Bando Inps corso di lingue in Italia: come partecipare e bando

Tutti sanno quanto sia importante per gli studenti avere le certificazioni di conoscenza di lingue straniere e proprio per questo l’Inps mette a disposizione borse di studio per poter accedere a corsi con costi parzialmente coperti dall’Inps. Ecco chi può presentare domanda e i termini per partecipare.

Bando Inps “Corso di lingue in Italia”: a chi è rivolto

Il bando di concorso finalizzato all’ottenimento di borse di studio per corsi di lingue in Italia è rivolto a studenti che nell’anno scolastico 2021-2022 abbiano frequentato gli ultimi 2 anni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado. Si rivolge a figli dei dipendenti pubblici, orfani di dipendenti pubblici e figli di pensionati iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e pensionati utenti della Gestione Dipendenti Pubblici. Coloro che sono ammessi potranno fruire di corsi di lingue extracurriculari da svolgere al di fuori dell’orario scolastico, finalizzati ad ottenere la certificazione (diploma linguistico) del livello di conoscenza
della lingua A2, B1, B2, C1, C2 secondo il Quadro Europeo di riferimento (CEFR), rilasciato dai competenti Enti certificatori.

Il corso dovrà svolgersi nel periodo intercorrente tra settembre 2022 e giugno 2023, dovrà avere una durata minima di 4 mesi e 60 ore di 60 minuti e potrà svolgersi in modalità online o sincrona.

Come sono divise le borse di studio “Corso di lingue in Italia”

Le borse di studio riconosciute dall’Inps sono 6.100 così suddivise:

  • 600 borse di studio per i ragazzi che frequentano le classi quarta e quinta della scuola primaria;
  • 2.000 borse di studio per i ragazzi che frequentano le classi seconda e terza media (scuola secondaria di primo grado);
  • 3.500 per i ragazzi che frequentano gli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado.

L’importo massimo per ciascuna borsa di studio è di 800 euro.

Incompatibilità

Per poter beneficiare della borsa di studio è necessario che lo studente non abbia già fruito nel medesimo anno di altre provvidenze erogate dall’Inps o da altre istituzioni pubbliche o private in Italia o all’estero di valore superiore al 50 % dell’importo della borsa di studio messa a concorso.

La borsa di studio è incompatibile con i seguenti bandi Inps:

  • corso di lingua all’estero, corso di lingue in Italia che consentano di ottenere la stessa tipologia di certificazione;
  • programma Itaca 2021-2022;
  • programma Itaca 2022-2023.

Come partecipare al bando Inps: Corso di lingue in Italia

Per iscriversi è necessario preliminarmente essere inseriti nella banca dati dell’INPS. Per fare questo occorre scaricare dal sito Inps il Modulo AS150, lo stesso deve essere compilato e consegnato alla sede provinciale INPS competente per territorio. La consegna può avvenire a mano, tramite PEC dopo aver scannerizzato il modulo. In alternativa può essere utilizzata una casella di posta elettronica ordinaria, ma in questo caso deve essere allegata anche la copia digitalizzata di un documento di riconoscimento. Infine, si può usare il fax o la raccomandata con ricevuta di ritorno.

Per comodità alleghiamo qui il modulo AS150 AS150_RichiestaIscrizioneInBancaDati

Eseguita questa operazione preliminare ( deve essere eseguita una sola volta e consente poi di presentare tutte le domande dell’INPS volte ad ottenere borse di studio), la domanda per la partecipazione al bando deve essere presentata telematicamente, nel caso in cui l’istante abbia più di un figlio deve proporre domanda per ognuno . Per accedere ai servizi è necessario avere un codice di identità digitale ( SPID, CIE o CNS). Occorre inoltre presentare il modello Isee.

Per trovare facilmente il bando e quindi accedere al servizio è necessario nello spazio cerca inserire “Corso di lingue in Italia”, selezionando la scheda prestazione “Corso di Lingue in Italia: borse di studio” . Una volta compilata l’istanza ( senza inserire il voto di religione) si dovranno attendere le graduatorie. La domanda può essere presentata dalle ore 12:00 del 20 luglio alle ore 12:00 del 1° settembre 2022. Le graduatorie saranno stilate entro il 28 settembre.

In allegato il bando di concorso per tutte le informazioni.

Bando__corso_di_lingue_in_italia_2022

 

 

Università: in arrivo 7500 borse di studio per dottorati a valere sul PNRR

Contrastare la fuga di cervelli è sempre stato un obiettivo importante per l’Italia, ma le misure messe in campo fino ad ora evidentemente non sono state abbastanza allettanti e ora, grazie alle risorse del PNRR, il Ministero dell’Università e della Ricerca ci prova con le borse di studio per dottorati. Saranno infatti finanziate 7.500 borse di studio.

Borse di studio per dottorati di ricerca: i settori interessati

Ad annunciare la disponibilità di 7.500 borse di studio per dottorato di ricerca è stata il Ministro per l’Università e la Ricerca Maria Cristina Messa che ha sottolineato che si tratta di una misura volta ad evitare la fuga dei cervelli ed attirare ricercatori italiani e stranieri nel nostro Paese. Questo anche con la consapevolezza che la ripresa economica dell’Italia passa per l’innovazione e non c’è innovazione senza ricerca.

La misura prevede uno stanziamento di 300 milioni di euro, questi andranno divisi in 3 fasce. La prima prevede 5.000 borse di studio dirottate a dottorati innovativi che rispondono alle esigenze delle imprese che richiedono competenze soprattutto scientifiche e tecnologiche. Ulteriori 1.000 borse di studio per dottorati saranno dirottate verso professionalità di cui ha bisogno la Pubblica Amministrazione, infine 1.200 borse di studio per dottorati di ricerca saranno destinate a settori di interesse per il PNRR.

L’obiettivo quindi è collocare i dottori di ricerca presso le imprese ad elevato valore scientifico. Proprio per questo tali percorsi di studio potrebbero risultare davvero molto interessanti per coloro che riescono a frequentarli.

Tra le misure di sostegno per il rientro dei cervelli in Italia vi è il regime di tassazione agevolato di cui abbiamo parlato nell’articolo: Rientro dei cervelli: agevolazioni fiscali fino a 11 anni dal rientro.

Chi potrà avvalersi dei fondi del PNRR per le borse di studio per dottorati?

Le risorse saranno destinate alle università, potranno avvalersene:

  • università statali;
  • università non statali legalmente riconosciute. In questa categoria rientrano anche le università telematiche;
  • gli istituti universitari a ordinamento speciale. In queste rientrano Gran Sasso Science Institute, la Scuola Imt Alti Studi Lucca, la Scuola Universitaria Superiore Iuss di Pavia, la Scuola Normale Superiore di Pisa, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste.

I fondi potranno essere utilizzati per potenziare dottorati già esistenti oppure per realizzare nuovi percorsi. Naturalmente le università potenzieranno l’offerta. Coloro che sono invece interessati ad ottenere la borsa di studio finanziata con i fondi PNRR dovranno attendere i bandi delle varie università e partecipare.

La tassazione delle borse di studio e come funziona

Per gli studenti italiani c’è un meccanismo di premialità che si chiama borsa di studio. A dire il vero le borse di studio non riguardano solo il merito scolastico ma anche particolari condizioni reddituali e di disagio delle famiglie degli studenti. Di borse di studio il sistema scolastico ed universitario italiano ne prevede a dismisura. CI sono quelle per merito. Poi ci sono quelle per particolari situazioni di disagio economico, reddituale e patrimoniale. E ci sono anche quelle per etnia. La borsa di studio può essere considerato una specie di finanziamento del percorso di studio di un determinato studente. Ma sono soldi su cui le famiglie dei beneficiari, pagano le tasse. Infatti si tratta di emolumenti assoggettati ad Irpef, ma secondo una metodologia particolare.

La tassazione delle borse di studio, come funziona?

3.000 euro per studenti universitari che presentano un progetto imprenditoriale innovativo

La borsa di studio è un premio in danaro che viene assegnato e liquidato direttamene  allo studente. E sono soldi che andrebbero dichiarati dal punto di vista fiscale. In questo caso li deve dichiarare direttamente lo studente se è indipendente economicamente, come tutti gli studenti lavoratori, o la sua famiglia se risulta a carico dei genitori. La borsa di studio in pratica va a sommarsi a tutti gli altri redditi prodotti da un nucleo familiare. La tassazione dei redditi in Italia dal momento che colpisce tutti i redditi prodotti, non può non riguardare anche le borse di studio.

I diversi tipi di borsa di studio

Come detto in premessa, la borsa di studio è a tutti gli effetti un reddito. Il distinguo da fare è relativo alle borse di studio per motivi di merito scolastico, che possono riguardare, a prescindere dalla situazione familiare, cioè sia per studenti meno abbienti che studenti più ricchi. E poi ci sono quelle destinate a chi ha problemi di natura economica. Il dubbio riguardo alla necessità di indicare nelle dichiarazioni dei redditi anche queste borse di studio non è certo raro a verificarsi per molti studenti.

È facile che una famiglia povera, che ha un figlio studente che riesce a prendere la borsa di studio, avrà necessità di attingere alle varie misure assistenziali dello Stato. E dal momento che oltre che la classica dichiarazione dei redditi, oggi è molto importante l’Indicatore della situazione  economica equivalente, cioè l’Isee, i dubbi aumentano. Tutto ciò che porta ad aumentare il reddito di una famiglia, ne aumenta anche l’Isee. E se per colpa della borsa di studio dichiarata nel 730 o nel modello Redditi PF si esce fuori da altre misure molto importanti per le famiglie?

Le borse di studio ai giorni nostri

Nulla di nuovo se si parla di borse di studio dal momento che è uno strumento che è richiamato anche dalla nostra carta costituzionale. La Costituzione della Repubblica infatti ha nel suo articolo 34 un richiamo anche alle borse di studio dal momento che si parla di garantire il diritto allo studio.

Oltre alla meritocrazia, e quindi al merito scolastico conta anche il garantire a tutti lo stesso diritto a studiare.  il reddito del nucleo familiare dello studente è importante. Perché la Costituzione parla chiaro prevedendo che “i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Un principio che anche se in maniera celata, richiama alla borsa di studio.

Ecco perché nel panorama normativo nostrano ne esistono tante. Ci sono quelle liquidate direttamente dagli Atenei, e ci sono quelle erogate istituti scolastici. E poi ci sono quelle erogate da Regioni, Comuni, Comunità Europea, Enti pubblici e Fondazioni. Essendo variegate, ogni Ente ed ogni Ateneo, oppure ogni istituto scolastico, stabilisce regole, requisiti e criteri per erogare questi premi.

Le borse di studio a livello di dichiarazione dei redditi

Come previsto dal Tuir (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), la borsa di studio rientra tra i redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente. E proprio in virtù della loro natura, si tratta di redditi assoggettati ad  Irpef. In base alle aliquote e agli scaglioni, si paga una determinata Imposta sul reddito delle persone fisiche. Ma essendo redditi simili o assimilati a quelli da lavoro dipendente o da pensione, anche le borse di studio godono di alcune agevolazioni. Parliamo naturalmente delle detrazioni.

Le tasse sui soldi percepiti dallo studente

Come per qualsiasi reddito da lavoro dipendente o da pensione, anche le borse di studio grazie alla detrazione, azzerano l’Irpef dovuta, sempre che non ci siano altri redditi che fanno cumulo con la stessa. Va detto che se per le pensioni percepite tutto l’anno o per un lavoro dipendente in pianta stabile, la detrazione è in godimento per tutti i 365 giorni dell’anno di imposta, per la borsa di studio tale detrazione è commisurata al periodo per il quale la borsa di studio è erogata. In pratica, se la borsa di studio non è erogata per l’intero anno di studio o anno accademico per esempio, la fruizione delle detrazioni non sarà riferita all’intero anno.

I chiarimenti necessari per fare le cose per bene sulla tassazione  Irpef

Il fatto che una borsa di studio senza altri redditi, grazie alle detrazioni non prevede versamento di Irpef dipende dal fatto che in genere la stessa è erogata allo studente, al netto della ritenuta d’acconto. Lo si evince chiaramente anche dalla CU (Certificazione Unica) che l’Ente erogatore o l’Università che la liquidano, rilasciano ad inizio anno per le borse di studio dell’anno precedente. Proprio come un qualsiasi altro reddito da lavoro o da pensione.

L’unico caso in cui andrebbe dovuta l’Irpef in più è quando per via della borsa di studio il reddito di un nucleo familiare sale e cambia scaglione di imposta. Va ricordato che alla luce della recente riforma del Fisco che ha cambiato gli scaglioni di imposta, le aliquote Irpef sono:

  • Fino a 15.000 euro il 23;
  • Oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro il 25%
  • Oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro il 35%
  • Sopra 50.000 euro il 43%.

È evidente che se per colpa della borsa di studio il reddito di una famiglia passa da 27.000 a 30.000, sui 2.000 euro di differenza tra i 28.000 del tetto del secondo scaglione ed i 30.000 del reddito familiare, occorrerà versare il 10% di Irpef a conguaglio.

Le detrazioni a rischio per via delle borse di studio

Va anche detto che ci sono particolari regole che determinano la permanenza a carico di un soggetto. Le detrazioni per familiari a carico restano ancora in vigore anche se nettamente di meno rispetto al passato dopo l’avvento dell’assegno unico. Per un figlio con 21 anni di età compiuti, essendo fuori dal perimetro dell’assegno unico, resta la detrazione, ma solo se non supera i 4.000 euro di reddito. Soglia che scende a 2.840,51 euro per chi ha più di 24 anni di età. Ciò significa che se per via della borsa di studio, essendo a tutti gli effetti un reddito, si superano quelle soglie, le detrazioni si perdono e se fruite, vanno restituite.

Isee, prestazioni agevolate e soggetti a carico

Lo stesso che accade con determinate prestazioni assistenziali. Infatti la borsa di studio va ad intaccare anche la componente reddituale dell’Isee. Al salire della quale, si può essere tagliati fuori da altre prestazioni. Basti pensare al reddito di cittadinanza per esempio. Anzi, il reddito di cittadinanza è un esempio concreto di quello che può accadere per via della borsa di studio. L’importo percepito dallo studente va ad essere detratto direttamente dalla cifra del sussidio che una famiglia percepisce.

Così una famiglia che prende 1.000 euro al mese di reddito di cittadinanza, cioè 12.000 euro all’anno, rischia di perdere 100 euro al mese. Infatti se il figlio ha preso 1.200 euro di borsa di studio, si troverà a percepire un reddito di cittadinanza di 900 euro al mese e non più di 1.000. Per colpa della borsa di studio si può andare oltre le soglie Isee che consentono di ottenere gli sconti sulle bollette per esempio. Oppure, restando nel campo del diritto allo studio, si può arrivare a non godere della tassazione agevolata per determinati limiti di reddito familiare.

Giovani, incentivi per l’assunzione

Finalmente arrivano notizie incoraggianti che riguardano il lavoro e, in particolare, i giovani in cerca di un impiego.
Il Governo, fin dalla sua costituzione, aveva manifestato la volontà di dare il via ad una serie di provvedimenti che favorissero l’assunzione a tempo indeterminato di giovani, la categoria più pesantemente colpita dalla crisi economica.

Ora è stata confermata la notizia di nuovi incentivi per le assunzioni di giovani lavoratori, come previsto dall’articolo 1 del decreto legge del 28 giugno scorso: gli incentivi saranno riconosciuti per le assunzioni avvenute a partire dal 7 agosto 2013, data di emanazione del decreto di riprogrammazione delle risorse del “Piano Azione Coesione”, e fino al 30 giugno 2015, subordinatamente alla verifica da parte dell’Inps della capienza delle risorse finanziarie.

Enrico Giovannini ha così introdotto il provvedimento: “L’incentivo è riconosciuto per le assunzioni di lavoratori di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che rientrino in una delle seguenti condizioni: siano privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale”. In totale per il Sud Italia sono stanziati 500 milioni e per il Centro-Nord 294 milioni.

Il Ministro del Lavoro ha inoltre specificato che questi incentivi permetteranno l’assunzione di almeno 100.000 giovani. Forse c’è una luce in fondo al tunnel.

Vera MORETTI

Da Unicredit, 44 borse di studio

E’ aperto anche agli studenti umbri il concorso indetto da Unicredit & Universities che offre 44 borse di studio per partecipare a tirocini retribuiti che si svolgeranno presso le sedi Unicredit site all’estero.

La Fondazione Unicredit & Universities è stata fondata nel 2009 per favorire studi ed iniziative che possano permettere di approfondire la conoscenza delle discipline bancarie, economiche e giuridiche tramite borse di studio negli stessi ambiti.

Per questo motivo è stato lanciato il concorso Unicredit Stage-abroad Exchange programme, che mette a disposizione borse di studio per lavorare presso una delle sedi Unicredit in: Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Romania, Russia, Serbia ed Ucraina.

L’importo mensile previsto dalla borsa di studio è di 700 euro per tutta la durata del tirocinio, oltre al rimborso delle spese di viaggio.
I tirocini avverranno tra giugno e settembre 2014.

Tra i requisiti in possesso dei candidati:

  • essere cittadini di uno dei Paesi in cui Unicredit è presente;
  • essere studente universitario iscritto agli ultimi anni di istruzione superiore in materie economiche, finanziarie, diritto o ingegneria gestionale;
  • avere buona conoscenza della lingua inglese;
  • possedere ottimi risultati accademici.

Per candidarsi, basta collegarsi al sito online della fondazione: Unicreditanduniversities.eu.

Vera MORETTI

Tremila tirocini per i Neet

 

E’ partito nei giorni scorsi il progetto Neet, al quale possono aderire le imprese per aderire all’iniziativa che prevede l’ avviamento di 3.000 tirocini aziendali che verranno retribuiti con una borsa di 500 euro mensili.

Si tratta di un progetto rivolto a coloro che, ad oggi, non frequentano scuole nè università, ma neanche hanno un’occupazione.

Aderire all’iniziativa è semplice: basta registrarsi al portale Cliclavoro nell’apposita sezione “Amva-Giovani Laureati Neet” e inserire le informazioni relative al tirocinio offerto, al fine di permettere ai giovani di candidarsi e poter esaminare i curricula via via presentati.

Il Ministero del Lavoro ha deciso così di intervenire in modo deciso per tentare di risolvere il problema della disoccupazione in Italia, specialmente nelle regioni dove trovare lavoro risulta ancora particolarmente ostico.
Vengono chiamati ad aderire i residenti in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, di età compresa tra i 24 e i 35 anni e in possesso di una laurea. Qui il fenomeno dei Neet è particolarmente grave: nel 2012 i giovani di 15-29 anni in questa condizione erano 1.098.759, pari al 35% di tutti i giovani di questa età in queste regioni.

Tremila giovani “Not in Education, Employment or Training” avranno l’opportunità di trovare un impiego, come ha spiegato Paolo Reboani, presidente di Italia Lavoro: “Come giustamente ha avuto modo di dire il ministro Carrozza, mai più a 25 anni anni senza aver fatto un giorno di lavoro: con Neet realizziamo un’operazione importante per il recupero di tanti giovani inattivi nel Mezzogiorno d’Italia, ma anche per noi una sorta di sperimentazione in vista degli interventi previsti da Youth Guarantee“.

Per favorire la mobilità territoriale, inoltre, con 200 tirocini si offrirà ai residenti di una delle regioni coinvolte dall’iniziativa la possiblità di lavorare in una realtà diversa, e in questo caso la borsa mensile sarà di 1.300 euro lordi.

Dalla nota di presentazione del progetto si legge: “Il progetto focalizza l’attenzione prevalentemente sui laureati in quegli ambiti disciplinari che comportano particolari difficoltà per l’inserimento nel mercato del lavoro. Sulla base dei dati Istat, si tratta dei seguenti gruppi disciplinari: geo-biologico, letterario, psicologico, giuridico, linguistico, agrario, politico-sociale“.

Vera MORETTI

Tre bandi destinati ai commercialisti

La Cassa di previdenza dei dottori commercialisti si appresta ad erogare quasi 500mila euro per borse di studio e contributi per spese sostenute in case di riposo.

Sono tre i bandi che il Consiglio di amministrazione ha approvato lo scorso 5 dicembre.

Il primo è per l’assegnazione di contributi per spese di ospitalità in case di riposo per anziani, indetto dalla Cnpadc.
Nel dettaglio, attribuisce dieci assegni a titolo di contributo per spese di ospitalità in case di riposo pubbliche o private per persone anziane relativamente al periodo 1/1/2012-31/12/2012, a favore dei titolari di trattamenti di pensioni erogati dalla Cassa, inclusi i coniugi superstiti titolari di pensione indiretta o di reversibilità.

Si tratta di:

  • quattro assegni per “l’anziano, cronico o lungodegente” di importo pari alla spesa sostenuta sino a concorrenza massima di 9 mila euro ciascuno;
  • sei assegni per “l’anziano, cronico o lungodegente non autosufficiente” di importo pari alla spesa sostenuta sino a concorrenza massima di 19 mila euro ciascuno.

Il secondo bando è per l’assegnazione di borse di studio a favore di dottori commercialisti che abbiano frequentato corsi universitari ed extra universitari di specializzazione, qualificazione e master nel corso del 2011.
Vengono assegnate otto borse di studio per frequentare corsi universitari ed extra-universitari di specializzazione, di qualificazione e per il conseguimento di qualificazioni specifiche dell’area delle professioni economico-finanziarie, master o simili, per complessivi 20 mila euro, a favore di dottori commercialisti.

Per beneficiarne occorre essere iscritti alla Cassa al 31 dicembre dell’anno precedente la richiesta del contributo, e almeno da tre anni compiuti prima di quello di inizio della frequenza al corso; non titolari di trattamenti pensionistici.

L’importo massimo delle borse di studio è di 2.500 euro ciascuna e, per potersele aggiudicare, bisogna appartenere a un nucleo familiare i cui componenti abbiano dichiarato nell’anno 2012 un reddito imponibile non superiore a:

  • 29.088,69 euro nel caso in cui il concorrente risulti essere unico componente del proprio nucleo familiare;
  • 38.397,07 euro nel caso in cui il concorrente risulti avere altri componenti nel proprio nucleo familiare. Spese scolastiche.

Il terzo stabilisce l’assegnazione di borse a favore di figli di dottori commercialisti per l’anno scolastico e accademico 2010/2011.
In questo ultimo caso, sono 130 borse di studio a figli di dottori commercialisti che nell’anno scolastico e accademico 2010/2011:

  • hanno conseguito il diploma di Istituto di istruzione secondaria di I grado (25 borse di studio);
  • hanno frequentato corsi di istruzione secondaria di II grado, fino al penultimo anno di corso, (55 borse di studio);
  • hanno conseguito il diploma ovvero superato gli esami di maturità previsti al termine dell’anno di corsi di istruzione secondaria di II grado (25 borse di studio);
  • hanno frequentato corsi universitari, nei limiti della relativa durata legale (n.25 borse di studio).

In totale, le risorse assegnate sono pari a 492.500 euro. Per tutti e tre i bandi la scadenza prevista è fissata al 28 febbraio 2013.
Gli importi delle borse sono, rispettivamente di: 1.500, 2 mila, 2.500 e 3.500 euro. Sono assegnate inoltre borse di studio fino a 20.500 euro complessivi, per figli di dottori commercialisti che nell’anno 2011: hanno frequentato regolarmente corsi universitari ed extra-universitari di specializzazione, di qualificazione, master, e simili.

Vera MORETTI

A Natale borse firmate? No, borse di studio

Il comparto della pelletteria è uno tra i più ricchi e vivaci per la piccola e media impresa italiana. Tenerlo attivo e creativo è interesse non solo del proprio settore, ma dell’intera economia del Paese. Ecco perché assume grande importanza l’iniziativa lanciata dall’Alta Scuola di Pelletteria Italiana (Aspi), che per Natale ha chiesto alle aziende associate di destinare al sostegno della formazione dei giovani, ovvero all’apprendimento e alla trasmissione di quel “saper fare” che costituisce la prima ricchezza del comparto della pelletteria di lusso, le risorse solitamente riservate agli omaggi natalizi.

L’appello di Karlheinz Hofer, presidente dell’Alta Scuola di Pelletteria Italiana: “A Natale risolvi il problema dei regali aziendali scegliendo un dono davvero speciale, che parli di te e della tua azienda. Scommetti sui nuovi talenti e sul futuro della pelletteria di lusso. E sponsorizza le borse di studio che permetteranno a tanti ragazzi e ragazze di acquisire le competenze adeguate per entrare da protagonisti nel mercato del lavoro“.

Molti imprenditori hanno già manifestato la volontà di intervenire a supporto dei tanti allievi della scuola, mettendo a disposizione nuove risorse economiche integrative. Gucci, per esempio, ha risposto alla proposta con ben dieci sottoscrizioni.

Durante tutto l’anno – prosegue Hoferorganizziamo percorsi formativi e di specializzazione, con l’obiettivo di trasmettere le competenze e la passione per la professione. Ma dato il costante aumento delle richieste di figure tecniche da parte delle aziende del nostro territorio e il rinnovato interesse dei giovani per questo settore, sentiamo anche il bisogno e il dovere di ricercare risorse finanziarie aggiuntive affinché i candidati meritevoli possano accedere ai vari corsi. Ogni anno, infatti, molti aspiranti pellettieri di talento, privi di basi economiche sufficienti, non riescono a frequentarli“.

E siccome non si fa niente per niente, in segno di riconoscenza e per dare la giusta visibilità all’impegno di chi ha aderito all’iniziativa, Aspi invierà a tutti i clienti e i fornitori degli sponsor un biglietto d’auguri elettronico personalizzato, impegnandosi a garantire un ritorno di immagine attraverso i suoi strumenti di comunicazione.

Per info: Laura Chini, 335 465935, Tiziana Morganti – Teresa Sampugnaro, 055 756039, www.altascuolapelletteria.it, info@altascuolapelletteria.it