Assocalzaturifici, Cancellara nuovo dg

Grandi manovre in Assocalzaturifici, che nel nuovo management punta decisamente sui giovani. Il presidente di Assocalzaturifici, Cleto Sagripanti, ha infatti reso noto nei giorni scorsi che il nuovo direttore generale dell’associazione del calzaturieri italiani sarà Tommaso Cancellara, che assumerà ufficialmente la carica a partire da gennaio 2015.

Il nuovo direttore generale di Assocalzaturifici, comasco, classe 1980, si è laureato in Economia Istituzionale e d’Impresa a Lugano e nel suo passato ha lavorato per il Gruppo Ferrari-Maserati per i primi anni della carriera e, dopo un breve passaggio in consulenza, dal 2010 ha ricoperto cariche di crescente responsabilità alla Technogym; negli ultimi 3 è stato per l’azienda cesenate Direttore Marketing della region Asia&Pacific basato in Cina, a Shanghai.

Da una delle realtà dell’eccellenza italiana come Technogym a una delle realtà del made in Italy per eccellenza come le scarpe, il passaggio di Tommaso Cancellara in Assocalzaturifici sembra essere un trasferimento naturale…

Assocalzaturifici plaude alla Legge di Stabilità

Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici ha commentato positivamente il DDL Stabilità per il 2015, in sintonia con l’analisi di Confindustria, cui Assocalzaturifici appartiene.

Vediamo nel Disegno di Legge di Stabilità per il 2015 – ha detto Sagripantialcune importanti misure a sostegno dell’economia reale e delle nostre eccellenze manifatturiere. Come ha già evidenziato il presidente di Confindustria Squinzi, si sta delineando una giusta direzione per cercare di agganciare la ripresa, dando priorità al taglio del costo del lavoro e alla competitività. Siamo però ancora in piena sintonia con Squinzi nel sottolineare alcuni punti di criticità, legati all’aumento dell’aliquota IRAP, alla mancanza di un piano organico di investimenti pubblici e soprattutto alla promozione del made in Italy. Il sostegno all’internazionalizzazione è essenziale in un momento come questo, segnato da una difficile situazione su un mercato di riferimento come quello russo, che impone la necessità di ricercare nuovi sbocchi per recuperare il terreno perso. La decisione di eliminare dalla legge di stabilità 130 milioni di fondi destinati al made in Italy e all’ICE non potrà quindi che segnare negativamente sulle sorti delle nostre aziende all’estero”.

Secondo Assocalzaturifici, per rilanciare l’economia reale è certamente necessario agire sul taglio del costo del lavoro, dove si stati incisivi attraverso le misure su IRAP e contributi sociali sui nuovi assunti, anche se la retroattività dell’aumento dell’aliquota potrebbe incidere negativamente sugli investimenti. Ma, secondo Assocalzaturifici, servono anche una iniezione di liquidità nell’economia, ancora di là da venire, e un aumento importante degli investimenti pubblici, soprattutto su innovazione e ricerca.

Il Disegno di legge dà finalmente un segnale di discontinuità, virando con decisione verso gli obiettivi prioritari di crescita e lavoro – ha concluso Sagripanti -. Resta però ancora molto da fare per ridare pienamente fiducia all’economia e crediamo fortemente che si debba ripartire dalla difesa delle nostre filiere d’eccellenza”.

Made in Italy in mostra Munich Order Center

Saranno al padiglione 4 del MOC – Munich Order Center di Monaco le collezioni autunno – inverno 2015 di oltre 250 brand dal 12 al 14 settembre, con calzature prodotte in Italia e in Europa che si collocano nella fascia medio-alta. La rassegna dedicata al mondo della calzatura di alta gamma organizzata da Assocalzaturifici, si rivolge principalmente agli operatori del settore della Germania centro sud, dell’Austria e della Svizzera.

Nel primo trimestre dell’anno sono state esportate in Germania quasi 10 milioni e mezzo di paia, registrando una crescita in pari all’1,3% mentre in termini di valore, si è generato un totale di oltre 262 milioni di euro, segnando una crescita dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Se, per quanto riguarda l’export, tiene il mercato tedesco e, in parte, quello francese, risultano in flessione le vendite in Olanda e Spagna. Recuperano, invece, le vendite nel Regno Unito (+4,8%). Altissima, inoltre, la preoccupazione del settore per le relazioni commerciali con la Russia come dimostrano le parole del presidente di Assocalzaturifici Cleto Sagripanti: “Quello russo è un mercato strategico che non può essere liquidato rapidamente e che rappresenta una destinazione fondamentale per l’export manifatturiero italiano e in particolare per il settore calzaturiero, pesando circa l’8 per cento sull’intero export di calzature made in Italy. Per ora il blocco alle importazioni è limitato ad alcuni settori e ai soli enti pubblici russi ma, se queste misure dovessero allargarsi, per la nostra manifattura la situazione diventerebbe irreparabile, soprattutto per le tante aziende calzaturiere italiane che hanno rapporti commerciali prevalentemente con la Russia”.

JM

Assocalzaturifici, ritorno al passato guardando al futuro

Si è svolta venerdì a Milano l’assemblea annuale di Assoclzaturifici, dedicata al tema “Manifattura 2.0 o ritorno al futuro?”.

Al centro del dibattito c’è la tendenza che vede un ritorno al passato, con le produzioni che ritornano a lavorare in Italia, e il desiderio di adottare strategie che possano tutelare al meglio l’eccellenza produttiva italiana, alla luce anche della battaglia a livello europeo per l’etichettatira Made in, supportata dal voto del Parlamento europeo di aprile e ora al vaglio del Consiglio.

Ma ora le aziende del settore, senza smettere di guardare al futuro, ritornano al passato e ne hanno ben donde.
Le imprese che, negli anni Novanta, hanno resistito alla tentazione di delocalizzare la propria produzione, sono ora premiate con bilanci positivi, ben migliori rispetto a chi, invece, aveva ceduto alle lusinghe estere.

Ciò è accaduto perché, nonostante i costi maggiori che comporta produrre in Italia, è proprio qui, tra i confini domestici, che sono garantiti l’alta artigianalità, il saper fare, la tradizione ultrasecolare che certo non si trovano in Romania o in Tunisia.

L’argomento è stato affrontato da Cristina Tajani, assessore alla moda e design del Comune di Milano, che ha introdotto i lavori, seguita poi dalla relazione sull’andamento del settore da parte del presidente di Assocalzaturifici, il maceratese Cleto Sagripanti.
Non è mancata una tavola rotonda moderata da Ilaria D’Amico, alla quale hanno partecipato Giuseppe De Rita, Dario Di Vico, Marco Fortis, Luca Paolazzi.

Vera MORETTI

Scarpe di lusso: sempre più difficile produrle in Italia

L’Italia è conosciuta nel mondo soprattutto per la moda, anche quando riguarda le calzature.
Non a caso, i marchi più amati e conosciuti al mondo vedono la luce tra i nostri confini nazionali.
Qualche nome? Si comincia da Fratelli Rossetti, Santoni e Ballin, per arrivare a Roger Vivier, Church’s e Fabi. Tutti i primi della classe arrivano da qui.

La maggior parte dei produttori di calzature di alta gamma ha il suo quartier generale tra le Marche, la Toscana e la Lombardia, dove sono presenti i più importanti distretti del settore.
Qualità della lavorazione, unita alla tradizione italiana che passa di generazione in generazione, rendono impensabile delocalizzare la produzione, anche se ultimamente la vita di chi produce calzature sta diventando particolarmente faticosa.

Il motivo principale è che operare in Italia comporta una serie di costi e obbliga le aziende a sottostare ad un regime di pressione fiscale che sta rendendo la situazione quasi insostenibile.

Tra gli svantaggi del produrre in Italia, Diego Rossetti ha individuato anche “il talvolta elevato costo del lavoro, la fiscalità stringente e lo scarso accesso a capitali per il debutto di aziende/designer emergenti oppure per sostenere le politiche di crescita internazionali; parliamo quindi di svantaggi legati a un contesto e non di specifici difetti intrinseci al sistema della calzatura“.

Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, ha inoltre aggiunto: “Se dopo tanti anni non siamo ancora riusciti ad approvare un regolamento comunitario sulla etichettatura “made-in” significa che manca una visione strategica sul mercato europeo. Oggi, pur in Paesi dell’Unione che vedono i consumi crescere, la domanda è in mano a importatori che speculano su prodotti a basso prezzo e a bassa qualità con margini enormi e senza che il consumatore ne sia informato. Non siamo contro la delocalizzazione, siamo contro chi delocalizza nascondendosi dietro l’assenza di regole e quindi senza la necessità di dichiarare dove viene fatta la produzione. Anche nel nostro continente si rischia di innescare una battaglia di puro prezzo che finisce per rendere insostenibile la produzione in Europa anche per la fascia alta del mercato, perché il consumatore non è in grado di sapere ciò che è prodotto fuori dai confini europei“.

Ad oggi, l’83% delle calzature di alta gamma prodotte in Italia viene venduto all’estero, e, se quindi fuori dai confini nazionali la crescita è continua, tra le mura domestiche sta diminuendo sempre di più, e questa non è una buona notizia, neanche a fronte degli ottimi risultati che arrivano dall’export, perché, come ha spiegato Sagripanti: “senza una domanda interna qualificata, la stessa industria nazionale finisce per perdere uno degli elementi distintivi che hanno marcato il suo successo all’estero“.

Per ora, è stato rilevato che le esportazioni, per l’anno 2013, hanno registrato un aumento del 5,6%, con un volume d’affari assestato intorno al 2,6%.
Le vendite sono andate bene dovunque, anche tra i Paesi Ue, con exploit della Francia (+9,5%) e della Germania (+1,8) in recupero rispetto agli anni precedenti,

Vera MORETTI

A Marzo la terza edizione del MICAMshanghai

E’ stata presentata a Pechino la terza edizione di theMICAMshanghai, la terza edizione della fiera curata da Assocalzaturifici e Fiera Milano che dal 24 al 26 marzo porterà nel continente asiatico il meglio della produzione italiana.

Le eccellenze Made in italy, dunque, sbarcano in Cina per la terza volta, e sarà un’ulteriore occasione per il lusso di casa nostra per portare nel continente asiatico le collezioni di scarpe autunno/inverno 2014/2015.

I produttori italiani non potranno certo lasciarsi scappare questa occasione, che potranno incontrare direttamente i buyer cinesi, sia che si tratti della loro prima esperienza sul mercato cinese, sia per coloro che hanno intenzione di ampliare la sua rete distributiva.

Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, era presente a Pechino per la cerimonia, ed ha dichiarato a proposito: “TheMICAMshanghai è l’unica fiera b2b della filiera moda gestita da soggetti italiani in Cina. Una grande opportunità di crescita all’estero e un modello di internazionalizzazione da seguire“.

Il successo della mostra sembra quasi scontato, perché la scorsa edizione ha accolto ben 260 espositori provenienti da tutto il mondo, tra cui Italia, Spagna, Francia, Brasile, Gran Bretagna, Portogallo, Turchia e Regno Unito, e buyer qualificati provenienti da tutta la Cina, dalla regione di Hong Kong e Corea del Sud, con un’affluenza nelle prime due edizioni pari a oltre 11.000 visitatori.

Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi dei risultati finora raggiunti e stiamo lavorando per creare sempre maggiori opportunità di business per le aziende espositrici. L’obiettivo è di far crescere ulteriormente un evento unico e di reale portata internazionale, già consolidatosi con la seconda edizione“.

Vera MORETTI

Successo a Monaco per il MOC

 

Grande successo per l’edizione di quest’anno del MOC, Moda Made in Italy, il salone internazionale a cadenza semestrale, dedicato alla calzatura italiana di gamma alta e medio-alta e organizzato da Assocalzaturifici: 138 aziende hanno presentato le collezioni primavera/estate 2014.

“Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti in occasione di questa edizione di Moda Made in Italy, soprattutto considerando la ancora difficile situazione sul mercato tedesco ed europeo in generale – commenta Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici – I numeri di espositori e visitatori sono risultati in tenuta rispetto alle scorse edizioni, confermando il ruolo della manifestazione quale occasione per concludere ordini anche a fine stagione di vendita”.

 

 

A Shanghai in mostra il made in Italy è un successo

 

Grande soddisfazione a Shanghai per il termine della seconda edizione di TheMicamShanghai, l’edizione cinese di TheMicam, la mostra professionale della calzatura di alta gamma più importante al mondo, che visto la presenza dei principali retailers, distributori e centri commerciali provenienti da tutta la Cina, dalla regione di Hong Kong e dalla Corea del Sud. In mostra anche le migliori aziende italiani capitanate dal presidente di Assocalzaturifici, Cleto Sagripanti:“La Cina è un mercato sul quale abbiamo deciso di puntare per crescere: una sfida che richiede grande pazienza e dinamismo imprenditoriale. Questa edizione conferma che la manifestazione si sta affermando come la manifestazione B2B di riferimento della calzatura internazionale in questo Paese”.

Soddisfatto anche Claudio Pasqualucci, direttore dell’Ice di Shanghai: “Abbiamo lavorato a questa internazionalizzazione di theMicam, dando vita a una grande fiera B2B in Cina, come TheMicamShanghai, che porta direttamente ai buyers cinesi il made-in-Italy più prestigioso e le migliori collezioni internazionali. Dopo la prima edizione di aprile 2013 abbiamo infatti visto crescere il numero degli operatori da tutta la Cina, in visita alla fiera di Shanghai. I dati confermano l’interesse per la calzatura italiana: nei primi sei mesi del 2013, l’export di calzature italiane in Cina ha raggiunto la soglia di 817.000 paia, segnando un aumento del 15,1% rispetto allo stesso periodo del 2012, per un valore complessivo del volume d’affari pari a 84,4 milioni di euro (+22,8% rispetto ai primi sei mesi del 2012)”

Cleto Sagripanti nuovo presidente di Fiamp

Cambio della guardia ai vertici di Fiamp, la Federazione italiana dell’accessorio Moda Persona: per il biennio 2013-2015, infatti, è stato eletto come nuovo presidente Cleto Sagripanti, che succede a Cirillo Marcolin.

Sagripanti, già presidente di Assocalzaturifici, è stato eletto durante un incontro tra le associazioni aderenti, che sono Aimpes, manifattura pelli-cuoio e succedanei, Anfao, occhialeria, Federorafi, oreficeria-gioielleria, e Aip, Associazione Italiana Pellicceria, oltre ad Assocalzaturifici.

Il neo eletto ha dichiarato: “Il mio mandato sarà orientato, in continuità con l’ottimo lavoro svolto dall’amico Marcolin, a rafforzare la sinergia tra la città di Milano, i Saloni che le nostre associazioni rappresentano e i principali attori della moda. Sono convinto che la centralità di Milano nella moda non può prescindere dalle nostre manifestazioni fieristiche che sono un fondamentale elemento di attrazione di migliaia di compratori internazionali. Lavorerò dunque per comunicare al meglio questo nostro ruolo e creare sempre più legami concreti con le forze politiche e di rappresentanza degli imprenditori e degli stilisti, con i commercianti e i media per valorizzare il ruolo dell’accessorio protagonista del mosaico della moda milanese“.

Ad affiancare Sagripanti ci saranno il direttore di Assocalzaturifici, Fabio Aromatici, che assumerà la carica di segretario generale della Federazione, e Cirillo Marcolin, che assume la carica di vicepresidente.

Vera MORETTI

Al MiCam trionfano le scarpe gioiello

Le scarpe gioiello della collezione primavera-estate 2014 parlano italiano.
Il Made in Italy, infatti, ha trionfato al MiCam, tra un tripudio di paillettes, piume, tacchi vertiginosi ma, soprattutto, pietre preziose.

Ad accompagnare quelli che, dunque, possono a ragione definirsi gioielli, ci sono materiali di grande pregio, realizzati con colori shock in grado di far risaltare ancora di più la preziosità dei dettagli.
Cristalli e perle, dunque, si poggiano su tessuti iridescenti, dalle tonalità calde del rosso e dell’arancio fino a quelli freddi, ma ugualmente preziosi, del verde, del viole e del turchese.
Neanche le suole vengono risparmiate da questo tripudio, e anzi, sono rifinite da perlature e cangianze, e colorate da colori pastello rosa, lilla, carota e verde mela.

Tutto ciò è stato pensato per affrontare ed esorcizzare la crisi, che ancora tiene banco, come ha confermato Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici.
La situazione attuale è quella che ormai si ripete da diverso tempo: mentre i mercati esteri, in particolare extra europei, si manifestano vivaci, quello interno è ancora in stallo e bisognoso di una forte scossa.

Afferma Sagripanti: “Ormai da alcune stagioni i consumi interni, che risentono dell’andamento dell’intera economia nazionale, sono in caduta libera. Secondo il FashionConsumer Panel di Sita Ricerca, dopo il decremento del 4,5% in valore a consuntivo dello scorso anno, la prima metà del 2013 si è chiusa con un ulteriore crollo degli acquisti delle famiglie pari al 6,1% in spesa e al 4% in quantità. Tra aprile e giugno la flessione è stata del 5,3%, ancora consistente sebbene meno significativa del –7,2% del primo trimestre dell’anno. Appare quindi evidente, per Sagripanti, che l’internazionalizzazione è per le imprese calzaturiere, che esportano già l’83% della loro produzione, “non più una strategia, ma una necessità”.

L’export, nei primi cinque mesi del 2013, è aumentato sia in valore (+4,9%) che in volume (+1,4%) e nonostante un incremento contenuto ha raggiunto un nuovo record in valore. Il prezzo medio, seppure ancora in aumento (+3,5%), presenta ritmi di crescita più modesti rispetto al 2012, segno che le imprese hanno comunque fatto i conti con listini che solo parzialmente si sono adeguati all’incremento del prezzo delle materie prime.
Tra gennaio e maggio sono stati esportati 98,2 milioni di paia (1,3 milioni in più rispetto all’analogo periodo del 2012) per un valore di circa 3,3 miliardi di euro, ma, mentre tutte le aree hanno mostrato incrementi significativi, l’Unione Europea è rimasta pressoché stabile in valore (-0,3%) e con un decremento in volume (-1,2%).

La situazione è molto differente sui mercati extra-Ue, dove le performance sono superiori alla media sia in valore (+11,2%) sia in quantità (+7,3%).

Bene sono andate le sportazioni verso Stati Uniti e Canada (rispettivamente +5,4% e +15,2%, in valore) e, soprattutto, l’espansione in Russia e Kazakistan (+16,4% e +10,8%), anche se la vera crescita si è registrata nel Far East (+15,5% globalmente): non solo i tassi di crescita rimangono significativi (Cina +31%, Sud Corea +14%, Giappone +8,2% solo per citare alcuni casi), ma anche in termini di importanza relativa questi Paesi cominciano ad assumere un ruolo decisivo per la strategia di internazionalizzazione delle imprese italiane.

Continua Sagripanti: “I successi ottenuti sui mercati internazionali ci spingono a sollecitare le Istituzioni italiane ed europee a creare contesti di competizione sempre più equi. Il mercato Ue oggi è accessibile a tutti ma noi scontiamo ancora mercati nei quali paghiamo dazi importanti, come Mercosur e Vietnam, oppure abbiamo un sistema di quote e contingenti sulle calzature in pelle come in Giappone. E non dobbiamo dimenticare il problema dell’etichettatura di origine dei prodotti in Europa, sul quale si sta giocando una lotta tutta politica tra diverse visioni europeiste”.

Per le aziende italiane, secondo Sagripanti, occorre un serio programma di interventi per evitare la desertificazione dei centri storici, “arricchiti dalla presenza di punti vendita che storicamente rappresentano la ricchezza distributiva del nostro Paese”.

Per poter attivare questo processo, occorre abbassare il costo del lavoro, mossa che potrebbe “rendere le aziende più competitive e aumentare il potere d’acquisto delle famiglie” ma anche risolvere il problema dell’accesso al credito.

Come associazione stiamo cercando, insieme alle banche, di studiare misure per garantire le aziende nei confronti dei negozianti perché la difficoltà di questi ultimi a pagare è uno dei problemi più gravi e più urgenti da risolvere”.

Vera MORETTI