Automotive: volano i concessionari (che sono sopravvissuti)

Secondo gli ultimi dati resi noti Quintegia, che presenterà la propria analisi completa all’Automotive Dealer Day in programma a Veronafiere dal 20 a 22 maggio prossimi, i punti vendita nel settore dell’automotive sono diminuiti dell’11,9% negli ultimi dodici mesi, a fronte di una diminuzione complessiva delle immatricolazioni del 7,3%. E a beneficiarne sono le concessionarie sopravvissute alla crisi, che nel primo trimestre di quest’anno hanno registrato una crescita media in termini di vendite per mandato del 16%.

Il netto calo delle reti distributive riguarda anche il numero degli imprenditori (-12,4% nel 2013) e ancora di più le ragioni sociali (-12,4% nel 2013 e -50% negli ultimi 12 anni). In diminuzione anche, seppur in modo minore, i franchise point. Per il manager Quintegia, Tommaso Bortolomiol: “Se da un lato la perdita di imprenditori e addetti è un dato molto negativo ed è l’effetto del perdurare della crisi, dall’altro stanno lievemente emergendo gli effetti positivi di una concentrazione delle reti per i concessionari che sono rimasti nel business. Nel primo trimestre di quest’anno infatti le vendite medie per punto vendita e per mandato riferite al canale privato sono aumentate di circa il 10% mentre complessivamente (privati e business) la crescita è del 16%, a fronte di un incremento del mercato immatricolazioni del 5,8%”. Il mutamento della rete distributiva si attesta oggi, secondo le rilevazioni del Centro ricerche Quintegia a 1.434 imprenditori, 3.273 sedi fisiche e 4.555 franchise point.

Jacopo MARCHESANO

Settore elettrico: previsto boom nel 2015

Le società del settore elettrico scalpitano, in attesa che arrivi il momento del rilancio.
Le previsioni dicono che si dovrà attendere un anno e che nel 2015 si registrerà un vero e proprio boom, con i sistemi di accumulo a fare da traino.

Le stime parlano di aumenti di fatturato fino al 20%, rispetto al 2013, mentre il 2014 sta procedendo a due marce.
L’avvio è stato, infatti, molto faticoso, mentre già ora si vedono i primi passi verso la ripresa definitiva.

Di ciò si è occupata un’indagine condotta da Anie Energia che riunisce quasi 1.200 aziende con circa 425mila occupati e con un fatturato aggregato di 63 miliardi, di cui 29 miliardi di esportazioni.

L’associazione ha intervistato un campione rappresentativo di imprese che includono una maggioranza di grandi imprese (61,4%), ma è rilevante anche la presenza di piccole (13,6%) e medie imprese (25%).
Oltre il 90% delle realtà imprenditoriali intervistate risultano attive nel segmento della produzione componenti e sistemi, seguito da un 25% che rappresenta l’installazione di sistemi e impianti.

La ricerca ha analizzato gli andamenti e le prospettive del mercato italiano di sistemi di accumulo, inverter fotovoltaici e colonnine di ricarica.

L’ottimismo è dovuto alle attese regolamentazioni del mercato elettrico in riferimento ai sistemi di accumulo e ai Seu.
Aeeg e Gse sono già al lavoro sulle nuove normative di riferimento, che dovrebbero essere pubblicate proprio entro la prima metà dell’anno in corso.

Fanno ben sperare le prospettive di sviluppo dell’integrazione di inverter fotovoltaici con sistemi di accumulo stazionari, in una logica di ottimizzazione dell’autoconsumo per utenze residenziali e commerciali.
Queste prospettive sono principalmente collegate all’emanazione di regolamenti attuativi del Gse sugli utilizzi degli accumuli in connessione alla rete e di circolari sul regime fiscale dell’energia autoprodotta ed autoconsumata in ambito Seu.

Sistemi di accumulo stazionari e inverter fotovoltaici integrati con sistemi di accumulo sono i comparti del settore elettrico nei quali le imprese nutrono più fiducia.
Il podio lo conquistano i primi, con un incremento di fatturato nel 2015 stimato fino al 20% dal 40% delle aziende e atteso dal 32% come addirittura superiore a questa quota.
Per gli inverter integrati con sistemi di accumulo più di un terzo delle aziende prevede invece una crescita superiore al 10%.

Guardando in specifico all’andamento degli inverter fotovoltaici connessi alla rete, un settore particolarmente penalizzato negli ultimi anni, le previsioni restano caute ma tutto sommato positive.
Per il 2015 più di un terzo delle aziende intervistate prevede, nel confronto con il 2013, un incremento del fatturato nel mercato interno fino al 10%.

Il mercato degli inverter fotovoltaici conferma il ruolo determinante dei sistemi di accumulo: analizzando, infatti, l’andamento degli inverter integrati con questi sistemi, si nota come già per l’anno in corso le previsioni siano favorevoli.
La metà delle aziende prevede per il 2014 un aumento del fatturato interno fino al 20%, incremento che diventa ben più consistente nel 2015.

Un’analoga quota indica una crescita a un tasso compreso fra il 5% e il 10%, mentre circa il 35% delle imprese si spinge a prevedere una crescita superiore al 10% del fatturato.

Per quanto riguarda i sistemi di accumulo stazionari, emergono alcune indicazioni di segno positivo già dal 2014: il 26% delle imprese intervistate stima nell’anno in corso una crescita del fatturato superiore al 20%, che si somma ad un altro 35% per il quale l’incremento del fatturato raggiungerà il 20%.

Ancora più positivo il “sentiment” del 2015 per il segmento dei sistemi di accumulo stazionari, secondo il quale il 32% delle imprese prevede una crescita di fatturato superiore al 20%.

Più complicato, infine, l’orizzonte per i sistemi di accumulo dell’automotive.
La contrazione del mercato influenza anche le previsioni per il 2015, per il quale tuttavia il 28% delle imprese arriva a prevedere una crescita del fatturato nazionale ad un tasso superiore al 10%.

Vera MORETTI

Fondato a Venezia CAMI, centro di ricerca automotive

Crisi o no, nel 2013 sono state prodotte 80 milioni di automobili, la cui produzione ha impiegato ben il 30% del totale degli occupati nel manifatturiero.

Per affrontare il tema complesso dell’innovazione nella mobilità e nell’industria automobilistica, il dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha appena fondato il centro di ricerca CAMI, Center for automotive and mobility innovation.

Anna Cabigiosu, ricercatrice, nonché direttore esecutivo di CAMI, ha presentato così il progetto: “Il Centro nasce come luogo di confronto tra studiosi interessati a testare ipotesi e teorie proprie di vari campi e applicarle al complesso mondo della mobilità e dell’auto”.

Ad oggi, a poco tempo dalla sua fondazione, il centro può contare sulla collaborazione di 11 ricercatori e un comitato scientifico che vanta studiosi di livello internazionale: Markus Becker della University of Southern Denmark, Arnaldo Camuffo della Bocconi, John Paul MacDuffie della University of Pennsylvania e Josh Whitford della Columbia University. Inoltre, i progetti in corso coinvolgono Ministero dello Sviluppo Economico, CNR-IRAT, Università Federico II di Napoli e il Program on Vehicle and Mobility Innovation della Wharton School.

Francesco Zirpoli, direttore scientifico di CAMI e prorettore alla Ricerca di Ca’ Foscari, ha dichiarato: “Nell’industria automobilistica gli investimenti in innovazione sono difficili da gestire perché ad alto rischio: alla complessità tecnologica del prodotto si affianca la risposta del mercato imprevedibile. Le case automobilistiche affrontano vincoli tecnologici, normativi, e organizzativi in uno scenario globale sempre più competitivo. Dal punto di vista della ricerca, si aprono nuove e affascinanti opportunità che spaziano dagli scenari evolutivi dell’industria automobilistica così come la conosciamo alla frontiera della mobilità sostenibile”.

L’attività di ricerca riguarderà tutta al catena del valore, dalle materie prime, alle attività di sviluppo prodotto e assemblaggio, alla distribuzione e marketing, alla finanza ed ai servizi, come le assicurazioni o il fleet management.

I risultati saranno disseminati grazie al sito web Virgo.unive.it/cami e alla collana Automotive Strategy and Organization di Edizioni Ca’ Foscari, che ha recentemente pubblicato Automotive in transition, primo volume della serie già disponibile online.

Vera MORETTI

Ripresa per l’industria automobilistica

Dopo un periodo molto critico, sembra che l’industria automobilistica si sia finalmente in ripresa.

Gli ultimi numeri presentati dalla VDMA, ovvero l’Associazione Tedesca dell’Industria Automobilistica, sono infatti positivi e riguardano la maggior parte dei Paesi, Europa Occidentale compresa, dove è stato registrato un aumento delle vendite del 5%, pari a 897.100 unità vendute.

Segnali negativi arrivano dai veicoli leggeri degli USA e dalla domanda di nuovi veicoli in Russia e India ma, in generale, c‘è da stare ottimisti, anche per quanto riguarda i costruttori tedeschi di macchine utensili, poiché oltre il 40% dei loro prodotti sono destinati a case automobilistiche e relativi fornitori.

Relativamente alla produzione di macchine utensili, che rimane comunque un settore di nicchia, c’è da sottolineare che il divario con la produzione di grande serie è sempre molto ampio.

Al comparto Markus Jurditsch, Direttore Generale della SWJ Engineering GmbH di Griesheim, ha voluto rivolgere un monito: “Gli attrezzisti dovrebbero sviluppare sistemi produttivi che offrano il massimo della flessibilità e che siano orientati all’approccio del pezzo unico“.

La flessibilità non riguarda solo la gamma di varianti. La parola chiave qui infatti è elettromobilità, tema che attualmente non giocherebbe ancora un ruolo così importante nella produzione, a causa del ridotto numero di esemplari in commercio.

Gli ultimi sviluppi mostrano la direzione verso cui devono orientarsi i costruttori di macchine utensili e di sistemi di automazione per poter soddisfare le esigenze dei propri clienti attivi nel settore automotive, ovvero, flessibilità, velocità ed efficienza.

Eberhard Abele, direttore dell’Istituto per la produzione, la tecnologia e le macchine utensili, ha spiegato: “Tutte le principali case automobilistiche e i loro fornitori hanno abbracciato da tempo il concetto di efficienza energetica, facendone ormai una priorità negli ordini di macchine e impianti“.
Il Prof. Abele sottolinea poi un altro problema: “Le competenze per i costi d’investimento e per quelli energetici sono spesso separate all’interno di un’azienda“ e ciò porta i responsabili per gli acquisti a cercare di spendere il meno possibile, mentre il gestore è interessato soprattutto a ridurre i costi di esercizio e quindi anche quelli energetici“.

Non passa giorno in cui non venga pubblicato qualcosa sull’argomento Industria 4.0. Ma che cosa significa concretamente per gli attrezzisti del settore automotive? I suoi sviluppi sono solo all’inizio ed esistono solo pochi esempi concreti, come ha detto Rainer Glatz, direttore del centro operativo Piattaforma Industria 4.0 e responsabile del settore informatica, software e automazione elettrica presso la VDMA : ”L’industria 4.0 avrà successo solo quando l’idea si tradurrà in azioni concrete e dimostrabili. Per le piccole e medie imprese è possibile creare stabilimenti dimostrativi, sotto forma di show room e punti d’incontro“.

I rappresentanti dell’industria affermano di volere soprattutto un collegamento tra impianti di produzione e sistemi di manutenzione remota, grazie a reti di produzione e software quali MES (Manufacturing Execution Systems) come sistema di gestione della produzione o banca dati della qualità.

Manfred Jurditsch vede nel collegamento a più livelli del processo produttivo, una vera e propria opportunità “per affrontare al meglio la sempre più crescente personalizzazione del prodotto, nell’ambito della produzione di grande serie“.

I progressi compiuti da alcuni costruttori di macchine utensili e utensili di precisione in ambito della truciolatura e dell’utilizzo di progetti per l’industria 4.0 verranno presentati a settembre, in occasione della AMB 2014 a Stoccarda, come annunciato dai responsabili del progetto Sengül Altuntas e Gunnar Mey.

Alla AMB 2014, programmata dal 16 al 20 settembre, sono attesi più di 90.000 visitatori del settore e circa 1.300 espositori pronti a presentare, su una superficie di 105.000 m² lordi, le principali innovazioni e sviluppi riguardanti la tecnica di truciolatura e l’industria degli utensili di precisione, ma anche i dispositivi di bloccaggio, CAD, CAM, CAE, software, rettificatrici, manipolazione pezzi e utensili, nonché metrologia. La AMB 2014 è appoggiata dalle associazioni promotrici VDMA, associazione di categoria dei produttori tedeschi di utensili di precisione e software e VDW, associazione tedesca dei costruttori di macchine utensili.

Vera MORETTI

Settore automobilistico: rafforzato connubio tra Italia e Cina

Il legame tra Italia e Cina, almeno per quanto riguarda il settore automotive, sta diventando sempre più stretto.
Ciò grazie ad un evento appena svoltosi a Liuzhou (Guangxi), ovvero il primo China-Italy automotive industry forum, che aveva proprio l’obiettivo di favorire l’incontro e la collaborazione tra le aziende dei due paesi nel settore automobilistico.

Il Forum è stato organizzato dall’organizzazione camerale italiana presente nel paese asiatico e dall’Industrial & Information Technology Commission della municipalità di Liuzhou, in collaborazione con il consolato generale italiano a Canton.

La scelta è caduta su Liuzhou perché la città cinese rappresenta uno dei poli dell’automotive più importanti nel Paese del Sol Levante, la cui storia legata all’industria automobilistica è iniziata alla fine degli Anni 50 e che oggi vanta circa 400 aziende che operano lungo l’intera filiera di settore, con una produzione pari al 7,5 per cento dell’intera produzione cinese di veicoli e all’8,5 per cento dell’intera produzione cinese di motori, con tassi di crescita compresi tra il 20 ed il 30 per cento annui.

L’incontro tra le rappresentanze di Italia e Cina ha rappresentato un’importante occasione per promuovere le capacità italiane nel settore, offrendo alle imprese partecipanti una cornice per favorire la reciproca conoscenza, condividere esperienze, stabilire contatti utili ad avviare collaborazioni.

All’iniziativa, che si è rivelata un vero successo, hanno partecipato 44 aziende cinesi e 13 italiane e ai partecipanti è stata illustrata la situazione del mercato automobilistico cinese, nonchè le caratteristiche e la capacità, in particolare in termini di innovazione, delle aziende italiane nel settore, con una speciale enfasi sulle tecnologie eco-compatibili.

Vera MORETTI

A Roma l’edizione 2014 della Capitale Automobile Service

L’edizione 2014 della Capitale Automobile Service, svoltasi lo scorso 7 febbraio a Roma, ha registrato grande successo, non solo per la suggestiva cornice di Palazzo Rospigliosi, che ospitava l‘evento, ma anche per la partecipazione dei più prestigiosi addetti ai lavori.

L’appuntamento è stato organizzato, anche per quest’anno, dal Centro Studi Fleet&Mobility ed ideato dal suo direttore, ovvero Pierluigi del Viscovo, e, anche in questa sua seconda edizione, ha saputo confermarsi come uno dei momenti di riferimento per il comparto automotive.

Durante la manifestazione, infatti, è stato possibile assistere al confronto fra gli operatori del settore, ovvero costruttori, associazioni, concessionari, autoriparatori, noleggiatori, società di fleet management, analisti e stakeholder.

In un periodo di crisi come quello attuale, sono diventati fondamentali i settori che riguardano assistenza e ricambi, tanto da valere più della metà del gross margin.
I 36 milioni di automobili che ogni anno circolano in Italia possono, almeno una volta ogni 12 mesi, hanno bisogno di assistenza e di ricambi, per questo il post-vendita diventa sempre più importante.

L’epoca in cui era sufficiente dare un servizio insieme ad un prodotto è ormai passata, perché oggi il cliente pretende di vivere un’esperienza quando compra un prodotto.
La nuova frontiera nel rapporto con il cliente è la creazione della relazione basata sulla fiducia.

Alfonso Martinez, amministratore delegato di LeasePlan Italia, ha dichiarato a proposito: “Le culture si vivono anche se non sono scritte. Il prodotto o il servizio si inserisce nelle esperienze di vita del cliente. Quindi se l’erogazione del servizio sarà ottimale, di conseguenza il nostro cliente sarà soddisfatto. Con la crisi economica il settore del noleggio a lungo termine si è trovato con la necessità stringente di gestire l’economicità dei contratti. All’inizio si è agito sulla pressione verso i fornitori allo scopo di diminuire l’impatto dei costi da essi generati; oggi invece la frontiera è di chiedere loro di interagire molto di più con il driver e di garantire ai nostri clienti una qualità dei servizi sempre al top”.

Ha aggiunto Piero Giardini, direttore del customer care di Mazda Motor Italia: “Il passo che si deve fare è monitorare il periodo di consumo e di esperienza del prodotto/servizio (auto). A volte ci sono delle insoddisfazioni a monte che comportano un’esperienza negativa per tutta la durata dell’utilizzo dell’auto. La casa automobilistica deve gestire la relazione con il cliente e il dealer è il tramite di questo rapporto”.

Vera MORETTI

La crisi dell’automotive discussa al ministero dello Sviluppo Economico

La crisi del settore automotive è sotto gli occhi di tutti e, per cercare soluzioni che contrastino una situazione sempre più difficoltosa, è appena avvenuto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tra Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus e il ministro Flavio Zanonato.

Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, ha elencato le proposte delle quali si è parlato durante il confronto con il ministro: “Defiscalizzare l’auto dall’acquisto fino al suo utilizzo è in questo momento l’unico antidoto per curare la depressione dei consumi che ha investito un settore che è la cartina di tornasole dell’andamento generale dell’economia del nostro Paese. Per questo abbiamo presentato al ministro Zanonato un pacchetto di proposte per l’attuazione di politiche di defiscalizzazione per i privati e le aziende. Senza questa cura l’automotive italiano, già fanalino di coda dell’Europa in termini di immatricolazione e di anzianità del parco circolante, resterà schiacciato da un’insostenibile pressione fiscale che sta mettendo in ginocchio gli automobilisti e i concessionari italiani“.

Flavio Zanonato si è mostrato attento alle proposte di Pavan Bernacchi, anche se ha annunciato che il ministero si muoverà a passi prudenti, per non generare false aspettative.

All’incontro erano presenti anche il past president di Federauto, Vincenzo Malagò e il direttore, Gian Franco Soranna.

Vera MORETTI

Crisi del settore automobilistico: per ora nessuna luce

Il mercato automobilistico sta attraversando un periodo di crisi dura e, per questo, le case automobilistiche stanno studiando misure per arginare la flessione della domanda senza, però, gravare sulle casse dello Stato.

Le istituzioni, per ora, non sembrano essere particolarmente sensibili alla problematica e anche la Consulta Automotive non sembra per il momento portare a risultati concreti, come è stato confermato durante il congresso “La Capitale Automobile Service“, promosso dal Centro Studi Fleet&Mobility, che si è svolto a Roma.

Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, ha dichiarato a proposito: “Non più di una settimana fa si parlava di revisione della deducibilità e detraibilità dei costi dell’automobile, mentre oggi sembra che queste ipotesi non esistano più. Nonostante le nostre azioni continue e martellanti, spariscono gli interlocutori politici. I tavoli che si erano aperti, adesso non si aprono più. Stiamo studiando nuove strade perché non possiamo fermarci. Tuttavia noi automobilisti siamo indifesi“.

Gli ha fatto eco Gianmarco Giorda, direttore generale dell’Anfia: “Le istituzioni lavorano sulle emergenze, c’è il rischio che vedendo il segno positivo del mercato auto in gennaio possano accantonare il problema del settore. In realtà se non si inverte il trend economico generale non cambieranno neanche le performance del settore auto”.

E Saverio Greco, vicepresidente di Federauto, ha aggiunto che nel 2013 “le concessionarie sono state le uniche persone giuridiche che hanno sostenuto proporzionalmente gli acquisti con i km 0. Le auto immatricolazioni rappresentano il 15% del mercato e questa è una patologia sulla quale si deve per forza intervenire a livello strutturale”.

Fabrizio Ruggiero, presidente dell’Aniasa, ha infine voluto sottolineare che le difficoltà economiche non hanno avuto lo stesso peso su tutta la filiera: “Il noleggio riesce a gestire meglio rispetto alle case automobilistiche i periodi di crisi agendo sulla leva dell’allungamento delle durate contrattuali. E’ indubbio che il trattamento fiscale sulle auto aziendali in Italia sia penalizzante. Definire livelli di fiscalità adeguata porterebbe a un potenziale sviluppo del mercato perché le aziende clienti potrebbero decidere di allargare il numero di dipendenti a cui concedere l’auto aziendale”.

Vera MORETTI

Accordo italo-coreano per creare energia intelligente

E’ stata siglata un’intesa tra il Gruppo Loccioni, società marchigiana di Angeli di Rosara, in provincia di Ancona, che opera in Italia e in 40 Paesi all’estero nel settore dell’alta tecnologia, e la coreana Samsung SDI.
Grazie a questa partnership, ed a un sistema tecnologico innovativo, verranno forniti ad Enel 1,5 milioni per l’erogazione di energia intelligente.

L’unione di due colossi permetterà di evitare le dispersioni e di contenere i costi, cosa che già fa Loccioni per i grandi gruppi industriali, migliorando la qualità dei prodotti e dei processi nei settori dell’energia, dell’automotive, dell’ambiente, del biomedicale e degli elettrodomestici.

Inizialmente, il progetto verrà sperimentato in Emilia Romagna, e riguarderà strettamente l’integrazione in rete della generazione da fonti rinnovabili, attraverso la realizzazione di un sistema di controllo e l’utilizzo di un sistema di storage basato su tecnologia agli ioni di litio.

Questo sistema innovativo permette, di fronte a un eccesso di produzione di energia pulita rispetto ai fabbisogni, in determinate fasce orarie, di trattenerla per poi rilasciarla in presenza di picchi di consumi.
Una ottimizzazione della produzione per rendere più intelligenti e flessibili gli utilizzi, attenuare i picchi di carico e garantire una migliore qualità del servizio di erogazione della luce.

Il gruppo marchigiano ha messo a disposizione le sue competenze nella ricerca di soluzioni innovative per il contenimento dei consumi energetici.
La multinazionale asiatica, dal canto suo, ha accumulato una notevole esperienza nel campo delle batterie agli ioni di litio, delle quali è il più grande produttore al mondo, con un miliardo di celle all’anno e con un profitto superiore ai 5 miliardi di dollari all’anno: la batteria è utilizzata dai principali produttori americani ed europei di auto elettriche.

È stata proprio Samsung a cercare l’azienda marchigiana, che ha contemporaneamente stretto un accordo con il gestore dei servizi energetici Gse, intesa che prevede un’attività di ricerca per sperimentare la smart gride, vale a dire la rete di informazione che affianca quella delle rete elettrica per garantire funzionalità ed efficienza e per evitare gli sprechi, i sovraccarichi e i cali di tensione.

Vera MORETTI

Federauto contro il finanziamento delle auto aziendali

Federauto entra a gamba tesa contro l’ipotesi di finanziare la riforma del mercato del lavoro attraverso l’inasprimento fiscale sulle auto aziendali. E’ incomprensibile che si vogliano ancora attaccare gli autoveicoli, gli automobilisti e ora anche i parchi auto aziendali. Il tutto in uno scenario di forte recessione del mercato auto italiano.

Federauto fa presente che circa un mese fa, per la seconda volta in due anni, ha presentato ad esponenti del Governo un piano organico e triennale per il sostegno della domanda. Questo alla luce del fatto che l’automotive, nel nostro Paese, è un asset fondamentale e imprescindibile fatturando l’11,4% del PIL, contribuendo al gettito fiscale nazionale per il 16,6% e impiegando, con l’indotto allargato, 1.200.000 addetti.

In particolare, proprio sulle auto aziendali, Federauto ha richiesto di parificarne la fiscalità ai principali mercati europei. L’attuale situazione italiana prevede una quota ammortizzabile e detraibile del 40%, contro il 100% dei maggiori Paesi UE . Oltre a ciò Federauto proponeva un ammortamento anticipato da 4 a 2 anni, per le vetture, e da 5 a 3 anni, per i veicoli commerciali.

“E’ assurdo, inconcepibile, che in un mercato auto in una recessione eccezionale si pensi di inasprire la fiscalità delle auto aziendali per finanziare la riforma del lavoro. Il Governo deve reperire fondi per finanziarla? Suonate a un altro indirizzo, noi abbiamo già dato”. Questo il primo commento di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che raggruppa i concessionari ufficiali di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, che aggiunge: “Il nostro settore è sotto il livello di sopravvivenza sia per la componentistica sia per la distribuzione. Così verranno bruciati centinaia di migliaia di posti di lavoro. L’aumento dell’IVA, dell’imposta provinciale di trascrizione, delle accise sui carburanti, dei pedaggi autostradali e dell’RCA ci sta distruggendo. Stiamo ammazzando la domanda e, di conseguenza, l’intera filiera dell’automobile. Ad ogni modo non possiamo accettare questa impostazione e tutte le Associazioni del settore sono pronte a far sentire la propria voce in Parlamento. Questo provvedimento sarebbe ingiusto e profondamente iniquo.”

Aggiunge Enzo Zarattini, presidente dell’Associazione Concessionari Italiani Bmw: “Se anche le auto acquistate dalle aziende, già svantaggiate rispetto all’Europa, pagheranno un ulteriore dazio, il mercato si contrarrà ulteriormente provocando danni incalcolabili.”

Completa Adolfo De Stefani Cosentino, presidente dei concessionari Mercedes: “La minore deducibilità allontanerà ancora di più l’Italia dal panorama europeo cui spesso ci si riferisce per indicare comportamenti o legislazioni virtuose. Rammento che in Germania la quota ammortizzabile è pari al 100%, a fronte del 40% fino ad ora previsto in Italia. La detraibilità dell’IVA è pari al 100%, con una riduzione al 50% per i professionisti. Sono dati di riferimento indicativi di un approccio totalmente diverso dal nostro e che porta le immatricolazioni annuali di auto intestate a società a pesare per quasi il 40% su un mercato di circa 3,8 milioni.”

Federauto lancia quindi un appello al Governo: se non volete equipararci all’Europa, almeno lasciate tutto come sta.

Fonte: agenparl.it