Imprese artigiane in ripresa ma ancora in saldo negativo

Bilancio negativo per le imprese artigiane, soprattutto se si tratta di pmi.
Il saldo tra iscrizioni e cessazioni di impresa per le ditte individuali, infatti, è di -12.333 unità, pari all’1,39%, a fine 2016, mentre si arriva a 6mila in meno per le società di persone (-2,51%).
Le società di capitali, al contrario, hanno registrato un bilancio positivo: +2.477 imprese pari al +3,28% rispetto al 2015.
Nel complesso, dunque, il 2016 si è chiuso con segno negativo tra iscrizioni e cessazioni (-15.811 unità) ma in miglioramento rispetto al 2015. Ed è il risultato meno pesante dal 2011.

Si tratta di dati resi noti dall’analisi di Unioncamere e InfoCamere, condotta analizzando i numeri raccolti dal registro delle imprese delle Camere di commercio relativi allo scorso anno.

Ci sono, però, alcuni settori in cui si è registrato un segno positivo, come le imprese artigiane attive nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese, anche grazie all’impulso positivo proveniente dalle Attività di servizi per gli edifici e per il paesaggio.
Saldo positivo anche per gli Altri servizi (+864), trainati dai servizi alla persona (+1.205).

Riduzioni più consistenti, invece, per le costruzioni, che nel 2016 hanno perso oltre 10mila attività, e la manifattura, che si riduce di quasi 5.500. Quasi 2mila in meno, poi, le imprese artigiane che operano nel Trasporto e magazzinaggio.

A livello territoriale, le uniche province con saldo positivo sono Milano (+300 imprese, +0,43%) e Bolzano (+26, +19%). Tutte le altre archiviano un 2016 con segno meno, con cali compresi tra il -0,12% di Grosseto e il -2,95% di Chieti.

Vera MORETTI

Due bandi a sostegno dell’imprenditoria in Lombardia

In Confcommercio Milano, nella sede di Palazzo Castiglioni, sono stati illustrati nei giorni scorsi da Confcommercio Lombardia due nuovi bandi regionali a sostegno degli investimenti per la sicurezza degli esercizi commerciali – il bando “Impresa sicura” – e per lo start up d’impresa – il bando “Intraprendo”, aperto anche ai professionisti.

Con il primo dei due bandi “Intraprendo”, le cui domande si possono inviare da ieri, 15 settembre, Regione Lombardia destina 15 milioni – in parte in contributi a fondo perduto e in parte in finanziamenti a tasso zero – per avviare nuove imprese o attività professionali di tutti i settori economici, con una particolare sensibilità per i progetti presentati dai giovani e dagli over 55 usciti dal mondo del lavoro.

Il secondo dei due bandi, “Impresa sicura”, cofinanziato da Regione e Camere di commercio e per il quale sarà possibile inviare le domande da martedì 20 settembre, mette a disposizione 2 milioni di euro per le dotazioni di sicurezza degli esercizi commerciali delle categorie più esposte alla criminalità.

Poche settimane fa abbiamo ricordato come, secondo le stime della Cgia, i furti ai danni di artigiani e commercianti sono aumentati del 170% in 10 anni.

Senza dubbio sono due bandi molto attesi dagli operatori lombardi del terziario, che mettono in campo investimenti significativi per presidiare due esigenze, sicurezza e sostegno nella fase di avvio dell’attività, fortemente sentite dalle imprese”, ha commentato Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia.

La messa in sicurezza degli esercizi commerciali più a rischio, nelle aree metropolitane così come nei piccoli comuni – ha rilevato Borghiè un fondamento dello sviluppo economico, indispensabile per contribuire alla migliore fruibilità delle nostre attività”.

Anche il bando ‘Intraprendo’ per incoraggiare le start up – ha concluso Borghiè particolarmente significativo: in Lombardia nascono circa 160 nuove imprese ogni giorno, per lo più nei settori del commercio, turismo e servizi. Un sostegno economico mirato, unito al supporto specifico e all’esperienza delle organizzazioni imprenditoriali, può essere decisivo per la sopravvivenza della nuove imprese nel primo periodo, il più complicato in cui ci si deve confrontare con le difficoltà del mercato”.

Le imprese artigiane reagiscono alla crisi

Resistere e crescere a dispetto della crisi si può. Lo dimostra la tenacia con la quale, in Italia, nascono nuove imprese artigiane in questi anni difficili.

Secondo i dati di un’analisi di Unioncamere e InfoCamere su dati del registro delle imprese delle Camere di commercio, delle imprese artigiane nel secondo trimestre 2016, in questo lasso di tempo le nuove imprese artigiane nate nel nostro Paese sono oltre 2500, +0,2% rispetto al trimestre precedente e in netto miglioramento rispetto al trend degli ultimi anni.

Un dato che, però, è il meno brillante in assoluto per numero di imprese artigiane nate (22.677) negli ultimi dieci anni. Solo il fatto che, nello stesso periodo, vi è stato il minor numero cancellazioni del decennio (20.157) ha permesso il saldo positivo.

Su base territoriale, le regioni che si sono dimostrate più attive nel supportare la nascita di nuove imprese sono state la Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige e la Liguria.

Questo il commento del presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, sull’andamento delle nuove imprese artigiane: “Nel lavoro artigianale c’è la vera identità del made in Italy, dove si combinano tradizione e innovazione. Per questo è importante non solo stimolare la nascita di queste realtà produttive, anche attraverso un ricambio generazionale che consenta di non disperdere uno straordinario patrimonio di saperi, ma anche diffondere i vantaggi della digitalizzazione per sfruttare al meglio le opportunità della rete“.

Crisi, ecco come reagiscono gli artigiani

Se la crisi ha avuto dei meriti, uno di questi è l’aver contribuito a ridisegnare in maniera netta i confini del mercato del lavoro, con imprese e tipologie di artigiani che sono spariti, a beneficio di altre nuove figure professionali che si sono affacciate sul mercato.

Un trend testimoniato anche da un rapporto stilato da Unioncamere e InfoCamere, secondo il quale, dall’inizio della crisi gli artigiani sono la categoria che ha pagato il prezzo più alto: dal 2009 al 2015 ne sono spariti 117mila, con un calo dell’8%.

Il settore più interessato dall’emorragia di artigiani è quello dell’edilizia: a scendere, si contano 35.800 muratori in meno, -6.100 carpentieri, -3.500 idraulici, -3.450 falegnami, -2.600 imbianchini, -2.000 serramentisti.

Fortunatamente, però, al calo di artigiani in questi settori storici devastati dalla crisi (ricordiamo che quello dell’edilizia è stato, in senso assoluto, il più colpito) ha fatto da contraltare la crescita di nuove imprese e di nuove figure artigianali in settori diversi. Nello specifico, si è impennato in sette anni il numero di imprese di pulizia di edifici (+10.898), quelle specializzate nell’attività di cura del paesaggio (+4.904), quelle operanti nel settore dei takeaway (+3.240) e dell’estetica (+1.140).

Unioncamere e InfoCamere hanno rilevato come questo cambio della guardia tra le fila degli artigiani sia dettato principalmente dalle nuove abitudini di consumo, che hanno spinto a un sempre maggiore sviluppo delle imprese specializzate nell’erogazione di servizi alla persona.

I dati – sostiene il Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bellodimostrano che gli artigiani hanno messo in campo nuovi modelli di sviluppo per reagire alla crisi. Ma ora è necessario preservare quelle tradizioni e quelle competenze che sono l’espressione più elevata del nostro saper fare e che rendono i nostri prodotti unici e riconoscibili al mondo“.

Estate, quanto mi costi!

La primavera è il periodo giusto per preparare la propria casa all’arrivo dell’ estate e al caldo, anche con migliorie che possano fruire delle detrazioni fiscali. A questo proposito, un’indagine condotta dal sito ProntoPro.it ha rilevato che fra l’installazione di impianti di climatizzazione, tende da sole e zanzariere, gli italiani spenderanno in media 2.000 euro.

Secondo le rilevazioni del sito, nell’ultimo mese le richieste per interventi di climatizzazione e deumidificazione della casa per affrontare l’ estate sono aumentate del 55%. Per un appartamento di 70 metri quadrati, sempre secondo i dati di ProntoPro.it, la spesa media da mettere in conto per installare un impianto di climatizzazione è di 795 euro, con variazioni notevoli da città a città.

A Roma ad esempio si spende oltre il 70% in più rispetto a quanto si spende nel resto d’Italia, mentre a Catanzaro i costi calano del 40%. Sono in linea con la tendenza nazionale Aosta, Torino e Genova, dove si spendono rispettivamente 790, 855 e 865 euro.

A incoraggiare l’installazione dei condizionatori per l’ estate, i bonus fiscali che permettono di detrarre in 10 anni fino al 65% della spesa sostenuta grazie al cosiddetto ecobonus o conto termico. Ma gli italiani non si limitano ai soli condizionatori e scelgono anche altri strumenti per evitare la calura estiva.

Se si ha un terrazzo di cui godere, il primo è il montaggio di tende da sole. In questo caso la spesa media è inferiore a quella per un impianto di condizionamento termico, dato che i costi per una sola tenda si aggirano intorno ai 710 euro e le città in cui conviene di più sono tre: Trieste, Potenza e Catanzaro, dove si arriva a spendere fino al 50% in meno che nel resto della Penisola.

Se le tende da sole, in estate, possono proteggere dal caldo di giorno, le zanzariere diventano indispensabili soprattutto di notte e la loro installazione è in genere piuttosto conveniente; per il solito immobile tipo, in Italia si spendono in media 500 euro. Le città in cui i costi salgono notevolmente sono Roma, Milano e Firenze, dove si arriva a spendere rispettivamente 810, 745 e 740 euro.

Anche le tende da sole e le zanzariere per l’ estate beneficiano delle detrazioni fiscali, quantificate nel 65% della spesa sostenuta e vengono scelte da un numero sempre maggiore di persone perché permettono un risparmio notevole anche in termini di spesa energetica.

A dominare la classifica delle città in cui costa di più preparare la casa all’arrivo dell’ estate è Roma: nell’Urbe, concedersi tutte e 3 le installazioni costa 3.360 euro. A seguire si trovano Milano (3.085 euro) e Firenze, dove per rinfrescare un appartamento sono necessari 2.420 euro. La città più economica per i 3 interventi è Catanzaro (1290 euro), preceduta da Trieste (1310 euro) e Potenza (1415 euro).

F24 precompilati per contributi artigiani e commercianti

Anche per gli artigiani e i commercianti sono disponibili i modelli F24 necessari per il versamento della contribuzione, come ha comunicato l’Inps con un messaggio ad hoc. L’istituto ha infatti ultimato l’elaborazione dell’imposizione contributiva per tutti i soggetti iscritti alla gestione previdenziale per l’anno 2016.

I modelli F24 in questione sono quindi disponibili sul sito dell’Inps in modalità precompilata all’interno del Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti, sezione “Posizione assicurativa – Dati del modello F24”. In questa sezione è anche possibile consultare il prospetto di sintesi degli importi previdenziali dovuti, con le scadenze e le causali di pagamento.

Se i titolari della posizione assicurativa o i loro intermediari delegati hanno lasciato all’istituto anche un contatto e-mail, l’Inps provvederà anche all’invio di e-mail di avviso di disponibilità dei modelli F24.

Ricordiamo che i titolari di posizione assicurativa che vorranno accedere all’F24 precompilato potranno effettuare l’accesso ai Servizi del Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti dell’Inps utilizzando il PIN del soggetto titolare di posizione contributiva o quello di un suo intermediario con delega in corso di validità.

Imbiancatura? Occhio alla città e all’artigiano

La primavera è la stagione ideale per dedicarsi ai lavori di ristrutturazione della casa. Il più semplice e comune è l’ imbiancatura, per la quale in Italia l’offerta di artigiani è ampia e variegata in tutte le città. Con il rischio, però, che i preventivi per un lavoro di imbiancatura possano variare sensibilmente da una città all’altra.

In effetti è quello che ha rilevato l’Osservatorio di ProntoPro.it, sito di ricerca di artigiani e professionisti, secondo il quale la spesa media nazionale per un lavoro di imbiancatura di un appartamento di 70 mq con pareti interne in buone condizioni di partenza è di 778 euro, con scostamenti importanti soprattutto verso l’alto.

Il preventivo per l’ imbiancatura varia soprattutto seconda del tipo di tinteggiatura richiesta, ma anche della città in cui si vive. Sulla base delle cifre medie necessarie a pagare il lavoro nei venti capoluoghi di regione presi in esame dall’Osservatorio, risulta che Roma è la città più cara: per un lavoro di imbiancatura secondo i parametri presi a campione, si spendono circa 940 euro.

Al secondo posto nella classifica dei costi c’è Milano. Nel capoluogo lombardo il lavoro dell’imbianchino costa in media 906 euro. Al terzo posto Trento, dove gli abitanti spendono il 9% in più rispetto alla media nazionale e, per un lavoro di imbiancatura del loro appartamento di 70 metri quadrati, spendono circa 850 euro.

Per quanto riguarda invece i capoluoghi dove l’ imbiancatura è meno cara, in fondo alla classifica ci sono Catanzaro (681 euro), Palermo (709) e Campobasso (712).

A marzo – commenta Marco Ogliengo amministratore delegato di ProntoPro.itla percentuale di chi, per evitare disastri con il fai da te, ha deciso di affidarsi a un professionista è cresciuta del 74% rispetto al mese precedente. La possibilità offerta dal web di ricevere e confrontare in tempi brevi i preventivi di diversi artigiani facilita la ricerca e la scelta e, ovviamente, aiuta a risparmiare”.

Contributi artigiani e commercianti, chiarimenti Inps

Chiarimenti dall’ Inps per gestione contributiva di artigiani e commercianti, relativa all’anno di imposta 2015. L’istituto ha infatti emanato un apposito messaggio con il quale ha comunicato di aver terminato l’elaborazione dell’imposizione contributiva dei soggetti iscritti alla gestione previdenziale per il 2015, non interessati dall’imposizione contributiva da parte dell’ Inps stesso.

In sostanza, l’ Inps ha predisposto gli F24 precompilati per il versamento della contribuzione dovuta, disponibili nel Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti, sezione Posizione assicurativa – Dati del modello F24. In questa sezione del sito Inps, gli interessati possono anche consultare anche il prospetto di sintesi degli importi dovuti all’istituto, con causali di pagamento e scadenze.

L’istituto ha anche ricordato che le comunicazioni contenenti i dati e gli importi utili per il pagamento della contribuzione dovuta saranno disponibili online, sempre nel Cassetto, nella sezione Comunicazione bidirezionale – Modelli F24.

L’istituto ha ricordato infine che è possibile accedere ai servizi del Cassetto Previdenziale per Artigiani e Commercianti attraverso il PIN personale del titolare della posizione contributiva, oppure di un suo intermediario, purché con delega valida.

Imprese artigiane liguri e accesso al credito

Una boccata d’ossigeno per le imprese artigiane liguri. Questo è, a tutti gli effetti il nuovo bando Artigiancassa sui fondi comunitari approvato nei giorni scorsi dalla giunta della Regione Liguria, che dovrebbe migliorare le condizioni di accesso al credito per le imprese dell’artigianato.

La misura più importante dell’intervento è data da una riduzione sensibile del tasso di interesse dei prestiti alle imprese artigiane, unita alla riduzione del costo di parte della garanzia.

In questo modo, Confartigianato Liguria potenzia gli interventi di Artigiancassa, a favore delle imprese artigiane, supportando e migliorando le loro condizioni di accesso al credito. Sono proprio queste ultime che, spesso, determinano la ritrosia delle imprese a chiedere prestiti e finanziamenti, con il risultato che, come riportato nei dati diffusi recentemente da Confartigianato, i prestiti alle imprese artigiane liguri sono calati del 4,2% nell’ultimo anno, scendendo di 48 milioni di euro.

Secondo Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato Liguria, quello approvato in giunta è “un bando molto atteso dagli artigiani liguri, che interviene migliorando decisamente un nervo scoperto, qual è l’accesso al credito: dal prossimo anno il credito in Liguria sarà più facile per le imprese e sarà possibile attingere a contribuiti sia per il credito agevolato, sia per quello garantito e la nostra regione sarà così la prima in Italia a prevedere una misura coordinata tramite fondi comunitari. Invitiamo tutte le imprese artigiane a rivolgersi alla nostra sede più vicina per un check-up finanziario gratuito e a utilizzare le nuove opportunità previste dal bando”.

Artigiani, dai Confidi sempre meno finanziamenti

Secondo quanto emerge da una ricerca sullo stato del credito realizzata da Fedart Fidi (Federazione nazionale unitaria dei Confidi dell’artigianato), dal 2010 ad oggi è stato sempre meno denaro il denaro erogato dalle banche ad artigiani e Pmi, con una evidente contrazione dei finanziamenti bancari che beneficiano della garanzia dei Confidi. La stretta è stata solo in parte compensata da un impegno più elevato dei Confidi, che per la prima volta negli ultimi anni hanno aumentato la quota di garanzia rilasciata.

Secondo la ricerca, i Confidi aderenti a Fedart hanno in essere quasi 14 miliardi di finanziamenti garantiti, ma quelli erogati nel 2013 sono stati pari a soli 5 miliardi (rispetto ai 6 del 2012) e la tendenza negativa prosegue anche con l’analisi dei dati al 30 giugno 2014. Si rende quindi sempre più necessario un intervento pubblico a sostegno di un sistema che svolge, per sua natura, una funzione di natura pubblicistica.

Se da una parte vi è un tasso di sofferenza che per la prima volta dall’avvio della crisi ha toccato valori a due cifre anche per i Confidi, oltre che per il comparto artigiano (12,5% per i primi, 15,9% per il secondo), i bilanci delle strutture risentono di rettifiche che assorbono del tutto i ricavi generati dalla garanzia collettiva dei fidi.

Il paradosso sta quindi tutto qui. Se da una parte i Confidi sono centrali per finanziare le imprese che hanno possibilità di sviluppo, dall’altra si trovano ad avere necessità di credito per portare avanti i propri obiettivi sul mercato.