell’immobile.

Anche in questo caso il miglioramento energetico deve dimostrarsi attraverso l’Attestato di prestazione energetica, più comunemente detto Ape.

Le altre caratteristiche del finanziamento agevolato

Un’altra importante caratteristica riguarda la durata. Questa infatti è di 10 anni nel caso della sola ristrutturazione. Mentre è di 20-30 anni per l’acquisto di un immobile di classe energetica A, B o C, anche senza ristrutturazione finalizzata all’innalzamento della classe energetica.

In merito alla procedura da seguire per richiedere un mutuo agevolato è sufficiente collegarsi al sito Abi e conoscere la banche convenzionate che erogano questo tipo di mutui. E’ possibile scaricare il modulo di domanda plafond Casa e compilarlo in tutte le sue parti. Alla domanda vanno allegati il certificato di stato di famiglia e i documenti che attestano le condizioni di disabilità.

 

Bonus diabete? E’ una bufala si chiama indennità di accompagnamento

Il bonus diabete è una notizia apparsa un po’ ovunque e che è piaciuta a molti. Ma c’è un problema, non esiste. E’ tutta una bufala ed ecco il perché.

Bonus diabete, in realtà si chiama indennità di accompagnamento

Il diabete è una malattia cronaca caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. Secondo i dati Istat la prevalenza del diabete in Italia è di circa il 5,9% oltre 3.5 milioni di persone ne soffrono, anche con un trend in aumento negli ultimi anni. Sono davvero tante le persone, tanto che per un errore si è parlato negli ultimi mesi dell’esistenza del bonus diabete.

Solo che in realtà non esiste alcun bonus. Invece al suo posto è riconosciuta un’indennità di accompagnamento come qualsiasi altra persona invalidità con problemi di deambulazione. Quindi è un’indennità più generale e non riferita ad una specifica patologia, come in questo caso il diabete. Molte associazioni che trattano questa malattia hanno tenuto a fare questa precisazione.

Bonus diabete, non esiste, ma cosa prevede l’indennità?

Non esiste il bonus diabete e questo è chiaro. Ma a dire il vero non ci sono delle agevolazioni specifiche per questa malattia. Tuttavia esistono delle indennità più generiche che permettono di avere i seguenti aiuti:

  • pensione di inabilità per invalidità al 100% per un importo di 291,98 euro per 13 mensilità;
  • assegno di invalidità civile se l’invalidità è compresa tra il 74% e il 99% per un importo di 291,69 per 13 mensilità;
  • indennità di accompagnamento riconosciuta soltanto se si hanno difficoltà di camminare e l’impossibilità di compiere azioni della normale vita quotidiano. Per queste persone è riconosciuta un’indennità di 525,17 euro per 12 mensilità.

Quest’ultima opzione è quella che per molti è stata definita come bonus diabete, ma che come si legge non fa nessun riferimento alla patologia. Tuttavia per richiederle occorre andare dal medico di famiglia e fare gli opportuni controlli e visite per poter dimostrare il grado di invalidità ed avviare la procedura.

Come si possono richiedere le indennità?

Il medico di famiglia avvia l’iter dopo che sono state fatte le visite specialistiche previste per ogni singola malattia. Qualora gli esiti fanno emergere una situazione in cui sono previste delle indennità, sarà lo stesso medico ad inoltrare domanda presso l’INPS. Una volta ricevuta la domanda, l’Ente Nazionale di previdenza sociale invierà una comunicazione alla persona per presentarsi, previo appuntamento, davanti ad una commissione medica. La commissione valuterà se accettare o meno la domanda e invierà una comunicazione con l’indicazione della percentuale di invalidità e quindi a quale agevolazione prevista dalla legge 104 si ha diritto.