Il decreto sulle qualifiche professionali accolto da polemiche

di Vera MORETTI

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sulle qualifiche professionali che permette la partecipazione delle associazioni professionali riconosciute ai tavoli di negoziazione Ue.

Il testo non fa riferimento agli attestati di competenza dei professionisti non iscritti all’albo, questione che era stata sollevata nelle settimane precedenti e bisognosa di essere risolta.

A questo proposito, Roberto Orlandi, vice coordinatore del Cup, si è mostrato agguerrito e in attesa di quando tale provvedimento passera al Cnel. Ha infatti affermato: “Ritengo irrilevante la questione dell’attestato, comunque siamo nel campo dell’extra delega. Come coordinatore del gruppo delle libere professioni del Cnel posso assicurare che il nostro parere, anche se non vincolante, sarà negativo“.

Si tratterà, dunque, di una battaglia doppia, che vedrà schierati sia Cup sia Cnel, poiché quest’ultimo avrà un peso significativo quando si tratterà di impugnare il testo del decreto.

Secondo tale testo, le associazioni dovranno avere un’organizzazione ramificata a livello nazionale e assicurare l’affidabilità degli iscritti, con il rispetto del codice deontologico e con l’obbligo di formazione continua.
D’altro canto, non avranno il permesso di esercitare competenze riservate né fare uso di denominazioni usate da Ordini e Collegi. Per quanto riguarda la possibilità di rilasciare attestati di competenza, c’è ancora incertezza.

Firmati i decreti delle associazioni professionali

Oggi la segreteria del Ministro Severino e quella del capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia informa il Colap che alcuni decreti riguardanti le associazioni professionali (secondo articolo 26 dlg 206/2007) sono stati firmati (sono per presa visione presso il Ministero delle Politiche Europee per questo non è ancora pronto un elenco preciso) e che i restanti decreti sono alla firma del Ministro che ha tutta l’intenzione di accelerare i tempi e firmarli il prima possibile.

“Questo è il nostro regalo di Natale- apre Giuseppe Lupoi Presidente del Colap– sono soddisfatto che la firma dei decreti sia rientrata, come giustamente doveva essere, tra le prime priorità del Ministro Severino.

“ La professoressa Severino ha da subito non solo compreso l’utilità sostanziale del decreto, ma anche l’esigenza istituzionale di compiere un atto dovuto dando finalmente valore ad una prescrizione di legge; questo atteggiamento ligio e attivo – incalza Lupoi – fa onore al Ministro e al Governo ”.

“ Lo sforzo di pazienza ( le associazioni attendono da oltre un anno) ha premiato le associazioni – afferma Emiliana Alessandrucci, Direttrice e referente art. 26 decreto 206/2007  del Colap –  questo è un segnale forte per tutto il mondo associativo, che grazie alla spinta del decreto migliorerà il proprio sistema innalzando la qualità dei servizi offerti sia agli associati sia, attraverso questi, agli utenti.

I decreti hanno una portata sostanziale che renderà più libero e competitivo il sistema professionale italiano – continua Alessandrucci – implementando la pratica meritocratica a completa tutela dell’utenza”.

L’etica essenziale per l’economia futura

Avrà luogo il 1 dicembre presso gli uffici ACLI di Milano un convegno di riflessione e confronto dal titolo Il valore dell’etica professionale.

Organizzato da PIU’, Professioni Intellettuali Unite, vuole rivalutare l’etica come regolatore di mercato e di comportamento per il bene comune sia economico sia sociale.

L’etica nella professione viene considerata assolutamente necessaria per garantire equità nelle transazioni tra utente e professioni e per assicurare correttezza con la concorrenza, ma anche utile per dare continuità e sostenibilità all’economia.

Le associazioni professionali devono, per garantire tutto ciò, essere di esempio controllando il comportamento dei propri membri ma anche svolgere un ruolo chiave nel miglioramento delle relazioni tra professionisti, clienti e società.

Il convegno costituisce una cartina tornasole importante per capire a che punto è l’Italia e quanta strada deve fare per arrivare alla condizione ideale e di equilibrio tra le varie parti.

Vera Moretti

ATEMA: incontro su competenze e professionalità

Atema propone, in collaborazione con Assolombarda, per il prossimo 27 ottobre un incontro sul tema ‘Le competenze professionali producono valore’. Ospitato presso la sala Falck di Assolombarda a Milano, dalle ore 17.00, l’incontro ha l’obiettivo di evidenziare le opportunità di utilizzo dei contributi professionali per le imprese.

Solo utilizzando le competenze professionali infatti le imprese possono ottimizzare la loro produzione e massimizzare i risultati ottenuti. E’ per questo motivo che le associazioni professionali devono essere considerate un luogo di sviluppo e di qualificazione delle proprie competenze e delle regole di comportamento con i clienti. Affinchè la collaborazione tra imprese e professioni sia proficua non devono mancare alcuni presupposti: mercato concorrenziale, etica e accreditamento.

L’incontro è rivolto a imprenditori, Direttori Generali e Direttori di Personale e Organizzazione di Medie e Piccole Imprese, nonché Associazioni Professionali.

Relatori del convegno saranno Fabrizio Lain – Area mercato e Impresa Assolombarda, Claudio Antonelli – Presidente PIU’ Professioni Intellettuali Unite, Antonio de Cal – Vice Presidente nazionale ADACI, Paola Palmerini – Presidente Atema – Associazione per il Temporary Management e Roberto Boscia – HR Services Director‐International Orange Business Italy

La partecipazione all’evento è gratuita. I soci Atema interessati a partecipare devono inviare la loro iscrizione al seguente indirizzo e-mail: coordinamento@atema.net

A.C.

Giuseppe Lupoi contro il sistema ordinistico attuale

Giuseppe Lupoi, presidente del Colap, Coordinamento delle libere associazioni professionali, ha accolto favorevolmente lo stop al disegno di legge in discussione al Senato che prevedeva l’istituzione di cinque nuovi ordini professionali in ambito sanitario.

Secondo Lupoi, infatti, sarebbe stata una legge pessima, poiché introdurre cinque nuovi ordini professionali, nonché venti nuovi albi, sarebbe stato contrario a quanto deciso proprio qualche giorno fa, quando “l’Aula ha programmato una revisione di tutto il sistema ordinistico, inserendo dei concetti totalmente contrari al sistema ordinistico attuale”.

Lupoi auspica che questo ripensamento coincida con l’intenzione di salvaguardare gli interessi della collettività e tutelare gli utenti con le associazioni professionali, a suo dire molto più efficaci.

Il presidente del Colap, inoltre, accusa il sistema ordinistico attuale di essere superato e statico, quando, invece, dovrebbe essere dinamico e in grado di incontrare i consensi degli utenti.

Vera Moretti

Tributaristi: non serve un nuovo ordine

Infoiva pubblica in esclusiva un articolo tratto dal numero di giugno del “Giornale delle partite Iva”, il mensile diretto da Francesco Bogliari, pubblicato da Cigra, distribuito da Mondadori e rivolto al vasto pubblico dei professionisti autonomi.

Bisogna perseguire il riconoscimento delle associazioni professionali. E affrontare il problema chiave delle pensioni. Parla Riccardo Alemanno, presidente di Int

di ROSAMARIA SARNO

“Il tributarista è un professionista la cui attività di lavoro autonomo non prevede l’obbligo di iscrizione a Ordini professionali. Opera con codice di attività Iva 692013, è intermediario fiscale autorizzato ai sensi del D.P.R. n. 322 del 22/07/98 e successivi decreti ministeriali, può svolgere quelle attività del settore contabile-tributario non soggette a riserva a favore di altre categorie professionali; come gli altri professionisti del settore economico è soggetto agli obblighi relativi all’antiriciclaggio D. Lgs. n. 56/2004; essendo professionista privo di Cassa di previdenza privata è obbligato al versamento dei contributi previdenziali nel Fondo di Gestione separata dell’Inps ai sensi della legge 335/95.

Inoltre i tributaristi, se iscritti nei Ruoli dei periti e degli esperti in tributi, possono svolgere attività loro demandate per legge contestualmente ad altre categorie, quali l’assistenza e rappresentanza avanti le Commissioni tributarie e l’apposizione del visto di conformità”. Così Riccardo Alemanno, presidente dell’Int, l’Istituto nazionale tributaristi, una delle principali associazioni professionali di settore, illustra il ruolo e le competenze di questo professionista. Per esercitare la professione sono richieste formazione e competenze adeguate. “Bisogna distinguere se il tributarista è iscritto o meno a un’associazione di rappresentanza professionale come ad esempio l’Int”, spiega Alemanno. “Infatti, per chiarezza e correttezza, va evidenziato che per svolgere tale attività non è necessario essere iscritti a  un’associazione. Ovviamente i tributaristi iscritti a un’associazione devono sottostare a regole e obblighi che danno una maggiore garanzia all’utenza”.

I tributaristi iscritti all’Int tra i vari obblighi e regole devono:

• avere svolto un periodo di pratica e/o attività nel settore tra i tre e cinque anni, a seconda del titolo di studio;

• essere abilitati alla funzione di intermediari fiscali autorizzati;

• avere partita Iva con codice 692013;

• sottoscrivere adeguata polizza assicurativa di r.c. professionale verso terzi;

• rispettare il codice deontologico;

• svolgere aggiornamento professionale con verifica su  base biennale.

La professionalità deve partire dall’università

Quanto alle attitudini personali e alle abilità necessarie per poter operare, il presidente Int avverte che sono sicuramente fondamentali una preparazione legata al percorso di studi ed esperienza nel settore, abbinate a un costante aggiornamento professionale: “Oggi più che mai è necessario studiare con grande attenzione le incessanti modifiche e novità normative del comparto tributario che il legislatore non fa di certo mancare.

I tributaristi devono svolgere il proprio mandato con correttezza, serietà e competenza, in una sola parola con professionalità”. Ma qual è la posizione dell’Int rispetto al sistema ordinistico: per l’esercizio della professione chiede l’istituzione di un nuovo Ordine professionale o il riconoscimento delle associazioni professionali? “Noi chiediamo il riconoscimento delle associazioni ai sensi delle direttive comunitarie, ovvero la possibilità di rilasciare un attestato di competenza (che già rilasciamo ai nostri iscritti) che, se inserito in normativa diriconoscimento, permetterebbe ai tributaristi di operare anche negli altri Paesi dell’UE. Abbiamo grande rispetto”, chiarisce Alemanno, “per chi ha intrapreso il percorso dell’Ordine professionale e della successiva iscrizione all’Albo, avendo peraltro un ventaglio di opportunità professionali più vasto del tributarista non iscritto ad Albi o Ruoli, ma il nostro obiettivo non è la  costituzione dell’ennesimo Albo professionale.

Rispettiamo gli Ordini e i loro iscritti, ma esigiamo altrettanto rispetto. Non entriamo nel merito delle loro attività sino a quando le loro iniziative o richieste non rischiano di compromettere la nostra attività. Come già detto, l’iscrizione a un Albo professionale consente di avere prerogative di attività ben più ampie di quelle del tributarista e ovviamente non abbiamo mai contestato tale situazione, ma quando si vogliono creare nuove riserve allora non possiamo stare zitti e fermi. Più in generale, noi abbiamo una visione differente sulla gestione delle professioni, crediamo che sia il sistema delle università che debba dare professionalità. Vuoi fare il libero professionista? Dopo il percorso di laurea, due anni di specializzazione con un sistema coordinato tra università e mondo del lavoro, poi potrai spenderti sul mercato e, se sei bravo, troverai i tuoi spazi. Non siamo d’accordo con l’attuale sistema, troppo autoreferenziale: vorremmo che non ci fossero più diseguaglianze a seconda della latitudine o longitudine della residenza di questo o quell’aspirante professionista.

Come ha affermato una giornalista durante un’intervista, i tributaristi sono dei liberalizzatori ante litteram e, aggiungo io, non sempre compresi e spesso fraintesi; detto questo, devo sottolineare che i rapporti tra i singoli professionisti, siano essi iscritti o meno in Albi, sono spesso volti a una collaborazione professionale, un insegnamento ai dirigenti di Ordini e associazioni professionali, sottoscritto compreso”.

Due le princpali problematiche

Attualmente i tributaristi con partita Iva sono circa 30.000, suddivisi tra coloro che operano con studio o   associazione professionale e coloro che lavorano attraverso società di servizi. “Per quanto riguarda i tributaristi Int”, informa Alemanno, “sono oltre 2.000 gli attuali iscritti di cui 1.850 esercenti attività di lavoro autonomo con partita Iva e i restanti iscritti nella maggior parte dei casi lavoratori dipendenti che desiderano utilizzare i nostri strumenti di aggiornamento professionale per restare sempre al passo con le nuove disposizioni normative e gli obblighi tributari”. Quanto alle problematiche dei tributaristi, il presidente Int sottolinea che sono principalmente due:

“La prima, di tipo tecnico-professionale, si affronta giorno per giorno soprattutto attraverso un continuo aggiornamento e ciò è condiviso con tutti gli altri professionisti del settore; la seconda è causata dalla voglia di  esclusive di talune categorie, voglia che a volte viene soddisfatta dal legislatore o dalle interpretazioni di enti. In tutti e due i casi è fondamentale il lavoro svolto dalle associazioni, per la prima problematica fornendo strumenti di  aggiornamento, per la seconda intervenendo a difesa della categoria nelle sedi competenti e cercando di evidenziare  come il mercato dei servizi professionali sia profondamente mutato rispetto agli anni di creazione degli Albi  professionali. Spesso con risultati positivi, a volte no, ma senza mai abbandonare la strada di una riforma e della  liberalizzazione del settore”. Per quanto riguarda invece i problemi comuni a tutti i liberi professionisti del settore tributario, Alemanno pone l’accento sull’esclusione dai benefici riservati alle imprese di servizi e sul non pieno risconoscimento della loro importanza nello svolgimento della funzione di intermediari fiscali, nonché sulla necessità di dover operare in condizioni di continua emergenza tra norme complesse e scadenze che si susseguono senza soluzione di continuità. “Solo la loro professionalità, e mi riferisco a tutti i professionisti del settore, permette di superare questi ostacoli e di fornire servizi di qualità alla propria utenza. Infine”, aggiunge, “un problema gravissimo per i tributa risti, ma che sta diventando tale anche per chi ha un Cassa di previdenza autonoma, è quello dei contributi previdenziali e di una futura pensione. Noi siamo obbligati, in quanto professionisti privi di Cassa autonoma, al versamento nel fondo di Gestione separata dell’Inps con aliquote oltre al 27%. Un prelievo pesantissimo che impedisce di avere liquidità da investire nella previdenza integrativa. Da anni chiediamo una modifica normativa, ma le esigenze di cassa hanno avuto sempre la meglio sull’equità; anche progetti di legge giacenti in Parlamento prevedono modifiche ma sono rimasti lettera morta. Sono lontani i tempi dei professionisti privilegiati rispetto ad altre categorie”.

I costi per iniziare l’attività e per l’aggiornamento

“È difficile dire con precisione quali sono i costi medi per iniziare un’attività standard come libero professionista perché variano a seconda della sede. Un consiglio è quello di fare investimenti di pari passo con la propria crescita professionale”, suggerisce Riccardo Alemanno. “Comunque oggi il professionista che inizia un’attività deve sopportare costi che un tempo non erano sostenuti nell’ambito di attività professionali: penso alla necessità dei sistemi telematici e dei loro aggiornamenti, di avere un numero adeguato di collaboratori per poter gestire tutti gli obblighi tributari dei propri clienti, delle spese di aggiornamento professionale, di uno studio adatto alle sempre più pressanti esigenze di archiviazione della documentazione. In ogni caso, i costi iniziali minimi di investimento si possono aggirare sui 20.000-30.000 euro escludendo la locazione dello studio o il suo acquisto”. Quanto alle spese generali costanti ordinarie, l’aggiornamento software e hardware richiede circa 10.000 euro annui, altri 20.000-25.000 sono necessari per un collaboratore, 10.000-15.000 per le altre spese di studio, 5.000- 6.000 per l’aggiornamento (libri, riviste, corsi ecc.). “Per questi ultimi, c’è la possibilità di detrarne solo il 50%. Ecco perché cerchiamo di fornire strumenti di aggiornamento di qualità a costi contenuti o come nel caso dell’Int gratuiti per gli iscritti”.


Atema Academy invita alla presentazione del libro “Il futuro delle associazioni professionali”

Atema, associazione per il temporary management, invita alla presentazione del libro “Il futuro delle associazioni professionali” – Orizzonti strategici, strumenti, best practices, che si terrà presso la sede dell’associazione a Milano in via Sacchi 7, il 15 febbraio 2011 alle 17.

Il libro scritto da Angelo Deiana e Stefano Paneforte ed edito dal Gruppo 24 Ore si presenta come un’opera importante per l’analisi dei processi di sviluppo dell’associazionismo professionale che sta contibuendo ad accrescere la conoscenza in ambito economico in Italia. Il know-how apportato dalle associazioni produttive infatti si misura largamente nel nostro Paese e presenta fasi strategiche ma anche operative, con il giusto apporto di concretezza e pragmatismo.

L’opera offre spunti, modelli e strumenti per progettare cambi (re-engineering) anche per quanti non possiedano le competenze specifiche per attuare modifiche all’apparato organizzativo. La finalità che dunque il libro si propone è di mettere a disposizione un appoggio concreto per quanti itendano esprimersi nel mondo delle associazioni professionali aspirando a diventare punti di riferimenti. Per estensione anche chi voglia progettare da zero un’associazione professionale, troverà consigli efficaci e informazioni utili.

Ha curato la prefazione Pier Luigi Mantini, la presentazione è a cura di Giuseppe Lupoi, mentre l’introduzione è stata scritta da Stefano Cordero di Montezemolo. Autori e curatori interverranno all’evento al quale è possibile accreditarsi  visitando questo link.

Mirko Zago

Grafologi, interpreti ed amministratori di condominio diventano associazioni rappresentative a livello nazionale

Sono sei le associazioni facenti parte del Coordinamento libere associazioni professionali (Colap), che sono state iscritte nell’elenco delle associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate, previsto dal decreto 206/2007. Le associazioni che rientreranno nelle liste delle associazioni rappresentative sono AgiI e Agp (grafologi), AnitiI e Assointerpreti (interpreti), Anaci e Anammi (amministratori di condominio). Come sottolinea il Colap, per la prima volta nella storia delle professioni italiane, le associazioni professionali non regolamentate trovano una forte legittimazione all’interno di una legge dello stato, con l’iscrizione in un registro ministeriale.