Ivan Malavasi nuovo presidente di RTI

Cambio di testimone a Rete Imprese Italia: Carlo Sangalli, presidente uscente nonché numero uno di Confcommercio, da oggi cede il suo posto a Ivan Malavasi, al vertice di Cna.

Malavasi, che guiderà l’organismo associativo delle pmi dell’artigianato, commercio e servizi fino al 31 dicembre 2013, dovrà occuparsi di questioni spinose ed urgenti, come la pressione fiscale, il mercato del lavoro e la semplificazione.

Per questo motivo, il neo eletto si è messo subito al lavoro, confidando in una collaborazione continua tra governo ed istituzioni.

Vera MORETTI

Al via domani il Roadshow di Confcommercio

Sei iniziative itineranti, che in un mese attraverseranno l’Italia, a cominciare da Milano, per raccogliere istanze, priorità ed aspettative delle imprese e del commercio, ma anche dei servizi e dei trasporti, per far capire al nuovo Governo le tematiche più urgenti e bisognose di interventi radicali.

Tutto ciò è previsto nel Roadshow ImPresa diretta con il territorio, progetto organizzato da Confcommercio insieme alla proprie strutture regionali, che partirà domani, 13 maggio, e confluirà alla fine nell’Assemblea generale della Confederazione prevista per il 12 giugno.

Attraverso vere e proprie assemblee territoriali, le associazioni territoriali, ma anche gli imprenditori locali, testimonieranno le loro criticità, permettendo agli addetti ai lavori di scontrarsi con le vere piaghe che hanno messo a dura prova l’economia italiana, con epiloghi troppo spesso drammatici.

Gli incontri serviranno anche per avere un confronto con gli amministratori e i rappresentanti politici locali per mettere in evidenza quanto sia forte la connessione tra imprese e territori e quanto il contributo di questo sistema di imprese sia importante per la crescita, lo sviluppo e la coesione del paese.
Non mancheranno dibattiti sui nodi strutturali che affliggono il Paese, a cominciare dalla pressione fiscale e i debiti delle PA nei confronti delle imprese, che hanno portato a difficoltà di accesso al credito e ad un notevole crollo dei consumi.

Si comincerà, come preannunciato, lunedì 13 maggio da Milano con un incontro presso Unione Confcommercio al quale parteciperanno, tra gli altri, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli; il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia; il presidente della Provincia, Guido Podestà; l’assessore a Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia Alberto Cavalli; il senatore Paolo Galimberti e l’onorevole Luca Squeri.
Interverrà anche il vicepresidente di Regione Lombardia Mario Mantovani.

Vera MORETTI

Expo 2015: una delle priorità di Enrico Letta

Enrico Letta, che al suo esordio da Presidente del Consiglio ha fatto un discorso dai toni altamente europei, ha mostrato, come era prevedibile, di considerare tra le priorità del suo Governo anche l’Expo 2015.

Il premier, infatti, considera il successo dell’esposizione universale milanese “una delle cartine di tornasole attorno al quale si valuterà la riuscita di questo governo“ e si farà carico in prima persona di trovare soluzioni agli ostacoli che potrebbero sorgere da qui al 2015.

Prima mossa è stata la nomina dell’ad di Expo Spa, Giuseppe Sala, come commissario unico dell’evento. Alla firma del decreto, avvenuta a Milano, erano presenti i quattro soci istituzionali, ovvero il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il governatore lombardo Roberto Maroni, il presidente della Provincia milanese Guido Podestà, e il presidente della Camera di commercio Carlo Sangalli, chiamati da Letta La squadra Italia.
Ma Expo sarà affare di molti, a cominciare da coloro che hanno avuto un ruolo determinante per la sua nascita, a cominciare da Romano Prodi.

Insomma, Expo 2015 può davvero rappresentare una vera possibilità di ripresa, ma non per le forme di illegalità, di qualunque natura siano: “la criminalità e le mafie non pensino che l’Expo sia un’occasione di avere mano libera. Avremo una vigilanza doppia, tripla, quadrupla, saremo duri e inflessibili. Nessuno attorno a questa vicenda può pensare di fare il furbo e infilarsi e usare questa grandissima occasione per attività illecite e illegali“.

I due anni che restano prima dell’inizio dell’esposizione serviranno per risolvere le questioni ancora irrisolte, dalle opere da completare ai fondi da trovare, compresa la possibilità di una deroga al patto di stabilità, fino ai grandi Paesi come gli Stati Uniti ancora da coinvolgere.
Ma sia Enrico Letta sia Giuliano Pisapia e Roberto Maroni sono ottimisti.

Vera MORETTI

Carlo Sangalli riconfermato presidente di Confcommercio Milano

Durante l’ultima assemblea generale ordinaria di Confcommercio tenutasi a Milano è stato riconfermato Carlo Sangalli come presidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza (142 Associazioni aderenti, 40.000 imprese associate per oltre 300.000 addetti).
Il nei rieletto ha introdotto il suo intervento riconoscendo le ripercussioni della crisi sulle imprese italiane e prevedendo un 2013 tutt’altro che facile.

Per questo motivo, la linea programmatica che Sangalli intraprenderà avrà come obiettivo principale quello di salvaguardare in tutti i modi l’occupazione: “A una situazione eccezionale si risponde con misure urgenti che devono incidere su minor pressione fiscale, semplificazione burocratica, accesso al credito, contrasto dell’illegalità e spending review. In questo contesto intendiamo puntare sul rafforzamento dei distretti del commercio e delle reti d’impresa incentivando e semplificando le alleanze tra imprese per rispondere alla grande crisi. Bisogna puntare con decisione su Expo 2015. L’esposizione Universale è il solo grande progetto, ormai a breve termine, che abbiamo davanti. Una sfida difficile che ha, però, il grande pregio di costringere tutti a dare il meglio di sé. Avremo gli occhi del mondo su di noi. Per vincere questa sfida occorre il coinvolgimento vero di imprese e cittadini e un’alleanza forte tra istituzioni”.

L’Esposizione è, a ragione, considerata una grande occasione, sia per la possibilità di creare 200mia posti di lavoro, sia perché considerata un’ottima base per le reti di commercio di vicinato e per le imprese turistiche.

Sangalli ha poi sottolineato un forte interesse per la proposta contenuta nel programma di Roberto Maroni, neogovernatore della Regione Lombardia: una “no tax area” della durata di tre anni per chi crea valore come startup, imprese che assumono giovani, imprese turistiche, negozi storici e neoprofessionisti.

Vera MORETTI

Carlo Sangalli chiede responsabilità alle forze politiche

L’esito delle elezioni ha lasciato sorpresi gli esponenti di tutte le categorie di professionisti, i quali si sono dichiarati preoccupati circa la governabilità del Paese, vista la mancanza della maggioranza al Senato e risicata alla Camera.

Tra coloro che si sono pronunciati, c’è anche Carlo Sangalli, presidente di Rete Imprese Italia, il quale ha voluto ricordare alle forze politiche che, ora, è assolutamente necessario trovare un accordo, per poter uscire da una situazione critica che ha messo in ginocchio l’economia italiana.

E’ una situazione che richiede uno straordinario senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche che rappresentano la nuova classe dirigente del paese per assicurare la governabilità indispensabile in una fase economica ancora molto difficile e delicata.
Il paese non può permettersi mesi di impasse, continui rinvii e sterili contrapposizioni perché il sistema delle piccole e medie imprese del terziario di mercato e dell’artigianato è stato duramente colpito dalla recessione e non è più in grado di resistere al perdurare della crisi.
Bisogna, dunque, intervenire con realismo ed efficacia sui problemi veri delle imprese utilizzando anche il contributo di proposte che Rete Imprese Italia ha dato alle forze politiche durante la campagna elettorale
”.

Sangalli ha dunque espresso quello che sicuramente è un comune pensiero: le forze politiche dovrebbero mettere da parte interessi propri e antichi rancori per traghettare l’Italia verso la fine di un tunnel che, ormai, sembra davvero infinito.

Vera MORETTI

Protocollo d’intesa tra il ministero dello Sviluppo e le Camere di Commercio

Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e i presidenti delle Camere di Commercio italiane hanno firmato un accordo che istituisce le prime sezioni speciali del Fondo Centrale di Garanzia in ben 19 Province (Bari, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Firenze, Genova, Lecco, Mantova, Milano, Modena, Monza-Brianza, Napoli, Palermo, Pavia, Salerno, Trieste, Udine e Varese).

Tale intesa si basa su alcuni concetti basilari, come il credito per supportare la crescita e l’internazionalizzazione delle pmi attraverso un sistema efficiente di garanzie statali e maggiore attenzione alle peculiarità dei sistemi economici del territorio.

Promosso dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza, questo accordo consente di mettere a sistema e di usare attraverso una strategia condivisa le risorse disponibili sul territorio per facilitare l’erogazione di credito alle pmi: le 19 Camere aderenti al progetto apporteranno infatti al Fondo Centrale di Garanzia oltre 17 milioni di euro.
L’importo, di una certa rilevanza, permetterà di erogare finanziamenti per 600 milioni di euro, con i quali le piccole e medie imprese potranno rafforzare la propria competitività sui mercati internazionali.

La misura è finalizzata a canalizzare garanzie attraverso la rete dei Confidi per interventi sull’internazionalizzazione.
Confidi e imprese potranno contare, inoltre, su tempi di istruttoria molto contenuti anche in virtù del riconoscimento di procedure semplificate alle operazioni che verranno presentate a valere sulle sezioni speciali istituite con le Camere di commercio. A ciò si aggiunge il riconoscimento di percentuali di copertura massime anche in caso di future rimodulazioni che dovessero essere effettuate.

Il Fondo Centrale di Garanzia, negli ultimi anni, ha rilasciato un numero crescente di garanzie: nel 2011 sono state più di 55.000 le domande ammesse alla garanzia del Fondo che, con un importo garantito di 4,4 miliardi di euro, hanno permesso di attivare finanziamenti a favore del sistema imprenditoriale per 8,4 miliardi di euro.

Corrado Passera ha dichiarato: “L’accesso al credito per le Pmi è uno dei temi su cui, come Governo, ci siamo concentrati fin dall’inizio della legislatura. Attraverso il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia per 1,2 miliardi di euro nel triennio 2012-2014 la possibilità per le aziende di farsi certificare i propri crediti dalle amministrazioni pubbliche e di poterli eventualmente compensare con i debiti iscritti a ruolo, lo stanziamento di 6 miliardi per i pagamenti più urgenti della PA, l’approvazione anticipata della direttiva europea sui tempi di pagamento, l’inserimento nel nostro ordinamento della finanza di impresa anche per le società non quotate, abbiamo creato una serie di strumenti per facilitare l’accesso al credito delle imprese in questo momento di particolare carenza di liquidità”.

L’accordo ha il merito di rafforzare ulteriormente il Fondo di Garanzia, puntando a favorire la crescita dell’internazionalizzazione.

Carlo Sangalli, presidente del Consorzio camerale per il credito e la Finanza, ha dal canto suo, asserito: “Puntare sul sostegno alle piccole e medie imprese attive sul fronte dell’internazionalizzazione è una delle vie più efficaci per tornare a rivedere la crescita economica. Proprio per questo le sezioni speciali del Fondo Centrale di Garanzia, nate per superare la stretta creditizia, possono ridare ossigeno al mondo imprenditoriale attivo all’estero. Un risultato importante ottenuto grazie alla collaborazione con il ministero dello Sviluppo Economico e alla capacità delle Camere di Commercio di fare rete”.

Vera MORETTI

Cercasi saldi disperatamente

Se il Calendario dell’Avvento natalizio è stato ufficialmente inaugurato lo scorso weekend, lo stesso non si può dire dell’avvento dello shopping natalizio. Strenne, pacchi e pacchettini hanno decorato a fatica il paesaggio prenatalizio in una Milano più grigia che mai. E non soltanto scrutando il cielo, ma piuttosto mettendo mano al portafoglio.

Meno 15% rispetto al 2011 i dati diffusi riguardo alle vendite nel primo weekend di dicembre. Ma cosa dobbiamo aspettarci da questo lungo avvento, soprattutto in termini economici, del Natale 2012?

Infoiva lo ha chiesto a Gabriel Meghnagi, Presidente di Ascobaires, l’Associazione che riunisce i Commercianti di Corso Buenos Aires.

Le previsioni per i consumi del prossimo Natale non sono incoraggianti. Quali saranno, secondo lei i trend di spesa degli italiani?
La spesa a scontrino per gli omaggi natalizi credo che quest’anno sarà compresa tra i 55 e i 110 euro. Dal punto di vista generale credo che si registrerà un calo degli acquisti rispetto al Natale 2011 che dovrebbe aggirarsi attorno al 10-15%, mantenendo il trend che si è già verificato a novembre 2012. Se per novembre 2012, mese molto sottile per gli acquisti, il calo si è attestato sul -15%, a dicembre potrebbe esserci una lieve risalita, con un calo medio del 10%. Per i ‘non regali’ la gente attenderà sicuramente l’apertura dei saldi.

Che cosa maggiormente scoraggia alla spesa per questo Natale? Incertezza, strette fiscali, limiti alle spese in contanti… ?
L’incertezza sicuramente, e in questo giocano un ruolo centrale i media e gli organi di informazioni che creano senza dubbio un clima di apprensione e labilità per quanto riguarda il futuro. Dall’altra parte il crescente numero di famiglie che si ritrovano con un coniuge senza lavoro saranno fortemente limitate nelle possibilità di acquisto.

Sul fronte dei limiti alle spese in contanti, il tetto di 1000 euro imposto dal decreto Salva Italia, che conseguenze ha avuto o avrà sugli acquisti?
Per noi, come Ascobaires, ha avuto conseguenze evidenti solo nel primissimo periodo. Il cliente italiano che spende più di 1000 euro, in linea generale escludendo il Quadrilatero della Moda, non è molto frequente, e in ogni caso abituato ad utilizzare la carta di credito. Il tetto dei 1000 euro ha senza dubbio scoraggiato la clientela estera, che pur potendo usufruire dell’estensione a 15 000 euro del tetto massimo prevista nella deroga al decreto, non si trova certo a suo agio a dover compilare moduli di autocertificazione, rilasciare i dati del passaporto e le altre procedure previste.

Veniamo alla questione saldi anticipati a dicembre: se ne è discusso, prima sembravano dati per certi poi il dietrofront…
In dicembre non si è mai detto che sarebbero potuti partire i saldi, ma è stata fatta un po’ di confusione: Federmoda aveva detto che la Regione Lombardia e il Comune di Milano avevano tolto il divieto di poter fare  sconti 30 giorni prima di Natale. Quindi non si tratta di saldi anticipati, ma di promozioni. Io personalmente credo poco all’iniziativa delle promozioni anticipate: la gente per essere invogliata ad acquistare ha bisogno di leggere la scritta ‘saldi’ fuori dalle vetrine, in tutti i negozi e avere la certezza della riduzione. La situazione delle promozione è invece molto più a macchia di leopardo: 10 negozi praticano promozioni, altri 20 non hanno aderito. Inoltre non c’è la certezza dello sconto applicato: alcuni fanno il 20%, altri il 10%, altri ancora il 30%, e la clientela è restia nella maggior parte dei casi ad acquistare in un clima di confusione.

In che percentuale i negozianti di Corso Buenos Aires hanno aderito all’ iniziativa delle promozioni anticipate pre Natale? 
Parliamo di un 25% degli esercizi commerciali della zona: si tratta perlopiù di grosse catene di store, perchè il piccolo e medio imprenditore non può permettersi di applicare promozioni anticipate. Sarebbe impossibile resistere, dal momento che la stagione della vendita di articoli invernali e natalizi comincia proprio adesso!

Qual è la sua previsione sui saldi canonici del 5 gennaio 2013?
Credo che quest’anno ci saranno dei saldi alti, con una percentuale di sconto già in partenza di almeno il 40%.

Il 2013 sarà l’anno delle elezioni. Quali politiche chiedete al governo attuale, nella sua ultima fase, e a quello nuovo per rilanciare il sistema Paese?
Assolutamente che non venga alzata l’aliquota Iva, come già auspicato dal Presidente di Confcommercio Sangalli, che è molto importante perchè se è vero che si tratta di un solo punto percentuale, è un 15 che va a condizionare il potere d’acquisto di tutta quella fascia di cittadini che spendono i soldi e permettono all’economia di girare. Aumentare dell’1% l’Iva determina poi in ogni caso un aumento finale più elevato, e questo metterebbe in ginocchio noi commercianti e l’economia italiana intera.

Alessia CASIRAGHI

“Crisi, l’uscita dal tunnel è lontana”

Alla recente assemblea di Confcommercio svoltasi a Roma, il presidente Carlo Sangalli non le ha mandate a dire al Governo: “Siamo – ha detto – innanzi ad un tornante cruciale della storia europea e della storia della nostra Repubblica. Secondo un’agenda che chiama in causa la responsabilità della politica e delle istituzioni, ma certamente anche delle forze sociali. L’uscita dal tunnel della crisi appare davvero ancora lontana. Serve un’agenda che faccia anzitutto tesoro del recente richiamo del presidente della Banca europea, Mario Draghi, sulla forma ‘ideale’ delle politiche di consolidamento fiscale. Servono politiche di riduzione del deficit e del debito sviluppate all’insegna delle riduzioni di spesa corrente e non già di aumenti di tasse, proprio allo scopo di contenerne l’impatto sul prodotto interno“.

Poi una mazzata alla politica fiscale: “Bisogna attivare al più presto il principio di destinare almeno una quota rilevante delle risorse derivanti dal recupero di evasione ed elusione alla riduzione della pressione fiscale a carico dei contribuenti in regola. Una pressione giunta ormai al livello record del 55% circa e che costituisce, dunque,un’insostenibile zavorra a carico di investimenti e consumi. Occorre insomma una prospettiva realistica di riduzione netta della pressione fiscale complessiva“.

Infine, parole chiare nei confronti del prossimo aumento dell’Iva: “Sul fronte dell’Iva è rimasta aperta la prospettiva dell’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: si è fatto un passo avanti, ma ancora non ci siamo perché l’aggravio dell’aliquota ordinaria colpirà, con un ulteriore onere fiscale complessivamente ben superiore ai 4 miliardi di euro, una larghissima fascia di prodotti e servizi. Per questo chiediamo venga fatto di tutto per archiviare definitivamente l’ipotesi di un nuovo aggravio dell’aliquota Iva ordinaria. Sarebbe, infatti, una doccia gelata che smorzerebbe le prospettive di ripartenza dell’economia“.

“Oggi – ha concluso Sangallila qualità delle scelte politiche si misura anzitutto sul versante della risposta ad un drammatico deficit di legalità. Serve, allora, l’efficienza del sistema giustizia ed il contrasto più determinato della piaga della corruzione, giustamente definita dalla Corte dei Conti come una “tassa immorale ed occulta” stimata nell’ordine dei 60 miliardi di euro l’anno“.

Anno nuovo, tasse nuove?

A quanto pare, il 2013 si aprirà con una novità che non sarà molto apprezzata dalle imprese.

Da gennaio, infatti, entrerà in vigore il RES, tributo introdotto dal decreto Salva Italia che, certamente, andrà ad influire su una pressione fiscale già messa a dura prova.

Di cosa si tratta?
Il RES va a sostituire la tassa sui rifiuti, ma arriverà a pesare nelle tasche delle aziende ben il 290% in più.
Le imprese maggiormente colpite saranno quelle attive nel settore ristorazione, che subiranno incrementi superiori al +400%, ma anche le imprese ortofrutticole e le discoteche, per le quali sono previsti aumenti pari al +600%.

Questi rincari si spiegano con l’aggiunta, nel nuovo tributo, oltre alla quota ambientale per lo smaltimento dei rifiuti, anche di una quota servizi per sicurezza, illuminazione e gestione strade calcolato sulla base dei coefficienti contenuti nel DPR 158/1999, in attesa di un apposito regolamento ministeriale.

Luigi Bianchi, presidente della Commissione Ambiente e Energia di Confcommercio, ha definito il RES “l’ennesimo balzello che le PMI devono pagare. Siamo di fronte a una vera e propria emorragia continua nei confronti delle categorie che rappresentiamo. Ed è curioso che si dica sempre che le piccole e medie imprese rappresentano lo scheletro del sistema economico del Paese e poi si trovi ogni strada per affossarle“.

A denunciare questa situazione sono state anche due associazioni di Confcommercio, ovvero Ancra, che rappresenta Commercianti Radio, Televisione, Elettrodomestici, Dischi e Affini, che ha commentato: “Questa situazione ci mette in grande difficoltà, noi dovremmo avere una premialità per il lavoro di raccolta che facciamo dei rifiuti RAEE, e invece veniamo tassati due volte“; e Assofermet (Commercianti in Ferro e Acciai, Metalli Non Ferrosi, Rottami Ferrosi, Ferramenta e Affini): “Le imprese di commercio all’ingrosso esercitano su aree molto ampie e dunque il tributo pesa molto su queste imprese. Oltretutto con la RES devono essere coperti integralmente tutti i costi di raccolta e smaltimento di rifiuti“.

Per questi motivi, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente Corrado Clini chiedendo in prima istanza la sospensione fino al primo gennaio 2014 del nuovo tributo.

Vera MORETTI

A Roma gli Stati Generali del Vending

Se la crisi sta facendo registrare segni negativi in molti comparti, esistono alcuni ambiti che, fortunatamente, vanno in controtendenza e anche in questo periodo presentano bilanci positivi.

Un esempio arriva dalla Distribuzione Automatica, ovvero il Vending. Il segreto deriva da due caratteristiche molto importanti: se da una parte la possibilità di risparmio sembra la risposta più ovvia, dall’altra anche la trasformazione e l’innovazione hanno saputo dare al settore una marcia in più.

Queste tematiche tengono banco oggi a Roma, durante gli Stati Generali del Vending, intitolati “Fare impresa in tempo di crisi“ ed organizzati da ConfidaConfcommercio Imprese per l’Italia.

Obiettivo primario della giornata è sicuramente raccogliere proposte per un ulteriore sviluppo del settore, in modo da offrire ai consumatori maggiori opportunità. Ciò è considerato possibile solo a condizioni di un quadro normativo fortemente semplificato e di una condivisione di standard qualitativi di prodotto e servizio da parte della Pubblica Amministrazione.

Tra i partecipanti agli Stati Generali ci sono Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Lucio Pinetti, presidente di Confida, e Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che presenterà una ricerca su “Recenti tendenze dei consumi“.

Vera MORETTI