Teatro del Gusto, il franchising per chi ha la passione della bontà

Lo dicono i numeri e le tendenze: il food è uno dei settori del franchising che, in Italia, sta crescendo più e meglio degli altri. Per questo motivo, aprire un franchising del cibo, meglio ancora se legato a specialità regionali o a prodotti dell’eccellenza italiana, può essere un’ottima opportunità di business.

In questa direzione va il franchising Teatro del Gusto che, come comunica l’azienda, “è un franchising prodotti sfusi di qualità 100% italiano che nasce nel 2014 per interpretare un bisogno di qualità risolto con un format innovativo ma tradizionale al tempo stesso. I prodotti sono tutti di altissima qualità, unici nel loro genere, imbottigliati davanti al cliente che ha la possibilità di scegliere, tra tutte le bottiglie disponibili, quella che più gli aggrada e che viene personalizzata al momento dal negoziante”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: almeno 25 mq

Bacino d’utenza: da 50mila a 60mila abitanti

Investimento iniziale: da 50mila a 60mila euro

Fatturato medio annuo: almeno 350mila euro

Fee d’ingresso: nessuna

Royalties: nessuna

Durata del contratto: non specificato

Per maggiori informazioni: Teatro del Gusto

Salone Franchising Milano, che cosa resta

Il commercio in franchising fattura in Italia 23 miliardi all’anno, rappresenta il 7% dell’intera rete distributiva e l’1,3% del Pil. Come formula commerciale sta vivendo una seconda giovinezza grazie alla globalizzazione, alla crescita del digitale e all’evoluzione del retail.

Di tutto questo si è parlato al 30esimo Salone Franchising Milano, aperto in Fiera Milano a Rho Pero, che chiude oggi. Il Salone è a due passi da Expo 2015 e contiguo alla fiera della ospitalità Host.

Oltre 200 aziende commerciali hanno incontrato nelle giornate del Salone tutti coloro che si sono dimostrati interessati all’apertura di un negozio in franchising, in una tre giorni che ha visto anche diversi corsi di formazione gratuiti sul franchising.

Nell’attività convegnistica del Salone Franchising Milano, che si è affiancata all’esposizione e all’incontro B2B tra franchisor e franchisee (affilianti e affiliati), si è parlato dell’evoluzione del franchising e del retail in generale.

Il rapporto tra catena franchisor e l’affiliato sta evolvendo in una collaborazione che comprende anche una condivisione sulla scelta di nuovi format, degli assortimenti e di nuove formule di vendita, come ha riferito una ricerca presentata al Salone da Confimprese.

E l’e-commerce non è più vissuto come canale concorrenziale, ma si affianca sempre più all’attività del negozio fisico: è possibile acquistare sul web e ritirare in negozio, utilizzare il sito per mostrare più prodotti di quanti siano in vetrina e utilizzare l’attività multicanale per fidelizzare al massimo la clientela.

Al Salone Franchising Milano si è capito come per avere successo serve un’efficienza energetica che si misura in termini di relazioni, innovazione, collaborazione, apertura, intelligenza, conoscenza, dinamismo. Si può perfino misurare quanto un’azienda sia proiettata verso il futuro, o, al contrario ripiegata in sé stessa e destinata al fallimento: al Salone è stata infatti presentata la prima formula di rating energetico di un retail, chiamata “R+++”.

Nell’apposita area realizzata da Salone Franchising Milano, si è riflettuto sull’efficienza della propria attività commerciale con incontri di approfondimento del Centro Studi, composto dagli esperti di RDS & Company (la società di consulenza che ha organizzato il Salone), per definire il rating dell’azienda e imbastire un programma di accelerazione e innovazione.

Intanto il franchising italiano si affaccia sui mercati esteri, in primis quello europeo. In un workshop di Federfranchising/Confesercenti è stato ricordato che il 17% dei franchisor italiani già opera all’estero, soprattutto nel campo della ristorazione dove combattono il fenomeno imitativo della gastronomia e rispondono a una crescente domanda della qualità e della ampia gamma dell’alimentare made in Italy.

Crisi economica e la tenuta del franchising

Il Salone Franchising Milano al via oggi è l’ennesima prova che il franchising è una soluzione alla voglia di imprenditorialità negli anni della crisi economica, un dato di fatto dimostrato dai numeri. Numeri come quelli relativi ai dati di chiusura del settore per il 2014 presentati da Assofranchising, dai quali emerge che il giro d’affari del settore ha chiuso l’anno in lieve calo (-1,2%), con un saldo positivo alla voce franchisor (+0,2%). Cala leggermente il numero dei punti di vendita in franchising (-2,6%), mentre è risultato di fatto stabile il numero de gli addetti occupati del settore (-0,5%).

I pochi segni meno che si rilevano tra i dati sono dovuti principalmente alla pesantezza di alcuni settori in franchising come quello immobiliare, della grande distribuzione organizzata, del food e, in parte, dell’abbigliamento. Un comparto, quest’ultimo dove particolari segmenti come quelli dell’intimo e della moda bimbo hanno dato però riscontri positivi.

Soddisfazioni sono venute invece da un settore storicamente trainante come quello della ristorazione in franchising, che nel 2014 ha fatto registrare performance significativamente positive.

Non può che essere improntato all’ottimismo, dunque, il commento di Graziano Fiorelli, presidente di Assofranchising e vice presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, secondo il quale il settore “sta subendo ormai da 6 lunghi anni, i colpi di una grave crisi economica che ha, tra gli effetti più gravi, colpito fortemente i consumi. Malgrado ciò, il franchising, anche se faticosamente, ha tenuto. Diversi indicatori segnalano la fine del lungo periodo di recessione e l’inizio di una sia pur ancora timida fase di sviluppo che, perché si consolidi, dovrà portare con sé, finalmente, una ripresa dei consumi. Se ciò, come tutti auspichiamo, si realizzerà, il franchising vedrà realizzarsi le condizioni per riprendere un percorso di crescita, viste le sue grandi potenzialità in termini di possibile maggiore penetrazione nell’apparato distributivo italiano, penetrazione oggi a poco meno del 7%, ancora sensibilmente ridotta rispetto ad altri grandi mercati europei come la Germania dove è al 14% o la Francia dove è al 14,5%, per non parlare degli Usa dove supera il 38%”.

Fiorelli ha fatto poi il punto sull’accordo stretto tra Assofranchising e Confcommercio-Imprese per l’Italia: “La partnership ha visto innanzitutto l’apertura su tutto il territorio italiano di 50 sportelli franchising presso altrettante Organizzazioni Provinciali di Confcommercio-Imprese per l’Italia. Si tratta di veri e propri centri d’informazione e consulenza gratuita sul franchising per commercianti in attività che vogliono riposizionarsi in modo più competitivo sul mercato e per giovani e donne che vogliono avviare una attività in proprio in condizioni di minor rischio rispetto a farlo da soli”.

Il franchising è donna

Il franchising è sempre più una realtà al femminile. Lo certificano i numeri. Quelli, per esempio elaborati dal Centro Studi Rds su dati del Salone del Franchising, Federfranchising/Confesercenti, Confimprese e relativi al 2014, che testimoniano che sono state 16.900 le imprenditrici ad aprire un punto vendita in franchising. In termini percentuali, sono il 33,15% dei 51mila imprenditori in affiliazione operanti in Italia. Un aumento, dal 2008 al 2014, del 20%.

Aspettando l’edizione 2015 del Salone del Franchising di Milano, la presenza di donne si è fatta già sentire lo scorso anno, con il 35% dei visitatori totali del Salone in gonnella. Donne che si fanno sempre più numerose in settori come abbigliamento, accessori moda, cosmetici e profumeria, salute e benessere, food and beverage, articoli per la casa, articoli per bambini.

Le imprenditrici in rosa si inseriscono in un settore, quello del franchising, che in Italia ha un giro d’affari di 23 miliardi di euro, con 950 catene franchisor, 51mila negozi affiliati e 180mila occupati. Nel primo semestre del 2015 il comparto ha fatto segnare un +0,6%, dopo anni di stasi in una congiuntura economica disastrosa.

Secondo Antonio Fossati di Rds, organizzatore del Salone assieme a Fiera Milano, “tutti gli indicatori suggeriscono un’ulteriore crescita delle donne nel settore nel 2015. Per esempio abbiamo un’impennata delle registrazioni di donne che verranno a visitare il Salone. La formula del franchising piace molto alle donne perché consente di coniugare la loro bravura nel trattare col cliente e chiudere la vendita col vantaggio di operare sotto l’ombrello pubblicitario di un marchio in affiliazione conosciuto e consolidato”.

Lecco fa gola al franchising

Il progetto pilota avviato dalla Regione Lombardia “Fare impresa franchising in Lombardia” comincia a fare gola alle amministrazioni locali. Dopo il caso di Gallarate, ora è il comune di Lecco, capofila del Distretto Urbano del Commercio cittadino, che risponde alla chiamata della Regione.

Il comune ha infatti emanato un avviso destinato ai proprietari di immobili che hanno intenzione di rendersi disponibili per accogliere attività in franchising all’interno dei loro spazi, siano essi in centro o in periferia.

Uno dei capisaldi del progetto “Fare impresa franchising in Lombardia” è proprio lo sviluppo delle attività in franchising utilizzando, dove è possibile, spazi commerciali sfitti o aree a rischio di indebolimento. In questo senso, la regione ha raccolto e selezionato le manifestazioni di interesse ad avviare attività in franchising sul territorio lombardo da parte dei franchisor.

Una delle aree che ha raccolto un gran numero di manifestazioni di interesse da parte dei franchisor è quella del territorio comunale di Lecco che, in seno al progetto pilota, è stato circoscritto all’interno dei confini del Distretto Urbano del Commercio.

La prima fase del progetto prevede uno screening e una mappatura del territorio, dalle quali far emergere spazi commerciali inutilizzati e sfitti da poter destinare ad attività in franchising, con la contestuale raccolta delle candidature dei proprietari di ciascun immobile. La seconda fase prevedrà la selezione di aspiranti franchisee da inserire in un programma regionale di accompagnamento e formazione, con una assistenza costante fino all’apertura del proprio punto vendita in franchising.

Pazza per le scarpe? C’è il franchising Tata Italia

Che cosa c’è di più intrigante, per una donna, di un negozio di scarpe? Se questo negozio è poi in franchising, l’opportunità di business per chi decide di avviarlo è garantita. Perché non c’è nulla di più magnetico, per il gentil sesso, di un tacco 12 ben fatto.

Anche su questa passione fa leva Tata Italia Spa, società che opera nel settore del retail calzature donna, uomo e bambino e relativi accessori, attraverso una rete di punti vendita diretti e in franchising.

Come comunica l’azienda, “il franchising calzature Tata Italia offre una formula commerciale conto vendita con reso totale dell’invenduto. Marginalità costante garantita sia nei periodi di vendita regolare sia durante i saldi. Collezioni esclusive con oltre 1500 referenze di calzature uomo donna e bambino”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: da 100 a 500 mq

Bacino d’utenza: almeno 30mila abitanti

Investimento iniziale: da 40 a 300mila euro

Fatturato medio annuo: da 600mila a 1 milione di euro

Fee d’ingresso: nessuna

Royalties: nessuna

Durata del contratto: 5 anni

Per maggiori informazioni Tata Italia

La Calabria guarda al franchising

Ha toccato Cosenza, nei giorni scorsi, l’Assofranchising Tour, con la sua sesta tappa dal titolo “Franchising: diventare imprenditori di successo”. L’obiettivo dell’incontro, organizzato da Confcommercio e da Assofranchising, è stato quello di sostenere gli imprenditori cosentini già attivi e coloro i quali desiderano aprire una nuova attività, avvicinandoli al mondo del franchising.

Durante l’incontro, che ha ricalcato i precedenti cinque dell’Assofranchising Tour, hanno avuto un loro spazio alcuni dei più importanti franchisor attivi in Italia che, durante un talk show, hanno avuto modo di illustrare i business format delle loro attività in franchising.

Inoltre, gli imprenditori interessati ad avviare un’attività in franchising hanno potuto conoscere direttamente i responsabili dei brand presenti, sostenendo alcuni colloqui individuali, e le modalità di accesso ai finanziamenti dedicati grazie a un intervento di Ubi Banca.

Secondo il direttore di Confcommercio Cosenza, Maria Cocciolo, “il franchising è un’opzione di sviluppo estremamente interessante, che può rappresentare la leva del successo commerciale di molte imprese. Si tratta di una formula che negli ultimi anni sta attecchendo sempre più, fornendo un valido supporto operativo per agevolare il fare impresa. Le Associazioni hanno sicuramente il compito di affiancare gli imprenditori o chi intenda avviare una nuova attività, suggerendo e fornendo nuove opportunità e strumenti concreti. Sono molti i vantaggi e le opportunità di questa moderna formula commerciale, di cui imprese e giovani possono proficuamente giovarsi”.

Assofranchising partner europeo del progetto Play Commerce

Se l’Europa è un grande mercato e se, in questo mercato, il franchising gioca un ruolo da protagonista, è naturale che Assofranchising assuma una dimensione europea come ha fatto diventando partner europeo per il progetto Play Commerce all’interno del programma Erasmus+.

Dallo scorso giugno, infatti, Assofranchising ha intrapreso un percorso comune insieme agli omologhi partner di Polonia e Spagna per sviluppare e creare un sistema di formazione ed educazione al franchising da implementare utilizzando sessioni di gioco in aula.

Il primo passo è stato quello di individuare, insieme a Confcommercio Veneto, Hominem Challenge, HDS Polsaka e Orange Hill le aree più interessanti da tradurre in gioco per trasmettere agli aspiranti franchisee le informazioni e le logiche commerciali che regoleranno il loro rapporto con il franchisor e l’attività di vendita del negozio.

Successivamente, dopo l’ultimo meeting svoltosi a Madrid lo scorso giugno, Assofranchising ha elaborato le basi per realizzare materiali e documenti necessari allo svolgimento di una sessione di formazione e il 28 luglio ha organizzato una sessione di test per i soci franchisor, che hanno utilizzato Play Commerce nella formazione ai franchisee prima dell’avvio di un nuovo punto vendita.

Un franchising da mani nei capelli? Londa parrucchieri

Specialmente nelle grandi città è sempre maggiore la diffusione di saloni di parrucchiere per uomo o per donna gestiti da stranieri che fanno del prezzo basso la loro arma più potente, sfidando negozi storici e catene in franchising.

I clienti che si rivolgono a loro sono sempre di più, ma ampia è anche la fetta di persone che, per un fatto culturale e di abitudine, preferisce rivolgersi a parrucchieri di fiducia o a saloni in franchising, anche a costo di spendere di più.

Proprio per andare incontro alle esigenze di queste persone, salvaguardando però il loro portafoglio, Elios Company ha lanciato il franchising di parrucchieri Londa che, come comunica l’azienda, “si adatta al consumatore anticipandone i bisogni e assicura alle clienti la qualità dal servizio veloce, un motto necessario per aumentare la vostra cifra di affari”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: almeno 40 mq

Bacino d’utenza: almeno 30mila abitanti

Investimento iniziale: almeno 15mila euro

Fatturato medio annuo: almeno 150mila euro

Fee d’ingresso: nessuna

Royalties: nessuna

Durata del contratto: non specificata

Per maggiori informazioni Elios Company

Franchising, la riscossa di abbigliamento e ristorazione

Si avvicina l’appuntamento annuale con il Salone Franchising Milano (23 – 26 ottobre, Fiera Milano Rho Pero) e, come spesso accade, si comincia a fare il punto sull’andamento del settore, cercando di capire quali sono i filoni più dinamici da seguire.

Quello che è chiaro è che le difficoltà e l’evoluzione dell’economia italiana stanno favorendo sempre più forme di lavoro in proprio e di auto-imprenditorialità. Di questa tendenza beneficia, nel settore del commercio, la formula del franchising.

Aumentano infatti gli italiani che aprono punti vendita in affiliazione. Tra i settori preferiti, nei primi mesi del 2015, per aprire dei punti vendita in franchising, vi sono quello della ristorazione e quello dell’abbigliamento.

Una tendenza a cui prova a dare una spiegazione Antonio Fossati di RDS, che organizza il Salone Franchising insieme a Fiera Milano: “Il concetto vincente è quello della specializzazione, dunque funzionano le catene di ristorazione vegane, per celiaci, a chilometro zero, dedicate ai soli prodotti fritti o i ristoranti a tema come American Dinner. Oppure i negozi di abbigliamento specializzati come quelli per bambini, le camicerie, l’intimo e via dicendo”.

Il Salone Franchising Milano, oltre a essere luogo di incontri B2B tra franchisor e potenziali franchisee rappresenta anche un momento di formazione sul come entrare nel mondo del franchising.