A Perugia un contributo per sostenere la liquidità delle piccole e medie imprese

Per cercare di sostenere finanziariamente le imprese che ricorrono al credito per operazioni di razionalizzazione della propria struttura finanziaria o per il sostegno alla liquidità aziendale, la Camera di Commercio di Perugia,  ha emesso un bando per erogare dei contributi in favore delle piccole e medie imprese operanti nella provincia. Le imprese che vorranno beneficiare dei contributi dovranno avere meno di 250 dipendenti; un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di Euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di Euro; essere in possesso, alla data di presentazione della domanda, del requisito di impresa autonoma; essere costituite in forma di società di capitali, società cooperative o società di persone.

La Camera di Commercio potrà finanziare i seguenti interventi:

  • finanziamenti di durata non superiore a 60 mesi, di importo compreso fra € 20.000,00 e € 150.000,00 e finalizzati:
  1. al reintegro del capitale circolante;
  2. alla realizzazione di progetti ristrutturazione finanziaria, quali la sostituzione di finanziamenti a breve e medio termine in regolare ammortamento e in essere presso il sistema bancario e finanziario nonché il consolidamento a medio/lungo termine di passività a breve;
  • finanziamenti di durata non superiore a 24 mesi, comprensivi anche di periodi di preammortamento, di importo compreso fra € 20.000,00 e € 100.000,00 e finalizzati al sostegno della liquidità aziendale.

I finanziamenti potranno essere erogati fino al 31 marzo 2011. Il contributo consiste nell’abbattimento di 2 punti percentuali del costo del finanziamento erogato. L’erogazione di tale contributo avverrà al netto delle ritenute di legge.

I soggetti interessati dovranno inviare domanda di contributo, entro e non oltre il 31 marzo 2011, al seguente indirizzo: CCIAA di Perugia – Ufficio Incentivi alle Imprese, Via Cacciatori delle Alpi, 42 – 06121- Perugia

Come differenziarsi dai propri concorrenti

Infoiva pubblica in esclusiva un articolo tratto dal numero di gennaio del “Giornale delle partite Iva” – in edicola dal 30 dicembre 2010 -, il mensile diretto da Francesco Bogliari, pubblicato da Cigra, distribuito da Mondadori e rivolto al vasto pubblico dei professionisti autonomi.

di Cristina MARIANI 

I liberi professionisti sono sempre di più, il mercato è diventato affollato e competitivo. I cambiamenti socio-economici di questi ultimi anni hanno ampliato il numero dei lavoratori autonomi, che però spesso hanno alle spalle una carriera come dipendente e, dunque, poca dimestichezza con il “marketing di se stessi”. Inoltre, sono finiti i bei tempi in cui, per alcune categorie professionali, il titolo o la qualifica erano sufficienti per trovare e mantenere i clienti: ad esempio, si vedono spesso messaggi pubblicitari di dentisti e odontotecnici, che fino a qualche anno fa probabilmente non avevano alcun bisogno di promuovere i propri servizi. Dunque è necessario creare un sito o un blog, stampare depliant o brochure di presentazione, magari mettere qualche piccola inserzione su quotidiani o radio locali, cioè svolgere attività di comunicazione. Oggi aprire un sito o un blog è semplicissimo e con i nuovi sistemi gratuiti online è possibile creare da sé efficaci presentazioni e persino predisporre materiali stampati senza bisogno dell’aiuto di un grafico (ma solo, semmai, di quello di un bravo tipografo per la fase di stampa). La tecnologia ci aiuta, mettendo a nostra disposizione strumenti facili e gratuiti: così realizzare la nostra comunicazione personale diventa un’attività decisamente low cost. Ma cosa scrivere sul sito o sul blog? Quali frasi indicare sulla brochure di presentazione? Come presentarsi ai clienti potenziali per convincerli a scegliere proprio noi anziché uno dei nostri dieci o cinquanta concorrenti? Per prima cosa occorre esaminare attentamente le caratteristiche del nostro servizio, così da capire quale di esse conviene mettere in risalto nella nostra comunicazione. È la rapidità del servizio? La puntualità di consegna? Una competenza speciale o un punto di forza difficile da trovare tra chi fa il nostro stesso mestiere? Vietato parlare di “qualità, efficienza, professionalità”: sono tutti elementi necessari per stare sul mercato, e quindi il cliente le dà per scontate.

Come scrivere testi scorrevoli e interessanti
Nel predisporre i contenuti per la presentazione, il sito o il depliant, meglio evitare termini banali e inflazionati (qualità, costante impegno, efficacia ed efficienza), espressioni vaghe che possono voler dire troppe cose (soluzioni globali, massima performance), aggettivi esagerati (prodotti eccezionali, servizio eccellente), di fronte ai quali la tipica reazione di chi legge è quella che alle elementari avevamo davanti al bullo di classe che si vantava di essere il più bravo, il più forte, il più bello: prima di tutto antipatia, poi sfiducia. Se c’è bisogno di scriverlo, probabilmente non è vero. Meglio invece usare la “legge delle 4C”*.

Come individuare i nostri punti di forza
A volte non è facile capire quali sono i punti su cui far leva nella comunicazione perché alcune caratteristiche personali, che pur ci rendono vincenti nei confronti della concorrenza, ci appaiono ovvie e scontate (mentre è solitamente più facile elencare i propri punti deboli). Parto da un esempio personale: recentemente mi è stato offerto un progetto di lavoro molto ben retribuito grazie al fatto che parlo l’inglese a livello madrelingua, cosa che a me sembra normale; invece pare che questa capacità non sia così facile da trovare in un consulente aziendale. Non mi ero resa conto di questo mio punto di forza fino a che qualcuno me l’ha fatto notare, in questo caso offrendomi un ottimo progetto di lavoro. Allora ho riflettuto: quanti di noi non si rendono conto dei loro punti di forza? Come possono le persone, soprattutto le microaziende e i liberi professionisti, prenderne coscienza per poi “vendere” meglio se stessi e i propri servizi? A volte può essere utile vedere noi stessi attraverso gli occhi degli altri. La mia amica Anna è una traduttrice ed è esperta in materia finanziaria, essendo laureata in Economia, cosa insolita per i professionisti del suo settore. Anna, però, non aveva mai pensato di enfatizzare questa sua competenza fino a che non gliel’ho fatto notare: ha quindi impostato la sua comunicazione in tal senso, modificando il biglietto da visita e il sito web, e ha trovato in pochi mesi diversi nuovi clienti. Ma ci sono anche altri modi per scoprire i propri punti di forza. Giorgio è un promotore finanziario e si è reso conto di quali fossero i suoi punti di forza in un modo piuttosto insolito: chiedendo ai suoi colleghi e conoscenti di fornire un’opinione a riguardo per il suo profilo sul social network LinkedIn. Giorgio si è accorto che alcune delle caratteristiche citate (puntualità nel rispetto degli appuntamenti, chiarezza nell’esposizione delle varie opportunità di finanziamento, capacità di spiegare prodotti complicati con parole semplici) non erano quelle da lui indicate nella propria presentazione. Ha così deciso di modificare i testi del proprio sito per includere queste caratteristiche, che non si era mai reso conto fossero così apprezzate. A volte i nostri talenti principali sono invisibili a noi stessi proprio perché sono così naturali da risultarci ovvi e automatici. Dunque, un altro modo per scoprirli, oltre a chiedere a chi ci sta intorno, è rispondere a questa domanda: che cosa mi fa perdere la pazienza? La frustrazione del genio deriva dal presumere che, se una cosa gli viene quasi spontanea, deve essere altrettanto facile anche per tutti gli altri. Chi è naturalmente preciso e puntuale si indispettisce quando gli altri si comportano in modo superficiale; chi ha l’occhio sugli accostamenti cromatici soffre nel vedere una camicia gialla con una gonna verdina, e così via. Infine, uno studio accurato sulle caratteristiche e le modalità di lavoro dei concorrenti ci può fornire spunti utili per mettere in risalto le particolarità che ci contraddistinguono: che cosa facciamo in modo speciale, o anche solo diverso dagli altri?

Per rispondere a questa domanda può essere utile stendere una lista dei benefici suggeriti dai concorrenti nelle loro comunicazioni rivolte alla clientela, ad esempio:

• concorrente A: precisione;
• concorrente B: molti anni di presenza sul mercato;
• concorrente C: economicità;
• concorrente D: facilità di reperire il servizio.

Ora pensiamo alle caratteristiche del nostro prodotto: se ce n’è qualcuna che non è compresa in questo elenco, e che dunque i concorrenti non mettono in risalto, potrebbe essere conveniente per noi puntare proprio su quella. Attenzione, non è necessario che siamo gli unici ad avere quella determinata caratteristica: basta che i concorrenti non la mettano in risalto nella loro comunicazione. Per fare un esempio, pensiamo al settore delle acque minerali: molte di loro sono povere di sodio. ma una in particolare, Acqua Lete, ha scelto di sottolineare questa caratteristica con la pubblicità della particella solitaria. A volte il nostro punto di forza non è una capacità singola, ma l’intersecarsi di più abilità nella stessa persona. Ad esempio, un programmatore esperto di linguaggio Html che sia anche diplomato in grafica pubblicitaria potrebbe essere avvantaggiato nel proporsi come sviluppatore di siti web rispetto a chi ha competenze esclusivamente informatiche. Capire e mettere in risalto ciò che ci distingue dai concorrenti è importante. Tuttavia, la differenziazione è utile solo nella misura in cui il cliente la percepisce e la apprezza: se io sono la sola traduttrice dalla lingua del Kazakistan in Italia, ma nessuno ha bisogno di questo tipo di traduzioni, la mia unicità vale poco. Dunque, prima di pensare a possibili metodi per differenziarci dalla concorrenza, è opportuno fare un’approfondita indagine sulle preferenze della clientela e chiedersi se vale la pena proseguire in questa direzione.

Perché differenziare il proprio servizio?
In altre parole, perché fare tutto questo lavoro di ricerca e comunicazione, che richiede tempo, impegno e riflessione? La risposta è molto semplice: differenziare è utile perché se il nostro servizio non è diverso da quello degli altri, alla fine il cliente decide in base a un solo fattore: il prezzo. Differenziare ci aiuta a ottenere compensi migliori; e di questi tempi, mi sembra addirittura indispensabile.

www.cristinamariani.it

*Secondo Bob Bly, copywriter americano, un buon testo dovrebbe essere:
• chiaro: utilizzare parole semplici, paragrafi brevi, poche subordinate;
• conciso: eliminare ripetizioni, ridurre gli aggettivi, sintetizzare concetti;
• “compelling”: parlare meno di se stessi e più di ciò che interessa il lettore;
non esordire con frasi tipo “I nostri servizi” o “Chi siamo”;
• credibile: essere specifici, includere dati, statistiche, casi di successo.

Più credito alle piccole imprese bergamasche

E’ quanto si riscontra in questo inizio d’anno a Bergamo e dintorni. In una evidente – e promettente – inversione di tendenza cominciata dal secondo semestre dello scorso anno, gli istituti di credito della zona bergamasca hanno deciso di stanziare un aumento di prestiti alle società, siano esse quelle piccole (cioè con meno di 20 addetti) sia quelle grandi (con oltre i 20 addetti).

A rendere noto questi dati è stata l’Associazione Artigiani di Bergamo, secondo quanto riferito dall’Osservatorio sull’economia della provincia e messo a punto dalla locale Camera di Commercio: l’inversione di tendenza è in corso da marzo per le imprese manifatturiere e più recentemente anche per le imprese delle costruzioni, stando alla composizione per settori di attività economica evidenzia in provincia di Bergamo. Risultano ancora in calo, per ora, i prestiti bancari vivi alle imprese dei servizi. Ma non smettiamo di pensare al 2011 come un grande anno per la ripresa della piccola media imprenditoria del nostro Paese, che ne dite?!

Paola Perfetti

Fai conoscere al mondo la tua eccellenza tecnologica con “Italia degli innovatori”

Dopo l’esperienza positiva che ha visto l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione promotrice di Italia degli Innovatori a Shanghai nel 2010, si riaprono i termini per la presentazione per la partecipazione all’edizione 2011/2012.
 
Quattro i Paesi obiettivo, Cina, Russia, Brasile e Messico, per promuovere i migliori esempi dell’innovazione e dell’eccellenza tecnologica italiana.
 
Italia degli innovatori nasce dalla volontà di offrire alle innovazioni italiane una vetrina di altissimo livello per mostrarsi al grande pubblico e per incontrare nuovi partner con cui, se ci saranno le condizioni, sviluppare buoni affari insieme“, afferma Davide Giacalone, presidente dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. “L’Italia – continua Giacaloneè nota nel mondo per il design, la moda, per i prodotti di lusso e per il suo lifestyle. Il nostro obiettivo e fare conoscere un’altra Italia, fatta di tecnologia di altissimo livello, di innovazioni di avanguardia anche in settori che spesso si pensa che siano di appannaggio di altri Paesi“.
 
Italia degli Innovatori ha infatti lo scopo di mostrare le eccellenze tecnologiche italiane e promuovere un’immagine più completa dell’Italia, intesa come “Paese dell’Innovazione“, una realtà che sa creare prodotti innovativi e ad alto contenuto tecnologico negli ambiti più differenti, dalle costruzioni alla tutela dell’ambiente, dalla salute alla tutela del patrimonio artistico, fino a comunicazione, eGovernment e sicurezza.
 
Il progetto è partito lo scorso anno, quando sono state invitate imprese, università e centri di ricerca italiani a segnalare al ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione le loro migliori innovazioni. Ne sono state selezionate 265 che sono attualmente rappresentate a Shanghai – specifica Mario Dal Co, direttore generale dell’Agenzia -. Oltre a realizzare una mostra che permetterà al grande pubblico dei quattro Paesi destinazione di quest’anno di conoscere un’Italia diversa dai soliti stereotipi, un’Italia forte nelle tecnologie e nell’innovazione, abbiamo organizzato, per gli imprenditori e per i ricercatori che hanno partecipato, un insieme di incontri business to business per favorire la reciproca conoscenza e, perché no, per favorire lo sviluppo di buoni affari e di possibili futuri guadagni“.
 
Duplice è l’obiettivo di tale iniziativa: offrire una vetrina di altissimo livello per mostrare le eccellenze del nostro Paese nel campo dell’innovazione e favorire al tempo stesso l’incontro tra domanda e offerta delle imprese italiane in ottica internazionale.
 
Con questa formula innovativa, che unisce cultura e business, si vuole offrire una immagine diversa dell’Italia, legata alle sue eccellenze tecnologiche, spesso poco conosciute – conclude Antonio Cianci, responsabile del progetto -. Questo progetto, vuole essere una ‘fiera di persone’, dove non sono esposti gli oggetti, ma gli uomini e le donne che hanno messo in pratica grandi idee. Italia degli innovatori, grazie all’Expo di Shanghai 2010, ha consentito a tante aziende italiane di conoscere la Cina attraverso la porta principale. E anche di mostrare al mondo cosa siamo veramente capaci di fare. Adesso, oltre a riproporlo in Cina, vogliamo portarlo anche in altri Paesi di grande interesse per le innovazioni italiane“.
 
L’invito a partecipare è rivolto a università, centri di ricerca, imprese, consorzi e a tutti coloro che attraverso le loro iniziative contribuiscono a testimoniare l’eccellenza tecnologica italiana.

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.aginnovazione.gov.it. Le domande devono pervenire entro il 28 febbraio 2011. Clicca qui per scaricare il bando.

Imprese italiane all’estero: nasce lo sportello unico

Nel 2011 la novità presso tutte le ambasciate italiane all’estero sarà l’apertura dello sportello unico che diventerà il primo punto di riferimento per le imprese italiane che operano all’estero. Lo sportello unico per le imprese italiane all’estero presentato dal Ministro Frattini, è senza dubbio un passo avanti significativo per avvantaggiare l’export e le relazioni economiche internazionali, mettendo soprattutto le piccole e medie imprese nelle condizioni di operare con rapidità e con informazioni importanti. Il successo dell’iniziativa è ovviamente legato alla qualità degli addetti ed al fiancheggiamento successivo delle imprese.

Agenti d’Affari: in Lombardia al via nuovi corsi di formazione e nuove regole per l’abilitazione

La Regione Lombardia continua ad investire sulla formazione e la preparazione dei futuri Agenti d’Affari in Mediazione. Le ultime novità introdotte dalla Regione riguardano i corsi professionali formativi per l’accesso all’attività. Tante le materie e le nozioni che gli aspiranti agenti dovranno apprendere, così da far crescere anche il monte ore dei corsi formativi per la preparazione dei nuovi professionisti del settore. “In Lombardia – commenta il presidente della Fimaa, Valerio Angeletti – sono state recepite le necessità del mercato, dei consumatori e degli operatori, e si sono adottati quei criteri indispensabili alla maggiore preparazione professionale degli operatori. Sono elementi distintivi e qualificanti che dimostrano, ancora una volta, grazie a Fimaa, l’attenzione verso i fruitori del servizio prima ancora dell’esclusivo interesse della categoria”. Nello specifico, per i corsi formativi indirizzati all’esercizio della professione dell’agente d’affari in mediazione, si profilano diverse novità rispetto al passato. La durata dei corsi per sostenere l’esame abilitante passerà, dalle attuali 100 ore di didattica, a ben 220 ore di formazione. Il training formativo prevede inoltre una frequenza obbligatoria non inferiore all’80% del monte ore programmato, in sostituzione del 75% previsto in passato. Al fine di valutare compiutamente la preparazione acquisita dal candidato la Regione ha previsto altresì, la presenza di due esperti del settore all’interno della commissione esaminatrice. Fimaa accoglie con entusiasmo l’iniziativa lombarda e auspica che “tali modelli virtuosi possano diffondersi su tutto il territorio nazionale elevando ulteriormente la professionalità a vantaggio, tutela e garanzia dei consumatori”.

fonte: Confcommercio

Ingegneri ed Agenti di Commercio: queste le figure professionali più ricercate in azienda

La scorsa settimana il settimanale Panorama ha pubblicato un interessantissimo rapporto stilato dalla HRC, cioè business community dei direttori delle risorse umane. Questo rapporto è relativo al le professionalità più gradite dalle aziende italiane, che faticano a reperire tra l’offerta di lavoro quello di cui hanno bisogno. Ma quali sono quindi le figure professionali più richieste in azienda? A leggere il rapporto Hrc sembrerebbe che le aziende italiane abbiano sempre più bisogno di ingegneri per l’ambiente e l’energia, ingegneri di sistema, ingegneri informatici, ingegneri delle telecomunicazioni e commerciali. Ingegneri ed Agenti di Commercio sembrerebbero quindi le professioni che potrebbero costituire un sicuro lasciapassare verso il lavoro. Altre figure professionali di cui c’è penuria sono: ottici, periti chimici, medici per l’industria farmaceutica, biotecnologi, addetti all’accoglienza alberghiera, farmacisti, disegnatori tecnici o meccanici per auto o panettieri-pasticceri.

Il Rapporto Hrc ha preso in considerazione 107 imprese, e il 90% di loro ha detto di voler assumere personale nel 2011, sempre se riuscirà a trovarlo. Dal sito di AdnKronos, troviamo una dichiarazione di Giordano Fatali, presidente di Hrc, che dice: “il più delle volte la scuola e le università -aggiunge Fatali- producono competenze senza chiedersi se siano effettivamente quelle che servono. E il risultato è che ci sono molti posti scoperti perché i candidati non sanno svolgere i lavori per i quali potrebbero essere assunti. Cercare lavoro -continua Fatali- è un lavoro e nessuno insegna ai nostri figli a farlo. Servirebbe un investimento in questo senso, un ente che si occupasse seriamente e con efficienza di orientamento professionale. Magari anche insegnando che bisogna uscire dalla logica del posto fisso, che ormai non esiste più, e cominciare a ragionare in termini di percorso professionale, che può cambiare moltissime volte nella vita”.

Infine, secondo l’indagine di Hrc, i titoli di studio con cui è più facile trovare un’occupazione sono quelli in ingegneria, economia, matematica, fisica e statistica e in generale i diplomi tecnici. Le competenze più richieste dall’attuale mercato del lavoro, invece, sono: la conoscenza di una o più lingue straniere, la capacità di risolvere problemi, di lavorare in gruppo, la capacità comunicativa scritta e orale, le competenze informatiche.

A Rimini il 2011 inizia in rosa: pronto un fondo di finanziamento per l’imprenditoria femminile

A Rimini, la Camera di Commercio, dà vita ad una nuova iniziativa per sostenere l’imprenditoria femminile del territorio. Infatti, la Giunta della Camera di Commercio di Rimini, accogliendo una proposta del Comitato per l’imprenditoria Femminile, ha deliberato, nell’ultima seduta, uno stanziamento iniziale di Euro 10.000,00 per l’esercizio 2011 per la costituzione di un fondo per l’erogazione di contributi a favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile per supportare le singole imprese: nella realizzazione di processi di innovazione tecnologica in campo energetico ed ambientale; in materia di sicurezza e salute dei lavoratori; in ambito organizzativo/gestionale; per il rafforzamento delle competenze del proprio capitale umano. Si tratta, in particolare, di uno stanziamento iniziale: una volta esaurito, ne sarà erogato un altro. “Considerato come le aziende condotte dalle donne hanno, sul nostro territorio, sempre un grande successo – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio Maggioli – abbiamo pensato di incentivare ancora di più l’imprenditoria femminile stanziando delle risorse ad hoc. Sempre di più le donne, infatti, si vanno affermando come imprenditrici di grande valore, ed è opportuno incoraggiare la loro attività”. Dal punto di vista statistico, al 30/06/2010, le imprenditrici femminili (cioè: il numero totale delle imprenditrici; e NON delle imprese femminili) in provincia di Rimini risultano essere pari a 16.850, su 59.127 imprenditori totali; la percentuale delle imprenditrici sul totale degli imprenditori è pari al 28,5%: la più alta in regione Emilia-Romagna. Chi può accedere al fondo di finanziamento? Possono presentare domanda di contributo le micro, piccole e medie imprese a prevalente partecipazione femminile con sede legale e operativa nella provincia di Rimini. Sono ammissibili al contributo i programmi di investimento che riguardano:

  • Consulenza in materia energetica ed ambientale;
  • Consulenza in materia di check-up economici-finanziari;
  • Consulenza in materia di sicurezza e salute dei lavoratori;
  • Valorizzazione del capitale umano in azienda.

Le domande per la concessione del contributo potranno essere presentate entro il 31 marzo 2011, secondo le modalità previste dal bando scaricabile dal sito Riminieconomia.it.

Per informazioni sul fondo erogato rivolgersi all’Ufficio Promozione della Camera di Commercio di Rimini, tel. 0541363731, e-mail: promozione[at]rn.camcom.it

Saldi: Aosta ultima provincia ad aprire la stagione degli sconti.

È partita dal Sud Italia la corsa ai saldi. Il 2 gennaio scorso i consumatori di Napoli, Palermo, Potenza e Catanzaro hanno infatti potuto cominciare a fare acquisti con lo sconto, mentre Centro e Nord hanno dovuto aspettare l’arrivo della befana: quelli di Roma, Milano, Venezia, Firenze, Torino e Genova hanno atteso fino al 6 gennaio mentre ad Aosta, che come da tradizione inizierà per ultima, i saldi partiranno proprio oggi, 10 gennaio. Le date, come è noto, sono diverse da regione a regione, e ogni anno non mancano puntuali le polemiche sull’inizio dei saldi. Ma, secondo un sondaggio Confcommercio-Format, oltre l’80% di commercianti e consumatori sono favorevoli ad una data unica di avvio dei saldi, sia per quelli estivi che invernali (primo sabato di luglio e 6 gennaio), condividendo la proposta lanciata lo scorso ottobre da Federmoda e Federdistribuzione che avevano scritto ai presidenti delle Regioni per chiedere, appunto, di uniformare a livello nazionale la data di avvio dei saldi. Quanto alle previsioni, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia quest’anno spenderà poco più di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,2 miliardi di euro che va ad incidere per il 18% sul fatturato del settore.  “Anche quest’anno – ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Federmoda-Confcommercio – la coda della crisi si è resa evidente per il settore della moda con un andamento della stagione autunno-inverno certamente non brillante. Di conseguenza, gli stock di invenduto dei negozi sono alti e l’offerta per i “saldisti” molto ampia, sia per varietà che per qualità dei prodotti. Prevediamo sconti medi elevati oltre il 40%. Quest’anno, quindi, l’offerta ampia e gli sconti interessanti ci fanno ben sperare per una positiva stagione dei saldi che potrebbe anche rappresentare il tanto atteso segnale di inversione di tendenza”.

Cibi Made in Italy per le Feste e gli italiani risparmiano

Feste all’insegna della tradizione quelle che stanno caratterizzando questo periodo a cavallo fra 2010- 2011.

Da Natale a Capodanno, e in anticipo su quanto verrà proposto nel menù delle famiglie italiane per la prossima Festa della Befana, il Made in Italy e i suoi prodotti enogastronomoci più tipici sono quelli più gettonati per pranzi e cenoni.

A stabilirlo, la ricerca della Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha compiuto un’indagine sulla base dell’andamento della compravendita nei vari passaggi della filiera agroalimentare e dei dati relativi al commercio estero. In accordo con i dati emersi, infatti, la crisi ha scoraggiato le spese folli per manicaretti troppo complicati; sulle tavole italiane sono diminuiti salmone, ostriche, caviale e frutta esotica; lo spumante nostrano ha trionfato sullo champagne e gli italiani si sono dimostrati più attenti al bilancio familiare.

Come a dire: meno soldi, più made in italy e circa 5 miliardi di euro spesi per celebrare le festività del Natale (lo 0,5 per cento in più rispetto ai dati del 2009). Pochi sono coloro che hanno degustato, nei giorni delle Feste, i cibi di ‘fascia alta’; in molti invece hanno scelto il prodotto tipico legato al territorio e maggiore è stata l’attenzione rivolta ai tantissimi mercatini allestiti dagli agricoltori nei giorni delle feste, al punto che è stata segnata una crescita delle vendite del 5 per cento rispetto allo scorso anno per un risparmio complessivo tra il 10 e il 15 per cento.

Una seconda indagine, questa volta della Coldiretti, ha poi rilevato che gli italiani hanno acquistato per Natale e fine anno prodotti alimentari tipici per un valore di più di 2 miliardi di euro e che il regalo enogastronomico è stato tra gli adulti quello più gradito e soprattutto meno riciclato.

Insomma, sembra proprio che in Italia si sia affermato uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola e siamo tornati alla preparazione ‘fai da te’, quella fatta di ricette personali per serate speciali o omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. Quello italiano, che orgogliosamente possiamo definire il migliore e più ricco al mondo.

Paola Perfetti