Associazione culturale, chi la può aprire?

Chi può aprire un’associazione culturale? Prima di rispondere a questa e ad altre domande, è bene chiarire di cosa si tratta.

L’associazione culturale è un’organizzazione, solitamente senza finalità di lucro, che si pone degli obiettivi da raggiungere attraverso la diffusione e la promozione di varie iniziative all’interno di determinati ambiti di tipo artistico, umanistico e culturale. Ad esempio, si può svariare tra cultura, pittura, fotografia, musica e attività coristiche, cinema, teatro, spettacolo, sport, educazione civica e sociale, lettura, cucina, protezione dell’ambiente, organizzazione corsi a tema, ecc.

Pur non avendo una normativa particolare di riferimento, a differenza di quanto non accada per le Onlus o per le associazioni di volontariato, ecc. Tuttavia, ciò non significa che in un’associazione culturale ognuno può agire come meglio crede. Infatti, si è tenuti all’osservanza delle norme del Codice Civile e anche della legge fiscale, ossia del TUIR concernente gli enti non commerciali.

L’associazione culturale provvede al suo mantenimento attraverso il lavoro e la collaborazione di soci e attivisti, oltre al coinvolgimento di aziende e istituzioni pubbliche che fungono da sponsor.

Associazione culturale, chi può aprirla?

Il requisito fondamentale di base per l’apertura di un’associazione culturale, consiste nella volontà dei soci di vivere e promuovere con grande convinzione e tutti insieme la passione e i valori in cui credono, al fine di raggiungere un obiettivo comune. Con questa premessa, va da sé, che chi la apre debba avere un background culturale, una formazione umanistica, sensibilità, competenze a livello gestionale e organizzativo, nonché la capacità di coordinamento delle varie attività da svolgere e l’iterazione con ambienti sociali e uffici pubblici. E’ importante farsi conoscere nel territorio e reperire i fondi per ogni progetto che viene messo in campo.

Aprire un’associazione culturale: requisiti formali

Premesso che, passioni e valori devono accomunare tutti i soci nell’intento di raggiungere gli obiettivi prefissati, ci sono da aggiungere dei requisiti formali che possiamo così sintetizzare:

  • un numero di minino tre soci fondatori, necessario per occupare le principali tre cariche:
  • indicazione degli obiettivi e delle attività attraverso le quali si intende raggiungerli;
  • formalizzazione per iscritto della volontà di costituirsi in associazione;
  • presentazione della richiesta di ottenimento del codice fiscale come associazione;
  • utilizzo dei libri sociali e conservazione di tutti i documenti relativi all’associazione;
  • richiesta alle autorità competenti delle autorizzazioni dovute per lo svolgimento delle attività pianificate.

L’atto costitutivo di un’associazione culturale

Per poter operare in qualità di associazione culturale è necessario documentare la formale nascita della stessa e la volontà condivisa di voler raggiungere un obiettivo prestabilito. Tale documento è rappresentato dall’atto costitutivo, nel quale vengono indicate le caratteristiche principali:

  • l’assenza dello scopo di lucro;
  • libera;
  • democratica;
  • egualitaria:
  • durata illimitata;
  • con cariche sociali elettive;
  • l’obiettivo dell’associazione;
  • l’attività principale dell’associazione;
  • generalità dei soci fondatori e la consistenza del loro apporto per la formazione del fondo comune,
  • composizione del Consiglio direttivo.

L’atto costitutivo di un’associazione culturale deve essere sottoscritto da tutti i soci fondatori presenti.

Lo statuto di un’associazione culturale

Oltre all’atto costitutivo, è fondamentale redigere un documento che regola la gestione interna dell’associazione culturale e l’organizzazione delle attività svolte. Ecco quali indicazioni devono essere riportate dallo statuto:

  • denominazione dell’associazione;
  • sede legale dell’organizzazione;
  • dettagliata descrizione delle attività svolte;
  • finalità dell’associazione;
  • modalità per il finanziamento dell’associazione e per la raccolta dei fondi;
  • utilizzo del fondo comune;
  • regole sulla rappresentanza dell’associazione e sulle relative deleghe;
  • criteri d’ammissione ed espulsioni dei soci;
  • obblighi e diritti degli associati;
  • regole per l’elezione delle cariche sociali;
  • disciplina e compiti degli organi dell’associazione;
  • regola per la presentazione del bilancio annuale;
  • regole sullo scioglimento dell’associazione e la destinazione dei fondi residui.

Associazione culturale: la fiscalità

A seguito dell’atto costitutivo e dello statuto dell’associazione culturale, è possibile chiedere all’Agenzia delle Entrate un codice fiscale che passa per la compilazione del modello AA5u/6 oppure attraverso la richiesta inviata tramite raccomandata.

Una volta ottenuto il codice fiscale, l’associazione deve provvedere alla registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto, sempre presso l’Agenzia delle Entrate. Cosa va presentato:

  • Il modello 69;
  • due copie originali dell’atto costitutivo da registrare;
  • una marca da bollo pari a 16 euro ogni 4 facciate oppure ogni 100 righe;
  • il modello F23 per il pagamento dell’imposta di registro, pari a 200 euro.

Effettuato tutto ciò, l’associazione culturale può chiedere l’apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, ma solo nel caso lo ritenga opportuno.

Agevolazioni fiscali

Per beneficiare del regime fiscale di favore, che permette la defiscalizzazione della attività a pagamento svolte dall’associazione a favore dei propri soci, l’articolo 148 del T.U.I.R. impone che gli atti prevedano obbligatoriamente:

  • il divieto di distribuire anche indirettamente, utili o avanzi di gestione fra i soci, nonché fondi, riserve o capitali durante la vita dell’associazione;
  • in caso di scioglimento dell’associazione per qualunque causa, l’obbligo di devolvere il patrimonio ad altra associazione con finalità analoga;
  • disciplina uniforme del rapporto associativo in modo da garantirne l’effettività, dando garanzia a tutti i soci del diritto di voto in assemblea per l’approvazione e le modifiche degli atti associativi e la nomina degli organi direttivi;
  • obbligo di redigere ogni anno il rendiconto economico e finanziario;
  • la libera eleggibilità degli organi associativi, la sovranità dell’assemblea, i criteri per l’ammissione ed esclusione dei soci, i criteri di pubblicità per l’assemblea, le deliberazioni e i bilanci;
  • intrasmissibilità della quota o del contributo associativo e non rivalutabilità della stessa.

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Cosa serve per aprire un’associazione culturale: partire da un’idea

Un’associazione culturale è una forma associativa volta a promuovere lo sviluppo e la promozione di eventi che ruotano intorno al mondo della cultura, dell’arte e dello sport. Portare avanti progetti simili non sempre è facile perché il rischio è di creare delle associazioni chiuse, ristrette che non riescono realmente a trovare un reale posto nel panorama associativo. Vedremo in questa breve guida cosa serve per aprire un’associazione culturale.

Cosa serve per aprire un’associazione culturale: i soci

Negli articoli precedenti si è parlato delle attività svolte dalle associazioni culturali, o meglio degli ambiti in cui possono operare e dei passi burocratici necessari per poter attivare un’associazione culturale, ora si punterà sull’aspetto pratico, cioè su cosa serve per aprire un’associazione culturale che possa destare interesse dei potenziali associati.

Scopri cosa può fare un’associazione culturale;

Scopri come costituire un’associazione culturale.

Fondamentali per poter costituire un associazione culturale sono gli associati e in particolari i fondatori perché sono coloro che hanno l’idea di costituire l’associazione e per far in modo che la stessa possa attrarre ulteriori associati e riesca realmente a fare promozione culturale, devono avere un’idea forte ed essere in grado di incanalarla nel modo giusto anche grazie al possesso di competenze personali specifiche per il settore in cui si vuole operare.

Costi per aprire un’associazione culturale

Come visto in precedenza un’associazione culturale deve indicare nell’atto costitutivo una sede, molti non avendo locali disponibili preferiscono inserire una sede fittizia, ad esempio una proprietà di uno degli associati, in realtà una buona associazione per funzionare ha bisogno di locali dove potersi riunire con una certa continuità, dove possano essere conservati i documenti e si possano svolgere le attività, quindi per aprire un’associazione culturale è necessario avere a disposizione dei locali la cui ampiezza dipende anche dal tipo di attività che viene svolta. Non sempre è facile trovare qualcuno che li fornisca a titolo gratuito, proprio per questo, per poter partire è necessario avere un buon budget iniziale che riesca a coprire le spese per la locazione e quelle per la costituzione dell’attività.

Occorre ricordare che il costo iniziale per la registrazione di un’associazione è di 200 euro a cui devono aggiungersi le marche da bollo (solitamente una marca ogni 2 pagine o 100 righe), si arriva complessivamente a 300 euro circa. In questi costi non sono contemperati quelli inerenti la consulenza di un professionista per la corretta redazione di atto costitutivo e statuto, ciò perché in linea di massima i soci possono occuparsene autonomamente, ma se non si vogliono commettere errori è bene chiedere aiuto.

Differenza tra associazione culturale riconosciuta e non

Quella costituita seguendo le indicazioni precedenti è un’associazione non riconosciuta, questo vuol dire che delle obbligazioni assunte dalla stessa risponde l’associazione con il suo patrimonio, ma in caso di incapienza rispondono i membri del consiglio direttivo e coloro che hanno agito in nome e per conto dell’associazione. Per avere la separazione del patrimonio tra l’associazione e gli associati è necessario ottenere la personalità giuridica e quindi avere la registrazione. Per il riconoscimento della personalità giuridica l’atto costitutivo e lo statuto devono essere redatti in forma di atto pubblico ed è necessaria la presenza del notaio, inoltre occorre avere un patrimonio che va a costituire una garanzia per i creditori.

Come far decollare l’attività di un’associazione culturale

Per far in modo che un’associazione riesca realmente a svolgere delle attività, è necessario che si intreccino dei legami con altre associazioni, ma soprattutto con i canali istituzionali che possono concedere contributi e spazi per poter svolgere delle attività. E’ molto importante anche riuscire a coltivare rapporto con il mondo privato e in particolare con aziende, società che possano anche sponsorizzare le varie attività. Ad esempio se si vuole costituire un’associazione il cui obiettivo è diffondere la cultura teatrale è necessario avere degli sponsor che possano effettivamente finanziare le attività, ad esempio l’acquisto di vestiti, la locazione di un locale per potersi riunire e svolgere le prove, la locazione o concessione ad uso gratuito di spazi per gli spettacoli.

Se l’obiettivo è valorizzare il patrimonio culturale di una città occorre avere un buon rapporto con i canali istituzionali in modo da ottenere anche contributi pubblici per svolgere al meglio le attività e si deve essere in grado di redigere piani, progetti anche con respiro europeo e internazionale. In caso contrario si rischia di avere una piccola associazione che svolge attività marginali o che si trova spesso ad avere difficoltà economiche davvero impellenti.

L’importanza dell’ufficio stampa

Per aprire un’associazione culturale che riesca davvero a portare avanti progetti importanti può essere utile anche avere un ufficio stampa, questo ha il compito di gestire la comunicazione pubblica e quindi ottenere spazi su quotidiani locali, cartacei e online, spazi su radio, social e altri mezzi di comunicazione che possano effettivamente far conoscere l’attività svolta e quindi attirare il maggior numero di persone.

Come aprire un’associazione culturale 2021: i passi da compiere

Aprire un’associazione culturale consente di svolgere molte attività che appunto possono essere definite di promozione culturale in senso ampio, come protezione ambientale, musica, scienze, teatro e tante altre attività considerate affini. Di conseguenza sono sempre più numerose le persone che si chiedono come costituire un’associazione culturale. Qui saranno delineati i passaggi chiave.

Costituire un’associazione culturale passo dopo passo

Le associazioni culturali fanno rientrano tra i soggetti che sono stati coinvolti nella riforma del Terzo Settore che è ancora in via di definizione in quanto non sono stati emanati tutti i decreti attuativi previsti dalla legge delega 6 del 2016. In questa guida quindi si cercherà di delineare cosa occorre per aprire un’associazione culturale nel 2021 e ottenere benefici fiscali, ad esempio questo tipo di attività può ottenere anche il 2×1000 dell’IRPEF, si tratta di contributi che possono essere utilizzati per gli scopi istituzionali dell’associazione stessa.

Per conoscere le attività che possono svolgere le associazioni culturali leggi l’approfondimento.

Per aprire un’associazione culturale sono necessarie almeno 3 persone (devono coprire almeno i ruoli essenziali all’interno dell’associazione culturale), queste devono redigere uno statuto e un atto costitutivo. L’associazione deve quindi essere registrata presso l’Agenzia delle Entrate, in questo modo potrà avere il codice fiscale che va a identificare l’associazione. Infine occorre inviare il modulo telematico EAS ( si tratta di un modello di trasmissione dati specifico per gli enti associativi che operano senza scopi di lucro, deve essere inviato entro 60 giorni dalla costituzione dell’ente e deve essere nuovamente presentato quando cambiano i dati trasmessi, in questo caso la modifica deve essere comunicata entro il 31 marzo dell’anno successivo rispetto a quello in cui si è verificata la variazione). Ora l’associazione culturale può iniziare le sue attività.

Aprire un’associazione culturale: limiti costituzionali

Finora sono stati elencati in modo generico i passi da compiere per poter costituire un’associazione culturale, ora vediamo nel dettaglio quelle che possono essere le fasi più complesse.

Sicuramente la parte più difficile è redigere lo statuto e l’atto costitutivo, infatti la legge detta dei criteri piuttosto stringenti.  Lo statuto e l’atto costitutivo rappresentano un vero e proprio contratto tra le parti e devono delineare tutti i tratti salienti dell’associazione stessa. La prima cosa da sottolineare è che questi atti devono contenere l’indicazione dell’oggetto sociale e dello scopo che la società stessa intende perseguire. In questo caso il limite più importante è rappresentato dalla Costituzione che all’articolo 18 stabilisce : i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”. L’organizzazione militare in Italia è riservata solo allo Stato.  In questo caso l’obiettivo è tutelare lo Stato dalla possibile organizzazione di associazioni che abbiano fini sovversivi.

Gli elementi dell’atto costitutivo

Nell’atto costitutivo devono essere indicati, oltre allo scopo anche:

  • data, luogo, ora in cui i soci fondatori si sono riuniti per costituire l’associazione;
  • denominazione dell’associazione;
  • generalità dei soci fondatori (nome cognome, codice fiscale residenza).

In allegato deve essere inserito lo Statuto .

Gli elementi dello Statuto

A questo punto occorre delineare il contenuto dello Statuto, altro documento essenziale per poter costituire un’associazione culturale.

Questo deve indicare:

  • denominazione dell’associazione;
  • sede legale;
  •  scopo;
  • patrimonio (comprende quote versate dai soci fondatori, donazioni eventuali);
  • organizzazione dell’associaizone;
  • diritti e obblighi degli associati, condizioni per essere ammessi come associati e quelle di esclusione;
  • norme sull’ordinamento e sull’amministrazione ( ad esempio maggioranze richieste per l’approvazione delle varie tipologie di atti);
  • rappresentanza conferita ai vari organi (presidente, amministratore, vice presidente).

Lo Statuto quindi entra più nel dettaglio e va a disciplinare come dovranno essere svolte le attività dell’associazione culturale.

Ad esempio nello statuto devono essere delineate in modo abbastanza preciso le attività che l’associazione culturale può svolgere, inoltre sono indicate le maggioranze necessarie per adottare le decisioni, le funzioni dei vari organi, cioè il consiglio direttivo e l’assemblea. Nello statuto devono essere indicate le modalità per l’uso del fondo comune, regole per il conferimento delle deleghe e dei poteri di rappresentanza dell’ente verso i terzi, disciplina per l’elezione delle varie cariche elettive. Lo Statuto è un atto molto importante che non regola solo il momento costitutivo e la vita dell’associazione, ma anche l’eventuale momento terminale, devono quindi essere indicate le modalità per lo scioglimento dell’associazione e le norme relative alla dismissione dell’eventuale patrimonio accumulato.

Requisiti necessari per ottenere i benefici fiscali

Naturalmente quando si decide di aprire un’associazione culturale l’obiettivo è anche il regime fiscale di favore previsto dall’articolo 148 del TUIR che considera le operazioni svolte da tale tipo di associazioni come non commerciali. Per poter ottenere tale beneficio è però necessario che l’atto costitutivo e lo statuto prevedano obbligatoriamente che:

  • l’attività sia svolta senza scopo di lucro;
  • deve prevedere il divieto di distribuire, in forma diretta o indiretta utili, fondi o riserve agli associati;
  • deve indicare come saranno devoluti eventuali fondi e utili presenti nell’associazione culturale al momento del suo scioglimento ( questi non possono essere distribuiti tra gli associati e devono essere devoluti ad associazioni/enti che abbiano finalità simili a quelle perseguite dall’associazione che si sta sciogliendo);
  • statuto e atto costitutivo devono assicurare il diritto di voto a tutti gli associati (le associazioni culturali per ottenere i benefici fiscali devono attenersi al principio democratico);
  • obbligo di redigere il bilancio e il rendiconto finanziario annuali;
  • norme sulla eleggibilità degli organi associativi;
  • criteri per la pubblicità delle attività svolte.

La particolare complessità degli adempimenti previsti e in particolare la redazione degli atti, suggerisce comunque di avvalersi dell’aiuto di un professionista per la redazione degli atti. Ricordo, infine, che sia l’atto costitutivo, sia lo statuto devono essere sottoscritti dagli associati al momento della costituzione dell’associazione stessa.

 

 

 

 

Cosa fa un’associazione culturale? Scopriamo insieme le caratteristiche

Quando più persone vogliono realizzare un obiettivo comune, senza scopo di lucro, possono costituire un’associazione culturale,  ma di cosa si tratta, perché in Italia ce ne sono tante e cosa fanno esattamente?

Associazione culturale: cos’è

La prima cosa da sottolineare è che in Italia l’articolo 18 della Costituzione prevede la libertà di associazione, c’è un unico limite, cioè non devono perseguire fini che sono vietati ai singoli dalle leggi penali. Sono naturalmente vietate le associazioni segrete che perseguono fini incompatibili con quelli dello Stato. Le associazioni culturali nascono con l’obiettivo di porre in essere delle attività culturali, quelle che si possono compiere sono davvero molte, ad esempio è possibile costituire un’associazione culturale con l’obiettivo di organizzare dei corsi, oppure per svolgere attività di promozione culturale, ad esempio si può costituire un’associazione culturale con l’obiettivo di organizzare delle rappresentazioni teatrali, corsi per attori, serate di lettura e simili.

Per poter formare un’associazione culturale è necessaria la presenza di più persone che condividono un obiettivo, si è già detto che la stessa non deve avere scopo di lucro, ma non è detto che la stessa non possa avere utili, l’importante è che gli stessi siano investiti comunque nell’organizzazione delle attività della stessa associazione. La divisione di un eventuale patrimonio non può avvenire neanche successivamente, ad esempio al momento dello scioglimento dell’associazione, in questo caso se vi sono fondi devono essere donati ad associazioni che svolgono attività simili alle proprie.  La volontà di associarsi deve essere formalizzata attraverso un atto costitutivo e nella redazione dello statuto a cui può seguire l’apertura della partita IVA, questi aspetti saranno visti nei prossimi appuntamenti sull’argomento, ciò che ora preme è capire cosa può effettivamente fare un’associazione culturale.

Cosa può fare un’associazione culturale

Per capire qual è l’ambito in cui operano le associazioni culturali bisogna andare alle origini, cioè cosa si intende per cultura? Anche in questo caso si può dire che non esiste una sola definizione, il termine deriva dal latino Colere che vuol dire coltivare, in genere si identifica la cultura come il complesso di manifestazioni di tipo intellettuale, materiale, sociale e spirituale che in un determinano momento storico caratterizzano una comunità. Si parla in genere di cultura dello sport, della musica, del cinema… cioè di cultura come l’insieme degli elementi che vanno a connaturare un gruppo di persone anche di tipo limitato.

Proprio a causa della genericità  del termine cultura e culturale e alle diverse sensibilità che caratterizzano le persone, che possono avere interessi svariati e tutti meritevoli di tutela perché in un modo o nell’altro contribuiscono allo sviluppo del Paese, le associazioni culturali possono costituirsi per svolgere una miriade di attività e avere scopi associativi davvero molto ampio.

Perché in Italia sono nate tante associazioni culturali?

In Italia si contano numerose associazioni culturali, tra cui quelle sportive il cui scopo è appunto trasmettere, diffondere la cultura di un determinato sport o dello sport in generale. In Italia la diffusione di tale tipologia di associazione si è avuta soprattutto dal 2016 quando il DPCM del 21 marzo le ha rese potenziali destinatarie del 2 x 1000 IRPEF, da questo momento sono fiorite e con svariati obiettivi. L’articolo 1 del DPCM dice che possono accedere a tali benefici le associazioni abbiano, secondo il rispettivo atto costitutivo o statuto, la finalità di svolgere e/o promuovere attività culturali.

Di fatto le richieste di accesso al privilegio sono state numerose e hanno riguardato:

  • associazioni per la tutela del patrimonio culturale materiale e immateriale (archivi, biblioteche, minoranze linguistiche, tradizioni religiose ed enogastronomiche, solo per citarne qualcuna);
  • le associazioni culturali per la tutela del patrimonio naturalistico (riserve, aree protette, parchi);
  • associazioni culturali per la diffusione di varie arti (fotografia, musica, cinema, danza, teatro musicale, architettura, arte filodrammatica, cori, bande musicali, scultura, letteratura);
  • infine, associazioni culturali dedite alla stampa e pubblicazione di opere letterarie, scientifiche, fumetti, giornali…

Tra coloro che hanno richiesto in quanto associazioni culturali di poter rientrare nel beneficio del 2 per 1000 IRPEF vi sono anche associazioni culturali che si occupano della diffusione della cultura dei video-giochi, entrati ormai a pieno titolo tra le “attività culturali” visto che richiedono abilità e preparazione.

Alternative alle associazioni culturali

Questi sono solo alcuni esempi che si possono evincere dalle richieste fatte per le agevolazioni viste, occorre ricordare fin da ora che molte delle realtà che abbiamo visto possono presentarsi anche con altre forme sociali e addirittura avere maggiori benefici, ad esempio ci sono le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche), ONLUS, APS (Associazioni di Promozione Sociale). Le associazioni culturali, oltre a poter accedere al 2 x 1.000 IRPEF possono anche avere altre entrate, ad esempio quote di iscrizione da parte degli associati, vedremo nel prosieguo come possono essere trattate fiscalmente le entrate.

 

Associazione culturale, come si costituisce e a cosa serve

Le associazioni, di qualsiasi forma, hanno lo scopo di riunire un gruppo o più gruppi di persone aventi le stesse passioni o idee. Ci sono vari tipi di associazioni ed ognuna ha un suo scopo, ma tutte devono avere una finalità sociale.

Grazie all’articolo 18 della costituzione italiana che recita: “i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale”, sono nate molte associazioni di ogni genere e forma in tutta Italia.

L’associazione più diffusa è quella “Generica” detta anche Culturale, in genere chi vuole aprire un’associazione senza scopo di lucro sceglie la “Culturale” per il semplice fatto che è la più semplice da realizzare.

Come si costituisce un’Associazione Culturale

Qualsiasi persona voglia fondare un’associazione ha bisogno di:

  • Atto costitutivo
  • Statuto

L’atto costitutivo viene redatto in autonomia e poi viene registrato all’Agenzia delle Entrate, su questo atto viene riportato tutto il consiglio direttivo che compone l’associazione: Presidente, vicepresidente, tesoriere, segretario, consiglieri.

Il Presidente: ha la responsabilità giuridica dell’associazione, rispondendo in prima persona per qualsiasi problema (ad esempio se l’associazione accumula dei debiti), controlla che la vita sociale all’interno del circolo venga svolta in armonia, e che si rispettino le attività previste votate durante il consiglio; può sottoscrivere contratti, accordi per conto dell’associazione oppure può delegare un altro membro del direttivo a farlo. Ovviamente il presidente non può in nessun modo prendere una decisione autonomamente ma qualsiasi decisioni riguardante l’associazione deve essere discussa sempre dall’assemblea dei soci, previa convocazione esposta in bacheca 15 giorni prima della data dell’assemblea.

Il Vicepresidente: sostituisce in tutto il presidente qualora quest’ultimo sia impossibilitato da un impegno a presiedere nell’associazione.

Il Tesoriere: viene nominato nella riunione del nuovo consiglio Direttivo per alzata di mano, e ha il compito di  gestire le entrate economiche e finanziarie dell’associazione, può effettuare pagamenti a fornitori, firmare assegni e di solito ha anche una delega per operare sul conto dell’associazione.

Il segretario: ha la funzione di verbalizzante durante le assemblee dell’associazione, assemblea che non può essere indetta senza un socio che funge da segretario e aiuta il presidente nell’amministrazione dell’associazione.

I Consiglieri: compongono il resto del direttivo e non hanno particolari incarichi.

Perché creare un’associazione culturale e cosa serve

Un’associazione viene scelta per la maggior semplicità di realizzazione, infatti, per un’associazione non è richiesto un locale con destinazione d’uso specifica quindi indistintamente si può usare un locale con destinazione d’uso C1, C2, C3, etc etc, l’unica cosa richiesta e la salubrità dei luoghi e l’agibilità del locale che viene presentata al comune al momento dell’apertura.

Per costituire un’associazione culturale dopo aver redatto l’atto costitutivo, il presidente si reca all’Agenzia delle Entrare per consegnare e farsi rilasciare il Codice fiscale, infatti l’associazione non ha bisogno di partita IVA.

Una volta ottenuto il codice fiscale si può dire che l’associazione è nata, per poter aprire ai soci bisogna fare una comunicazione al comune di appartenenza.

Un’associazione per esistere deve essere iscritta ad un Ente riconosciuto che mette a disposizione i nullaosta; fra i più famosi enti riconosciuti ci sono l’Arci, Enals, Tai, solo per citarne alcuni, dove tale enti se necessario rilasciano i nulla osta per lo spaccio di generi alimentari e bevande alcooliche, per quest’ultime bisogna presentare il nullaosta che ci rilascia l’ente presso la questura di zona per fargli presente che nella nostra associazione somministriamo bevande alcoliche ai nostri associati.

Se l’associazione offre un punto bar con piccola cucina per i soci allora l’iter diventa un po’ più complicato, nel senso che bisogna effettuare una vera e propria SCIA presso il S.U.A.P. del comune di appartenenza con i seguenti documenti:

  • agibilità del locale
  • pagamento tassa ASL, se il locale e provvisto di canna fumaria per cappa aspirante bisognerà allegare anche un certificato in deroga per i fumi in atmosfera
  • atto costitutivo
  • statuto
  • codice fiscale rilasciato dall’Agenzia delle Entrate 
  • documenti del presidente pro tempore.

Ovviamente se si somministrano cibo e alcoolici l’associazione deve avere anche un piano di autocontrollo HACCP con schede per il controllo temperature frigoriferi, schede per la pulizia programmata, essere in possesso del documento REC che abilita chi sta dietro il banco bar alla mescita di bevande alcooliche

Limitazioni degli accessi all’associazione

Ovviamente va detto che all’interno dell’associazione possono trovarsi presenti solo persone che sono tesserate presso la stessa.

Una nuova persona che vuole entrare a far parte di un’associazione deve compilare un foglio con

  • nome
  • cognome
  • numero di telefono 
  • numero  di documento di identità in corso di validità
  • motivazione del perché vuole entrare a far parte dell’associazione.

Una volta riempito il modulo il consiglio direttivo si riunisce e mette ai voti la possibilità o meno di acquisire il nuovo socio, una volta deliberata la decisione di accettare il nuovo socio verrà tesserato e da quel momento può prendere parte alla vita sociale del Circolo.

Nella maggior parte dei casi la tessera associativa per il nuovo socio ha un costo annuale che può variare da pochi euro fino a passare i 50 euro come per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (palestre, associazioni di motociclisti etc etc).

Le Associazioni pagano le tasse?

Le associazioni sono enti non a scopo di lucro quindi alcuni redditi non si devono dichiarare e non sono tassabili ma ci sono delle eccezioni che devono essere tassate: quando l’associazione svolge un attività prettamente commerciale i redditi che ne derivano devono essere tassati. Pertanto  legato al codice fiscale, l’associazione può avere anche la partita Iva.

Ricavi Commerciali

  • Vendita prodotti nuovi
  • Erogazioni di servizi essenziali (gas, corrente elettrica, fognature)
  • Fiere per esposizioni commerciali
  • Gestione di spacci, mense e somministrazione pasti
  • Gestione trasporto merci
  • Svolgimento di servizi di radiodiffusione
  • Sponsorizzazione di eventi e pubblicità

Ricavi non tassabili per le Associazioni

  • Soldi raccolti durante eventi
  • Contributi da enti pubblici 
  • Prestazioni offerte ad associati e iscritti 
  • Quote associative che versano i soci al momento dell’iscrizione

Per la tenuta delle scritture contabili infatti le associazioni si rivolgono a commercialisti specifici.