Incentivi auto, quali sconti sono ancora attivi. Stop diesel e benzina

Continua la svolta ecologica dell’Italia, non riguarda più solo il settore immobiliare, ma anche il settore auto. Resta infatti ancora la possibilità di sfruttare gli incentivi governativi per l’acquisto di auto elettriche, ibride e plug in, non ci sono più aiuti per l’acquisto di veicoli benzina e diesel. Ecco come acquistare la macchina nuova e risparmiare.

Incentivi auto, i fondi disponibili per l’acquisto di auto elettriche e ibride

All’inizio del 2023 è iniziata la campagna di incentivi per l’acquisto di nuove auto.

Gli stanziamenti previsti erano:

  • 190 milioni di euro per l’acquisto di auto con emissioni di Co2 per chilometro comprese tra 0 e 20 grammi;
  • 235 milioni di euro per veicoli con emissioni comprese tra 21 e 60 grammi.

Questi fondi devono essere aggiunti ai 120 milioni di euro già precedentemente stanziati per le auto elettriche e 127 milioni di euro per auto elettriche plug-in.

Dei fondi messi a disposizione sono ancora richiedibili:

150 milioni di euro per le auto elettriche e 211 milioni per le auto ibride plug-in. Non ci sono invece più fondi disponibili per le auto a benzina e diesel.

In quali casi si può accedere agli incentivi auto

Ricordiamo che è possibile accedere agli incentivi auto per l’acquisto di un veicolo il cui costo, iva compresa, non supera i 43 mila euro.

Per l’acquisto di un’auto elettrica è prevista la possibilità di avere uno sconto di valore fino a 3.000 euro che salgono a 5.000 euro nel caso in cui si rottami un veicolo a benzina o diesel da euro 0 a euro 4 posseduto da almeno 12 mesi.

Nel caso di acquisto di ibride plug-in gli incentivi auto si possono ottenere per veicoli con un prezzo di vendita fino a 55.000 euro iva compresa. Le agevolazioni arrivano fino a 2.000 euro senza rottamazione di un veicolo vecchio e 5.000 euro in caso di rottamazione.

Leggi anche: Incentivi auto ecologiche 2023: la piattaforma apre il 10 gennaio

Bonus pedaggi autostradali, al via le domande per il contributo

Ancora incentivi per le auto, ma con una novità molto importante 

Dal momento che il settore auto in Italia sta virando decisamente verso la mobilità sostenibile delle auto elettriche, è evidente che ci sia bisogno di introdurre sempre più incentivi a sostegno delle persone che vorrebbero cambiare auto. Il costo delle auto elettriche ancora piuttosto proibitivo, impone questo genere di aiuto. E sono anche i costruttori di auto a richiedere sostegno da parte dello Stato per lanciare una volta per tutte il mercato e per aprire alla mobilità green. Il futuro è ormai tracciato perché le auto a basso impatto ambientale sono quelle con cui dal 2035 gioco forza tutti i cittadini, anche italiani, dovranno fare i conti. E questi incentivi sono presenti nella normativa vigente, anzi, il governo ha deciso di implementarli ed estenderli sia come importo che come platea di potenziali beneficiari. 

Fino a 7.500 euro di incentivi per auto elettriche 

Tempo fa fu il colosso dell’Industria automobilistica, cioè Stellantis, con il suo amministratore delegato Carlos Tavares a chiedere al governo una mano per dare man forte alla transizione elettrica. Una mano che oltre a prevedere fondi statali per dotare le fabbriche di strumenti adatti alle nuove auto, doveva mettere anche su anche degli incentivi per l’acquisto delle nuove auto. È inevitabile che la clientela deve essere spronata ad acquistare, e la soluzione non poteva che essere una vasta dote di incentivi per l’acquisto. Il governo ha recepito il messaggio, introducendo incentivi che però si sono dimostrati subito insufficienti. Dopo il pressing del Ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, adesso gli incentivi che già da maggio sono partiti, vengono potenziati. Proprio su proposta di Giorgetti infatti, nuovi incentivi o potenziamento dei precedenti sono diventati realtà.  Offrendo la possibilità non solo alle persone fisiche ma anche a quelle giuridiche di accedere a questo genere di iniziative. 

Come funzionano i nuovi incentivi 

Le auto elettriche al 100%, le cosiddette full electric sono quelle oggetto del restyling del governo. Si tratta delle auto che hanno il più basso impatto ambientale tra tutte quelle oggi sul mercato. Auto che come fascia di emissione di CO2 per km vanno da 0 a 20 grammi. E su queste auto gli incentivi aumentano di un buon 50%. In pratica chi decide di acquistare un’auto di questo genere, con rottamazione, può godere di incentivi. Aiuti che possono arrivare fino alla non indifferente soglia dei 7500 euro. Ma salendo l’incentivo per questo genere di auto virtuose a livello ambientale, salgono inevitabilmente anche gli incentivi per le auto comprese nelle fasce più alte come inquinamento. 

Occhio a ISEE e requisiti per godere a pieno degli incentivi
 

Dal momento che si parla di incentivi per chi effettivamente un’auto di ultima generazione stenta a potersi permettere, occorreva fare una precisazione. Era evidente che ci voleva un collegamento con la situazione reddituale e patrimoniale dei potenziali acquirenti. È così che hanno deciso di concedere l’incentivo massimo collegandolo all’ISEE della famiglia del potenziale richiedente. La soglia di ISEE da non superare per poter godere dell’incentivo massimo è fissata a 30.000 euro. Naturalmente va detto che l’incentivo è appannaggio di quanti, oltre ad acquistare un veicolo di ultima generazione ne rottama uno più obsoleto. È tale possibilità finisce con l’essere estesa anche alle persone giuridiche. Di fatto allargando il campo anche alle auto che possono essere cedute con quel particolare contratto che è il noleggio a lungo termine. Per quest’ultimo spaccato della società l’agevolazione può essere utilizzata solo ad una condizione. Solo se il noleggio a lungo termine viene mantenuto attivo per una durata minima di 12 mesi. 

Auto elettriche, problemi delle case costruttrici, degli operai e pure dei clienti

Il settore automobilistico anche in Italia è di fronte alla grande transizione energetica, quella che va verso le auto elettriche. Le questioni ambientali e quindi l’inquinamento impongono la necessità di ridurre le emissioni CO2. Situazioni che hanno spinto le autorità a indirizzare il settore automobilistico verso la mobilità elettrica. Dalle auto endotermiche cioè dalle auto a combustione diesel e benzina, si passa alle auto a batteria, quelle alimentate con il motore elettrico.

Decisioni prese a livello istituzionale

Le autorità hanno imposto la conversione, e le case automobilistiche hanno subito recepito il messaggio adeguandosi al diktat e alle normative vigenti. Il progetto dice che nello stretto giro di un decennio, si dovrebbe passare ad auto elettriche per la gran parte. In Italia però viviamo in una situazione di precariato per almeno due motivi fondamentali. Come vedremo appare difficile che la transizione elettrica possa trovare il giusto equilibrio in un tempo così breve visto che pare che tra il 2030 ed il 2035 tutte le auto in circolazione dovrebbero essere green.

Alcuni evidenti problemi delle auto elettriche e del modo di produrle

Come previsto dalle autorità competenti quindi, le auto ad impatto zero sono il futuro. E le case costruttrici, pur storcendo il naso e lamentandosi, si devono adeguare. Produrre auto a trazione elettrica rispetto a quelle a trazione endotermica e quindi a benzina o gasolio, non è certo una cosa di facile attuazione. Il primo impatto sarà a livello organizzativo da parte delle case costruttrici. Ed in Italia vive una delle realtà imprenditoriali più grandi, italiane e mondial, del settore automobilistico. Parliamo naturalmente di Stellantis, il colosso dell’Automotive nato dalla fusione tra i francesi di PSA e gli italiani di FCA.

Il taglio occupazionale all’orizzonte

Stellantis per voce dei suoi vertici, ha già sottolineato le sue perplessità in materia. Le auto a trazione endotermica vengono prodotte con un utilizzo di manodopera ben superiore a quello di cui ci sarà bisogno per le auto elettriche. Il rischio concreto è di un taglio occupazionale piuttosto importante, che mette a rischio la stabilità finanziaria ed economica di una buona parte del tessuto sociale Italiano. Ed i sindacati si sono già fatti sentire al solo accenno di questo rischio.

Le auto elettriche costano di più perché costa di più produrle

Inoltre sempre dal punto di vista delle fabbriche, per gli industriali, è evidente il fatto che costruire auto elettriche sia più dispendioso a livello economico rispetto a costruirne una a benzina gasolio. Infatti proprio di questo che lamentano le società, compresa Stellantis. Servono aiuti dal Governo, ben oltre il semplice incentivo per favorire il mercato delle auto a zero emissioni. Detto ciò, è evidente che le problematiche sono tante e di non facile disbrigo.

Anche il mercato rischia di non assecondare le voglie delle autorità

Detto delle evidenti problematiche di chi le macchine le costruisce, dagli operai agli industriali, è evidente che in Italia si manifestano anche problematiche relative agli utenti finali. Una vera e propria transizione elettrica infatti non si nota girando per le strade in numerosi paesi o città. Infatti sono rari i punti di ricarica per le auto elettriche anche oggi che le auto, se non propriamente full elettric, ma ibride, sono davvero tante in giro. Un problema questo di non poco conto visto che tutto parte dallo spingere gli utenti finali e cioè gli automobilisti, a sostituire le vecchie macchine a combustione con quelle di nuova generazione quindi elettriche.

Auto elettriche costose e gli incentivi spesso sono insufficienti

Senza considerare poi che gli incentivi per l’acquisto, con conseguente rottamazione di auto a combustione, sembrano insufficienti a spingere il mercato nella direzione che le autorità vorrebbero. Il costo delle auto elettriche è ancora oggi troppo elevato. E ci sono seri dubbi sulla percorrenza in termini di chilometri che una auto elettrica può fare rispetto alle auto attuali. In altri termini tutto ancora in alto mare, nonostante la transizione elettrica sia alla base dell’operato delle autorità. Nel frattempo anche Stellantis in Italia ha operato in questa direzione, prevedendo un boom di opere elettrica al posto delle auto endotermiche vi dico già dal 2030. Ma il futuro non sembra roseo.

Stop alle auto termiche dal 2035, il governo italiano contrario alle direttive europee

Se ne parla da tanto tempo e pare che tutto ormai sia già stato già deciso. L’argomento è sempre lo stesso, cioè il passaggio dalle auto termiche a quelle elettriche, cioè la transizione green che per molti è la principale mossa anti inquinamento. Infatti a livello europeo hanno già stabilito la dead line delle nostre auto a benzina e diesel che devono lasciare il campo alle auto alimentate a batterie. Ma la questione ambientale che ha spinto l’Europa alla decisione drastica di dire basta alle auto inquinanti a favore di auto a emissione zero, continua a fare discutere. Per questo  non tutti i governi sono d’accordo, compreso il governo italiano.

Auto elettriche al posto delle auto diesel e benzina, perché

Il contrasto delle emissioni inquinanti è diventata una priorità a livello istituzionale. Contrastare le emissioni di CO2 è un fattore che ormai tutti i governi hanno preso a cuore. Per questo il primo effetto ha riguardato il settore automobilistico. In effetti già da anni sono abbastanza diffuse le auto ibride, ma presto sì passerà direttamente al Full Electric. Stando a quanto hanno deciso i vertici europei, dal 2035 ci sarà lo stop alle auto termiche, cioè alle auto a cui la maggior parte delle persone sono abituate oggi. Si parla di auto alimentate a combustione, con propulsori a gasolio o a benzina. Bloccare le auto termiche spostando tutto sulle auto a batteria sembra essere la via più rapida e veloce per risolvere la questione dell’inquinamento ambientale dovuto alla circolazione delle auto. Ma finisce tutto lì, perché dal punto di vista imprenditoriale o aziendale, per via di questa autentica rivoluzione che è la rivoluzione transizione elettrica c’è più di qualche problema.

Stellantis in Italia come tutti i costruttori del Mondo, l’elettrico non è una cosa semplice

Perfino un grosso calibro come Stellantis, cioè l’azienda nata dalla fusione tra gli italiani di Fiat Chrysler Automobiles ed i francesi di PSA (Peugeot, Opel, Citroen e DS), pur assecondando le direttive, hanno avuto da ridire. Tutti i costruttori di auto non vedono di buon occhio questo radicale cambiamento. Ed anche la politica fa lo stesso. Effettivamente la transizione elettrica non è la cosa più semplice da portare a compimento. Per le aziende significa rivoluzionare completamente le attività produttive. E le ricadute su costo di produzione, potrebbero abbattersi anche sui lavoratori delle fabbriche.

Le parole del ministro Giorgetti

Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti pare sulla stessa linea d’onda degli imprenditori del settore automobilistico. Una presa di posizione che dimostra come anche il governo italiano sia poco propenso a mostrarsi contento e soprattutto in linea con le direttive europee. L’intervento di Giorgetti addirittura è sembrato pure duro, perché ha parlato di misura che rappresenta una specie di eutanasia dell’intera industria automobilistica italiana. È vero infatti che tutte le fabbriche italiane di automobili, che naturalmente si basano sul ex Fiat ed ex FCA, oggi Stellantis, pagheranno inevitabilmente dazio da questa inversione di tendenza.

A Melfi auto elettriche, ma forse non basta a tranquillizzare gli animi, come per la Gigafactory di Termoli

Nonostante i proseliti che citano Melfi come fabbrica di Stellantis dove costruire quattro pericoli elettrici, nonostante a Mirafiori si parli di Maserati elettriche oltre della Fiat 500 bev, e nonostante la Gigafactory di Termoli, dove si costruiranno le batterie elettriche e quindi le batterie per i veicoli a nuova propulsione, la situazione non è rosea. Pare infatti che per costruire auto elettriche servirà la metà della manodopera delle tradizionali auto a combustione. Inevitabile arrivare a parlare di problemi occupazionali. Gli stessi problemi che più di qualche volta sono stati oggetto dei summit tra sindacati, azienda e governo per quanto concerne Stellanti. Summit che hanno visto il titolare del MISE e il Ministro del Lavoro Orlando, partecipi a Roma.

La scelta ideologica dei governi minerà il un settore importante dell’economia italiana

Giorgetti  ha parlato di una scelta ideologica che influisce negativamente su alcuni Paesi come l’Italia, la Francia e la Germania, facendo riferimento al blocco che la UE ha previsto per le auto a combustione dal 2035. . Le ricadute secondo il Ministro saranno sia sociali che economiche, soprattutto in Italia, sia per le fabbriche di auto che per l’indotto. Le preoccupazioni  di Giorgetti  sono  le stesse che traspaiono dalle dichiarazioni rilasciate dagli addetti, sia imprenditori che lavoratori. Soprattutto per le evidenti, attuali carenze a livello di infrastrutture, sono pochi quelli che possono lecitamente guardare con ottimismo al futuro.

Esodo, licenziamenti, cassa integrazione

Anche perché, pure su Stellantis, la situazione attuale parla di un susseguirsi a ritmi costanti di cassa integrazione, chiusure e ammortizzatori sociali.

Senza considerare i tanti, troppi incentivi all’esodo che da mesi l’azienda sta mettendo in campo. Incentivi per le dimissioni volontarie dei lavoratori che molti sostengono siano solo delle riduzioni di organico mascherate da prepensionamenti.

 

Incentivi auto al via, quali modelli acquistare con gli sconti?

Al via da oggi, lunedì 16 maggio 2022, gli sconti ed ecobonus per comprare auto, moto e veicoli commerciali a basso impatto di emissioni di CO2. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 6 aprile scorso, si potranno prenotare i modelli dei veicoli, ma occorrerà aspettare il 25 maggio prossimo affinché sia attiva la piattaforma del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). Solo a partire da quella data, infatti, le concessionarie potranno prenotare il bonus spettante agli acquirenti dei veicoli ecologici. È necessario far presto: infatti, le risorse messe a disposizione dal governo (650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024) potrebbero volatilizzarsi in breve tempo.

Eco-incentivi auto, moto e veicoli commerciali, quali sconti sono previsti?

Gli sconti che si possono ottenere per l’acquisto di un veicolo nuovo, auto, moto o commerciale che sia, vanno da un minimo di 2 mila euro per i veicoli con i motori tradizionali e a basso impatto di CO2, a 5 mila euro, per i veicoli elettrici al 100%. È richiesta quasi sempre la rottamazione per avere il massimo dello sconto. La rottamazione deve riguardare sempre un veicolo di classe inferiore a Euro 5.

Incentivi veicoli, quali sono gli sconti applicati sull’acquisto del nuovo?

Ecco nel dettaglio quali sconti sono applicati dalle concessionari per comprare veicoli nuovi con gli incentivi. Tra le auto, si possono comprare, anche in leasing, i veicoli fino a 8 posti a sedere, escluso quello del conducente. Comunemente, questa categoria di veicoli è chiamata M1. Gli ecobonus sono applicati se si acquistano veicoli nuovi di fabbrica, di classe minima Euro 6. Ecco quali sono gli sconti ottenibili:

  • per la fascia di emissioni da 0 a 20 grammi per chilometro di CO2, lo sconto è di 3 mila euro, ai quali se ne aggiungono altri 2 mila euro per la rottamazione di un mezzo di classe inferiore a Euro 5. Il prezzo massimo di listino non deve eccedere i 35 mila euro, escludendo l’Iva;
  • per la fascia di emissioni da 21 a 60 grammi per chilometro di CO2, lo sconto applicato dalle concessionarie è di 2 mila euro ai quali possono essere aggiunti altri 2 mila euro in caso di rottamazione. Il prezzo di listino massimo non può eccedere i 45 mila euro, escludendo l’Iva;
  • per la fascia di emissioni da 61 a 135 grammi per chilometro di CO2, lo sconto è di 2.000 euro ma solo se l’acquirente ha un veicolo da rottamare. Il costo limite di listino non può eccedere i 45 mila euro, escludendo l’Iva.

Quali modelli di auto si possono acquistare con gli sconti?

Tra i modelli che si possono acquistare con gli eco-incentivi, il modello diesel più venduto nel mese scorso è stato la Peugeot 3008 BlueHDi 130 S & S Allure dal prezzo di 36.000 euro ed emissioni pari a 104 g/km di CO2. Il modello rientra tra i motori tradizionali con emissioni da 61-135 grammi per chilometro di CO2 e di prezzo entro i 35mila euro, a esclusione dell’Iva. Lo sconto è pari a 2.000 euro ma solo in caso di contestuale rottamazione. Tra i modelli acquistabili con gli sconti, rientrano la Fiat 500X 1.6 TD (prezzo pari a 26.400 euro e 121 grammi per chilometro) e la Jeep Compass Longitude (dal prezzo di 32.900 euro e 135 grammi per km di CO2). I due modelli sono, rispettivamente, al secondo e al terzo posto per le vendite. Lo sconto massimo è di 2 mila euro, ma solo in caso di contestuale rottamazione.

Quali modelli di auto si possono acquistare con lo sconto di 2 mila euro?

Lo sconto di 2 mila euro, in caso di rottamazione, si può applicare anche ad altri veicoli. Ad esempio, alla Fiat Panda 1.0 FireFly 70Cv S & S Hybrid (dal prezzo di listino di 13.850 euro, 111-109 grammi per chilometro di CO2); o alla Toyota Yaris Hybrid (dal prezzo di listino di 24.950 euro, 115 grammi per chilometro di CO2); o alla Lancia Ypsilon (dal prezzo di listino di 14.000 euro, 110-112 grammi per chilometro di CO2).

Quali auto plug in si possono acquistare con lo sconto di 4 mila euro?

Tra i modelli ibridi e plug in, con lo sconto fino a 4 mila euro in caso di contestuale rottamazione, si segnala la Jeep Compass 4 xe Phev dal prezzo di listino di 45.890 euro, interamente dentro il limite di 45.000 euro più Iva. Nella stessa categoria rientrano anche la Jeep Renegade 4xe Phev (prezzo di listino pari a 38.550euro) e la Bmw X1 Phev (prezzo di listino di 46.499 euro).

Quali auto elettriche si possono acquistare con gli ecoincentivi e sconti fino a 5 mila euro?

Le auto che danno diritto al maggiore sconto sono quelle elettriche al 100%. In caso di rottamazione l’incentivo è pari a 5 mila euro. Tra i modelli da segnalare, la Nuova 500 Elettrica che si può acquistare a 22.300 euro anziché pagare il prezzo pieno di 27.300 euro. Stesso sconto per la Smart Eq Fortwo (con prezzo di listino a partire da 25.026 euro) e per la Dacia Spring EV (prezzo di listino di 22.103 euro).

Incentivi per comprare moto a due, tre o quattro ruote: con quali sconti?

Gli eco-bonus per comprare veicoli a 2, 3 o 4 ruote, riguarda moto nuove rientranti nelle categorie:

  • L1 e;
  • L2 e;
  • L3 e;
  • L4 e;
  • L5 e;
  • L6 e;
  • L7 e.

Si possono acquistare questi veicoli con vari sconti. Il primo sconto consiste in un incentivo del 30% sul costo di listino, fino al limite di 3 mila euro di sconto. L’eco-incentivo aumenta fino al 40% (ed entro i 4 mila euro di sconto) in caso di rottamazione di un veicolo Euro 0, 1, 2 o 3. Il veicolo rottamato deve essere posseduto da almeno un anno, anche se si tratta di possesso di un familiare convivente.

Eco-bonus per comprare veicoli a due, tre o quattro ruote: quali altri incentivi si possono ottenere?

Inoltre, per i veicoli a due, tre o quattro ruote si può ottenere l’eco-incentivo fino al 40% del prezzo di listino, entro il limite di 2.500 euro di sconto, per veicoli di classe non inferiore a Euro 5. È necessario che il concessionario faccia la sua parte con una partecipazione minima del 5% di sconto sul prezzo di listino. Inoltre, è necessario rottamare un veicolo Euro 0, 1, 2 o 3. Per comprare veicoli elettrici c’è lo sconto del 30% sul prezzo di listino, fino al limite di 3.000 euro. Con contestuale rottamazione di un veicolo Euro 0, 1, 2 o 3, l’incentivo sale al 40%.

Incentivi sul prezzo dei veicoli commerciali solo elettrici per trasporto merci: quale sconto?

Sono disponibili anche sconti per l’acquisto di veicoli commerciali adibiti al trasporto di merci. Condizione essenziale è che i veicoli siano solo elettrici. Ecco quali sono gli sconti che possono applicare le concessionarie a seconda del peso dei veicoli acquistati:

  • 4 mila euro di sconto per gli N1 fino a 1,5 tonnellate di peso;
  • 6 mila euro di sconto per i veicoli N1 da 1,5 a 3,5 tonnellate;
  • 12 mila euro per gli N2 da 3,5 a 7 tonnellate di peso;
  • 14 mila euro di sconto per veicoli N2 da 7 a 12 tonnellate.

Per l’applicazione dello sconto è sempre necessaria la contestuale rottamazione di un veicolo di classe non inferiore ad Euro 4. Lo sconto, inoltre, è riconosciuto alle PMI che svolgano attività di trasporto di merci in conto proprio o in conto terzi.

2035: arriva svolta ecologica con stop alla vendita di auto diesel e benzina

Stop alla vendita di  auto diesel e a benzina dal 2035. E’ arrivato il primo via libera da parte del Parlamento Europeo.

Le politiche green dell’Europa con divieto vendita auto diesel e benzina

Ridurre le emissioni inquinanti è uno degli obiettivi che ci attendono nei prossimi anni, l’impegno non è più procrastinabile e proprio per questo c’è un impegno stringente e pungente nell’adottare politiche green. Tra queste vi è la riduzione di emissioni inquinanti derivanti dalla circolazione dei veicoli su strada. Di conseguenza, oltre ad avere un piano di incentivi volti a sostituire il parco auto con veicoli di nuova generazione ibridi ed elettrici, c’è anche la proposta di vietare la vendita di auto diesel e  benzina. Il primo passo arriva dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo che ha approvato a ristretta maggioranza (46 voti favorevoli, 40 contrari e due astenuti) la sola vendita di veicoli ad emissioni di CO2 pari a zero dal 2035.

Quali sono i passi successivi per stop alla vendita di auto diesel e benzina?

I passi successivi sono il voto da parte dell’assemblea plenaria, cioè del Parlamento europeo al completo, previsto nel mese di giugno. In tale sede sarà vagliato il pacchetto ‘Fit for 55‘. Si tratta di un complesso di norme che prevede il taglio delle emissioni inquinanti del 55% entro il 2030. Sono quindi misure impegnative da attuare presto perché in fondo il 2030 non è poi così lontano.

I provvedimenti, se dovessero passare al voto dell’assemblea plenaria, dovrebbero poi superare la successiva fase, cioè i negoziati con il Consiglio Europeo. Questi saranno volti soprattutto a studiare degli aiuti e finanziamernti per consentire a tutta l’Unione Europea di attuare questo passaggio.

Nel pacchetto approvato in Commissione vi sono anche finanziamenti mirati volti a favorire la transizione verso l’elettrico nel settore automobilistico.

Il piano dell’Italia

In realtà l’Italia aveva già provveduto a stilare una mappa volta ad eliminare dal parco auto quelle a benzina e diesel, il programma previsto dall’Italia indica il 2035 come data dalla quale non si potranno più produrre auto alimentate a benzina, diesel e metano. Dal 2040 invece era previsto lo stop alla produzione di furgoni e veicoli commerciali leggeri.

I 15 modelli auto più vantaggiosi da acquistare con prezzi e sconti ecoincentivi 2022

Come utilizzare al meglio gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, ma anche di auto ibride e a bassa emissione di CO2 nel 2022, 2023 e 2024? Per quest’anno, gli ecobonus stanno per arrivare. Dopo tanta attesa, il provvedimento arrivato al governo lo scorso 6 aprile, è atteso per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. L’aggiornamento della piattaforma per la richiesta degli ecoincentivi avverrà dunque nelle prossime settimane. In ballo ci sono 650 milioni di euro di bonus sia per quest’anno che per ciascuno dei prossimi due anni. Vediamo insieme come funzionano gli ecobonus e quali sono i modelli di auto che si possono acquistare sfruttando maggiormente gli sconti.

Quali sono gli incentivi del 2022 per l’acquisto di auto elettriche e a bassa emissione di CO2?

Gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche e a bassa emissione di CO2 prevedono sconti di:

  • 3 mila euro per comprare auto della fascia da 0 a 20 g/km di emissioni più 2 mila euro se si dà un’auto in rottamazione;
  • 2 mila euro per l’acquisto di un’auto con emissioni di C02 da 21 a 60 g/km più altri duemila euro nel caso in cui si dà un’auto in rottamazione;
  • duemila euro per acquisti di auto da 61 a 135 g/km di incentivo. L’ecobonus è previsto solo se si dà un’auto in rottamazione inferiore a Euro 5. La vettura deve essere di proprietà da almeno un anno dell’intestatario della nuova auto o a un suo familiare convivente.

Quali sono i tetti massimi di prezzo delle auto nuove per avere gli incentivi sulla rottamazione?

Sono stati fissati dal decreto anche i tetti massimi dei prezzi per l’acquisto del nuovo per beneficiare degli incentivi per le basse emissioni di CO2. nel dettaglio:

  • 35 mila euro è il prezzo massimo per le vetture della prima fascia e della terza fascia (42.700 euro aggiungendo l’Iva);
  • 45 mila euro è il limite di prezzo per le vetture della seconda fascia (da 21 a 60 g/km). Con l’aggiunta dell’Iva il prezzo è di 54.900, compresi gli optional.

Come beneficiare degli incentivi per l’acquisto di un’auto nuova a basse emissioni di CO2?

L’ordine con il quale si chiederanno gli incentivi per l’acquisto di una vettura nuova, dando in rottamazione una già posseduta, farà la differenza nell’accaparrarsi le risorse messe a disposizione dal governo. Si chiama “click day”, ovvero la giornata di apertura (e molte volte anche di chiusura) dell’accesso alla piattaforma telematica messa a disposizione dal governo per prenotare gli ecoincentivi. Le previsioni sono per un particolare afflusso di domande per la classe di emissioni di CO2 da 61 a 135 g/km. Si tratta, infatti, della categorie nella quale sono presenti i modelli di autovetture più tradizionali e con alimentazione a diesel, Gpl e benzina.

Ecoincentivi 2022, quali modelli di auto acquistare?

Ecco, dunque, 15 modelli di auto che si possono acquistare con le tre tipologie di incentivi del 2022 (5 mila euro euro per la classe da 0 a 20 g/km; 4 mila euro per la classe da 21 a 60 g/km; 2.000 euro per la classe da 61 a 135 g/km), dando un’occhiata al prezzo e alla convenienza dell’auto, anche in base al modello che si sta cercando. Partiremo la rassegna delle auto da quelle che danno i maggiori incentivi, pari a 5 mila euro.

Ecobonus auto 2022, quali vetture si consigliano per avere lo sconto di 5 mila euro?

Sono vari i modelli di auto che danno diritto allo sconto di 5 mila euro. Partendo dalla Citroen C4, versione Shine, che ha un prezzo di listino pari a 38.500 euro, esclusi gli ecoincentivi. Il modello dell’auto ha una motorizzazione elettrica Euro 6 a trazione anteriore, potenza massima di 100 kW e 136 cavalli. Anche la Fiat 500 elettrica permette di ottenere incentivi sul prezzo di acquisto pari a 5 mila euro. Sono tre i livelli di personalizzazione dell’auto. La versione La Prima ha un prezzo di 36.100 euro, motorizzazione elettrica Euro 6, con potenza massima di 87 kW e 118 cavalli.

Auto elettriche, quali modelli comprare per avere il massimo degli sconti con rottamazione?

Tra le auto elettrica si segnala la Honda E, con 5 mila euro di incentivi con rottamazione. Le versioni disponibili sono due, una da 136 cavalli e l’altra da 154 cavalli. La versione Honda E Advance ha un prezzo di listino di 38.900 euro, a esclusione degli ecoincentivi. la trazione è posteriore.

Incentivi e sconti auto fino a 5 mila euro con gli ecobonus: quali modelli comprare?

Tra i modelli acquistabili con gli ecoincentivi auto pari a 5 mila euro si segnala anche l’MG MG5 Electric. Si tratta di una station wagon 100% elettrica con autonomia di carica fino a 400 chilometri. La versione Long Range Luxury ha un prezzo di 39.490 euro, esclusi gli sconti per gli ecoincentivi rottamazione. Con 5 mila euro di sconto in caso di rottamazione si può acquistare anche la Skoda Enyaq. Si tratta di un suv elettrico al 100%, che nella versione IV 60 ha un prezzo di 42 mila euro, esclusi gli sconti. La potenza massima è pari a 132 kW e 179 cavalli. La trazione è posteriore e la velocità massima è di 160 km/h.

Ecoincentivi auto 2022, quali modelli comprare con lo sconto di 4 mila euro?

Con 4 mila euro di sconto per gli ecoincentivi auto, si può acquistare l’Audi A3 Sportback 40 Tfsi-e. Si tratta di una vettura plug in hybrid con emissioni di CO2 pari a 31 grammi a km. Nella versione 40 Tfsi e S tronic Sportback il prezzo di listino è pari a 41.450 euro, esclusi gli incentivi per la rottamazione. La velocità massima è di 227 km/h.

Auto a basse emissioni di CO2, quali modelli con lo sconto di 4.000 euro?

Con lo stesso sconto si può acquistare con rottamazione la Jeep Renegade 4 Xe. Ha emissioni di 52 grammi per km, è il prezzo di listino, nella versione 1.3 Turbo T4 4 Xe Upland è di 42.400 euro, con rottamazione ed esclusi gli ecoincentivi. Velocità massima di 182 km/h, peso di 1.770 chili e accelerazione da 0 a 100 in 7 secondi e mezzo. Con lo stesso sconto di 4 mila euro si può pensare anche alla Renault Captur, nella versione Plug in hybrid E Tech. Il prezzo di listino è di 32.950 euro con rottamazione di precedente auto ed escluso lo sconto.

Acquistare l’auto nuova con gli ecoincentivi: quali modelli danno lo sconto di 2 mila euro?

Numerose sono le occasioni di acquisto di auto con rottamazione e 2 mila euro di ecoincentivi perché appartenenti alla fascia da 61 a 135 grammi per chilometro di CO2. A partire dalla T Roc 2.0 Tdi della Volkswagen. Ha emissioni pari a 123 gr/km, è un prezzo di listino di 37.400 euro, sconti per la rottamazione esclusi, nella versione 2.0 Tdi Scr Dsg Style.

Ecobonus, quali modelli con 2 mila euro di sconto?

Duemila euro di sconto anche per la Maxda CX 30 2.0 Skyactive, con emissioni di 128 gr/km. Si tratta di una via di mezzo tra un city crossover (CX 3 della stessa casa automobilistica) e un suv (Cx 5). Il prezzo di listino per la versione 2.0 L Skyactiv X M Hybrid 100 th Anniversary è pari a 36.500 euro in caso di rottamazione e con gli sconti da applicare. Lo stesso sconto si può applicare alla Ford Puma 1.0 EcoBoost Hybrid, con emissioni di CO2 di 99 gr/km. La versione 1.0 EcoBoost Hybrid Start & Stop St Line ha un prezzo di listino pari a 24.250 euro, con gli sconti da applicare in caso di rottamazione.

Quali altre auto sono scontate di 2 mila euro per gli ecobonus del 2022?

Tra gli altri modelli che hanno lo sconto di 2 mila euro per l’applicazione degli ecobonus 2022 in caso di rottamazione c’è la Dacia Jogger Gpl. L’auto, da cinque a sette posti in base a una delle tante configurazioni disponibili, ha emissioni pari a 122 gr/km. Il prezzo di listino per la versione TCe 110 cv Gpl 7 p Extreme è di 18.050 euro, con sconto in caso di rottamazione.

Urban suv e utilitarie con 2 mila euro di sconto con gli incentivi auto 2022

Tra gli urban suv si segnala la Hyundai Bayon 1.0 Gdi, con emissioni pari a 125 gr/km. Il prezzo di listino, nella versione 1.0 T GDI 48 V iMT X Line è pari a 21.800 euro. Duemila euro anche per la Bmw X1 diesel 16d sDrive, con emissioni di 115 gr/km. Nella versione 16d sDrive il prezzo di listino, escluso gli sconti, è di 33.750 euro. Infine, tra le utilitarie si segnala la Lancia Ypsilon 1.0 FireFly hybrid (112 gr/km di emissioni di CO2), con prezzo nella versione 1.0 Fire Fly Hybrid Gold pari a 16.900 euro, sconti per la rottamazione esclusi.

Incentivi acquisto auto in arrivo: ecobonus fino a 6.000 euro

In arrivo i nuovi incentivi per l’acquisto dell’auto 2022. Gli ecobonus riguarderanno soprattutto le auto elettriche e green. L’intesa sul provvedimento ancora non c’è, ma il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) spinge per un decreto in tempi rapidi. L’effetto del rinvio degli incentivi, infatti, starebbe ulteriormente danneggiando il mercato delle auto. Le risorse a disposizione saranno pari a 700 milioni di euro per il 2022 e a un miliardo di euro a partire dal 2023 per ogni anno fino al 2030.

Ecobonus acquisto auto nuove, in arrivo 700 milioni per le auto elettriche e ibride

Il provvedimento sugli ecobonus per l’acquisto di auto nuove è atteso nel mese di marzo. Sarà un provvedimento interministeriale tra lo Sviluppo Economico, il ministero dell’Economia e delle Finanze, quello della Transizione ecologica e il dicastero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile. I 700 milioni di euro che verranno messi a disposizione andranno soprattutto ad agevolare le auto elettriche nuove e quelle a bassa emissione di CO2.

Ecobonus per l’acquisto di auto elettriche, ecoincentivi fino a 6mila euro

Il provvedimento atteso per gli incentivi sull’acquisto di auto nuove elettriche e a basse emissioni dovrebbe ricalcare i decreti degli scorsi anni. L’ecoincentivo più alto spetterebbe ai consumatori per l’acquisto di auto elettriche, quelle della fascia di emissioni da 0 a 20 grammi di CO2 per chilometro. L’ecobonus arriverebbe a 6 mila euro se si rottama un’auto appartenente alla categoria inferiore all’Euro 5. Se non si hanno auto da rottamare, l’incentivo scende a 4 mila euro. Il limite del prezzo di acquisto dovrebbe fermarsi a 35 mila euro, esclusa l’Iva.

Incentivi acquisto auto a basse emissioni o ibride: quali ecobonus sono in arrivo?

Sull’acquisto delle auto ibride, nella fascia di emissioni da 21 a 60 grammi di CO2 per chilometro, gli incentivi dovrebbero arrivare a 2.500 euro. Si tratta delle auto plug in che assicurano l’incentivo più alto solo in caso di rottamazione. In caso di acquisto senza rottamazione, lo sconto sarà di mille euro. Per le plug in il tetto di spesa massimo consentito è pari a 45 mila euro, esclusa l’Iva.

Ecobonus per acquistare auto da 61 a 135 grammi CO2 per chilometro: quali incentivi sono previsti?

La fascia più controversa degli ecoincentivi per l’acquisto di auto nuove è quella con emissioni da 61 a 135 CO2 per chilometro. In questo caso, dalle prime indiscrezioni sugli incentivi, il bonus si fermerebbe a 1.250 euro e verrebbe riservato solo agli acquirenti che hanno un’auto da rottamare. Inoltre, il tetto di spesa massimo si allineerebbe alle auto nuove elettriche, ovvero a 35 mila euro, più l’Iva.

Quante risorse verranno stanziate per gli incentivi per l’acquisto di un’auto elettrica, ibrida o con emissioni da 61 a 135 gr/CO2?

L’intesa sugli incentivi per l’acquisto delle auto è, in ogni modo, ancora da trovare. La bozza dei ministeri, al momento, favorirebbe soprattutto l’acquisto delle auto elettriche, penalizzando quelle ibride e, soprattutto, quelle con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi per chilometro. In questa fascia rientrano i modelli di Fca, dalla Renegade alla 500X, alla Panda.

Decreto in uscita per gli incentivi auto, i prossimi passaggi del 2022

Nella bozza, infatti, gli ecoincentivi auto del 2022 sarebbero distribuiti soprattutto per le prime due fasce di consumi, ovvero per CO2 fino a 60 grammi per chilometro, alle quali andrebbero 450 milioni di euro. Per la terza fascia sarebbero previsti incentivi per un totale di 150 milioni di euro. Ma il bilanciamento delle risorse non è ancora definitivo. Un ulteriore decreto del Presidente del Consiglio dei ministri potrebbe rivedere la ripartizione dei fondi.

 

Auto elettriche e flotte aziendali

Si fa presto a dire auto elettrica… Nel mondo delle flotte aziendali ci sono sempre maggior interesse a attenzione nei confronti dei veicoli ad alimentazione alternativa ma, come nel mercato consumer, anche in quello delle flotte aziendali si mette in primo piano la questione degli incentivi.

È quanto emerge da un’inchiesta condotta dal Centro Studi Auto Aziendali su un campione di gestori di flotte aziendali di aziende piccole, medie e grandi che operano in Italia. Ebbene, stando ai risultati della survey, 8 fleet manager su 10 sceglierebbero auto elettriche per le loro flotte aziendali se vi fossero incentivi o progetti di collaborazione con società energetiche per installare in azienda colonnine di ricarica.

Inoltre, il sondaggio del Centro Studi Auto Aziendali rileva che il 69,4% dei fleet manager pensa di utilizzare in futuro auto elettriche nelle flotte aziendali che hanno in gestione.

Un livello di attenzione che, però, non va di pari passo con quello di conoscenza tecnologica e di assortimento che i fleet manager hanno delle auto elettriche. Il 27,4% di coloro i quali hanno preso parte all’analisi del Centro Studi Auto Aziendali ha dichiarato di avere un livello di conoscenza basso delle auto elettriche, il 54,1% un livello medio, il 18,5% un buon livello di conoscenza.

È probabilmente questo basso livello di conoscenza delle auto elettriche a influenzare l’atteggiamento dei fleet manager relativamente all’utilizzo di queste auto aziendali nelle loro flotte. Il 53,6% di loro ritiene infatti che l’utilizzo di auto elettriche incida positivamente sulla riduzione dei costi delle flotte aziendali, mentre il rimanente 46,4% ritiene che non accada, forse proprio per la mancanza di una incentivazione adeguata.

Auto elettriche fuori città, Enel ci prova

Le auto elettriche sono una bella cosa. Non inquinano, non fanno rumore, sono economiche. Peccato che non saranno mai una realtà su larga scala in un mondo dominato dal petrolio e dai combustibili fossili. Attualmente, le auto elettriche sono utilizzate soprattutto in città per via della loro limitata autonomia e per il fatto che le stazioni di ricarica sono nei centri urbani.

Qualcosa di diverso però si muove. Eni ed Enel hanno infatti presentato ieri la prima ricarica rapida per auto elettriche su una strada di grande scorrimento, con l’idea consentire l’utilizzo delle auto elettriche anche fuori città. Una prospettiva di sicuro interesse per Enel, molto meno per Eni. Ma tant’è.

La colonnina di ricarica per auto elettriche è stata installata in una stazione di servizio Eni al km 31,384 della via Pontina, tra Roma e Pomezia. La colonnina permette di ricaricare in meno di mezz’ora tre auto contemporaneamente, in corrente continua o alternata ed è destinata a tutti cioè tutti i tipi di auto elettriche al momento in produzione: 50, 22 e 43 kW.

Secondo l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, se il progetto pilota dovesse funzionare, entro un paio d’anni si dovrebbero realizzare nelle aree di servizio Eni 15mila punti di ricarica per auto elettriche per coprire la rete autostradale e le aree metropolitane. Resterebbero esclusi i piccoli centri, per la cui copertura capillare a livello nazionale servirebbero tra i 100 e 200mila punti di ricarica, ciascuno dei quali con un costo tra i 2mila e i 4mila euro.

Cifre che, come si vede, rendono il progetto del tutto antieconomico, anche considerando il fatto che i prezzi delle auto elettriche sono nettamente superiori (in media circa il 40%) rispetto a quelli delle auto a benzina o gasolio

Secondo Starace, che stima tra un minimo di 20-30mila euro e un massimo di 50-60mila il prezzo delle auto elettriche nel nostro Paese, “il costo è elevato rispetto a quelle tradizionali ma con spese di gestione più basse. A un pieno di 100 euro corrisponde un costo di 10 euro per la ricarica”. Cifre ancora troppo lontane, comunque, da un’economicità della soluzione auto elettrica.