L’Agenzia delle Entrate sul contenzioso tributario

La circolare 22/E del 26 maggio della Agenzia delle Entrate rende noto agli uffici il piano d’azione 2011, confermando in parte quello delineato nel 2010 (circolare 26/E).

Nella circolare viene messa in rilievo la necessità di collaborazione tra la struttura centrale e le articolazioni periferiche, con lo scopo di mettere a fuoco le criticità del sistema e valutare le tipologie degli atti con esiti negati e positivi – così da arrivare in commissione soltanto con cause sostenibili e di qualità.

Vincere in giudizio significa sì recuperare imposte, ma anche affermare l’efficacia dell’azione amministrativa e, di conseguenza, favorire la tax compliance e l’adesione agli strumenti deflativi del contenzioso.

In questo senso l’Agenzia delle Entrate vuole incentivare il dialogo e la collaborazione con il contribuente. Qualora però il contenzioso sia inevitabile, che ci si arrivi ben preparati; fondamentale, quindi, “lavorare” sulla qualità degli atti notificati.
La circolare prevede, perciò, di incrementare il contributo diretto di chi predispone le pratiche impugnabili ed ecco come.

Per maggiori informazioni, qui.

Concessione di contributi aziende in regime “de minimis”

Per la concessione di contributi ad aziende che hanno al massimo 19 dipendenti, la provincia di Roma ha reso noto un Avviso nell’ambito del Programma Intergrato Litorale Nord, attivo nei comuni di Allumiere , Anguillara Sabazia, Bracciano, Civitavecchia, Cerveteri, Canale Monterano , Fiumicino, Ladispoli, Manziana, Santa Marinella, Trevignano Romano e Tolfa, che aderiscono all’iniziativa.

Per accedere al contributo, le imprese devono stabilizzare i propri occupati presenti in azienda con contratti diversi da quello a tempo indeterminato, attraverso:

  1. la trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato;
  2. l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori già presenti in azienda con qualifica di apprendisti;
  3. l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori già presenti in azienda con contratti di lavoro a progetto.

I lavoratori per i quali le imprese intendono presentare domanda di ammissione al contributo devono avere un’età compresa tra i 20 e i 29 anni e devono prestare esclusivamente la loro opera nel territorio ricadente nei comuni della provincia di Roma sopra richiamati.

Le imprese che intendono partecipare all’Avviso non devono aver disposto licenziamenti nell’anno precedente alla sua pubblicazione e devono impegnarsi a non effettuarne nei 12 mesi successivi alla data di ricevimento della comunicazione di idoneità, fatti salvi i casi di recesso così come contemplati dalle disposizioni del codice civile.

I nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato devono contenere una clausola di ”stabilità” intesa a garantire una durata del rapporto di lavoro per un periodo minimo di 18 mesi.

L’Avviso è interamente finanziato con fondi della Provincia di Roma per un importo complessivo di 600.000,00 euro.
Il contributo è pari a € 5.000,00 per ogni assunzione/trasformazione di contratto: nel caso di imprese occupanti 1-5 dipendenti, potrà essere concesso il contributo per 1 sola stabilizzazione; per le imprese occupanti 6-9 dipendenti, potrà essere concesso il contributo per al massimo 2 stabilizzazioni; per le imprese occupanti 10-19 dipendenti, potrà essere concesso il contributo per al massimo 3 stabilizzazioni.

Le domande di partecipazione all’Avviso dovranno essere inviate, a pena di esclusione, entro il termine dell’1 luglio 2011 a Provinciattiva S.p.A. – Soggetto Responsabile del P.I.S. del “Litorale nord” – via Angelo Bargoni, 8 – 00153 Roma.

Più imprese insieme? Potresti godere della contabilità semplificata!

Gli imprenditori, e non solo, che si trovano a svolgere più attività contemporaneamente possono godere del regime della contabilità semplificata. Ma devono rientrare in determinati parametri di ricavi e costi.

A stabilirlo è il Decreto legge sullo Sviluppo 2011 che ha elevato l’ammontare dei ricavi al di sotto dei quali è possibile optare per il regime di contabilità semplificata.

Queste le condizioni:

  • che siano imprese individuali
  • che siano società di persone

Entrambe possono godere del regime della contabilità semplificata, a condizione che i ricavi conseguiti in un anno intero non abbiano superato:

  • Euro 400.000,00 per le imprese aventi per oggetto prestazione di servizi;
  • Euro 700.000,00 per gli esercenti altre attività.

I contribuenti che esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi e altre attività e non provvedono all’annotazione in maniera distinta dei corrispettivi il limite resta quello più alto di 700.000,00 euro.

E se manca la distinta annotazione dei ricavi? Si considerano prevalenti le attività diverse dalle prestazioni di servizi.

P.P.

Comprare casa senza rischi: i consigli utili al cittadino

Comprar casa senza rischi, l’iniziativa che informa i cittadini sull’acquisto della casa e del mutuo, ritorna per dare aiuto ai cittadini in procinto di comprar casa.

L’idea promossa dal Consiglio Notarile di Milano e che rappresenta i notai di Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza e Varese è stata presentata il 24 maggio presso la biblioteca del Consiglio Notarile dal Presidente dell’ordine di Milano, Domenico de Stefano.

Numerose le novità di questo servizio gratuito di ascolto e supporto per essere sempre di più accanto ai cittadini.

In rilievo, l’estensione degli appuntamenti di consulenza preventiva gratuita -normalmente in calendario a novembre- che ora saranno a disposizione dei cittadini durante tutto l’anno.

Il Consiglio Notarile di Milano pone al servizio dei cittadini che devono comprar casa anche un programma per effettuare un primo preventivo dei costi connessi con una compravendita, un mutuo e una compravendita con relativo mutuo. Attraverso il prezzo e il valore catastale dell’immobile è possibile avere indicazione dell’onorario notarile e di tutte le imposte che il notaio percepisce dall’acquirente e versa per suo conto allo Stato.

Una sezione del sito è dedicata all’informazione di servizio, con la spiegazione dei termini ricorrenti legati all’acquisto casa e al mutuo, e i consigli dei notai di Milano per un acquisto “senza rischi”.

Per maggiori informazioni visitare il sito comprarcasasenzarischi.it.

Microimprenditore, l’identikit del profilo e i suoi fabbisogni formativi

Confimpreseitalia e la Link Campus University hanno condotto insieme uno studio sul profilo del microimprenditore e dei suoi fabbisogni formativi mettendo sotto la lente di ingrandimento il tema della microimpresa, prendendo a riferimento le imprese con meno di nove addetti (che rappresentano il 95% del tessuto produttivo italiano) e considerando oltre 1.000 microimprenditori associati a ConfimpreseItalia, operanti in tutta Italia appartenenti a tutte le categorie.

In primo luogo è stato profilato l’identikit del microimprenditore-tipo con la delineazione del suo fabbisogno formativo, l’aggiornamento e le aspettative da parte del sistema formativo, la propensione all’internazionalizzazione e all’innovazione nella microimpresa.

In secondo luogo, si è andata definendo la struttura della microimpresa, individuando da subito come segni identificativi la sua natura “monocellulare” e la figura assolutamente prevalente del titolare nel quale si identificato i pregi e i difetti di questo tipo di strutture.

Com’è il Microimprenditore, allora?

Secondo la nostra fonte*, il profilo emerso parla di un imprenditore dinamico, consapevole del proprio ruolo e dei rischi derivanti da un mercato del lavoro in rapida evoluzione, con una buona apertura verso l’estero e una buona propensione all’innovazione che guarda con occhi interessati al mondo della formazione, della ricerca e dell’università.

Inoltre:

il 50% dei microimprenditori possiede un diploma di scuola media superiore e un quarto possiede una laurea;
1/3 ha iniziato la propria esperienza lavorativa con l’apertura dell’impresa;
¼ ha oltre 20 anni di esperienza alle spalle.

In quanto all’attività formativa, poi:

il 42% dei microimprenditori non svolge attività formativa,
il 25% svolge dalle 6 alle 10 ore di formazione annue,
l’8% svolge più di 20 ore di formazione all’anno

Oltre la metà della microimprese (55%) sono familiari
il 58% dei microimprenditori proviene da famiglie di imprenditori

L’84% conosce almeno una lingua straniera: il 60% la conosce a livello intermedio e il 22% a livello avanzato.

Il 75% dei microimprenditori ha almeno un figlio di cui quasi un quarto (22%) partecipa all’attività dell’impresa.

Infine, un terzo delle microimprese è a maggioranza di donne.

Infine, è la soggettività dell’imprenditore ad essere il pregio principale della microimpresa: “la sua flessibilità ossia la capacità di adattamento alle condizioni economiche generali, settoriali e alle specificità dei singoli mercati. Ma alla stessa soggettività dell’imprenditore vanno ascritti gli ostacoli che la microimpresa incontra sulla strada dello sviluppo: la necessità di competenze gestionali (spesso si tratta di un soggetto proveniente dall’area tecnica che decide di mettersi in proprio), la difficoltà di reperire risorse umane, la scarsa disponibilità di risorse finanziarie (non ci sono riserve, i capitali sono individuali, la regola è l’autofinanziamento).”

In definitiva, a fare il bene dell’impresa sono il sapere professionale nella microimpresa, che poi determina la formazione degli addetti; l’organizzazione del lavoto, che a sua volta risulta profondamente mutato in relazione ai cambiamenti di natura economica, sociale, tecnologica e organizzativa; infine, l’analisi delle competenze, che si configura come un processo di individuazione, di acquisizioni cognitive ed esperienziali realizzate in momenti diversi e non facilmente riconducibili a percorsi lineari di formazione, ma sempre orientata entro i dettami del LifeLong Learning.

Fanno bene molteplicità delle attività che il microimprenditore è chiamato ad assolvere; la sua azione e la presa di decisioni da solo; la scelta del parcellizzare il lavoro; l’inutilità di porre in forma astratta quelle che sono definite “capacità di soluzione dei problemi” legate a situazioni, relazioni, ambiti specifici di riferimento; il fattore dell’aggregazione è molto importante perché evidenzia come il riposizionamento competitivo delle microimprese e quindi del tessuto economico italiano passa certamente sulla concentrazione delle aziende per trarne forza e capacità di misurarsi all’estero con maggiori possibilità di successo

Funzione anche la cultura dello stage/tirocinio, sempre più visto come momento formativo e come canale privilegiato per l’ingresso al mondo del lavoro: “da quello che emerge, l’universo delle microimprese, con semplici incentivi e agevolazioni normative, è capace di aggregarsi in filiera, di “fare sistema” per favorire l’accesso al mercato e accrescere così la competitività sia in Italia che all’estero”.

Paola Perfetti

Fonte: Confapi News

Cambiare città? Meglio trasferirsi al Nord

Il sito Casa.it ha condotto una interessante indagine tra i propri utenti, chiedendo loro dove avrebbero voluto trasferirsi se avessero dovuto cambiare città e quali sarebbero state le qualità determinanti per la loro scelta. Ne è emerso che l’area più gettonata è quella del Nord Italia, grazie alla maggiore offerta di lavoro disponibile.

Nello specifico, il 24,3% degli intervistati sceglierebbe la Lombardia, il 17% il Veneto e il 14,3% l’Emilia Romagna, seguite da Toscana (12,1%), Lazio (11%) e Puglia (8,7%), prima delle regioni del Sud.

Il motivo principale che spingerebbe gli intervistati in quelle aree sarebbero le maggiori opportunità di lavoro offerte (67%), un buon grado di sicurezza (56,8%), l’aria pulita e il verde (42%). Altri elementi considerati sono la pulizia (37,2%) e l’efficacia dei mezzi di trasporto (27,4%).

Dall’analisi delle richieste pervenute a Casa.it, si riscontra un maggiore interesse verso l’affitto rispetto al 2008, preferito all’acquisto nella maggioranza delle zone indicate come gradite dal sondaggio. Solo la Lombardia riporta un trend positivo, pari a un +4% nella richiesta di case in vendita, contro il -7,1% della Toscana, il -6,4% dal Veneto, il -5,3% dalla Puglia, il -4% dall’Emilia Romagna e il -3% dal Lazio. Il mercato degli affitti, invece, conferma un andamento positivo con al primo posto per richieste l’Emilia Romagna (+14%) e il Lazio (+11,9%). Seguono il Veneto (+10,6%), la Lombardia (+8,2%), la Puglia (+7,7%), la Toscana (+1,6%).

Assicurazioni temporanee più care di quelle tradizionali

Il sito Facile.it ha condotto un’analisi sul risparmio che le assicurazioni temporanee sono in grado di offrire rispetto a quelle tradizionali. Il risultato? Sono meno convenienti.

Dall’analisi risulta infatti che questo tipo di polizze può costare anche oltre il 30% in più di quelle annuali. Per contratti assicurativi di durata inferiore ad un anno, infatti, alle auto si applica un premio corrispondente al periodo di tempo per il quale dovrà essere valida la copertura, con una maggiorazione pari al 15% del premio annuo. Ciò significa che, se si vuole assicurare per un mese il veicolo, la somma da pagare risulterà doppia rispetto a un mese di polizze annuale.

Più complessa la situazione per ciclomotori e motocicli, tradizionalmente mezzi di trasporto “stagionali”: la maggiorazione da applicare al premio Rc auto è pari al 30% del premio annuo. I costi quindi crescono, soprattutto se si assicura la moto per tempi brevi. Inoltre, le assicurazioni temporanee non fanno maturare classe di merito, quindi non permettono di ridurre le spese negli anni successivi tramite un miglioramento della propria storia assicurativa.

Facile.it individua una soluzione alternativa nelle polizze cosiddette sospendibili, una tipologia di assicurazione che si può interrompere, per almeno 30 giorni e per un massimo di 12 mesi, e riattivare in qualsiasi momento. Un tipo di polizza particolarmente indicato per i possessori di motoveicoli, grazie al quale i costi si riducono, le spese vengono ammortizzate e si matura classe di merito.

Alberto Genovese, amministratore delegato di Facile.it: “Spesso si è convinti che per risparmiare sia necessario approntare strategie complesse e articolate o piuttosto che ci si debba far guidare dai luoghi comuni: ma non è così. Non sempre le scelte che riteniamo più vantaggiose sono effettivamente tali“.

Laura LESEVRE

Fiat Ducato: ecco la sesta generazione

Fiat Ducato giunge alla sesta generazione e per l’occasione arriva nelle auto concessionarie con novità e cambiamenti rispetto alla generazione precedente. L’arrivo sul mercato è fissato per Giugno 2011 nella motorizzazione Euro5. La vettura si presenta con un miglioramento nel confort e nelle dotazioni in serie.

Sistem Tracion+ confermato, Load Adaptive Control conosciuto con il nome di LAC, luci di marcia diurna (DRL) che utilizzano lampade a LED sono solo alcuni dei cambiamenti che troveremo nella nuova Ducato di casa Fiat. Altre novità sono la console completamente riprogettata, climatizzatore, autoradio Mp3, comandi vocali, predisposizione per il Tom Tom e un computer portatile. Per quanto riguarda invece il comfort, i sedili sono stati appositamente studiati in numerose regolazioni per offrire al conducente cosi come ai passeggeri il massimo della comodità.

Parlando di prestazioni invece, sotto il cofano possiamo trovare diverse tipologie di motorizzazioni a seconda del modello scelto, si va da un 2.0 Multijet da 115 cavalli a una versione in grado di arrivare fino a 177 cavalli di potenza. Tutti i modelli sono soggetti a una riduzione dei consumi che possono variare a seconda della potenza del motore.

Il primo rapporto statistico sui bilanci delle società di capitali italiane

Il Centro Studi Unioncamere e l’Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili hanno elaborato il primo rapporto statistico sui bilanci 2006-2008 di tutte le società di capitali italiane. Un’analisi effettuata nell’ambito dell’accordo quadro tra Unioncamere e CNDCEC. Si parla, con riferimento al 2008, di circa 713mila società operanti nei settori dell’industria e dei servizi (al netto di quelle appartenenti al settore dell’intermediazione finanziaria) che, nel complesso, contano poco meno di 9 milioni di addetti, generano un valore aggiunto totale di 510 miliardi di euro e hanno un giro d’affari pari in media a 3,5 milioni di euro.

L’accordo prevede l’istituzione di un osservatorio comune permanente in grado di fornire elaborazioni statistiche sui bilanci di tutte le società di capitali italiane. Il rapporto con i dati completi dell’esercizio 2009 riporterà i conti economici e gli stati patrimoniali aggregati di quasi 1 milione di bilanci, grazie ai dati racconti dal primo utilizzo del formato XBRL, elaborati e presentati con approfondimenti settoriali e territoriali.

Tra i molteplici dati di approfondimento nei lavori futuri, vengono evidenziati quelli relativi all’evoluzione della situazione finanziaria (calcolati in percentuale sul fatturato), in base a indicatori elaborati dal Centro studi Unioncamere nazionale con riferimento al triennio 2006-2008.

L’Osservatorio, arricchito da indagini sugli indici generali e specifici, si propone di diventare un punto di riferimento dell’analisi economico-aziendale a livello aggregato, con l’elaborazione di medie di settore e di serie storiche triennali di volta in volta aggiornate. Irdcec e Unioncamere si propongono poi di effettuare alcuni specifici approfondimenti sui dati relativi agli organi di controllo delle società, sulle procedure fallimentari e concorsuali, sui livelli di indebitamento, per evidenziare aspetti di rilievo della professione dei commercialisti e di particolare interesse per lo studio dell’economia aziendale.

Calano le vendite a marzo, trascinate dagli alimentari

Vendite al dettaglio in calo marzo. Lo rileva l’Istat, secondo il quale vi è stata una flessione del 2% rispetto allo stesso mese del 2010 e dello 0,2% rispetto a febbraio 2011. L’istituto aggiunge che la discesa registrata su base annua è la più marcata dal gennaio del 2010. Sulla contrazione, sia tendenziale che congiunturale, pesa soprattutto la negativa performance del comparto alimentare.

Rispetto a febbraio 2011, le vendite degli alimentari sono diminuite dello 0,3% e quelle dei non alimentari dello 0,2%; a confronto con marzo 2010 la differenza è ancora più ampia: -2,6% per i primi e -1,6% per i secondi. Sempre su base annua, nella grande distribuzione le vendite segnano variazioni negative sia per il ‘food’ (-2,9%), sia per il ‘non food’ (-1,2%).

Anche per le imprese operanti su piccole superfici si registra una diminuzione, con un calo sia per i prodotti alimentari sia per quelli non alimentari. Guardando alla dimensione delle imprese, a marzo 2011 il valore delle vendite diminuisce, in termini tendenziali, del 2,2% nelle micro imprese (fino a 5 addetti), del 2,0% in quelle da 6 a 49 e dell’1,7% nelle imprese con almeno 50 addetti.

Riguardo al valore delle vendite di prodotti non alimentari, a marzo le riduzioni più forti toccano i gruppi ‘Cartoleria, libri, giornali e riviste’ e ‘Giochi, giocattoli, sport e campeggio’ (-2,4%), ‘Abbigliamento e pellicceria e Mobili, articoli tessili, arredamento’ (-2,3%). L’unico settore non in negativo è quello degli ‘Elettrodomestici, radio, tv e registratori’ (0%).

d.S.