Vino e motori “Made in Italy”: gioie, dolori e l’incapacità di fare sistema

di Danilo DELLA MURA

Che cosa può mai accomunare una bottiglia di vino e un’automobile? Apparentemente nulla. Anzi, in termini di sicurezza stradale dovrebbero stare molto lontane l’una dall’altra. Ma se parliamo in termini economici, di cifre, di vendite e di esportazioni, il mercato del vino italiano presenta molte, e purtroppo non felici, similitudini con il settore delle quattro ruote Made in Italy.

Per capirne il perché, iniziamo dando uno sguardo ai freddi numeri, relativi alle vendite e alle esportazioni di vino. In particolare alle vendite e alle esportazioni di vino spumante italiano: le famose “bollicine Made in Italy”.

Nei giorni scorsi sono stati presentati i dati Istat relativi alle esportazioni di vini spumanti italiani, durante i primi 8 mesi dell’anno in corso. Dati incoraggianti, positivi: + 21%. Dati, oserei dire, più che positivi, tenendo conto che il boom delle vendite deve ancora venire. Dicembre, da sempre, è il mese clou per le vendite di vino, in particolare del vino spumante e con Natale e Capodanno alle porte, il già positivo trend  non può che migliorare. Tutti felici, tutti contenti.

Ma proviamo ad andare oltre ai semplici titoli. Proviamo a leggere con attenzione anche le restanti pagine dello studio Istat. Pagine scritte a caratteri a dir poco piccoli, e forse per questo sfogliate velocemente, con poca attenzione. Da questi dati emerge una situazione non più così rosea.

Innanzitutto: è vero che le esportazioni di vino spumante italiano, da gennaio ad agosto 2010, sono cresciute del 21%, ma sono dati riferiti alle quantità, ai volumi, ovvero al numero di bottiglie. Se parliamo di  valore, la crescita è quasi dimezzata: +11%. In altre parole: esportiamo più bottiglie, ma a un prezzo più basso.
 
Altro dato poco confortante, anzi direi preoccupante: l’andamento del valore unitario riferito sempre al vino spumante italiano. Nei primi otto mesi dell’anno in corso, il valore unitario ha subito una flessione dell’8%. Il prezzo medio di un litro di “bollicine Made in Italy” è passato da 2,7 a 2,5 euro. Rapportato al prezzo di una bottiglia (da 0,75 l), si è passati da 2 euro a 1,87 euro. Preoccupante.

Ma non basta. Se ci focalizziamo sulle bollicine più pregiate, ovvero sul vino spumante “secco”, lo scenario si fa ancora più cupo. Da gennaio ad agosto 2010, la flessione del prezzo unitario di un litro di vino spumante secco “Made in Italy”, ha toccato il 13%, con un prezzo medio al litro di 2,8 euro (2,1 euro a bottiglia).

E qui torniamo alla domanda iniziale: che cosa accomuna il mercato del vino italiano a quello delle quattro ruote nostrane? Come il settore automobilistico, anche quello enologico si sta posizionando agli estremi del mercato. In Italia produciamo, da un lato, grandi auto sportive, performanti, di lusso: Ferrari e Maserati, per fare due nomi. Dall’altro produciamo piccole autovetture, city car per utilizzare un termine in gran voga: 500 e Panda per fare altri due nomi. Ma siamo carenti sui segmenti più acquistati, ambìti ma alla portata di molti, come il segmento delle grandi berline e dei Suv. Segmenti, dove, lo sappiamo, si costruisce l’immagine del brand e, soprattutto, si realizzano i margini superiori.

Allo stesso modo, il vino italiano, sui mercati internazionali, da un lato è ben rappresentato da un ristretto numero di prestigiose etichette. Costose e preziose, ma consumate da pochi, e in occasioni particolari. Ma, dall’altro lato, troviamo un vasto numero di piccole, medio piccole aziende costrette a far leva sul fattore prezzo. E, purtroppo, gran parte del nostro export è rappresentato dai vini di quest’ultime aziende.

Purtroppo sappiamo quale è stata l’evoluzione, anzi l’involuzione, del mercato delle quattro ruote italiane. Nonostante ciò, nonostante i dati sopra analizzati, sembra che nessuno, dal piccolo produttore ai grandi consorzi di tutela, se ne preoccupi. Eppure la causa di tutto, il vero problema, è conosciuto da tutti: l’incapacità di “fare sistema”. Quella stesa incapacità di creare una comune politica di comunicazione, di immagine e di promozione, che caratterizza molti dei nostri settori nazionali. Abbiamo il prodotto giusto, ma non sappiamo farlo conoscere

Prima di tutto al mercato domestico. L’Italia può vantare una varietà e una vastità di diverse tipologie di vini che neanche la Francia può vantare. Ma ognuna di queste singole realtà, entra in competizione con le altre. Tutte alla ricerca del proprio, piccolo momento di gloria. Alzi la mano chi sa quante sono le DOCG italiane. Forse qualche sommelier più esperto saprà che ormai hanno sfondato quota cinquanta. E molte altre sono le DOC in attesa di aggiungere la tanto bramata “G”.
 
E nel frattempo, da un lato, i francesi fanno bella mostra delle loro bottiglie sugli scaffali più prestigiosi al mondo, dall’altro, Australia, Cile e Nuova Zelanda, invadono i mercati con vini buoni, ma economici, per il piacere quotidiano di americani, britannici, tedeschi e austriaci, ovvero i nostri più importanti mercati di sbocco. Prosit.

Potenza: 600.000 euro immessi nel circuito dell’economia locale e 45 nuove opportunità lavorative

La Giunta della Camera di Commercio di Potenza ha approvato le graduatorie del Bando Sepri, “Servizi promozionali alle Imprese e nuova occupazione”, finalizzato alla concessione di contributi a fondo perduto per l’innalzamento della capacità tecnico-organizzativa delle aziende attraverso investimenti innovativi.

“L’interesse crescente e i riconoscimenti di qualità per questa misura di sostegno, sia sul piano locale che nazionale, ci hanno convinto ad intensificare i nostri sforzi in direzione di un ulteriore miglioramento del Bando – spiega il presidente della Cciaa potentina, Pasquale Lamorte –. Abbiamo raddoppiato il budget rispetto al 2009 e inserito passaggi più restrittivi (per le imprese) in merito all’inserimento degli specialisti da occupare. I risultati ci hanno dato ragione sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo, e questo è un bel segnale considerato che si sta chiudendo un altro anno molto difficile a causa della crisi. Abbiamo di fronte a noi uno spaccato di aziende dinamiche e innovative, che guardano al futuro con ritrovata fiducia, senza timore rispetto al peso di nuove assunzioni”.

Settanta le domande pervenute alla data di scadenza, quarantacinque quelle risultate ammissibili.

Tra le imprese finanziate 5 sono al femminile, 6 giovanili, 17 in start up e 4 cooperative.

Le Pmi premiate riceveranno un contributo a fondo perduto del 50%, fino ad un massimo di 15.000 euro, su investimenti in consulenze, beni strumentali e per l’immissione in azienda di specialisti.

Le graduatorie saranno rese note nei prossimi giorni sul sito Internet della Camera di commercio.

d.S.

A Terni e Perugia un serio contributo alle imprese ed ai professionisti che assumono disoccupati

La Regione Umbria e le Province di Perugia e Terni, erogheranno contributi per sostenere ed incentivare l’inserimento occupazionale dei disoccupati.

A beneficiare del bando potranno essere imprese e consorzi, associazioni, fondazioni cooperative, liberi professionisti in forma individuale, associata o societaria, altri soggetti ed organismi di natura privata. I datori di lavoro che intendono presentare domanda di contributo devono:

  • essere in possesso di Partita IVA e/o essere iscritti alla Camera di Commercio;
  • avere la sede o almeno una unità operativa in Umbria;
  • effettuare l’assunzione nella sede/unità operativa localizzata nel territorio regionale;
  • non aver effettuato nell’anno precedente e in quello in corso, licenziamenti individuali o plurimi;
  • non avere in corso, all’atto della domanda di contributo, procedure di CIGS;
  • non aver commesso violazioni rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse, secondo la legislazione italiana;
  • accettare il sistema dei controlli, anche in loco, come previsto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale;
  • trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essendo sottoposti a procedure concorsuali né ad amministrazione controllata;
  • devono dichiarare che, nei propri confronti, non sussistono cause di divieto, decadenza o sospensione;
  • devono dichiarare di non essere sottoposti ad alcuna misura di prevenzione e di non essere a conoscenza dell’esistenza, a proprio carico, di procedimenti in corso;
  • devono dichiarare che non sussistono le cause di esclusione, di non essere destinatario di sanzioni interdittive (anche limitative).

Inoltre i datori di lavoro devono essere in regola: con l’applicazione del CCNL; con il versamento degli obblighi contributivi ed assicurativi; con la normativa in materia di sicurezza del lavoro; con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei disabili; con tutte le normative in materia di lavoro in genere; con il Regolamento (CE) n.800/2008; con le norme vigenti sugli aiuti di Stato, in caso di assunzione di lavoratori non “svantaggiati”.

Sono finanziabili le seguenti azioni:

  1. assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato, sia full time che part time, di soggetti disoccupati/inoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego della regione Umbria che, alla data di presentazione della domanda, non siano percettori di alcun ammortizzatore ordinario, straordinario o in deroga che dia luogo ad indennità economica, o che lo abbiano esaurito.
  2. trasformazioni di contratti di lavoro da tempo determinato inferiore a dodici mesi che consentono il mantenimento dello stato di disoccupazione, a tempo indeterminato, sia full time che part time.

Il contributo sarà pari a € 4.500,00 per ciascuna assunzione/trasformazione purché il relativo contratto di lavoro preveda un orario settimanale pari o superiore al 75% dell’orario settimanale stabilito come ordinario dal CCNL. In ogni caso, per poter usufruire del contributo, il part-time non potrà essere inferiore alle 20 ore settimanali. In caso di assunzione/trasformazione con contratto a tempo indeterminato part-time che preveda un orario settimanale inferiore al 75% dell’orario settimanale stabilito come ordinario dal CCNL, il contributo verrà proporzionalmente ridotto.

I soggetti interessati dovranno inviare domanda di contributo (a seconda della provincia di appartenenza), entro il 31 dicembre 2011, ai seguenti indirizzi:

  • Provincia di Perugia – Ufficio archivio | Via Palermo, 106 – 06129 – Perugia
  • Centro per l’Impiego di Terni | Via A. Floriano, 16 – 05100 – Terni

 

Regiostar: in Toscana sono tutti d’accordo sull’alta velocità che unisce le città

La tratta Firenze – Pisa in 49 minuti, quella Firenze – Arezzo in 48. Sono i numeri del servizio Regiostar avviato da poche ore in Toscana. In movimento sulle tratte regionali 8 coppie di treni in più. Un servizio che piace alle Camere di Commercio toscane perché rende le città della Regione più vicine. All’indomani del varo del servizio Regiostar, il Presidente Pacini ha così commentato: “La Regione con il nuovo Regiostar offre ai pendolari, ai turisti ed ai lavoratori un veloce e necessario servizio. Questo avvio è un fatto importante, perchè consente di collegare ad esempio l’Aeroporto di Pisa con Firenze in tempi ridotti ed accettabili. È come una prima rete dell’alta velocità in Toscana, che fino ad oggi risultava interessata solo dalla dorsale passante per Firenze. Con la direttrice verso Pisa e quella verso Arezzo e Chiusi, invece si è creata questa prima rete utilizzabile da tutti i cittadini. Nodi ferroviari importanti come Firenze e Pisa devono avere una loro priorità all’interno di un sistema che deve essere sviluppato per favorire il trasporto pubblico di chi studia e lavora nella nostra regione. Pertanto, come Camere di Commercio toscane, non possiamo che valutare in maniera estremamente positiva questa iniziativa”.

Spendere 45 milioni in un weekend, a Milano succede. Acquisti di Natale: arriva il picco di dicembre.

Secondo un sondaggio della Camera di commercio di Milano realizzato attraverso Digicamere, nel weekend appena trascorso, si stima che i milanesi abbiano speso 45 milioni di euro, è il dato più alto di tutto il mese. In percentuale rappresenta il 14% circa di tutta la spesa natalizia della città meneghina, anche se il picco assoluto è stato registrato oltre un mese prima della festività: i milanesi sono quindi molto previdenti per gli acquisti di Natale.

La crisi si sente ancora per circa sei milanesi su dieci (58,1%), dato inferiore alla media nazionale del 66%. Ma solo un milanese su venti (4,5%) non festeggerà. I motivi riguardano, nella maggior parte dei casi, il non essere credenti o l’avere un’altra religione, più raramente a causa della solitudine (8,3%) o per problemi di salute.

Vibo Valentia: ultimi giorni per partecipare al bando della CCIAA che agevola l’accesso al credito

Sono ancora pochi i giorni rimasti le imprese di Vibo Valentia per accedere alle agevolazioni previste dal bando pubblicato dalla Camera di Commercio lo scorso 30 luglio nell’ambito del progetto di cui all’Accordo MISE – Unioncamere “Strumenti per favorire l’accesso al credito ed i finanziamenti alle microimprese, prevenire il fenomeno dell’usura e rafforzare le capacità gestionali economico-finanziarie delle microimprese”. Il prossimo 31 dicembre 2010 scadranno infatti i termini per la presentazione delle domande che, si ricorda, verranno esaminate ed istruite secondo l’ordine cronologico di ricevimento e fino ad esaurimento del Fondo Mise, costituito per la somma di euro 160.000 e che, ad oggi, presenta ancora disponibilità.

Il Fondo è destinato all’abbattimento parziale degli interessi debitori – che matureranno sui finanziamenti erogati alle imprese beneficiarie – e alla copertura della garanzia rilasciata dai Cofidi. Allo scopo la Camera di Commercio di Vibo Valentia ha sottoscritto con Artigianfidi Calabria soc.coop.a r.l. e Cofidi Calabria – Consorzio Garanzia Fidi, apposite convenzioni che prevedono il rilascio di garanzia fino al 65% (elevabile, a discrezione, dei Confidi fino all’80%) dell’importo del finanziamento concesso dagli Istituti di credito aderenti all’iniziativa, finanziamento che potrà variare da un minimo di 5.000 euro fino ad un massimo di 20.000 euro. La  Camera di Commercio riconoscerà  sui finanziamenti concessi, alle condizioni e con le modalità delle citate Convenzioni, un contributo in conto interessi nella misura massima del 50%. Le domande di finanziamento dovranno essere presentate, a mezzo Raccomandata A/R, alla Camera di Commercio di Vibo Valentia  redatte su apposito modello, (reperibile, così come il bando, sul sito dell’Ente camerale), e corredate dalla documentazione richiesta. Al bando possono accedere le microimprese  appartenenti a tutti i settori economici (industria, commercio, servizi, artigianato, turismo ed agricoltura) con sede/unità locale nella provincia di Vibo Valentia alla data del 30 luglio 2010 e per interventi relativi a: investimenti strumentali all’attività dell’impresa; opere murarie di ripristino immobili aziendali e rifacimento e/o adeguamento a norma di impianti; consolidamento del debito a breve termine; riqualificazione organizzativa/gestionale.

Milanesi, Romani, Napoletani: ufficio, volontariato, palestra…ecco la giornata tipo dell’italiano medio

Vi proponiamo un simpatico sondaggio realizzato dalla Camera di Commercio effettuato in tre città italiane, Milano, Roma e Napoli. Lo scopo è quello di provare a ricostruire la giornata tipo degli italiani. L’italiano medio trascorre un’ora e dieci per mangiare, sei per dormire, venti minuti per lo sport. Fast food per i milanesi, basta meno di 1 ora al giorno per il 74% contro il 72,8% nazionale, più precisamente 1 ora e 5 minuti, contro 1 ora e 10 di media nazionale; comunque nel Paese della dieta mediterranea solo 1 su 4 resta a tavola oltre 2 ore. Sonni migliori per i romani, l’11,5% dorme oltre otto ore contro una media italiana del 9,5% e per i napoletani, il 90% si concentra nella fascia 4 – 8 ore contro una media nazionale dell’88%. Ma gli abitanti di Roma si trattengono anche più a lungo in ufficio, per il 23% oltre 8 ore contro una media del 19,3%. Più impegnati a imparare nella capitale, dove 1 ora e 40 minuti vengono trascorsi sui libri (1 ora e mezza la media nazionale), a Milano però il 37% studia o legge tra le 2 e le 4 ore al giorno (media italiana 32,8%). I romani i più sportivi: il 30,5% svolge ogni giorno fino a 1 ora di attività fisica e ben l’11% da 2 a 4 ore (contro il 28,3% e il 5,8% in media in Italia). Meno uscite con gli amici e più volontariato per i milanesi (il 39% non dedica per nulla tempo agli amici contro il 34% in Italia) e il 14% è impegnato da 2 a 4 ore nelle onlus (rispetto alla media italiana del 10%). Meno volontariato e più amici invece per i napoletani (68% non dedica tempo ad attività per aiutare il prossimo, ma il 19% dedica da 2  a 4 ore al giorno per le uscite con gli amici), anche se sono i romani a dedicare più tempo alle persone care: 55 minuti al giorno (15 in più rispetto ai milanesi), ma solo 20 al volontariato.

Gli abitanti della capitale risultano invece più interessati alle attività culturali (da 2 a 4 ore per il 16,5%, rispetto al 11,2% di media nazionale). I maggiori fruitori dei media sono i cittadini milanesi, il 26,5% infatti vi dedica da 4 a 8 ore al giorno, contro una media nazionale del 18%, quasi 1 ora in più dei napoletani (3 ore e 40 contro 2 ore e 45).

Saranno imprenditori: allo studio una legge per agevolare le nuove imprese di cassintegrati e precari

Una proposta di legge approdata alla Camera proprio negli scorsi giorni si propone di incentivare i cassintegrati ad intraprendere un propria attività imprenditoriale. Il testo infatti prevede una tassazione ridotta, credito d’imposta e un sostegno finanziario diretto per quei lavoratori che entro la fine del 2011 avviano un’azienda. La proposta stabilisce, inoltre, l’esenzione dalle imposte nel caso in cui il neo-imprenditore decida di assumere dipendenti che sono soggetti ad ammortizzatori sociali ed inserirli in organico per un periodo di almeno 2 anni. Possono diventare imprenditori i cassaintegrati ma anche i lavoratori in mobilità, i destinatari di contratti di solidarietà e di indennità ordinaria di disoccupazione non agricola. Fino a dicembre 2011 la nuova attività è sperimentale. A lavorare alla proposta di legge sono stati 13 parlamentari campani.

Secondo la proposta di legge, i cassintegrati che andranno ad intraprendere un’attività imprenditoriale potranno contare su un sostegno per ottenere credito a condizioni vantaggiose dalle banche mediante l’utilizzo delle garanzie concesse dai fondi antiusura attivati presso i Confidi. Inoltre il neo-imprenditore potrà conservare per tutta la durata della fase sperimentale il 50% dell’indennità prevista per l’ammortizzatore sociale di cui beneficia. Se l’imprenditore assumerà personale nelle sue stesse condizioni( cassintegrati, lavoratori in mobilità, destinatari di contratti di solidarietà) non pagherà i contributi previsti dalla legge fino al termine del 2011. Inoltre per l’acquisto di attrezzature informatiche da impiegare all’interno dell’azienda otterrà un credito d’imposta del 40%. La normativa prevede anche un bonus fiscale di cinquemila euro al massimo per le attività di formazione professionale svolte dall’imprenditore o dai suoi dipendenti durante la fase sperimentale e attiva una linea agevolata di finanziamento presso la Cassa Depositi e Prestiti.

Con questa proposta di legge ai cassintegrati si offre l’opportunità di uscire dal precariato ed intraprendere un’attività produttiva in proprio senza però perdere, nella fase sperimentale, il sostentamento offerto dall’ammortizzatore sociale. Ma i vantaggi sono evidenti anche per le imprese che abbattono il costo del lavoro durante il biennio di sperimentazione e hanno a disposizione la concreta possibilità di ridurre l’organico in esubero senza impatto qualora i cassintegrati imprenditori dovessero decidere di intraprendere in via definitiva la nuova attività.

Mettere un immobile a reddito: ecco tutti i vantaggi del temporary housing

Mettere immobili a reddito: prima o poi ci hanno pensato tutti. C’è chi ha deciso di approfittare dei prezzi ancora bassi degli immobili e di investire in un piccolo appartamento in città, o viceversa chi, proprio per la situazione del mercato immobiliare, non vuole svendere il proprio appartamento e preferisce darlo in affitto in attesa di tempi migliori. C’è chi eredita la casa della nonna e chi vorrebbe acquistare un appartamento per i figli che tra qualche anno lasceranno il nido. Qualunque sia la casistica, il mattone è l’investimento considerato più sicuro.

Rivolgersi direttamente al mercato tramite internet è apparentemente la soluzione più semplice e alla portata di tutti, quella che permette di raggiungere un alto numero di potenziali inquilini in tempi rapidi e a basso costo. Non bisogna dimenticare, però, che i rischi non sono inferiori ai vantaggi. Molto spesso, infatti, l’utilizzo del web può essere imprudente se non si possiedono le conoscenze necessarie per gestire operazioni commerciali e se non si conosce la normativa per la gestione di contratti e pagamenti. Incappare in situazioni fraudolente è purtroppo all’ordine del giorno. Anche chi riesce a trovare l’inquilino ideale deve poi confrontarsi con i suoi possibili difetti: ritardi di pagamento, rischio di subaffitti o continue richieste di interventi di manutenzione. E, se per ottenere un guadagno apparentemente maggiore, si decide di adottare la formula “in nero”, in caso di danni o insoluti ci si ritrova completamente scoperti da qualsiasi forma di tutela legale. Senza contare che chi investe in un immobile potrebbe aspirare a venderlo in tempi rapidi se si presenta un’occasione vantaggiosa e, con i tradizionali contratti d’affitto, liberarsi del proprio inquilino può rivelarsi un’impresa particolarmente ardua.

Al giorno d’oggi esiste però una strada alternativa e più efficace: basta affidarsi ad aziende specializzate nella gestione di affitti brevi. Quali sono i vantaggi di tale soluzione? In primo luogo la pubblicazione del proprio appartamento su un sito web specializzato garantisce l’affidabilità dell’immobile e ne aumenta al contempo l’affittabilità. Uno specialista conosce infatti tutti i trucchi della comunicazione sul web per far trovare facilmente un appartamento, che sia in centro a Milano o sul Canal Grande, a tutti coloro che sono alla ricerca di un alloggio per vacanze, week end o viaggi di lavoro.

Un altro vantaggio è legato alla gestione quotidiana di immobile e inquilino. Le società che gestiscono professionalmente affitti brevi hanno strutture interne per rispondere a ogni esigenza. Sono dotate di tecnici competenti per la manutenzione che garantiscono interventi in tempi rapidi e sono in grado di effettuare qualsiasi riparazione e di far fronte a qualsiasi malfunzionamento. Inoltre, tali aziende dispongono di personale di servizio qualificato, che si occupa dell’accoglienza dell’inquilino, delle pulizie e del cambio biancheria. Sgravarsi delle incombenze relative alla manutenzione dell’appartamento e alla gestione dell’inquilino è un vantaggio indubbio per il proprietario, soprattutto nel caso in cui si risieda in un’altra città, se non addirittura in un altro stato.

Anche l’aspetto amministrativo, spesso spina nel fianco per i proprietari, viene totalmente gestito dalle società specializzate nel temporary housing. Affidarsi a una società seria è garanzia di rispetto di tutte le procedure richieste dalle legge: regolare registrazione dei contratti e degli occupanti dell’immobile, che funzionano come tutela contro il rischio di inadempienza da parte dell’inquilino o di trovarsi a dare asilo a persone ai limiti della legalità (per cui sono previste anche sanzioni penali, un possibile risvolto a cui non si pensa quando si opta per gli affitti “in nero”). Inoltre, è sempre la società che affitta l’appartamento a preoccuparsi di sollecitare il pagamento da parte degli inquilini, assicurando al contempo entrate regolari al proprietario.

Affidare il proprio appartamento ai professionisti dell’affitto breve è sicuramente un’ottima soluzione per chi vuole mettere il proprio immobile a reddito: a differenza dei tradizionali contratti di affitto che durano almeno quattro anni, le società come Halldis offrono dei contratti annuali, da cui si può recedere con tempi minimi di preavviso. L’ideale per chi vuole ottenere una rendita dal proprio appartamento per un tempo limitato, nell’attesa di una buona offerta di acquisto oppure di trasferircisi personalmente. E una soluzione particolarmente apprezzata da chi è già stato scottato da esperienze negative con gli affitti tradizionali o che ha sentito i racconti terrificanti di parenti e amici che non riuscivano più a liberarsi di un inquilino indesiderato.

Senza contare che un numero crescente di persone sarà probabilmente attratto dall’idea di mettere un appartamento a reddito grazie alla cedolare secca sugli affitti prevista dalla Finanziaria 2011, in base alla quale i redditi da affitto saranno tassati al 20%. Anche per questi individui, rivolgersi a un professionista del settore, in grado di suggerire zone e tipologie di immobili più facilmente affittabili, diventa una garanzia di maggior successo dell’investimento.

Lo Speciale “Temporary office e housing” è realizzato in collaborazione con Halldis, primo operatore nell’affitto di appartamenti e uffici chiavi in mano in Italia ed Europa, che a Milano gestisce il business center Blend Tower, con più di 100 temporary office.

Ravenna: contributi dalla Camera di Commercio alle piccole imprese del territorio

La Camera di Commercio di Ravenna, ha emesso un bando che gli consentirà di erogare contributi diretti alle piccole imprese nei settori del commercio al dettaglio, dei pubblici esercizi, dei servizi, del turismo e dell’artigianato operanti in provincia di Ravenna per l’acquisizione di mezzi e beni volti a migliorare la fruibilità dei servizi per le persone in condizioni di disagio fisico e motorio.

Possono beneficiare del bando le singole imprese con sede legale e/o unità operativa nella provincia di Ravenna che rientrino nella definizione di piccola impresa data dalla Commissione europea.

Sono considerate ammissibili, al netto di Iva, le seguenti tipologie di spese:

  • le spese di progettazione nel limite del 20% dell’investimento globale;
  • le spese di realizzazione o innovazione di impianti e adeguamento spazi interni;
  • le spese per acquisto di macchinari, attrezzature e mezzi mobili sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda e documentate da regolare fattura di acquisto.

Per quanto riguarda il contributo, il suo ammontare sarà riconosciuto fino ad un massimo pari al 30% delle spese ammissibili (al netto di IVA) e, comunque, non superiore a € 3.000,00 per ciascuna impresa.

I soggetti interessati dovranno inviare la domanda di contributo, dal 1 gennaio al 30 aprile 2011, attraverso una delle seguenti modalità:

  1. posta elettronica certificata (PEC): protocollo@ra.legalmail.camcom.it;
  2. raccomandata A/R (CCIAA di Ravenna | Ufficio Nuove imprese ed Incentivi | Viale L.C. Farini, 14 – 48121- Ravenna)