Giorgio Merletti nuovo presidente di Confartigianato Imprese

Cambio ai vertici di Confartigianato Imprese: dopo Giorgio Guerrini, che ha ricoperto la carica dal 2004 ad oggi, è stato ora eletto Giorgio Merletti.

L’assemblea della Confederazione che rappresenta 700 artigiani e piccoli imprenditori ha eletto Merletti per il periodo 2012-2016, ed auspica che il neo presidente possa eguagliare il suo predecessore nell’impegno profuso per la valorizzazione e lo sviluppo dell’artigianato e delle pmi.

Dal canto suo, Merletti, già presidente di Confartigianato Varese e Confartigianato Lombardia, si è detto onorato di questo nuovo incarico: “In questa difficile fase della nostra economia serve uno sforzo eccezionale per costruire un contesto favorevole alle potenzialità imprenditoriali del nostro Paese, per irrobustire il tessuto produttivo dell’artigianato e delle piccole aziende, per migliorarne la capacità competitiva e consentire loro di uscire dalla crisi“.

Vera MORETTI

Scade il 30 novembre la seconda rata per i soggetti iscritti alla Gestione Separata

Ci sono pochi giorni di tempo per presentare il versamento della seconda rata d’acconto dei contributi previdenziali dovuti per il 2012 da parte dei soggetti iscritti alla Gestione IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), ovvero alla Gestione separata INPS.

L’appuntamento, infatti, è per il 30 novembre, e il calcolo dei contributi avverrà facendo riferimento ai dati indicati nel modello UNICO PF 2012 relativo ai redditi 2011.

Artigiani e commercianti iscritti alle gestioni dei contributi previdenziali IVS sono chiamati a versare, per ogni periodo d’imposta, i contributi propri, nonché a favore dei loro collaboratori.
Fino al minimale di reddito, che per il 2012 è pari a € 14.930, i contributi IVS sono dovuti in misura fissa, applicando a tale importo minimale le seguenti aliquote contributive:

  • per gli artigiani: 21,30% per i titolari di qualunque età ed i collaboratori di età superiore a 21 anni; 18,30% per i collaboratori fino a 21 anni di età;
  • per i commercianti: 21,39% per i titolari di qualunque età ed i collaboratori di età superiore a 21 anni; 18,39% per i collaboratori fino a 21 anni di età.

Se la quota di reddito supera il minimale di € 14.930, e fino al al massimale di € 73.673, i contributi da versare sono calcolati in modo proporzionale applicando le suddette aliquote a tale quota di reddito eccedente.

L’acconto dei contributi 2012 eventualmente dovuto sulla quota di reddito eccedente il minimale deve essere versato in due rate di pari importo entro i termini previsti per il pagamento delle imposte sui redditi delle persone fisiche, pertanto:

  • entro il 9 luglio 2012 (o 20 agosto 2012 con maggiorazione dello 0,40%) a titolo di 1° acconto 2012 (50% dell’acconto totale);
  • entro il 30 novembre 2012, a titolo di 2° acconto 2012 (restante 50% dell’acconto totale).

L’importo derivante dalla somma del contributo calcolato sul minimale di reddito e del contributo calcolato sul reddito eccedente il minimale costituisce l’acconto delle somme dovute sulla totalità dei redditi d’impresa prodotti nel 2012 (non solo sul reddito derivante dall’attività che dà titolo all’iscrizione nella gestione di appartenenza) sulla base del dato storico del 2011.

Se tale somma risulterà poi, in sede di UNICO PF 2013, inferiore a quanto dovuto sulla totalità dei redditi d’impresa effettivamente realizzati nel 2012, sarà dovuto un ulteriore contributo a saldo 2012 da corrispondere entro i termini di pagamento delle imposte sui redditi delle persone fisiche derivanti da UNICO PF 2013 e, quindi, entro il 16 giugno 2013.

I righi di UNICO PF 2012 da prendere in considerazione per individuare il reddito utile ai fini del calcolo dei contributi sono:

  • RF51 ed RG34 per il titolare;
  • RH14 per il socio di società di persone, il socio di Srl trasparente ed il collaboratore di impresa familiare;
  • RG29 per i soggetti che adottano il regime delle nuove iniziative produttive;
  • CM6 (eventualmente ridotto delle perdite pregresse, CM9) per i contribuenti minimi.

Per quanto riguarda gli iscritti alla Gestione Separata Inps, che riguarda, ad esempio, i professionisti senza cassa, le aliquote contributive applicabili per il 2012 sono pari a:

  • 27,72% per i soggetti privi di altra copertura previdenziale;
  • 18% per gli altri soggetti (titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria).

L’acconto per il 2012 è pari all’80% del contributo dovuto sul reddito così come dichiarato nel modello UNICO PF 2012 al rigo RE25 o al rigo RE21 (nuove iniziative produttive), ovvero al rigo CM6 ridotto delle eventuali perdite pregresse (regime dei minimi). A tale reddito si applica l’aliquota contributiva di cui sopra.

L’acconto (80%) dovrà essere versato in due rate di pari importo (40% ciascuna) entro i termini dell’acconto IRPEF, ovvero:

  • la prima rata andava versata entro il 09.07.2012, ovvero il 20.08.2012 con la maggiorazione dello 0,40%;
  • la seconda rata va versata entro il 30.11.2012.

Vera MORETTI

Novità da INPS per artigiani e commercianti

In arrivo novità da INPS e rivolte in particolare a artigiani, commercianti e per il settore agricolo, soprattutto in termini di telematizzazione e gestione delle deleghe.

E’ previsto, infatti, il lancio di un nuovo servizio telematico da utilizzare in via esclusiva per la presentazione delle istanze per la riduzione contributiva per l’assicurazione dei lavoratori agricoli prevista dalla legge 247/2007.
In questo caso, la riduzione non può superare il 20% dei contributi dovuti e comunque deve rientrare nel limite annuo di 20 milioni di euro.

Per quanto riguarda, invece, le modalità di gestione delle deleghe, i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni degli artigiani e commercianti possono delegare qualsiasi soggetto di propria fiducia, che si occuperà di adempiere agli obblighi contributivi.

Vengono poi fornite le necessarie istruzioni operative nei casi di delega diretta per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni degli artigiani e commercianti, delega indiretta per soggetti ex legge 12/79 e per i soggetti aderenti agli organismi che hanno sottoscritto un accordo operativo con l’Istituto, delega indiretta per i soggetti che non hanno sottoscritto gli accordi con l’Istituto e non soggetti alla legge 12/79, delega indiretta per le Associazioni di Categoria.

Unico vincolo è rappresentato dall’obbligo di presentazione, da parte del delegato, del PIN rilasciato dall’INPS, senza il quale non è possibile accedere ai servizi on-line dell’Istituto.

Vera MORETTI

Con l’estate prendono piede i mestieri ‘dimenticati’

I mestieri di una volta, legati alla tradizione artigianale, spesso tramandati da padre in figlio, che hanno reso celebre il nostro Paese diventando vere e proprie eccellenze, vengono improvvisamente riscoperti in questa estate. Emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Openjobmetis, agenzia per il lavoro, che analizza quanto segnalato dalla rete di 130 filiali sparse su tutto il territorio nazionale. Se sia in corso un ritorno al passato o si tratti solo di un effetto della crisi occupazionale è difficile dirlo. Tuttavia, dal calzolaio di Pontedera fino al falegname della Val di Sangro, nella nostra Penisola cresce la richiesta di quelle figure professionali delle quali sembrava essersi persa la memoria.

Il mercato del lavoro è tutt’altro che saturo – spiega Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis – di tutte quelle figure legate alla tradizione manifatturiera e produttiva italiana. Infatti, accanto ai profili più tecnici, sempre molto ambiti dalle aziende nostrane, come tornitori, fresatori e saldatori, stiamo registrando su tutto il territorio italiano una crescente richiesta di macellai, pasticceri, falegnami e calzolai. Mestieri, questi, che le generazioni più giovani raramente decidono di approcciare, ma che oggi registrano un maggiore dinamismo rispetto al recente passato. Forse stiamo assistendo – conclude Rasizza – a un cambio di mentalità, a una riscoperta delle nostre radici. Quello che è indubbio è che, in un contesto economico come quello attuale, emergono prima di tutto le eccellenze: per questo, sono i profili specializzati ad avere maggiori chance di trovare un posto di lavoro”.

Diverse le posizioni aperte nelle filiali Openjobmetis, da Nord a Sud: oltre ai falegnami della Val di Sangro, sono richiesti anche carpentieri a Castelfranco Veneto, operai addetti alla levigatura legno a Oderzo, maître a Milano, macellai ad Ascoli Piceno, fabbri a Roseto degli Abruzzi, calzolai a Empoli e Civitanova Marche, dove sono richiesti anche sarti con elevata esperienza.

Dall’indagine emerge, inoltre, che operai calzaturieri specializzati sono richiesti anche a Monsummano Terme e a Pontedera, dove si registra anche una carenza di maestri di confezione nel settore tessile. C’è poi bisogno di panettieri e pasticceri ad Alessandria, mentre ad Empoli e Prato sono numerose le richieste di personale qualificato per il comparto pelle.

Non solo tradizione, però. L’indagine evidenzia, parallelamente, un’altra tendenza: tra i profili più richiesti, infatti, si segnalano anche ingegneri meccanici ed elettronici e periti tecnici, tutti rigorosamente con voto di laurea alto e, nel caso dei periti, un’elevata specializzazione. Caratteristica vincente nel mercato del lavoro di oggi.

Nuova circolare da parte di INPS

Con una circolare dell’8 giugno 2012, l’INPS ha ribadito che l’iscrizione alla gestione previdenziale degli artigiani e il versamento dei contributi sono connessi all’esercizio dell’attività e non all’iscrizione al relativo albo nel registro imprese delle camere di commercio.

Era doverosa questa precisazione anche perché questa norma ha fatto chiarezza circa le attribuzioni delle competenze tra INPS e commissioni provinciali e regionali.

Il principio valido su cui basarsi è quello della competenza statale della materia previdenziale che non può essere soggetta alle decisioni delle commissioni regionali.
Se si tratta di contribuenti esercenti l’attività artigianale senza iscrizione all’albo o addirittura privi di requisiti professionali, obbligati comunque al pagamento dei contributi, l’INPS effettuerà la segnalazione al registro imprese per la regolarizzazione.

Vera MORETTI

Imprenditori e Imu, ecco chi paga di più

La scadenza della prima rata dell’Imu si avvicina e, se la mazzata che si prepara sulle famiglie sarà forte e dolorosa, quella che aspetta imprese, artigiani e professionisti rischia di essere quasi mortale. Quali, precisamente, le categorie più colpite dall’imposta?

Gli albergatori saranno coloro che pagheranno il conto più salato: mediamente ciascuno sborserà 8.405 euro. Poi toccherà alla grande distribuzione, che sarà chiamata a versare un importo medio annuo di 5.930 euro. Gradino più basso del podio per gli industriali, i quali subiranno un prelievo annuo medio di 4.725 euro per ogni capannone.

A seguire gli artigiani del settore produttivo e i piccoli industriali, il cui versamento medio sarà di 2.756 euro. Per i liberi professionisti, l’esborso medio sarà di 1.468 euro, mentre ogni piccolo commerciante o esercente dovrà fare i conti con un valore medio di 729 euro. Fanalino di coda, per loro fortuna, i piccolissimi artigiani, che subiranno un prelievo medio di 574 euro.

Una classifica del terrore elaborata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha calcolato gli effetti dell’applicazione dell’Imu sulle principali categorie economiche del Paese. L’analisi della Cgia è stata realizzata applicando l’aliquota ordinaria del 7,6‰ e utilizzando le rendite catastali medie nazionali. Va però ricordato che i Comuni possono diminuire o aumentare l’aliquota fino al 10,6‰.

Più amaro del solito il commento del segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi: “In una fase economica in cui i consumi sono in forte contrazione, il credito continua ad essere erogato con il contagocce e le tasse continuano ad aumentare a vista d’occhio auspico che il Governo riveda al ribasso le aliquote dell’Imu per le attività produttive, altrimenti corriamo il pericolo che molte piccole aziende chiudano i battenti e finiscano a lavorare in nero“.

Sì, perché artigiani, commercianti, professioniti sono cittadini prima che imprenditori. Puntualizza infatti Bortolussi: “Non dimentichiamo che nella stragrande maggioranza dei casi gli imprenditori pagheranno l’imposta municipale due volte. Una come proprietari di prima casa e l’altra come proprietari di immobili ad uso commerciale o produttivo. Visti gli aumenti introdotti quest’anno, ho il timore che molti artigiani e molti piccoli commercianti non ce la faranno a rispettare nemmeno il pagamento della prima rata“. Cresci Italia, che ad ammazzarti ci pensano le tasse!

Tasse e spesa pubblica, ecco lo Stato bulimico

di Davide PASSONI

Gli artigiani italiani si ritrovano in assemblea e lanciano una pesante accusa allo Stato obeso, sprecone e bulimico di tasse: la pressione fiscale “effettiva” in Italia è al 53,7%, la spesa pubblica aumenta di 2 milioni ogni ora, le imprese “bruciano” in burocrazia 23 miliardi all’anno e ogni azienda butta dalla finestra 86 giorni all’anno in pratiche amministrative anziché concentrarsi a fare fatturato. Questi i punti essenziali del j’accuse lanciato dal presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini nella sua relazione all’assemblea di Confartigianato.

Negli ultimi 18 anni – ha rincarato la dose Guerrinisi sono succedute 5 proposte di riforma fiscale ma, contemporaneamente, il peso delle tasse è cresciuto di oltre 4 punti, passando dal 40,8% del Pil nel 1994 al 45,1% nel 2012. E, al netto dell’economia sommersa, la pressione fiscale effettiva è lievitata al 53,7%“.

Numeri impressionanti – prosegue Guerrini -: basti pensare che quest’anno il Pil cresce di 8 miliardi, le entrate fiscali di 46″. Senza contare che, sul costo del lavoro, il fisco “pesa per il 47,6%. Le imprese italiane ‘bruciano’ in burocrazia 23 miliardi l’anno, pari a 1 punto e mezzo di Pil. Ogni azienda spreca 86 giorni l’anno in pratiche amministrative e soltanto in questa legislatura sono state varate 222 norme fiscali ad alto tasso di complicazione, 1 ogni 6 giorni“. E tra il 2000 e il 2012, segnala ancora Guerrini, la spesa pubblica italiana è aumentata di 250 miliardi, “alla straordinaria velocità di crescita di oltre 2 milioni di euro all’ora“.

Ma ce lo possiamo ancora permettere, chiediamo? Ce lo possiamo ancora permettere in un momento nel quale l’economia reale, quella fatta dalle nostre imprese e dai nostri artigiani, è messa sotto scacco dall’economia delle Borse, capace di bruciare in pochi giorni patrimoni costruiti in anni e che punta a far cadere come le tessere di un domino tutti i Paesi eurodeboli, uno dopo l’altro? Con l’Italia prossima della lista?

Possiamo ancora permetterci di continuare a far crescere la spesa pubblica, fingere di non avere altra soluzione per il risanamento dei conti se non nuove tasse, lasciare nelle mani della Ragioneria Generale dello Stato la gestione di partite chiave come quelle della crescita, ben sapendo che finirà per tutelare gli interessi e fomentare l’ingordigia di quello Stato di cui è parte integrante e solida guardiana?

Possiamo ancora permetterci di non ascoltare il grido delle imprese e degli artigiani quando dicono: “I nostri imprenditori, le persone che noi rappresentiamo e che rappresentano il Paese che combatte ogni giorno per ripartire e riprendere a crescere, dicono che la misura è colma, che dobbiamo reagire con forza alla ‘sindrome del declino’ che sta pervadendo la nostra Italia“?

Sveglia governo! Se lo spread torna a sfiorare i 500 punti e se l’Italia entra in una recessione preoccupante non è colpa della Germania e della sua politica del rigore a senso unico. Primo colpevole è uno Stato che per anni ha finto che tutto andasse bene, mentre la mancata crescita dell’Italia è cominciata ben prima che scoppiasse la crisi; di uno Stato che non ha capito che per uscire dal pantano è lui il primo a dover tagliare tanto, subito e senza guardare in faccia nessuno; di uno Stato che se aumenta le tasse e poi scopre che mancano dei soldi dalle entrate fiscali previste deve capire che, forse, la gente comincia davvero a non avere più soldi per pagarle.

E allora siamo con Guerrini quando dice: “Fiducia: ecco ciò di cui abbiamo più bisogno. L’Italia ce la può fare a riagganciare la ripresa se istituzioni, politica, società, economia condivideranno coraggio e responsabilità. I piccoli imprenditori ce la stanno mettendo tutta“. Sì, siamo con lui. Ma ci sentiamo sempre più soli.

L’Imu sta per colpire

La Cgia di Mestre lancia l’allarme, anche se nessuno sembra molto stupito.

L’Imu, la nuova tassa sulla casa introdotta dal Governo Monti, sta davvero diventando una spada di Damocle per molti italiani, soprattutto, a quanto pare, per commercianti, liberi professionisti, artigiani, imprese industriali e albergatori.

Le previsioni infauste dovrebbero avverarsi se davvero i sindaci decidessero di aumentare l’aliquota massima dell’Imu sui beni strumentali fino al 10,6% consentito.
Qualora, infatti, ciò dovesse accadere, “un laboratorio artigiano si troverà a pagare un importo medio nazionale pari a 801 euro l’anno, un negozio 1.017 euro, un ufficio 2.047 euro, un capannone industriale 3.844 euro ed un albergo ben 11.722 euro”, recita la Cgia in una nota.
E dal 7,6 dell’aliquota ordinaria, queste attività passeranno al 39,5% in più da pagare. Una assurdità.

Uffici e laboratori artigiani che operano a Roma saranno quelli più penalizzati, perché in questo caso , se l’aliquota dovesse arrivare al valore massimo, il gettito medio si aggirerebbe intorno a 5.960 euro per i primi e a 1.830 euro per i secondi.
La situazione più critica si sposta a La Spezia per quanto riguarda i capannoni, con la cifra esorbitante di 19.731 euro.
Cremona, invece, diventerà critica per i negozianti, con la spesa a livelli record di 2.327 euro e Bari registrerà la situazione più difficile per gli albergatori, poiché, in caso di aliquota al 10,6 ‰ il costo medio annuo di un’attività ricettiva sarà pari a 46.011 euro.

Vera MORETTI

Codacons: estendere i blitz anti evasione

Nei primi quattro mesi del 2012 la Guardia di Finanza ha scoperto circa 650 milioni di euro di Iva evasa. Il Codacons plaude all’azione delle forze dell’ordine, ma è evidente che quello che è stato fatto finora non basta se si considera che per la Corte dei Conti sull’Iva vi è una evasione del 36%, di gran lunga la più elevata tra i grandi Paesi europei, con l’eccezione della Spagna.

Se si vuole combattere seriamente l’evasione, il Governo Monti deve cambiare il meccanismo che consente a professionisti ed artigiani disonesti di evadere con la complicità del consumatore, grazie allo sconto sulla prestazione. Innumerevoli le possibili soluzioni, a cominciare da un diverso sistema di detrazioni fiscali.

Il Codacons chiede, inoltre, che i blitz della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle entrate non si limitino agli esercizi pubblici come locali notturni, ristoranti e alberghi, ma si estendano anche ad idraulici, elettricisti, meccanici, gommisti, carrozzieri, architetti, avvocati …. insomma artigiani e professionisti vari. In particolare l’associazione di consumatori ricorda che, avendo il decreto Salva Italia codificato la prassi di eseguire “gli accessi in borghese”, è indispensabile che gli agenti si fingano normali clienti di questi artigiani.

Basterebbe recuperare il 10% dell’evasione sull’Iva per scongiurare l’aumento previsto ad ottobre.

Fonte: agenparl.it

Artigianarte, l’artigianato artistico a Portici

L’Italia è una repubblica fondata sugli… artigiani. Ne sanno qualcosa a Portici, in provincia di Napoli, dove, nel centro storico, ogni sabato (dal mese di aprile al mese di giugno 2012) si tiene la kermesse “Artigianarte”, una mostra provinciale dell’artigianato d’eccellenza. Gli stand sono aperti dalle 9.30 alle 19.30 e visitabili nei seguenti giorni: 21 aprile, 5 maggio, 12 maggio, 19 maggio, 26 maggio, 2 giugno, 19 giugno e 26 giugno.

Artigianarte” nasce principalmente dalla volontà dell’Associazione culturale “Hobbisti Millemani” e del Comune di Portici di porre l’accento sul problema della “desertificazione” dei centri storici, ma in maniera non ovvia, dicono dall’associazione. Da qui deriva il tentativo di mostrare come l’arte e l’artigianato siano in grado di restituire una nuova dignità, culturale e commerciale, ai luoghi più caratteristici delle città. Un’occasione per offrire a un pubblico sempre più esigente una panoramica ampia e variegata delle produzioni di qualità. Gli espositori presenti sono una rappresentanza di tutti i settori dell’artigianato; saranno esposti: coralli, cammei, ceramiche vietresi, porcellane di Capodimonte, composizioni floreali, ricami, prodotti tessili, bijoux, suppellettili in legno, e tanto altro ancora.

Accanto agli stand delle produzioni artigianali distribuiti lungo la strada, si potranno vedere dal vivo le lavorazioni di alcuni materiali tra i quali i metalli preziosi, il legno, il fimo ed assistere alla realizzazione di disegni, quadri ed altre creative decorazioni. Vari momenti artistici e di intrattenimento completeranno il programma della rassegna. Saranno organizzate una serie di iniziative per grandi e piccini, come teatrini e laboratori creativi. Gli stand saranno tutti addobbati in tema e sarà possibile imbattersi in esibizioni di magia e stand gastronomici. Per i più piccoli, lungo il percorso della festa, ci saranno fotografie scattate e stampate al momento con sfondi a tema.