Partite Iva forfettarie, regime flat tax verso gli 85mila euro

Il meccanismo di flat tax delle partite Iva a regime forfettario potrebbe vedersi elevare il proprio limite di ricavi e di compensi annui da 65 mila euro a 85 mila euro. L’innalzamento della soglia, tuttavia, non è l’unica novità attesa nel disegno di legge delega fiscale. Infatti, nelle intenzioni del governo c’è la riforma della ritenuta d’acconto, da eliminare progressivamente insieme alla mensilizzazione degli acconti. Inoltre, si stanno facendo passi avanti nella direzione del cashback fiscale, la misura che consente di monetizzare subito la percentuale detraibile di determinate spese.

Aumento del regime di flat tax delle partite Iva forfettarie a 85 mila euro: si tratta di uno scivolo

L’aumento della soglia di ricavi e di compensi delle partite Iva a regime forfettario a 85 mila euro non è una estensione definitiva da subito. Si tratterebbe di uno scivolo di 20 mila euro, rispetto ai 65 mila euro attuali, che consente a chi sfori il tetto massimo di ricavi annuali, di non dover passare al regime ordinario di partita Iva. In altre parole, lo scivolo servirebbe a preparare il terreno verso un progressivo innalzamento della soglia di ricavi e compensi annuali di chi è in regime di flat tax. La soglia di 85 mila euro è l’obiettivo finale della riforma delle partite Iva a regime forfetario.

Novità dalla legge fiscale, interventi sull’eliminazione della ritenuta d’acconto

Ulteriori novità sono attese dalla legge fiscale per quanto concerne la ritenuta d’acconto e la mensilizzazione degli acconti. In entrambi i casi, si tratterebbe di un progressivo avvicinamento all’eliminazione dei due strumenti. Inoltre, molte delle attese sono anche per il cashback fiscale. La proposta del Movimento 5 stelle è una delle novità emerse in Commissione Anagrafe Tributaria a chiusura dell’indagine conoscitiva sulla digitalizzazione e interoperabilità delle banche dati fiscali.

Cashback fiscale in arrivo nella legge fiscale, che cos’è?

Il disegno di legge delega di riforma fiscale, dunque, contiene la nuova misura di cashback fiscale che consente ai contribuenti di vedersi accreditare e monetizzare nell’immediato il beneficio fiscale ottenuto da varie spese detraibili. Tali spese sono disciplinate dall’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Per esempio, se si acquistano farmaci, con il nuovo meccanismo fiscale non si dovrà più attendere la dichiarazione dei redditi per la detrazione del 19% delle spese sostenute. Il beneficio fiscale potrà essere incassato nell’immediato, mediante l’accredito diretto sul conto corrente bancario fornito dal contribuente.

Cashback fiscale, quando è previsto il debutto?

Il disegno di legge delega della riforma fiscale dovrebbe trovare approvazione definitiva al Senato entro la fine di giugno di quest’anno. Nel caso in cui i relativi decreti attuativi venissero adottati in tempi rapidi, il cashback fiscale potrebbe debuttare già a partire dal 2023. Si tratterebbe di immettere nel sistema, e quindi nelle tasche dei contribuenti, liquidità, della quale ce n’è bisogno. Anche se si tratta di somme relativamente basse.

Cashback fiscale, come si utilizza?

Avvalersi del nuovo meccanismo di cashback fiscale non comporta particolari adempimenti da parte del contribuente. Infatti, quest’ultimo dovrà semplicemente comunicare al venditore di un prodotto o al prestatore di un servizio di volersi avvalere del cashback fiscale (al posto della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi) nel momento in cui sostiene la spesa. Il venditore o chi presta il servizio dovrà comunicare all’anagrafe tributaria che il contribuente vuole usufruire del cashback fiscale per la spesa sostenuta.

Cashback fiscale, come avviene il rimborso?

Si tratta di un sistema che già ha avuto una sperimentazione molto simile nel momento in cui è rimasto in vigore il Cashback di Stato che permetteva il rimborso del 10% sulle spese effettuate con relativo pagamento con sistemi tracciabili. Le detrazioni sulle spese sostenute e ammesse arriveranno direttamente sul conto corrente del contribuente e notificate mediante l’applicazione Io. In questo modo, il contribuente non dovrà più attendere e certificare le spese sostenute nell’anno di imposta nella dichiarazione dei redditi.

Cashback fiscale per i rimborsi immediati delle detrazioni: per quali spese?

Arriva l’ipotesi di rimborso immediato per le detrazioni fiscali di determinate spese. L’obbligo di tracciabilità è già in vigore da due anni, ma l’ipotesi di rimborsare “tutto e subito” determinate spese tiene banco nel decreto di legge delega fiscale. La proposta è quella di rimborsare velocemente le spese detraibili senza dover aspettare la dichiarazione dei redditi da presentare l’anno susseguente a quello nel quale sono sostenute le spese stesse. L’accredito diretto avrebbe il vantaggio di sfruttare meccanismi digitali già sperimentati per altri rimborsi, come il cashback di Stato, attuato mediante l’applicazione Io.

Cashback fiscale, quali spese potrebbero essere rimborsate immediatamente?

L’ipotesi del rimborso immediato delle spese detraibili parte dalle spese sanitarie per allargarsi ad altre tipologie di costi sostenuti dai consumatori. Si andrebbero a comprendere le spese comprese nell’articolo 15 del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir). Ovvero:

  • gli interessi sui mutui delle spese funebri;
  • le spese veterinarie;
  • i costi sostenuti per gli affitti degli studenti fuori sede.

Quali altre spese potrebbero essere oggetto di rimborso tramite il cashback fiscale?

Inoltre, tra le spese che potrebbero trovare spazio nel meccanismo di rimborso del cashback fiscale rientrano anche quelle relative alle attività sportive dei ragazzi e i costi sostenuti per le intermediazioni immobiliari. Altri rimborsi potrebbero arrivare dalla rimodulazione delle spese ammissibili alle detrazioni fiscali.

Cashback fiscale, per il rimborso serve la tracciabilità delle spese

Le operazioni di rimborso delle spese detraibili mediante il cashback fiscale dovrebbero, di conseguenza, avere per oggetto costi tracciabili. Tuttavia, lo scopo principale della misura che è allo studio del governo sarebbe quello di anticipare disponibilità e liquidità ai contribuenti. A maggior ragione per la circostanza che per molte delle spese rimborsabili la tracciabilità vige già da due anni. Tuttavia, alcuni dubbi sorgono sulle spese sanitarie e su quelle rimborsabili per prestazioni del Servizio sanitario nazionale e strutture autorizzate. Infatti, questi costi potrebbero già essere oggetto di rimborsi da parte delle assicurazioni o delle Casse sanitarie.

 

 

Fattura elettronica per tutti e due anni di scivolo flat tax: le misure in arrivo con la delega fiscale

Obbligo di fattura elettronica per tutti, anche per le partite Iva a regime forfettario, e scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di tetto di reddito della flat tax: sono due tra le principali novità contenute negli emendamenti alla legge fiscale. Il provvedimento contiene anche lo stop all’Irap per gli studi associati e la diminuzione dell’Irpef tagliando gli sconti fiscali e detrazioni trasformate in accrediti diretti sui conti correnti dei contribuenti (cashback fiscale). Inoltre, troverà attuazione la “mensilizzazione” progressiva dei saldi e degli acconti dei lavoratori autonomi e, principalmente, per i soggetti Isa con l’addio alla ritenuta d’acconto.

Flat tax per le partite Iva a regime forfettario, arriva lo scivolo di due anni: cosa significa?

Nel testo della legge fiscale rielaborato al ministero dell’Economia e delle Finanze entra la novità dello scivolo di due anni della flat tax. Alle partite Iva a regime forfettario che superino il tetto annuale dei compensi e dei ricavi di 65 mila euro si applicherebbe un’altra aliquota piatta, in ogni caso superiore a quella del 15%. L’aliquota non potrà essere superiore a un limite che dovrà essere specificato nel decreto legislativo.

Fattura elettronica per tutti, anche per le partite Iva a regime forfettarie

Con la legge fiscale dovrebbe arrivare anche l’obbligo di fattura elettronica esteso a tutti i soggetti, anche a quelli finora esenti. In particolare, alle partite Iva a regime forfettario che finora erano rimaste fuori dall’emissione delle fattura in modalità digitale. La novità vede le forze politiche d’accordo, compreso il ministero dell’Economia e delle Finanze, per una misura che si preannuncia come necessaria per la lotta all’evasione fiscale. Tra le misure accompagnatorie dell’obbligo della fattura elettronica, anche l’emissione degli scontrini telematici e l’utilizzo delle banche dati per la lotta all’evasione.

Legge fiscale, ecco le altre misure in arrivo

Tra le altre misure in arrivo con la legge delega, anche l’abolizione dell’Irap per gli studi associati. Il superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive avverrà in maniera progressiva e riguarderà anche le società di persone e le società di professionisti. L’abolizione dell’Irap non dovrà generare, in ogni modo, aumenti delle addizionali per i dipendenti e per i pensionati.

Cashback fiscale, il rimborso subito sui conti correnti dei contribuenti

Trova spazio nella legge fiscale anche il cashback fiscale. Si tratta del rimborso sui conti correnti dei contribuenti delle detrazioni di imposta. Condizione essenziale per il rimborso è che le relative spese dovranno essere state effettuate con modalità di pagamento tracciabili. Il rimborso avverrà in tempi celeri anche mediante l’utilizzo di applicazioni che già hanno funzionato per altre finalità, come l’App Io.

Lavoratori autonomi soggetti Isa, versamenti mensili e stop alla ritenuta

La legge fiscale apre ai versamenti mensili dei saldi e degli acconti per i lavoratori autonomi e in particolare dai soggetti Isa. Si tratterà di un sistema di “progressiva mensilizzazione”dei pagamenti con lo stop alla ritenuta d’acconto. Nulla cambia nel sistema attuale dei calcoli dei saldi e degli acconti. Il meccanismo non dovrà produrre dei costi per la finanza pubblica.

Regime forfetario: si punta sulla easy tax con uscita graduale

Si prevede una primavera molto calda sul fronte della Riforma Fiscale.  I vari partiti sono al lavoro per determinare i contenuti di quella che dovrebbe essere una riforma epocale e ridisegnare l’intero sistema fiscale. A creare malumori c’è anche il regime forfetario.  Archiviata l’ipotesi di una flat tax fino a 100.000 euro si lavora di una easy tax (tassa facile) che dovrebbe aiutare, agevolare, il passaggio dal regime forfetario al regime ordinario.

Regime forfetario: allo studio diverse ipotesi per l’uscita dal regime agevolato

Il regime forfetario prevede una tassazione al 15% per coloro che aderiscono e un calcolo delle spese effettuato applicando un criterio forfettario che abbiamo già visto nell’articolo Coefficienti di redditività nel regime forfetario: quali sono?

Il regime forfetario può essere scelto da coloro che hanno ricavi e compensi non superiori a 65.000 euro nell’arco dell’anno di esercizio. Superata tale soglia si va in automatico al regime ordinario che però prevede un’aliquota Irpef del 41% (con possibilità di dedurre le spese con il metodo analitico e quindi una base imponibile anche inferiore). Sono in molti però a ritenere questo passaggio eccessivamente brusco. Proprio per questo si sta lavorando a soluzioni intermedie che possano consentire un passaggio morbido tra il regime forfetario e il regime ordinario. La prima ipotesi, poi scartata, è quella di innalzare la soglia per il regime forfetario a 100.00 euro, proposta portata avanti dal leader della Lega Matteo Salvini. Spunta quindi la easy tax.

Cosa prevede la easy tax per il regime forfetario?

Specifichiamo ora che la easy tax, proposta dal M5S, non è stata approvata, ma semplicemente proposta e di conseguenza non è una certezza. Vediamo come dovrebbe funzionare. La proposta prevede che al primo anno dall’uscita dai requisiti del regime forfetario, si applichi un’aliquota del 20% . Per poter avere questa agevolazione è però necessario che i compensi e ricavi dichiarati siano almeno pari a quelli del primo anno di attività e non superiori del 10%.

Al secondo anno dal superamento della soglia per il regime forfetario si applicherà la easy tax del 20% se l’incremento ulteriore di ricavi e compensi non supera il 10%. Infine, dal terzo anno si applica l’aliquota ordinaria. Ricordiamo che attualmente è possibile rientrare nel regime forfetario appena si ripresentano le condizioni previste per l’applicazione di questo regime di favore, quindi se si rientra nei 65.000 euro.

L’obiettivo è evitare la strage di partite Iva che si è vista negli anni precedenti caratterizzati anche dalla crisi economica dovuta alla crisi pandemica.

Tra le altre ipotesi allo studio del Governo per la legge di delega fiscale c’è il cashback fiscale, ma anche su questo ci sono molti malumori ed è stato sottolineato che l’emendamento è tecnicamente errato in quanto non sono indicati gli oneri a carico dello stato che potrebbero derivarne.

Detrazioni tramite cashback, fattura elettronica a tutti e altre novità per le partite Iva in arrivo nella legge fiscale

Detrazioni fiscali con il sistema cashback in accredito direttamente sul conto corrente sul quale arriveranno anche gli altri bonus fiscali, fattura elettronica allargata a tutti e altre misure per le partite Iva, in particolare per quelle del regime forfettario, sono in arrivo con la legge fiscale. Il provvedimento è atteso per il 28 marzo alla Camera, ma occorre far presto per arrivare a un testo concordato dalla maggioranza. E non mancano le spaccature, soprattutto per quanto riguarda le il regime fiscale agevolato delle partite Iva e la flat tax.

Cashback fiscale, che cos’è e come si possono ottenere le detrazioni e i bonus fiscali direttamente sul conto corrente

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha già dato l’ok al cashback fiscale. Si tratta di un meccanismo che prevede l’utilizzo delle applicazioni informatiche, in particolare l’App Io, mediante il quale le detrazioni mediche e gli altri bonus fiscali possano essere accreditati direttamente sul conto corrente del contribuente. Il tutto senza dover attendere la presentazione della documentazione nella dichiarazione dei redditi. Il meccanismo andrebbe dunque a semplificare i meccanismi di detrazione, senza comportare oneri aggiuntivi per i contribuenti.

Fattura elettronica, obbligo anche alle partite Iva a regime forfettario: novità in arrivo dalla legge fiscale

Nella legge fiscale potrebbe arrivare l’atteso allargamento a tutti i soggetti fiscali dell’adozione della fattura elettronica. Ad oggi l’obbligo non vige per le partite Iva a regime forfettario che potrebbero essere chiamate ad adottare la trasmissione, la ricezione e la conservazione dei documenti in formato elettronico. L’estensione dell’obbligo è contenuto in un emendamento al provvedimento, in attesa dell’approvazione definitiva.

Legge fiscali, quali sono le novità in discussione per le partite Iva a regime forfettario e per l’abolizione dell’Irap

Peraltro, le partite Iva sono destinatarie di varie misure da approvare nella legge fiscale. Nel proseguo del confronto con il governo per arrivare a una decisione condivisa, i responsabili fiscali della Lega, Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, informano che sono in discussione varie novità:

  • la conferma della flat tax e l’eliminazione di alcuni ostacoli alle partite Iva (mini flat tax) che svolgano anche un lavoro alle dipendenze o siano beneficiarie di pensioni;
  • lo scivolo del limite di flat tax per due anni, al superamento della soglia dei 65 mila euro;
  • l’estensione dell’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone;
  • la previsione di una nuova “no tax area”;
  • la rateizzazione del secondo acconto di novembre 2022.

Legge fiscale, si discute di una ‘mini flat tax’ delle partite Iva: che cos’è?

Nella discussione sulla legge fiscale rientra l’istituzione di una “mini flat tax” delle partite Iva. Secondo quanto spiegato dagli esponenti Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli, la proposta è quella di ritornare alla versione della legge di Bilancio 2019 eliminando dei paletti che limitano l’adesione dei lavoratori dipendenti e i pensionati al regime forfettario di partita Iva. A proposito di forfettari, si tende a uscire gradualmente dal limite dei 65 mila euro di compensi e ricavi annui per l’adesione e la conferma al regime fiscale di vantaggio.

Scivolo per due anni della flat tax a 65 mila euro: che cos’è?

Tra le proposte anche quella di istituire uno scivolo per due anni per consentire, a chi sfori il limite dei 65 mila euro (e non oltre i 100 mila euro) di rimanere nel regime forfettario con una percentuale di tasse maggiorata dal 15% al 20%. La legge attuale prevede l’uscita dal regime forfettario al superamento dei 65 mila euro e la possibilità di rientro solo in presenza di un volume di ricavi e di compensi al di sotto dei 65 mila euro. Tale proposta è quella che maggiormente sta provocando malumori nella maggioranza.

Pd contrario allo scivolo di due anni per chi supera i 65 mila euro di ricavi annui e rientra tra i forfettari

Gian Mauro Fragomeli del Pd ha cosi dichiarato: “Si sottostimano alcune valutazioni sulla flat tax per gli autonomi. Con gli scivoli si rischia di ampliare gli importi e questo provocherebbe squilibri, oltre a un aumento delle tasse per altre categorie, come quella dei pensionati. Chi supera il tetto dei 65 mila euro deve rientrare nel sistema ordinario, non si può avere una aliquota flat”.

Legge fiscali, le altre misure in arrivo: abolizione estesa dell’Irap, no tax area e rateizzazione rata di novembre 2022

Peraltro, nella legge fiscale 2022 potrebbe arrivare la riforma della no tax area. Tra le richieste dei due esponenti della Lega, vi è quella di una riforma nella quale tutti i contribuenti con redditi di lavoro alle dipendenze, autonomi occasionali e pensionati, al di sotto dei 10 mila euro, possano scegliere se avvalersi di una tassazione a zero senza obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Si tratterebbe di una semplificazione fiscale che coinvolgerebbe milioni di contribuenti. Si lavora affinché  si arrivi alla rateizzazione del secondo acconto del mese di novembre 2022. In tal caso, le rate andrebbero da gennaio a giugno del 2023. Infine, tra le novità della legge fiscale potrebbe arrivare l’abolizione dell’Irap anche agli studi associati e alle società di persone.

Cashback fiscale: la nuova proposta nella Riforma Fiscale

La riforma fiscale sta mettendo a dura prova il Governo e dopo le difficoltà generate dalla riforma del catasto e dall’innalzamento della soglia per il regime forfettario a 100.000 euro,  nuovi problemi, soprattutto tecnici, potrebbero arrivare con la proposta di introdurre il cashback fiscale proposto in due distinti emendamenti.

Il nuovo cashback fiscale

Il cashback è stato utilizzato nel periodo della pandemia e ha portato alla restituzione di piccoli importi direttamente nel conto del contribuente. L’obiettivo era stimolare gli acquisti tramite strumenti di pagamento elettronici. Il cashback fiscale ha una struttura simile ed è contenuto in due emendamenti presentati alla legge di delega di riforma fiscale. Attualmente il Ministero dell’Economia ha dato il via libera alla proposta del M5S, presentata da Vita Martinciglio, capogruppo M5S alla Camera e ha sciolto sul punto le riserve. Questo vuol dire che in realtà si potrebbe essere davvero vicini a questa importante riforma.

L’emendamento presentato prevede il graduale superamento del sistema di applicazione delle detrazioni ex articolo 15 del TUIR (spese sanitarie, interessi passivi, spese di intermediazione, spese scolastiche e universitarie…) attraverso una procedura che consenta di avere benefici nel breve periodo. L’obiettivo è arrivare a una detrazione diretta attraverso l’uso di piattaforme digitali, senza però maggiori oneri per lo Stato e senza squilibrio delle finanze pubbliche.

Ipotesi di cashback fiscale per avvalersi delle detrazioni

Naturalmente negli emendamenti non sono ancora previsti i dettagli tecnici, che in caso di approvazione sarebbero demandati al ministero competente e poi all’Agenzia delle Entrate. Il meccanismo per sommi capi è però delineato. Come abbiamo visto in diverse guide, che per comodità metteremo al termine dell’articolo, ci sono spese che permettono di ottenere delle detrazioni fiscali. Queste possono essere fatte valere al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi e consentono di avere un rimborso di Irpef o comunque di versare minori imposte. Ad esempio per le spese mediche e sanitarie è prevista una detrazione del 19% delle somme spese con franchigia di 129,11 euro.

Gli emendamenti alla legge di delega alla Riforma Fiscale prevedono invece il cashback, cioè la possibilità di ottenere le somme corrispondenti alla detrazione fiscale subito con somme accreditate direttamente in conto. Per poter avere questo vantaggio è però necessario pagare con strumenti tracciabili, cioè carta di debito, prepagate. Si tratta di un provvedimento che vuole stimolare le persone ad usare strumenti di pagamento tracciabili e quindi anche a ridurre l’evasione fiscale attraverso un immediato vantaggio per il contribuente.

Difficoltà tecniche nell’applicazione del cashback fiscale

Poche informazioni sono disponibili, il cashback fiscale dovrebbe prevedere che sia il contribuente al momento del pagamento a comunicare al venditore o prestatore del servizio di volersi avvalere del cashback fiscale e non della detrazione. A quel punto il venditore dovrebbe attuare la procedura, che dovrà essere prevista nei decreti attuativi, per poter dare seguito a questa scelta. L’auspicio è che questo non si trasformi in oneri eccessivi per le imprese.

Naturalmente l’emendamento sembra allettante, ma non manca chi sottolinea le possibili difficoltà dal punto di vista tecnico. Ad esempio per coloro che sono incapienti, cioè nel caso in cui le detrazioni ipoteticamente spettanti siano maggiori rispetto all’effettiva Irpef di spettanza del contribuente. In questo caso infatti vi potrebbe essere un problema per il bilancio dello Stato che si ritroverebbe ingenti perdite. Inoltre dovrebbe essere il contribuente anche a dichiarare di aver già superato la franchigia prevista. Deve però essere sottolineato che l’ipotesi di riforma fiscale a cui si sta lavorando dovrebbe operare in modo complessivo sulle detrazioni e di conseguenza potrebbe essere studiato un sistema per ridurre le problematiche che abbiamo ora esposto, ad esempio attraverso una riduzione della percentuale della detrazione e un’eliminazione della franchigia.

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