In autunno aumentano le occasioni di lavoro

Dopo un’estate grama, lavorativamente parlando, l’autunno che già si vede all’orizzonte si preannuncia, invece, pieno di novità e di occasioni.

Una ricerca di Adecco, leader per quanto riguarda la gestione delle risorse umane, indica che, tra le posizioni aperte, che dunque offrono maggiori possibilità di impiego, ben il 40% sono riservate ai settori metalmeccanico e turistico-alberghiero, seguiti da servizi e alimentari che si attestano entrambi all’8% e il chimico-farmaceutico che rappresenta il 6% dei profili ricercati.

Ciò non significa che, tornati dalle vacanze, la situazione del mercato del lavoro sia improvvisamente cambiata, perché, purtroppo, la disoccupazione non accenna a diminuire, ma qualche occasione c’è, e soprattutto per i lavoratori specializzati.

Le imprese, infatti, anche per fronteggiare una concorrenza sempre più spietata, necessitano di uno staff altamente all’avanguardia in ambito meccanico, elettrico, elettronico. Sono quindi costantemente alla ricerca di operatori su macchine automatiche o semiautomatiche, tecnici commerciali e di laboratorio, responsabili qualità.

Per questo, la formazione diventa sempre più importante, se non indispensabile, seguita da un apprendistato serio e particolareggiato, senza contare che permette di ridurre i costi e di investire in formazione.

Vera MORETTI

Debutta il nuovo contratto di apprendistato

L’apprendistato era stato al centro della riforma del lavoro proposta dal Governo Monti ed ora è al suo debutto il contratto che lo riguarda.
La sua nuova definizione, presa direttamente dal nuovo decreto, lo indica come “un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani”.

Linda Grilli, presidente e amministratore delegato di Inaz, fra le aziende leader nel software e nell’area outsourcing dei servizi per amministrare e gestire le risorse umane, ha accolto questo cambiamento positivamente: “È stata superata la vecchia e limitativa concezione dell’apprendistato come contratto “a causa mista”, cioè comprendente la prestazione di lavoro e la formazione professionale. Adesso l’accento è sulla finalità che il contratto persegue: sostenere l’occupazione giovanile“.

Questo significa che il datore di lavoro non deve solo garantire una retribuzione al suo apprendista, ma anche fornirgli il giusto insegnamento per imparare davvero il mestiere ed essere in possesso, alla fine del periodo, di una qualifica professionale.

La disciplina del contratto è demandata dal Testo Unico alla contrattazione collettiva e ai regolamenti delle Regioni, con due conseguenze importanti: si supera la frammentazione che finora si è avuta e il contratto di apprendistato sarà calibrato sulle particolarità di ciascun settore produttivo.

A tal proposito, sono molti i comparti che stanno adeguando i loro contratti. Ai settori come artigianato, alimentari, turismo, commercio, e studi professionali, che hanno già concluso l’iter, faranno seguito anche gli altri, così come faranno le Regioni, dopo che Lazio, Basilicata, Lombardia e Veneto hanno già approvato i regolamenti.

Un fattore importante che accompagna il nuovo contratto di apprendistato è l’impatto che questo avrà sul costo del lavoro.
Oltre alle agevolazioni preesistenti, come l’esenzione totale ai fini dell’IRAP, d’ora in poi il datore di lavoro sarà soggetto a un contributo complessivo del 10% a suo carico, comprendente contribuzione Inps e contribuzione Inail.
Per i titolare di aziende fino a nove addetti, inoltre, è prevista una riduzione contributiva totale in caso di assunzione di apprendisti dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016.

Vera MORETTI

Apprendistato, via all’accordo anche nell’industria calzaturiera

Un poco alla volta i vari settori produttivi stanno mandando a regime e in vigore il Decreto Legislativo del 14 settembre 2011, n. 167, il cosiddetto Testo Unico dell’Apprendistato, che contiene le norme modificative rispetto alla normativa precedente con ricaduta sulla disciplina contrattuale in materia. Dal 26 aprile tale accordo è entrato in vigore anche nell’industria calzaturiera, grazie al documento siglato dall’ANCI unitamente alle sigle sindacali FEMCA CISL, FILCTEM CGIL, UILTA UIL, e ha consentito alle parti di recepire le disposizioni del Testo Unico nel nuovo Accordo Nazionale dell’Industria Calzaturiera sull’Apprendistato.

L’Accordo applica le disposizioni del Testo Unico dell’Apprendistato e adegua le norme previste per l’apprendistato dal CCNL del 14 giugno 2010 al fine di dare piena e immediata operatività al decreto legislativo 167/2011. Inoltre, il documento disciplina i rapporti di apprendistato instaurati da tale data; i rapporti già esistenti continueranno ad essere disciplinati con le vecchie norme sino alla scadenza del periodo di apprendistato.

Un passo importante per un settore vitale della nostra economia, dove le piccole imprese la fanno da padrone.

I punti critici della riforma del lavoro

di Vera MORETTI

Sarà una settimana intensa per il Governo, ma soprattutto delicata, poiché a tenere banco sarà la tanto criticata riforma del lavoro.

A questo proposito, i Consulenti del Lavoro hanno formulato le proposte di modifica ritenute necessarie per rendere quanto più efficace e produttivo il disegno di legge che mira a modificare sostanzialmente le regole poste a base del mondo del lavoro.

Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale, durante un’audizione alla Commissione del Lavoro di qualche giorno fa, ha elencato gli elementi critici di tale riforma, che perciò dovrebbero essere cambiati.

Inutile dire che l’argomento delle partite Iva è quello più spinoso e per questo la richiesta è che vengano scoperti gli illeciti, ma senza penalizzare gli altri, che rappresentano la maggioranza.
Insomma, via alle partite Iva false, ma solo se sono veramente tali.
A fare la differenza sono anche le categorie di lavoratori, poiché esistono alcuni settori per i quali lavorare con partita Iva è usuale e necessario, e anche l’obbligo di passare a contratto a tempo determinato dopo sei mesi sarebbe tutt’altro che vantaggioso.

Anche la penalizzazione dei contratti a termine potrebbe portare ad un aumento considerevole dei disoccupati. La penalizzazione per chi utilizza questi contratti è talmente forte che farebbe desistere la maggioranza degli imprenditori, con una conseguenza catastrofica in termini di occupazione.
Non è detto, infatti, che i contratti a termine sarebbero destinati a diventare tutti contratti a tempo indeterminato. Occorre, dunque, maggiore flessibilità e meno rigidità. Insomma, fare di tutta l’erba un fascio non porterebbe a nulla di buono.

Per quanto riguarda il lavoro a chiamata, la proposta al Senato è considerata incoerente per due motivazioni: perché contraddice la centralità delle comunicazioni che riguardano il rapporto di lavoro e perché introduce una misura sanzionatoria del tutto sproporzionata per l’omessa comunicazione.
A questo proposito, vengono richiesti interventi di modifica che mirino ad ampliare la platea dei soggetti del lavoro a chiamata, nonché a semplificare le procedure di notifica della chiamata, con eliminazione degli adempimenti inutili.

Risulta inoltre discutibile la scelta di escludere dalle prestazioni di lavoro accessorio gli imprenditori commerciali e i professionisti. L’inclusione di queste categorie tra i soggetti autorizzati darebbe invece un grande impulso al lavoro accessorio con conseguente spinta occupazionale.

Criticate, infine, le modifiche riguardanti l’apprendistato e l’assunzione di apprendisti nelle aziende: le nuove disposizioni introdurrebbero un ingiustificato limite di accesso al contratto di apprendistato che si pone in contraddizione con la finalità della riforma che lo individua come il principale contratto di ingresso nel modo del lavoro.
Il limite numerico ancora più rigido, infatti, penalizzerebbe ulteriormente l’ingresso nel mondo del lavoro da parte dei giovani.

Programma AMVA: contributi per assunzioni con apprendistato

Il Programma AMVA realizza un’azione integrata tra politiche per lo sviluppo delle imprese, politiche per il lavoro e politiche per la formazione per contribuire al miglioramento dei livelli di occupazione del mercato del lavoro italiano. L’obiettivo è di favorire l’inserimento lavorativo di giovani in stato di svantaggio, attraverso la promozione di dispositivi e strumenti per la formazione on the job, con priorità al contratto di apprendistato.

AMVA è finalizzato ad incentivare l’utilizzo del contratto di apprendistato sull’intero territorio nazionale e in tutti i settori di attività, mediante la concessione di contributi per la stipula di:

5.500 euro per ogni giovane – da 15 a 25 anni – assunto con contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale anche per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione;
4.700 euro per ogni giovane – da 17 a 29 anni – assunto con contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere per il conseguimento di una qualifica professionale

Per info: www.italialavoro.it, www.servizilavoro.it/amva, www.lavoro.gov.it, www.cliclavoro.gov.it.

Contatti:
Italia Lavoro SpA
Sede Territoriale Lombardia
Milano, via Mazzini 7 20123
02-888902.217-220

Davide SCHIOPPA

Le assunzioni vanno a mille, anzi a 100mila

Una nuova assunzione su 3 è rivolta agli under 30 e sempre una su 3 sarà a tempo indeterminato. Nei prossimi 3 mesi sono oltre 100mila le imprese italiane che prevedono di siglare nuovi contratti di assunzione. Si tratta in tutto di circa 152mila nuove assunzioni, tra industria (34%) e servizi (66%), anche se i più ricettivi si confermano i settori del turismo (13,5%) e dei servizi operativi (7,8%).

Unico dato negativo, sono sempre le quote rose a faticare a trovare posto nell’industria in Italia: solo nel 9% dei casi è preferita una donna.

Le stime sulle assunzioni sono state elaborate dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, basandosi sui dati Sistema Informativo Excelsior e Registro Imprese.

Restringendo lo sguardo al solo territorio lombardo, nei primi tre mesi del 2012 saranno 28mila le nuove assunzioni, ripartite tra industria (32,6%) e servizi (67,4%). Nella pianura padana sono i servizi avanzati (12,1%) e i servizi alla persona (12,8%) i settori più ricettivi in assoluto.

Nella sola provincia di Monza e Brianza le nuove assunzioni saranno invece circa 1.500, suddivise tra settore della metalmeccanica (21,8%) e dell’elettronica. Il trend positivo riguarda il numero di giovani neoassunti nella provincia di Monza e Brianza: sono circa 35,6%, dato di gran lunga superiore alla media nazionale.

E proprio per questo la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha dato vita a ‘Bando Obiettivo Occupazione – edizione 2012′, stanziando 500mila euro per contributi a fondo perduto destinati a favorire l’incremento dell’occupazione nelle piccole e medie imprese di tutti i settori economici del territorio.

Ecco i requisiti per accedere alla domanda di finanziamento: le imprese di Monza e Brianza dovranno testimoniare che tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2012 hanno attuato uno dei seguenti interventi

  • assumere a tempo indeterminato lavoratori disoccupati, in mobilità e di prima occupazione
  • trasformare contratti da tempo determinato in contratti a tempo indeterminato
  • assumere lavoratori con contratto di apprendistato

Ciascuna impresa può potrà beneficiare del contributo per un solo intervento o per l’assunzione di un solo lavoratore. Le domande dovranno essere presentate entro il 30 giugno 2012 (o fino a esaurimento risorse). Per ulteriori informazioni o per scaricare la domanda d’adesione è possibile consultare il sito www.mb.camcom.it o inviare un email a sviluppoimpresa@mb.camcom.it.

Contratti di apprendistato: pubblicato il bando AMVA

Apprendistato, pubblicato un Avviso pubblico volto a favorire l’inserimento occupazionale nelle aziende mediante stipula di contratti da apprendisti. Si tratta di finanziamenti rientranti nel Programma AMVA (“Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale”), di cui Italia Lavoro è soggetto attuatore, in qualità di organismo di assistenza tecnica del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’obiettivo è di promuovere il contratto di apprendistato in tutti i settori di attività per favorire l’occupazione e agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani che si trovano nello stato di svantaggio secondo la definizione data dal Regolamento (CE) 800/2008.

Allo scopo il Programma AMVA prevede un’azione integrata tra politiche per lo sviluppo delle imprese, politiche per il lavoro e politiche per la formazione che viene attuata con il contributo dei Programmi Operativi Nazionali del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 “Azioni di sistema” e “Governance e azioni di sistema”.

Scadenze e risorse del Programma AMVA

La chiusura dell’Avviso è prevista per il 31/12/2012. Entro tale data e fino ad esaurimento delle risorse finanziarie a disposizione (78.150.700), alle aziende di tutto il territorio italiano che stipuleranno contratti di apprendistato a partire dal 30 novembre 2011 verranno erogati 5.500 euro per ciascun lavoratore se assunto per la qualifica professionale a tempo pieno e/o di 4.700 euro in caso di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere a tempo pieno.

Più in particolare per l’assunzione di giovani tra i 15 ed i 25 anni, mediante stipula di contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, sono stati messi a disposizione 27.104.000 euro. Mentre 51.046.700 euro sono stati destinati ai contratti di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere stipulati con giovani di età compresa tra i 18 ed i 29 anni. 

Domande di partecipazione

Le domande di finanziamento dovranno essere inoltrate per via telematica, accendendo al sito dedicato al Programma AMVA e attivo già a partire dal 30 novembre 2011.

Assegnazione dei contributi

contributi verranno concessi conprocedura “a sportello” e assegnati in ordine cronologico, in base alla data di presentazione delle domande ritenute ammissibili. L’elenco delle imprese che risulteranno ammesse al finanziamento verrà pubblicato sul sito di Programma a partire dal 60esimo giorno dopo l’apertura dei termini di iscrizione all’Avviso Pubblico. Quelle non ammesse riceveranno invece una comunicazione al proprio indirizzo di posta elettronica.

Fonte: Avviso AMVA

I dottori di ricerca in Veneto entrano in azienda con l’apprendistato

Obiettivo principale: aumentare l’occupabilità dei dottori di ricerca nelle aziende del territorio e generare innovazione all’interno delle stesse imprese inserendovi capitale umano di eccellenza.

A seguito di questo accordo, Confindustria Veneto, come partner del progetto, ha sottoscritto un accordo sindacale con Cgil, Cisl e Uil al fine di consentire alle imprese interessate all’iniziativa di poter assumere i giovani dottorandi mediante l’apprendistato in alta formazione.

“L’apprendistato in alta formazione è uno degli strumenti più significativi  e di assoluta novità per il Veneto per agevolare i giovani nella delicata fase di passaggio dal mondo della scuola o dall’università al mondo del lavoro. La Regione Veneto è particolarmente attiva nell’individuazione e nella promozione di strumenti in grado di favorire questa alternanza. Il contratto di apprendistato, nella sua declinazione più elevata, mira in effetti a far emergere quel valore aggiunto, in termini di competenze, innovazione e creatività, che solo i giovani possono dare alle imprese”. Lo dichiara Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale del Veneto.

Le scuole di dottorato interessate sono: Ingegneria industriale, Bioscienze e biotecnologie, Scienze molecolari, Scienze dell’ingegneria civile e ambientale, Ingegneria dell’informazione, Scienze veterinarie, Diritto internazionale e Diritto privato e del lavoro, Studio e conservazione dei beni archeologici e architettonici. Il percorso formativo e di lavoro dura 4 anni e prevede 150 ore circa all’anno di formazione esterna all’azienda e lo sviluppo di un progetto di ricerca su un tema innovativo di avanzato livello scientifico di interesse per l’impresa.

Marco Poggi

Piemonte: 17 milioni di euro per progetti di apprendistato

L’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Claudia Porchietto ha annunciato nei giorni scorsi che “La Regione Piemonte ha stanziato oltre 17milioni di euro alle Province a copertura della domanda formativa in apprendistato professionalizzante“.

Si tratta – ha spiegato l’esponente della giunta Cota – di un pagamento che coprirà pressoché al 100% la formazione in apprendistato sia per i corsi di prima annualità, neo assunti, come per quelli della seconda. Nello specifico andremo a rispondere alle esigenze degli oltre 15mila apprendisti assunti in questi primi mesi dell’anno, oltre a quelli che già da un anno lavorano in imprese piemontesi“.

Per quanto riguarda la copertura 14 milioni di euro erano già previsti a bilancio regionale, i restanti 3,5 derivano da economie nella gestione delle risorse già a disposizione delle singole province.

Riforma apprendistato: no di Confcommercio all’intesa

No di Confcommercio alla riforma dell’apprendistato. Secondo quanto dichiarato dall’associazione a margine dell’incontro di oggi al Ministero del Lavoro riguardante il testo unico sull’apprendistato, “Confcommercio non ha sottoscritto l’Intesa proposta alle parti sociali dal Ministro del Lavoro perché si richiedeva la condivisione di un principio che sanciva una distinzione di durata del contratto di apprendistato, a parità di figure professionali, tra l’artigianato e tutti gli altri settori economici“.

L’apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani ed è definito secondo le seguenti tipologie: apprendistato per la qualifica professionale; apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere; apprendistato di alta formazione e ricerca.

Naturalmente Confcommercio – continua la nota – è disposta a sottoscrivere l’Intesa che di nuovo verrà sottoposta alle parti sociali qualora, al termine dell’iter parlamentare, si introducano correttivi al testo idonei a garantire la parità di trattamento a tutti i settori economici, onde evitare profili di incostituzionalità e fenomeni di dumping organizzativo che vedrebbe figure professionali quali, ad esempio gelatieri, panettieri, pasticceri, macellai e numerose altre con durate diverse di apprendistato a seconda dell’inquadramento dell’azienda di appartenenza e non del percorso formativo“.

Si riprodurrebbe, pertanto, sul versante dell’appartenenza a settori economici diversi, quel paradosso che avevamo avversato nei confronti delle Regioni quando queste ultime prevedevano percorsi formativi diversi a seconda della collocazione territoriale dell’impresa”. “Non è peraltro superfluo – conclude la nota – ricordare che secondo il rapporto Excelsior del 2011 il 46,4% delle assunzioni con contratto di apprendistato riguarda le attività commerciali ed i servizi“.

Secondo il ministro del Lavoro Sacconi, “la riforma dell’apprendistato, dopo l’intesa tra Governo e Regioni, ha compiuto un altro decisivo passo avanti attraverso l’intesa con le parti sociali. Ora le commissioni parlamentari daranno il loro parere e infine il Consiglio dei ministri, sentite un’ultima volta le parti sociali, varerà il testo definitivo. L’auspicio è che con la ripresa autunnale – conclude – il nuovo apprendistato diventi operativo rappresentando il modo tipico di ingresso nel mercato del lavoro sulla base dell’integrazione tra apprendimento e lavoro“.

Questi i punti fondamentali del Testo unico dell’apprendistato siglato nella sede del ministero del Lavoro: la disciplina del contratto di apprendistato è rimessa ad appositi accordi interconfederali ovvero ai contratti collettivi di lavoro stipulati a livello nazionale da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; per gli apprendisti l’applicazione delle norme sulla previdenza e assistenza sociale obbligatoria si estende alle seguenti forme: assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; assicurazione contro le malattie; assicurazione contro l’invalidità e vecchiaia; maternità; assegno familiare.