Il CNF ribadisce la centralità dell’ avvocatura

Si è aperto nei giorni scorsi l’Anno Giudiziario del Consiglio Nazionale Forense (CNF) e il presidente Mascherin, nel suo discorso di inaugurazione, ha toccato diversi temi di particolare interesse per l’ avvocatura italiana.

L’ avvocatura ha il compito di riportare al centro del dibattito del Paese la questione dei diritti delle persone. È un compito costituzionale al quale né il CNF, né gli Ordini, né gli Avvocati vogliono sottrarsi”. Queste le parole forti di Mascherin, che ha poi sollecitato a riflettere su tre grandi questioni che impegnano il CNF nelle sue funzioni istituzionali: “Sostenere e riaffermare con azioni positive il diritto dei cittadini di avere diritti; lavorare al rafforzamento del sistema delle regole deontologiche dell’ avvocatura curando che il loro valore diventi patrimonio del Paese, in tutte le articolazioni e nella società; lavorare a ricercare un equilibrio tra economia e solidarietà: tutti sappiamo che il benessere economico costituisce anche garanzia di libertà; ma sappiamo anche che non ogni cosa può essere sacrificata all’egemonia di mercato”.

Un esordio che ha dato modo a Mascherin di toccare altri punti sui quali l’ avvocatura è molto sensibile, a partire dai tagli lineari ai servizi essenziali che, secondo il presidente del CNF, fanno “correre gravi rischi”.

Finalmente qualche riflessione in questo ambito si sta insinuando – ha infatti sottolineato Mascherin -. Eliminare i presidi sanitari, giudiziari, scolastici con un semplice tratto di penna consegna il Paese ad un futuro che difficilmente sarà di sviluppo. Altra cosa è la lotta agli sprechi. Richiamo per questo l’attenzione sul tema della Geografia Giudiziaria, la cui prima riforma fu portata avanti da un governo tecnico i rappresentanti del quale erano lontani dalla quotidianità della vita giudiziaria. Il CNF oggi vuole richiamare l’attenzione sul fatto che non sarebbe una buona scelta, perché pericolosa per il Paese, procedere a ulteriori tagli senza farli precedere da valutazioni attente sull’impatto”.

Mascherin ha poi ricordato il “grave attacco” in corso all’autonomia e alla indipendenza della professione sul fronte del mercato: “L’apertura al capitale puro delle società di avvocati nel disegno di legge sulla concorrenza e le continue prese di posizione dell’Antitrust, che multa il CNF per il proprio codice deontologico, richiedono un chiarimento. Quali limiti ordinamentali ha l’Autorità per la concorrenza ed il mercato? Fino a dove può spingersi facendosi portavoce delle posizioni della Commissione europea, senza fare sintesi con tutte le interpretazioni che del mercato comunitario danno il Parlamento europeo, la Corte di Giustizia; e nel più ampio panorama europeo le istituzioni del Consiglio d’Europa?”.

Il treno in corsa del mercato a tutti i costi non ferma più nelle stazioni dei diritti ed il rischio è che sfugga di mano allo stesso guidatore – ha ricordato Mascherin -. Non chiediamo di frenarne il viaggio ma di riflettere su un costruttivo equilibrio con la solidarietà ed il rispetto dei diritti”.

Infine, un richiamo alla ragionevole durata dei processi, che “non riguarda semplicemente il processo ma il giusto processo. Dal canto suo, l’ avvocatura è impegnata nel percorso di qualificazione, competenza, specializzazione, deontologia e non vuole prestarsi alla spettacolarizzazione dei processi. Ci stiamo impegnando nel percorso di qualità e di meritocrazia disegnato dalla nuova legge professionale forense”.

Ecco come investire sull’ avvocatura giovane

Gli avvocati italiani si confermano in prima linea nel sostenere e rinforzare l’ avvocatura giovane. Nei giorni scorsi, infatti, in occasione della seduta amministrativa del Consiglio Nazionale Forense, CNF, FIIF (Fondazione italiana per l’innovazione forense), Aiga e Fondazione Aiga Tommaso Bucciarelli hanno firmato il protocollo d’intesa volto per attivare una collaborazione operativa nel campo dei finanziamenti comunitari, con particolare riguardo all’ avvocatura giovane e all’inserimento degli avvocati nel mondo del lavoro.

Il protocollo d’intesa sarà focalizzato su linee di intervento da svilupparsi nell’ambito dei bandi europei che sono maggiormente interessanti per l’ avvocatura giovane, quali quelli relativi a formazione, accesso al mercato del lavoro nelle professioni legali, servizi per le professioni legali.

In questo senso, i soggetti firmatari del protocollo – ispirato dal lavoro avviato nei laboratori della Rete #Lab@vvocaturaGiovane, promosso dalla omonima commissione del CNF coordinata da Anna Losurdo – condivideranno l’impegno comune per monitorare, programmare e favorire la fruizione degli interventi nel campo dei finanziamenti europei all’ avvocatura giovane. E ora, spazio ai commenti dei firmatari del protocollo d’intesa a favore dell’avvocatura giovane.

Andrea Mascherin, presidente CNF: “Il CNF ripone grande fiducia nella collaborazione avviata in #Lab@vvocaturaGiovane tra la Istituzione forense e l’Associazione dei giovani Avvocati, nel convincimento che l’apporto specifico di Aiga sia essenziale per individuare azioni positive mirate per le necessità dei colleghi più giovani”.

Michele Vaira, presidente Aiga: “Questa intesa offrirà alla giovane avvocatura concreti ed effettivi strumenti di sostegno e di crescita professionale. L’interlocuzione e la collaborazione con la nostra rappresentanza istituzionale, nel rispetto delle reciproche prerogative, rappresentano un modello di sinergia a cui tutta l’avvocatura dovrebbe ispirarsi”.

Lucio Del Paggio, vicepresidente FIIF: “Il protocollo va oltre i buoni propositi: la nostra azione congiunta inizia oggi. L’Avvocatura finora non aveva affrontato con la necessarie attenzione questa materia strategica per il settore professionale”.

Francesco Pantaleone, direttore generale della fondazione Bucciarelli: “L’accordo firmato oggi è la migliore risposta che la Istituzione forense e l’Associazione possono dare all’Avvocatura, dimostrando una propensione al fare e a mettere in sinergia le forze positive”.

Avvocati in campo contro il bullismo

Dopo i recenti fatti di cronaca, il fenomeno del bullismo è tornato alla ribalta il tutta la sua drammaticità. Non che fosse scomparso negli ultimi anni, per carità, ma come sempre, in Italia, è necessario che ci scappi il morto o quasi per far sì che la gente si accorga dei problemi.

Anche per questo, l’Agorà degli Ordini forensi ha varato una proposta di legge per far sì che la classe forense promuova insegnamenti di legalità, cittadinanza, diritto nelle scuole per combattere il bullismo e le discriminazioni tra i minori.

È la parte più qualificante di un’iniziativa legislativa promossa dall’avvocatura istituzionale in occasione della riunione dell’Agorà degli Ordini forensi, promossa dal Consiglio Nazionale Forense (Cnf) il 4 febbraio scorso, per mettere a disposizione delle scuole di primo e secondo grado avvocati che tengano lezioni di educazione alla cittadinanza, alla legalità, per la conoscenza del diritto con l’obiettivo di contribuire al contrasto di fenomeni quali bullismo, cyberbullismo o discriminazioni.

Un’iniziativa di cui va orgoglioso il presidente del Cnf Andrea Mascherin: “Iniziative del genere, a cura di Ordini forensi, sono già una realtà proficua sul territorio. Il passaggio ulteriore che gli Ordini e il Cnf vorrebbero ottenere è proprio l’approvazione di una legge che dia una cornice uniforme e suggelli la responsabilità sociale a cui è chiamata l’Avvocatura. Non vi è dubbio che la conoscenza fin dall’età scolare del rispetto dell’altro contribuisce ad avere cittadini consapevoli in futuro”.

In concreto, la proposta di legge a contrasto del bullismo punta all’introduzione nei Pof (i Piani dell’offerta formativa degli istituti scolastici), e in linea con la riforma della cosiddetta Buona Scuola, di lezioni a cura di avvocati su:

  • introduzione al diritto, con riferimento al sistema costituzionale, alla protezione dei diritti e delle libertà fondamentali, anche in relazione al processo di integrazione europea;
  • educazione alla legalità e ai valori della democrazia e della partecipazione;
  • educazione alla cittadinanza, anche con riguardo agli obiettivi di attuazione dei principi di pari opportunità, educazione alla parità tra i sessi, prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni;
  • educazione al rispetto delle differenze e al dialogo tra le culture, nonché ai principi di solidarietà e di cura dei beni comuni.

Toccherà a un protocollo condiviso tra Cnf e ministero dell’Istruzione disciplinare le modalità alle quali potranno rifarsi convenzioni su base locale tra Consigli degli Ordini forensi e Direzioni regionali scolastiche.

Il Cnf a supporto delle adozioni dei minori

Il Consiglio Nazionale Forense è in prima linea nel supporto alle pratiche relative all’ adozione di minori. Il presidente dell’organo di rappresentanza dell’avvocatura italiana, Andrea Mascherin, e la presidente della Commissione adozioni internazionali (Cai) Silvia Della Monica, hanno infatti firmato un importante protocollo d’intesa che avvia la collaborazione tre le due istituzioni nel settore delle adozioni dei minori.

L’importante firma, apposta in calce all’accordo lo scorso mese a Roma, è stata così commentata dal presidente del Cnf Mascherin: “Il Cnf intende marcare la presenza dell’Avvocatura in tutti gli ambiti dove più forte si sente l’esigenza del rispetto dei diritti e della tutela dei soggetti deboli; e certamente uno di questi è proprio quello delle adozioni dei minori”.

La presidente Della Monica, apprezzando la disponibilità dell’Avvocatura in questa delicata materia, ha sottolineato la “complessità non solo umana ma anche tecnica della materia, che coinvolge diversi ambiti di legislazione – nazionale e internazionale – e che per questo richiede la specializzazione degli operatori”.

Il protocollo d’intesa e collaborazione sulle adozioni dei minori prevede un impegno comune di Cnf e Cai, come sottolinea il Cnf in una nota, ad “approfondire la legislazione di settore anche dal punto di vista comparatistico, a contribuire, ciascuno nell’ambito delle competenze istituzionali, a superare dubbi interpretativi e/o ostacoli ed a promuovere buone prassi per garantire alle procedure di adozione il massimo grado di garanzia a vantaggio dei minori coinvolti”.

Il fermento della giovane avvocatura italiana

L’ avvocatura è un mondo vecchio e stantio? Non quella italiana, come dimostra la commissione #Lab@vvocaturaGiovane, di recente istituzione da parte del Consiglio Nazionale Forense che ha accolto a Roma nei giorni scorsi, per la prima riunione della Rete, i referenti per la Avvocatura Giovane dei Consigli degli Ordini.

Un’iniziativa dinamica per l’ avvocatura, il cui obiettivo è la promozione della Rete per individuare insieme, fanno sapere dal Cnf, “azioni positive, progetti di start up, studiare incentivi e sgravi fiscali per i giovani avvocati”.

Alla riunione del Consiglio hanno partecipato i referenti di 94 Consigli degli Ordini, che hanno portato proposte e offerto soluzioni su formazione, tutele, organizzazione dello studio. Un bel fermento nel mondo dell’ avvocatura italiana, come sottolineato dal presidente del Cnf Andrea Mascherin, il quale ha ricordato che la scelta del Consiglio attuale è quella di promuovere la vicinanza della giovane avvocatura alle istituzioni forensi, contribuendo a fare crescere un vivaio che sappia esprimere nel futuro una squadra forte.

L’appartenenza ad un Ordine, l’osservanza di regole deontologiche – ha sottolineato Mascherinfa e farà sempre di più la differenza tra gli avvocati e i meri prestatori di servizi legali. Questo è il luogo giusto per affrontare tutti questi temi, sapendo che le proposte che spesso vengono spacciate come a favore della giovane avvocatura non sempre corrispondono ai suoi reali interessi, come l’esperienza ci ha insegnato”.

Ddl concorrenza, incontro Cnf-Mise

Il ddl concorrenza continua a turbare i sonni di molti professionisti, dai notai agli avvocati. Proprio questi ultimi sono particolarmente attivi presso le sedi istituzionali per cercare di far apportare modifiche a un testo che non convince più di tanto in diversi punti.

Ecco perché questa settimana il ddl concorrenza è stata una delle portate più calde servite nel menu dell’incontro che c’è stato, nella sede del ministero dello Sviluppo Economico, tra il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, e il ministro Federica Guidi. Un incontro durato un’ora nel quale, fa sapere il Consiglio Nazionale Forense, “il ministro Guidi ha dimostrato grande disponibilità all’ascolto”.

Ascolto di cosa? Durante l’incontro Mascherin e Guidi hanno toccato diversi temi di attualità per la professione forense, partendo dal pieno riconoscimento da parte del ministro del ruolo costituzionale dell’Avvocatura.

Poi, come era prevedibile, il ministro e il presidente del Cnf si sono soffermati particolarmente sul ddl concorrenza, stabilendo di “collaborare allo studio di soluzioni riguardanti l’avvocatura volte a risolvere eventuali criticità”. Mascherin ha poi confermato al ministro Guidi il costante “contributo istituzionale del Cnf” al ministero dello Sviluppo economico.

Un incontro durante il quale, ricorda ancora il Cnf, “il presidente Mascherin ha molto apprezzato la disponibilità del Ministro ed il suo desiderio di trovare soluzioni idonee e rispettose del ruolo degli avvocati”, anche nell’ambito del ddl. Ora sta al ministero tradurle in fatti, a partire dal ddl concorrenza.

Avvocati italiani, nasce l’Agorà degli Ordini forensi

Gli avvocati italiani hanno un nuovo punto d’incontro, l’Agorà degli Ordini forensi. Inaugurata il 16 maggio dal fresco presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, l’agorà è, per gli avvocati italiani, non solo un luogo di confronto, ma soprattutto operativo, dove individuare le soluzioni più efficaci per far progredire le riforme, tanto quelle interne all’Avvocatura quanto quelle dedicate al funzionamento della Giustizia.

In questa fase – ha detto il presidente degli avvocati italiani -, il sistema ordinistico forense, Cnf e Ordini circondariali, che rappresentano l’Avvocatura sotto il profilo istituzionale, hanno una grande opportunità: quella di recuperare un metodo – non solo di confronto con le riunioni a cadenza regolare, ma principalmente operativo – attraverso gruppi di lavoro – su tutti i dossier delle riforme, anche quella interna all’Avvocatura, per garantirne il buon funzionamento”.

Dopo l’intensa attività per l’attuazione della riforma forense – ha proseguito Mascherin -, ora è il momento di iniziare a valutare l’impatto concreto dei regolamenti del Cnf e individuare se del caso i miglioramenti necessari perché il funzionamento del nuovo sistema ordinamentale – dalla formazione alla nuova disciplina dei Consigli distrettuali di disciplina – proceda nel modo più efficace”.

Durante i lavori della prima Agorà, si è anche ricordato come, nella giurisdizione, l’impegno sia che l’accesso alla Giustizia sia sempre garantito e non sia mai limitato dal censo; ma la sfida che l’Avvocatura deve cogliere è quella dei sistemi alternativi alla giurisdizione affidati agli avvocati italiani in quanto professionisti competenti e qualificati, a partire dalla negoziazione assistita.

Tavolo tra Consiglio Nazionale Forense e del Notariato

Avvocati e notai contro gli eccessi del liberismo. Il Consiglio Nazionale Forense e il Consiglio Nazionale del Notariato hanno infatti avviato un tavolo comune per formulare proposte e iniziative che, valorizzando l’apporto delle professioni giuridiche in Italia, contribuiscano alla crescita del Paese e alla valorizzazione delle rispettive competenze per la migliore tutela dei cittadini.

Il tavolo è stato inaugurato da un incontro tra il plenum del Consiglio Nazionale Forense e il presidente e il vicepresidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Maurizio D’Errico e Gabriele Noto, ricambiato dalla visita di una delegazione del Consiglio Nazionale Forense, composta dal Presidente e dal Vicepresidente, Francesco Logrieco, al Consiglio Nazionale del Notariato.

Abbiamo avviato un laboratorio che potrà essere aperto alle altre professioni che condividono l’area di impegno giuridico-economico e che porti ad individuare iniziative concrete volte al soddisfacimento dei veri bisogni del cittadino e dei suoi diritti tramite la chiarezza nelle norme, la riduzione delle sperequazioni, la semplificazione degli adempimenti, promuovendo una visione solidale del Paese, oggi duramente messa in crisi da una concezione puramente economicistica del mercato e del ruolo che le professioni in esso dovrebbero assolvere”, ha commentato il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin. “Il valore delle professioni è stato sempre quello ‘del sapere’, della competenza e della professionalità ed è da questi tratti comuni che occorre ripartire”.

Il tavolo di discussione aperto con il Consiglio Nazionale Forense – ha a sua volta dichiarato Maurizio D’Errico, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – conferma che la partita che si sta giocando deve vedere tutte le professioni unite nell’obiettivo di difendere e valorizzare il ruolo delle competenze a tutela dei cittadini, delle imprese e dell’ordinamento resistendo ad ogni tentativo di sfruttare facili occasioni di contrapposizione per smantellare l’ordinamento giuridico, anche in relazione al dibattito di questi giorni”.

Il Consiglio Nazionale Forense sulla strage di Milano

La strage del 9 aprile 2015 al tribunale di Milano, nella quale Claudio Giardiello ha ucciso tre persone ha colpito l’opinione pubblica ma anche e soprattutto gli addetti al lavori, magistrati e avvocati. A questi ultimi ha dato voce il neo presidente del Consiglio Nazionale Forense Andrea Mascherin: “L’Avvocatura resta in prima linea a tutela della democrazia ma non deve essere lasciata sola. La Giustizia è uno dei servizi fondamentali che lo Stato garantisce a tutela della collettività”.

Il Consiglio Nazionale Forense ha infatti espresso cordoglio e dolore per le vittime, alle famiglie delle quali ha manifestato le proprie condoglianze, e vicinanza al Consiglio dell’Ordine forense di Milano, a tutti i colleghi milanesi, ai vertici e ai magistrati del tribunale di Milano.

Oltre a rivendicare il ruolo di custode della democrazia che spetta all’Avvocatura, Mascherin ha lanciato un appello alla politica e alle forze sociali per evitare speculazioni e strumentalizzazioni, evitando una sottovalutazione culturale della figura dell’avvocato che è un danno per i diritti di tutti. “Non si può risparmiare in Giustizia, Salute, Sicurezza, Istruzione: ottimizzare i costi è una cosa, pensare a ridurre quei diritti, pilastri di una società civile, a merce di poco valore su cui risparmiare ed aprire corse al ribasso, è un errore che stiamo pagando e ancor più pagheremo”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Nazionale Forense.

L’Avvocatura resterà in prima linea a tutela della nostra democrazia, ma non può e non deve essere lasciata sola”, ha concluso Mascherin.

Mascherin nuovo presidente del Consiglio Nazionale Forense

Aria nuova tra gli avvocati italiani. Dopo 11 anni alla guida del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa lascia il posto ad Andrea Mascherin, già consigliere segretario nella scorsa consiliatura.

Eletto al Consiglio Nazionale Forense dal distretto di Trieste, Andrea Mascherin è iscritto nell’Albo del Consiglio dell’Ordine di Udine, è penalista e subito dopo l’elezione ha ringraziato il presidente uscente annunciando una rinnovata stagione di impegno e di lavoro “a pieno ritmo”.

Oltre al nuovo presidente, il Consiglio Nazionale Forense ha eletto i componenti dell’Ufficio di Presidenza: Giuseppe Picchioni (vicepresidente – distretto di Bologna) Francesco Logrieco (vicepresidente – distretto di Bari), Rosa Capria (consigliere segretario – distretto di Firenze), Giuseppe Gaetano Iacona (tesoriere – distretto di Caltanissetta). Con il rinnovo delle cariche, il plenum del Consiglio Nazionale Forense è composto tra 33 componenti, di cui 8 avvocate.

Il presidente Mascherin ha le idee chiare sul ruolo e il lavoro del Consiglio Nazionale Forense sotto la sua presidenza: “Il nuovo Cnf – ha affermato – lavorerà per promuovere l’impegno dell’Avvocatura per la ripresa sociale del Paese nel rispetto dei valori e principi di una società democratica; questo significa che al centro dell’impegno ci sarà la tutela dei diritti dei cittadini, che non devono essere sacrificati a valori meramente economici. Con specifico riguardo alle sfide che attendono la professione, è necessario un cambio di marcia verso una ulteriore modernizzazione della professione, con lo sguardo sempre attento alla tutela dei grandi valori che hanno fatto da sempre dell’Avvocatura il baluardo delle democrazie occidentali”.