Made in Italy protagonista al Seafood Expo Global

Si conclude oggi a Bruxelles il Seafood Expo Global, ovvero una delle più importanti manifestazioni a livello mondiale dedicate alla filiera ittica.

Ovviamente, non poteva mancare l’Italia, che in questi giorni ha ricevuto ampi consensi, e che è presente sul posto con uno stand di 1000 mq organizzato dal Ministero delle politiche agricole.
Lo stand italiano ospita 56 aziende che riguardano tutta la filiera, dalla pesca alla trasformazione fino all’acquacoltura, che provengono da tredici diverse regioni. Tra queste, poi, alcune, come Lazio, Toscana, Piemonte e Marche. Puglia, Calabria, Sicilia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno uno stand istituzionale.

La massiccia presenza italiana non solo vuole promuovere ulteriormente la qualità, la materia prima e la tradizione Made in Italy, ma si occupa anche di sensibilizzare circa la tracciabilità del prodotta e la sostenibilità del processo produttivo, che rappresentano i concetti chiave su cui l’Italia si basa e si vorrà basare in futuro.
La promozione del consumo responsabile, infatti, deve rimanere uno dei capisaldi, soprattutto quando si tratta delle specie tipiche delle nostre coste, come vongola, acciuga, tonno rosso, scampo, calamaro, nasello, cozza, gambero rosso e spigola.

Per esaltare profumi e sapori tipici della tradizione italiana legata al pesce, sono stati chiamati i due chef stellati Massimo Riccioli, siciliano d’origine e romano d’adozione, e Tino Vettorello, veneto, i quali hanno utilizzato, ottenendo molti consensi, i prodotti delle aziende espositrici per una serie di show-cooking all’insegna della gastronomia Made in Italy.

Vera MORETTI

Netflix-Telecom: accordo in arrivo?

La notizia è trapelata da poco ma è già sulla bocca di tutti gli addetti ai lavoro.
Sembra, infatti, che ci sia un accordo tra Netflix, società statunitense di noleggio DVD e videogiochi via internet, e Telecom Italia.

I primi avvicinamenti sono già avvenuti e potrebbero arrivare a buon fine in occasione dell’incontro tra Marco Patuano, AD di Telecom, e Reed Hastings, numero uno di Netflix, previsto durante l’FT-ETNO Summit 2014, in calendario il primo ottobre a Bruxelles.

Si tratta dell’evento organizzato dall’associazione europea degli operatori di telecomunicazioni per fare il punto sull’Agenda Digitale, che quest‘anno avrà come tema principale la rinnovata regolamentazione che dovrebbe mettere in equilibrio i rapporti tra over-the-top e telco.

Luigi Gambardella, chairman del board di ETNO, ha dichiarato: “Sarà un’occasione di confronto fra i maggiori player del settore sul mercato delle reti fisse, mobili e degli internet player”.

Patuano parteciperà al panel sulle politiche digitali, mentre Reed Hastings di Netflix è stato invitato per introdurre l’argomento della neutralità, come esperto degli effetti che hanno i contratti di affiliazione sul mercato e la qualità dei servizi.

Ma il ruolo di Telecom quale potrebbe essere, in concreto? Il colosso italiano della telefonia sarebbe intenzionato a convincere Netflix a puntare anche sull’Italia giocando la carta del suo progetto di sviluppo fibra.

Il colosso statunitense, forte del suo immenso catalogo, che negli States comprende oltre 10mila titoli, e dei prezzi concorrenziali, si sta espandendo anche oltreoceano.
Dopo aver fatto breccia nel Regno Unito, in Danimarca e nei Paesi Scandinavi, ora si dirige verso Austria, Svizzera, Francia, Belgio e Lussemburgo.

C’è da sottolineare che in Europa l’offerta sarà limitata a 3mila titoli, sia per problemi di lingua, sia per problemi di sottotitoli, mal sopportati in Italia.

Nel Belpaese sembra che ci sia anche Mediaset interessata ad una partnership, come ha confermato anche Giuseppe Recchi: “Solo oggi con le nuove tecnologie la convergenza sta accelerando. I contenuti si fanno più sofisticati e il pubblico più esigente e questo fa sì che il mercato cambi. Non escludo nulla, ma come opportunità commerciali. L’interesse a livello di operazione sul capitale compete ai soci“.

Vera MORETTI

Emissione di CO2: Fiat è rimasta indietro

Il nuovo rapporto di T&E, Transport & Environment, dedicato alle performance ambientali raggiunte dall’automotive vede cinque case automobilistiche europee su sette in linea con l’obiettivo di riduzione delle emissioni imposto da Bruxelles per il 2021.

Ad aver registrato ottimi progressi sono state, infatti, Volvo, Toyota, Peugeot-Citroen, Renault, Ford e Daimler e che dunque hanno tutti i requisiti per raggiungere gli obiettivi imposti dalla Commissione Europea addirittura prima del tempo stabilito.

Altri due produttori, VW e Nissan, risultano essere perfettamente in linea con il programma, mentre Fiat, che fino a poco tempo fa era in testa alla classifica per le emissioni ridotte e i progressi registrati, sta perdendo terreno.

Ma c‘è chi sta peggio, come BMW, in ritardo di tre anni sulla tabella di marcia, ma non ancora ultima in classifica dove, invece, ci sono Suzuki (in ritardo di due anni), Hyundai e Mazda (in ritardo di 4 anni) e Honda (in ritardo di sei).

Greg Archer, manager di T&E clean vehicles, ha dichiarato in proposito: “Il rapporto mostra che la maggior parte delle case automobilistiche europee sono ben posizionate per raggiungere i loro obiettivi di CO2, indipendentemente dalle dimensioni e dal tipo di veicolo che vendono. Le proteste dell’industria che affermavano il contrario sono state allarmiste, ma alcune case stanno cominciando a perdere terreno e devono alzare il tiro per centrare gli obiettivi”.

Vera MORETTI

Ance Sicilia a Bruxelles

Le imprese siciliane potranno concorrere, nei prossimi sette anni, direttamente con Bruxelles, scavalcando la programmazione regionale, e conquistare così la quota consistente di 25 miliardi di euro, pari ad una Finanziaria regionale, che fa parte della dotazione di circa 80 miliardi offerta dall’Ue nell’ambito dei programmi a gestione diretta Horizon 2020 e Life Plus.

Si tratta di finanziamenti rivolti ad imprese singole, ma anche consorzi e reti d’imprese, progetti di ricerca ed innovazione, e creazione e commercializzazione di nuovi prodotti e servizi, nei campi dell’agricoltura, del manifatturiero, dell’ambiente e dell’energia verde, delle infrastrutture, della mobilità sostenibile, dei beni culturali, della salute e del sociale.

Ance Sicilia e l’Ufficio Ance di Bruxelles, patrocinati dal Ministero dello Sviluppo economico e del dipartimento Affari extraregionali della Presidenza della Regione, con il contributo di UniCredit e Soatech, hanno deciso di organizzare un corso gratuito di europrogettazione per preparare i professionisti e i tecnici della Pubblica amministrazione siciliani alla redazione dei progetti.

Il primo incontro è avvenuto a Palermo il 22 e 23 maggio presso la sede di Ance Sicilia, dove sono intervenuti Giulio Guarracino, dirigente dell’Ufficio relazioni internazionali dell’Ance a Roma e a Bruxelles, specializzato anche in “energia verde”; Giuseppe Pace, ricercatore del Cnr e del Dipartimento di Mobilita’ sostenibile dell’Università di Gent (Belgio); Ernesto Marcheggiani, docente di Scienze agrarie e ambientali presso l’Università KU Leuven (Belgio); Gianluca Coppola della Eurocrea Merchant, esperto in ideazione e gestione di progetti transnazionali finanziati dall’Ue e di finanza agevolata e non, e specializzato anche in programmi di mobilità nel settore dell’istruzione superiore; Federico Lasco, dirigente della direzione generale per la Politica regionale unitaria comunitaria presso il dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica del Ministero dello Sviluppo economico; Gregorio Squadrito, responsabile commerciale Corporate di UniCredit; Maria Cristina Stimolo, dirigente generale del dipartimento Affari extraregionali della Regione siciliana.

Al termine dei lavori, sono stati anche organizzati incontri bilaterali tra esperti e professionisti per mettere a punto ipotesi progettuali per aziende ed enti siciliani dei vari settori.

Vera MORETTI

Il successo dell’high-tech anche in Europa

Anche il Vecchio Continente si sta attrezzando per essere competitivo nel settore dell’high-tech, come ha anche confermato la ricerca “High Technology Employment in the European Union“ presentata recentemente a Bruxelles.

A crescere sono anche le risorse impiegate nel comparto, dove a quanto pare le proposte di lavoro non mancano, ed abbracciano tutti i macro settori in esso compresi, da quello scientifico a quello matematico, fino ad arrivare al tecnologico ed ingegneristico.
In questo campo, l’unico a dir la verità, la richiesta di lavoro è cresciuta del 20% nel periodo 2000-2011, più del doppio rispetto alla crescita totale dell’occupazione.

E proprio queste cifre, in costante aumento, hanno permesso al settore dell’high-tech di arrivare a ricoprire il 10% dell’occupazione totale nell’Unione Europea.
Questo bilancio positivo riguarda anche l’Italia, dove è stato registrato un incoraggiante, e sorprendente, +28,5% dal 2000 ad oggi, con particolare concentrazione nelle regioni del nord, Lombardia ed Emilia Romagna in testa, e nel Lazio.

A vantaggio del comparto ci sono anche i salari: forse anche a causa di una elevata preparazione accademica e professionale, coloro che lavorano nel settore percepiscono stipendi elevati rispetto agli altri ambiti, e in Italia può raggiungere picchi del 20% in più.

E non è tutto, poiché dal 2005 al 2010 la crescita dei salari dei lavoratori high-tech è stata più alta della crescita media dei salari totali in 20 dei 26 paesi europei considerati.
In Italia, i salari di questo settore sono cresciuti del 4,4%, il doppio degli impieghi non high-tech.

Ma i vantaggi derivano anche da altri fattori, a cominciare dagli effetti secondari che l’high-tech ha sull’economia: le analisi stimano che, a livello locale, la creazione di un impiego high-tech crea un effetto moltiplicatore, ed è associata alla creazione di più di 4 posti di lavoro in altri segmenti non high-tech, nella stessa zona (il risultato è statisticamente significativo all’ 1%).
In breve, la forza lavoro high-tech genera una somma considerevole di reddito, aiutando a sostenere le economie locali.

Vera MORETTI

Luciano Lazzari alla guida degli architetti europei

Il Consiglio degli Architetti d’Europa avrà, per i prossimi due anni, un presidente italiano.
Il prescelto, infatti, è Luciano Lazzari e per il prossimo biennio guiderà circa 500 architetti europei.

Ovviamente, il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, ha accolto la notizia con granze soddisfazione e orgoglio: “questa elezione testimonia l’importante ruolo che l’Italia svolge da tempo per la valorizzazione della funzione civile della professione, per la promozione della qualità dell’architettura, intesa come elemento essenziale del miglioramento dell’habitat, e delle politiche di riuso“.

Il neo eletto ha già individuato le due priorità su cui lavorare: il futuro della professione e la tutela dell’ambiente.
Per centrare questi importanti obiettivi, è previsto anche un focus sul rapporto con le nuove generazioni che si affacciano sul mondo del lavoro, attraverso una migliore sinergia con le scuole di architettura.

Lazzari ha dichiarato che servirà “un rinnovato impegno nell’ambito del regolamento per i lavori pubblici e sul tema della libera circolazione dei professionisti attraverso il riconoscimento reciproco del titolo di architetto tra i Paesi europei e negli altri continenti. Gli architetti debbono essere registi dello sviluppo urbano sostenibile, partendo dal riuso del patrimonio esistente fino all’integrazione delle energie rinnovabili nei nuovi edifici e nei nuovi quartieri. Gli architetti europei posseggono una ricchezza culturale e professionale unica che deve affermarsi sul mercato globale attraverso il rafforzamento della rete internazionale per la promozione dei professionisti europei nei paesi emergenti: è per questo motivo che Ace/Cae deve rafforzare la propria voce di ambasciatore della professione nei confronti della società civile, del mondo politico e delle imprese“.

Vera MORETTI

Dal 2017, dichiarazione Iva uguale per tutti gli stati UE

La Commissione Europea ha lanciato la proposta, sicuramente allettante ed efficiente per quanto riguarda la semplificazione burocratica, di passare ad una dichiarazione sull’Iva standardizzata in tutta l’Unione Europea.
Questo passaggio, se avvenisse, permetterebbe infatti di agevolare la vita delle imprese, ma anche di rendere il Fisco più efficiente.

La Commissione Europea, nell’illustrare la proposta, ha anche dichiarato che con questa modalità le imprese vedrebbero i costi ridotti di quindici milioni di euro all’anno.
Ovvio che l’obiettivo primario è proprio quello di ridurre gli adempimenti burocratici per le imprese, soluzione che porterebbe, come prima conseguenza, quella di agevolare il rispetto degli obblighi fiscali e rendere più efficienti le amministrazioni fiscali in tutta l’Unione.
Questo mentre dall’Iva i paesi europei tutta assieme incassano oltre 190 miliardi di euro l’anno, un quinto, il 21%, delle entrate fiscali totali.

Il provvedimento, comunque, potrebbe entrare in vigore non prima del 2017, poichè la procedura richiede l’approvazione da parte del Consiglio degli Stati europei, senza un voto necessario anche del Parlamento Ue che ha un ruolo solo consultivo.

L’iniziativa fa parte di quelle stabilite dal recente programma Refit per semplificare le norme e ridurre gli oneri amministrativi.
La proposta prevede un insieme uniforme di requisiti per le imprese relativi alla compilazione delle dichiarazioni Iva, indipendentemente dallo Stato membro in cui vengono effettuate. La dichiarazione Iva standard, che sostituirà le dichiarazioni Iva nazionali, farà sì che alle imprese siano richieste le stesse informazioni di base entro le stesse scadenze in tutta l’Ue. Poiché le procedure semplificate risultano più facili da rispettare e da applicare, la proposta odierna dovrebbe anche contribuire a migliorare il rispetto della normativa Iva e, secondo la Commissione, aumentare le entrate pubbliche.

Algirdas Semeta, eurocommissario per la fiscalità, ha dichiarato a proposito: “La dichiarazione IVA standard presenta vantaggi per tutti. Le imprese potranno beneficiare di procedure più semplici, costi ridotti e meno burocrazia. I governi avranno a disposizione un nuovo strumento per facilitare il rispetto della normativa IVA, che dovrebbe aumentare il gettito fiscale. La proposta odierna sostiene quindi sia il nostro impegno per un mercato unico favorevole alle imprese sia la nostra volontà di migliorare il rispetto degli obblighi fiscali“.

Quando la normativa verrà attuata, richiederà la compilazione di 5 caselle, contro le 100 di alcuni Stati membri. Inoltre, le imprese saranno chiamate a presentare la dichiarazione Iva ogni mese, mentre le microimprese lavoreranno su base trimestrale.
L’obbligo di presentare una dichiarazione Iva annuale riepilogativa, che alcuni Stati membri attualmente impongono, sarà abolito.

Inoltre, la proposta incoraggia la presentazione elettronica dell’imposta sul valore aggiunto, che potrà essere in tutta l’Unione. L’Iva rappresenta circa il 21% delle entrate degli Stati membri e tuttavia circa 193 miliardi di euro non sono stati riscossi nel 2011.
La dichiarazione standard può migliorare il rispetto della normativa fiscale e così, afferma ancora la Commissione, dare un contributo importante al risanamento del bilancio in tutta l’Ue grazie all’aumento delle entrate pubbliche.

Vera MORETTI

La Direttiva Ue per il risparmio energetico

E’ in vigore ormai da un mese la Direttiva Ue che riguarda l’efficienza energetica e coinvolge tutti gli Stati membri a proposito di riduzione dei consumi energetici ed efficientamento dell’edilizia pubblica.

Vediamo nel dettaglio le tematiche salienti:

  • Riduzione dei consumi: ogni paese ha tempo fino ad aprile 2013 per presentare il proprio piano per l’aumento dell’efficienza. Sarà poi Bruxelles ad esaminare i progetti pervenuti e ad approvarli. La scadenza sarà triennale.
  • Edilizia: Per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, esiste un impegno vincolante, poiché, a partire dal 2013, i Paesi membri devono elaborare e attuare un piano di efficientamento degli “edifici riscaldati e/o raffrescati posseduti ed occupati dal loro Governo centrale”, che ne permetta la riqualificazione a un tasso minimo del 3% della superficie coperta utile all’anno, a cominciare dagli immobili più energivori.In questa prima fase, l’obbligo riguarda gli edifici con superficie coperta utile superiore ai 500 metri quadri. Dal 9 luglio 2015 la soglia sarà abbassata a 250 mq.
  • Acquisti verdi e incentivi: la Direttiva 2012/27/UE prevede che siano incentivati gli acquisti verdi e che i bandi di gara vengano redatti in modo da privilegiare i fornitori più attenti all’efficienza e ella sostenibilità ambientale.I Governi nazionali dovranno anche prevedere misure per incentivare il teleriscaldamento, i contatori intelligenti e i sistemi per la contabilizzazione del calore.
  • Distributori di energia: la nuova normativa comunitaria stabilisce anche che le imprese energetiche di pubblica utilità, i distributori e le società di vendita di energia al dettaglio dovranno diminuire la vendita annuale di energia ai clienti finali di almeno l’1,5% annuo dal 2014 al 2020.

Vera MORETTI

Guido Alpa: sì al regolamento comunitario sulle vendite di beni e servizi

Per la crescita delle economie, secondo Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, “sarebbe necessario approvare in via definitiva il regolamento sui contratti di vendita all’interno dell’Unione Europea“.

Sono state queste le parole che Alpa ha rivolto a Viviane Rending, vicepresidente della Commissione europea, in occasione del seminario che si è svolto a Bruxelles su iniziativa della Commissione, del Ccbe e del CNF per fare il punto sul futuro della proposta avanzata dall’esecutivo Ue nell’ottobre del 2011.

Il presidente del CNF ha argomentato la sua posizione dicendo che “il regolamento segna un progresso sensibile verso regole comuni dei contratti di vendita, promuovendo maggiori scambi commerciali, tutelando i consumatori e avvantaggiando le imprese: l’uniformità di disciplina, infatti, evita le incertezze e i costi della scelta della legge applicabile alle vendite transfrontaliere e assicura pari condizioni oltre che l’uso di identici formulari contrattuali”.

Gli avvocati potranno assistere le parti e suggerire loro l’applicazione delle regole Ue al posto delle legislazioni nazionali. In questo modo, l’avvocatura ne risulterebbe rafforzata nel suo ruolo di consulenza nell’ambito delle operazioni commerciali.

Vera MORETTI

Sotto la neve scotta il rimborso al Pirellone

 

IERI

Candidatura Monti: è apparso a sorpresa ieri al vertice del Ppe a Bruxelles, l’uomo più ricercato degli ultimi giorni: Mario Monti mantiene il suo classico understatement  e dice di  aver semplicemente “su gentile invito del presidente Martens, illustrato la situazione politica italiana”. Che forse ultimamente, nonostante il Natale alle porte, non brilla per nulla: all’attacco è tornato infatti il Cavaliere che ha rinnovato al Premier Monti l’invito a candidarsi. Uscendo dall’Académie Royale de Belgique, Silvio Berlusconi, che nonostante le molteplici critiche non ha rinunciato a fare un viaggetto a Bruxelles, si lascia sfuggire “ho ricordato al Ppe di aver chiesto a Mario Monti di essere il riferimento per il Pdl nonostante questo crei qualche problema con la Lega”, salvo poi confidare di essersi “sentito molto coccolato dal Ppe”. Se lo dice il Cavaliere.

Condanna per la morte di Stefano Cucchi: tre agenti della polizia penitenziaria e nove tra medici e infermieri dell’ospedale Sandro Pertini sono stati imputati per la morte di Stefano Cucchi, il 31 enne romano deceduto il 21 ottobre del 2009 nel reparto giudiziario dell’ospedale Sandro Pertini. Sul personale sanitario e gli agenti penitenziari pesa l’accusa di morte colposa: Stefano sarebbe deceduto per grave carenza di cibo e liquidi e quindi, si legge nei documenti dei periti, “i medici del reparto di medicina protetta dell’ospedale Pertini, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso”.

La lista dei Big a Sanremo 2013: mancano poco più di due alle elezioni politiche ma l’evento più atteso della primavera 2013 potrebbe essere un altro. Sono stati resi noti ieri i nomi dei 14 Big che saliranno sul palco del Festival di Sanremo 2013: Raphael Gualazzi, Elio e le Storie Tese, Chiara (il professore e l’allieva insomma), Almamegretta, Malika Ayane, Daniele Silvestri, i Modà, Simona Molinari con Peter Cincotti, Marco Mengoni, Marta sui Tubi, Simone Cristicchi, Annalisa, Max Gazzé e Maria Nazionale. Ma la verità è che la voce che tutti saranno in attesa di ascoltare all’Ariston sarà quella di Luciana Littizzetto.

OGGI

Se la Lombardia va in fumo: caffè e sigarette, ma anche cappuccino e brioche al bar, l’happy hour prima di cena, videogiochi e persino il baby menu di McDonald’s. C’è davvero di tutto nella lunghissima lista dei rimborsi spese dei consiglieri del Pdl e della Lega al Pirellone. Forse dei benefit già largamente elargiti non ne avevano abbastanza i membri della giunta uscente del governatore Roberto Formigoni e così la lista nera dei rimborsi fagocitanti vezzi personali e voglie (gastronomicamente parlando) quotidiane si dilata. Gli investigatori della guardia di finanza hanno accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari in Lombardia per svariati milioni di euro, tutti ‘succhiati’ dalle casse pubbliche. Ad aprire la voragine sullo scandalo dei rimborsi lombardi, sono state le verifiche per l’indagine di corruzione su Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale della Lega e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani a cui si aggiunge il nome dell’indagato per peculato e truffa aggravata dell’ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl. Insomma non bastava er Batman romano Fiorito, i supermen del Pirellone ora dovranno fare i conti con la giustizia. E questa volta saranno davvero salati, almeno si spera.

Debito pubblico oltre 2 mila miliardi: e se la Lombardia va in fumo, il debito pubblico italiano ha sfondato oggi la quota 2.000 miliardi di euro, attestandosi a ottobre 2012 sui 2.014 miliardi, in valore assoluto il livello più alto di sempre. Ciò equivale a dire che il debito pubblico pesa oggi per ogni italiano circa 33.081 mila euro, minori in fasce compresi. Il debito è aumentato da gennaio 2012, quando era pari a 1.943,455 miliardi, di circa 71,238 miliardi, vale a dire il 3,7% in più dall’inizio dell’anno.

D’Alema dice no al Monti bis: stroncata senza mezzi termini la possibile candidatura del Premieri Monti dall’ex Presidente del Consiglio Massimo D’Alema. L’attuale presidente del Cosipar ha definito sulle pagine del Corriere della Sera ‘un errore’ la candidatura montiana che porterebbe Monti a “logorare la propria immagine”. D’Alema sostiene “illogico e in qualche modo moralmente discutibile che il Professore scenda in campo contro la principale forza politica che lo ha voluto e lo ha sostenuto nell’opera di risanamento. Avendo grande stima di lui spero che non lo farà”. L’ex Presidente si augura poi che venga fatta chiarezza in merito alla posizione di Monti sulle elezioni del 2013: “non si può più andare avanti con questa incertezza sul suo futuro: è meglio che chiarisca al più presto”. E della possibile candidatura di Luca Cordero di Montezemolo cosa ne pensa? Derubricata come “pernicioso bizantinismo”.

DOMANI

Sotto la neve c’è il pallone: nonostante l’Italia si sia trasformato in queste ore in un gigantesco Polo Nord, domani si scende in campo con due anticipi di Serie A. Alle 18 a Trieste si sfidano Udinese e Palermo: rischio neve scongiurato, ma il barometro paventa già una pioggia fitta sul green. Alle 20.45 luci puntate sull’Olimpico per il duello Lazio- Inter: anche nella capitale la pioggia renderà le azioni d’attacco un po’ più complicate…

Primarie del Pd in Lombardia: lombardi chiamati a votare sabato 15 dicembre, nonostante la bufera (e non solo di neve) sul Pirellone, per scegliere il candidato del Pd alle elezioni regionali. I candidati fra cui scegliere sono il penalista Umberto Ambrosoli, figlio dell’avvocato Giorgio ucciso nel 1979, Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori e ambientalista convinto, gode dell’appoggio di molti esponenti di Sel e di una serie di sigle radicali.I seggi saranno aperti dalle 8 alle 20, a cui si aggiungono 6 seggi speciali, aperti dalle 18 alle 22. Per votare occorre essere residenti nella regione e avere più di 16 anni.

Palermo contro il racket: partirà domani mattina alle ore 10 la passeggiata per il cuore di Palermo in occasione dell’iniziativa  “100 strade – per un Natale Antiracket 2012″. Un percorso verso la legalità per le vie dello shopping, al fine di sensibilizzare i commercianti a denunciare il pizzo.

 

Alessia CASIRAGHI