Gli 8 diplomi di maturità che offriranno più opportunità di lavoro dal 2022 al 2026

Negli anni dal 2022 al 2026 si prevede un fabbisogno nuove entrate nel mondo del lavoro tra i 4,1 e i 4,5 milioni di lavoratori. Di questi, si stima che la maggiore spinta rispetto agli anni precedenti della crescita occupazionale si attesti tra 1,3 e 1,7 milioni di lavoratori. Molta di questa crescita avrà il proprio contributo nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Dalle stime dell’indagine Excelsior, portata avanti da Unioncamere e Anpal, tra il 31% e il 38% della maggiore spinta sul mondo del lavoro deriverà dai provvedimenti messi in campo dal governo in ambito della Next Generation Eu.

Offerte di lavoro, quante nuove assunzioni ci saranno tra il 2022 e il 2026 tra i diplomati?

Se il fabbisogno di personale con titolo di studio di laurea si stima tra 1,1 e 1,2 milioni di universitari, la ricerca diventa più complessa per i neo-diplomati. Tra il 2022 e il 2026 il mercato del lavoro potrebbe avere necessità di immettere nelle aziende tra 1,6 e 1,8 milioni di diplomati, pari a due terzi del fabbisogno di lavoro dei prossimi cinque anni. Inoltre, lo studio di Unioncamere e Anpal stima che, nello stesso quinquennio, il mercato del lavoro avrà la necessità di immettere in azienda tra 1,2 e 1,4 milioni di lavoratori in possesso della qualifica professionale.

Quali settori avranno maggiore necessità di diplomati e per quali indirizzi tra il 2022 e il 2026?

L’indagine condotta da Unioncamere e Anpal evidenzia un significativo mismatch tra la domanda e l’offerta per l’istruzione e la formazione professionale. L’offerta formativa complessiva sarà in grado di soddisfare solo il 60% circa della domanda potenziale, e con situazioni piuttosto critiche relative agli indirizzi della logistica, dell’edilizia e della meccanica. Per ciascun anno dal 2022 al 2026 il fabbisogno di nuovi occupati con il diploma si attesterà tra le 320 mila e le 350 mila unità. L’indagine prende in considerazione due scenari.

Opportunità di lavoro per diplomati, quali sono gli scenari previsti dal 2022 al 2026?

Il primo (lo scenario A) prevede tassi di crescita del Prodotto interno lordo (Pil) molto alti, almeno per i primi anni dal 2022 al 2026; il secondo scenario (quello B) prevede tassi di crescita del Pil sempre positivi, ma meno rispetto al precedente scenario.

Offerte di lavoro, quali sono i diplomi con maggiore richiesta tra il 2022 e il 2026?

Tra il 2022 e il 2022 gli 8 diplomi che daranno maggiori opportunità saranno nell’ordine:

  • il diploma nelle aree di amministrazione e di marketing con 78.300 richieste all’anno nello scenario peggiore e 87.000 richieste in quello migliore. A fronte di questa necessità delle imprese, l’offerta di neodiplomati media annua sarà più bassa, stimabile in 45.400 nuove unità;
  • diploma di industria e artigianato, con fabbisogno di 68.500 richieste delle imprese all’anno nello scenario peggiore e di 77.800 in quello migliore. A fronte del fabbisogno, l’offerta di neodiplomati per ciascun anno dal 2022 al 2026 sarà di 70 mila nuove unità;
  • i licei, con un fabbisogno di 60.300 nuovi diplomati nello scenario peggiore e di 64.600 in quello migliore. A fronte del fabbisogno, sarà notevolmente maggiore l’offerta di nuovi diplomati nel periodo, con 126.800 nuovi diplomati per ciascun anno.

Quali sono i diplomi di maturità che offriranno più possibilità di lavoro dal 2022 al 2026?

Continuando con la classifica dei diplomi di maturità che daranno maggiori opportunità di lavoro tra il 2022 e il 2026, si ritrovano:

  • i diplomi socio-sanitari, con 32.800 nuove unità di fabbisogno sul mercato del lavoro tra il 2022 e il 2026 nello scenario peggiore e 33.300 in quello migliore. A fronte del fabbisogno, il numero annuo di diplomati sarà notevolmente inferiore e pari a 13.000 nuovi diplomati;
  • il diploma di turismo, con 21.700 nuovi diplomati richiesti all’anno nello scenario peggiore e 24.300 in quello migliore. L’offerta di neodiplomati all’anno sarà di 41.100 unità;
  • diplomi legati al settore delle costruzioni, con 20.400 nuove unità di fabbisogno all’anno nello scenario peggiore e 22.100 in quello migliore. L’offerta di nuovi diplomati nel settore sarà di gran lunga inferiore e pari a 9.700 unità all’anno.

Fabbisogno e offerta di diplomati, quali saranno i titoli più richiesti dal 2022 al 2026?

In chiusura della classifica dei diplomi più richiesti sul mercato del lavoro tra il 2022 e il 2026 si ritrovano:

  • i titoli sui trasporti e la logistica con 14.100 nuovi diplomati richiesti dalle imprese tra il 2022 e il 2026 nello scenario peggiore e 15.700 in quello migliore. L’offerta di nuovi diplomati all’anno si fermerà a 5.800 nuove unità;
  • i diplomi dell’agroalimentare, con fabbisogno di 10.100 nuovi diplomati annui nello scenario peggiore e di 11.300 in quello migliore. L’offerta di diplomati sarà all’incirca in linea con la richiesta e pari a 11.700 neodiplomati all’anno;
  • gli altri indirizzi segneranno un fabbisogno medio annuo di 13.300 unità nello scenario peggiore e di 15.200 in quello migliore. Molto più bassa sarà l’offerta annua di neodiplomati che si fermerà a 6.100.

Considerazioni finali sulla richiesta di diplomati nel mercato del lavoro dal 2022 al 2026

Il quadro che emerge dall’indagine Unioncamere e Anpal sul mercato del lavoro dal 2022 al 2026, in particolare sui diplomati, denota:

  • un fabbisogno di gran lungo superiore all’offerta di diplomati per gli indirizzi amministrativi e di marketing, per il socio e sanitario, per le costruzioni, per la logistica e i trasporti e per il gruppo artigianato e industriale;
  • per altri diplomi emerge un eccesso non trascurabile dell’offerta di diplomati, ovvero del numero dei nuovi diplomati. In particolare, per i licei per per gli indirizzi turistici.

I 10 profili più cercati attualmente, imprese alla ricerca di 318mila candidati da assumere

Sono 318 mila le entrate nel mondo del lavoro previste per febbraio 2022 secondo l’indagine Excelsior di Unioncamere e Anpal. Per la prima volta dalla ripresa dall’emergenza sanitaria ed economica gli ingressi nel mondo del lavoro sono stimati in meno 140 mila unità rispetto al mese di gennaio 2022. A pesare sui numeri in discesa il caro energia e la situazione delle materie prime. Sono noti i 10 profili più ricercati dalle imprese italiane in questo periodo e i posti a disposizione per ciascuno di essi. Tuttavia, non tutti i profili ricercati nel mercato del lavoro troveranno il giusto candidato. L’indagine calcola che mediamente il 40% dei posti rimarrà vacante.

Offerte di lavoro, quanti posti sono a disposizione di chi cerca a febbraio 2022?

Sono circa 318 mila i posti di lavoro da coprire nel mese di febbraio 2022. Il dato è di circa 140 mila posizioni in meno rispetto ai numeri di gennaio scorso. È quanto emerge dall’indagine Excelsior di Unioncamere e Anpal. Le stime mostrano il primo campanello di allarme sul mercato del lavoro. A impattare in termini negativi sulla ripresa delle offerte di lavoro è il caro energia e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. La stima è comunque positiva se rapportata allo stesso periodo del 2021. Rispetto a febbraio dell’anno scorso, infatti, la riapertura delle attività dall’emergenza Covid permette la ricerca di 102 mila nuove unità sul mercato del lavoro. Delle 318 mila posizioni ricercate in questo mese, 167 mila riguardano contratti a termine e a tempo determinato; 72 mila sono invece i posti a tempo indeterminato.

Quali settori stanno avendo un calo nelle offerte di lavoro?

Rispetto a gennaio 2022, i settori che stanno avendo un calo nelle offerte di lavoro sono quelli del manifatturiero (-29,5% a febbraio confrontato con gennaio 2022); lo stesso settore segna, in ogni modo, un +27,4% rispetto a febbraio 2021. In calo anche il settore delle costruzioni (-20,7% rispetto a gennaio 2022 e +16,7% rispetto a febbraio 2021). Anche più marcata è la caduta delle opportunità di lavoro nel settore dei servizi (-32,5% a febbraio 2022 rispetto al mese scorso, +33,8% rispetto a febbraio 2021) e, nello specifico, nel commercio (-43,7% rispetto a gennaio 2022 e +37,6% rispetto a febbraio 2021).

Offerte di lavoro febbraio 2022, quali sono i settori con le maggiori opportunità?

Andando nella sintesi delle professioni e del numero delle offerte di lavoro presenti a febbraio 2022, si può dire che le imprese avranno bisogno di:

  • 820 dirigenti;
  • 21.760 candidati nelle professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione;
  • 49.270 profili di professioni tecnici (dell’informatica, dell’ingegneria, della salute, dell’economia);
  • 25.350 impiegati;
  • 69.640 candidati nelle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi;
  • 57.110 operai specializzati;
  • 47.430 conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili;
  • 46.210 figure non qualificate addette alla consegna merci e ai servizi di pulizia.

Offerte di lavoro 2022, quali sono i primi 10 profili più ricercati a febbraio?

Ecco, dunque, nello specifico quali sono i 10 profili maggiormente ricercati dalle imprese con il numero di posti a disposizione:

  • addetti alle attività di ristorazione con 34.910 opportunità di lavoro;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia con 25.970 offerte di lavoro;
  • addetti alle vendite con 20.060 offerte di lavoro;
  • conduttori di veicoli a motore con 17.670 profili ricercati dalle imprese;
  • artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento delle strutture edili con 14.720 offerte di lavoro;
  • personale non qualificato addetto a spostare e a consegnare merci con 12.360 opportunità di impiego;
  • impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali con 11.860 offerte di lavoro;
  • tecnici dei rapporti con i mercati con 9.570 offerte di lavoro;
  • meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili con 9.080 offerte di lavoro;
  • tecnici della salute con 8.650 nuove opportunità di impiego.

Quali altri profili sono ricercati dalle imprese italiane attualmente?

A seguire, molto richiesti sono i profili dalle imprese italiane in questo periodo:

  • artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con 8.160 nuovi profili ricercati dalle imprese;
  • fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni assimilate;
  • conduttori di macchine per il movimento terra, sollevamento e maneggio dei materiali;
  • operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali;
  • tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • tecnici in campo ingegneristico;
  • tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi;
  • ingegneri e professioni assimilate;
  • artigiani e operai specializzati di installazione e manutenzione delle attrezzature elettriche ed elettroniche.

Mercato del lavoro, in quali settori le imprese fanno più fatica a trovare i profili ricercati?

Rispetto ai posti di lavoro e alle opportunità offerte dalle imprese, per molti profili sarà difficile reperire gli high skill ideali. Lo scarto tra i profili ricercati dalle imprese e le competenze offerte dai lavoratori si evince soprattutto nella manifattura, in particolar modo nelle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo. A seguire il comparto delle costruzioni, della meccatronica, dell’informatica e delle telecomunicazioni. Anche i servizi alla persona segnano la difficoltà di reperire i profili adeguati alle mansioni.

Offerte di lavoro, le 10 professioni più difficili da trovare da parte delle imprese in questo periodo

Ecco, dunque, quali saranno le professioni che lasceranno il maggior numero di opportunità e posti di lavoro vacanti:

  • tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e di servizi con il 68,4% dei posti che rimarranno scoperti;
  • artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 65,1% dei posti vacanti;
  • i dirigenti con il 65% dei posti vacanti;
  • fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni assimilate con il 64,1% delle opportunità di lavoro che non troveranno il giusto candidato;
  • tecnici della salute con il 59,6% delle offerte di lavoro che andranno deserte;
  • meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili con il 59,3% dei posti vacanti;
  • tecnici in campo ingegneristico con il 59,1% dei profili mancanti;
  • fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati con il 59% dei posti non coperti;
  • conduttori di veicoli a motori con il 56,3% dei posti vacanti;
  • specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali con il 55,9% dei posti vacanti.

Offerte di lavoro, la situazione dei giovani aggiornata

Tra le considerazioni che i numeri portano a fare sul mercato del lavoro, emergono le difficoltà delle imprese nella ricerca di profili giovani e con le giuste competenze. Mediamente la mancanza di profili ideali è presente nel 43,4% delle offerte di lavoro riservate ai giovani. Nel mese di febbraio 2022 le imprese hanno cercato di più di assumere unità provenienti dalla scuola e dalle università. Circa 85 mila contratti, corrispondenti al 27% del totale, ha riguardato i giovani. Con una crescita del 2% rispetto allo scorso mese. Le difficoltà più evidenti nella ricerca di questi profili si è registrata tra i progettisti, gli ingegneri e le professioni assimilate (più di 6 posti su 10 andranno vacanti); ma anche gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli immobili e gli operati impiegati in attività meccaniche ed elettroniche sono di difficile reperimento.

Le 10 lauree che daranno maggiori opportunità di lavoro dal 2022 al 2026

Per gli anni dal 2022 al 2026 le previsioni Excelsior di Unioncamere e Anpal sottolineano un fabbisogno occupazionale complessivo tra i 4,1 e i 4,5 milioni di lavoratori. Della cifra, tra 1,3 e 1,7 milioni di unità costituiranno l’incremento dell’occupazione determinato dalla crescita economica. Un contributo, rispetto al totale del fabbisogno occupazionale, che varia dal 31% al 38%.

Cosa determinerà la crescita occupazionale dal 2022 al 2026?

La crescita occupazionale dipenderà, per buona parte, dagli investimenti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) nell’ambito dei fondi del Next Generation Eu. Per quanto attiene al mercato del lavoro, il rapporto Excelsior evidenzia una significativa accelerazione della composizione professionale, in particolare dei lavoratori laureati.

Mercato del lavoro per i laureati, cosa succederà tra il 2022 e il 2026?

Nel dettaglio, tra il 2022 e il 2026 il mercato del lavoro in Italia potrebbe avere la necessità di immettere 1,1 o 1,2 milioni di laureati. La media annuale delle immissioni potrebbe variare tra le 230 mila e le 246 mila unità. Confrontando i dati relativi ai lavoratori in possesso di laurea, si osservano numeri di crescita in tema di assunzioni soprattutto nei campi:

  • medici e sanitari;
  • nei differenti ambiti Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica);
  • nelle aree economiche.

Assunzioni laureati, ci saranno più chance nella Pubblica amministrazione o nel privato dal 2022 al 2026?

Nel fabbisogno di laureati per le assunzioni in Italia, stimabile tra 1,1 e 1,2 milioni nel periodo 2022-2026, si prevede che il 60% sarà a vantaggio del settore privato (tra dipendenti e lavoratori autonomi) e il 40% della Pubblica amministrazione. Inoltre, l’accesso e le assunzioni nella Pubblica amministrazione dal 2022 al 2026 sarà a vantaggio dei candidati in possesso di un titolo di laurea per il 58,5%.

Neolaureati, offerte di lavoro e fabbisogno di laureati: cosa significa?

Inoltre, si prevede che la quantità di candidati in possesso di un titolo universitario che entreranno nel mercato del lavoro nei prossimi cinque anni sarà pari a 191 mila unità per ciascun anno fino al 2026. I dati sugli ingressi effettivi vanno poi confrontati con il fabbisogno. Quest’ultimo rappresenta la necessità di unità in possesso del titolo di laurea espresso dal sistema economico.

Offerte di lavoro dalle imprese e Pubblica amministrazione: gli scenari dei prossimi anni

In termini di offerte di lavoro espresse dal sistema economico, ovvero di candidati ricercati dalle imprese private e dalla Pubblica amministrazione, è possibile fare una classifica delle lauree che avranno più opportunità di entrare nel mondo del lavoro. È importante sottolineare che la ricerca Excelsior di Unioncamere e Anpal prevede due scenari. Il primo molto positivo, con valori del Pil molto alti per i prossimi cinque anni (o almeno fino al 2024). Il secondo scenario è pur sempre positivo, ma meno ottimistico rispetto al precedente.

Richiesta di laureati nel mondo del lavoro dal 2022 al 2026: quali saranno le 10 lauree con più opportunità?

Detto che il fabbisogno previsto dal 2022 al 2022 di candidati in possesso di laurea varierà da un fabbisogno di 230 mila a uno scenario più ottimistico di 245.700 laureati (per un’offerta effettiva media di laureati per ogni anno di 191 mila neolaureati), i 10 titoli di studio che daranno maggiori opportunità di lavoro sono i seguenti:

  • lauree in materie economiche e statistiche, con 40.100 laureati in entrata nel mondo del lavoro nello scenario peggiore e 44.500 nello scenario migliore. L’offerta effettiva di neolaureati per ogni anno in questa materia sarà di 31.200 unità;
  • titolo giuridico e politico sociale, con richieste per 40.500 (scenario peggiore) o 42.200 (scenario migliore). L’offerta media dei laureati per ogni anno sarà di 28.800 unità;
  • al terzo posto si trovano le lauree mediche e sanitarie con 31.300 unità richieste nello scenario peggiore e 31.400 in quello migliore. L’offerta sarà di 23.200 unità con questo titolo di studio.

Laureati in insegnamento, formazione, architettura, ingegneria civile, letteratura: quanto sono ricercati nel mondo del lavoro?

A seguire nella classifica delle 10 lauree che daranno maggiori chance di trovare un lavoro nei prossimi cinque anni, si ritrovano i titoli di studio di ingegneria, a esclusione di ingegneria civile. Nello scenario migliore sono previste 27.300 assunzioni, in quello peggiore 30.400. L’offerta di neolaureati per ogni anno sarà di 20.200. A proseguire:

  • laureati in insegnamento e formazione, comprese scienze motorie. Sono previste 25.300 nuove unità tra il 2022 e il 2026 nello scenario peggiore e 27.100 in quello migliore. L’offerta di neolaureati per ogni anno sarà di 25.100 unità;
  • al sesto posto si ritrova la laurea in architettura, urbanistica e territorio, comprendendo anche ingegneria civile. In totale, nello scenario migliore saranno richiesti 14 mila nuove immissioni, in quello peggiore 15.100. L’offerta di neolaureati per ogni anno sarà di 25.100 unità;
  • a seguire i laureati in ambito letterario, filosofico, storico e artistico con 13.900 immissioni all’anno nello scenario peggiore e 14.500 in quello migliore. L’offerta di neolaureati per ogni anno sarà di 9.100 unità.

Laureati in lingue, scienze matematiche e biologiche, quante opportunità di lavorare ci saranno dal 2022 al 2026?

Continuando la classifica delle lauree più richieste dal 2022 al 2026, si ritrovano:

  • all’ottavo posto i laureati in lingue straniere, traduttori e interpreti. Ci sarà bisogno di 10.500 unità nello scenario peggiore o di 11.600 in quello migliore. L’offerta di neolaureati per ciascun anno dal 2022 al 2026 sarà di 9.700 unità;
  • la laurea in scienze matematiche, fisiche e informatiche sarà richiesta per  8.300 immissioni nel mondo del lavoro (8.900 nello scenario migliore). L’offerta di neolaureati per ogni anno sarà mediamente di 5.400 unità;
  • infine il titolo in scienze biologiche e biotecnologie sarà richiesto per 5.900 nuove unità (nello scenario peggiore) o per 6.300 in quello migliore. L’offerta di neolaureati media annuale sarà di 7.800 unità.

Quali altre lauree saranno richieste dal 2022 al 2026 per lavorare?

Oltre alle prime 10 posizioni delle lauree che saranno le più richieste dal 2022 al 2026, nello stesso periodo potranno trovare buone occasioni di occupazioni i seguenti titoli universitari:

  • i posti di lavoro per i laureati in psicologia saranno 4.900 nello scenario peggiore e di 5.100 in quello migliore. L’offerta media annuale sarà di 7.400 nuove unità;
  • laureati in chimica e farmaceutica, con posti di lavoro pari a 4.400 nello scenario peggiore e a 4.800 in quello migliore. L’offerta di neolaureati per ciascun anno sarà di 5.800 unità;
  • titolo di laurea in campo agroalimentare, con 3.600 nuove opportunità di lavoro (scenario peggiore) o di 3.800 in quello migliore. L’offerta media annuale di neolaureati sarà di 4.500 nuove unità.

I 10 settori dove ci saranno più assunzioni nel 2022-2026 col il Pnrr

L’effetto del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) favorirà anche le assunzioni. Nello scenario più favorevole, ovvero di pieno utilizzo delle risorse del Piano, si prevede una crescita occupazione fino a 1,7 milioni di posti di lavoro in più. È quanto emerge dall’indagine di Unioncamere e Anpal sulle previsioni di crescita delle assunzioni e sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine nel periodo tra il 2022 e il 2026. Nello scenario meno favorevole, le assunzioni potrebbero crescere di 1,3 milioni di euro.  L’impatto del Pnrr sarà, in ogni modo positivo, pienamente positivo o meno favorevole. Nella ricerca si possono individuare i 10 settori che daranno il maggior contributo, in termini di posti di lavoro, all’occupazione italiana.

Gli scenari dell’occupazione a seconda del Pil: ecco le previsioni dei prossimi 5 anni

Nell’indagine sull’occupazione, Unioncamere e Anpal immaginano due scenari dei prossimi 5 anni. Uno più ottimistico, previsto dal Nadef di settembre 2021 del governo italiano, che stima una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) nel 2022 del 4,7% e un incremento più contenuto nei due anni successivi (2,8% nel 2023 e 1,9% nel 2024). Il secondo scenario, positivo ma meno ottimistico, stima un Pil variabile tra il 4,2% e il 4,7% nel 2022 (Fmi, Oecd, Istat e Banca d’Italia) e una crescita meno accentuata nel 2023 (dall’1,6% al 2,6%), per poi stabilizzarsi su stime più basse dal 2024 al 2026 (1% calcolato dal Fondo monetario internazionale).

Assunzioni 2022-2026, quali sono i settori dove ci sarà maggiore bisogno di nuove immissioni?

Con la spinta del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), nei prossimi cinque anni l’occupazione potrebbe crescere con cifre tra 1,3 e 1,7 milioni di nuovi posti di lavoro a seconda dello scenario economico che si realizzerà. La stima varia da un minimo di 260 mila a un massimo di 340 mila nuove posizioni per ciascun anno dal 2022 al 2026. Il livello di occupazione pre-Covid verrà raggiunto nel 2023. A far da traino i settori dei servizi che avranno tra i 976 mila e 1,2 milioni di occupati in più nei prossimi cinque anni.  Nell’industria le cifre si stimano più ristrette: si va dai 293 mila ai 438 mila occupati in più. È importante rilevare che i dati sono già decurtati dalle uscite fisiologiche dal mondo del lavoro, prevalentemente per i pensionamenti. Il fabbisogno reale di nuove assunzioni da parte delle imprese è di gran lunga superiore, pertanto, ai numeri indicati.

Nuove assunzioni, quanti in entrata nel 2022-2026 tra lavoratori privati, Pubblica amministrazione e autonomi?

Infatti, considerando che 2,8 milioni di lavoratori dovranno essere sostituiti tra il 2022 e il 2026 per la fisiologica uscita dal lavoro, si stima che nei 5 anni il fabbisogno complessivo di nuove assunzioni sarà compreso tra i 4,1 e i 4,5 milioni di lavoratori. Nello scenario meno ottimistico, il fabbisogno di dipendenti privati dovrebbe attestarsi sui 2.260.000 lavoratori (nello scenario migliore, 2.571.700 nuove entrate sul mondo del lavoro); la Pubblica amministrazione farà entrare nei comparti 770 mila nuove unità (in entrambi gli scenari); i lavoratori autonomi in entrata sul lavoro saranno 1.091.600 (nello scenario migliore 1.205.100). L’agricoltura avrà un fabbisogno di 136.500 lavoratori (154.500 nello scenario più favorevole); l’industria tra i 913.100 e 1.057.900 nuovi lavoratori; i servizi tra 3.072.200 e i 3.334.400 nuovi lavoratori.

Assunzioni dal 2022 al 2026, quali saranno i 10 settori dove le imprese avranno più bisogno di immissioni?

Entrando nel dettaglio del fabbisogno occupazionale delle imprese, il commercio e il turismo avranno i numeri più alti in termini di assunzioni. Infatti, il fabbisogno del settore varierà da un minimo di 748.300 (scenario meno ottimistico) e 860.800 (scenario più ottimistico) unità. La crescita occupazionale per effetto dell’espansione economica nei 5 anni, decurtata anche delle uscite dal mondo del lavoro, sarà compresa tra 242.800 (scenario meno ottimistico) e 355.400 (scenario più ottimistico) nuove assunzioni. A seguire il settore degli altri servizi pubblici e privati (con una forbice di fabbisogno, a seconda degli scenari, tra 563.400 e 586.000 unità). Lo stock occupazionale per effetto dell’espansione economica nei 5 anni sarà, tuttavia, più basso rispetto ad altri settori e compreso tra 134.300 e 156.800 nuove assunzioni. Al terzo posto per fabbisogno, la formazione e la cultura: si andrà da 515.00 a 552.600 a seconda dello scenario nei prossimi 5 anni. Più contenuto sarà il numero di crescita delle assunzioni, decurtate delle uscite dal mondo del lavoro: tra 167.900 e 205.500 nuove unità.

Previsioni assunzioni settori salute, finanza, costruzioni, infrastrutture e altre filiere industriali tra il 2022 e il 2026

In termini di fabbisogno, il settore della salute farà registrare numeri da quarto posto, anche se la forbice tra i due scenari sarà molto contenuta. Si va da 498.200 a 501.600 unità di fabbisogno, mentre la crescita delle nuove assunzioni sarà pari a 126.600 (130.100 per lo scenario più favorevole). A seguire, la finanza e i servizi di consulenza che avranno necessità di reperire e di sostituire un numero di unità variabile tra 490.100 e 546.900 a seconda degli scenari. Al netto delle uscite, il settore crescerà dal punto di vista occupazionale con numeri tra 211.700 e 268.600 unità. Il settore delle costruzioni e delle infrastrutture farà segnare numeri elevati. Si va dalle 339.400 alle 375.700 unità di fabbisogno, mentre le nuove assunzioni si attesteranno tra 168.500 e 204.900 immissioni, facendo segnare un +1.9% (o +2,3%) nel rapporto percentuale in media annua tra domanda di espansione e stock di occupati. A seguire, le altre filiere industriali segneranno un fabbisogno tra 229.800 e 267.000 unità, con un numero di assunzioni previsto tra 60 mila e 97 mila immissioni.

Crescita assunzioni dal 2022 al 2026: i settori della meccatronica, robotica, informatica e telecomunicazioni

Al nono posto del fabbisogno di unità occupazionali nel periodo tra il 2022 e il 2026 il settore della meccatronica e della robotica. Si va da un minimo di 157.900 unità dello scenario meno favorevole a 185.600 dello scenario più favorevole. Le previsioni di crescita delle assunzioni, a seconda degli scenari, varierà da. minimo di 32.300 a un massimo di 60.000 nuovi immessi. A chiudere, il settore dell’informatica e delle telecomunicazione. Si va intorno alle 100 mila unità (da 99.400 a 107.900) con stime di crescita delle assunzioni previste tra 51.500 e 60.100 nuove immissioni a seconda dei due scenari.

Dove si avrà la maggiore crescita occupazionale in Italia dal 2022 al 2026?

Secondo l’indagine Unioncamere e Anpal, la maggiore crescita occupazionale, in termini di espansione delle offerte di lavoro, si avrà nell’Italia del Nord Ovest con una forbice, a seconda degli scenari più o meno favorevoli, compresa tra 489.100 e 626.600 nuove assunzioni. A seguire il Nord Est con 302.900 nuove assunzioni (o 402.800 nel caso di scenario più favorevole); il Sud e le Isole con 331.400 nuove assunzioni (429.900 nello scenario più favorevole); a chiudere il Centro con la crescita di 170.500 nuove immissioni (259.700 nello scenario migliore).

Reddito di cittadinanza: gli sgravi contributivi per le assunzioni. Novità

Dalla Legge di Bilancio 2022 arrivano novità importanti per le imprese che assumono percettori di reddito di cittadinanza. Lo sgravio contributivo ora viene riconosciuto anche per chi assume a tempo determinato e parziale.

Novità negli incentivi per chi assume percettori di reddito di cittadinanza

La Legge di Bilancio 2022 porta delle novità nel settore degli incentivi all’assunzione dei percettori del reddito di cittadinanza, l’obiettivo è far in modo che costoro possano essere più facilmente collocati nel mondo del lavoro e che la disoccupazione diventi quindi una fase transitoria. Questa disciplina è strettamente correlata con le nuove regole per coloro che rifiutano un lavoro.

Per saperne di più leggi l’articolo: Le nuove regole per il reddito di cittadinanza: cosa cambia per i percettori.

L’articolo 1, comma 74, lettera g del decreto 234/2021 (legge di bilancio 2022) modifica il primo comma dell’articolo 8 del decreto legge 4 del 2019 e stabilisce l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per coloro che stipulano un contratto di lavoro:

  • a tempo determinato, pieno o parziale;
  • a tempo indeterminato pieno o parziale;
  • un contratto di apprendistato.

L’esonero contributivo ha un valore massimo di 780 euro mensili, cioè l’importo massimo previsto per il reddito di cittadinanza.

Lo sgravio può essere fruito per un periodo pari alla differenza tra 18 mensilità e il numero di mensilità di reddito di cittadinanza già godute dal beneficiario e per un lasso di tempo non inferiore a 5 mesi.

Incentivi per la formazione dei percettori di reddito di cittadinanza

L’estensione dello sgravio contributivo non riguarda però tutti i contratti, ad esempio non sono stati ricompresi i contratti a tempo determinato instaurati in seguito al percorso di formazione (patti di formazione) in questo caso lo sgravio continua ad esserci solo per le assunzioni a tempo indeterminato e a tempo pieno.

Inoltre l’ente che ha curato la formazione che ha portato all’instaurazione del contratto di lavoro nei confronti del percettore, continuerà a ricevere, sotto forma di sgravio contributivo applicato per l’assunzione dei propri dipendenti, una somma pari alla metà del reddito di cittadinanza percepito dal soggetto che ha seguito la formazione. Si tratta quindi di un importo massimo di 390 euro, per un periodo non inferiore a 6 mesi.

In nessun caso l’ente di formazione o il datore di lavoro può ottenere uno sgravio contributivo e assistenziale di importo superiore a quello a carico del datore di lavoro per il pagamento dei contributi. Insomma, il datore di lavoro non può intascare importi ulteriori rispetto a quanto effettivamente dovrebbe corrispondere di contributi.

Agevolazioni per le Agenzie per il Lavoro

La Legge di Bilancio 2022 prevede incentivi anche per le Agenzie per il Lavoro riconosciute da ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive per il lavoro). Per ogni soggetto percettore di Reddito di Cittadinanza collocato nel mondo del lavoro grazie alla mediazione dell’Agenzia per il lavoro, è previsto un contributo pari al 20% dell’incentivo riconosciuto al datore di lavoro per l’assunzione diretta. Tale 20% viene però decurtato dall’importo di cui dovrebbe avere vantaggio l’azienda che assume, quindi non ci sono maggiori oneri per lo Stato, solo una divisione del beneficio tra il datore di lavoro e l’agenzia.

Chi può accedere al beneficio contributivo per l’assunzione di percettore RdC

Possono beneficiare dell’incentivo tutti i datori di lavoro, inclusi quelli del settore agricolo, sono escluse le assunzioni per lavoro domestico.

Vi sono però dei limiti e delle condizioni.

Per poter ottenere il beneficio è necessario:

  • che l’azienda abbia un aumento netto del numero di dipendenti (non si può licenziare e assumere il percettore di reddito di cittadinanza);
  • devono essere rispettati i limiti per gli Aiuti di Stato e gli Aiuti de Minimis;
  • l’azienda deve essere in regola con le assunzioni previste in favore dei disabili;
  • devono essere rispettate le norme in materia di tutela delle condizioni di lavoro;
  • devono essere rispettate le norme dei contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative;
  • deve essere rispettato il diritto di precedenza o repechage;
  • sia rispettata la regolarità contributiva.

Si cade dal beneficio nel caso in cui il lavoratore sia licenziato senza giusta causa o giustificato motivi nell’arco di 36 mesi.

I 10 lavori più richiesti fino a marzo 2022: mancano soprattutto operai

Mercato del lavoro in fermento nel primo trimestre del 2022, complice anche la fase di ripresa dall’emergenza Covid-19. Da gennaio a marzo le imprese faranno richiesta di oltre 1.158.000 profili, un numero che può essere riassunto nel dato secondo il quale sei imprese su 10 sono pronte ad assumere. Ma mancano alcune figure, come quelle degli operai e degli ingegneri. Imprese digitali e delle costruzioni guidano la ripresa del mercato del lavoro andando oltre il periodo Covid: +1,9% delle nuove opportunità di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2019. Ecco quali sono le professioni maggiormente richieste dalle imprese nei primi tre mesi dell’anno analizzando i dati di Unioncamere-Anpal, Sistema Informativo Excelsior.

Offerte di lavoro, quali sono i settori che assumono di più?

Nel primo trimestre del 2022 le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi si confermano il settore dove si assume di più. All’inizio del 2022 le imprese operanti in questo settore prevedono 259.240 nuove assunzioni. A seguire sono ricercati gli operai specializzati (203.590 assunzioni previste nei primi tre mesi del 2022); le professioni tecniche (186.700 nuove assunzioni); i conduttori di impianti e gli operai di macchinari fissi e mobili (175.570 nuove assunzioni); le professioni non qualificate per i servizi di pulizia o di spostamento e di consegna delle merci (156.640 assunzioni); gli impiegati nelle varie mansioni (96.560 nuove assunzioni); le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (77.350 nuove assunzioni); infine i dirigenti, richiesti per 2.510 posti da coprire.

Offerte di lavoro, in quali settori si fa più fatica a trovare nuove opportunità?

Dall’analisi dei dati della ricerca di Unioncamere e Anpal, emerge che l’apporto del settore delle costruzioni, spinto dal superbonus 110% e dai vari bonus edilizi, è quello che maggiormente necessita di nuove assunzioni con circa 424 mila unità ricercate. Allo stesso modo, anche i settori della metallurgia, della meccanica e dell’elettronica, coinvolti nella trasformazione digitale delle imprese, fanno registrare numeri di crescita delle assunzioni programmate. In sofferenza, invece, i settori del tessile, dell’abbigliamento e delle calzature, dove le opportunità di lavoro non hanno raggiunto i numeri del pre-Covid.

Quali sono i 10 lavori più ricercati dalle imprese fino a marzo 2022?

Entrando nel dettaglio delle professioni, nei primi tre mesi del 2022 ecco quali sono i 10 lavori più ricercati dalle imprese:

  • gli addetti alle attività di ristorazione con 111.300 nuove assunzioni;
  • addetti alle vendite con 87.690 nuove offerte di lavoro;
  • il personale non qualificato nei servizi di pulizia con 78.730 nuove opportunità di lavoro;
  • i conduttori di veicoli a motore con 70.470 nuove assunzioni;
  • gli artigiani e gli operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento delle strutture edili con 54.660 nuove opportunità di impiego;
  • il personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna delle merci con 47.850 nuove offerte di lavoro;
  • i tecnici dei rapporti con i mercati con 42.010 nuove opportunità di lavoro;
  • i meccanici artigianali, i montatori, i riparatori e i manutentori di macchine fisse e mobili con 30.830 assunzioni;
  • i tecnici della salute con 30.050 nuove opportunità di assunzione;
  • gli artigiani e gli operai specializzati addetti alle rifiniture nelle costruzioni con 29.900 nuove offerte di lavoro dalle imprese.

Offerte di lavoro, quali sono le altre più ricercate dalle imprese entro marzo 2022?

Tra le altre professioni e mansioni più ricercate dalle imprese all’inizio del 2022 troviamo:

  • gli impiegati addetti ad accogliere e a fornire informazioni alla clientela con 23.800 nuove opportunità di assunzione;
  • i conduttori di macchine per il movimento della terra, per il sollevamento e per il maneggio dei materiali con 23.660 nuove offerte di lavoro;
  • i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni con 23.490 nuove assunzioni;
  • le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali con 23.410 nuove offerte di lavoro;
  • i fonditori, i saldatori, i lattonieri, i calderai, i montatori di carpenteria metallica e professioni simili con 20.190 nuove assunzioni;
  • gli artigiani e gli operai specializzati di installazione e manutenzione delle attrezzature elettriche ed elettroniche con 16.290 nuove offerte di lavoro;
  • gli operai addetti all’assemblaggio dei prodotti industriali con 16.130 nuove opportunità di lavoro;
  • i tecnici in campo ingegneristico con 15.860 nuove offerte di lavoro;
  • i tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive con 15.400 nuove offerte di lavoro;
  • gli ingegneri e le professioni assimiliate con 15.280 nuove opportunità di impiego;
  • le professioni qualificate nei servizi personali e mansioni assimilate con 14.660 nuove offerte di lavoro.

Offerte di lavoro, dove le imprese hanno più difficoltà a trovare i profili ricercati?

Spesso i settore dove c’è il maggior numero di offerte di lavoro e le possibilità di assunzioni, sono anche quelli dove le imprese faticano a trovare i profili ideali. È il caso delle costruzioni, dove per alcune mansioni, come quella degli artigiani e degli operai specializzati addetti alle rifiniture, il 62,3% dei posti potrebbe rimanere vacante per la mancanza di candidati. Percentuali più alte di posti di lavoro con difficoltà a reperire candidati si riscontrano nelle professioni tecniche informatiche e delle telecomunicazioni con il 68,1% delle opportunità di lavoro destinate ad andare vacanti. A seguire gli attrezzisti, gli operai e gli artigiani del trattamento del legno e delle professioni assimilate con il 67,9% di difficoltà a reperire figure ideali rispetto ai posti di lavoro messi a disposizione e i fonditori, i saldatori, i lattonieri, i calderai, i montatori di carpenteria metallica e le professioni assimilate con il 62,4% di difficoltà.

Offerte di lavoro, dove ci sono maggiori opportunità di essere assunti?

Tra le regioni con il maggior numero di offerte di lavoro nei vari settori nei primi tre mesi del 2022 ritroviamo:

  • la Lombardia con 255.340 nuove offerte di lavoro;
  • il Veneto con 123.000 nuovi posti di lavoro;
  • il Lazio con 112.290 opportunità di lavoro;
  • l’Emilia Romagna con 111.090 nuove offerte di lavoro;
  • la Campania con 85.950 nuove opportunità di lavoro;
  • il Piemonte con 81.630 nuove offerte di lavoro;
  • la Toscana con 76.060 posti di lavoro.

In generale, il Nord Ovest dell’Italia ha la maggiore distribuzione dei posti di lavoro con 368.010 nuovi posti entro marzo 2022; a seguire il Nord Est con 288.450 nuovi posti; il Sud e le isole con 270.980 offerte di lavoro e il Centro con 230.710 nuove opportunità di impiego.

I 10 lavori più richiesti a gennaio 2022: imprese alla ricerca di 458mila profili

Saranno 457.650 i profili ricercati dalle imprese nel mese di gennaio 2022. La stima arriva dal rapporto di Anpal e Unioncamere che, come di consueto, riporta i dati sul mercato del lavoro. Nell’intero primo trimestre dell’anno, da gennaio a marzo 2022, i profili ricercati dalle imprese supereranno abbondantemente il milione di unità (1.158.150 ingressi previsti nel mondo del lavoro).

Assunzioni gennaio 2022: quali sono le aree aziendali con maggiori opportunità di lavoro?

Le aree dove si concentreranno le maggiori opportunità di lavoro nel mese di gennaio 2022 riguarderanno:

  • l’area di produzione di beni e di erogazione di servizi con 185.850 entrate previste, pari al 41,4% del totale delle oltre 457 mila assunzioni;
  • le aree commerciali e di vendita con 87.050 nuove assunzioni;
  • l’area tecnica e della progettazione (ricerca e sviluppo, installazione e manutenzione, certificazione e controllo della qualità, della sicurezza e dell’ambiente) con 70.630 assunzioni;
  • le aree della logistica con 60.970 assunzioni;
  • aree direzioni e servizi generali con 28.770 assunzioni previste;
  • le aree amministrative co 24.380 assunzioni.

Quali sono le categorie lavorative più ricercate a gennaio 2022?

Tra le categorie lavorative più ricercate dalle imprese a gennaio 2022 troviamo:

  • le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi con 259.240 profili ricercati;
  • gli operai specializzati con 203.590 opportunità di lavoro;
  • le professioni tecniche (tra cui i tecnici informatici, i tecnici in campo ingegneristico, quella salute, dell’organizzazione delle attività produttive, della formazione professionale) con 186.700 opportunità di lavoro;
  • i conduttori di impianti e gli operai di macchinari fissi e mobili con 175.570 opportunità di impiego;
  • le professioni non qualificate nei servizi di pulizia e nello spostamento e consegna delle merci con 156.640 opportunità di lavoro;
  • gli impiegati (alla segreteria, all’accoglienza, alla gestione amministrativa della logistica, alla gestione contabile, finanziaria ed economica) con 96.560 offerte di lavoro;
  • le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione con 77.350 opportunità di lavoro;
  • i dirigenti con 2.510 offerte di lavoro.

Quali sono i 10 profili più cercati dalle imprese a gennaio 2022?

In termini assoluti, i 10 lavori (o profili) più ricercati dalle imprese a gennaio 2022 risultano:

  • gli addetti alle attività di ristorazione con 111.300 opportunità di lavoro;
  • gli addetti alle vendite con 87.690 opportunità di impiego;
  • il personale non qualificato nei servizi di pulizia con 78.730 occasioni di lavoro;
  • i conduttori di veicoli a motore con 70.470 offerte di lavoro;
  • gli artigiani e gli operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento delle strutture edili con 54.660 opportunità di lavoro;
  • il personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna delle merci con 47.850 occasioni di lavoro;
  • gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali con 44.370 opportunità di lavoro;
  • i tecnici dei rapporti con i mercati con 42.010 offerte di lavoro;
  • i meccanici artigianali, i montatori, i riparatori e i manutentori di macchine fisse e mobili con 30.830 opportunità di impiego;
  • i tecnici della salute con 30.050 offerte di lavoro.

Le altre opportunità di lavoro tra le più ricercate a gennaio 2022

Tra le altre opportunità di lavoro con maggiori richieste da parte delle imprese troviamo:

  • gli artigiani e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con 29.900 offerte di lavoro;
  • gli impiegati addetti all’accoglienza e alle informazioni della clientela con 23.800 offerte di lavoro;
  • i conduttori di macchine per il movimento della terra, il sollevamento e il maneggio dei materiali con 23.660 opportunità di lavoro;
  • i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni con 23.490 opportunità di lavoro;
  • le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali con 23.410 offerte di lavoro;
  • i fonditori, i saldatori, i lattonieri, i calderai, i montatori di carpenteria metallica e professioni assimilate con 20.190 opportunità di impiego;
  • gli artigiani e gli operai specializzati di installazione e manutenzione delle attrezzature elettriche ed elettroniche con 16.290 offerte di lavoro;
  • gli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali con 16.130 opportunità di lavoro;
  • i tecnici in campo ingegneristico con 15.860 offerte di lavoro;
  • i tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive con 15.400 opportunità di lavoro.

Quali sono i 10 profili più introvabili delle imprese a gennaio 2022?

Molti dei posti di lavoro per i quali le imprese cercano candidati rimarranno vacanti per la difficoltà nel reperire il profilo giusto. Nel dettaglio, i 10 lavori con maggiori possibilità di non veder coprire tutte le necessità di impiego delle imprese risultano essere:

  • i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni che rischiano di lasciare vacante il 68,1% dei 23.490 addetti ricercati;
  • gli attrezzisti, gli operai e gli artigiani del trattamento del legno e professioni assimilate con il 67,9% di difficoltà a reperire le 5.370 figure ricercate dalle imprese;
  • i fonditori, i saldatori, i lattonieri, i calderai, i montatori di carpenteria metallica e professioni assimilate con il 62,4% di difficoltà a reperire i 20.190 profili ricercati;
  • gli artigiani e gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 62,3% di difficoltà a reperire i 29.900 profili ricercati;
  • gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali con il 61,9% di difficoltà a reperire i 13.470 profili ricercati;
  • i fabbri ferrai, i costruttori di utensili e professioni assimilate con il 58,5% di difficoltà a reperire i 10.180 profili ricercati dalle imprese.

Quali altre professioni risultano introvabili a gennaio 2022?

Tra le altre professioni che risultano introvabili in base alle necessità delle imprese troviamo:

  • i meccanici artigianali, i montatori, i riparatori e i manutentori di macchine fisse e mobili con il 56,4% di difficoltà a reperire i 30.830 profili ricercati;
  • i tecnici della salute con il 56,3% di difficoltà a reperire i 30.050 profili ricercati;
  • gli artigiani e gli operai specializzati nelle installazioni e installazione di attrezzature elettriche ed elettroniche con il 55,1% di difficoltà a reperire i 16.290 profili ricercati;
  • tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e di servizi con la difficoltà del 53,2 su 14.280 profili ricercati;
  • gli artigiani e gli operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento delle strutture edili con il 53,1% di difficoltà a reperire i 54.660 profili ricercati;
  • i tecnici in campo ingegneristico con il 53,1% di difficoltà a reperire i 15.860 profili ricercati;
  • gli ingegneri e le professioni assimilate con il 52,9% di difficoltà a reperire i 15.280 profili ricercati.

 

Cos’è il programma GOL, Garanzia Occupabilità Lavoratori

Il programma GOL, Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, è stato messo a punto dal ministero del Lavoro. Prende il via dal 2021 e prevede una serie di misure volte a ridurre la disoccupazione e aumentare l’occupabilità dei lavoratori. Si tratta di un piano complesso che mira all’inserimento o reinserimento lavorativo, di persone che sono difficili da occupare a causa di ostacoli come disabilità, età, bassa formazione e per chi ha perso il lavoro.

Cos’è il programma GOL

Il programma GOL si inserisce nelle politiche attive per il Lavoro, inoltre è parte del PNRR e in particolare della Missione 5 componente 1, denominata Coesione e Inclusione e che prevede sostegno ai Centri Per l’Impiego, ha una durata quinquennale quindi 2021- 2025 con investimento di 4,4 miliardi di euro a cui si aggiungono 600 milioni di euro per il rafforzamento dei Centri Per l’Impiego e 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale.

Gli obiettivi del programma GOL

Il programma ha obiettivi abbastanza importanti, in primo luogo entro il 2025 si prevedono 3 milioni di occupati attraverso il GOL e di questi il 75% dovrebbero essere donne. Dei 3 milioni di nuovi occupati, 800 mila saranno coinvolti in attività di formazione, si mira quindi a dare l’opportunità ai disoccupati di acquisire nuove competenze spendibili nel mondo del lavoro, 300 mila saranno coinvolti nell’acquisizione di nuove competenze digitali.

Per raggiungere questi obiettivi sono previsti diversi strumenti, in primo luogo vi è l’intenzione di sfruttare la capillarità sui territori dei Centri Per l’Impiego che vengono quindi rafforzati attraverso nuove assunzioni e attraverso un programma per obiettivi. Vi sarà inoltre una collaborazione tra i CPI e le agenzie per il lavoro private. Si agirà in modo mirato attraverso la personalizzazione dei servizi offerti alle persone e il coinvolgimento delle imprese.

Beneficiari del programma GOL Garanzia Occupabilità dei Lavoratori

Il programma individua soggetti verso cui saranno dirette le politiche attive del lavoro del programma GOL. Si tratta di:

  • lavoratori in costanza di rapporto di lavoro con riduzione dell’orario di lavoro superiore al 50% su base annua;
  • percettori di reddito di cittadinanza;
  • disoccupati percettori di NASPI e Dis Coll;
  • lavoratori fragili o vulnerabili, in particolare si tratta di NEET, cioè i giovani sotto i 30 anni che non seguono percorsi di formazione e non lavorano; donne in condizione di svantaggio, persone con disabilità; lavoratori disoccupati che hanno superato 55 anni di età.
  • Lavoratori con reddito molto basso.

Piani per l’attuazione del programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori

Il programma GOL prevede 5 percorsi:

  1.  Reinserimento lavorativo per coloro che sono vicini al mercato del lavoro (quindi hanno già buone competenze e formazione), per loro è previsto un percorso di orientamento e intermediazione;
  2.  Aggiornamento (upskill) per coloro che sono lontano dal mondo del lavoro quindi hanno scarse competenze e sono di difficile collocazione nel mercato del lavoro, è previsto un percorso di aggiornamento con corsi di formazione volti ad acquisire competenze spendibili nel breve periodo. Si tratterà prevalentemente di percorsi professionalizzanti;
  3. Rivalutazione (Reskilling) percorsi di riqualificazione per persone che sono lontane dal mondo del lavoro, ma hanno già competenze sviluppate. In questo caso vengono aiutati a riqualificarsi in modo da poter essere utili nel mercato moderno;
  4.  Lavoro e inclusione in caso di bisogni complessi ( questa misura è rivolta principalmente ai percettori di Reddito di Cittadinanza);
  5. Ricollocazione collettiva, questa misura si rivolge prevalentemente a soggetti interessati da crisi aziendale e mira a reinserire il complesso dei lavoratori interessato da problematiche comuni.

La sperimentazione per aumentare l’occupazione

Il programma offre ampio spazio anche alla sperimentazione attraverso progetti su scala ridotta. Le aree di sperimentazione saranno 3:

  • competenze digitali;
  • accelerazione di progetti di auto impiego, questa particolare area si rivolge a lavoratori che per le loro caratteristiche più difficilmente si rivolgono ai centri per l’impiego. In questo caso la sperimentazione è volta a una mappatura efficiente al fine di individuare tali soggetti e un accompagnamento verso l’autoimprenditorialità;
  • infine, il terzo settore di sperimentazione prende il nome di “ fragilità e vulnerabilità” e intende creare forme di occupazione “protetta” per disabili gravi o disoccupati particolarmente fragili. L’obiettivo è creare percorsi di accompagnamento che includono la collaborazione di Enti del Terzo Settore .

Tra i progetti che rientrano nel programma GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori) vi è anche l’estensione delle agevolazioni previste per il rientro dei cervelli e la possibilità per la Pubblica Amministrazione di assumere con contratti di lavoro a tempo indeterminato 12.000 soggetti che attualmente si occupano di Lavori Socialmente Utili.

Se vuoi conoscere le agevolazioni per il rientro dei cervelli, leggi l’articolo: Rientro dei cervelli: agevolazioni fiscali fino a 11 anni dal rientro

I 10 lavori più richiesti e quelli più introvabili a dicembre 2021

La ricerca di personale dipendente delle imprese nel mese di dicembre 2021 segna 354 mila nuove potenziali assunzioni. In realtà, molti di questi posti di lavoro rimarranno scoperti. Si stimano, infatti, 133 mila profili introvabili, pari al 37,5% del totale dell’offerta di lavoro da parte delle imprese. Per alcuni profili, addirittura, oltre 6 posti su 10 rimarranno di difficile reperimento. Ecco dunque quali sono le professioni più ricercate dalle imprese in numeri assoluti e quelle più introvabili a dicembre 2021 secondo il rapporto di Unioncamere e Anpal.

Quali sono le 10 professioni più richieste nel mese di dicembre 2021?

Dei circa 354 mila profili ricercati dalle imprese nel mese di dicembre 2021, ecco quali sono le 10 professioni con più posti di lavoro a disposizione in numeri assoluti:

  • addetti alle attività di ristorazione con 42.650 offerte di lavoro;
  • addetti alle vendite con 35.410 posti liberi;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia con 25.950 posti a disposizione;
  • conduttori di veicoli a motore con 22.350 offerte di lavoro;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna delle merci con 12.120 posti;
  • artigiani e operai specializzati nelle costruzioni e nel mantenimento delle strutture edili con 10.920 posti liberi;
  • tecnici dei rapporti con i mercati con 10.870 offerte di lavoro;
  • impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali con 10.640 offerte di lavoro;
  • meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili con 9.830 opportunità di lavoro;
  • impiegati addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela con 8.910 posti.

Professioni di elevata specializzazione e tecniche, quali sono i profili più richiesti?

Tra le professioni intellettuali, scientifiche, di elevata specializzazione (20.740 posti in totale) e tecniche (47.630 posti in totale), oltre ai tecnici per i rapporti con i mercati, sono richiesti maggiormente:

  • tecnici della salute con 6.740 posti a disposizione;
  • tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazione con 5.850 posti;
  • ingegneri e professioni assimilate con 5.670 posti;
  • tecnici in campo ingegneristico con 4.840 posti;
  • tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi con 4.600 posti;
  • specialisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie con 3.770 posti;
  • specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali con 3.440 posti.

Impiegati e professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi: quanti posti sono a disposizione a dicembre 2021?

Tra gli impiegati (30.250 quelli richiesti a dicembre 2021) e chi opera con qualifica nelle attività commerciali e nei servizi (95.320 posti a disposizione), oltre agli addetti alle attività di ristorazione, alle vendite e alle segreterie, accoglienza e affari generali, sonno maggiormente ricercati:

  • gli operatori della cura estetica con 4.9410 posti a disposizione;
  • professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali con 4.770 posti;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati con 3.630 posti;
  • impiegati addetti agli sporti e al movimento di denaro con 3.180 posti;
  • gli addetti alla gestione amministrativa della logistica con 2.810 posti;
  • impiegati addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria con 2.670 posti;
  • professioni qualificate nei servizi di vigilanza, sicurezza e custodia con 2.670 posti.

Operai specializzati, quali sono i più richiesti a dicembre 2021?

Tra gli operai specializzati e gli artigiani, ad eccezione delle professioni che rientrano nelle prime 10 tra quelle più richieste, risultano con più opportunità di lavoro per un totale di 58.420 posti:

  1. artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con 8.010 posti;
  2. artigiani e operai specializzati di installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche con 7.090 posti;
  3. fonditori, saldatori, calderai, lattonieri, montatori carpenteria metallica e professioni assimilate con 6.770 posti;
  4. fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati con 4.270 posti;
  5. artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento con 2.220 posti;
  6. operai specializzati e artigiani delle lavorazioni alimentari con 2.110 posti.

Quali sono le professioni con più posti tra i conduttori di impianti e gli operai di macchine fisse e mobili?

Tra i conduttori degli impianti e gli operai addetti ai macchinari fissi e mobili, a dicembre 2021 sono particolarmente ricercati (52.930 posti in totale):

  • i conduttori di macchine per il movimento terra, sollevamento e maneggio dei materiali per 6.020 posti;
  • operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali per 4.330 posti;
  • gli addetti ai macchinari dell’industria tessile, delle confezioni e mansioni assimilate con 3.630 posti;
  • gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per le lavorazioni metalliche e per i prodotti minerali con 3.400 posti;
  • operai addetti alle macchine confezionatrici di prodotti industriali con 2.680 posti;
  • i conduttori di convogli ferroviari e altri manovratori di veicoli su rotaie e impianti a fune per 2.670 posti;
  • i conduttori di macchinari per la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche per 2.270 posti.

Quali sono le 10 professioni più introvabili dalle imprese a dicembre 2021?

Delle 354 mila potenziali assunzioni nel mese di dicembre 2021, circa 133 posti sono stimati come di difficile reperibilità dei profili richiesti e potrebbero rimanere vacanti. Ecco quali sono le professioni per le quali le imprese fanno più fatica a trovare i profili ricercati:

  • specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali per i quali il 65,2% dei 3.440 posti potrebbe rimanere vacante;
  • fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni simili con il 59,4% di difficoltà rispetto a 6.770 profili richiesti;
  • gli operatori della cura estetica con il 56,8% di difficoltà;
  • i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi con il 56,5% di difficoltà a reperire i profili giusti;
  • fabbri ferrai, costruttori di utensili e professioni assimilate con il 55,4% di difficoltà rispetto ai 4.270 posti disponibili;
  • operai specializzati e artigiani addetti alla pulizia e all’igiene degli edifici con il 55,2% di difficoltà a reperire profili per i 2.180 posti disponibili;
  • artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 53,8% di difficoltà;
  • gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per le lavorazioni metalliche e per la produzione di minerali con il 52,3% si difficoltà;
  • i meccanici artigianali, i montatori, i riparatori e i manutentori di macchine fisse e mobili con il 52,4% dei profili di difficile reperibilità;
  • ingegneri e professioni assimilate con il 52% di difficoltà a reperirne.

Quali sono le 10 professioni dove è più facile che si venga assunti a dicembre 2021?

Tra i profili più facilmente reperibili sul mercato del lavoro a dicembre 2021 (i 10 con meno difficoltà), si ritrovano:

  • professioni qualificati nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia con il 17,4% di difficoltà;
  • gli operai addetti alle macchine confezionatrici di prodotti industriali (solo il 17,8% di difficoltà);
  • impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali con il 17,9%;
  • impiegati addetti all’accoglienza e alle informazioni della clientela (18,1% di difficoltà);
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna delle merci con il 21% di difficoltà;
  • gli insegnanti nella formazione professionale, istruttori, allenatori, atleti e professioni assimilate con il 21% di difficoltà a reperire i 2.350 profili ricercati;
  • i conduttori dei convogli ferroviari e altri manovratori di veicoli su rotaie e impianti a fune con il 21,5%;
  • addetti alle vendite con il 21,7%;
  • i tecnici delle attività finanziarie assicurative con il 26,3%  di difficoltà a reperire i 2.890 profili ricercati;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia con il 27% di difficoltà.

Addio ai Navigator: chi assorbe il loro ruolo con i beneficiari del RdC?

I navigator sono una figura professionale nata in concomitanza con il Reddito di Cittadinanza, il loro ruolo è affiancare i beneficiari e aiutare i Centri per l’Impiego nello svolgimento delle mansioni inerenti la ricollocazione nel mondo del lavoro. Questi professionisti però cesseranno le loro funzioni il 31 dicembre 2021, resta quindi da chiarire come sarà effettuato il passaggio e chi assorbirà le funzioni.

Navigator: il 31 dicembre 2021 cessano le loro funzioni

Il reddito di Cittadinanza è una misura importante di contrasto alla povertà, si tratta di uno strumento però pensaoa come temporaneo e quindi affiancato da una serie di iniziative volte ad aiutare i percettori a trovare una collocazione nel mondo del lavoro. Vista però la carenza di personale presso i Centri per l’Impiego, al fine di coadiuvare il personale, ci fu un concorso per i Navigator in forza all’ANPAL, Agenzia Nazionale Politiche Attive per il Lavoro.

Il ruolo era a tempo determinato, le funzioni dovevano cessare il 30 aprile 2021. Con il decreto Sostegni, al fine di dare continuità, la durata dei contratti è stata prorogata al 31 dicembre 2021. Non sono però previste ulteriori proroghe, anzi, nella manovra finanziaria per il 2022 è previsto l’assorbimento delle funzioni. Questo implica che non saranno assunti o reinseriti in una qualche funzione simile, è previsto il potenziamento dei CPI, ma non con assunzione dei Navigator che potranno semplicemente avere un punteggio di servizio partecipando al concorso.

Di cosa si occupano i Navigator

Per capire come funzionerà l’assorbimento dei Navigator è necessario capire il loro ruolo nei confronti dei percettori del reddito di cittadinanza.

I 2980 vincitori del concorso ANPAL hanno stipulato un contratto di collaborazione, ad essi hanno rinunciato 7 Regioni (Campania, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia e Sardegna). Deve però essere sottolineato che nel frattempo i Navigator effettivamente in servizio sono molto diminuiti, infatti da un’inchiesta del Sole 24 Ore emerge che a giugno 2021 il totale degli addetti era 1300.

Il loro compito è affiancare i CPI nella redazione del Patto per il Lavoro che ogni percettore deve sottoscrivere. Terminata questa fase preliminare, i Navigator restano al fianco dei percettori del Reddito di Cittadinanza, selezionano per loro le offerte di lavoro, che devono essere congrue rispetto a formazione professionale e aspettative, forniscono supporto operativo e motivazionale; controllano che siano rispettate le normative per la percezione, organizzano laboratori di lavoro, danno consulenza alle aziende che vogliono assumerli, controllano che il rapporto di lavoro stipulato si svolga con soddisfazione delle varie parti.

Naturalmente non mancano le proteste dei Navigator che pseravano in una proroga dei contratti se non addirittura in una trasofrmazione del contratto in tempo indeterminato presso i centri per l’Impiego che appunto devono essere potenziati. Ciò anche in virtù del fatto che loro hanno già partecipato a un concorso quindi potrebbero accedere. Propongono l’uso delle risorse del PNRR destinate alle Politiche Attive per il Lavoro alla loro assunzione.

Chi assorbirà le funzioni dei Navigator?

La manovra finanziaria 2022 che è approdata già al Senato, all’articolo 21, comma 1, lettera g, prevede che il ruolo dei Navigator sia svolto dai Centri per l’Impiego che saranno potenziati con nuove assunzioni e attraverso le agenzie per il lavoro interinali autorizzate.

Queste riceveranno incentivi in base al risultato.

Per ogni percettore del Reddito di Cittadinanza assunto in base alla normativa l’Agenzia riceverà il 20% dell’incentivo attribuito al datore di lavoro. L’incentivo si ottiene qualunque sia la tipologia contrattuale stipulata quindi a tempo determinato, indeterminato o contratto di apprendistato, inoltre si riconosce sia per contratti attivati full time, sia per contratti part time.

A queste misure vengono affiancati controlli ulteriori sui percettori del reddito di cittadinanza che avranno una decurtazione di 5 euro mensili per ogni offerta di lavoro non accettata, perdita del beneficio dopo due rinunce e una verifica mensile presso il Centro per l’Impiego sulla effettiva ricerca attiva del lavoro.