Sconto sulla bolletta energetica, tra le ipotesi c’è l’addio all’Isee

Gli italiani sono spaventati dal costo dell’energia e solo una piccola parte delle famiglie ha ricevuto il bonus sociale consistente nello sconto in bolletta, proprio per questo si sta pensando di sganciare il riconoscimento del bonus sociale dal reddito Isee.

Bonus sociale con sconto sulla bolletta energetica: poche famiglie lo richiedono

Attualmente le famiglie che hanno presentato il modello Isee e hanno un “indice della situazione economica equivalente” inferiore a 12.000 euro ricevono uno sconto sulla bolletta energetica. Nonostante questo, dei fondi stanziati sono rimasti inutilizzati, questo avviene perché molti non sono a conoscenza di tale opportunità, sebbene su ogni bolletta il foglio informativo contenga questa informazione. Inoltre sono in molti a non richiedere il modello Isee sebbene in seguito alla sua compilazione, il riconoscimento del bonus sia automatico. Per questo motivo il nuovo Governo, in accordo anche con l’ex ministro Giorgetti sta pensando di studiare una soluzione alternativa che consenta di collegare la prestazione a un limite di reddito.

Perché sganciare lo sconto in bolletta dal reddito Isee

Le difficoltà sono rappresentate dal fatto che il reddito viene determinato in modo individuale mentre l’Isee comprende i redditi e le sostanze di tutto il nucleo e quindi rappresenta meglio la situazione globale del nucleo che deve ottenere il vantaggio del bonus sociale. Potrebbe ad esempio capitare che la fattura energetica sia intestata al membro della famiglia che ha un reddito più basso e che riceva quindi l’aiuto una famiglia che nel complesso è tutt’altro che povera. Questo fattore genera difficoltà nell’individuare le fasce di bisogno più critiche.

Attualmente le risorse stanziate e non utilizzate rappresentano circa la metà dei fondi. Un’altra possibile soluzione potrebbe essere quella di innalzare la soglia Isee.

Contrasto al caro bollette per le imprese

Non sembrano invece esserci cambiamenti in vista per quanto riguarda il contrasto al caro bolletta in favore delle imprese, molto probabilmente si continuerà sulla strada del credito di imposta e quindi per la proroga delle misure attualmente già in vigore. Le norme attualmente in vigore hanno durata fino al 30 novembre e dovrebbe esservi già già nel primo decreto del nuovo Governo la proroga al 31 dicembre 2022.

Cos’è il PUN nella bolletta energetica? Cambiano i contratti

Chi sta cambiando contratto per la bolletta energetica, ad esempio perché il vecchio contratto è in scadenza, oppure sta tentando il passaggio dal mercato di maggiore tutela al mercato libero, avrà notato che nei contratti viene si nomina la componente PUN, ma di cosa si tratta e cosa cambia?

Come è cambiato il mercato dell’energia e a cosa serve il PUN

Il mercato dell’energia è in forte mutamento, le tariffe sono aumentate in modo imprevisto e soprattutto massiccio. Chi aveva stipulato un contratto nel mercato libero anche solo 12 mesi fa, ha approfittato di tariffe che ora sono fuori dal mercato, con kW pagati anche solo 35 centesimi o meno per qualche contratto più vecchio. Chi è rimasto nel mercato tutelato invece vede le tariffe aggiornarsi ogni tre mesi (dal mese di ottobre 2022 saranno aggiornate ogni mese) di conseguenza mentre per i primi la bolletta è rimasta stabile, per i secondi la bolletta è cresciuta in maniera repentina e di mese in mese.

Per chi però aveva proposto contratti a prezzi adeguati all’epoca e ora fuori mercato, le cose diventano difficili. Si sono accorti che devono inserire un meccanismo di adeguamento delle tariffe per evitare di pagare la componente energetica più di quanto poi previsto dai loro contratti agli utenti finali. Arriva quindi la soluzione il PUN.

Come funziona il PUN (Prezzo Unico Nazionale)?

Basta cercare in rete dei preventivi per accorgersi che ormai tutti prevedono una quota mobile a cui si aggiunge una quota fissa e solo su questa si attua realmente la concorrenza tra le parti. Il PUN è la quota mobile, è acronimo di Prezzo Unico Nazionale, cioè prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica che viene acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana (IPEX – Italian Power Exchange).

Quando i gestori inseriscono nel contratto il prezzo basato sul PUN vuol dire che non si pagherà sempre lo stesso importo per kW, ma che questo varierà in base alle quotazioni dei mercati energetici. Di conseguenza all’aumentare del prezzo aumenterà la bolletta, proprio come avviene nel mercato tutelato offerto dal servizio elettrico nazionale. Al PUN si aggiunge il contributo al consumo.

Ricordiamo che il servizio elettrico nazionale sarà in vigore fino a gennaio 2024, ma Codacons ha chiesto una proroga per il fatto che ora le nuove tariffe proposte dal mercato libero sono più alte rispetto a quelle del mercato tutelato.

5 bonus alle famiglie per pagare le bollette di luce e gas

Sono cinque i sostegni a favore delle famiglie italiane e dei lavoratori per il pagamento delle bollette di luce e gas introdotti o confermati dal decreto legge “Aiuti bis”. Si va dal potenziamento del bonus alle famiglie economicamente svantaggiate (ma anche ai malati grave), ai prezzi calmeriati sul gas, dal sospensione delle modifiche dei prezzi per i prossimi 9 mesi, all’abbassamento dell’Iva e degli oneri di sistema ai contributi maggiorati sui fringe benefit. Ecco, nel dettaglio, di quali misure si tratta.

Pagamento bollette luce e gas, arrivano i bonus alle famiglie in difficoltà

La prima misura di sostegno alle famiglie nel pagamento delle bollette di luce e gas è la conferma del bonus energia. Si tratta di un sostegno, già in vigore dall’entrata in vigore della legge di Bilancio 2022, sul pagamento delle bollette. Il sostegno va a favore delle famiglie svantaggiate, con Isee entro i 12 mila euro. Ma anche le famiglie nelle quali vivano componenti in gravi condizioni di salute. Il decreto Aiuti bis ha stanziato ulteriori risorse che andranno a coprire i consumi dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022.

Prezzi calmerierati sulle bollette del gas per categorie di cittadini che vivono in disagio economico e fisico o che abbiano più di 75 anni

Il decreto “Aiuti bis” ha provveduto anche a ridefinire i limiti dei clienti vulnerabili a vantaggio dei quali vanno applicati prezzi calmierati sul gas. Tra i soggetti beneficiari, rientrano coloro che vivono un disagio fisico ed economico, i cittadini disabili, coloro che vivono nelle isole minori e i soggetti ultrasettantacinquenni. Per tutte queste categorie, i fornitori di gas devono applicare una tariffa calmierata che “riflette il costo effettivo di approvvigionamento al mercato all’ingrosso”. La misura verrà applicata per i consumi di gas a decorrere dal 1° gennaio 2023.

Bollette luce e gas, per 9 mesi non sono ammesse le variazioni delle condizioni contrattuali al rialzo sul prezzo

Per i prossimi 9 mesi, ovvero fino al 30 aprile 2023, le imprese fornitrici di luce e gas non potranno procedere con modifiche unilaterali nei confronti delle famiglie agendo sul prezzo della fornitura stessa. Il decreto “Aiuti bis”, infatti, prevede che debba essere sospesa ogni modifica e clausola unilaterale nella fornitura di gas e di energia elettrica derivante dalla unilaterale modifica delle condizioni generali del contratto. Viene sempre riconosciuto alle famiglie la possibilità di recedere. Sono inoltre inefficaci anche le modifiche fatte pervenire alle famiglie prima dell’entrata in vigore del decreto.

Iva al 5% sulle bollette e fatture del gas per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022

Anche per i mesi da ottobre a dicembre del 2022 saranno azzerati gli oneri di sistema delle bollette di gas e confermata l’Iva al 5%. E, dunque, nel quarto trimestre dell’anno l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, annullerà le aliquote degli oneri generali di sistema elettrico. A beneficiarne saranno sia le famiglie per le utenze fino a 16,5 kW che le utenze  per potenze superiori. Sulle bollette del gas, inoltre, il provvedimento conferma l’Iva al 5% per l’ultimo trimestre dell’anno, anziché le aliquote del 10% o del 22% a seconda degli utilizzi, civili o industriali.

Bonus energia elettrica e gas, raddoppia il contributo per il fringe benefit

Infine, il provvedimento del governo ha previsto l’estensione dei contributi per le bollette esenti fino a 516,46 euro. Si tratta del raddoppio, da 258,23 euro, del valore di esenzione del fringe benefit. Il tetto maggiorato, già utilizzato nei due precedenti anni per l’emergenza Covid, mira nel 2022 a elevare il limite sulle iniziative prese dalle aziende per favorire i propri dipendenti nel pagare le bollette più care di energia elettrica e gas.

 

Sulle bollette di luce e gas arrivano i rimborsi a queste famiglie calcolati da gennaio 2022

Senza dubbio l’argomento è assai caldo perché si tratta di un capitolo di spesa importante per le famiglie italiane. Naturalmente sono le bollette dell’energia elettrica e del gas questa spesata che riguarda gli italiani. Ed è argomento caldo perché sono stati mesi di rincari record quelli fatto registrare in Italia tre fine 2021 e primi mesi del 2022. Rincari che adesso il governo ha deciso di sostenere. Potenziando il bonus sociale e donandogli un effetto retroattivo per i contribuenti distratti.

Bollette luce e gas, arrivano proroghe per il bonus sociale ma non solo

Grazie al nuovo decreto emergenziale del governo, ribattezzato immediatamente DL Aiuti, buone nuove arrivano per i contribuenti italiani. Infatti con il via libera del decreto da parte del Consiglio dei Ministri, arrivano nuove agevolazioni anche in materia di bollette energetiche. Gli sconti per le famiglie bisognose vengono così estesi anche al terzo trimestre dell’anno. Una proroga importante che guarda al futuro e che serve per continuare a detonare per le famiglie, il grave rincaro che hanno subito. Ma non basta, perché la misura si rivolge anche indietro.

Infatti per gli utenti più distratti ecco la novità principale, che è quella del bonus sociale retroattivo. Un modo per venire incontro a chi ha dimenticato di effettuare quegli adempimenti utili al bonus o che hanno incontrato difficoltà nel farlo.

Cosa cambia per il bonus sociale adesso

Ricapitolando, ecco che per contenere gli aumenti delle bollette il governo ha ben deciso di dare manforte alle famiglie. Come? Con l’estensione e potenziamento del bonus sociale. Misura di fatto estesa anche al terzo trimestre del 2022. Ma anche con la disposizione di retroattività. Una novità quest’ultima che è una autentica panacea per chi, a prescindere dalla ragione,  non ha fatto in tempo a presentare l’attestazione necessaria per rientrare nel bonus. Chi ha pagato troppo da gennaio, otterrà la restituzione delle cifre in più pagate. Le modalità sono sempre le stesse, cioè tramite sconti sulle bollette successive.

Perchè fare per bene l’Isee è sempre la cosa fondamentale anche per il bonus bollette

Chi non ha fatto in tempo ad ottenere l’Isee, cioè non ha provveduto a presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) per ottenere la certificazione dell’indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee), adesso potrà provvedervi. Infatti occorre ricordare che il bonus sociale è una misura che riguarda le famiglie in condizioni reddituali precarie. E per la verifica di questa precarietà, non c’è altra strada che non porti all’Isee.

Ma oltre a chi non ha proprio provveduto a presentare la dichiarazione, ci sono anche quelli che per qualsiasi ragione non l’hanno ottenuta valida. Chi ha un Isee con anomalie infatti equivale a chi non lo ha proprio. Controllare la bontà della dichiarazione è strettamente necessario per poter ottenere il bonus sociale. Va ricordato anche che il tetto Isee per poter chiedere l’agevolazione è stato innalzato da 8.265 euro a 12mila euro. Pertanto, chiunque ha un Isee in corso di validità che rientra in quella soglia, può ottenere l’agevolazione che riduce e di molto il corrispettivo da versare per le bollette di luce e gas.

Caro bollette, tutti gli interventi a sostegno delle imprese

L’aumento dei prezzi energetici e il caro bollette sono al centro delle misure di sostegno delle imprese del decreto legge numero 21 del 2022, cosiddetto decreto “Energia”. Gli aiuti contemplano la  defiscalizzazione delle spese per l’energia elettrica e per il gas mediante riconoscimento di bonus fiscali e il sostegno all’autotrasporto. Fa parte del pacchetto anche la possibilità di rateizzare le bollette di maggio e giugno prossimo. Il decreto legge è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2022, la numero 67.

Credito di imposta per l’acquisto di energia elettrica a favore delle imprese: in cosa consiste?

Una delle misure contenute nel decreto legge “Energia” è il bonus per il credito di imposta a favore delle imprese per le spese relative all’energia elettrica. Il bonus è pari al 12% dei costi sostenuti e va applicato ai costi del secondo trimestre del 2022 qualora il prezzo dell’energia elettrica, calcolato sulla media del primo trimestre del 2022, risulti aumentato del costo per kilowatt/ora di almeno il 30% rispetto al prezzo medio praticato al primo trimestre del 2019. Per beneficiare del credito di imposta le imprese devono essere dotate di contatori di energia elettrica di potenza pari o superiore ai 16,5 kilowatt.

Bonus per l’acquisto del gas, quando si applica il credito di imposta?

Sull’aumento dei costi del gas, il decreto “Energia” prevede un bonus consistente nel credito di imposta pari al 20%. Il calcolo deve essere fatto sul prezzo sostenuto nel primo trimestre del 2022 rispetto al medesimo periodo del 2019. Nel caso in cui i costi del gas abbiano subito un aumento superiore al 30%, l’impresa può utilizzare il credito di imposta sulle spese del gas relative al secondo trimestre del 2022.

Costi energia elettrica e gas, per le imprese energivore e gasivore aumentano i crediti di imposta

Per le imprese gasivore ed energivore, il decreto “Energia” aumenta la percentuale di credito di imposta riconosciuto per le spese di gas ed energia elettrica rispetto ai precedenti provvedimenti. Infatti, il credito di imposta delle imprese energivore aumenta dal 20% al 25%. Per le imprese a forte consumo di gas naturale la percentuale del bonus si incrementa dal 15% al 20%.

Bonus all’autotrasporto, in cosa consistono gli aiuti alle imprese?

Per il sostegno all’autotrasporto il governo ha previsto varie misure. Innanzitutto la clausola di adeguamento del corrispettivo. La formula prevede l’inserimento nei contratti relativi al trasporto della clausola di adeguamento dei corrispettivi per adeguarli agli aumenti dei costi dei carburanti. Quindi, nei contratti in forma scritta verrà inserita la clausola a favore dell’autotrasportatore di adeguare i corrispettivi nel caso in cui il costo dei carburanti aumenti di almeno il 2% rispetto al valore di riferimento immesso nel momento in cui si stipula il contratto.

Altre misure e bonus per il settore dell’autotrasporto

Inoltre, il governo ha stanziato per l’anno in corso 500 milioni di euro che andranno a favore di un fondo per calmierare i prezzi dei carburanti. Si prevede, inoltre, il rifinanziamento dei contributi per incentivare il trasporto delle merci tramite le ferrovie e via mare. Si procedere con lo stanziamento di 20 milioni di euro per ridurre i costi dei pedaggi autostradali e per dedurre forfettariamente le spese non documentate. Infine, per l’anno in corso le imprese di trasporto merci per conto terzi possono beneficiare dell’esonero del versamento dei contributi all’Autorità di regolazione dei trasporti.

Imprese, bollette energia elettrica a rate: in cosa consiste il bonus?

Sulle bollette di energia elettrica e di gas, il decreto “Energia” prevede la possibilità di rateizzare il costo dei consumi in 24 rate mensili. La rateizzazione può essere fatta su richiesta sui costi relativi ai mesi di maggio e giugno prossimi.

 

 

Cessioni dei crediti su bonus energia fino a tre operazioni per tutto il 2022

Si potranno fare fino a tre operazioni di cessione dei crediti di imposta sui bonus energia elettrica e gas naturale entro tutto il 2022. Ma servirà il visto di conformità. Nella Gazzetta ufficiale del 21 marzo scorso è stato pubblicato il decreto legge “Energia” (il decreto legge numero 21 del 2022) sui bonus per le imprese energivore e gasivore, ma anche per tutte le altre imprese che acquistano gas naturale o energia elettrica o a forte consumo di energia elettrica. Tutte le imprese devono aver subito un aumento dei costi di almeno il 30%. Oltre alla possibilità di detrazione diretta del bonus in compensazione, c’è la possibilità di far girare la moneta fiscale ma entro determinate regole.

Imprese energivore, quale credito di imposta matura sull’acquisto di energia elettrica ed energia?

Gli articoli 5 e 9 del decreto legge numero 21 del 2022 disciplinano il bonus sull’energia elettrica delle imprese energivore. Il credito di imposta è riconosciuto per un incremento del costo dell’energia elettrica per kilowattora del primo trimestre del 2022 di oltre il 30% rispetto a quello medio dei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2019. In queste condizioni, viene riconosciuto un credito di imposta del 25% sulla spesa sostenuta nel secondo trimestre del 2022, da usare in ogni modo entro il 31 dicembre 2022. Il credito di imposta è cedibile e cumulabile con altre agevolazioni relative alle specifiche spese purché il cumulo non ecceda il costo complessivo.

Imprese gasivore, quale bonus per il costo di acquisto del gas?

Per le imprese gasivore occorre far riferimento agli stessi articoli (5 e 9) del decreto legge numero 21 del 2022. In particolare, per beneficiare del credito di imposta, è necessario aver subito l’incremento di non meno del 30% del prezzo medio del gas nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019. A queste condizioni, il credito di imposta è pari al 20% sul costo sostenuto nel secondo trimestre del 2022, da utilizzare comunque entro il 31 dicembre 2022. Il bonus si può cedere e cumulare.

Imprese che acquistano energia elettrica: credito di imposta del 12% sulla spesa

Per le imprese che acquista energia elettrica è necessario far riferimento all’articolo 3 del decreto legge numero 21 del 2022. Si tratta di imprese che hanno in dotazione i contatori dell’energia elettrica di portata pari o superiore ai 16,5 kilowatt. Se l’incremento del costo dell’energia elettrica nel primo trimestre del 2022 risulta eccedente rispetto al prezzo a kilowatt dello stesso periodo del 2019, le imprese hanno diritto al bonus del 12% della spesa sostenuta. Il credito di imposta si può utilizzare per le spese sostenute nel secondo trimestre del 2022 e, in ogni modo, non oltre il 31 dicembre prossimo per la cessione del relativo credito. Il bonus si può cumulare e cedere.

Credito di imposta per le imprese che acquistano gas naturale: la percentuale è del 20%

Per le imprese che acquistano gas naturale il credito di imposta è pari al 20%. L’articolo di riferimento è il numero 4 del decreto legge numero 21 del 2022. In particolare si tratta di imprese che hanno subito un incremento del costo del gas naturale nei primi tre mesi del 2022 di almeno il 30% rispetto al prezzo praticato nel primo trimestre del 2019. Il credito di imposta si può utilizzare sulla spesa di gas naturale del secondo trimestre dell’anno e comunque non oltre il 31 dicembre 2022. Il bonus risulta cedibile e cumulabile.

Imprese a forte consumo di energia elettrica secondo il decreto legge numero 4 del 2022: quale credito di imposta?

Infine, l’articolo 15 del decreto legge numero 4 del 2022 disciplina le imprese a forte consumo di energia elettrica (energivore). Anche in questo caso, le imprese devono aver subito un aumento del costo del kilowatt per ora del 30% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Il credito di imposta risulta pari al 20% delle spese sostenute nel primo trimestre del 2022. Si può cedere o cumulare il bonus.

Bonus energia elettrica e gas, come si può cedere il credito di imposta?

Per i crediti di imposta derivanti dal bonus energia elettrica e gas naturale, alle condizioni previste dalle norme dei decreti legge, c’è la possibilità di cessione. Questa operazione è stata uniformata per tutti i crediti di imposta, anche non derivanti dai bonus energia. La disciplina risulta, dunque, uniformata a quella dei crediti di imposta per i bonus edilizi e Covid. Ne consegue che le operazioni di cessioni dei crediti di imposta possono essere in numero massimo di tre. La cessione deve avvenire per l’intero importo. Il decreto legge 21 del 2022 precisa, inoltre, che la prima cessione è libera e può essere effettuata a qualsiasi tipo di soggetto, incluse le banche e gli altri intermediari finanziari.

Seconda e terza cessione del credito di imposta sui bonus energia elettrica e gas naturale: ecco i vincoli

Le novità insistono, invece, sulla seconda e sulla terza cessione del credito di imposta legato al bonus per l’energia elettrica e per il gas naturale. Infatti, le ulteriori ed eventuali cessioni devono essere effettuate a favore solo di banche e di intermediari finanziari riconosciuti dall’albo dell’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. Sono comprese anche le società appartenenti a gruppi bancari iscritti all’albo secondo quanto prevede l’articolo 64 del Testo unico bancario. Risultano esclusi tutti gli altri soggetti, pertanto, nella seconda e nella terza cessione del credito di imposta. Le operazioni, in ogni modo, non possono andare oltre il 31 dicembre 2022.

Visto di conformità occorrente per la cessione del credito di imposta su energia elettrica e gas: come e a chi si richiede?

Propedeutico alla cessione del credito di imposta sul bonus energia elettrica e gas naturale è il visto di conformità delle spese. Più nel dettaglio, l’adempimento risulta essere soddisfatto nel momento in cui si forniscono i dati inerenti la documentazione che attesti la sussistenza dei requisiti che sono alla base del credito di imposta stesso. Per ottenere il visto di conformità delle spese è necessario rivolgersi:

  • ai dottori commercialisti o ai ragionieri;
  • periti commerciali e consulenti del lavoro;
  • ai responsabili dei Centri di assistenza fiscale (Caf).

Credito di imposta sui costi di energia elettrica e gas: ecco tutti gli incentivi per le imprese

Arrivano crediti di imposta per tutte le impresse per i consumi di energia elettrica e di gas. Gli aiuti, infatti, andranno sia a favore delle imprese energivore e gasivore che per tutte le altre imprese, anche per quelle che ne fanno un uso moderato. Sul credito di imposta è ammissibile la cessione del bonus ottenuto che va dal 12% al 25% per ridurre le spese per l’energia e il gas. Ma per la cessione dei crediti è necessario il visto di conformità. Le ultime novità arrivano dal decreto legge “Energia” che ha alzato le percentuali di credito di imposta dei precedenti provvedimenti.

Credito di imposta dal 12% al 25% sulle spese per l’energia elettrica o per il gas

Il credito di imposta andrà dal 12% al 25% sui costi dell’energia o del gas da calcolare a seconda delle imprese beneficiarie. L’ultimo provvedimento, in ordine di tempo, il decreto legge numero 21 cosiddetto “decreto Energia” del 21 marzo 2022, contiene infatti disposizioni urgenti per contrastare gli effetti derivanti dalla crisi in Ucraina. Aiuti sono previsti per le imprese che utilizzino in larga scala energia elettrica e gas naturale, ma anche alle altre imprese che ne facciano un uso più moderato.

Credito di imposta del 12% per le imprese non energivore

Tra queste ultime, le imprese non energivore potranno beneficiare del credito di imposta del 12% sulle spese per l’energia elettrica. Si tratta di imprese che abbiano dei contatori di energia di potenza almeno pari a 16,5 kilowatt. In altre parole non devono essere le imprese individuate dal decreto ministeriale del 21 dicembre 2017. Per beneficiare del credito di imposta è necessario predisporre le fatture di acquisto che testimonino il sostenimento dei relativi costi. Per ottenere il bonus, consistente nel credito di imposta, le imprese nel primo trimestre del 2022 devono aver subito un aumento dei costi per kilowatt/ora eccedente il 30% rispetto al prezzo medio sostenuto nei primi tre mesi del 2019.

Bonus per le imprese non gasivore, come determinare il credito di imposta?

Per le imprese che non abbiano forti consumi di gas naturale il credito di imposta è nella misura del 20% sul costo di acquisto del gas impiegato come fonte energetica, purché non si tratti di usi termoelettrici. Le imprese beneficiarie sono quelle individuate dall’articolo 5 del decreto legge numero 17 del 1° marzo 2022. Anche in questo caso, l’incremento di costo per il gas naturale deve essere eccedente il 30% nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019. La media dei prezzi è calcolata sulle informazioni fornite dal Mercato infragiornaliero (MiGas). I prezzi vengono pubblicati dal Gestore dei mercati energetici (Gme).

Come utilizzare il credito di imposta sui costi del gas naturale?

Il credito di imposta riconosciuto alle imprese per l’aumento dei costi del gas naturale può essere utilizzato solo in compensazione. Lo stesso bonus può essere anche cumulato con altre agevolazione applicate i medesimi costi. Tuttavia, l’ammontare delle agevolazioni non deve eccedere l’ammontare totale del costo. Inoltre, il credito di imposta sul gas non concorre a formare il reddito dell’impresa e nemmeno alla base imponibile dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive).

Credito di imposta per le imprese energivore e gasivore: quale bonus viene applicato per il risparmio sulla fattura?

Per le imprese energivore e gasivore il decreto legge “Energia” ha provveduto ad aumentare la percentuale del credito di imposta da riconoscere. Infatti, sia per l’energia elettrica che per il gas, il bonus era già previsto dal decreto legge numero 17 del 2022 che stabiliva, rispettivamente, percentuali di credito di imposta pari al 20% e al 15%. Con il nuovo decreto numero 21 del 2022, le percentuali di credito di imposta sui costi dell’energia elettrica e del gas, per le imprese che ne facciano largo uso, sono aumentate di cinque punti percentuali. Pertanto, i nuovi crediti di imposta sono pari al 25% per l’energia elettrica e al 20% per i costi del gas.

Imprese che fanno largo utilizzo di energia elettrica e di gas, come verificare che spetti il credito di imposta?

Per la richiesta del credito di imposta è necessario che le imprese che fanno largo uso di energia elettrica abbiano subito incrementi di costi superiori al 30%. La percentuale deve essere confermata dal raffronto tra la media dei consumi del primo trimestre di quest’anno con quella del 2019. Le imprese del gas dovranno procedere con il confronto dei prezzi medi del gas tra il primo trimestre di quest’anno e quello del 2019.

Come utilizzare il credito di imposta delle spese di gas ed energia elettrica per le imprese che ne fanno largo uso?

Il credito di imposta derivante dall’aumento del costo dell’energia elettrica e del gas naturale, per le imprese che ne facciano largo utilizzo, è cumulabile con altre agevolazioni inerenti gli stessi costi. L’utilizzo può essere fatto a decorrere dal secondo trimestre del 2022 e fino al 31 dicembre prossimo e può avvenire in compensazione. Il bonus non concorre alla formazione del reddito di impresa e alla base imponibile ai fini dell’Irap.

Come cedere il credito di imposta accumulato grazie al bonus sui costi dell’energia elettrica e del gas?

Le imprese energivore e gasivore possono anche cedere il credito di imposta accumulato sugli aumentati costi dell’energia elettrica e del gas. La cessione può avvenire per l’intero importo del bonus ad altri soggetti quali banche e intermediari finanziari. Lo prevede l’articolo 9 del decreto legge “Energia” che allarga la possibilità di cessione del credito di imposta anche alle imprese agevolate richiamate dall’articolo 15 del decreto legge numero 4 del 27 gennaio 2022.

Cessione del credito di imposta, dopo la prima solo a banche e intermediari finanziari abilitati

Dopo la prima cessione, vi è la facoltà di ulteriori due cessioni, purché effettuate nei confronti di istituti bancari e di intermediari finanziati abilitati secondo quanto prevede l’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia.

Bonus energia elettrica e gas delle imprese, per la cessione del credito di imposta è necessario il visto di conformità

Per la cessione dei crediti di imposta relativi al bonus per l’energia elettrica e il gas, le imprese dovranno adempiere al visto di conformità. In particolare, l’adempimento riguarda i dati inerenti la documentazione che attesti la presenza dei requisiti che danno diritto al credito di imposta. Tale documentazione deve essere rilasciata dai responsabili dell’assistenza fiscale. In ogni caso, maggiori specifiche della cessione del credito di imposta e dei visti di conformità sono attesi da un nuovo provvedimento dell’Agenzia delle entrate. Il provvedimento arriverà entro i 30 giorni susseguenti all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso.

Bonus bollette luce e gas famiglie, l’Isee passa a 12mila euro

Passa da 8.265 euro a 12 mila euro l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) per la richiesta del bonus sulle bollette dell’energia elettrica e del gas delle famiglie. La misura, contenuta nell’articolo 6 del decreto legge numero 21 del 2022 (decreto legge “Energia”), consentirà di ampliare il numero delle famiglie che beneficeranno dei bonus sociali per il pagamento delle bollette a debito a partire dal 1° aprile fino alla fine dell’anno. Le risorse messe a disposizione delle famiglie in difficoltà sono pari a 102,8 milioni di euro.

Quante famiglie beneficeranno del bonus sulle bollette del gas e dell’energia elettrica con l’aumento dell’Isee?

Con la misura di aumento dell’Isee porterà il numero delle famiglie beneficiarie degli aiuti sulle bollette del gas e dell’energia elettrica da 3,8 a 5 milioni di nuclei. La revisione del limite dell’Isee ha come obiettivo quello di sterilizzare gli aumenti delle bollette in conseguenza degli avvenimenti in Ucraina. L’aiuto sulle bollette energetiche delle famiglie è già operative grazie al decreto legge numero 17 del 2022 per le spese di fornitura del secondo trimestre di quest’anno. A queste famiglie si aggiungeranno quelle del decreto legge “Energia”.

Famiglie beneficiarie degli sconti sulle bollette del gas e dell’elettricità: anche i percettori di reddito o pensione di cittadinanza

Grazie agli aiuti sulle bollette del gas e dell’energia elettrica la riduzione media del costo di fornitura scende del 30%. A beneficiarne sono le famiglie che si trovano in condizione di disagio economico, sociale e fisico, o con Isee (attuale) entro gli 8.265 euro. L’Isee da considerare arriva fino a 20 mila euro per le famiglie che abbiano oltre tre figli a carico. Rientrano negli sconti anche i percettori delle pensioni di cittadinanza o del reddito di cittadinanza. Infine possono ottenere gli sconti anche le famiglie che abbiano componenti affetti da gravi malattie tali da rendere necessario l’utilizzo di macchinari e di apparecchiature mediche salvavita. Lo sconto viene applicato solo dopo presentazione della relativa domanda.

Come si ottiene lo sconto sulle bollette della luce e del gas?

Alle famiglie che beneficiano del bonus sulla luce e del gas lo sconto arriva direttamente sulla bolletta. Il meccanismo è reso possibile dallo scambio di informazione tra l’Inps e Acquirente unico, sulla base dei dati inseriti nella Dichiarazione unica sostitutiva (Dsu) che consente di calcolare l’Isee del nucleo familiare. Per le famiglie che debbano presentare domanda del bonus sulle bollette energetiche risulta, pertanto, indispensabile avere un Isee aggiornato.

Presentazione della domanda per ottenere lo sconto sulle bollette di luce e gas: come fare?

Alla presentazione dell’Isee si dovrà aspettare all’incirca un mese affinché vengano svolte tutte le opportune verifiche. Il riconoscimento dello sconto avviene alla prima bolletta utile dopo tutte le verifiche. Dunque, a seconda della periodicità delle fatture energetiche, possono passare anche quattro o cinque mesi dalla presentazione della Dichiarazione unica sostitutiva per vedersi accreditare gli sconti. Successivamente alla pratica le famiglie otterranno lo sconto direttamente sulla bolletta energetica.

Quali sono gli sconti del bonus energia elettrica e gas in bolletta di chi ne ha i requisiti?

Chi ha i requisiti per poter ottenere il bonus nelle bollette dell’energia elettrica potrebbe ottenere i seguenti sconti:

  • da 165,60 euro per famiglie di una o di due persone;
  • a 235,80 euro per famiglie di oltre quattro componenti.

Il bonus sulle bollette dell’elettricità per le condizioni di salute, invece, non dipende dalla numerosità del nucleo familiare, ma dall’extra consumo. Il consumo standard è corrispondente a 2700 kilowatt per ora all’anno. Per il primo trimestre varia da 90 a 277 euro per i mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. Per le bollette del gas, il valore minimo è pari a 62,10 euro; quello massimo arriva a 816,30 euro.

Bonus energia elettrica e gas, gli importi alle famiglie in difficoltà e con reddito di cittadinanza

Bonus per il caro bollette di energia elettrica e gas sono a vantaggio delle famiglie in difficoltà, con redditi medi e bassi o con malati all’interno del nucleo. In più, le misure vanno a favore anche dei percettori del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza. Tra le famiglie beneficiarie dei provvedimenti del governo per contrastare il caro bollette rientrano quelle con un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) sotto un determinato reddito. Ma per le famiglie più numerose la soglia di Isee sale fino ai 20 mila euro.

Caro bollette luce e gas, quali risorse a favore delle famiglie in difficoltà e ai percettori del reddito di cittadinanza?

In tutto il governo ha stanziato ulteriori 400 milioni di euro per contrastare gli effetti sulle famiglie a reddito medio-basso e ai percettori del reddito di cittadinanza del caro bollette dell’energia elettrica e del gas. Sono le risorse previste dal decreto legge numero 17 del 022 che, all’articolo 3, dispone, anche per il secondo trimestre 2022, che le agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati e ai clienti in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale (cosiddetto bonus sociale elettricità e gas e bonus disagio fisico elettricità) siano rideterminate dall’Arera in modo da minimizzare gli incrementi della spesa per la fornitura, fino a concorrenza dell’importo di 400 milioni di euro.

Quanti e quali saranno i beneficiari dei bonus per il caro bollette di energia elettrica e del gas?

I bonus per il caro bollette andranno, secondo le stime, a favore di oltre 3 milioni di famiglie per quanto concerne l’energia elettrica, e di oltre 2 milioni per l’erogazione del gas. Le famiglie beneficiarie della misura sono quelle con un Isee non superiore a 8.265 euro all’anno. L’Isee sale a 20 mila euro se nella famiglie sono a carico più di tre figli. I bonus per il caro bollette vanno a vantaggio anche dei percettori della pensione di cittadinanza o del reddito di cittadinanza.

Come avviene l’erogazione del bonus energia elettrica e gas ai redditi bassi e percettori di reddito e pensione di cittadinanza?

Le famiglie beneficiare del bonus per l’energia elettrica e per il gas, da luglio 2021, percepiscono direttamente l’accredito nella bolletta mediante lo scambio di informazioni tra l’Inps e Acquirente unico. Del bonus ne beneficia anche chi ha condizioni di salute precarie che comportano l’utilizzo, nella propria abitazione, di apparecchiature elettromedicali. Ad esempio, chi utilizza per ragioni di salute di sollevatori, di materassi antidecubito, di carrozzine elettriche, di macchine per l’emodialisi, di ventilatori polmonari. Tuttavia, in questo caso, il bonus è riconosciuto in seguito alla presentazione della domanda.

Quante risorse sono state stanziate per il bonus energia elettrica e gas a favore delle famiglie in difficoltà?

Il bonus sul caro bollette dell’energia elettrica e del gas è stato attuato quindi già con il decreto legge numero 130 del 2021. I consumi abbonati sono relativi al terzo trimestre del 2021. Le risorse stanziate sono pari a 450 milioni di euro. Con la legge di Bilancio 2022 il bonus è stato esteso al primo trimestre di quest’anno (risorse per 912 milioni di euro).

Come presentare domanda per ottenere il bonus nelle bollette di dell’energia elettrica e del gas?

Per ottenere il bonus in caso di difficoltà nel pagamento delle bollette della luce e del gas è indispensabile ottenere l’Isee. Chi pertanto non avesse ancora l’Isee aggiornato è bene che provveda per poter poi far svolgere le verifiche sulle bollette. Tali verifiche richiedono circa un mese di tempo, per un totale dall’invio dell’istanza che può arrivare anche a quattro o cinque mesi dalla presentazione della Dichiarazione unica sostitutiva, dalla quale deriva l’Isee, al primo sconto nelle relative bollette. Successivamente alla pratica, dunque, alle famiglie con i requisiti, verrà riconosciuta l’agevolazione direttamente nella prima bolletta utile.

Quali sono gli importi dei bonus energia elettrica e gas nelle bollette di chi ne ha i requisiti?

Chi ha i requisiti per poter ottenere gli sconti nelle bollette della luce potrebbe ottenere i seguenti bonus:

  • da 165,60 euro per famiglie di una o di due persone;
  • a 235,80 euro per famiglie di oltre quattro componenti.

Il bonus sulle bollette dell’elettricità per le condizioni di salute, invece, non dipende dal numero di componenti del nucleo familiare ma dall’extra consumo. Il consumo standard è pari a 2700 kilowatt per ora all’anno. Per il primo trimestre varia da 90 a 277 euro per i mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. Per le bollette del gas, il valore minimo è pari a 62,10 euro; quello massimo arriva a 816,30 euro.

Bollette, in arrivo nuovo decreto: sconti e bonus per imprese e famiglie

Potrebbe arrivare la prossima settimana il nuovo decreto del governo per il caro bollette energetiche. Si tratterebbe di un nuovo pacchetto di misure che andrebbe a favore delle famiglie e delle imprese. Il Consiglio dei ministri si riunirà la prossima settimana per valutare le varie ipotesi di aiuti concreti a chi ha un Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) entro un certo limite. E alle imprese, molte delle quali stanno pagando a caro prezzo il rincaro dell’energia elettrica.

Mario Draghi sul nuovo decreto in arrivo per contenere i costi delle bollette di energia elettrica

Ad annunciare la possibilità di un nuovo provvedimento del governo per il caro bollette è stato lo stesso Mario Draghi, in occasione della visita ai cantieri di Genova per il Terzo valico dei Giovi-Nodo di Genova del 9 febbraio. Il presidente del Consiglio si è detto ottimista per un nuovo intervento atto a ridurre i costi delle bollette dell’energia elettrica. L’intervento annunciato da Draghi sarebbe di “ampia portata” e andrebbe a favore delle imprese e delle famiglie, anche se ad oggi si fanno solo delle ipotesi su chi potrà beneficiare degli aiuti.

Bonus bollette energia elettrica, a chi potrebbe andare?

Qualche certezza in più si ha sulle risorse che il governo metterà in campo per gli aiuti alle imprese e alle famiglie sul caro bollette. Si tratterebbe di una cifra tra i 5 e i 7 miliardi di euro che andrebbero a raddoppiare le risorse, pari a 5,5 miliardi di euro, già stanziate per il 2022. Il provvedimento dovrebbe intervenire “su più fronti”, perché il caro bollette dell’energia elettrica riguarda vari soggetti. “Sia le famiglie, soprattutto le più deboli, che le imprese e gli enti territoriali”, ha affermato Cecilia Guerra, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze ed esponente di Leu.

Bonus bollette, l’attuale misura a favore delle famiglie con basso Isee e percettori di reddito e pensione di cittadinanza

Il decreto che verrà emanato dal governo, dunque, rafforzerà le misure in essere sui bonus sociali. Si tratta di misure già adottate con precedenti provvedimenti che assicurano uno sconto nella bolletta per famiglie per lo più disagiate dal punto di vista fisico ed economico. Gli sconti sono applicabili sia alla bolletta dell’energia elettrica che a quella del gas. Il beneficio attuale va a vantaggio delle famiglie che abbiano un Isee non superiore a 8.265 euro; l’Isee ammesso si innalza fino a 20 mila euro per le famiglie che abbiano almeno quattro figli a carico. A beneficiare dello sconto anche i percettori del reddito di cittadinanza o delle pensioni di cittadinanza. La misura attualmente assicura lo sconto a 3 milioni di famiglie per le bollette di energia elettrica. Sono 2,5 milioni le famiglie che beneficiano degli sconti sulle bollette del gas.

Bonus bollette energia elettrica per le imprese, sconti in cambio di energia sostenibile

Più complesso è il discorso sui bonus sul caro bollette dell’energia elettrica a favore delle imprese. Queste ultime vorrebbero un segnale forte dal governo che, tuttavia, starebbe valutando l’ipotesi di una sorta di scambio di energia elettrica “tradizionale” verso una più sostenibile. Si tratterebbe, secondo le ipotesi fatte negli ultimi giorni, di barattare il trasferimento di energia elettrica rinnovabile per 25 terawattora ai settori industriali che si trovano in difficoltà a costi calmierati. I settori industriali, tuttavia, dovrebbero impegnarsi a investire in energie fotovoltaiche (per 12 gigawatt) ed eoliche (per 5 gigawatt).

Caro bollette del gas, ecco quali sono gli obiettivi per il risparmio energetico delle imprese

Il bonus sul caro bollette di energia elettrica, dunque, sarebbe un discorso più a lungo termine, con investimenti massicci nelle energie alternative e condivisione, partendo dai settori industriali, degli obiettivi del Green Deal europeo e della decarbonizzazione. L’investimento del governo per il biennio 2022-2023 in questa direzione sarebbe di 3 miliardi di euro. Diverso è il discorso per il settore del gas. Infatti, a fronte di investimenti governativi di 1,5 miliardi di euro per il 2022, si cercherebbe di incrementare la produzione nazionale di gas. L’obiettivo è quello di produrre 3 miliardi di metri cubi all’anno.