Smart working 2023, cosa succede dopo il 30 giugno?

Lo smart working 2023 dovrebbe cambiare alla fine del mese di giugno. Ma come cambierà? Ecco quello che dovrebbe succedere per i prossimi mesi.

Smart working 2023, cosa sta per succedere?

Durante il periodo di restrizioni a causa del Covid-19 lo smart working è stato notevolmente incrementato. Tanto che tutt’oggi ci sono delle aziende che hanno preferito continuare a scegliere questa tipologia di lavoro, rispetto alla classica in sede aziendale. Tuttavia il 30 giugno 2023, scade il diritto per i più fragili (sia nel pubblico che nel privato) e per i genitori con figli fino a 14 anni (nel privato).

Almeno che non ci siano ulteriori proroghe a partire dal primo luglio si ritorna a lavorare in presenza. Ma sicuramente il Covid ha fatto da sparti acqua nel mondo del lavoro. Infatti lo smart working oltre a essere approvato da molte imprese, soprattutto nel settore dell’informatica e del digitale, sarà regolato esclusivamente dagli accordi individuali tra aziende e lavoratori.

Accordi individuali per il lavoro agile

Secondo quanto previsto dalla legge 81/2017 e dal Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile sarà regolato secondo gli accordi individuali nel rispetto delle norme. Ad esempio come recita la legge: “ Il lavoratore che svolge la prestazione in modalita’ di lavoro agile ha diritto ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato“. Ma ciò che molte aziende private stanno facendo è proprio quello di accordare ai propri lavoratori delle ore di smart working. Firmando appunto un accordo individuale, sia in fase di assunzione, ma anche per quelli che hanno già firmato un contratto di lavoro.

Tuttavia rimane l’indicazione relativa all’articolo 18 della legge 81 del 2017 e dal Dlgs 105 del 2022 (articolo 4 lettera b), che specifica come i datori di lavoro debbano riconoscere priorità alle richieste formulate da lavoratori con esigenze particolari. E’ il caso di chi ha figli fino a 12anni di età, con figli in condizioni di disabilitàcaregivers, o lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata. Infine non sembra escludersi la possibilità del Governo di fare un’ulteriore proroga, almeno fino al mese di febbraio. Non resta quindi che aspettare la decisione in merito, ad oggi però la cessazione è prevista per il 30 giugno 2023.

 

 

Concorsi pubblici, tutti i bandi in arrivo nelle prossime settimane

Per chi è alla ricerca del posto fisso o semplicemente di un lavoro non troppo precario, ben retribuito e con ferie assicurate, si stanno aprendo nuove possibilità, sono infatti in dirittura d’arrivo numerosi concorsi pubblici i cui bandi dovrebbero essere pubblicati prima dell’estate. Ecco le opportunità di lavoro che stanno per arrivare.

Concorsi pubblici, a breve il bando per i funzionari Agenzia delle entrate e Inps

La prima importante novità è l’arrivo del concorso per funzionari Agenzia delle Entrate, il bando dovrebbe uscire nel prossimo mese di giugno per 2.500 funzionari con laurea in materie giuridiche ed economiche. In realtà i posti disponibili presso l’Agenzia delle entrate sono 3.900 tra il 2023 e il 2024 e dovrebbero riguardare anche tecnici a cui si aggiungono 60 assistenti informatici.

Nuove assunzioni dovrebbero arrivare anche in seno all’Inps, in questo caso a breve dovrebbe uscire il bando per 585 unità di area B. Potranno partecipare i diplomati e coloro che risulteranno vincitori si occuperanno delle pratiche inerenti l’assegno unico.

In arrivo il nuovo Concorsone Campania, 5.000 posti disponibili

In questa rassegna ci occupiamo solo dei concorsi che dovrebbero uscire a breve, nelle prossime settimane, tra questi ricordiamo il Concorsone Campania, già annunciato da tempo, dovrebbe portare al reclutamento di 5.000 persone che saranno dislocate in varie mansioni all’interno della regione Campania.

Negli ultimi anni la Regione sperimenta i maxi concorsi volti a reclutare tutto il personale necessario nei vari enti locali della Regione, ad esempio Comuni, Comunità Montane, Regione. L’obiettivo del maxi concorsone è evitare singoli concorsi per le varie posizioni aperte e quindi anche risparmio.

Concorsi scuola ed esercito

Non possono mancare i concorsi scuola, in questo caso è previsto il reclutamento di 4.000 docenti di scienze motorie presso le scuole primarie, 7.000 sono i posti disponibili per l’insegnamento della religione cattolica. In estate dovrebbe uscire il bando per la stabilizzazione di 25.000 docenti precari. La procedura concorsuale è rivolta agli insegnanti con 3 anni di servizio o in possesso di 24 CFU.

Sempre nei prossimi mesi dovrebbe essere pubblicato il bando per il reclutamento dei dirigenti scolastici. Infine dovrebbero essere riaperte le graduatorie per il personale Ata.

Tra i bandi in arrivo vi sono inoltre quelli per l’esercito e le forze armate. In questo caso sono previste 11.000 assunzioni tra Guardia di Finanza, vigili del fuoco con 1.082 posti, in questo caso il bando dovrebbe uscire a breve. Inoltre ci sono assunzioni previste all’Arma dei carabinieri, Polizia Penitenziaria e Polizia di Stato.

Non resta che attendere ulteriori aggiornamenti con i bandi finalmente pubblicati e non solo annunciati.

Leggi anche: Concorso allievi Carabinieri, 3763 posti disponibili

Indennità Iscro 2023 per lavoratori autonomi. Al via le domande

Dal giorno 8 maggio 2023 e fino al 31 ottobre 2023 i lavoratori autonomi iscritti alla gestione Separata Inps possono chiedere di accedere all’indennità Iscro 2023. Ecco chi può chiederla e come.

Cos’è L’Iscro 2023 per lavorartori autonomi?

L’Iscro, Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, è una misura di sostegno per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata Inps, per potervi accedere è necessario che si verifichino dei requisiti economici. L?Iscro è stata introdotta in via sperimentale con Legge 30 dicembre 2020 numero 178 (Legge di Bilancio 2021) per sostenere il reddito dei liberi professionisti compresi professionisti in studi associati. Le modalità per richiedere quest’anno le prestazioni Iscro sono state rese note dall’Inps con il Messaggio 1636 del 5 maggio 2023. Con questo si ricorda inoltre che nell’arco del triennio è possibile accedere alla prestazione una sola volta.

Chi può accedere all’indennitàIscro 2023?

Possono presentare istanza per accedere all’Iscro 2023 i professionisti lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata Inps che:

  • non sono titolari di trattamenti pensionistici o percettori di reddito di cittadinanza;
  • non sono assicurati presso altre presso altre forme di previdenza obbligatorie;
  • nell’anno precedente alla presentazione della domanda, quindi 2022, hanno prodotto un reddito da lavoro autonomo almeno il 50% inferiore rispetto alla media dei redditi percepiti nei tre anni precedenti;
  • hanno dichiarato nel 2022 un reddito non superiore euro 8.972,04;
  • sono in regola con il versamento dei contributi obbligatori;
  • alla data della presentazione della domanda devono essere titolari di partita Iva da almeno 4 anni.
  • Il Messaggio Inps sottolinea che tranne nel caso in cui i redditi da dichiarare siano già a disposizione dell’Inps, gli stessi devono essere autodichiarati dal contribuente.

Alla presenza di questi requisiti è possibile proporre domanda per accedere all’indennità Iscro 2023.

Vediamo ora come fare.

Come proporre la domanda per accedere all’indennità Iscro 2023?

Abbiamo anticipato che la finestre per proporre istanza è aperta dal giorno 8 maggio 2023 e si chiuderà il giorno 31 ottobre.

La domanda deve essere proposta dal sito Inps accedendo alla propria pagina personale con l’identità digitale ( Spid, Cie o Cns). Effettuato questo passaggio le mosse da compiere sono:

  • “Sostegni, sussidi ed indennità”;
  • “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità”;
  • selezionare la voce “Vedi tutti”;
  • “Strumenti” ;
  • “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” ;
  • “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)” .

Leggi anche: ISCRO 2022 autonomi: quali importi? L’INPS aggiorna importi e limiti

Meno partite Iva nel 2023, ma cosa sta succedendo?

Meno partite Iva nel 2023, un pessimo segnale per i professionisti e la piccola e media impresa. Tutte le motivazioni di questo calo molto significante.

Meno partite Iva nel 2023, anche per il regime forfettario

Aprire una partita Iva vuol dire dare avvio ad una nuova attività che può anche essere un sogno per il professionista o per la nuova impresa. Sicuramente rappresenta la voglia di investire su se stessi e di proporsi sul mercato. Ma arriva un dato che dà un segno di rallentamento in questo senso. Infatti secondo l’Osservatorio statistico del MEF sulle partite IVA, il primo trimestre di quest’anno registra un calo nelle aperture rispetto allo stesso periodo del 2022.

L’Osservatorio sulle partite IVA fornisce informazioni di natura economico-fiscale basate sull’elaborazione tempestiva dei dati dell’Anagrafe Tributaria. Il nuovo strumento offre una visione aggiornata sulle partite IVA attraverso il monitoraggio trimestrale della loro anagrafica. Le informazioni riguardano i dati statistici relativi alle partite Iva di imprese e professionisti suddivisi per natura giuridica, attività economica, territorio e, per quanto riguarda le persone fisiche, per caratteristiche demografiche (sesso ed età).

Meno partite Iva nel 2023, una fotografia dell’Italia

Secondo i dati forniti dall’osservatorio nei primi tre mesi dell’anno sono state aperte circa 180 mila parite Iva. Ma rispetto all’anno precedente si evidenzia un calo del 6,4% (188 mila nel 2022). Le aperture di partita Iva da parte delle persone fisiche, hanno interessato i settori del commercio e delle attività professionali. Hanno effettuato questa scelta soprattutto i professionisti nelle Regione del Nord rispetto a quelle del Sud.

La ripartizione territoriale, si nota come la maggior parte delle nuove aperture sia concentrata nelle Regioni del Nord Italia, il 48,9 per cento. Seguono poi il Sud e le Isole con il 29,8 per cento e, infine, il Centro con il 21,1 per cento.

In particolar modo si segnala il meno 24,7 per cento della Basilicata, il meno 15,8 per cento della Sardegna e il meno 14,7 per cento di Lazio e Molise. Variazioni positive, invece, per Val d’Aosta (più 15,2 per cento) e Friuli Venezia Giulia (più 2,6 per cento).

In declino anche il regime forfettario

La stessa situazione di declino si avverte anche per coloro che hanno scelto il regime forfettario. Si registra una flessione rispetto allo stesso periodo del 2022, meno 4,3 per cento. Tuttavia rimane il regime forfettario quello più scelto dai nuovi proprietari di partita Iva. E’ un regime fiscale agevolato, destinato alle persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti o professioni. Possono accedere al regime i contribuenti che nell’anno precedente hanno:

  • conseguiti ricavi o percepito compensi non superiori a 85 mila anni. Si ricorda che prima della Legge di Bilancio 2023 l’importo massimo previsto era 65 mila euro;
  • sostenuto spese per un importo complessivo, non superiore a 20 mila euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costitutivo da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari.

 

 

Camerieri nei locali, tutti i proprietari li cercano ma nessuno li trova

I camerieri nei locali sono una delle figure più introvabili di questa estate. Mancano i camerieri e le cause sono tante, non sempre imputabili al reddito.

Camerieri nei locali, l’arte del servire

Saper fare bene il cameriere è un’arte. Accontentare i clienti, riuscire a farli sentire accolti e ben voluti è una grande responsabilità. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Unioncamere, l’Unione nazionale delle camere di commercio, ai tavoli dei bar, nelle sale dei ristoranti e in quelle degli alberghi mancherebbero già 51.000 camerieri e addetti. Eppure in altri paesi, fare il cameriere, permette di imparare le lingue e stare a continuo contatto con le persone. Ma in Italia non è così, ma perché non ci sono più persone che vogliono fare i camerieri? Cerchiamo di capire le motivazioni.

Sicuramente è un lavoro che prevede di stare tante ore in piedi e a volte con pochi momenti di riposo. Spesso lavorano quando gli altri si divertono come in estate o durante le feste. Secondo quanto riportato da alcuni ristoratori ci sono pochi colloqui da fare e poche richieste per quel tipo di mansione. Alcuni si sono rivolti ai centri dell’impiego, offrendo come giusto, dei contratti di lavoro regolari, ma non hanno ricevuto la giusta risposta.

Perché manca questa importante figura?

Il grande imputato ed accusato è senza dubbio il reddito di cittadinanza. Secondo alcuni non ci sono i camerieri, perché i ragazzi preferiscono accontentarsi del reddito di cittadinanza e stare in casa senza far nulla, piuttosto che andare a cercare un impiego. Ma il sussidio di Stato a breve sarà eliminato, ma solo per gli occupabili. Più che altro sarà diviso in due misure: una per chi non può andare a lavorare o ha più di 60 anni e l’altra a chi deve seguire corsi di formazioni volti a creare le figure richieste sul mercato. Ma nonostante questa prospettiva la situazione non cambia.

Altro motivo è che “i ragazzi hanno cambiamo atteggiamento”, anche a causa del Covid. Sembra che prima della pandemia ci fosse una maggiore dedizione al sacrificio. Fino a prima del Covid per loro era importante trovare un impiego, adesso è più importante avere tempo. Ed inoltre fare il cameriere non è più un lavoro ambiato, magari troppo svilito ed umile. Oggi i lavori sono diversi, fare l’influencer o il tik toker sui social sono molto più di moda. Oppure fare il cuoco piace molto di più, anche grazie ai molteplici programmi tv dedicati a questo mestiere o alla cucina in genere.

 

Concorso allievi Carabinieri, 3763 posti disponibili

È stato pubblicato il bando per il reclutamento di 3.763 allievi Carabinieri in ferma quadriennale, ecco chi può partecipare, come presentare la domanda e le prove da superare.

Chi può partecipare al concorso per 3.763 allievi Carabinieri?

I posti disponibili nel concorso per 3763 allievi carabinieri sono:

  • 2.611 riservati ai volontari in ferma prefissata, in servizio o in congedo, di età non superiore a 28 anni
  • 1.120 riservati ai cittadini italiani che non abbiano superato i 24 anni
  • 32 riservati ai candidati in possesso dell’attestato di bilinguismo.

Per partecipare è necessario il godimento dei diritti civili e politici, aver tenuto una condotta incensurabile, non essere imputati in processi penali per reati non colposi, non essere sottoposti a misure di prevenzione, non essere stati condannati per delitti non colposi.

Non solo, ricordiamo che il corpo dei Carabinieri si è sempre contraddistinto per onore e fedeltà alle istituzioni democratiche, di conseguenza non possono partecipare alla procedura concorsuale coloro che non abbiano tenuto comportamenti nei confronti delle istituzioni democratiche che non diano sicuro affidamento di scrupolosa fedeltà alla Costituzione repubblicana e alle ragioni di sicurezza dello Stato.

Come presentare la domanda per il concorso 3763 allievi Carabinieri

Per inviare la propria candidatura al concorso per 3763 allievi Carabinieri c’è tempo fino al 1° giugno 2023 , la stessa può essere inviata solo telematicamente attraverso il sito ufficiale dell’Arma dei Carabinieri. Per poter partecipare è necessario essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore che dia accesso all’iscrizione a un corso universitario.

L’inserimento della propria domanda richiede un codice Spid o Cns, ricordiamo che deve essere personale quindi riferibile a colui che si candida per il concorso. Inoltre occorre indicare due indirizzi email, uno semplice e un indirizzo Pec. Per completare la procedure di iscrizione al concorso per 3763 allievi Carabinieri è necessario caricare una fototessera in formato digitale.

Come si svolge il concorso? Le prove

Il concorso prevede diverse fasi, la prima è un test a risposta multipla sulle seguenti materie:

  • italiano;
  • attualità;
  • storia;
  • geografia;
  • matematica;
  • geometria;
  • scienze;
  • costituzione e cittadinanza italiana;
  • informatica;
  • storia e struttura ordinativa dell’Arma;
  • domande di natura logico-deduttiva e di ragionamento verbale;
  • lingua straniera a scelta tra francese, l’inglese, spagnolo e tedesco.

Potranno accedere alle prove di efficienza fisica coloro che raggiungono un punteggio minimo di 51/100.

Le successive prove sono di:

  • efficienza fisica;
  • accertamenti psico-fisici;
  • accertamenti psico-attitudinali;
  • valutazione dei titoli.

Invitiamo i lettori interessati a controllare il bando per conoscere anche gli accertamenti medici che è necessario produrre al momento degli accertamenti psico-fisici.

NASpI, arriva la domanda precompilata sul sito Inps

Continua il tentativo di semplificazione burocratica e dopo i numerosi servizi messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate con il modello 730 precompilato e la dichiarazione Iva, arrivano i servizi dell’Inps, sebbene ancora in via sperimentale. Prende il via la domanda precompilata NASpI ( Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Ecco come funziona.

Come accedere alla domanda precompilata NASpI?

A rendere nota questa nuova funzionalità è l’Inps con il Messaggio 1488 del 2023. La domanda NASpI precompilata è accessibile dal sito Inps, naturalmente è necessario autenticarsi con le proprie credenziali ( Spid, Cie o Cns). Fatto questo, il percorso da seguire sarà: “Sostegni, Sussidi e Indennità” > “Per disoccupati” > “NASpI: indennità mensile di disoccupazione” > “Utilizza il servizio” > “Naspi” > “Nuova Procedura di invio domanda NASpI”.

Il nuovo servizio, come specifica il Messaggio 1488 consentirà di:

  • compilare in modo agevolato il modulo di domanda naspi precompilata;
  • avere una visione aggregata dei dati concernenti uno specifico ambito;
  • visualizzare i potenziali punti di attenzione emersi nel corso della compilazione della domanda rilevanti ai fini della misura, della durata e del diritto alla prestazione.

Le nuove funzionalità nella domanda precompilata NASpI

Nella domanda precompilata Naspi il contribuente potrà notare che alcuni dati sono già inseriti, in particolare:

  • iscrizione ad albi professionali, Ordini e Casse professionali;
  • titolarità di partiva Iva;
  • iscrizione alla Gestione Separata Inps;
  • iscrizione alla gestione Artigiani e Commercianti.

Nella sezione riorganizzata per la domanda Naspi vi è uno specifico campo riservato agli Avvisi, in esso sono segnalate criticità che possono essere da ostacolo alla corresponsione dell’assegno, ad esempio l’indicazione di redditi presunti derivanti da iscrizione ad altre gestioni. Tali avvisi sono conseguenza dei controlli automatici sulle domande per la Naspi.

Nel messaggio dell’Inps si sottolinea che la domanda pre-compilata Naspi è attualmente in fase di sperimentazione, proprio per questo i cittadini accedendo ai servizi Inps potranno trovare sia questa nuova modalità, sia la precedente tradizionale.

Leggi anche: NASpI: cos’è il prospetto di liquidazione e come trovarlo?

NASpI, per non perdere il sussidio occorre la comunicazione dei redditi

Infortuni sul lavoro, aumentano gli indennizzi Inail

Nell’articolo 21 della bozza del decreto Lavoro è in arrivo un’importante novità per i lavoratori. Sono riviste verso l’alto le tariffe defli indennizzi Inail in caso di infortunio sul lavoro. Ecco i nuovi importi.

Differenza tra indennizzi e risarcimenti Inail

I lavoratori in caso di infortuni sul lavoro sono tutelati attraverso l’Inail (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) che ha un fondo per risarcire i lavoratori implementati attraverso i contributi versati dai datori di lavoro.

In caso di infortunio, il lavoratore ottiene un risarcimento calibrato in base alla perdita economica da lui subita. A tale risarcimento si aggiunge un indennizzo, definito danno biologico, derivante dalla menomazione alla propria capacità psico-fisica.

L’indennizzosi corrisponde in forma di capitale per per infortuni o malattie professionali con invalidità dal 6 al 15% e in forma di rendita per menomazioni che oscillano tra il 16% e il 100%.

Su queste due voci è intervenuto il governo andando ad aumentare gli importi dovuti.

I nuovi importi degli indennizzi Inail nel decreto Lavoro

I nuovi importi degli indennizzi Inail sono più elevati. Per quanto riguarda l’indennizzo in forma di capitale per le lesioni di minore rilevanza (dal 6% al 15%), gli importi previsti oscillano in base alla percentuale. In base alle nuove tabelle il valore di 9.600 euro viene riconosciuto in caso di menomazione del 6% in una persona fino a 20 anni di età. L’importo si riduce all’aumentare della fascia di età del lavoratore. Ad esempio per lo stesso grado di invalidità permanente nella fascia di età 36-40 anni, l’importo è di 7.760 euro.

Deve però essere sottolineato che non tutti gli infortuni sul lavoro portano a maturare il diritto all’indennizzo, infatti non sempre ne consegue una menomazione permanente. Generalmente invece matura il diritto al risarcimento.

Nel caso in cui al lavoratore debba essere corrisposta una rendita annua, gli importi variano da 1.472€ (16%) e i 26.000€ (100%). Per un’invalidità permanente al 17% si ottiene una rendita annua di 1.598 euro. All’aumentare del grado di invalidità aumentano gli importi.

Tale rendita non è incompatibile con un reddito da lavoro dipendente, infatti le menomazioni di piccola entità, di entità non grave, consentono comunque di proseguire nel rapporto di lavoro. Tale rendita inoltre non è incompatibile con assegni di pensione o altre forme di reddito.

Come sono calcolati i nuovi indennizzi Inail?

Le tabelle ora sinteticamente spiegate sono realizzate avendo come punto di riferimento «Punto base Inail» questo nel 2000 corrispondeva al triplo dell’assegno sociale, nel tempo non si è però provveduto ad aumentare il Punto base Inail in base all’aumento dell’assegno sociale determinato tenendo in considerazione l’inflazione. Questo ha portato ad un disallineamento tra il costo della vita e tali rendite o indennizzi. Si è quindi provveduto a rivedere il Punto base Inail e da questo sono state create le nuove tabelle.

Leggi anche: Mai più code agli sportelli con la nuova App Inail e servizio Intempo

Concorso Agenzia delle Entrate per funzionari. Come prepararsi

Annunciata la data per la pubblicazione del bando per il concorso Agenzia delle entrate, disponibili 2500 posti per funzionari tecnici e tributari.

Concorso Agenzia delle entrate: requisiti e materie da studiare

Il concorso all’Agenzia delle Entrate è uno dei più attesi per il 2023, si tratta di una posizione molto appetibile sia per le funzioni da svolgere sia per il numero dei posti effettivamente disponibili. Si tratta infatti di ben 2500 posizioni aperte. Seguiranno ulteriori 3 bandi per un totale di 4347 assunzioni, i successivi dovrebbero riguardare assistenti informatici, architetti e altri funzionari tecnici.

In base alle indiscrezioni che stanno emergendo, il requisito di accesso per il concorso Agenzia delle entrate per funzionari sarà la laurea in materie giuridico-economiche.

Coloro che partecipano dovranno avere conoscenze in:

  • diritto amministrativo;
  • diritto tributario;
  • contabilità aziendale;
  • statistica;
  • elementi di diritto costituzionale;
  • elementi di diritto privato;
  • diritto civile e commerciale;
  • reati contro la pubblica amministrazione;
  • conoscenza di una lingua straniera;
  • conoscenza dei principali applicativi informatici.

Le prove

Generalmente in concorso si articola in diverse fasi. La prima fase prevede una prova oggettiva attitudinale dove saranno somministrati quiz di logica, matematica, materie deduttive e visive, logica verbale. On line è possibile trovare piattaforme per esercitarsi avendo come punto di riferimento i quiz somministrati negli anni precedenti.

La seconda prova è di tipo tecnico professionale e ha ad oggetto le materie specifiche del concorso. Già ora è possibile iniziare a studiare, su testi aggiornati.

Generalmente la seconda fase prevede un periodo di tirocinio retribuito e infine la prova finale. Almeno negli ultimi bandi questa era la procedura, di fatto per conoscere come saranno svolte le ultime due fasi è necessario attendere il bando.

Come partecipare al concorso Agenzia delle entrate 2500 funzionari

Si è già anticipato che il bando dovrebbe essere pubblicato nel mese di giugno 2023. La domanda dovrà essere presentata online e vi è un mese di tempo dalla pubblicazione del bando per poter provvedere. Per chi ne fosse sprovvisto, già da ora è bene richiedere un’identità digitale ( Spid o Cie), inoltre è necessario indicare un indirizzo di posta elettronica certificata intestato a chi propone la domanda.

Generalmente per questa tipologia di concorso è necessario scegliere fin da subito la Regione per la quale si concorre e può essere presentata domanda solo per una Regione. Inoltre deve essere versata la tassa di concorso.

Leggi anche: Concorsi Inps, oltre 1000 posti. Domande entro il 26 aprile

Poste Italiane assume: alla ricerca di 3000 dipendenti

Poste Italiane periodicamente avvia campagne di reclutamento di risorse umane e per il mese di maggio 2023 dovrebbero essere 3000 i nuovi ingressi e rispetto al passato le figure professionali richieste sono molto diversificate. Ecco per chi ci sono possibilità nei prossimi mesi e quali sono i profili più richiesti da Poste italiane.

Poste Italiane assume: quali sono i profili maggiormente richiesti

Naturalmente quando Poste Italiane assume i profili maggiormente ricercati sono quelli da porta lettere, in questo caso per poter partecipare alla selezione è necessario essere in possesso della patente di guida e idoneità alla guida del mezzo in uso per Poste Italiane, cioè il liberty. Non è più invece richiesto il punteggio minimo del diploma 70/100 e voto di laurea 102/110.

Nel tempo le attività condotte da Poste Italiane si sono moltiplicate, infatti non si occupa solo dello smistamento della corrispondenza, anche attraverso il corriere SDA, ma propone ai clienti prodotti assicurativi e previdenziali, prodotti di investimento di varia natura, piani tariffari per telefonia fissa e mobile, internet, servizi bancari. Molte operazioni inoltre possono essere compiute dai clienti direttamente da casa attraverso l’home banking.

Naturalmente per offrire tutte queste prestazioni è necessario avere personale qualificato e con mansioni diversificate. Proprio per questo motivo Poste Italiane non assume solo porta lettere, è alla ricerca anche informatici, consulenti finanziari, operatori agli sportelli, responsabili acquisti, addetti allo smistamento, addetti ai call center.

Competenze preferenziali per le assunzioni di Poste Italiane

Per i vari profili professionali sono previsti requisiti diversi e soprattutto si accede alle posizioni dopo aver affrontato delle prove che non possono certo essere definite concorsuali, ma si parte dalla valutazione dei titoli e si sostengono dei colloqui. In alcuni casi sono previste anche prove pratiche.

Particolari requisiti sono richiesti per coloro che decidono di inviare la loro candidatura per i ruoli di consulenti nel settore assicurativo e finanziario devono avere preferibilmente una laurea in materie economiche e finanziarie, inoltre sono preferiti coloro che hanno già esperienze lavorative maturate in questi settori.

Per i vari profili è comunque richiesta un’ottima conoscenza dei più importanti strumenti informatici, infatti gran parte del lavoro sarà comunque svolta al computer.

Per candidarsi occorre andare sul sito di poste italiane e cercare la voce “lavora con noi”. Qui è possibile candidarsi nella senzione generica, oppure andare a controllare le posizioni aperte e quindi candidarsi per il singolo profilo professionale.

Se sei alla ricerca di opportunità lavorative leggi anche: Concorsi Inps, oltre 1000 posti. Domande entro il 26 aprile

Assunzioni scuola: il ministro Valditara annuncia 100.000 tutor e un nuovo concorso

Concorsi: in arrivo 2000 assunzioni. I profili richiesti