Agricoltura: sono sempre più numerose le coltivazioni tropicali in Italia

Il clima sta cambiando, con esso l’agricoltura, che soffre la siccità e l’aumento delle temperature. Proprio per questo si stanno avviando in Italia, soprattutto al Sud, molte coltivazioni tropicali. Di seguito quelle di maggiore successo.

Il clima si surriscalda? Arrivano le produzioni tropicali

Sfruttare al meglio le risorse che si hanno è un modo per proteggere l’ambiente, l’eccessiva siccità che in alcuni periodi dell’anno si prolunga per mesi sta mettendo a dura prova l’agricoltura e l’economia del Paese. A ciò si aggiungono le temperature che nel 2021 sono state in media di 2,18 gradi più elevate della media e il 2022 è stato già definito l’anno più caldo dall’inizio della serie storica. Proprio per questi motivi sono già molti gli agricoltori che stanno cambiando le loro produzioni puntando in tutto o in parte su produzioni di tipo tropicale.

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Che il processo di trasformazione della nostra agricoltura sia in atto è confermato da Coldiretti che sottolinea come in Italia siano presenti sempre più coltivazioni di tipo tropicale. Le Regioni che guidano questa innovazione sono Sicilia, Puglia e Calabria dove sempre di più si coltivano mango, avocado e banane.

Non si tratta di avventure alla cieca, ma di innovazioni che prendono spunto da studi condotti sul clima e che quindi hanno l’obiettivo di insistere con coltivazioni che sono adatte alle caratteristiche dei terreni e del clima. I segni di tropicalizzazione sono più evidenti in Sicilia dove la coltivazione di frutti tropicali ha raggiunto 900 mila tonnellate e comprende anche frutto della passione, lime e litchi che hanno sostituito in particolar modo le coltivazioni di agrumi.

Recupero dei terreni improduttivi e abbandonati per produzioni tropicali

Coldiretti dichiara che i coltivatori hanno puntato soprattutto al recupero dei terreni che erano rimasti incolti a causa proprio del clima sempre più vicino a quello tropicale. Insomma erano diventati improduttivi con le coltivazioni tipiche e allora si è pensato di fare di danno virtù. Il vantaggio è doppio perché, essendo coltivazioni tipiche per il clima che ormai si è creato, non c’è bisogno di creare artificialmente le condizioni, con risparmio quindi di risorse energetiche e idriche. L’idea di concentrarsi su coltivazioni tropicali in Italia è venuta a molti agricoltori anche perché gli italiani preferiscono mangiare frutta prodotta in Italia e non importata e di conseguenza stanno anche aumentando i consumi di questi prodotti.

Vorresti iniziare una coltivazione tropicale? In questo caso puoi leggere le nostre guide per gli aiuti spettanti a chi vuole investire in questo settore.

Se cerchi terre incolte da ottenere a prezzi equi, leggi: Banche delle terre agricole: uno strumento per trovare terreni incolti

Per i contributi invece, leggi: Agevolazioni per l’insediamento di giovani in agricoltura Ismea

L’estate 2012 degli agenti di viaggio

 

di Alessia CASIRAGHI

Quanto ha influito su chi, del mestiere di realizzare i sogni estivi degli italiani, ne ha fatto un business la crisi che ha attraversato il settore turistico questa estate? Parliamo degli agenti di viaggio, ultimo tassello mancante al nostro viaggio di questa settimana tra i diversi attori impegnati nel comparto turistico italiano. Infoiva ha intervistato Fortunato Giovannoni, Presidente nazionale di FIAVET, al Federazione Italiana delle Associazioni e Imprese di Viaggi e Turismo.  Per conoscere l’umore di chi ha scelto di accompagnare i propri clienti nella scelta di un bene che, in un momento di tagli al portafogli, è sempre più considerato voluttuario.

Un primo bilancio a caldo sull’andamento del turismo in Italia nell’estate 2012.
E’ andata male, le previsioni, viste le scarse prenotazioni di marzo e aprile, non erano delle più rosee. C’è stato un forte calo di turisti perchè la metà degli italiani che gli anni scorsi decideva di partire per le vacanze quest’anno è rimasta a casa.  I cali registrati, a seconda dell diverse regioni d’Italia, hanno superato comunque le due cifre, quindi oltre il 10% stimato da Federalberghi. In alcune zone, come la Sardegna, Liguria e il Veneto, hanno toccato punte anche del -20%.

Quali sono state le Regioni più frequentate dal turismo italiano quest’estate?
La Sicilia, la Puglia e la Campagna, il meridione in generale.

Quali tipologie di strutture hanno privilegiato i turisti? 
Le strutture che meno hanno sofferto del calo delle prenotazioni sono stati gli Hotel dalle 4 stelle in su, mentre a essere maggiormente penalizzati sono stati gli alberghi da 2 e 3 stelle. Un dato che ad una primo sguardo potrebbe apparire strano, ma che ad una lettura più approfondita mette in evidenza come a soffrire maggiormente della crisi sia la fascia medio-bassa della popolazione, che si trova stretta nella morsa di tasse, rincari benzina e calo del potere d’acquisto: il primo bene a cui si rinuncia è un bene considerato voluttuario, come il turismo e le vacanze.
Gli agriturismi hanno tenuto,  anche se con un calo accertato: a risultare più penalizzata è stata la Toscana, la Regione più forte come numero di strutture e anche la più ricercata in passato.

Qual è stata la durata media del soggiorno vacanza?
Chi ha scelto di partire per le vacanza ha ridotto il periodo di permanenza: chi prima si concedeva una settimana, è sceso a 6 giorni, partendo la domenica e rientrando il sabato successivo, chi prima stava fuori 2  settimane è sceso a 10 giorni oppure ha optato per weekend lunghi. A risentire di questa contrazione temporale sono stati in larghissima parte i ristoratori: parliamo di un calo significativo per le attività di food&beverage che si aggira attorno al 30%.

I sistemi di prenotazione online in che misura penalizzano chi possiede un’agenzia di viaggi?
Si tratta di un fuoco di paglia. Molti siti di prenotazione online sono gestiti da agenzie di viaggio, quindi il mercato resta circoscritto. Semmai potremmo parlare per assurdo di un vantaggio che l’agenzia di viaggio trae dal mondo del web: il cliente arriva in agenzia più informato, con le idee già chiare sulla meta  per le proprie vacanze. Ha già visionato pacchetti, prezzi, offerte, strutture, mezzi di trasporti, ma poi sceglie comunque di prenotare in agenzia. Perchè? L’online è un sistema di prenotazione considerata da molti clienti a rischio, dove ci sono più probabilità che venga perpetrata una truffa, mentre l’agenzia di viaggio, grazie al contatto diretto e la presenza fisica di punto di riferimento, rassicura maggiormente l’acquirente, che in un momento di ristrette economiche preferisce non ‘mettere a rischio’ il proprio budget, già esiguo.  E’ una conseguenza della crisi: gli italiani sono diventati più oculati nello spendere e la sicurezza è diventata determinante.

Com’è attualmente l’umore dei vostri associati? Pessimista o ottimista?
L’umore è preoccupante, la fiducia scarseggia. Ma soprattutto ci sentiamo stretti nella morsa di un Governo che perpetra nell’introdurre nuovi adempimenti e richieste nei confronti di chi si trova a gestire un’agenzia di viaggio: l’ultima novità riguarda lo Spesometro.  Per legge siamo tenuti a rendicontare a fine anno all’Ufficio delle Entrate ciascun acquirente che spende più di 3.600 euro presso la nostra agenzia nell’arco di un intero anno ( e non di un solo viaggio!). E ancora il divieto di incassare contanti sopra i 1000 euro per acquirente. Tutto diventa più difficile in un momento in cui l’umore generale non è dei migliori.

Se potesse fare un appello al ministro Gnudi, che cosa chiederebbe come priorità per il turismo in Italia e per la vostra categoria?
Creare un sistema turismo valido, efficiente e moderno. Chiediamo solo una cosa al Governo: di essere adeguati alle stesse condizioni in cui operano i nostri colleghi europei. A cominciare dalla tassazione: non mi spiego perchè in alcuni Paesi Ue l’Iva applicata  alla vendita dei viaggi sia al 18%, se non addirittura al 14%, mentre da noi continua ad essere al applicata la tassazione al 21%.
Al Ministro abbiamo già richiesto una legge quadro che uniformi tutte le le ggi regionali: con la modifica dell’art.5 della Costituzione, la possibilità di legiferare nel settore turismo è stato demandato alle Regioni, trasformando il Paese  in macchia di leopardo: occorre equiparare le condizioni di gestione e adempimento delle procedure, che oggi variano da regione a regione e ancora, equiparare le diverse categorie di agenti di viaggio (incoming, outgoing, tour organizer etc).

Come vedete il vostro futuro?
Una ripresa ci sarà ma non nell’immediato. La vacanza è ancora considerata un bene voluttuario e le tasche degli italiani sono vuote. Confidiamo nell’Estate 2013, Natale e Capodanno sono dietro la porta.

Agriturismo, vero trend dell’estate 2012

 

di Alessia CASIRAGHI

Diario di un albergatore di campagna. Gli agriturismi sono risultati, secondo i dati emersi dalla relazione di Federalberghi diffusa ieri, l’unico comparto turistico italiano ad aver superato indenne questa tormentata (e torrida) estate 2012. Anzi che ha registrato una seppur lieve crescita: presenze in aumento dell’1 % nel 2012, con un boom pari a 1,5 milioni di turisti registrato nel solo mese di agosto, complici i soggiorni ‘mordi e fuggi’, il classico weekend fuori porta, e i prezzi rimasti invariati rispetto agli scorsi anni.

Ma qual è l’aria che si respira tra chi, come imprenditore, ha deciso di intraprendere questa attività, quasi sempre coniugandola con quella più prettamente agricola? Infoiva lo ha chiesto a Giuseppe Ganbin, Presidente di Turismo Verde, l’associazione nazionale agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Un primo bilancio a caldo sull’andamento per il settore degli agriturismi della stagione turistica che si sta concludendo.
Anche se è un po’ presto per avere dati precisi, posso dire che il bilancio di questa estate 2012 è stato positivo, anche se abbiamo registrato una contrazione nella durata dei soggiorni e una spesa minore, perchè il turista media cercava di risparmiare il più possibile. Tutto sommato non ci possiamo lamentare. I numeri sulle presenze si sono mantenuti stabili rispetto al 2011 anche perchè i nostri prezzi sono invariati da 2-3 anni, nonostante l’aumento dello sgravio fiscale che pesa sul settore agricolo. L’agriturismo è oggi l’unico settore in crescita, che continua ad assumere manodopera, e ad avere un bilancio in attivo.

Quali sono le Regioni che hanno registrato maggior affluenza?
Toscana, la Puglia sta crescendo molto, è la regione del sud che registra la maggior crescita. Non se la cava male nemmeno la Sicilia, un po’ meno la Sardegna, più penalizzata quest’anno. Mantengono una buona posizione Veneto e Emilia Romagna.

Qual è la durata media del soggiorno in agriturismo?
Il soggiorno massimo dura una settimana, ma il weekend resta il più gettonato. Il picco delle richieste si è registrato nel mese di agosto, ma solo nelle aree balneari e montane, e nelle zone limitrofe, che hanno visto crescere il numero delle prenotazioni. Più penalizzate le zone all’interno e le aree continentali, anche a causa del clima torrido che si è respirato il mese scorso.

Perchè scegliere una vacanza in un agriturismo?
Per la posizione, la maggior parte delle nostre strutture si trovano in campagna o nelle aree vicino alle zone balneari, e poi per i cibi genuini che la nostra agricoltura è in grado di offrire. Dal produttore al consumatore in maniera diretta.

Capitolo Imu. Che impatto ha avuto e avrà sul settore degli agriturismi italiani?
L’agriturismo è riconosciuto dallo Stato come realtà agricola, non come azienda turistica, e per questo presenta delle limitazioni per legge sotto moltissimi punti di vista, sia per quanto riguarda i giorni di apertura, il numero massimo di ospiti che possiamo accogliere, solo per citarne alcuni. Dall’altra parte però si trova gravato della medesima tassazione cui sono sottoposte le imprese turistiche e commerciali: dall’Imu  alla Tarsu, senza dimenticare che per noi la tassa sui rifiuti si moltiplica per tre. Oltre alla Tarsu, come imprese agricole ci troviamo a far fronte alla tassa sui rifiuti agricoli, più quella sugli scarti di lavorazione agricola. Per usare una metafora, è come comprare una Ferrari, ma non poter fare più del 50 all’ora.

L’applicazione della tassa di soggiorno ha inciso negativamente sul turismo?
La tassa di soggiorno è un altro capitolo discusso. In Veneto, ad esempio, la tassa di soggiorno sugli agriturismi è equiparata a quella degli hotel 4 stelle, anzi si trova a cavallo fra i 4 e 5 stelle  (3 euro per gli hotel 5 stelle, 2,50 euro per gli agriturismi e 2 euro per gli hotel 4 stelle). E le nostre tariffe di prezzo non sono certo quelle degli hotel a 5 stelle! Il nostro però è un settore numericamente debole (1%)  e troppo poco ascoltato perchè le cose cambino in tempi brevi.

Il rincaro dei carburanti e la stretta del fisco quanto hanno inciso sull’afflusso di turisti nella Regione?
Ha pesato tantissimo, sia per quanto riguarda l’afflusso dei turisti, sia per quanto riguarda, come aziende agricole, la coltivazione: l’agricoltura oggi è totalmente meccanizzata e l’aumento dei carburanti è stato il colpo di grazia.

Com’è attualmente l’umore dei vostri associati? C’è ottimismo, pessimismo…
L’umore è positivo, anche se va sottolineato che il buon andamento dell’estate non si è tradotto in un vero e proprio guadagno: ci ha permesso di mantenere il capitale, ma non certo di riuscire ad aumentare gli introiti, che si ritrovano volatilizzati in tasse, rincari e pressione fiscale in aumento.

Se potesse fare un appello al ministro Gnudi, che cosa chiederebbe come priorità per il vostro settore?
Dovremmo rivolgerci piuttosto a Catania, al Ministro dell’agricoltura Cattaneo non essendo riconosciuti come strutture ricettive turistiche. Quello che chiederei è l’aumento degli investimenti a favore del settore agricolo e una maggiore facilità nell’accesso al credito per chi decide di aprire un agriturismo o per chi già ha intrapreso questa attività. Rappresentiamo una risorsa preziosa per il Paese in questo preciso momento storico ed economico, un’economia quasi di ritorno dal momento che molti giovani che si trovano senza lavoro decidono di ricominciare ‘in campagna’, comprandosi o affittando un appezzamento per aprire una propria attività turistica. Chiediamo di essere valorizzati e non stretti dalla morsa degli oneri fiscali.