Tagli sulle accise su benzina: cosa c’è da sapere

La situazione sul caro benzina è ormai in continuo fermento, con esso tutta la questione riguardante la crisi del gas. In questa rapida guida andiamo a scoprire cosa c’è da sapere sul taglio delle accise che il governo sta attuando in questo periodo.

Accise sulla benzina: a quanto ammontano

Innanzitutto, quando si parla di accise, cosa si intente è bene definirlo. Una accisa è un’imposta indiretta a riscossione immediata che viene applicata alla quantità di energia consumata indipendentemente dal contratto o dal fornitore scelto, in base al D.L.504 del 26/10/1995 del Testo Unico Accise (T.U.A.).

Con il taglio messo in proroga dal governo dal 3 maggio all’8 luglio 2022, le aliquote di accisa saranno le seguenti:

  • per la benzina 478,40 euro per mille litri;
  • per il gasolio 367,40 euro per mille litri;
  • mentre per il gpl 182,61 euro per mille chilogrammi;
  • infine, per il gas naturale usato per autotrazione zero. Con in più l’Iva per il metano che scenderà al 5%.

Tagli sulle accise di benzina, gas e gpl: un approfondimento sulla questione

Dunque, il Consiglio dei ministri ha ribadito il taglio delle accise sul carburante: lo sconto sui prezzi di benzina, diesel e gpl come detto, rimarrà in vigore fino al prossimo 8 luglio. L’attuale scadenza era prevista per il 2 maggio, con una inevitabile impennata dei prezzi che sarebbe giunta già dal 3 maggio.

Attraverso tale proroga il governo manterrà il prezzo di benzina e diesel ben al di sotto dei 2 euro, al contrario di quanto sarebbe avvenuto senza il taglio delle accise di 25 centesimi al litro (a cui va aggiunta l’Iva per una complessiva riduzione di 30,5 centesimi).

Sussistono novità pure per quanto riguarda i controlli. Infatti, il termine per gli esercenti nel quale trasmettere le giacenze nei serbatoi per la corretta applicazione del taglio delle accise va a posticiparsi al prossimo 8 luglio 2022. Una ulteriore novità riguarda il monitoraggio anti-speculazioni attuato dal Garante dei prezzi, il quale potrà avvenire pure con il sostegno e la presenza della Guardia di finanza.

Il Garante, quindi dovrà monitorare l’andamento dei prezzi, compresi quelli relativi alla vendita al pubblico. Inoltre, per quanto riguarda il metano avrà pure il compito di monitorare l’andamento nell’ambito dell’intera filiera di distribuzione commerciale.

Nel prossimo paragrafo vediamo una rapida carrellata sui prezzi.

Benzina, gpl, metano: uno sguardo ai prezzi

Dunque, a causa della proroga fino a luglio i prezzi di benzina, diesel e gpl potrebbero rimanere invariati o perlomeno subire poche oscillazioni rispetto a quelli odierni.

Cambia un po’ il discorso per il metano, per il quale è atteso un calo abbastanza drastico, con il taglio delle accise e la conseguente riduzione dell’Iva.

Ma quali sono i prezzi del carburante oggi? Per capirlo vediamo gli ultimi dati di Quotidiano Energia, basati sulle rilevazioni aggiornate al primo maggio. Si registra, nelle ultime ore, un rialzo dei prezzi dovuto all’aumento delle quotazioni dei prodotti petroliferi. Ecco i prezzo di oggi (in euro al litro):

  • Benzina self: 1,798 (precedente era 1,783)
  • Benzina servito: 1,931 (era 1,925)
  • Diesel self: 1,815 (era 1,795)
  • Diesel servito: 1,948 (era 1,936)
  • Gpl tra 0,849 e 0,872
  • Metano auto tra 2,076 e 2,342.

Questo, dunque è il quadro in linea di massima che si estende nel nostro paese per questo futuro immediato, per quanto riguarda la situazione sui tagli delle accise e i costi dei vari materiali, tra benzina e affini.

Nuovi aumenti prezzi carburanti, c’è attesa per un nuovo taglio accise

Non accennano a fermarsi gli aumenti prezzi carburanti con nuovi record nonostante il taglio delle accise. La guerra in Ucraina ha ormai superato i 100 giorni, chi credeva in una breve soluzione del problema deve purtroppo ricredersi e a pagarne le conseguenze sono tutti, anche i cittadini italiani che si ritrovano la benzina nuovamente oltre i due euro al litro, questo nonostante ci sia il taglio delle accise ormai in vigore da molti mesi e prorogato fino al giorno 8 luglio 2022.

Benzina e diesel: quanto costano a giugno 2022?

Mai come in questo periodo gli italiani vorrebbero ritornare in smart working, infatti proprio il lavoro da casa aveva contribuito a una discesa del prezzo durante il periodo del Covid, ma sembra che ora nulla riesca a far fermare almeno la corsa dei prezzi.

Chi ha fatto il pieno in questi giorni, soprattutto chi si è allontanato da casa per qualche giorno di relax approfittando del ponte per 2 giugno, sicuramente lo avrà notato, il prezzo della benzina ha superato 1,91 euro al litro al self service, al servito è oltre i due euro. C’è qualche distributore in cui il prezzo è schizzato oltre i due euro anche in modalità self.

Non va meglio per il prezzo del diesel che al self costa in media 1,83 euro. Secondo i calcoli di Federconsumatori una famiglia che nell’arco di un mese fa due pieni di carburante spende in media oltre 260 euro in più all’anno. Purtroppo l’aumento del costo dei carburanti si ripercuote anche su molti altri prodotti di largo consumo e in particolare sugli alimentari, sia perché attualmente il trasporto su gomma è il più utilizzato, sia perché la produzione ha costi maggiori proprio a causa dell’aumento del costo dell’energia, questo implica che tutti i prezzi sono in salita.

La corsa dei prezzi è in parte mitigata dal credito di imposta riconosciuto per agricoltori e imprese del settore pesca che possono utilizzare  in compensazione il 20% di quanto speso in carburanti, ora grazie al codice tributo reso noto dall’Agenzia delle Entrate la misura è diventata operativa e consente anche di contenere il costo di frutta, verdura e pescato al banco.

Per saperne di più leggi: Bonus carburanti per agricoltura e pesca, arrivato codice per compensazione

Nonostante le varie misure adottate, si stima un’attuale inflazione all’8% e probabilmente non accenna a diminuire.

Proroga del taglio accise sui prezzi carburanti quasi certa, aumenterà anche l’importo?

Buone notizie per gli italiani potrebbero arrivare dal Governo, infatti è quasi certa la proroga del taglio delle accise sui carburanti oltre il giorno 8 luglio 2022 (scadenza prevista per il taglio delle accise attualmente in vigore). Non è però esclusa qualche ulteriore buona notizia, infatti è possibile che ci sia un incremento del taglio e questo perché l’aumento del prezzo dei carburanti porta un gettito extra-iva e lo stesso potrebbe essere utilizzato per calmierare almeno in parte il costo alla distribuzione. A dare conferma che non si tratta solo di voci di corridoio è Maria Cecilia Guerra, Sottosegretario al Ministero dell’Economia.  Non ci sono invece particolari novità sul fronte del controlli dei prezzi che era stato più volte annunciato.

Non resta che attendere.

Proroga taglio delle accise sui carburanti fino al 30 giugno. Le novità

Buone notizie per gli italiani, si va verso la conferma del taglio delle accise sui carburanti fino al 30 giugno 2022. La proroga taglio delle accise annunciata dovrebbe essere confermata nei prossimi giorni.

Il taglio delle accise sui carburanti verso la proroga

Il costo dei carburanti è una delle voci che sta mettendo gli italiani in maggiore difficoltà, oltre all’aumento dei prezzi di tutti i generi alimentari. Per cercare di aiutare le famiglie a far fronte a tutte le maggiori spese che stanno arrivando soprattutto dalla guerra in Ucraina il governo ha provveduto con il taglio delle accise sui carburanti. Inizialmente lo stesso era in vigore per 30 giorni, con scadenza al 21 aprile 2022.  Per evitare la scadenza del beneficio al ridosso delle festività pasquali, del 25 aprile e del 2 maggio, il Governo ha quindi provveduto a un’estensione fino al 2 maggio 2022. Ora sembra che si stia lavorando all’ipotesi di conferma fino al 30 giugno, quindi ben due mesi di proroga che faranno tirare un sospiro di sollievo agli italiani.

Proroga taglio accise sui carburanti: da dove arrivano i fondi?

La misura dovrebbe essere inserita nel prossimo decreto energia che il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare il 28 aprile. Il taglio dovrebbe continuare ad essere nella stessa misura vista finora, quindi 25 centesimi a cui si aggiunge il risparmio sull’IVA di 5,5 centesimi e che porta il taglio finale del costo dei carburanti a 30,5 centesimi. Questa proroga consentirà anche per tutto il mese di maggio e giugno di avere il prezzo dei carburanti sotto la soglia psicologica dei 2 euro al litro.

Palazzo Chigi ha già reso noto che il disavanzo tendenziale della pubblica amministrazione si attesta intorno al 5,1%, mentre l’obiettivo viene confermato per l’anno in corso al 5,6%. Questo consente di avere ancora qualche manovra espansiva che il Governo vuole sfruttare con il taglio alle accise sui carburanti in modo da favorire tutti gli italiani.

Costo e vantaggi della proroga taglio accise sui carburanti

Il ministro della Transizione Ecologica ha reso noto che il taglio delle accise ha avuto un costo di circa 588 milioni di euro e con l’estensione fino alla fine di giugno si dovrebbe arrivare a un costo di 1,1 miliardi di euro.

Il Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti ha invece dichiarato che per gli italiani il taglio delle accise ha portato a una riduzione del prezzo dei carburanti di circa il 19,2%. Il Ministro ha anche assicurato che è in corso un’azione di monitoraggio sull’andamento dei prezzi dei carburanti e che essa proseguirà anche nel futuro. Deve infatti sottolinearsi che, nonostante il taglio delle accise sui carburanti, continuano a registrarsi leggere flessioni del prezzo dei carburanti verso l’alto.

Concorsi: Agenzia Accise, Dogane e Monopoli cerca 40 dirigenti

L’Agenzia delle Accise Dogane e Monopoli è alla ricerca di nuovi professionisti da inserire nell’organico con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato e qualifica di dirigente di II fascia. Ecco chi può accedere al concorso, entro quando presentare la domanda e come fare.

Concorsi ADM: l’Agenzia Dogane cerca 40 dirigenti

Il bando di concorso per l’assunzione all’Agenzia Dogane (ADM) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 5 novembre 2021 e ci sarà tempo fino al 6 dicembre 2021 per presentare la propria domanda. Le figure professionali ricercate sono 40 con diverse specializzazioni. In questo caso è opportuno parlare di concorsi in quanto sono ricercate differenti profili e per ognuno ci sono requisiti specifici, inoltre per alcune posizioni come dirigente di II fascia è richiesta anche l’abilitazione. Deve essere sottolineato che la retribuzione è piuttosto interessante, visto che il lordo annuo oscilla intorno agli 80.000 euro.

Settore amministrativo

La prima figura ricercata sono 12 dirigenti di cui 1 riservato alla Provincia autonoma di Bolzano nel settore amministrativo contabile, di questi 6 posti sono riservati a personale già assunto presso ADM. I requisiti per questa posizione sono laurea triennale o titolo equipollente, laurea specialistica o vecchio ordinamento. Il concorso prevede una prova scritta e una prova orale aventi ad oggetto materie giuridiche e in particolare diritto tributario, amministrativo, commerciale, contabilità, bilancio, revisione contabile e management pubblico. Il codice per partecipare a questo concorso è: ADM/DIR-AMM.

Concorsi ADM Settore Economico

La seconda figura richiesta opererà nel settore economico, ma in questo caso i requisiti sono ristretti, infatti per poter partecipare è necessario avere l’abilitazione all’esercizio della professione di dottore commercialista o esperto contabile, oppure abilitazione alla professione di attuario o revisore contabile. I posti a disposizione per questa figura sono 4 (2 riservati a personale ADM) e si svolgerà il ruolo di dirigente nel settore economico, il codice di questo bando è: ADM/DIR-EC.

Settore Legale

La terza figura professionale è un esperto in materie legali, in questo caso i posti disponibili sono 6, di questi 3 sono riservati professionisti con abilitazione all’esercizio delle professioni legali. Anche in questo caso sono previste due prove: una scritta e una orale e le materie su cui concentrarsi sono strettamente correlate alle funzioni dell’Agenzia Accise Dogane e Monopoli. In particolare saranno su diritto tributario, amministrativo, diritto pubblico, del lavoro, internazionale, pubblico impiego, processuale amministrativo, diritto civile. Il codice per partecipare a questo concorso è: ADM/DIR-LEG.

Esperto Settore Internazionale

La quarta figura professionale ricercata si occuperà del settore internazionale, in questo caso il posto a disposizione è uno. I requisiti di accesso sono laurea triennale, diploma di laurea o laurea specialistica, magistrale, vecchio ordinamento. Inoltre è richiesta la conoscenza della lingua inglese con certificazione non inferiore a B2 e di un’altra lingua sempre con lo stesso livello a scelta tra francese, spagnolo e tedesco. In questo caso le materie di esame sono inerenti il diritto internazionale, dell’Unione Europea, cooperazione economica, commerciale, finanziaria, relazioni internazionali e naturalmente è prevista la valutazione della conoscenza delle lingue. In questo caso il codice identificativo del concorso è: ADM/DIR-INT

Settore Chimico

La quinta figura professionale ricercata si occuperà di un ambito del tutto diverso rispetto a quelli visti ora, infatti sarà occupato nel settore chimico-biologico. Non basta la laurea per poter partecipare infatti è richiesta l’abilitazione all’esercizio della professione di chimico e iscrizione all’Ordine dei Chimici e dei Fisici o Biologi. I posti disponibili sono 6 di cui 3 riservati a personale ADM. Il codice del concorso è: ADM/DIR-LAB.

Concorsi Agenzia Accise Dogane Monopoli: Area Tecnica

Possibilità di assunzioni sono previste anche per chi ha una formazione tecnica, l’Agenzia Accise, Dogane, Monopoli è alla ricerca di 6 tecnici con abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere o architetto. Tre posti sono riservati a personale ADM. Le prove naturalmente saranno concentrate su materie tecniche. Il codice concorso è ADM/DIR- TCN.T

Statistica e informatica

Tra gli assunti 4 saranno invece impiegati nel settore Statistico/ Informatico, con 2 posti riservati a personale ADM. In questo caso il titolo di accesso è la laurea con specializzazione in statistica, ingegneria,fisica, matematica, informatica e astronomia. Le prove verteranno su calcolo delle probabilità, metodi, elaborazione dati, ICT, programmazione, management pubblico. Il codice concorso è: ADM/DIR-INF.

Concorsi ADM: opportunità per  medico iscritto all’Ordine

Resta infine l’ultima opportunità riservata a un medico iscritto all’Ordine dei Medici e chirurghi. L’esame avrà ad oggetto principalmente materie come: medicina interna, malattie infettive e tropicali, microbiologia e virologia e infine management pubblico. Il codice concorso è: ADM/DIR-MED.

Come presentare la domanda

La domanda deve essere presentata telematicamente attraverso il sito www.adm.gov.it. Per iscriversi è necessario avere una Carta Nazionale Servizi (CNS), oppure il codice SPID. Il bando non prevede la possibilità di identificarsi tramite CIE, sebbene si tratti di un sistema di identificazione digitale solitamente ammesso nei confronti di enti pubblici e Pubblica Amministrazione. Non sappiamo se si tratta di una svista nel bando. Compilata la domanda deve essere allegata la dichiarazione dei titoli valutabili. Per partecipare è necessario versare una quota partecipativa di 10 euro, le modalità saranno indicate al momento della compilazione telematica della domanda.

Hai i requisiti per partecipare? Non ti resta che presentare la domanda.

Se vuoi inserirti nel mondo del Pubblico Impiego un’ottima oppoertunità potrebbe essere il concorso ACI. Per saperne di più, leggi l’articolo: Riapertura termini concorsi ACI: iscriviti fino al 29 novembre

In arrivo la manovra di primavera

La manovra di primavera è diventata legge e, tra le altre cose, prevede l’avvio della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia relative alle aliquote dell’Iva e delle accise.
Nel dettaglio, per il 2018 viene attuata una correzione di 3.829 milioni di euro, per il 2019 di 4.363 milioni, per il 2020 di 4.088 milioni e per il 2021 di 3.679 milioni; mediamente l’intervento nel quadriennio ha disattivato il 17,9% degli aumenti previsti.

Nonostante questo intervento piuttosto drastico, rimane ancora elevato l’aggiustamento di bilancio affidato ad un aumento dell’Iva e delle accise, con maggiori entrate per 15.743 milioni di euro nel 2018 e di 18.887 per il 2019.
Le clausole di salvaguardia, lo ricordiamo, si attivano nel caso in cui la manovra di bilancio non reperisca risorse alternative in termini di minori spese, maggiori entrate ovvero con un incremento del disavanzo ottenibile con una maggiore flessibilità di bilancio.

Dopo le modifiche introdotte con il DL 50/2017, nel 2018 l’aliquota Iva del 10% salirebbe all’11,5% determinando maggiori entrate per 3.479 milioni di euro e l’aliquota Iva del 22% salirebbe al 25% con maggiori entrate per ulteriori 12.264 milioni.
Nel 2019 si registrerebbe un aumento dell’Iva ordinaria dal 25% al 25,4% con maggiori entrate per 13.899 milioni ed un aumento delle accise di 350 milioni.

Per disattivare queste clausole, dunque, serve prima di tutto una maggiore flessibilità di bilancio, serve un intervento sulla spesa pubblica, sia in termini di quantità che qualità e in tal senso la politica fiscale italiana presenta ancora margini di azione.
La manovra di primavera che ha corretto il bilancio 2018 per 3,1 miliardi di euro è per il 94,2% centrata su maggiori entrate mentre le minori spese influiscono per un limitato 5,8%. La stessa Legge di bilancio 2017 ha aumentato la spesa corrente di 5,4 miliardi di euro.
Nonostante gli importanti risultati della spending review, la spesa corrente primaria (al netto degli interessi) nel 2017 cresce dell’1,5% rispetto ad un anno prima, ma vi sono spazi concreti per ridurre le uscite delle PA.

La distribuzione della spesa evidenzia squilibri relativi alle infrastrutture e alla qualità dell’offerta dei servizi pubblici. In Italia la spesa corrente primaria è 19,8 volte la spesa per investimenti, rapporto ben più elevato del 16,0 registrato nella media Uem. Inoltre nonostante la spesa corrente primaria in Italia sia superiore di 1,4 punti alla media europea, solo il 23% dei cittadini italiani giudica buona la fornitura di servizi pubblici nel proprio paese, meno della metà del 52% della media europea che colloca l’Italia al 27° posto nella classifica europea in davanti solo alla Grecia.

Vera MORETTI

CGIA si oppone all’aumento delle accise sui carburanti

La CGIA ha dichiarato il suo dissenso nei confronti dell’eventuale aumento delle accise sui carburanti ipotizzato dal Governo, poiché ha ricordato che dal 2011 ci sono stati ben sette rincari, che ovviamente hanno contribuiti ad innalzare del 29% le accise sulla benzina e del 46% sul gasolio.

Questo significa che, ogni volta che i cittadini si recano in un’area di servizio, versano al fisco 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio.

E ovviamente, questi continui ritocchi in eccesso hanno fatto salire sempre di più il presso dei carburanti. Nell’ultima rilevazione del 23 gennaio scorso, il prezzo al litro del gasolio per autotrazione ha toccato in Italia 1,397 euro: tutti gli altri Paesi dell’Area euro presentano dei prezzi nettamente inferiori ai nostri. Rispetto ai principali paesi Ue e di quelli confinanti, il pieno di gasolio costa agli italiani il 10,6% in più rispetto dei francesi, il 17,4% in più rispetto agli sloveni, il 17,5% in più nei confronti dei tedeschi, il 24,2% in più degli austriaci e il 24,3% in più degli spagnoli.

Vera MORETTI

Abolizione bollo auto, chi ci perde e chi ci guadagna

La possibilità ventilata nei giorni scorsi di abolire il bollo auto aveva suscitato più perplessità che entusiasmo, per il fatto che sarebbe stato chiaro da subito che il mancato gettito derivante da questa abolizione sarebbe stato compensato con un aumento delle accise sui carburanti.

A fare i conti di questo aumento ci ha pensato, come al solito, la Cgia, che ha anche rilevato quali sarebbero gli automobilisti e le categorie professionali più penalizzate da questa impennata delle accise (almeno 0,16 euro al litro) a compensazione del taglio del bollo auto.

Sarebbe penalizzato chi, indipendentemente dalla cilindrata della propria auto, percorre più di 20mila chilometri all’anno; sarebbe avvantaggiato chi possiede una vettura di grossa cilindrata e percorre in media pochi chilometri.

In sostanza, secondo la Cgia, rischiano di essere penalizzati coloro i quali utilizzano l’auto per ragioni professionali: a taxisti, autonoleggiatori, agenti di commercio, piccoli trasportatori e agli artigiani che ogni giorno si spostano con i propri mezzi aziendali per eseguire interventi dalla clientela propria clientela, l’abolizione del bollo auto porterebbe più svantaggi che vantaggi.

Ecco perché gli artigiani mestrini auspicano che, con l’eventuale abolizione del bollo auto, vengano introdotti dei correttivi che tengano conto della specificità di molte imprese artigiane.

Per effettuare le proprie stime, la Cgia ha calcolato il prezzo alla pompa che un automobilista sarebbe costretto a sostenere a seconda dei consumi e del numero di chilometri percorsi con la propria auto, così come riportato dalle statistiche di settore, considerando che all’aumento dell’accisa seguirebbe un aumento del gettito Iva. Come costo annuo del bollo auto, la Cgia ha preso a campione gli importi applicati più frequentemente dalle varie regioni per le rispettive classi di cilindrata.

In sostanza, secondo i calcoli della Cgia, se il proprietario di un’auto a gasolio di 1.900 cc che attualmente paga 227 euro all’anno di bollo auto percorresse oltre 20mila km, perderebbe il beneficio dell’abolizione. Allo stesso modo per un’auto a benzina di 1.600 cc che ora paga 199 euro di bollo auto.

Per un’auto a benzina di piccola cilindrata (1240 cc), il risparmio si esaurirebbe con il raggiungimento dei 15mila chilometri all’anno, perché il costo del bollo auto è in media inferiore agli esempi analizzati in precedenza.

La magia del prezzo della benzina

Uno dei misteri più impenetrabili per gli italiani è il rapporto tra il prezzo del petrolio al barile e il prezzo della benzina alla pompa. Quando il primo sale, il secondo s’impenna, quando il primo scende il secondo, nella migliore delle ipotesi, rimane stabile. Mistero impenetrabile fino a un certo punto, perché in Italia, il prezzo della benzina è determinato per la più parte da imposte e accise.

Ce ne stiamo accorgendo di nuovo in questi giorni, quando, nonostante il prezzo del petrolio sia più basso del valore registrato nel dicembre del 2008 (circa 41 dollari al barile), alla pompa il prezzo della benzina è di circa il 30% in più rispetto a quello di 7 anni fa: 1,451 euro al litro in media contro 1,115.

Un conteggio meritorio, effettuato ancora una volta dall’Ufficio studi della Cgia. Commenta il coordinatore Paolo Zabeo: “Ancora una volta a spingere all’insù il prezzo della benzina è stata, in particolar modo, la componente fiscale. Se verso la fine del 2008 il peso dell’Iva e delle accise su un litro di benzina sfiorava i 75 centesimi, attualmente è pari a 0,99 euro al litro. In termini percentuali l’aumento della tassazione è stato del 32%”.

Un aumento che ha interessato tanto l’Iva e le accise, quanto il prezzo industriale, passato da 0,365 euro al litro di fine 2008 agli 0,461 euro attuali (+26,4%). E come al solito, anche sul prezzo della benzina noi italiani siamo cornuti e mazziati.

Conclude infatti Zabeo la riflessione sul prezzo della benzina: “Tra i Paesi che utilizzano la moneta unica, solo i Paesi Bassi, con il 70,3%, hanno un’incidenza percentuale della tassazione sul prezzo alla pompa superiore alla nostra che ha raggiunto il 68,2%. Rispetto ai Paesi che confinano con noi, invece, paghiamo la benzina il 14,4 per cento più dei francesi, il 18,9 per cento più degli sloveni e addirittura il 30,7 per cento più degli austriaci”.

E il segretario della Cgia Renato Mason lancia un appello che resterà ancora una volta inascoltato per il taglio della componente fiscale del prezzo della benzina: “Un taglio della componente fiscale oltre agli automobilisti avvantaggerebbe anche i piccoli trasportatori, gli autonoleggiatori, i taxisti, i padroncini e gli agenti di commercio che per l’ esercizio della propria attività il carburante costituisce una delle principali voci di costo”.

Entrate tributarie 2014 in linea con quelle del 2013

Tra gennaio e novembre 2014 le entrate tributarie sono rimaste in linea con quello dello stesso periodo del 2013: 354.226 milioni. Un lieve calo delle imposte dirette è compensato dalla crescita del gettito derivante da quelle indirette.

Nello specifico delle entrate tributarie, il gettito complessivo delle imposte dirette ammonta a 185.300 milioni di euro, con Irpef in calo dell’1,2% (-1.658 milioni), dovuto al calo delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (-0,6%), delle ritenute sui redditi dei dipendenti pubblici (-1,6%), dei lavoratori autonomi (-1,8%) e dei versamenti in autoliquidazione (-1,7%).

Per quanto riguarda le imposte indirette, il gettito complessivo delle entrate tributarie è pari a 168.926 milioni di euro, con una crescita dell’1,8% del gettito Iva (+1.711 milioni di euro). Nello specifico, l’Iva sugli scambi interni registra un andamento positivo del 2,4% (+1.974 milioni di euro), mentre cala del 2,1% l’introito della componente Iva sulle importazioni da Paesi extra-Ue.

Cala dello 0,7% l’imposta di bollo (-53 milioni), mentre cresce del 5,3% (+1.126 milioni di euro) il gettito dell’accisa sui prodotti energetici (oli minerali), del 13,6% (+460 milioni di euro) quello dell’accisa sul gas naturale per combustione (gas metano) e del 12,1% (+261 milioni di euro) quello dell’accisa sull’energia elettrica e addizionali.

Assopetroli: abbassare le accise sui carburanti

Simone Canestrelli, vicepresidente di Assopetroli-Assoenergia, ha lanciato un appello molto chiaro: “Le accise, in Italia, vanno ridotte perché rendono il costo dei carburanti italiani il più alto d’Europa“.

Intervenuto in un’audizione in commissione Finanze alla Camera, Canestrelli ha voluto sottolineare che per la benzina verde il differenziale fra i prezzi industriali italiani e quelli dei Paesi dell’area euro è di sette millesimi al litro, mentre quello del prezzo alla pompa arriva a 24-25 centesimi.

Il suo intervento si è concluso con l’illustrazione dei risultati di uno studio del National Institute for Economic and Social Research, secondo il quale “in Inghilterra, a ogni aumento di quattro centesimi (in euro) si perdono 35mila posti di lavoro e si arriva a una perdita economica dello 0,1% del Pil“.

Se venisse attuata una pari riduzione del prezzo, si potrebbe incrementare l’occupazione di 70mila posti di lavoro, generando uno 0,2 % in più di Pil.

Per quanto riguarda la situazione dei carburanti di oggi, dopo il rincaro deciso dal market leader Eni, questa mattina anche le altre maggiori compagnie si sono adeguate, rincarando sia benzina sia gasolio.
In particolare TotalErg, con un incremento di 0,5 centesimi al litro sia sulla benzina sia sul diesel, Q8 cha ha alzato di 0,5 centesimi la verde e di un centesimo il gasolio, ed Esso che ha aumentato solo il prezzo della benzina di 0,5 centesimi di euro.

Le medie nazionali dei prezzi in modalità servito crescono così a 1,775 euro per la benzina, con punte arrivate 1,820 euro, e di 1,704 euro per il diesel con punte a 1,733 euro.

Vera MORETTI