Esenzione canone Rai, domanda entro il 30 giugno

Chi non possiede un apparecchio televisivo è ancora in tempo per chiedere l’esenzione dal pagamento del canone Rai.

Chi può presentare la domanda per ottenere l’esenzione dal canone Rai

Entro il 30 giugno 2023 devono presentare la dichiarazione per chiedere l’esonero dal pagamento del canone Rai coloro che:

  • sono intestatari di un’utenza elettrica a uso domestico;
  • non hanno in casa un apparecchio televisivo.

Presentando tale dichiarazione potranno ottenere l’esenzione dall’addebito in bolletta del canone Rai.

La domanda deve essere presentata utilizzando il modello disponibile al sito https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/aree-tematiche/canone-tv

La domanda può essere presentata in due periodi: dal 1° luglio al 31 gennaio, in questo caso si sarà esonerati dal pagamento per tutto l’anno successivo.

In alternativa può essere presentata dal 1° gennaio al 30 giugno per ottenere l’esonero dal secondo semestre dello stesso anno.

La domanda deve essere ripresentata ogni anno, infatti nel frattempo può modificarsi la situazione quindi è necessario ogni anno comunicare all’Agenzia delle entrate che continua a sussistere il requisito essenziale per non pagare il canone Rai, cioè il non possedere un televisore. La domanda deve essere presentata dal titolare dell’utenza elettrica, ma affinché si possa ottenere il beneficio è necessario che nessun componente del nucleo sia in possesso di un apparecchio televisivo.

Occorre a questo punto fare alcune precisazioni. Nel modello occorre compilare il quadro A. Compilandolo si dichiara, assumendosene tutte le responsabilità, che in nessuna abitazione per la quale risulta intestata un’utenza domestica vi è un televisore.

In particolare occorre dichiarare che nessun componente della famiglia anagrafica è possessore di una televisore. Per famiglia anagrafica si intende: coniuge, parte di un’unione civile o altre persone legate da un vincolo di parentela, affinità, adozione, tutela, coabitanti o persone aventi dimora abituale nella abitazione.

Come trasmettere il modello per richiedere l’esenzione dal canone Rai?

La trasmissione del modello compilato può avvenire attraverso i servizi Fisconline o Entratel. In questo caso è necessario identificarsi con le proprie credenziali e senza bisogno di scaricare alcun software.

In alternativa è possibile inviare raccomandata senza busta, all’indirizzo: Agenzia delle entrate – Direzione provinciale I di Torino – Ufficio canone Tv – Casella postale 22 – 10121 Torino. In questo caso occorre allegare un valido documento di riconoscimento.

Infine è disponibile l’indirizzo pec: cp22.canonetv@postacertificata.rai.it

Occorre ricordare che chi presenta la dichiarazione ed è in possesso dei requisiti per l’esenzione del canone Tai può chiedere anche il rimborso. La richiesta di rimborso può essere presentata esclusivamente dopo aver presentato la domanda di esenzione.

leggi anche: Canone Rai 2023 sarà in bolletta. Ecco chi può chiedere l’esonero

Canone Rai 2023 sarà in bolletta. Ecco chi può chiedere l’esonero

Il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha precisato che nel 2023 il canone Rai sarà concora in bolletta. Ci però sono categorie di persone che possono avere l’esonero, ecco chi sono e come possono ottenerlo.

Esonero canone Rai 2023, come ottenerlo

Il canone Rai è una delle imposte più odiate dai contribuenti, ciò che pochi sanno è che vi sono dei casi in cui è possibile ottenere l’esonero. Lo stesso è riconosciuto a:

  • ultrasettantacinquenni con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8.000 euro e senza conviventi titolari di un reddito proprio ( sono escluse dal cumulo badanti);
  • diplomatici e militari stranieri;
  • cittadini intestatari di utenza elettrica che non hanno apparecchi televisivi.

Per poter ottenere l’esenzione dal canone Rai è necessario presentare un’apposita istanza. La stessa deve essere presentata

  • dal 1° luglio al 31 gennaio dell’anno, ad esempio chi ha maturato il requisito anagrafico nel 2022, può chiedere l’esenzione fino al 31 gennaio dell’anno 2023;
  • dal 1° febbraio al 30 giugno per coloro che maturano i requisiti nel primo semestre del 2023.

Chi chiede l’esonero per il fatto di non possedere un apparecchio televisivo deve presentare l’istanza ogni anno, cioè non si rinnova in modo automatico.

Leggi anche: Esenzione canone RAI 2022: a chi spetta e quali moduli usare?

Il canone Rai sarà in bolletta anche nel 2023?

Ricordiamo che nonostante le numerose proposte volte ad eliminare l’accorpamento dell’imposta nella bolletta energetica, continuerà anche il prossimo anno la riscossione in tal modo. La notizia contraria diffusa nei mesi scorsi è stata smentita in modo categorico dal Mef in una nota del mese di novembre 2022. Nella stessa si afferma “Le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate” . Il Ministero infatti ha sottolineato che i “rimproveri” dell’Unione Europea che aveva chiesto all’Italia di eliminare dalla bolletta energetica gli oneri impropri, hanno comunque avuto seguito visto che viene rispettato il principio di trasparenza in quanto tale voce in bolletta è nettamente separata da tutte le altre voci di spesa e quindi non può ritenersi vi sia un disturbo alla “libera concorrenza” tra società fornitrici.

Leggi anche: Canone Rai non sarà in bolletta! Ma è davvero così? Cosa c’è di vero?

Canone Rai, alcune novità e quando non si deve più pagare

Il Canone Rai è una tassa pagata da chi possiede una tv. Tuttavia ci sono delle categorie di persone che non devono pagarlo.

Canone Rai, alcune novità

Il Canone Rai è dovuto da chiunque possiede un apparecchio televisivo. Si paga una sola volta all’anno ed è una sola per famiglia anagrafica a condizione che i familiari abbiano la residenza nella stessa abitazione. L’importo del canone è di 90 euro l’anno. In caso di possesso di apparecchi tv nella propria attività, il canone tv speciale deve essere ugualmente pagato. La legge di stabilità 2016 ha stabilito che il costo del canone rai dovesse essere inserito all’interno della bolletta dell’energia elettrica, generando non poche polemiche.

Ma dal 2023 le cose cambieranno. Infatti non si pagherà più automaticamente all’interno della bolletta dell’energia. Lo ha deciso il Parlamento a seguito di alcune raccomandazioni fatte dall’Unione Europea che ritiene il canone un “onere improprio” da far pagare ai consumatori.

Canone Rai chi non deve pagarlo?

Ci sono però alcune categorie di persone che non devono pagare il canone Rai. E questo è dovuto alla combinazione di due elementi: età e reddito. Per quanto riguarda il primo elemento, il limite di età fissato per non pagare più la tassa è 75 anni. Mentre per quanto riguarda il secondo, il reddito non deve superare otto mila euro. 

L’agevolazione spetta per l’intero anno se il compimento del 75° anno è avvenuto entro il 31 gennaio dell’anno stesso. Se il compimento del 75° anno è avvenuto dal 1° febbraio al 31 luglio dell’anno, l’agevolazione spetta per il secondo semestre. Inoltre non è concesso l’esonero a chi abbia un convivente titolare di un altro reddito. Infine i diplomatici, i militari stranieri e coloro che non detengono un apparecchio televisivo sono esonerati.

Come fare richiesta?

Se si hanno questi requisiti è possibile fare la richiesta. Innanzitutto è opportuno presentare la dichiarazione sostitutiva che è reperibile anche sul sito web dell’Agenzia delle entrate. Una volta compilata la dichiarazione può essere consegnata personalmente presso gli sportelli dell’Agenzia.

Tuttavia è possibile spedirla tramite il servizio postale alla casella postale 22 – 10121 Torino. Infine esiste un altro modo per presentare la dichiarazione sostitutiva che è quello di compilarla con firma elettronica, e indirizzarla tramite posta elettronica all’indirizzo Pec: cp22.canonetv@postacertificata.rai.it. 

Infine se si vuole disdire il pagamento del canone, liberandosi della tv collegata all’antenna, si può fare entro il 31 gennaio 2023. Anche se è meglio farlo entro il 31 dicembre 2022, dove “entro” significa anche farlo il prima possibile indicando la data di fine anno come cessazione del rapporto.

Canone Rai non sarà in bolletta! Ma è davvero così? Cosa c’è di vero?

Dal 2023 non ci sarà più il canone Rai in bolletta e molti sono gli italiani che già esultano all’idea di non dover pagare ad ogni fattura anche la quota del canone Rai. Ma è davvero così o è stato solo un annuncio mediatico, magari per tranquillizzare gli italiani? Vedremo a breve che i giochi ancora non sono conclusi.

Il canone Rai è un onere improprio?

L’Unione Europea nell’approvare il PNRR presentato dall’Italia ha posto delle condizioni, in particolare ha chiesto all’Italia, al fine di contenere la fattura energetica e quindi di sollevare gli italiani da fatture eccessivamente esose, di eliminare tutti gli oneri impropri. Tra gli oneri impropri per la fattura energetica molti ritengono che vi sia il canone Rai. Lo stesso viene caricato ogni bimestre sulla bolletta in misura di 18 euro.

Naturalmente ora con gli aumenti dei costi energetici è diventato ancora più difficile sostenere tali esborsi.

Da quando gli italiani pagano il canone Rai in bolletta?

L’introduzione del canone Rai in bolletta è dovuta a una legge del governo Renzi che ha portato il canone in bolletta dal 2016. L’obiettivo era ridurre in modo notevole l’evasione per questo tributo che aveva livelli a dir poco imbarazzanti. Gli italiani infatti hanno sempre avuto un certo odio per questa tassa non capendone la ratio. In molti contestano la qualità dei prodotti messi in onda.  Altri  contestano il fatto che devono pagare il canone anche se magari non amano i programmi della Rai. In molti osservano che comunque vi è un impatto elevato della pubblicità e quindi il canone non dovrebbe essere corrisposto, infine lamentano un eccesso negli “stipendi” dei professionisti impegnati in Rai. Di fatto chi per un motivo, chi per un altro erano tantissimi quelli che non pagavano.

La soluzione per fare cassa era accorpare il canone in bolletta. L’adozione di questa misura per gli italiani che avevano sempre pagato ha portato un risparmio infatti attualmente gli italiani pagano 90 euro l’anno, mentre prima che ci fosse l’accorpamento nella bolletta energetica il costo era di 115 euro.

Dal 2023 davvero il canone Rai non sarà in bolletta?

In seguito alla richiesta dell’Unione Europea, Maria Laura Paxia, del Gruppo Misto, ha presentato un ordine del giorno alla Camera dei Deputati avente come oggetto proprio “adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai dalla bolletta elettrica”. Il Governo Draghi ha dato seguito a questa richiesta approvando l’ordine del giorno. Deve essere sottolineato che tale ordine del giorno non è vincolante, ecco perché la strada sembra essere tutta in salita.

Sia chiaro, questo è solo il primo passo, infatti ora si rende necessario provvedere ad adottare una normativa che permetta comunque di riscuotere il canone Rai e possibilmente non aumentare la tariffa e allo stesso tempo riscuotere da tutte le famiglie. Di certo non sarà facile in quanto molti proveranno di nuovo a evadere.

Sono tutti d’accordo sull’addio del canone Rai in bolletta?

Proprio per questo anche Viale Mazzini ( sede Rai) esprime perplessità. Alla fine del 2020 purtroppo è stato registrato un calo del fatturato e conti in rosso e al termine dell’anno le perdite erano di oltre 600 milioni di euro. Non va meglio nel primo semestre del 2021 con perdite per oltre 300 milioni di euro. Proprio per questo molti tendono a sottolineare che, considerando che in fattura il canone Rai è ben riconoscibile come voce separata, non deve essere considerato un onere improprio alla stregua di ciò che intende l’Unione Europea e di conseguenza non vi sarebbe necessità di scorporarlo.

Deve essere sottolineato che dallo stesso Governo arrivano posizioni non ben chiare, infatti viene ribadito che l’approvazione dell’ordine del giorno è un atto di indirizzo politico inserito del decreto bollette e di conseguenza si dovrà provvedere a interpretare tale atto di indirizzo politico e capire se adeguarsi o meno. Insomma il Governo sembra essere piuttosto scettico, o almeno titubante. I prossimi mesi saranno decisivi e potremo capire quale indirizzo prenderà il Governo per risolvere questa problematica davvero spinosa e che potrebbe anche creare non pochi problemi alla maggioranza.

Ricordiamo che molti italiani possono godere dell’esenzione dal canone Rai. Per saperne di più, leggi l’articolo Esenzione canone Rai 2022: a chi spetta e quali moduli usare.

Canone Rai, chi ha diritto al rimborso?

In seguito ad un’ultima risoluzione comunicata dalla Agenzia delle Entrate, giunge la curiosa notizia di un rimborso per una fetta di contribuenti, in merito al canone RAI. Ma chi ha diritto al rimborso del canone? Scopriamolo nelle prossime righe.

Rimborso canone RAI, come funziona e chi ne ha diritto

E’ notizia di questi ultimi giorni del gennaio 2022 che ci sarà una possibilità di rimborso del canone RAI.

Mentre ancora si attende di capire se il pagamento del canone Rai verrà in un futuro non troppo lontano esteso a tutti i dispositivi elettronici, come smartphone, tablet e pc, sopraggiungono buone notizie per molti utenti che potranno beneficiare del relativo rimborso. Ma chi ne avrà diritto e soprattutto come fare a beneficiare di tale misura?

Dunque, la misura specifica riguarderà le strutture ricettive nonché di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico, comprese le attività similari svolte da enti del Terzo settore che saranno esonerate dal pagamento del canone.

Quindi, un ristoro per quelle attività di ristoro. Ma come ottenere questa esenzione o rimborso?

Rimborso Canone RAI, come fare richiesta

Ebbene, per poter usufruire di questa esenzione o richiedere un rimborso, non occorre fare altro che utilizzare l’apposito codice tributo in compensazione, attraverso modello F24, del credito d’imposta.

L’importo di quest’ultimo dovrà essere pari all’importo del canone Rai speciale pagato per il 2021. Nello specifico, i soggetti interessati dovranno utilizzare il codice tributo “6958”, denominato “Credito d’imposta canone speciale Rai – art. 6, c. 6, del decreto – legge 22 marzo 2021, n. 41”.

Una volta reso noto il codice tributo da utilizzare in compensazione per poter beneficiare del rimborso canone Rai speciale, sempre l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcune indicazioni su come indicare tale codice. Le vediamo, rapidamente di seguito.

Dunque, il codice tributo sopra citato dovrà essere inserito nella sezione “Erario“, in corrispondenza delle somme indicate nella colonna titolata “importi a credito compensati”. Nel caso in cui, invece, il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, andrà indicato nella colonna “importi a debito versati”.

Andrà indicato l’anno 2021 nel campo inerente all’anno di riferimento del modello F24, sottolineando che la trasmissione può avvenire solo in modalità telematica.

Questo è quanto vi fosse di indispensabile da sapere in merito alla nuova possibilità di ottenere un rimborso del canone RAI.

Associazione culturale senza scopo di lucro: gli adempimenti fiscali

In relazione agli adempimenti fiscali che riguardano le attività di un’associazione culturale senza fini di lucro è necessario distinguere gli enti che svolgono solo attività istituzionali da quelli che portano avanti anche attività di tipo commerciale. Le associazioni culturali senza fini di lucro rientrano tra quelle che svolgono solo attività di tipo istituzionale, ovvero a favore dei soci o con finalità civiche, di utilità sociale e solidaristica.

I due principali adempimenti fiscale dell’associazione culturale: bilancio annuale e relazione

I principali adempimenti fiscali per  le associazioni culturali senza fini di lucro si sintetizzano nell’obbligo di redazione annuale del bilancio e della relazione illustrativa. Questi due atti restano depositati presso la sede dell’associazione. È altresì consigliabile anche la tenuta dei fogli cassa per l’annotazione periodica delle entrate e delle uscite dell’associazione culturale. Rientrano tra gli adempimenti anche la tenuta del libro dei soci e dei libri riguardanti le adunanze del consiglio direttivo e dell’assemblea dei soci. Entrambi questi documenti attestano la democraticità della struttura associativa e anche una effettiva partecipazione dei soci alle attività dell’ente.

Adempimenti dell’associazione culturale nel momento della costituzione

Considerando dalla nascita dell’associazione culturale è importante rilevare che i primi adempimenti vanno effettuati presso l’Agenzia delle entrate. In primis, la richiesta di attribuzione del codice fiscale da ottenere dalla sede competente territorialmente. Per la richiesta è necessaria la compilazione del modello AA5/6. Previa richiesta proprio del codice fiscale, l’associazione deve procedere con la registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto. L’associazione culturale è tenuta a registrare anche le eventuali modifiche dello statuto. Il termine per la richiesta è fissato nei 20 giorni successivi alla costituzione.

Invio del modello EAS all’Agenzia delle entrate

Entro 60 giorni dalla data di costituzione, l’associazione culturale deve inviare esclusivamente per via telematica il modello EAS all’Agenzia delle entrate. Si tratta di un modello di comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali degli enti associativi e riguarda, esclusivamente, le associazioni che non svolgono attività commerciale. Il mancato invio comporta la perdita dei benefici fiscali e, in particolare, la tassazione dei contributi associativi e delle quote, oltre ai corrispettivi pagati dagli associati per la partecipazione alle attività istituzionali dell’ente. Nel caso delle associazioni culturali, il modello va compilato in tutte le sue parti, ovvero è necessario rispondere a tutte e 38 le domande presenti nel documento.

Versamenti di ritenute e rilascio certificazione compensi

Sono altresì necessari i versamenti delle ritenute operate. Il termine corrisponde al giorno 16 del mese susseguente a quello al quale l’associazione ha corrisposto la somma soggetta a ritenuta. Il versamento si effettua mediante il modello F 24. Entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui l’associazione effettua i pagamenti, vige inoltre l’obbligo di certificare i compensi corrisposti e le ritenute operate.

Associazione culturale: presentazione del modello 770

Entro il 31 luglio dell’anno susseguente a quello in cui l’associazione paga compensi, è necessaria la presentazione del modello 770. Il modello si trasmette esclusivamente per via telematica, o attraverso il proprio indirizzo Pec, oppure tramite il commercialista.

Redazione del rendiconto economico e finanziario

L’associazione culturale ha anche l’obbligo di redigere, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale e dunque solitamente entro il 30 aprile di ogni anno, il rendiconto economico e finanziario (REFA). Si tratta di un documento mediante il quale l’associazione culturale fornisce ai soci le informazioni sulle spese e sugli incassi relativi alle attività sociali e istituzionali che ha svolto. Pertanto, all’interno del documento devono essere riportate tutte le movimentazioni dell’associazione, comprese le quote associative, le spese, i costi e i contributi. La redazione del rendiconto avviene a cura del consiglio direttivo.

Redazione del rendiconto inerente le raccolte pubbliche di fondi

Entro lo stesso termine (quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale) l’associazione culturale deve curare la redazione del rendiconto specifico inerente alle raccolte pubbliche di fondi, nel caso in cui dette raccolte siano state effettuate. Il documento deve contenere l’iscrizione puntuale di tutte le entrate e le spese che l’associazione ha sostenuto relative a ogni manifestazione effettuata.

Canone Rai, SIAE e modello unico ENC

A carico dell’associazione culturale sono altresì corrisposti ulteriori obblighi, consistenti nel:

  • pagamento del canone della Rai, per la televisione e la radio. Il pagamento deve avvenire entro il 31 gennaio di ciascun anno;
  • eventuale pagamento della quota di abbonamento SIAE, che va effettuato entro il 28 febbraio di ciascun anno;
  • la presentazione del modello Unico ENC, ovvero degli enti non commerciali, presso l’Agenzia delle entrate. Il termine è nel nono mese successivo alla chiusura dell’esercizio sociale e riguarda le associazioni che, pur avendo il solo codice fiscale, hanno anche redditi di capitali e fondiari.

 

Rimborso canone Rai, ecco come ottenerlo

Il canone Rai continua a turbare i sonni dei contribuenti, anche di quelli che ritengono di averlo pagato erroneamente. A loro l’Agenzia delle Entrate ha “dedicato” un comunicato stampa per spiegare come ottenere il rimborso canone Rai.

Le Entrate hanno specificato che il rimborso canone Rai pagato direttamente in bolletta può essere richiesto direttamente online dal sito attraverso un’applicazione dedicata, utilizzabile se si è registrati ai servizi telematici Entratel o Fisconline.

L’Agenzia ha spiegato quali casi e modi in cui può essere richiesto il rimborso canone Rai. Nello specifico:

  • motivare sempre la richiesta di rimborso canone Rai, indicando in essa uno dei sei codici associati a ciascuna motivazione;
  • il rimborso canone Rai può essere richiesto anche dagli eredi dei titolari del contratto di fornitura di energia elettrica;
  • chi volesse utilizzare ancora la forma cartacea, può richiedere il rimborso canone Rai inviando una raccomandata A/R all’indirizzo Agenzia delle Entrate – Direzione Provinciale 1 di Torino – Ufficio di Torino 1 – Sportello abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino, insieme alla copia valida di un documento di riconoscimento;
  • chi volesse utilizzare la pec, può inviare la richiesta all’indirizzo sat@postacertificata.rai.it; se accompagnata da firma digitale, la richiesta può essere priva della copia del documento.

Qualora la Rai riconosca che il rimborso è effettivamente dovuto, i gestori della fornitura di energia elettrica erogheranno l’importo direttamente sulla prima bolletta utile, entro 45 giorni dalla ricezione da parte dell’Agenzia delle informazioni utili all’erogazione dello stesso.

L’Agenzia ricorda che, se ci fossero problemi con i gestori del servizio elettrico e il rimborso non andasse a buon fine, questo sarà erogato direttamente dall’Agenzia stessa.

Canone Rai con F24, c’è tempo fino al 31 ottobre

Con le bollette elettriche di luglio, gli italiani si sono trovati la prima rapina del canone Rai con le sette mensilità del 2016 arretrate. Non tutti, però, hanno potuto consegnare il bottino utilizzando la bolletta elettrica per pagare il canone Rai, ma lo dovranno fare tramite F24, come ricordato di recente dall’Agenzia delle Entrate.

Oltre a ricordare che l’imposta va versata entro e non oltre il 31 ottobre, nello specifico, ecco chi deve usare l’F24 per pagare il canone:

  • le famiglie anagrafiche tenute al versamento del canone Rai, nelle quali nessun componente titolare di un contratto elettrico di tipo domestico residenziale;
  • i contribuenti la cui fornitura di energia elettrica avviene utilizzando reti non interconnesse alla rete di trasmissione nazionale, come ricordato in questo articolo.

Infine, giusto per non lasciare niente al caso, le Entrate hanno ricordato anche i codici tributo da utilizzare per il versamento del canone Rai tramite F24, da inserire nella sezione Erario del modello:

  • TVNA per i nuovi abbonamenti;
  • TVRI per il rinnovo di abbonamenti esistenti.

Canone Rai, le bollette vanno conservate per 10 anni

Le follie del canone Rai in bolletta non finiscono mai di stupire. Ce n’è una, in particolare, alla quale forse non tutti hanno pensato e riguarda il periodo per il quale gli attestati di pagamento del canone Rai devono essere conservati.

Un periodo che collide visibilmente con quello per il quale è necessario conservare l’attestazione di pagamento della bolletta elettrica, all’interno della quale il canone Rai è stato proditoriamente inserito.

Se, da una parte, le bollette dell’energia elettrica (così come quelle del gas e di altre utenze), devono essere conservate per 5 anni per poter rispondere a eventuali contestazioni presentando le ricevute, il canone Rai invece non è una tariffa ma una imposta e l’obbligo della conservazione della ricevuta raddoppia: da 5 a 10 anni.

Gli utenti devono quindi ricordarsi di non eliminare dopo 5 anni le ricevute delle bollette elettriche all’interno delle quali è contenuto anche il canone Rai, per non correre il rischio di dover giustificare eventuali richieste da parte della tv di Stato senza avere un documento comprovante il pagamento.

E, si sa, viste le meraviglie della burocrazia di casa nostra e l’accanimento fastidioso e asfissiante con cui la Rai insegue i suoi abbonati, non è così improbabile ricevere qualche contestazione dai rapinatori di viale Mazzini…

Canone Rai, ancora chiarimenti

Nonostante la maggior parte degli italiani abbia già subito la rapina del canone Rai in bolletta lo scorso mese, l’Agenzia delle Entrate continua a emanare chiarimenti sui casi particolari che possono interessare intestatari o meno di forniture elettriche che subiscono l’angheria del canone Rai. Ecco le casistiche chiarite dalle Entrate.

Anziano in casa di riposo

Se l’anziano non possiede un televisore ed è titolare di un’utenza elettrica con tariffa residenziale, per evitare l’addebito del canone Rai in bolletta, dovrà presentare la dichiarazione sostitutiva di non detenzione.

Se l’anziano non possiede un televisore e non è titolare di un’utenza elettrica con tariffa residenziale, dovrà inviare la disdetta dell’abbonamento tramite raccomandata allo Sportello SAT dell’Agenzia delle Entrate.

Titolare dell’utenza deceduto ma utenza ancora attiva

In questo caso, per evitare l’addebito del canone Rai in bolletta l’erede deve compilare il quadro B della dichiarazione sostitutiva, indicando il proprio codice fiscale e procedere alla voltura dell’utenza elettrica intestata al defunto.

Cambio dell’impresa fornitrice dell’elettricità

Le rate del canone Rai saranno addebitate dalle due imprese elettriche, ciascuna secondo i periodi di propria competenza.

Attivazione di una nuova utenza elettrica

Il canone viene addebitato dal mese di attivazione della nuova fornitura elettrica. L’addebito avverrà nella prima fattura elettrica utile, dove saranno addebitate le rate scadute.