In arrivo il nuovo contratto del turismo

E’ stata presentata la bozza del nuovo accordo per il rinnovo del CCNL Turismo, scaduto lo scorso 30 aprile.

L’avvenuto accordo tra Federlberghi, Faita-Federcamping e le organizzazioni sindacali di categoria è stato accolto positivamente da Bernabò Bocca, presidente di Federlaberghi, il quale ha dichiarato: “Aver siglato il rinnovo dopo 15 mesi di trattative rappresenta un atto di grande responsabilità delle imprese che, pur a fronte di una situazione di crisi prolungata, hanno inteso dare ai lavoratori ed alle loro famiglie un segnale di speranza per il futuro. La firma dell’accordo è stata possibile grazie all’adozione di soluzioni innovative, che realizzano il giusto equilibrio, offrendo risposte concrete anche alle esigenze delle imprese. In particolare, i meccanismi di gestione del mercato del lavoro e dell’orario di lavoro realizzano la flessibilità necessaria per adattarsi tempestivamente all’andamento del mercato, che purtroppo non è ancora uscito dalla congiuntura negativa“.

Non si tratta, comunque, di un traguardo ma, piuttosto, di un inizio, che deve aver un seguito, ad esempio, con un pacchetto di interventi concreti che riguardino anche la destagionalizzazione, la riqualificazione dell’offerta, le politiche fiscali e il contrasto all’abusivismo.

Il contratto avrà durata di 40 mesi, ovvero dall’1 maggio 2013 al 31 agosto 2016, con un primo aumento salariale, pari a 17,60 euro, che sarà pagato a febbraio 2014.
Sono previste ulteriori quattro rate di identico importo, che determineranno un aumento complessivo di 88 euro, che arriverà a regime ad aprile 2016.

Nell’accordo sono contemplate anche soluzioni innovative relative al contratto di apprendistato, lavoro a tempo determinato ed organizzazione degli enti bilaterali, ma anche un adeguamento del sistema di assistenza sanitaria integrativa e l’impegno a proseguire il confronto per l’istituzione del fondo bilaterale di sostegno al reddito previsto dalla legge 92/12.

E’ stato inoltre sottoscritto un protocollo su Expo 2015, che vede le parti impegnate a collaborare per contribuire al successo della manifestazione, che si appresta a rappresentare un’importante opportunità anche per il turismo.

Per ora, comunque, l’accordo è stato siglato dalle associazioni del turismo all’aria aperta e degli alberghi, e non comprende invece Fipe e i suoi 250 mila pubblici esercizi, né Fiavet per le agenzie di viaggio.

A questo proposito, Lino Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, ha dichiarato: “L’interruzione delle trattative per il rinnovo del CCNL e il successivo recesso, comunicato alle organizzazioni sindacali a decorrere dal prossimo primo maggio, sono il segno dello stato di sofferenza che le nostre imprese vivono da oltre tre anni. La crisi ha cancellato 27.000 tra bar, ristoranti, pub e discoteche per effetto di una significativa riduzione dei ricavi ma anche per la crescita di un abusivismo commerciale che ha raggiunto oramai la cifra record di 5 miliardi di euro. In queste condizioni solo un contratto all’altezza della gravità del momento può essere sottoscritto e applicato dalle imprese che rappresentiamo“.

Per questo motivo, Fipe-Confcommercio chiede interventi incisivi sugli istituti contrattuali che generano retribuzione in assenza di ore lavorate e che influiscono su produttività e redditività delle imprese perché, come ha ribadito Stoppani: “Solo così riteniamo possibile impegnare le imprese associate al rispetto di obblighi contrattuali che riguardano oltre 680.000 lavoratori pari al 70% dell’occupazione dipendente dell’intero settore turistico“.

Vera MORETTI

Nasce il Barometro del Turismo

Federalberghi, in occasione della riapertura delle trattative sindacali per il rinnovo del contratto nazionale del turismo, ha varato, nella persona del suo presidente, Bernabò Bocca, Il Barometro del Turismo, che punta a fare sintesi e chiarezza sulla valenza economica del settore.

E’ stato presentato, inoltre, il nuovo report realizzato dal Centro Studi della Federazione, in collaborazione con l’Ente Bilaterale Nazionale dei Turismo, a proposito del quale Bocca ha dichiarato: “Ogni trimestre offriremo un compendio dei principali indicatori che caratterizzano il turismo nella sua interezza, per un risultato finale che ci auguriamo possa essere utile all’opinione pubblica ed al mondo politico“.

Ha inoltre aggiunto Alfredo Zini, presidente dell’EBNT: “Con aggiornamenti costanti che siamo sicuri torneranno di grande praticità anche al mondo delle imprese ed a tutte le organizzazioni sindacali del settore“.

Sono 5 le sezioni che compongono il report:

  • La prima tratta del comparto alberghiero, con l’andamento delle presenze dell’ultimo trimestre del 2013 (+1,2% rispetto al quarto trimestre del 2012) ed il numero di alberghi ed esercizi complementari che nei primi 9 mesi del 2013 hanno chiuso i battenti (483 strutture).
  • La seconda analizza gli occupati nel settore, con un dato su tutti relativo al trend dei lavoratori nell’ultimo trimestre del 2013 che ha chiuso con un -2,2% rispetto al 2012.
  • La terza evidenzia la spesa turistica, che nel terzo trimestre del 2013 ha fatto segnare un saldo del 14,9% rispetto al 2012 ed un’ultim’ora relativa al solo mese di ottobre che ha contabilizzato un avanzo del +6,3%.
  • La quarta inquadra il fatturato dei servizi, che nel terzo trimestre del 2013 ha segnato un -1,4% per quelli di alloggio.
  • La quinta riporta gli indicatori di fiducia, tra i quali emerge quello delle imprese turistiche che dal 68,5 di novembre è cresciuto al 74,2 di dicembre 2013.

Vera MORETTI

Federalberghi: “Sopravviviamo grazie agli stranieri”

Un settore allo sbando che riesce a sopravvivere solo grazie alla domanda internazionale, è questa la fotografia che se ne ricava dalle parole del Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, all’esame dei dati consuntivi relativi al sistema turistico-alberghiero del 2013: “Un mese di dicembre trainato dalla crescita della domanda estera ha consentito al comparto di chiudere il 2013 con un risultato di sostanziale equilibrio nel numero dei pernottamenti, che tuttavia non arresta la flessione dei fatturati delle imprese ricettive e l’inevitabile calo degli occupati e il costante calo della clientela interna che rispecchia la grave crisi economica nella quale il Paese continua a dibattersi”.

Il calo delle presenze alberghiere dei nostri connazionali, per quanto riguarda l’anno appena trascorso, è stato pari ad un -2,9%. Percentuale opposta, invece, per la componente straniera con una crescita pari ad un +3,7% di pernottamenti. Nel dettaglio mensile gli italiani hanno fatto segnare indicatori negativi tutti i mesi ad eccezione di novembre (+0,1%) e dicembre (+1,1%). Gli stranieri hanno segnato solo 3 mesi di trend negativo (gennaio, aprile e novembre), inanellando  incrementi record a dicembre (+7,5%), maggio (+7,3%) e marzo (+6,6%).

“La crescita della clientela straniera – ha dichiarato Bocca – testimonia lo sforzo che le imprese stanno compiendo. Abbiamo sicuramente uno dei poli turistici di eccellenza tra i più attrattivi del mondo, per giunta dotato di un sistema ricettivo capace di soddisfare tutte le esigenze, con una gamma di soluzioni adeguate ai gusti ed alla capacità di spesa di chiunque scelga l’Italia per un proprio soggiorno. Ma occorre ancora fare molto per rilanciare la domanda interna”.

Ponte dell’1 novembre, Federalberghi vede rosa

Il ponte di Ognissanti si avvicina con buone premesse. Lo sottolinea il Presidente della Federalberghi, Bernabò Bocca, supportato dai risultati di una indagine esclusiva svolta dalla Federazione, con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions. Secondo Bocca “sono positive le previsioni turistiche degli italiani per il ‘ponte’ del 1° novembre e in linea con l’andamento turistico fatto finora registrare dal 2011“.

L’indagine è stata effettuata dal 19 al 24 ottobre intervistando con il sistema C.A.T.I. (interviste telefoniche) 3.002 italiani, un campione rappresentativo degli oltre 50 milioni tra coloro che costituiscono l’intera popolazione maggiorenne del Paese. Per Boccasi tratta di un risultato che conferma, pur in un contesto economico mondiale a dir poco allarmante, come il turismo sia considerato quasi un ‘bene’ primario al quale gli italiani ricorrono per esorcizzare la congiuntura, dando comunque al settore un riconoscimento tangibile di quanto il rapporto qualità-prezzo sia al centro di questo successo“.

Un ponte che, secondo Bocca, dovrebbe far aprire gli occhi anche a chi concerta e stabilisce le politiche del turismo in Italia. “L’auspicio – afferma – è che il mondo politico sappia cogliere un segnale così forte e dia risposte immediate per consolidare una simile dinamica che, se opportunamente supportata, potrebbe costituire il pilastro attorno al quale edificare un rinnovato sistema economico del Paese“.

d.S.

La vacanza si paga in contanti

Il periodo estivo permette di capire, tra le altre cose, le abitudini degli italiani in fatto di pagamenti, anche quando si trovano in vacanza.

Un’indagine condotta dal Centro Studi Federalberghi sui mezzi di pagamento dei servizi turistico-alberghieri utilizzati dalla clientela nazionale e straniera, ha reso noto che il 22,19% preferisce pagare in contanti, nonostante il limite sia stato ridotto a 999 Euro per transazione per i cittadini residenti ed i comunitari, stabilendo invece in 15 mila Euro il limite per i cittadini extracomunitari.

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha commentato così questi dati: “Questo risultato conferma come le abitudini non si cambino con delle leggi che a volte appaiono in contrasto con il buon senso, leggi che riteniamo invece debbano essere modificate estendendo il limite di pagamento in contanti per aiutare il settore in affanno”.

Il mezzo di pagamento più usato, comunque, risulta essere la carta di credito, preferita dal 42,56%, mentre il Bancomat viene scelto dal 17,63% dei clienti. Segue poi il bonifico bancario con l’11,01%, l’assegno col 6,11% e il bollettino postale con lo 0,49%.

Si rimane alle vecchie abitudini anche quando bisogna prenotare la propria vacanza: gli accordi con hotel e altre strutture turistiche si fanno al telefono nel 25,63% dei casi, anche se le e-mail sono sempre più diffuse, arrivano al 24,67%. Solo il 18,27% dei turisti prenota attraverso il sito dell’hotel.

Continua la disamina di Bocca: “La richiesta degli albergatori italiani è che i turisti provenienti da altri paesi europei e gli stessi italiani possano beneficiare delle medesime facoltà di spesa in contanti previste per i cittadini extraeuropei (15.000 Euro) e che si proceda nel contempo ad una riduzione delle commissioni che le carte di credito richiedono agli esercenti“.

Nel dettaglio dei mezzi di pagamento, nella fascia degli alberghi ad 1 e 2 stelle il contante pesa per il 30%, nei 3 stelle per il 21% e per i 4 e 5 stelle per il 15%.
Stessa tendenza si registra per le transazioni concluse pur se prenotate con carta di credito a garanzia, con i pagamenti in contanti pari al 20% per gli alberghi ad 1 e 2 stelle, al 15% per i 3 stelle ed al 12% per i 4 e 5 stelle.

Vera MORETTI

Luca Patanè eletto presidente di Confturismo

Luca Patanè è il nuovo presidente di Confturismo, vertice finora occupato da Bernabò Bocca a partire dal 2002.
Insieme al nuovo presiedente, sono stati eletti anche i componenti del nuovo Comitato Direttivo: si tratta di Piergianni Addis, Riccardo Borgo, Giuseppe Cassarà, Marco Michielli, Raffaele Paletti e Placido Rosi. Il neo presidente e il Comitato Direttivo resteranno in carica fino al 2015.

Patanè è attualmente a capo di Federviaggio, la Federazione del turismo organizzato aderente a Confcommercio, e presidente del Gruppo Uvet e Uvet American Express, il più importante polo distributivo di servizi turistici nel mercato italiano.

Non essendo quindi una nuova conoscenza del settore, il neo eletto si è subito dimostrato deciso, programmando una serie di consultazioni con i vertici delle Organizzazioni associate con l’obiettivo di proporre già dalla prossima riunione del Comitato Direttivo, ai primi di luglio, un primo piano di attività di Confturismo per l’ultimo semestre 2013.

L’urgenza è giustificata dall’importanza che Confturismo ricopre in Italia, poiché viene considerato l’organismo di coordinamento più autorevole e rappresentativo del settore, fondato da Confcommercio nel 2000 per promuovere a tutti i livelli gli interessi delle imprese operanti nel turismo, valorizzarne l’immagine e favorire le relazioni tra le organizzazioni.

Fanno riferimento a Confturismo, e alle sue organizzazioni associate, oltre 220 mila imprese tra alberghi, agenzie di viaggio, campeggi, bed & breakfast, villaggi turistici, residenze turistico-alberghiere, bar, ristoranti, stabilimenti balneari, discoteche, ostelli della gioventù, per oltre 1 milione di addetti e circa 25 miliardi di euro di fatturato.

Le Organizzazioni associate a Confturismo sono: ANBBA (Associazione Nazionale Bed & Breakfast e Affittacamere), FAITA-Federcamping (Federazione delle Associazioni Italiane dei Complessi Turistici Ricettivi dell’Aria Aperta), FEDERALBERGHI (Federazione delle Associazioni Italiane Alberghi e Turismo), FEDERVIAGGIO (Federazione del Turismo Organizzato), FIAVET (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo), FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), RESCASA (Federazione Italiana Residence).

Vera MORETTI

Il turismo in Italia parla straniero

 

Vedi Napoli e poi muori, recita il detto. E sembra che i turisti stranieri lo abbiamo preso alla lettera, almeno in questo 2012 appena trascorso. Il rapporto stilato da Federalberghi sull’andamento del settore turistico alberghiero nel 2012 parla chiaro: la presenza straniera in Italia è aumentata dell’1% rispetto al 2011.

Crescita lieve, ma significativa, in un periodo di profonda crisi non solo relativa al comparto turistico, ma allo scenario internazionale. “Al buon risultato della clientela straniera, – ha commentato Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi-  che anche nel 2012 ha continuato a scegliere l’Italia quale meta ideale per trascorrere un periodo di vacanza, mettendo a segno un lieve ma significativo incremento dell’1%, si contrappone il marcato calo della clientela interna che rispecchia fedelmente la grave crisi economica”.

E il secondo dato che emergenza con evidenza dall’indagine svolta da Federalberghi con metodo CAWI, è il calo del 2,5% delle presenze alberghiere in Italia nel 2012. Una perdita unitaria pari a 7 milioni di pernottamenti alberghieri, che accomunati alla flessione dell’indotto ed alla frenata delle tariffe, ha generato un calo stimabile per il settore che si aggira attorno ai 3 miliardi di euro.

Nel dettaglio il calo delle presenze italiane è stato pari ad un -5,4% rispetto al 2011, mentre i turisti stranieri che hanno scelta il Belpaese come meta delle proprie vacanze sono cresciuti del +1%.

Sono dati sicuramente negativi quelli che nel complesso registra per il 2012 l’osservatorio permanente del nostro Centro Studi – ha continuato Bocca – eppure guardando al contesto internazionale c’è qualcosa che comincia a luccicare in fondo al tunnel”.

Ma dove scorgere segnali di ripresa?

I dati occupazionali del settore alberghiero relativi al 2012 non sembrano aprire a grandi speranze: diminuzione del 3% di lavoratori occupati, quantificabile in 60 mila posti di lavoro a livello aggregato di settore.

Nel dettaglio, nel segmento dei lavoratori alberghieri a tempo indeterminato il dato annuo è stato di -3,1% con picchi variabili tra il -1,1% a gennaio il -4,8% di ottobre. Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato il dato annuo parla di un calo del -2,8%, con picchi variabili tra lo 0% di marzo il -6% di dicembre.

La speranza che ci auspichiamo – ha concluso Bocca- è di una ripartenza nel 2013 delle spese delle famiglie italiane e straniere orientate al settore, incoraggiata da tariffe ferme da tre anni e proposte commerciali sempre più ricche di servizi aggiuntivi. Il raffreddamento dello spread, la stabilizzazione dei mercati finanziari e il contenimento del tasso d’inflazione potrebbero creare le condizioni per ridare liquidità alle famiglie e dunque nuovo vigore ai consumi turistici”.

Ma cosa si aspetta il comparto turistico dal nuovo Governo che sarà eletto? “Agevolazioni fiscali dall’Imu alla Tares, semplificazioni per l’accesso al credito, promozione massiccia verso i Paesi ad economia forte della destinazione Italia, drastica riduzione del costo del lavoro“. Più facile a dirsi che a farsi.

Alessia CASIRAGHI

Troppe tasse per il turismo

La crisi non ha fatto sconti quest’anno ed ha colpito quasi tutti i settori indistintamente.

Una delle “vittime” illustri di questa situazione difficile è sicuramente il comparto del turismo, che sta per chiudere l’anno con un -6% di clientela italiana e -10% di fatturato.
Come se non bastasse, le imprese turistico-ricettive sono bersagliate da una raffica di tasse che certo non agevola né incoraggia una ripresa.

L’imposta di soggiorno, ad esempio, è cresciuta, nel suo ammontare annuo, da 150 milioni a 175 milioni di Euro (+17%), con un incremento del 28,5% di Comuni che nel breve volgere di pochi mesi (da luglio ad oggi) sono passati da 332 a 426 pronti a riscuotere la tassa.

Ma anche l’Imu non scherza: se la vecchia Ici aveva riscosso 320 milioni di euro, la nuova imposta arriverà a prelevare ben 494 milioni di Euro, se l’aliquota applicata è quella dello 0,76%, e 689 milioni, se l’aliquota è quella dello 1,06%, pari ad incrementi che oscillano nell’ordine dal +54,5% al +115%.

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha dichiarato: “Alla vigilia delle dimissioni del Governo Monti, allo scioglimento anticipato delle Camere ed all’avvio della campagna elettorale, non possiamo non stigmatizzare il fatto che le imprese ricettive italiane rischino un default di massa. L’impegno formale che sollecitiamo alle forze politiche -conclude Bocca- è di porre il turismo tra i punti primari dei loro programmi elettorali, per non rischiare di regalare alla concorrenza internazionale quegli 83 miliardi di Euro di valore aggiunto che annualmente produce il settore, pari al 6% del Pil”.

Vera MORETTI

Turismo, un ponte amaro

Del resto è il ponte dei morti, che cosa ci potevamo aspettare? Le previsioni turistiche per questi giorni, infatti, “sono negative, ma purtroppo in linea con la più grave crisi economica mondiale”, afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i risultati di una indagine svolta dalla Federazione con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions.

Bocca, però, non rinuncia a vedere qualche aspetto positivo: “L’unico elemento consolatorio è dato dal fatto che comunque, nonostante un contesto economico mondiale ancora allarmante, quasi sette milioni di italiani decidano e possano permettersi di trascorrere alcuni giorni di svago fuori casa, esorcizzando la congiuntura e dando atto al settore di quanto il rapporto qualità-prezzo sia al centro di ogni scelta di spesa da parte del consumatore. A pochi mesi dalle elezioni politiche, rinnoviamo al mondo politico la richiesta di saper distinguere tra le varie componenti trainanti il business e l’occupazione e di considerare dunque il settore tra i veri caposaldi in grado di sostenere un rinnovato sistema economico del Paese“.

Secondo l’indagine sono circa 7 milioni gli italiani in viaggio in questo ponte, per trascorrere almeno una notte fuori casa: il 5% in meno rispetto ai 7,3 al 2011. La durata media del soggiorno è di 2,9 notti trascorse fuori casa, rispetto alle 3,2 notti del 2011. L’88% di chi si sposta resta in Italia, mentre l’8% va all’estero. Come previsto, vincono le località montane (39%), seguite da quelle di mare (24%) e dalle città d’arte (20%). Il 5,8% torna al paesello, mentre il 3,8% sceglie il lago e il 2,9% le terme. Chi “tradisce” la patria sceglie soprattutto le grandi capitali europee (59,8%), il 10,6% vola Oltreoceano, il 10,2% sceglie le montagne estere e il 9,8% i mari esotici.

E siccome l’industria alberghiera è una di quelle che maggiormente soffrono il periodo, quali strutture scelgono gli italiani? Principalmente l’albergo (32,6%), poi il bed&breakfast (6,7%), l’agriturismo (5,1%), il campeggio (1,7%). Restano naturalmente fuori dal conteggio quanti stanno trascorrendo il ponte a casa di parenti o amici (29,2%) e il 14,9% che si trova in casa di proprietà.

Il calo rispetto al 2011 non solo il numero di persone che si sposta. Scende anche la spesa media pro-capite, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti, che si attesta sui 247 euro (-1,6% rispetto al 2011), per un giro d’affari di 1,71 miliardi di euro (-6,6% anno su anno).

Insomma, il segno meno prevale anche qui. Una tendenza che prosegue, purtroppo, quella palesata dall’ultima stagione estiva, quando un po’ tutti i settori del turismo italiano hanno sofferto i colpi della crisi. In questi casi conviene darsi degli orizzonti a breve termine e fare un passo alla volta: per cui, già concentrati sul ponte dell’Immacolata e poi sul Natale. Sperando che sotto l’albero qualche segno più per il turismo ci sia.

Federalberghi cerca un posto al sole

In occasione della Giornata Mondiale del Turismo, Federalberghi ha presentato il documento Il Turismo lavora per l’Italia, che presto sarà fatto pervenire a tutti i partiti politici.

Si tratta di venti proposte di intervento, articolati in 60 misure, molte delle quali di facile e veloce realizzazione, senza oneri da parte delle finanze pubbliche.
E’ una vera e propria sfida che Bernabò Bocca, presidente della Federazione, ha voluto lanciare forte del fatturato annuo di ben 114 miliardi di euro, 30 dei quali spesi dagli stranieri.

Il turismo, oltre a rinforzare le casse dello Stato, offre lavoro a oltre 1,5 milioni di persone, pertanto rivendica un ruolo fondamentale nella prossima legislatura, in particolare per quanto riguarda la politica turistica.
Le proposte sono state già illustrate al Ministro del Turismo, Piero Gnudi, ed ora Bocca auspica che il documento che le contiene possa essere tenuto in considerazione per il Piano Nazionale strategico.

Questo perché, ha dichiarato Bocca: “siamo pronti a confrontarci con chiunque nella assoluta convinzione che l’attimo sia di quelli storici e l’occasione per far ripartire il sistema economico nazionale non possa non avere il turismo tra gli asset fondamentali per stabilire criteri concreti di crescita armonica“.

Tra le richieste più importanti, c’è quella che riguarda un Ministero con competenze specifiche ed una modifica dell’articolo 117 della Costituzione, per consentire lo sviluppo di politiche di sistema.

Inoltre, si chiede di abolire l’imposta di soggiorno, restituire al settore una quota del gettito Iva prodotto dall’economia turistica, consentire di pubblicare i prezzi al netto dell’Iva, ridurre le commissioni dovute ai gestori delle carte di pagamento, istituire zone franche per rilanciare aree turistiche in crisi profonda.

L’ENIT, Agenzia Nazionale del Turismo, dovrebbe diventare una SpA a capitale pubblico, per poter svolgere attività promozionali anche sul mercato interno, ma non solo.
Viene richiesto di assegnare alle delegazioni il compito di rilasciare i visti turistici, abolire il visto turistico per l’ingresso dai Paesi BRICS, definire la mission del portale ITALIA.IT, creare con la RAI un canale satellitare tematico in chiaro che promuova il nostro patrimonio turistico-culturale, esporre nelle hall degli alberghi e nei luoghi di grande transito pezzi d’arte altrimenti dimenticati, rilanciare il sistema dei buoni vacanza, promuovere l’organizzazione di grandi eventi, incentivare il prolungamento delle fasi stagionali di attività.

Anche l’argomento della formazione è stato affrontato, poiché è considerata necessaria la creazione di una scuola di management alberghiero e della ristorazione, che possa consentire agli studenti delle superiori di lavorare nel turismo come apprendisti stagionali durante le vacanze scolastiche.

Fondamentale, come in ogni altro settore, è considerata l’innovazione, che per Federalberghi significa incentivare con crediti d’imposta e premi di volumetria la riqualificazione delle strutture, semplificare il cambio di destinazione d’uso per accelerare l’uscita dal mercato di aziende non remunerative, applicare un unico sistema di classificazione valido per tutta l’Europa, consentire agli alberghi di offrire nuovi servizi, tutelare consumatori ed imprese contrastando l’abusivismo, salvaguardare le imprese titolari di concessioni demaniali, semplificare gli oneri amministrativi a carico delle imprese.

Per quanto riguarda la sempre più grande fetta del turismo online, nasce l’esigenza di salvaguardare le agenzia meno in vista, contrastando gli abusi di posizione dominante da parte delle travel agency on line, ma anche di impedire la diffamazione mediante recensioni anonime, garantire alla struttura ricettiva il diritto di replica, introdurre un vantaggio fiscale per i redditi prodotti mediante e-commerce.

Per ultimo, viene sottolineata l’importanza di collegare i principali hub con la rete ferroviaria ad alta velocità, sbloccare le tariffe aeroportuali vincolandole allo sviluppo degli scali, potenziare e capillarizzare il trasporto ferroviario.

Vera MORETTI