Autonomi, artigiani e commercianti, professionisti: come si determinano i contributi previdenziali?

I lavoratori autonomi sono chiamati a versare entro il 30 giugno il conguaglio contributivo. Oltre a mettersi in regola con il Fisco, infatti, in questo mese i titolari di partita Iva, gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti e, in generale, i lavoratori autonomi hanno l’onere di versare all’Inps il conguaglio dei contributi. Che si concretizza nel versamento del saldo dei contributi dallo scorso anno e nel 1° acconto per l’anno 2022.

Lavoratori autonomi, entro il 30 giugno 2022 il versamento del saldo contributi del 2021 e l’acconto del 2022

L’onere riguarda i cosiddetti “free lance”, iscritti alla gestione separata dell’Inps. La scadenza per il versamento del conguaglio contributivo è fissata al 30 giugno 2022. Si può, in ogni modo, pagare entro il 22 agosto prossimo, ma con la maggiorazione dello 0,40%. Lo stesso Istituto previdenziale è intervenuto nei giorni scorsi per ricordare agli iscritti alle Gestioni speciali artigiani e commercianti e agli iscritti alla Gestione separata il dovere di compilare il quadro RR del modello “Redditi 2022 Pf” (persone fisiche) e la riscossione dei contributi dovuti a saldo per il 2021 e l’acconto del 2022.

Da chi deve essere compilato il Quadro RR?

In particolare, il Quadro RR del modello “Redditi 2022 PF deve essere compilato “dagli iscritti alle Gestioni dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli artigiani e degli esercenti attività commerciali e del terziario, nonché dai lavoratori autonomi che determinano il reddito di arte e professione così come disciplinato dall’articolo 53, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 1986, numero 917 (Testo unico delle imposte sui redditi – Tuir), e sono iscritti alla Gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, numero 335, per la determinazione dei contributi dovuti all’Inps”.

Artigiani e commercianti, come funziona il versamento dei contributi Inps?

Per gli artigiani e i commercianti il saldo dei contributi previdenziali deve essere calcolato sul complessivo dei redditi di impresa denunciati per il calcolo dell’Irpef. I redditi devono essere stati prodotti nello stesso anno al quale gli stessi contributi fanno riferimento. Sui contributi dovuti per l’anno 2021, i titolari delle imprese commerciali ed artigiane, nonché i soci titolari di una propria posizione assicurativa, sono chiamati ai versamenti contributivi sia per sé che per le persone che svolgono la propria attività lavorativa nell’impresa. Si tratta, dunque, dei collaboratori e dei familiari che devono completare la sezione I del Quadro RR.

Come si determina il reddito imponibile?

Per la determinazione del reddito imponibile da assoggettare al calcolo dei contributi previdenziali, gli iscritti alle gestioni Inps devono prendere in considerazione il totale dei redditi di impresa ottenuti nel 2021, sottraendo eventuali perdite dei periodi di imposta. Pertanto, la formula per il calcolo della base imponibile è la seguente:

RF63 – (RF 98 + RF 100, col. 1 + col. 2) + [RG 31 – (RG 33 + RG 35, col. 1 + col. 2)] + [somma algebrica (colonne 4 da RH 1 a RH 4 con codice 1 e 5 indicato in colonna 2 e colonne 4 da RH 5 a RH 6) – RH 12 col. 1- RH 12 col. 2] + RS 37 colonna 15.

Quali sono le aliquote da applicare per i commercianti e gli artigiani?

Le aliquote che agli artigiani e i commercianti devono applicare alla base imponibile per la determinazione dei contributi previdenziali sono:

  • il 24% per gli artigiani e il 24,09% per i commercianti sulla parte di reddito annuale che eccede i 15.593 euro e fino al limite di 47.379 euro;
  • il 24,55% gli artigiani, ovvero il 24,64% per i commercianti, tra 47.379 e 78.965 euro. Il limite sale a 103.055 euro per i contribuenti che non hanno contributi versati alla data del 31 dicembre 1995.

Commercianti e artigiani, cosa deve fare chi ha già versato un acconto nello scorso anno?

I commercianti e gli artigiani che lo scorso anno avessero versato l’acconto percentuale del reddito di impresa dichiarato per il 2020 in misura maggiore rispetto al minimale di 15.593 euro, devono versare il conguaglio. Tale somma va calcolata sui redditi conseguiti in maniera effettiva nel corso del 2021.

Versamento del primo acconto del 2022 dei commercianti e degli artigiani

Il versamento del primo acconto per il 2022 da parte dei commercianti e degli artigiani deve essere calcolato considerando l’aumento definitivo dell’aliquota contributiva al 24% (per i commercianti il 24,48%). Il minimale di reddito per il 2022 corrisponde, invece, a 15.710 euro, il massimale a 80.465 euro. Pertanto, le due categorie di lavoratori autonomi devono versare rispettivamente per il primo acconto dei contributi previdenziali:

  • il 24% gli artigiani sul reddito di impresa fino a 48.279 euro e il 25% sulla quota eventualmente eccedente fino al limite di 80.465 euro;
  • il 24,48% i commercianti sul reddito di impresa fino a 48.279 euro e il 25,48% sulla quota eventualmente eccedente fino al limite di 80.465 euro.

Per i collaboratori giovani è previsto uno sconto purché l’età non ecceda i 21 anni.

Commercianti e artigiani che nel 2021 avevano dichiarato un reddito d’impresa eccedente i 15.593 euro: cosa fare?

Pertanto, gli artigiani e i commercianti con un reddito di impresa riferito all’anno 2021 eccedente i 15.593 euro (il tetto del minimale) devono versare adesso:

  • il 22,80% gli artigiani;
  • il 23,28% i commercianti.

Queste percentuali scaturiscono dalla differenza tra il reddito di impresa risultante dall’Unico 2022 e il limite stabilito dal minimale di 15.710 euro.  Inoltre, le percentuali aumentano a:

  • 23,80% per gli artigiani;
  • 24,28% per i commercianti;

per la parte di reddito di impresa del 2021 tra i limiti di 48.279 euro e 80.546 euro. Infine, entro il 30 novembre 2022 bisogna pagare le quote del secondo acconto, applicando le medesime percentuali.

Liberi professionisti iscritti alla Gestione separata dell’Inps, come si calcola il saldo?

I liberi professionisti iscritti alla Gestione separata dell’Inps devono calcolare il saldo risultante dal reddito del 2021. Al limite di 103.055 euro deve essere applicata la percentuale del 25,98%. In alternativa si paga il 24% se si è già pensionati o assicurati. Al risultato vanno detratti gli acconti di giugno e di novembre già pagati nel 2021.

Professionisti, come calcolare gli acconti?

Ai fini del calcolo degli acconti nella percentuale del 40% è necessario considerare:

il reddito del professionista, maturato nell’anno 2021 ai fini dell’Irpef risultante dall’Unico 2022, nel tetto di 103.055 euro. Questo limite è riferito al reddito imponibile del 2021;

  • applicare la percentuale del 10,392%, pari al 40% dei contributi dovuti calcolati sul 25,98%;
  • oppure applicare la percentuale del 9,6%, pari al 40% dei contributi dovuti, calcolati sul 24% (pensionati o già assicurati).

Entro quanto è necessario procedere con i versamenti?

I commercianti e gli artigiani devono versare i contributi dovuti sulla quota di reddito eccedente il minimale e gli iscritti alla Gestione separata dell’Inps la contribuzione dovuta entro le scadenze fissate per il versamento delle imposte sui redditi. Per il 2022, tali scadenze sono fissate al:

  • 30 giugno (o 22 agosto 2022 per chi si avvale della rateizzazione) per il saldo 2021 e il 1° acconto 2022;  e
  • 30 novembre 2022 per il 2° acconto.

Maggiorazione dovuta dello 0,40% per chi paga dopo la scadenza del 30 giugno

Commercianti, artigiani, professionisti e partite Iva che pagano i contributi del saldo 2021 e del 1° acconto del 2022 dopo il 30 giugno 2022 devono calcolare la maggiorazione dello 0,40%. I contribuenti versano questa maggiorazione a titolo di interessi per evitare eventuali sanzioni per il ritardato pagamento. La quota della maggiorazione deve essere versata in via separata rispetto ai contributi. Si utilizzano le seguenti causali:

  • Api, per gli artigiani e codeline Inps usata per versare il corrispondente contributo;
  • Cpi, per i commercianti e codeline Inps usata per versare il corrispondente contributo;
  • Dppi per il libero professionista.

Come si effettua la rateizzazione? 

Per artigiani e commercianti la rateizzazione si può fare solo per i contributi dovuti sulla parte di reddito oltre il minimale imponibile a saldo per il 2021 e per il 1° acconto del 2022. Vanno escluse, dunque, le quote contributive entro il minimale. I professionisti, invece, possono procedere con la rateizzazione sia sul saldo del 2021 che sul 1° acconto del 2022. La prima rata deve essere versata entro la data di scadenza del saldo o dell’acconto differito. Le restanti rate, invece, hanno la scadenza indicata nel modello “Redditi 2022 Pf”. In ogni modo, il versamenti delle rate devono terminare entro il 30 novembre 2022. Per stabilire l’importo delle rate è necessario far riferimento alle modalità inserite nelle istruzioni al modello “Redditi 2022 Pf”, nella sezione relativa alle Modalità e termini di versamento – Rateazione.

Entro domani 16 maggio la scadenza dei contributi

 

Contribuenti chiamati alla cassa di ani 16 giugno. Si tratta di artigiani e commercianti. Infatti arriva il termine ultimo per il versamento dei contributi Inps per questo lavoratori autonomi. Ma è in rete anche l’istanza per ottenere l’esonero, o meglio, la compensazione da esonero.

Artigiani e commercianti, ecco la scadenza del 16 giugno

Ok era questi lavoratori autonomi, cioè per artigiani e commercianti, il 16 maggio 2022 è la data utile al versamento dei contributi previdenziali all’Istituto nazionale di previdenza sociale italiano. Si tratta della prima scadenza per i versamenti obbligatori all’Inps nel 2022. Ma ci sono anche i contribuenti esonerati. E l’Inps da loro istruzioni per l’eventuale richiesta di utilizzo delle eccedenze in compensazione.

Domande tramite cassetto fiscale per compensazione contributi Inps

È presentando domanda tramite il proprio Cassetto previdenziale che artigiani e commercianti potranno produrre istanza di esonero.

È l’alternativa all’obbligo di versare la prima rata dei contributi previdenziali 2022. Niente di nuovo perché l’Istituto ha fornito la circolare illustrativa (la n° 22, ndr), a febbraio.

La compensazione riguarda tutti gli artigiani ed i commercianti che nel corso dell’anno 2021 sono stati beneficiari dell’esonero dal versamento dei contributi come previsto dalla manovra finanziaria del 2020, cioè dalla legge n° 178/2020. Chi ha versato prima dell’ok alla domanda da parte dell’Istituto, adesso potrà beneficiare dello sgravio. Ma solo, come spiegato, presentando domanda. L’Inps ha voluto ribadire il concetto fornendo le spiegazioni per l’utilizzo della procedura, con un nuovo messaggio, il n° 688 del 2022.

È online infatti la domanda per la compensazione dell’esonero. E per le eccedenze nei versamenti, non ancora compensate con le rate dei contributi scadute nel 2021, ecco che viene concessa ad artigiani e commercianti quest’altra possibilità. Una possibilità che dovrebbe essere ammessa solo per la scadenza della prima rata dei contributi 2022, cioè proprio con la rata in scadenza domani 16 giugno.

La procedura autonoma con le credenziali SPID

Non ci sarà bisogno di rivolgersi a commercialisti e ragionieri, anche se chi vuole può affidarsi a loro essendo dei professionisti del settore abilitati. La procedura di compensazione può essere espletata anche tramite il proprio Cassetto previdenziale. Infatti in rete c’è l’area a tema dedicata che si chiama “Rimborso e compensazione contributiva”.

Contributi Pmi Lombardia fotovoltaico e cambio pannelli: bando a commercianti, artigiani e impianti sportivi

Per le piccole e medie imprese della Regione Lombardia arriva il pacchetto da 64 milioni di euro per l’efficientamento energetico e per il cambio delle macchine e dei pannelli solari. I contributi a fondo perduto sono del 50% per il fotovoltaico e fino al limite dell’80% per il cambio delle macchine e dei pannelli solari. A beneficiarne possono essere i commercianti, gli artigiani e gli impianti sportivi. Il pacchetto energia si articola in tre differenti misure a sostegno dell’efficientamento energetico. La quota più corposa degli aiuti andrà alle imprese e agli enti che gestiscono impianti natatori e del ghiaccio.

Contributi a fondo perduto per le Pmi della Regione Lombardia, gli obiettivi di sostegno per il caro energia

Gli avvisi per i contributi a fondo perduto della Regione Lombardia arrivano a seguito della seduta del 26 aprile scorso della Giunta regionale. L’obiettivo è quello di supportare le piccole e medie imprese in interventi strutturali in modo che gli aumentati costi dell’energia non influiscano sul loro equilibrio economico. Il bando prevede nella quasi totalità contributi a fondo perduto con aliquote di aiuti fino all’80%.

Contributi a fondo perduto imprese artigiane della Regione Lombardia, cosa sono?

Per le imprese artigiane della Regione Lombardia, il bando prevede lo stanziamento di oltre 22,3 milioni di euro. Gli aiuti consistono nella concessione di contributi a fondo perduto che possono raggiungere il 50% delle spese ammissibili. Il limite delle spese è fissato in 50 mila euro. L’importo minimo dei progetti deve essere di 15 mila euro. Risultano ammissibili agli incentivi gli investimenti fatti per favorire l’efficientamento energetico della sede legale o produttiva. Per la presentazione delle domande è necessario utilizzare la sezione del sito della Regione Lombardia “Bandi online”.

Quali spese sono ammissibili dal bando della Regione Lombardia per gli artigiani?

A titolo di esempio, sono ammissibili le spese delle imprese artigiane del bando della Regione Lombardia per l’efficientamento energetico:

  • quelle per acquistare e installare i collettori solari e gli impianti di microgenerazione della potenza massima di 200 kWel;
  • l’acquisto e l’istallazione di caldaie ad alta efficienza a condensazione, a pompe di calore o a biomassa, in sostituzione delle caldaie già esistenti nei siti produttivi;
  • gli impianti fotovoltaici;
  • l’acquisto e l’installazione dei macchinari e delle attrezzature in sostituzione di quelli già esistenti in azienda;
  • i sistemi di domotica, di monitoraggio dei consumi energetici, le apparecchiature a led per la sostituzione degli impianti di illuminazione tradizionale;
  • le opere murarie e di impianti nel limite del 20% del totale delle spese ammissibili purché funzionali all’attività artigianale.

Piccole e medie imprese del commercio della Lombardia, quali contributi a fondo perduto per l’efficientamento energetico?

Per le piccole e medie imprese della Regione Lombardia operanti nel settore del commercio sono a disposizione 9,6 milioni di euro di risorse per i contributi a fondo perduto a favore dell’efficientamento energetico. Gli aiuti, dunque, consistono in contributi fino al 50% delle spese ammissibili, nei limiti di progetti per un minimo di 4 mila euro e un massimo di 30 mila euro. Il bando per la presentazione delle domande sarà aperto a giugno.

Quali spese sono ammissibili dal bando Lombardia per l’efficientamento energetico delle imprese del commercio?

Tra le spese ammissibili dei contributi a fondo perduto della Regione Lombardia per le imprese del commercio, rientrano:

  • gli impianti fotovoltaici per autoprodurre l’energia da fonti rinnovabili;
  • l’acquisto e l’installazione di attrezzature e di macchinari in sostituzione di quelli già in possesso;
  • acquisto e installazione di impianti per raffrescare o raffreddare;
  • l’acquisto di sistemi di domotica al fine di risparmiare energia e tenere sotto controllo i consumi.

Contributi a fondo perduto per gli impianti natatori e del ghiaccio della Lombardia: cosa sono?

Le risorse più cospicue sono stanziate dalla Regione Lombardia per gli operatori economici che gestiscono gli impianti natatori e del ghiaccio. La Regione ha stanziato 32 milioni di euro per questo pacchetto di aiuti. Si tratta di un sostegno a favore degli operatori che rischiano il fallimento o l’interruzione delle attività a causa del caro prezzi dell’energia. Il sostegno economico si concretizza in un contributo a fondo perduto che può raggiungere l’80% delle spese ritenute ammissibili. Il limite massimo della spesa è pari a 350 mila euro.

Chi può richiedere i contributi a fondo perduto Lombardia per impianti natatori e del ghiaccio?

Ammessi a presentare domanda per i contributi a fondo perduto della Regione Lombardia per gli impianti natatori e del ghiaccio sono:

  • i soggetti privati titolari o concessionari della gestione degli impianti;
  • gli enti pubblici se proprietari o gestori diretti degli impianti.

Quali sono le spese ammissibili per i contributi a fondo perduto per gli impianti natatori e del ghiaccio?

Le spese ammissibili per i contributi fino all’80% degli impianti natatori e del ghiaccio riguardano l’acquisto e l’installazione di:

  • collettori solari termici;
  • impianti fotovoltaici per autoprodurre energia elettrica da fonti rinnovabili;
  • teli isotermici per coprire piscine nelle ore di non utilizzo;
  • caldaie ad alta efficienza in sostituzione degli impianti già esistenti.

Regione Lombardia, come presentare domanda per i contributi a fondo perduto per l’efficientamento energetico?

Il bando attuativo del progetto è previsto in uscita a 60 giorni dalla delibera della Giunta regionale. Tramite l’avviso saranno riportate le modalità attraverso le quali si procederà per l’apertura dello sportello e la presentazione delle istanze. I progetti verranno valutati in base agli obiettivi di efficientamento energetico e verrà stilata una graduatoria finale delle imprese ammesse ai contributi.

Contributi previdenziali partite Iva: regole, scadenze e importi da pagare

Per i lavoratori autonomi che hanno una partita Iva per un’attività professionale o imprenditoriale vige l’obbligo di pagare i contributi all’Inps (o, in alternativa, alle Casse previdenziali di appartenenza). Lo stesso vale per i commercianti e gli artigiani, per i lavoratori dello spettacolo e gli sportivi professionisti. Quali sono le regole che i possessori di partita Iva devono seguire nei versamenti dei contributi previdenziali? E le scadenze e gli importi da pagare? Ecco una guida aggiornata per l’adempimento previdenziale dei lavoratori autonomi.

Contributi previdenziali delle partite Iva: cosa sono?

Il versamento dei contributi previdenziali dei lavoratori autonomi e possessori di partita Iva assicura gli assicurati dall’evento che non possano più esercitare la propria attività lavorativa perché non più idonei. I contributi vanno versati periodicamente e sono basati essenzialmente sul reddito prodotto nel corso della propria attività lavorativa. Quando il lavoratore autonomo non sarà più idoneo a proseguire la propria attività lavorativa, quando versato in forma di contributi previdenziali verrà restituito sotto forma di assegno temporaneo o di vitalizio.

Partite Iva, l’obbligatorietà di versare i contributi previdenziali per la pensione o per altre indennità

Essenzialmente, i contributi previdenziali versati dalle partite Iva sono spesso legati alla maturazione della pensione di vecchiaia o di altre formule di uscita anticipata dal lavoro. In ogni modo, i contributi previdenziali coprono anche altre altre indennità, come quella di maternità e l’invalidità. Il versamento dei contributi previdenziali da parte dei lavoratori autonomi è sempre obbligatorio. Tuttavia, a seconda della tipologia di attività esercitata, possono essere versati all’Inps oppure alle Casse previdenziali di appartenenza, nel caso in cui la propria attività professionale vi possa rientrare.

Cosa versano le partite Iva all’Inps di contributi previdenziali?

I contributi previdenziali che le partite Iva versano all’Inps o alle altre gestioni speciali sono chiamati “Contributi Ivs“. L’acronimo significa “invalidità, vecchiaia e superstiti”. Versano i contributi all’Inps varie categorie di lavoratori autonomi. Ad esempio, i professionisti con partita Iva ma privi di una Cassa previdenziale di appartenenza. Oppure i commercianti e gli artigiani, o gli imprenditori. Versano i contributi previdenziali all’Inps anche i lavoratori dello spettacolo e gli sportivi professionisti che appartengono alla gestione ex Enpals. Tutte le categorie hanno regole ben precise di versamento dei contributi, cosi come delle scadenze e dei criteri per la determinazione di quanto pagare.

Versamento dei contributi previdenziali all’Inps: la Gestione separata

La Gestione separata dell’Inps è la principale attività previdenziale dedicata a determinate categorie di professionisti e di lavoratori autonomi. Tutte le partite Iva hanno l’obbligo di iscriversi alla Gestione separata nel termine dei 30 giorni successivi alla data di apertura dell’attività. Lo stesso obbligo vige anche per i professionisti che esercitano una attività in maniera abituale, anche se non esclusiva. Per i professionisti, l’iscrizione alla Gestione separata dell’Inps è in alternativa a quella di una Cassa professionale previdenziale, nel caso sia prevista. Ad eccezione dei commercianti e degli artigiani, nella Gestione separata Inps non sono previsti dei contributi fissi da versare obbligatoriamente annualmente.

Partite Iva e lavoratori autonomi, quando si versano i contributi previdenziali alla Gestione separata Inps?

Partite Iva e lavoratori autonomi versano i propri contributi previdenziali a giugno e a novembre di ciascun anno. Il versamento coincide con il pagamento delle imposte, rispettando le scadenze previste dal meccanismo del saldo e dell’acconto. I versamenti previdenziali dipendono, in percentuale, dai compensi e dai redditi prodotti durante l’anno. Il massimo dei versamenti effettuabili per il 2022 è fissato in 105.014 euro. Esiste anche un minimale che consente di ottenere l’accredito di un intero anno di contributi. Per il 2022 il minimale è fissato a 16.243 euro.

Aliquote applicate per il versamento dei contributi delle partite Iva e dei lavoratori autonomi

Le aliquote applicate per il versamento dei contributi delle partite Iva e dei lavoratori autonomi sono state aggiornate per l’anno 2022. Ai professionisti con partita Iva, nono iscritti ad altre gestioni obbligatorie o risultanti pensionati è applicata l’aliquota del 26,23%; i pensionati e gli iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie versano contributi per il 24%. Nelle aliquote sono già inclusi i versamenti a titolo di assistenza pari, come gli anni scorsi, allo 0,72%. Per tutte le percentuali, l’Inps ha emesso la circolare numero 25 del 2022.

Contributi previdenziali di commercianti e artigiani: come funziona?

I contributi previdenziali versati dai commercianti e dagli artigiani si dividono in fissi e a percentuale. I contributi fissi sono determinati annualmente sul reddito minimale e sono da versare obbligatoria. Per la determinazione provvede l’Inps con circolare annuale. I contributi a percentuale si calcolano, invece, sul reddito eccedente il minimale di reddito all’anno e devono essere pagati con la stessa cadenza delle imposte. Le aliquote contributive di finanziamento dell’anno 2022 sono le seguenti:

  • il 24% per i soggetti che abbiano oltre i 21 anni di età;
  • il 22,8% per chi è sotto i 21 anni di età;
  • riduzione del 50% dei contributi per chi ha oltre i 55 anni di età e sia già pensionato.

Commercianti e artigiani, che cos’è l’aliquota previdenziale aggiuntiva dello 0,48%?

Oltre ai contributi previdenziali, si versa un’aliquota aggiuntiva fissata per il 2022 allo 0,48% che serve a finanziare gli indennizzi nei casi di cessazione delle attività commerciali. L’indennità, in questo caso, viene corrisposta nel caso in cui non siano stati raggiunti i requisiti per la pensione. Per redditi superiori ai 48.279 euro, l’aliquota è pari a un punto percentuale. Le scadenze previste per il versamento delle rate contributive sono fissate annualmente al 16 maggio, al 20 agosto, al 16 novembre e al 16 febbraio (dell’anno successivo).

Sportivi professionali e lavoratori dello spettacolo, quali contributi previdenziali si pagano all’Inps?

I lavoratori dello spettacolo e gli sportivi professionali versano i contributi previdenziali all’Inps, dopo la soppressione dell’Enpals. Sono due i fondi previsti, rispettivamente: il Fondo pensione dei lavoratori dello spettacolo (Fpls) e il Fondo pensione degli sportivi professionisti (Fpsp). La percentuale contributiva è pari al 33% delle retribuzioni minime giornaliere. Il calcolo tiene conto che una parte della percentuale previdenziale è a carico del datore di lavoro e l’altra del lavoratore. I committenti devono presentare denuncia dei contributi versati mediante modello F24.

Esonero contributivo: su cosa viene applicato per rate e acconti di artigiani, commercianti e professionisti

Come funziona l’esonero parziale dei contributi, la cui domanda scade il 30 settembre 2021? Lo sconto sui contributi spetta nel limite massimo per ogni partita Iva di 3 mila euro su base annuale. Tuttavia, l’esonero va riparametrato su base mensile tanto per i lavoratori autonomi e professionisti, quanto per gli artigiani e i commercianti.

Esonero dei contributi previdenziali: cosa prevede la misura?

La legge di riferimento che ha previsto l’esonero parziale dei contributi per i lavoratori autonomi e i professionisti è la legge numero 178 del 2020. Il decreto di attuazione della legge 178 del 2020 è quello interministeriale del 17 maggio 2021. Il provvedimento dispone i meccanismi per avvalersi dell’esonero contributivo. Regole fondamentali per accedere allo sconto sui contributi sono quelle che prevedono la regolarità contributiva e l’esclusione dei percettori di pensione diretta e degli autonomi che abbiano anche un contratto di lavoro subordinato.

In che modo avviene l’esonero contributivo?

L’esonero contributivo dei lavoratori autonomi concerne la possibilità accordata agli iscritti alle gestioni previdenziali di non versare la contribuzione previdenziale relativa all’anno 2021. Tuttavia, l’applicazione dello sconto dei contributi segue meccanismi diversi a seconda che si tratti di artigiani e commercianti o di liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inps o ad altre forme previdenziali.

I contributi oggetto di esonero vengono accreditati come contributi figurativi

I contributi oggetto dell’esonero e, dunque, non versati, saranno accreditati figurativamente sull’estratto conto del lavoratore autonomo. Tuttavia, ai fini della possibilità di esonero, è necessario che il lavoratore autonomo versi la quota parte della contribuzione obbligatoria che non rientra nello sconto dei contributi.

Esonero contributivo di artigiani e commercianti, l’agevolazione vale per le rate del 2021

Per gli artigiani e i commercianti lo sconto sui contributi riguarda il minimale previsto dalla legge numero 233 del 1990. L’esonero, dunque, si applica sui contributi oggetto della tariffazione annuale del 2021, con scadenza fissata al prossimo 31 dicembre. L’esonero va applicato al netto delle altre agevolazioni o riduzioni della previdenza obbligatoria, di competenza del periodo di riferimento dello sconto stesso.

Quali rate rientrano nell’esonero contributivo di artigiani e commercianti?

Le rate che rientrano nell’esonero contributivo degli artigiani e dei commercianti sono la prima, la seconda e la terza del 2021. Dunque, lo sconto si applica solo per gli importi dovuti nel 2021 purché la scadenza del pagamento avvenga entro il 31 dicembre prossimo. Non rientra nell’esonero, pertanto, la contribuzione relativa al 2021 ma con scadenza di versamento susseguente al 31 dicembre 2021.

Quale contribuzione è esclusa dall’esonero contributivo 2021?

E dunque, la quarta rata 2021, con scadenza fissata al 16 febbraio 2022, risulta esclusa dall’esonero contributivo. Non sono da conteggiare nemmeno, ai fini dello sconto contributivo, gli importi di competenza degli anni precedenti.

Esonero contributivo dei liberi professionisti: come funziona?

Diverse sono le regole dello sconto sui contributi per i professionisti iscritti alla Gestione separata Inps. A differenza degli artigiani e dei commercianti, i professionisti non versano la contribuzione su quattro rate annuali, ma su due acconti e saldo nell’anno susseguente agli acconti. L’esonero contributivo, dunque, per i professionisti riguarda i contributi complessivi dovuti in acconto per il 2021.

Aliquote previdenziali applicate ai professionisti per l’anno 2021

L’aliquota di riferimento della contribuzione dei professionisti iscritti alla Gestione separata Inps è pari, per l’anno in corso, al 25,98%. Per i professionisti appartenenti ad altre forme di contribuzione previdenziale obbligatoria, lo sconto sui contributi si applica per quelli dovuti in acconto per l’anno in corso e calcolati con l’aliquota del 24%.

Come si applica l’esonero dei contributi per gli autonomi professionisti?

L’esonero dei contributi per i lavoratori autonomi professionisti riguarda i contributi dovuti a titolo di acconto nell’anno di imposta 2021. Tali acconti sono quelli in scadenza entro il 31 dicembre 2021, calcolati su quanto dichiarato nell’anno di imposta 2020. Pertanto, l’applicazione dello sconto sui contributi, nel limite di 3 mila euro, riguarda il primo e il secondo acconto 2021.

Scontro sui contributi, chi sono i lavoratori autonomi esclusi?

Rimangono esclusi dalla misura dello sconto dei contributi i professionisti titolari di rapporto subordinato e i titolari di pensione diretta. In particolare per gli autonomi che abbiano anche un rapporto di lavoro subordinato l’esonero non spetta nei mesi coincidenti con l’attività autonoma che dà diritto allo sconto stesso.

 

Sconto sui contributi partite Iva: come si invia la domanda dal sito Inps

Come si invia la domanda all’Inps per lo sconto dei contributi a favore delle partite Iva entro il 30 settembre 2021? L’istanza deve seguire una procedura ben precisa e l’Inps ha messo a disposizione dei modelli specifici per ogni singola gestione che deve essere compilata.

Avvertenze sulla presentazione della domanda di accesso esonero parziale contributi

L’esonero parziale dei contributi per le partite Iva e i lavoratori autonomi ha come limite massimo individuale 3mila euro da riparametrare e applicare su base mensile. Ne consegue che la domanda deve essere inoltrata verso un solo ente previdenziale e per una sola formula di previdenza obbligatoria. Pertanto, è consentita la registrazione per una sola previdenza gestita dall’Istituto di previdenza. Il richiedente, nell’istanza, deve dichiarare di non aver già presentato ulteriori domande di esonero ai sensi della misura prevista dal decreto interministeriale del 17 maggio 2021.

Come controllare l’accoglimento della domanda di esonero contributi?

È altresì importante far riferimento alla comunicazione Inps numero 2761 del 19 luglio 2021. Le partite Iva e gli autonomi che presenteranno istanza per l’esonero parziale dei contributi potranno seguire anche l’andamento dell’istanza. Infatti, è possibile verificare l’esito dei controlli e l’accoglimento della domanda accedendo dal sito Inps al proprio Cassetto previdenziale. La sezione da selezionare è proprio quella relativa all’esonero contributivo in questione. L’accoglimento della domanda, inoltre, comporta anche la comunicazione da parte dell’Inps dell’importo residuo da versare.

Come si presenta la domanda per l’esonero dei contributi di partite Iva e autonomi?

Partite Iva e autonomi dovranno seguire diversi percorsi, sul sito dell’Inps, per poter inoltrare la domanda di esonero dei contributi. In particolare:

  • per la Gestione speciale degli artigiani e dei commercianti è necessario accedere al “Cassetto previdenziale per Artigiani e commercianti” e, successivamente, alla sezione “Esonero contributivo articolo 1, comma 20-22 bis legge 178 del 2020”;
  • per gli autonomi iscritti alla Gestione speciale autonoma dei coltivatori diretti, coloni e mezzadri, il percorso da seguire passa da “Cassetto lavoratori autonomi Agricoli” a “Comunicazione bidirezionale”.

Professionisti della Gestione separata Inps: invio domanda esonero contributi

I professionisti iscritti alla Gestione separata dell’Inps, invece, dovranno procedere accedendo al “Cassetto Previdenziale Liberi Professionisti”, poi “Domande Telematiche” e, infine, “Esonero contributivo legge 178 del 2020”.

 

Partite Iva, la domanda all’Inps sullo sconto dei contributi va presentata entro il 30 settembre

La domanda all’Inps per lo sconto sui contributi delle partite Iva va presentata entro il 30 settembre 2021 a pena di decadenza. L’esonero parziale è applicabile nel tetto massimo individuale di 3.000 euro all’anno, con applicazione su base mensile. Inizialmente il termine per la presentazione della domanda era stato fissato al 31 luglio scorso dal decreto interministeriale numero 17 maggio 2021. L’Inps, con messaggio numero 2761 del 29 luglio 2021, ha posticipato la scadenza a fine settembre.

Autonomi e professionisti, chi può richiedere l’esonero contributivo?

La richiesta di esonero contributivo può essere fatta dai lavoratori autonomi e dai professionisti, iscritti alle gestioni previdenziali. Nel dettaglio, possono accedere alla misura:

  • gli artigiani, i commercianti, i coltivatori diretti coloni e mezzadri, e gli iscritti alla gestione separata come professionisti;
  • i lavoratori soci di società e i professionisti di uno studio associato;

Per queste due categorie l’esonero riguarda la contribuzione previdenziale di competenza del 2021, da versare con rate o acconti in scadenza al 31 dicembre 2021.

Esonero dei contributi dei professionisti, medici e infermieri

Possono presentare domanda di esonero contributivo anche i professionisti iscritti alle gestioni previdenziali secondo quanto prevedono i decreti legislativi numero 509 del 1994 e numero 103 del 1996 per i contributi da versare relativi all’anno di competenza 2021 in rate o acconti scadenti nell’anno in corso. La misura riguarda anche i medici, gli infermieri e altri operatori sanitari richiamati dalla legge numero 3 del 2018. Per la categoria dei professionisti sanitari, già collocati in pensione, l’esonero contributivo riguarda incarichi di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.). L’applicazione dell’esonero riguarda la contribuzione dell’anno in corso da versare per acconti o rate entro fine 2021.

Esonero contributivo partite Iva, a chi si presenta la domanda

La domanda si presenta agli enti previdenziali interessati. Per gli iscritti alle Casse professionali la scadenza è fissata al 31 ottobre 2021. Nella domanda devono essere inserite varie dichiarazioni sotto la responsabilità del richiedente. Il richiedente deve dichiarare che, nel periodo oggetto di esonero, non deve aver avuto un contratto di lavoro subordinato. Fa eccezione il contratto di lavoro intermittente senza diritto all’indennità di disponibilità. La domanda non deve essere stata presentata per la stessa finalità presso un’altra forma di previdenza obbligatoria.

Requisiti di pensione e di reddito ai fini della domanda di esonero contributivo

Tra i requisiti richiesti all’atto della domanda e da sottoscrivere ai fini dell’esonero contributivo, vi è l’assenza di titolarità di pensione diretta. Fa eccezione l’assegno ordinario di invalidità e ogni altro emolumento disposto dagli enti di previdenza obbligatoria a integrazione del reddito a titolo di invalidità. Inoltre, tra i requisiti fondamentali per la richiesta di esonero contributivo rientra il reddito: in particolare, quello complessivo del 2019 non deve aver superato i 50mila euro.

Richiesta dei liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inps

I liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inps o alla gestione dei commercianti non obbligati al minimale contributivo devono dichiarare di aver percepito redditi negli anni di imposta del 2019 e 2020 e devono indicarne l’importo. Gli stessi devono quantificare la contribuzione relativa all’anno di imposta del 2021.

Sconto contributi: il richiedente deve essere in regola con i contributi

Spetta, a tutti i richiedenti, dichiarare sotto la propria responsabilità di essere in regola con il versamento della contribuzione previdenziale obbligatoria. Chi presenta domanda, tra le dichiarazioni deve sottoscrivere il “Quadro temporaneo per le misure di aiuti di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza Covid-19” presente nella sezione 3.1. Nel dettaglio, il richiedente non deve aver oltrepassato l’importo individuale degli aiuti concedibili.

 

Imposizione contributiva artigiani e commercianti, come scaricare F24 dal sito Inps

Sono disponibili sul sito Inps i dati relativi agli importi e ai codici utili per la compilazione dei modelli F24 ai fini dell’imposizione contributiva di artigiani e commercianti. È lo stesso Istituto di previdenza a informare le categorie lavorative interessate con la circolare numero 17 del 9 febbraio 2021 e con il messaggio numero 1861 del 10 maggio 2021.

Circolare Inps per i contributi di artigiani e commercianti

Con la circolare numero 17, avente a oggetto “Artigiani ed esercenti attività commerciali: contribuzione per l’anno 2021”, l’Inps ha comunicato gli importi dei contributi dovuti sia dai commercianti che dagli esercenti delle attività commerciali per il 2021. In particolare, gli autonomi appartenenti alle due categorie lavorative devono scaricare e pagare l’F24 ogni tre mesi, alle scadenze prefissate del 16 maggio, del 20 agosto, del 16 novembre e del 16 febbraio dell’anno successivo.

Imposizione contributiva artigiani e commercianti, la comunicazione Inps

Inoltre, l’Istituto previdenziale ha fatto presente che i dati di dettaglio della contribuzione dovuta per lo stesso anno alle scadenze fissate dalla legge, e i codici Inps (o codeline) necessari per compilare i modelli “F24” e le informazioni sul modello “F24 precompilato”, nonché quelle sull’Associazione di categoria e i relativi importi delle quote dovute per i soggetti interessati, sono reperibili sul sito stesso dell’Inps nella sezione del “Cassetto previdenziale per Artigiani e Commercianti”. Da questa sezione è necessario accedere alla “Posizione assicurativa” e, successivamente, ai “Dati del modello F24”.

Artigiani e commercianti, accesso al sito Inps

Pertanto, la procedura per scaricare i contributi da versare tramite il modello F24 per artigiani e commercianti va fatta interamente sul sito Inps. Dal sito ufficiale è necessario accedere alla sezione “Entra in MyINPS” e inserire il codice fiscale e il Pin. In alternativa si può usare lo Spid, la Carta di identità elettronica (CIE) o la Carta nazionale dei servizi (CNS).

Sito Inps, come arrivare facilmente al ‘Cassetto previdenziale artigiani e commercianti’

Una volta che l’artigiano o il commerciante ha effettuato l’autenticazione sul sito dell’Inps si può procedere con il fare una ricerca dalla sulla barra posta in alto, in corrispondenza della lente di ingrandimento. Le parole da digitare per abbreviare il percorso sono “cassetto commercianti”. In base ai risultati della ricerca è necessario cliccare su “Cassetto previdenziale per artigiani e commercianti”. In questa sezione, il portale chiede di digitare il codice che compare nell’immagine per poter procedere.

I dati del modello F24 nel Cassetto previdenziale

Successivamente si accede nel dettaglio del cassetto previdenziale: dal menù di sinistra la sezione di interesse è “Posizione Assicurativa” e poi, dalla tendina che si apre, “Dati del modello F24“. Il sistema propone vari F24, ma i modelli di interesse sono quelli per i quali sono dichiarati gli importi. Il primo dato in alto della colonna che può comparire è quello del 16 febbraio che è relativo all’importo dell’anno precedente. In successione si visualizzano gli importi relativi all’anno in corso e, in particolare:

  • la scadenza del 16 maggio;
  • quella del 20 agosto;
  • la scadenza del 16 novembre;
  • in basso, la scadenza 16 febbraio dell’anno successivo.

Come leggere e scaricare i dai Inps relativi ad artigiani e commercianti

Nella stessa schermata, l’artigiano o il commerciante visualizzerà la colonna “Periodo dal” e “Periodo al” che descrive il periodo di competenza per il pagamento dei contributi. Nella colonna “Importo euro” il portale mostra i modelli F24 che sono stati già calcolati dall’Inps e la relativa data di scadenza. Per scaricare i modelli F24 è sufficiente cliccare sul simbolo del Pdf, posto all’estremità destra dello schema.

Artigiani e commercianti sono lavoratori autonomi?

Per i titolari di partita Iva in Italia la disciplina fiscale e contributiva non è uguale per tutti, ma cambia in maniera rilevante anche in base alla tipologia di attività esercitata. In particolare, per chi ha la partita Iva la differenza è sostanziale tra chi è un imprenditore individuale e chi, invece, esercita attività di lavoro autonomo. Ed allora, per esempio, gli artigiani sono dei lavoratori autonomi?

Ecco perché gli artigiani non sono dei lavoratori autonomi

Gli artigiani non sono dei lavoratori autonomi in quanto rientrano, come persone fisiche, nella categoria degli imprenditori individuali. In particolare, la figura del lavoratore autonomo risulta essere descritta dal codice civile in corrispondenza dall’articolo numero 2222. Mentre la figura dell’imprenditore individuale, incluso l’artigiano ed anche il commerciante, risulta essere descritta dal codice civile in corrispondenza dall’articolo numero 2082.

L’artigiano non è un lavoratore autonomo in quanto, in qualità di imprenditore individuale, svolge un’attività che è organizzata e che è finalizzata alla produzione e/o allo scambio di beni o di servizi. Per esempio un falegname che lavora il legno o il pasticcere che realizza dolci e torte. Così come è un artigiano e non un lavoratore autonomo quell’imprenditore individuale, come l’imbianchino o l’elettricista, che per i servizi da offrire necessita di una certa manualità.

Differenze tra lavoratori autonomi e artigiani, dagli adempimenti fiscali alla previdenza

Di conseguenza, se un lavoratore autonomo ed un artigiano sono accomunati dall’obbligo di apertura della partita Iva, in realtà tutto cambia dal fronte dell’inquadramento non solo a livello fiscale, ma anche previdenziale. E questo perché all’artigiano non basta l’apertura della partita Iva, ma deve pure iscriversi alla camera di commercio.

Così come il lavoratore autonomo per la previdenza pubblica obbligatoria versa i contributi nella gestione separata INPS oppure alla propria cassa professionale. Mentre l’artigiano versa i contributi sempre all’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS), ma nella gestione artigiani e commercianti.

Cambia quindi la cassa previdenziale tra lavoratori autonomi e artigiani. Ma per questi ultimi si aggiunge, come sopra accennato, pure l’obbligo di iscrizione al registro delle imprese tramite la Comunicazione Unica. Dopo aver avviato l’attività, l’artigiano entro 30 giorni dalla data di inizio dovrà richiedere sia l’apertura della partita Iva, sia l’iscrizione all’albo delle imprese artigiane.

Comunicazione Unica artigiani per ottemperare agli obblighi di legge

Con la Comunicazione Unica dal sito Internet starweb.infocamere.it, l’artigiano che ha avviato una nuova attività può mettersi in regola con gli obblighi di legge attraverso un servizio online per il quale, tra l’altro, non è necessario andare ad installare alcun software.

Con un’unica comunicazione, infatti, l’artigiano si metterà subito in regola verso l’albo delle imprese artigiane, verso il registro delle imprese e verso l’INPS. Ma anche verso l’INAIL, verso l’Agenzia delle Entrate e verso lo Sportello unico per le attività produttive (SUAP). La Comunicazione Unica, a partire dalla data dell’1 aprile del 2010, è peraltro l’unica modalità possibile non solo per la comunicazione di avvio di una nuova attività imprenditoriale, ma anche per comunicare le variazioni di imprese che sono già esistenti.

Maternità artigiani e commercianti

Gli artigiani ed i commercianti che sono iscritti alla gestione di riferimento dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS), e che sono in regola con il versamento dei contributi, hanno diritto all’indennità di maternità. E questo a patto che gli artigiani ed i commercianti continuino ad essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali pure nel periodo di maternità.

Maternità artigiani e commercianti, qual è la durata dell’indennità INPS

L’indennità di maternità viene pagata dall’INPS, presentando la domanda, per un totale di 5 mesi, ovverosia due mesi prima del parto, e poi per i tre mesi successivi. La durata dell’indennità di maternità INPS, inoltre, è sempre pari a 5 mesi in caso di adozioni o di affidamenti preadottivi internazionali, e pure in caso di adozione o di affidamento nazionale di minore.

La durata dell’indennità di maternità, invece, scende a 3 mesi, con la modalità di fruizione anche frazionata, in caso di affidamento non preadottivo e comunque entro un termine massimo di cinque mesi dall’affidamento del minore. Ed in ogni caso, indipendentemente dai casi, gli artigiani ed i commercianti che percepiscono l’indennità di maternità non sono obbligati ad astenersi dalla propria attività lavorativa autonoma. Pur tuttavia, se si verifica l’interruzione di gravidanza oltre il terzo mese, l’INPS corrisponderà l’indennità per un periodo che è pari a 30 giorni.

Indennità di paternità artigiani e commercianti, ecco quando è prevista

Ci sono casi in corrispondenza dei quali, in sostituzione all’indennità di maternità, l’INPS riconosce invece l’indennità di paternità artigiani e commercianti. E questo avviene, in particolare, quando c’è l’affidamento esclusivo del figlio al padre, ed anche in caso di abbandono del figlio o del mancato riconoscimento del neonato da parte della madre. E lo stesso dicasi in caso di morte o di grave infermità della madre. La durata dell’indennità di paternità INPS artigiani e commercianti, inoltre, è la stessa e quindi corrispondente al periodo di maternità non fruito da parte della madre lavoratrice.

Quanto spetta e come viene pagata l’indennità di maternità/paternità artigiani e commercianti

Dietro la presentazione prima, e l’accoglimento poi della domanda, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale paga l’indennità di maternità/paternità agli artigiani ed ai commercianti con l’accredito su conto corrente bancario o postale, oppure con un bonifico presso l’ufficio postale. E questo in base alla modalità che è stata scelta compilando l’istanza. L’importo riconosciuto per l’indennità di maternità/paternità viene calcolato all’80% della retribuzione giornaliera che, in base al tipo di attività svolta, viene stabilita annualmente dalla legge.

Quali sono i termini di prescrizione per la maternità artigiani e commercianti

Al fine di ottenere l’indennità, pena la decadenza, occorre presentare la domanda di indennità di maternità o di paternità artigiani e commercianti nei tempi previsti. In particolare, il diritto all’indennità è prescritto trascorso un anno dal periodo teorico indennizzabile. E quindi la domanda di indennità, se in possesso dei requisiti, deve essere presentata sempre entro lo scadere del termine di prescrizione che è pari a 12 mesi. A livello normativo, l’indennità di maternità e di paternità artigiani e commercianti è disciplinata dal Decreto legislativo numero 151 del 26/03/2001 che è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 96 del 26 aprile del 2001.