Addio CUD, arriva la Certificazione Unica

Un’altra novità in materia fiscale che entrerà a breve in vigore in questo 2015 è quella relativa al CUD, il modello per la certificazione dei redditi che tutti noi conosciamo. Ebbene, a partire dal periodo d’imposta 2014 non si chiamerà più CUD (certificato unico dipendente), ma CU (certificazione unica).

Una novità che impatterà soprattutto sul datore di lavoro, altrimenti detto sostituto d’imposta, il quale dovrà utilizzare la Certificazione Unica per attestare sia i redditi di lavoro dipendenti e assimilati, sia i redditi di lavoro autonomo e i cosiddetti “redditi diversi”, precedentemente certificati in forma libera. Inoltre, il datore di lavoro deve consegnare la Certificazione Unica ai dipendenti, equiparati e assimilati, e ai lavoratori autonomi entro il 28 febbraio ed è tenuto alla trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate delle Certificazioni Uniche entro il 7 marzo.

Per ogni Certificazione Unica omessa, errata o tardiva è prevista una sanzione di 100 euro, che però non sarà applicata se la trasmissione sarà effettuata o corretta entro i 5 giorni successivi alla scadenza.

Del resto, il Decreto Legislativo Semplificazioni si era posto l’obiettivo, di inviare al domicilio dei contribuenti il 730 precompilato già dal periodo d’imposta 2014 e in questa direzione di semplificazione va anche il nuovo modello Certificazione Unica.

730 precompilato, semplificazione o caos?

Si parte, dunque, col 730 precompilato, dal 2015. Entro il 15 aprile prossimo, infatti, oltre ai dati sui redditi da lavoro e di quelli immobiliari, il Fisco indicherà da subito altre informazioni utili per la dichiarazione. Ci saranno gli interessi passivi sui mutui (per 3,2 milioni di dichiarazioni), i premi per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni (per altre 4,2 milioni) e i contributi previdenziali (per 600.000 dichiarazioni). Il nuovo 730 precompilato sarà lontano mille miglia dal vecchio modulo cartaceo. Di fatto la dichiarazione diventerà un mini-sito personale nel quale molti spazi saranno già riempiti con i dati in possesso del Fisco e gli altri potranno essere integrati – rischiando però i successivi controlli da parte dei poco simpatici amici dell’Agenzia delle Entrate.

I precompilati nel 2015 saranno quasi 20 milioni (19.985.976 per la precisione) e di questi – viene stimato dal Governo – 5,6 milioni (il 28,3%) riguardano modelli da confermare o modificare, 14,3 milioni (il 71,7%) moduli da integrare. Le percentuali scenderanno rispettivamente al 54,8 e al 45,2% già dal 2016; per poi arrivare al 2017 quando tutti i modelli saranno solo da confermare (o da modificare se errati).

LEGGI L’INTERVISTA A RICCARDO ALEMANNO (INT)

«Questo processo serve a semplificare i rapporti tra Fisco e contribuenti – ha dichiarato Cristiano Cannarsa numero uno di Sogei, la società controllata dal ministero dell’Economia che tiene le banche dati principali della pubblica amministrazione italiana – ma chi vuole può tranquillamente continuare ad utilizzare i Caf. Il sistema però è semplice, basta aprire le schermate e inserire i numeri. Non ha le complessità del 730 cartaceo. Si accederà dal sito dell’Agenzia delle Entrate, dove la dichiarazione sarà consultabile in modo sicuro. Oggi sono registrati 1,5 milioni di contribuenti. Il meccanismo prevede l’iscrizione per ottenere le credenziali, una parte delle quali viene inviata a casa, abbiamo tutto il tempo per rendere queste operazioni più semplici per i contribuenti che toccheranno con mano i vantaggi di questa situazione».

LEGGI L’INTERVISTA A MIRCO MION (AGEFIS)

Di tutt’altro avviso Marino Longoni su Italia Oggi, per il quale non ci sarà alcun reale vantaggio per i contribuenti: «L’emblema delle semplificazioni fiscali, varate dal consiglio dei ministri della scorsa settimana, è indubbiamente il 730 precompilato. Ma è una bufala. L’anno prossimo dovranno avvalersi dell’aiuto di un professionista o di un Caf. Anche perché l’85% dei modelli precompilati sarà incompleto. Coloro che si limiteranno a controllore la correttezza dei dati già inseriti dall’Agenzia delle entrate (e anche qui servirà quasi sempre l’aiuto di un professionista o un Caf) saranno meno del 15% del totale. Non ci sarà quindi – ha concluso Longoni – alcun reale beneficio in termini di semplificazione o di riduzione dei costi».

Jacopo MARCHESANO

Mion: “Semplificare non significa esautorare geometri fiscalisti e tributaristi”

Con il via libera al decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali, è stato introdotto in via sperimentale il 730 precompilato che arriverà direttamente a casa già dal prossimo anno, per i redditi relativi al 2014, ma dopo le polemiche dei giorni scorsi del presidente nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno, di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, arriva oggi anche la presa di posizione di Mirco Mion presidente dell’AGEFIS (Associazione dei geometri fiscalisti).

Presidente Mion, il Consiglio dei Ministri, nei giorni scorsi, ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Certamente non si può che esprimere un giudizio positivo su qualsiasi provvedimento volto a semplificare la vita dei cittadini. Nel decreto sono, infatti, presenti accorgimenti rivolti all’intera platea dei contribuenti, così come previsto dalla legge delega dell’11 marzo 2014, n.23. È innegabile che, pur con i suoi punti deboli, il decreto legislativo in materia di semplificazioni fiscali rappresenti un’importante base di partenza per modernizzare il Paese ed alleggerire contribuenti e imprese per ciò che riguarda gli adempimenti fiscali, ma il percorso per raggiungere questo obiettivo sarà certamente tortuoso. È emblematica, in questo senso, la dichiarazione dei redditi precompilata, strumento che dovrebbe consentire il passaggio al cosiddetto “Fisco amico”, al fine di semplificare gli iter burocratici. Purtroppo, però, il decreto presenta alcune debolezze, che rischiano di inficiare, o certamente ritardare, il compimento effettivo della tanto vagheggiata semplificazione.

La decisione, infatti, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
L’esclusione dei geometri fiscalisti e dei tributaristi, professionisti che da decenni si occupano di tale attività, non appare condivisibile. È significativo, a questo proposito, che anche la Commissione Finanze e Tesoro del Senato, presieduta dal Sen. Mauro Maria Marino, abbia espresso alcune perplessità, richiedendo l’inclusione di questi professionisti fra quelli autorizzati allo svolgimento della funzione di tramite con i CAF per la raccolta delle dichiarazioni.

Il Governo, però, non ha ritenuto di accogliere queste osservazioni escludendo, di fatto, la categoria dei geometri, così come quella dei tributaristi, dalla compilazione delle dichiarazioni dei redditi.
Stiamo per assistere, a causa dell’estromissione di questi intermediari, alla nascita di una gran numero di soggetti, magari preparatissimi, che, al di fuori di ogni controllo e responsabilità, si proporranno al contribuente come “consulenti”, o meglio ancora come “assistenti fiscali”, per la redazione delle dichiarazioni. Il contribuente, dopo aver richiesto una consulenza a pagamento, si troverà così ad inviare in autonomia la propria dichiarazione, dal momento che, da un lato, CAF e professionisti autorizzati non si vorranno assumere la responsabilità del controllo anche delle dichiarazioni precompilate, e dall’altra i professionisti, che da sempre lavoravano insieme agli intermediari abilitati con competenza e professionalità, sono stati esautorati del ruolo che avevano sempre svolto.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
No, almeno inizialmente. Questo perché, per l’elaborazione della dichiarazione precompilata, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria (come ad esempio la dichiarazione dell’anno precedente e i versamenti effettuati), i dati trasmessi da banche, assicurazioni ed enti previdenziali ed i dati contenuti nelle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta con riferimento, ad esempio, ai redditi di lavoro dipendente e assimilati ed ai compensi per attività occasionali di lavoro autonomo. A partire dalla dichiarazione dei redditi 2016, poi, nella dichiarazione precompilata confluiranno anche i dati relativi alle spese sanitarie che danno diritto a deduzioni dal reddito o detrazioni d’imposta, grazie al sistema “Tessera Sanitaria”.
Per il 2015, circa il 70% delle dichiarazioni messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate dovrà essere corretta o integrata, percentuale che dovrebbe scendere a circa 45% nel 2016 per azzerarsi, finalmente, nel 2017, secondo i dati messi a disposizione dall’Agenzia stessa. Ritengo, però, che le stime emerse in questi giorni siano estremamente ottimistiche. Infatti credo che, quando le parole si tramuteranno in fatti, le percentuali delle dichiarazioni “bisognose” di correzioni e/o integrazioni saranno un numero assai più elevato di quanto stimato. Appare subito evidente come i contribuenti avranno spesso, quindi, necessità di avvalersi di professionisti ed intermediari abilitati (come avrebbero dovuto essere i geometri fiscalisti ed i tributaristi, da sempre un punto di riferimento qualificato per i cittadini per tutte le pratiche fiscali) per integrare le dichiarazioni, così come per ottenerle. Non deve essere dimenticato, infatti, che la dichiarazione precompilata non verrà inviata direttamente ai lavoratori dipendenti e pensionati, ma questi potranno accedervi dal sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure conferendo delega al proprio sostituto d’imposta, che presta assistenza fiscale o, infine, delegando un centro di assistenza fiscale o un professionista abilitato. Anche con la dichiarazione dei redditi precompilata, quindi, il ruolo consulenziale rimane imprescindibile.

Nuovo modello 730 precompilato, ecco come evitare i controlli

Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
Sicuramente, come prescritto dall’art.4 della Legge Delega fiscale (23/2014), bisogna procedere speditamente alla razionalizzazione delle dichiarazioni IRPEF (la cosiddetta tax expenditures). Significa rimuovere, o sfoltire significativamente, le “agevolazioni”, ed in parallelo abbassare le aliquote nominali, per mantenere inalterato il gettito, migliorando gli incentivi dal lato dell’offerta, oltre a ridurre la complessità della normativa fiscale. Non va dimenticato, infatti, che esistono più di 700 regimi “speciali”, detrazioni, deduzioni e sconti fiscali, figli della stratificazione del sistema fiscale, che devono essere ridotti al minimo, per ottenere una reale semplificazione far sì che il contribuente possa divenire consulente di se stesso.

Jacopo MARCHESANO

Nuovo modello 730 precompilato, ecco come evitare i controlli

Nei giorni scorsi la riforma del Fisco messa in cantiere dal premier Matteo Renzi ha centrato uno dei primissimi obiettivi con l’approvazione in via definitiva il decreto legislativo in materia di semplificazione, che contiene al suo interno anche l’introduzione per il 2015 della dichiarazione dei redditi precompilata.

Quanto agli altri decreti attuativi in agenda nelle prossime settimane, alcuni dovrebbero essere, si spera, ormai in dirittura d’arrivo. Sono attesi tra gli altri i testi sulla detassazione del reddito lasciato in azienda dai piccoli imprenditori, sui regimi semplificati, sulle sanzioni e sull’abuso di diritto. In materia di catasto è già stato esaminato dal Consiglio dei ministri il provvedimento sulle commissioni censuarie, che a loro volta si dovranno occupare della riforma.

Tornando alla più stretta attualità, il nuovo 730 precompilato potrà essere accettato alla prima lettura dal contribuente così come si presenta, oppure, ovviamente, integrato. Nel caso in cui il contribuente accetti la dichiarazione e la trasmetta entro il 7 luglio, l’amministrazione non effettuerà alcun controllo formale sui dati forniti, e nemmeno i controlli preventivi sulle detrazioni per carichi di famiglia in caso di rimborso superiore a 4mila euro, anche determinato da eccedenze d’imposta derivanti da precedenti dichiarazioni.Possibili, invece, i controlli sulle condizioni soggettive per il diritto alla detrazione degli oneri indicati, la verifica sulla spettanza di agevolazioni e oneri certificati dai sostituti di imposta per i quali gli stessi non hanno operato le trattenute.

In parole povere: se si accetta (fidandosi) subito la dichiarazione dell’Agenzia delle Entrate, si avrebbe una sorta di “immunità fiscale”. Se invece si integra, magari chiedendo legittimamente la detrazione del 19% delle spese mediche sostenute durante l’anno, il Fisco potrebbe continuare a scavare. Considerando il rimborso fiscale medio, poco meno di 170 euro, ne varrà davvero la pena?

Jacopo MARCHESANO

Alemanno: “Ben venga la semplificazione, ma che coinvolga tutti”

Non è piaciuta allIstituto Nazionale Tributaristi (INT) la decisione del Governo di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, la quale restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ovviamente ai Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali. In merito, oggi abbiamo incontrato Riccardo Alemanno, presidente nazionale dell’INT.

Presidente Alemanno, il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Il giudizio generale sul tema della semplificazione non può che essere positivo, detto ciò in particolare sul D.Lgs. semplificazione e dichiarazione precompilata, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, con ritardo rispetto ai tempi previsti e primo dei decreti prevoisti dalla Legge Delega in materia, il giudizio è a luci ed ombre.
Come già detto la semplificazione in ambito fiscale è argomento da tutti sostenuto ed utilizzato più volte come via di modernizzazione del Paese, quindi ribadisco il giudizio positivo, però quello che non condivido è una certa “timidezza” nell’affrontare problematiche di ampio respiro, nel Decreto vengono approvate una serie di micro semplificazioni, positive senza dubbio, ma che non saranno avvertite dalla maggoranza dei contribuenti poichè riguardano settori ben delimitati e singoli adempimenti, mentre l’innovazione più attesa ovvero la dichiarazione dei redditi precompilata non ha iniziato il suo percorso sotto i migliori aupsici.

La decisione, però, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
Si una doccia fredda, data la posizione della Conmmissione Finanze del Senato e le assicurazioni dello stesso Governo, ma soprattutto una partenza errata. Infatti come già detto la parte prepomderante del D. Lgs. è quella che riguarda la dichiarazione dei redditi precompilata, che è un obiettivo giusto e condivisibile, ma che ha iniziato il suo percorso in modo sbagliato, oltre che per l’ attribuzione della funzione solo ad alcuni intermediari fiscali anzichè a tutti quelli autorizzati dalle attuali norme, per le responsabilità derivanti dalla eventuale lavorazione del modello precompilato. Spero però che prevalga il buon senso e si apportino le giuste modifiche, peraltro un obiettivo così ambizioso per avere possibiltià di successo deve essere semplice e coinvolgere tutti i soggetti professionali che attualmente forniscono assistenza fiscale al contribuente. Attualmente non riscontro né semplicità, né coinvolgimento di tutti i professionisti del settore.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
Al momento no, se non in alcuni singoli casi, tant’é che si parla di periodo sperimentale e di una possibile messa a regime nell’arco di tre anni. Due sono le problematiche maggiori: la complessità del nostro sitema fiscale e l’impossibilità di un dialogo telematico e scambio di dati tra i vari Uffici della Pubblica Amministrazione.

Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
La complessità deriva anche dalla sedimentazione di una quantità innumerevole di norme che si sono susseguite nei vari decenni, ovvero si modifica e quando si cancellano adempimenti normalmente si sostituiscono con altri più complessi, avremmo bisogno di testi unici duraturi per dare certezza al contribuente, invece si va nella direzione opposta. Bisognerebbe avere il corraggio di cancellare una serie di norme e richieste burocratiche, ma ripeto, un buon inizio sarebbe già quello di avere una tregua normativa, solo così si potrebbe ragionare ed intervenire per una vera semplificazione.

Jacopo MARCHESANO

730 precompilato, dal 2015 si parte

La rivoluzione del 730 precompilato per dipendenti e pensionati partirà dal 2015. Il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata. A partire dal prossimo anno, quasi 30 milioni di italiani riceveranno la dichiarazione dei redditi a casa direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Le commissioni di Camera e Senato dovranno fare i conti con le proteste di tributaristi e geometri fiscalisti, che rischiano di non poter più lavorare per i CAF supportando i contribuenti nella compilazione dei modelli. Per una modifica del Governo al secondo passaggio in CdM del decreto sulle semplificazioni fiscali, infatti, gli unici professionisti abilitati restano commercialisti, consulenti del lavoro, periti ed esperti iscritti alle Camere di Commercio dal 1993. Toccherà, infatti, all’Amministrazione finanziaria raccogliere ed elaborare i dati e inviare le risultanze al contribuente secondo una rigida scadenza temporale. Al contribuente resta l’obbligo di verificare l’esattezza e la completezza dei dati.

“Appare sicuramente pretestuosa – ha dichiarato Riccardo Alemanno, Presidente nazionale dell’INT – la giustificazione della qualificazione dei soggetti autorizzati a svolgere l’attività di assistenza sul precompilato, perché i soggetti attualmente esclusi svolgono assistenza fiscale ai contribuenti per adempimenti ben più complessi. Inoltre se si guarda a ciò come una lotta tra categorie, poiché le pressioni esclusiviste delle categorie ‘ammesse’ sono state fortissime, ciò che viene in mente è solo una tristissima guerra tra poveri ovvero pensiamo al singolo orticello anziché compatti ed all’unisono richiedere vere semplificazioni, tutto ciò è molto triste”.

“Chiederemo incontri con membri dell’Esecutivo per capire il perché di questo – ha concluso Alemanno – , poiché ciò è tanto più paradossale se si pensa alle più volte dichiarata necessità di liberalizzazioni enunciata dal Governo, una scelta restrittiva, direi monopolista non ha ragione d’essere, la dichiarazione dei redditi precompilata avrà possibilità di successo solo se saranno coinvolti tutti gli intermediari fiscali abilitati. C’è tutto il tempo per rimediare e rivedere una posizione che si spiega solo con il fatto che abbia prevalso la volontà di chi ancora antepone l’interesse di pochi all’interesse generale. Ora bisogna solo rimediare ad un brutto scivolone che fa partire in modo sbagliato un progetto giusto nel principio, siamo solo nella fase iniziale il tempo per rimediare c’è se si ha a cuore l’interesse dei contribuenti”.

Jacopo MARCHESANO

Semplificazione fiscale: la volta buona?

Uno dei cavalli di battaglia del Premier Matteo Renzi è stato fin dall’inizio quello della semplificazione. Secondo Renzi, uno stato elefantiaco e bizantino come quello italiano ha bisogno di semplificazione a tutti i livelli: semplificazione fiscale, amministrativa, burocratica, e non solo.

Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha esaminato i due decreti sulla semplificazione e, in particolar modo sulla semplificazione fiscale le novità sono tante, sempre ammesso che poi si tradurranno in effettività e non rimangano solo una sterile propaganda. 730, catasto, rimborsi Iva sono sole le misure più roboanti. Vediamo le altre nel dettaglio.

Persone fisiche

Dichiarazione di successione. Sale la soglia oltre la quale bisogna presentare la dichiarazione, portata da 25.822 a 100mila euro, e non comprende immobili o diritti reali immobiliari. Cade l’obbligo di allegare documenti in originale, insieme a quello di presentare la dichiarazione integrativa in caso di rimborso fiscale erogato dopo la dichiarazione di successione.

Spese di vitto e alloggio per i professionisti. Non devono più essere fatturate e quindi dedotte dal professionista – e sostenute dal committente. Secondo il governo, “non costituiscono compensi in natura per il professionista che ne usufruisce. Pertanto, il professionista non dovrà più ‘riaddebitare’ in fattura tali spese al committente e non dovrà più operare la deduzione del relativo ammontare.

Riqualificazione energetica. Meno adempimenti per la certificazione energetica degli edifici: “Stop alla comunicazione all’Agenzia delle Entrate per i lavori ammessi alla detrazione che proseguono per più periodi di imposta”, mentre ora vanno segnalati ai fini della detrazione Irpef tutti i costi sostenuti nei periodi d’imposta precedenti.

Società tra professionisti. Si semplifica il regime fiscale: “Il reddito è imputato a ciascun socio per trasparenza in proporzione alla sua quota di partecipazione agli utili consentendogli di farlo valere anche a fini previdenziali. Le medesime regole trovano applicazione anche ai fini Irap”.

Rimborsi

Iva. La soglia che azzera gli adempimenti sale da 5 a 15mila euro; secondo il Governo, “non vengono posti limiti all’ammontare dei rimborsi in favore dei contribuenti ‘non a rischio’ per i quali non è più necessaria la prestazione della garanzia a favore dello Stato”. In questi casi è sufficiente che la dichiarazione o l’istanza da cui emerge il credito Iva richiesto a rimborso rechi il visto di conformità e che siano allegate dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà.

Compensazione dei rimborsi da assistenza e compensi dei sostituti d’imposta. Si userà la sola delega di versamento F24 per eseguire tutte le operazioni di compensazione eseguite dai sostituti d’imposta.

Crediti d’imposta e interessi in conto fiscale. “La norma prevede l’erogazione dei rimborsi da parte dell’agente della riscossione senza che il contribuente debba presentare apposita richiesta degli interessi eventualmente maturati”, specifica l’Esecutivo.

Semplificazioni e coordinamenti normativi

Prima casa. “La disposizione allinea la nozione di ‘prima casa’ rilevante ai fini dell’applicazione della disciplina agevolativa in materia di Iva a quella prevista in materia di imposta di registro, prevedendo che l’aliquota Iva agevolata del 4 per cento trovi applicazione in relazione ad abitazione classificate o classificabili nelle categorie catastali diverse da quelle A1, A8, e A9”

Detrazione sponsorizzazioni. Arriva la percentuale unica di detrazione (50%) sia per le prestazioni di pubblicità che di sponsorizzazione per associazioni senza scopo di lucro, quelle sportive dilettantistiche, le pro-loco. Ora esiste per gli spettacoli e lo sport dilettantistico, ma è tuttavia ridotta a un decimo per le operazioni di sponsorizzazione.

Spese di rappresentanza. Si può detrarre l’Iva sulle spese di rappresentanza sostenute per l’acquisto di beni di costo unitario non superiore a 50 euro. Ad oggi, sono detraibili dalle imposte sui redditi, ma ai fini Iva lo sono solo per gli omaggi di valore inferiore a 25,82 euro.

Società

Esercizio di opzione. “Per usufruire di regimi opzionali come la tassazione per trasparenza, il consolidato nazionale, la tonnagetax, non sarà più necessaria l’apposita manifestazione di volontà da esprimere preventivamente, ma sarà sufficiente la comunicazione direttamente in sede di dichiarazione dei redditi o Irap”.

Fiscalità internazionale

Dichiarazioni di soggetti esteri. Le società o enti che non hanno la sede legale o amministrativa in Italia “non dovranno più indicare nella dichiarazione dei redditi l’indirizzo dell’eventuale stabile organizzazione nel territorio stesso e le generalità e l’indirizzo in Italia di un rappresentante per i rapporti tributari”.

Black List. Si allentano gli adempimenti di comunicazione delle operazioni intrattenute con Paesi nelle black list: saranno fornite solo con cadenza annualle, mentre il limite per l’esonero sale a 10mila euro. Ora chi vende o acquista beni o servizi deve comunicarli già dalla soglia di 500 euro.

Operazioni Ue. Il contribuente può effettuare le operazioni all’interno della comunità economica in concomitanza con la attribuzione della partita Iva. Fino ad oggi l’Agenzia delle entrate, in sede di formazione della banca dati dei soggetti passivi che effettuano operazioni intracomunitarie, poteva emettere, entro trenta giorni dalla data di attribuzione della partita IVA, provvedimento di assenso o diniego all’autorizzazione ad effettuare operazioni intracomunitarie. Ora non bisognerà attendere questo via libera.

Assicurazioni. Ora, per pagare l’imposta sulle assicurazioni, gli operatori esteri  attivi in Italia devono presentare ogni mese all’Agenzia delle entrate la denuncia dei premi incassati nel mese precedente. Col decreto, la denuncia diventerà annuale (il 31 maggio, come per le imprese italiane).

Catasto e commissioni censuarie

Sul catasto il primo passo della complessa riforma riguarda il rinnovamento delle commissioni censuarie, gli organismi secolari ai quali verrà affidato il compito di studiare gli algoritmi e le tecnicalità per mantenere aggiornato il valore degli immobili. Come anticipato, le commissioni censuarie in commissioni censuarie locali e commissione censuaria centrale con sede a Roma. Le prime dovrebbero essere composte di 6 membri più il presidente, quella centrale, specifica anche il governo, di 25 più il presidente.

Le sezioni di riferimento individuate dal decreto sono: terreni, catasto urbano, catasto dei fabbricati. Le commissioni provinciali saranno formate da due membri dell’agenzia del territorio, uno dell’Anci e tre – a scelta del Prefetto – selezionati tra Ordini, Collegi e associazioni di categoria “operanti nel settore immobiliare”. L’incarico avrà durata di 5 anni. L’idea guida è quella di realizzare un “catasto partecipativo”, che si aggiorni ogni cinque anni su algoritmi e funzioni statistiche rinnovate annualmente, per garantire l’adesione continua al contesto di mercato.