Cessione di un ramo d’azienda: nuova sentenza

La Corte di Cassazione ha emanato, con la sentenza 1769 del 24 gennaio 2018, una ulteriore conferma relativa all’interpretazione per cui la cessione di un ramo d’azienda è da ritenersi tale solo se con i lavoratori passa anche il know-how.

La sentenza è stata illustrata da un approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, che è stato appena pubblicato e in cui si legge che in questa fattispecie “non si configura se contestualmente al trasferimento dei lavoratori non si riscontra anche il trasferimento di un determinato know-how individuabile in una particolare specializzazione del personale trasferito, poiché è indispensabile la conservazione dell’identità economica”.

Questa tesi è stata ribadita dalla Corte che ha ricordato come “non sussistono le condizioni affinché si configuri un trasferimento di ramo d’azienda se la realtà sia stata creata ad hoc, in occasione del trasferimento stesso, poiché condizione necessaria è la preesistenza di una realtà produttiva autonoma e funzionale”.

Questo accade perché elemento costitutivo della cessione di ramo d’azienda è la capacità di provvedere, al momento dello scorporo, ovviamente con propri mezzi funzionali ed organizzativi, allo scopo produttivo senza integrazioni di rilievo da parte del cessionario.

Nel caso in cui queste condizioni non venissero soddisfatte, il procedimento risulterebbe inefficace, con il conseguente reintegro dei lavoratori nelle mansioni e nella sede operativa precedente.

L’approfondimento proposto dalla Fondazione Studi consulenti del lavoro si sofferma anche sull’individuazione del concetto di azienda e delle garanzie che devono essere date al lavoratore in caso di trasferimento, sottolineando dunque che, ai fini della sussistenza di un trasferimento d’azienda in un settore in cui l’attività sia fondata essenzialmente sulla mano d’opera, risulta necessario, ai sensi della direttiva 2001/23, che la parte più rilevante del personale sia presa in carico dal presunto cessionario per la conservazione dell’identità di un’entità economica.

Vera MORETTI

Real Estate da salvaguardare per tutelare i cittadini

E’ stato appena redatto il Manifesto per il rilancio del settore del Real Estate, che contiene le dieci proposte firmate dalle organizzazioni che meglio rappresentano il comparto, ovvero AVI, Confedilizia, Fiaip, Finco, Confassociazioni Immobiliare, Aspesi, Adsi, Gesticond, Anbba, Assindatcolf, Assotrusts e Ape.

Ha partecipato, ovviamente, anche Mario Bulgheroni, presidente di AVI, Associazione Professionale Esperti Visuristi Italiani, il quale ha voluto rendere noto il suo pensiero e rinnovare il suo sostegno.

Queste le sue parole: “Oltre a condividere e a sostenere i punti contenuti nel Manifesto mi auguro che l’ispezione ipocatastale effettuata da esperti visuristi diventi una pratica normale, nelle attività di compravendita come nelle successioni. Una prassi, questa, che considero utile sia per accertare i diritti reali dei proprietari sia per diminuire complessivamente il carico fiscale, andando a recuperare l’evasione sugli immobili. Non trascuriamo il fatto che con le visure ipocatastali sono garantite le esatte attribuzioni degli immobili e delle loro eventuali pertinenze. Il che significa far evitare ai cittadini problemi futuri”.

L’importanza delle ispezioni viene ribadita da Bulgheroni nell’ottica di strumento a difesa del cittadino, poiché si tratta dell’unico modo per accertare la competa titolarità del bene. Servono, infatti, a stabilire se il bene non è gravato da ipoteche o sequestri che possano comprometterne la disponibilità, ancora una volta per tutelare il cittadino o l’impresa.

Ha infatti aggiunto Bulgheroni, da poco anche presidente di Confassociazioni: “Ed è proprio da qui, guardando alla difesa del cittadino e dell’impresa che parte l’attività programmatica della specifica branch di CONFASSOCIAZIONI. A breve presenteremo una serie di iniziative tutte volte a evidenziare i punti di forza e di debolezza del sistema. Con l’obiettivo di dare delle soluzioni e non di proporre nuovi problemi. Ho sempre considerato i consumatori e i beni immobili le leve fondamentali del nostro Paese, non delle presenze scontate. Per di più legati l’uno all’altro perché un’errata considerazione del problema immobiliare produce problemi sul cittadino e viceversa. Da qui si comprende quanto sia essenziale, come ha giustamente sottolineato il Presidente Fiaip, Battista Baccarini, definire maggiori certezze per la fiscalità immobiliare. Rimettendo in moto l’investimento nel mattone associato alle dovute verifiche sullo stabile si genera un circolo virtuoso garante non solo dell’economia del Paese, ma anche del risparmio di tutti i cittadini coinvolti, ovvero di noi tutti italiani”.

Vera MORETTI

Bando per le imprese romane e la competitività

Per incentivare la competitività, ma anche favorire quelle iniziative in grado di incentivare lo sviluppo economico del territorio, la Camera di Commercio di Roma ha deciso di lanciare un nuovo bando del quale potranno beneficiare le imprese locali che propongono interventi volti a raggiungere questi obiettivi.

Questo bando, molto atteso e davvero necessario, si basa sullo stanziamento di risorse per sostenere programmi d’intervento a favore delle imprese e del tessuto produttivo locale

A tal proposito, sono previsti contributi per lanciare progetti relativi a diversi ambiti:

  • attività di informazione economica e assistenza tecnica alla creazione di imprese e start-up;
  • informazione, formazione, supporto organizzativo e assistenza alle PMI per la preparazione ai mercati internazionali;
  • supporto alle PMI per il miglioramento delle condizioni ambientali;
  • orientamento al lavoro e alle professioni e alternanza scuola-lavoro.

Chi può beneficiare del bando? In particolare, sono associazioni di categoria e soggetti privati quali associazioni, fondazioni e istituzioni di carattere privato.

Le spese possono essere coperte fino ad un massimo del 50% e, in termini di cifre, fino ad un massimo di 40 mila euro.
Per presentare la propria domanda c’è tempo fino al 14 marzo 2018.

Per ricevere maggiori informazioni, è possibile consultare il bando online sul sito della Camera di Commercio di Roma.

Vera MORETTI

Call for Ideas: largo alle startup degli studenti bolognesi

C’è tempo fino al 28 febbraio per approfittare della Call for Ideas, iniziativa che permetterà alle migliori proposte imprenditoriali e startup di poter partecipare allo StartUpDay dell’Università di Bologna, che avrà luogo sabato 19 maggio 2018.

Il progetto è aperto a startupper appartenenti all’ateneo di Bologna, che possono essere sia studenti sia laureati provenienti da qualsiasi laurea, i quali potranno presentare fino a tre proposte relative a qualsiasi ambito.

Per essere selezionati, si procederà a valutare soprattutto la capacità di seguire le linee guida fornite, ma anche la realisticità delle informazioni riportate nella domanda e sulla sinteticità espressiva.

La selezione prevede due fasi distinte, poiché al termine della Call for Ideas verranno selezionati 50 progetti e, tra questi, saranno scelti in secondo luogo i 30 progetti che otterranno un tavolo per il team meeting durante lo StartUpDay.

Per poter incontrare il team StartUpDay sono previsti alcuni eventi informativi:

  • Rimini – 14 febbraio h. 17.30 – Innovation Square, Corso d’Augusto, 62;
  • Forlì – 21 febbraio h. 17.00 – Basement Club, Piazzale della Vittoria, 15;
  • Bologna – 22 febbraio h. 18.00 – Scuola di Economia, Aula 1, Piazza Scaravilli, 2.

Chi fosse interessato a partecipare, deve procedere all’iscrizione del proprio progetto attraverso il sito dedicato alla Call, allegando la scheda di presentazione.

Vera MORETTI

Novità per il bonus ristrutturazioni e per l’ecobonus nel 2018

Anche il 2018 prevede agevolazioni per chi si appresta a ristrutturare il proprio immobile e godere del bonus ristrutturazione, ma con alcune novità che è meglio sottolineare.

Cominciamo dall’ ecobonus per la sostituzione di caldaie, finestre e schermature solari, che è stato ridotto dal 65 al 50%, pareggiandosi con il bonus ristrutturazione.
A parte la percentuale, però, si tratta comunque di due bonus molto diversi tra loro.

L’ecobonus, infatti, è una detrazione Irpef e Ires, quindi rappresenta l’unica agevolazione a cui possono accedere le imprese e riguarda gli edifici esistenti di tutte le categorie catastali.
Il bonus ristrutturazione è anch’esso una detrazione Irpef ma interessa solo i privati ed esclusivamente gli immobili residenziali.

Ciò significa che il privato cittadino può scegliere tra l’uno e l’altro se si vuole ristrutturare un immobile residenziale e se si vogliono sostituire i serramenti, le caldaie a biomassa o le caldaie a condensazione in classe A.

L’ecobonus è l’unica soluzione per le imprese e per privati cittadini che devono ristrutturare edifici residenziali e in caso di acquisto e posa in opera di schermature solari.

E’ bene specificare che il bonus ristrutturazione non vale in caso di lavori di manutenzione ordinaria e ha un limite di spesa complessivo di 96 mila euro, mentre l’ecobonus ha solo tetti massimi dedicati per ogni intervento, come 30.000 euro per la sostituzione di impianti di climatizzazione.

Dal 2018, inoltre, chi si avvale dell’ecobonus potrà optare per la cessione del credito di imposta ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati, tranne che alle banche.

Il bonus mobili è stato prorogato al 2018, sempre con detrazione irpef del 50%, per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, ovviamente se destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione, e purchè gli interventi siano iniziati non prima dell’1 gennaio 2017.
Anche nel 2018, la detrazione deve essere calcolata su un importo complessivo non superiore a 10.000 euro e spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio.

Per effettuare la richiesta, occorre consegnare questi documenti: ricevuta del bonifico, ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito), documentazione di addebito sul conto corrente, fatture con indicate la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Vera MORETTI

Eataly approda anche nella fredda Stoccolma

Eataly compie 11 anni, e se si deve fare un bilancio, sicuramente è positivo, poiché i successi e le approvazioni ottenuti sono indubbi, tanto che ad oggi si tratta di uno dei più riusciti esempi di imprenditoria gastronomica italiana.

Ciò che ha caratterizzato maggiormente questi unidici anni è stato sicuramente il desiderio di espansione, che ha portato all’inaugurazione, alle porte di Bologna, del Fico Eataly World, non solo un centro commerciale dedicato al cibo, ma soprattutto un luogo che ambisce a formare le coscienze dei consumatori.

Ma il progetto è volato anche all’estero, e oltreoceano con la più recente apertura in California, dove ora sorge Eataly Los Angeles, mentre è previsto per fine 2018 l’Eataly spagnolo.

Il successo all’estero è dovuto principalmente alla capacità di adattarsi alle esigenze e alle usanze locali, prerogativa che permetterà di aprire nuove sedi anche a Londra, in Canada e a Parigi, dopo quella graditissima di Mosca nella primavera del 2017.

Ieri è stato il turno di Stoccolma, dove ha aperto uno spazio di oltre 3mila metri quadrati, concepito su due piani e volto a molteplici funzioni: mercato, ristorazione e didattica.

Lo spazio scelto si trova nella Biblioteksgatan, la strada dello shopping nel cuore di Stoccolma, nell’ex sede dello storico cinema Röda Kvarn, dove d’ora in poi faranno bella mostra formaggi e salumi italiani, ma anche pesce, carne, pasta fresca e pane, ma anche le salse e i condimenti, a cominciare dall’olio extravergine di oliva.
Tutti gli ingredienti verranno utilizzati per dare vita ai piatti della tradizione italiana, sempre grazie alle sapienti mai e alla creatività di chef professionisti.

Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ha dichiarato: “Stoccolma è distribuita su 14 isole ed è collegata da 57 ponti. Noi di Eataly amiamo le isole, ma preferiamo i ponti, che collegano e uniscono. Siamo tutti isole, ma abbiamo bisogno di ponti!”.

Ha poi aggiunto Andrea Guerra, Presidente Esecutivo di Eataly: “Una nuova apertura è per noi un altro passo molto importante. Quello che apriamo a Stoccolma è un negozio da amare, che appaga gli occhi e regala emozioni: su tutte quella di fare un salto in un Paese tanto diverso come l’Italia. In Svezia, storicamente tra i Paesi più attenti al benessere sociale della popolazione, entrano per la prima volta più di 1.500 prodotti italiani ambasciatori della nostra cultura enogastronomica e della nostra qualità di vita”.

Vera MORETTI

Business all’estero: ecco come fare secondo DG Comunicazione

La DG Comunicazione della Commissione europea ha cercato di capire e individuare le esigenze, i bisogni e le priorità degli imprenditori che desiderano espandere i propri affari anche fuori dall’Italia.

Ha effettuato la ricerca avviando un sondaggio sfruttando la rete dei Punti unici di contatto – Points of Single Contact – con lo scopo di migliorare i servizi forniti ma anche l’accessibilità delle informazioni.

Si parte dal portale Impresainungiorno.gov.it, che rappresenta il Punto Singolo di Contatto nazionale per l’Italia, che è gestito da Unioncamere in attuazione della Direttiva 2006/1123/CE relativa ai servizi nel mercato interno.

Il portale è la piattaforma digitale a supporto della rete degli Sportelli unici delle attività produttive (SUAP) che permette alle imprese di operare in modalità digitale per lo svolgimento degli adempimenti amministrativi legati all’esercizio della propria attività.

In questo ambito si possono trovare informazioni ed assistenza per svolgere attività in uno degli Stati membri dell’Unione europea, in forma stabile o in via temporanea ed occasionale.

Il sondaggio lanciato dalla DG Comunicazione della Commissione europea vuole verificare prima di tutto le zone di interesse verso i quali gli imprenditori sono interessati ad espandere la propria attività, cercando di capire anche se l’azienda ha già esperienze di business all’estero pregresse e in quale settore.

I link per accedere al sondaggio – che sarà online fino alla fine di febbraio – sono:

Vera MORETTI

L’Icrf attivo contro le frodi e la contraffazione

L’Ispettorato Centrale Repressione Frodi, nel corso del 2017, ha svolto un lavoro capillare al fine di smascherare frodi e contraffazioni che danneggiano il Made in Italy.

Risultato di un’attività che non ha voluto lasciare alcuna via di scampo riguarda oltre 53 mila controlli e 22 mila tonnellate di prodotti agroalimentari sequestrati, per un valore complessivo di oltre 103 milioni di euro.

Questi interventi hanno quindi saputo tutelare non solo la tradizione e la qualità tipiche del Made in Italy, ma anche i consumatori, spesso noncuranti di quanto stavano acquistando.

Il report redatto a fine anno si trova online sul sito Politicheagricole.it e conferma il grande operato dell’Ispettorato, tanto da confermarsi ancora una volta ai vertici europei tra le Autorità antifrode.

Il ministro Maurizio Martina ha commentato così questi risultati: “Questi numeri dimostrano il ruolo guida dell’Italia sul fronte dei controlli primi in Europa e all’avanguardia sul web dove siamo in grado di rimuovere i falsi prodotti di qualità certificata dagli scaffali virtuali delle piattaforme e-commerce”.

Le irregolarità riguardano il 26,8% degli operatori , su un totale di 25 mila verifiche e i prodotti controllati sono stati 57 mila e 455 le notizie di reato inoltrate all’Autorità giudiziaria.
Sono state poi elevate 3.715 contestazioni amministrative e 3.131 diffide in attuazione del decreto Campolibero.

L’88% dei controlli ha interessato i prodotti alimentari e il 12% i mezzi tecnici per l’agricoltura; in particolare 17.527 hanno toccato il settore vitivinicolo, 7.843 l’oleario, 5.086 la carne, 4.977 il lattiero caseario, 2.708 l’ortofrutta, 2.406 i cereali e derivati, 1.971 le conserve vegetali, 733 le sostanze zuccherine, 793 il miele, 613 le bevande spiritose, 518 le uova e 1.967 gli altri settori.

Per quanto riguarda gli interventi fatti all’estero e online, l’Icqrf ha consolidato la sua collaborazione con Alibaba e eBay, ma anche con Amazon: in questi tre casi sono stati effettuati in tutto 295 interventi, ottenendo il 98% dei successi.

Vera MORETTI

eCommerce in aumento in Italia

L’eCommerce sta dilagando anche in Italia, tanto che nel 2017 le imprese che vendono online sono arrivate quasi a quota 18mila, registrando così un aumento dell’8,4% rispetto all’anno precedente. Ma a questa cifra se ne aggiungono altri 10mila, che sono negozi offline ma che hanno una vetrina anche sul web.

Purtroppo, però, non tutto è positivo, perché in realtà i siti minori raccolgono dal commercio online neanche il 5% delle vendite totali, come è stato confermato da Confesercenti sui dati camerali e quelli provenienti dall’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano.

Ma intanto le percentuali crescono, tanto che dal 2012 al 2017 si nota un aumento del 72,6% ed un incremento netto di oltre 7.500 unità, che sono una media di 4 al giorno.

Sebbene si tratti di una crescita rilevata a livello nazionale, il Sud ha ottenuti i risultati più sorprendenti, tanto che, dal 2012 ad oggi, ha visto più che raddoppiare (+116,9%) i merchant online, ed un incremento del 12,8% solo nell’ultimo anno.

A livello provinciale, però rimane la Lombardia ad ottenere le performance migliori, con 3.226 attività, quasi un quinto del totale nazionale. Seguono Campania (con 2.204 negozi online) e Lazio (2.078).

Unico neo, dunque, rimane quello della spartizione di questi risultati, che hanno portato il valore degli acquisti online a oltre 23,6 miliardi di euro: a beneficiarne sono per la maggior parte i grandi, tanto che i primi 20 merchant realizzano il 71% del mercato, e i primi 250 il 95%.
Il rimanente 5% va spartito tra i piccoli siti di eCommerce che insieme fatturano meno di un miliardi di euro.

Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, ha dichiarato in proposito: “L’accelerazione degli acquisti online degli italiani ha attirato molti neo-imprenditori, soprattutto tra i giovani in cerca di occupazione: in media i merchant hanno 39 anni, quasi 10 in meno della media del commercio, ed il 28% ha meno di 35 anni. Purtroppo però l’eCommerce è un settore ad altissimo tasso di competizione, in cui trovare uno spazio al di fuori dei grandi marketplace come Amazon ed eBay è molto difficile. A incidere è anche un dislivello fiscale tra le attività italiane e quelle estere operanti nel nostro Paese, che permette a queste ultime di essere più competitive sul fronte dei prezzi: ma conta pure il ritardo con cui il sistema Italia, a parte poche eccezioni, s’è affacciato a questo mondo. Cui, però, non dobbiamo rinunciare. Per questo, oltre ad una webtax equilibrata che risolva le iniquità fiscali, al prossimo governo chiediamo anche di investire per un aggregatore nazionale che dia visibilità alle PMI italiane dell’ecommerce. Ma anche una maggiore attenzione ad abusivismo e contraffazione, che sul web purtroppo sono dilaganti, senza dimenticare le concentrazioni di mercato che impediscono lo sviluppo del settore, e sulle quali solleciteremo un’indagine presso l’Autorità Garante”.

Vera MORETTI

Le domande di INT ai candidati alle elezioni

L’Istituto Nazionale Tributaristi ha già provveduto ad inviare ai Gruppi politici una nota relativa alle problematiche riguardanti gli adempimenti tributari, ma ora ha voluto anche sondare il terreno ponendo alcune domande ai candidati alle prossime elezioni politiche.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta:

Quale sarà il Suo impegno per la riduzione degli adempimenti burocratici che oggi gravano su cittadini, imprese e lavoratori autonomi, anche a causa di una P.A. non sempre pronta a fornire un adeguato supporto al contribuente?

Pensa che l’istituto dell’autocertificazione, con le relative responsabilità per chi certifica il falso, dovrebbe essere implementato, ad esempio anche per autocertificare i propri crediti d’imposta ai fini delle compensazioni?

La difficoltà di comprensione e di applicazione delle norme in ambito fiscale, deriva anche dalla sovrapposizione di interventi legislativi che si susseguono senza soluzione di continuità. Non ritiene che, per una vera ed efficace riforma del settore, sia necessaria una tregua normativa?

L’ utilizzo dei sistemi informatici può agevolare i contribuenti ed essere un efficace deterrente all’evasione fiscale, ritiene che il nostro Paese, le sue infrastrutture e le imprese, pensando soprattutto ad artigiani e commercianti, siano pronti ad una rivoluzione come quella che si prospetta con l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati (B2B) dal 2019?

Qual è, secondo Lei, il primo intervento che il prossimo Parlamento dovrebbe attuare in tema di sburocratizzazione?

In attesa delle risposte, che verranno pubblicate sia sul sito INT sia sul Notiziario mensile, Riccardo Alemanno, presidente dei Tributaristi, ha voluto rilasciare una dichiarazione: “Le problematiche connesse agli adempimenti burocratici in ambito fiscale e non, cui sono tenuti cittadini, imprese e lavoratori autonomi, producono costi anche in termini di tempo, oltre che naturalmente di risorse finanziarie, vorremmo avere un confronto franco su tale tematica e fornire il nostro contributo per trovare soluzioni, per questo abbiamo formulato le domande ai candidati al Parlamento. E’ evidente che il termine burocrazia non è di per sé una parola negativa, dove ci sono regole è inevitabile che ci sia burocrazia e perché no una buona burocrazia , ma nel nostro Paese, a causa del sovrapporsi di norme, adempimenti e di lacune nella P.A., rischia di evocare solo negatività. Non escludo inoltre che tale tematica possa essere oggetto di analisi di uno dei primi atti di approfondimento dell’Osservatorio sulla fiscalità di Confassociazioni”.

Vera MORETTI