Zanonato incontra le associazioni di giovani imprenditori

Il ministro dello Sviluppo Economico Fravio Zanonato ha voluto incontrare i giovani imprenditori che appartengono alle principali associazioni di categoria di tutti i settori economici.

Si tratta di Confcommercio e Confesercenti per il commercio, Confindustria, Confapi e Ance per l’industria, Confartigianato e Cna per l’artigianato, Confagricoltura, Agia e Coldiretti per l’agricoltura, Confcooperative e Legacoop per le cooperative.

Il motivo di questo importante incontro sono le problematiche che stanno attanagliando il Paese, accesso al credito e burocrazia in testa, ma anche semplificazioni ed internazionalizzazione, alla base del successo delle imprese.

Le parole di Zanonato a proposito: “Si è trattato di un confronto aperto e costruttivo sui più pressanti temi legati alla crescita, all’occupazione e allo sviluppo sostenibile. Al termine dell`incontro le parti si sono impegnate, in vista di un nuovo appuntamento previsto a fine mese, a collaborare nella formulazione e condivisione di proposte legislative miranti a risolvere le principali criticità legate ai temi trattati”.

Vera MORETTI

Ivan Malavasi nuovo presidente di RTI

Cambio di testimone a Rete Imprese Italia: Carlo Sangalli, presidente uscente nonché numero uno di Confcommercio, da oggi cede il suo posto a Ivan Malavasi, al vertice di Cna.

Malavasi, che guiderà l’organismo associativo delle pmi dell’artigianato, commercio e servizi fino al 31 dicembre 2013, dovrà occuparsi di questioni spinose ed urgenti, come la pressione fiscale, il mercato del lavoro e la semplificazione.

Per questo motivo, il neo eletto si è messo subito al lavoro, confidando in una collaborazione continua tra governo ed istituzioni.

Vera MORETTI

Arredo e design, l’Italia… emerge

Lo abbiamo detto tante volte, non perché siamo bravi ma perché i fatti e l’economia lo testimoniano numeri alla mano: le aziende che esportano e che sono forti all’estero, specialmente in un momento come questo, sono le uniche che possono sopportare i colpi della crisi. Un discorso che vale per buona parte delle filiere produttive italiane, non ultima la filiera del legno e dell’arredo.

Diversi sono i mercati mondiali sui quali i mobili e il design made in Italy vanno forte. Abbiamo parlato ieri della Cina, verso la quale gli occhi dei nostri imprenditori del legno guardano con interesse e.. golosità. Un altro dei principali sbocchi per l’industria del legno-arredo italiana è poi rappresentato dal mercato Usa, con un giro di affari di 700 milioni di euro all’anno. Per consolidare la presenza delle imprese del legno-arredo in questo mercato, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del programma di Promozione Straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti, ha promosso un Progetto di promozione della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America che – grazie alla collaborazione di FederlegnoArredo – prevede il coinvolgimento di alcuni dei più prestigiosi studi di architettura americani, i principali player dell’architettura e dell’interior design a livello globale.

Il Ministero, attraverso FederlegnoArredo, organizza un concorso chiamato “Emerge Italy”, rivolto ai giovani progettisti dipendenti di studi nordamericani che seguono progetti internazionali, specialmente nelle aree del Golfo Persico, Russia, Cina, India, Singapore, Sudafrica e Messico. “Emerge Italy” avrà come tema l’ideazione di nuovi prodotti pensati per le aziende italiane dei settori illuminazione, ufficio, cucina, bagno, living, camera da letto e finiture d’interni. Alle aziende italiane, poi toccherà mettere in produzione questi progetti.

Con questa iniziativa – spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredoaggiungiamo un nuovo importante tassello a un percorso che la federazione ha iniziato due anni fa e che punta a fare crescere la quota export dei nostri prodotti in un mercato sempre più attratto dall’italian style, soprattutto fra le giovani generazioni“.

Una commissione mista, composta da Ministero, FederlegnoArredo, IIDA (International Interior Design Association) e AIA (American Institute of Architect) premierà cinque prodotti. Gli studi di architettura e le associazioni che vedranno i propri architetti premiati ospiteranno con una formula di stage un gruppo di giovani progettisti italiani under 35 selezionati dal Ministero, da FederlegnoArredo e dal Politecnico di Milano, con lo scopo di rendere più fluidi i rapporti di reciprocità fra strutture americane e realtà italiane.

Ad aprile i vincitori del concorso, accompagnati dalle figure senior del rispettivi studi di architettura, saranno premiati durante l’edizione 2013 de ISaloni di Milano. A maggio, poi, il Ministero, con FederlegnoArredo e in collaborazione con ICE, parteciperà con uno stand organizzato alla fiera ICFF di New York, per promuovere i risultati del concorso e presentare gli oggetti realizzati. A giugno sarà poi la volta della fiera Neocon di Chicago, dove sarà organizzata una serie di eventi mirati per le aziende italiane. In occasione di MADE expo Milano, a ottobre 2013, infine, sarà organizzato l’evento di chiusura del progetto, che vedrà la partecipazione congiunta dei partner italiani ed americani.

Il progetto Emerge Italy – dice Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo – rappresenta un aspetto fondamentale delle attività che la nostra federazione promuove tra le aziende associate sui mercati internazionali. Il Ministero ha dimostrato di credere nel nostro settore mettendo a disposizione risorse importanti in un momento sicuramente tra i più difficili. Sono certo che questa collaborazione andrà avanti e che le nostre aziende saranno seguite con sempre maggiore attenzione“.

Partner del Mise e di FederlegnoArredo per la creazione e la promozione del concorso negli Usa saranno le associazioni americane IIDA e AIA, entrambe dotate di una capillare presenza sul territorio. Il progetto verrà inoltre svolto con il supporto di ICE Agenzia e IACC Chicago (Italian American Chamber of Commerce of Chicago).

L’Italia dell’arredo mira alla Cina

Se è vero che le aziende italiane che sentono meno la crisi sono quelle più esposte sull’export, tra i mercati sui quali puntare la Cina rappresenta senz’altro uno di quelli più vivi nello scenario internazionale. Per questo, Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha deciso di sviluppare nuove strategie per dare la possibilità, alle imprese italiane, di essere più efficaci sul mercato cinese.

In questa ottica è stato avviato “La Cina arreda Italiano“, un progetto organizzato in collaborazione con FederlegnoArredo, Cosmit, Cna e Confartigianato, con l’obiettivo di incrementare il numero delle aziende italiane del settore arredo operanti nel continente asiatico.

Nonostante una crescita del 2,1%, nei primi nove mesi del 2013, registrata dall’export italiano del settore mobili, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione, la quota di mercato dell’Italia sulle importazioni cinesi è ferma al 4,8%, preceduta da Germania (19,8%), Giappone (17,1%), Corea del Sud (8,7%) e Stati Uniti (5,8%).

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha infatti affermato: “La Cina ha circa 80 città con oltre 5 milioni di abitanti. Oggi, come Sistema Italia dell’abitare, presidiamo a stento una decina di città. Il potenziale è dunque di proporzioni vastissime. Il Paese sta vivendo un processo di urbanizzazione rapidissima; parliamo di centinaia di milioni di persone che nei prossimi vent’anni andranno a vivere in città. Ed è in corso un programma di upgrading, di miglioramento del patrimonio abitativo. Le abitazioni, cioè, diventano più grandi e meglio arredate. La gente spende sempre di più per la casa e per la filiera italiana si tratta di un’opportunità enorme che dobbiamo cominciare a sfruttare”.

Per questo, è fondamentale studiare strategie di comunicazione che puntino a diffondere la cultura dell’abitare italiano, anche attraverso alcune attività che verranno svolte in Italia e in Cina, con il coinvolgimento di media, decision maker, Vip e distributori cinesi.

Ice punta a far convergere architetti, designer e costruttori verso il mercato del Sol Levante, ma anche di far coincidere il design italiano con il gusto cinese. Per arrivare ad avere maggiori sintonia con quanto richiesto dal mercato, sono previsti corsi di formazione ad hoc, in modo da poter focalizzare le energie sulla realizzazione di prodotti più adatti.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: “Il mercato cinese è un mercato che potenzialmente può dare grosse soddisfazioni. La nostra federazione sta lavorando alacremente per fornire il proprio supporto alle imprese italiane. Nei progetti c’è l’apertura di un ufficio dedicato presso l’Ice di Shanghai e un grande evento fieristico per il prossimo anno. Mi auguro che la Cina possa presto arrivare in vetta alle graduatorie dei Paesi maggiormente utilizzatori del prodotto italiano, come lo sono già gli Usa, la Russia e la Germania”.

Vera MORETTI

Le associazioni dei consumatori unite per svelare le eccellenze di Roma

Trattenere ed incuriosire i turisti che approdano nella capitale: questo è l’obiettivo che Cna, Confcommercio, Confesercenti e Unindustria si sono posti con il progetto per la promozione del Made in Italy Excellence in Rome, presentato alla Camera di Commercio.

Da un’analisi sul turismo romano, infatti, è emerso che i visitatori non sempre sanno cosa il territorio ha da offrire loro, e per questo si trattengono in città il minimo indispensabile, 2, 3 giorni al massimo, spendendo sempre meno.
E questo, per l’economia italiana, non è affatto un trend da incoraggiare.

Per questo, le associazioni, unendo le loro forze, cercheranno di attirare l’attenzione dei turisti sugli svariati aspetti che la città eterna può mostrare: dall’artigianato al cibo, dalla moda alla cultura, attraverso una serie di percorsi personalizzati e sempre più innovativi.
Le imprese coinvolte nel progetto, inoltre, riceveranno supporto, consulenza e informazione al fine di migliorare le proposte e l’accoglienza dei visitatori.

Erino Colombi, presidente della Cna, ha dichiarato: “Qualità, innovazione e unicità sono i punti di forza per conquistare i turisti in visita nella Capitale”.

Mentre Valter Giammaria, presidente di Confesercenti di Roma, ha indicato nella “conoscenza della peculiarità dell’offerta e dei prodotti di qualità di Roma”, oltre alla promozione di percorsi emozionali del gusto e dello shopping, le caratteristiche peculiari del progetto.

Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria, ha voluto porre l’accento sul progetto, che “vuole ottimizzare il forte legame esistente tra cultura, turismo e Made in Italy“.

Gli obiettivi, secondo Giuseppe Roscioli, presidente di Confcommercio Roma, sono due: “sostenere le imprese che fanno del made in Italy il loro punto di forza e veicolare l’unicità e il valore del nostro territorio a livello internazionale”.

Vera MORETTI

Anche in Veneto le Entrate sono telematiche

Le Agenzie delle Entrate territoriali si stanno attrezzando per favorire l’utilizzo dei canali telematici per le proprie comunicazioni con l’Istituto.

Anche in Veneto è stato infatti siglato un protocollo d’intesa tra la Direzione Regionale Veneto dell’Agenzia delle Entrate e i rappresentanti regionali delle associazioni di categoria del mondo dell’artigianato e del commercio aderenti a Rete Impresa: Confartigianato, Casartigiani, CNA, Confesercenti e Confcommercio, con la finalità, appunto, di far convergere le richieste dei contribuenti sul canale telematico Civis e sull‘utilizzo della posta certificata.

Ovviamente, dal canto suo, l’Agenzia si impegna a garantire una risposta rapida alle richieste giunte via Pec e a vagliare le cartelle di pagamento spedite attraverso Civis entro 10 giorni lavorativi.

Ma non è tutto, perché l’Agenzia fornirà ai suoi iscritti un ulteriore canale riservato, denominato Cup Convenzioni, attraverso il quale potranno essere prenotati appuntamenti presso gli uffici territoriali per tutte le tipologie di servizi non disponibili tramite canale telematico.

Vera MORETTI

Accordo tra Entrate e Direzione Veneto per utilizzare le vie telematiche

Direzione Regionale Veneto, Agenzia delle Entrate e rappresentanti regionali delle associazioni di categoria appartenenti ai settori artigianato e commercio aderenti a Rete Impresa, ovvero Confartigianato, Casartigiani, CNA, Confesercenti e Confcommercio hanno siglato un importante protocollo d’intesa.

Obiettivo dell’accordo è l’utilizzo sempre più massiccio dei servizi telematici delle Entrate da parte degli iscritti agli ordini in cambio di un’assistenza più rapida e personalizzata.

L’attenzione è rivolta in particolare al canale telematico Civis e alla posta elettronica certificata, per poter vedere inoltrate presso gli uffici solo le pratiche non risolvibili online.
Dal canto suo, l’Agenzia si impegna a fornire risposta alle richieste di assistenza inviate tramite Pec o di riesame di irregolarità e delle cartelle di pagamento inviate attraverso Civis entro 10 giorni lavorativi.

Gli iscritti, inoltre, potranno beneficiare di un canale riservato, Cup Convenzioni, attraverso il quale sarà possibile prenotare appuntamenti presso gli uffici in caso di questioni particolarmente complesse.

Vera MORETTI

Gli imprenditori italiani esasperati dalla crisi

Ad un convegno al quale erano presenti Giuseppe De Rita, presidente di Rete Imprese Italia, Ivan Malavasi, presidente Cna e Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, la Fondazione Rete Imprese Italia ha presentato una ricerca intitolata “Impresa diffusa e mutamento del conflitto sociale“.

Quello che emerge dalla ricerca è una crisi economica ancora ben presente nel nostro Paese, unita alle conseguenti incertezze che questa porta.
Questo, insieme alla mancata collaborazione tra le parti sociali, sta esasperando i piccoli e piccolissimi imprenditori, che, però, non hanno più intenzione di stare a guardare e, al contrario, vogliono reagire e uscire da una situazione assolutamente sfavorevole.

Crisi economica a parte, che comunque viene indicata dal 60% degli imprenditori interpellati come il problema più grave, molta sfiducia viene posta nella forte instabilità politica, colpevole, per il 45%, di aver rallentato l’economia italiana, seguita da corruzione (43,2%) e criminalità (25,5%).

Per ovviare a ciò e per cercare di prendere la giusta decisione, in vista delle prossime elezioni, i cittadini italiani si sono dedicati maggiormente alla vita politica, ascoltando i dibattiti politici, ma anche partecipando ai comizi, alle riunioni di partito e sfilando nei cortei.

Vera MORETTI

La crisi discussa all’Assemblea del Cna

La crisi economica è stata al centro dell’assemblea del Cna, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, svoltasi ieri a Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione.

I dati presentati, che riguardano gli ultimi quattro anni, fanno emergere un’Italia in affanno, che ha perso addirittura 90.000 imprese artigiane di produzione, che rappresentano oltre il 20%.
Quantificati in numero di posti di lavoro, raggiungono la spaventosa cifra di 250mila posti di lavoro in meno.

A commentare questi numeri è stato Ivan Malavasi, presidente Cna: “Intere filiere, che per decenni hanno rappresentato il vanto del nostro Paese, stanno scomparendo trascinando nel baratro l’indotto e le comunità territoriali che attorno ad esso ruotano. Penso al settore dell’auto, della siderurgia e a quello degli elettrodomestici. Ognuno di questi ci riporta direttamente a contesti e aree del Paese che vivono condizioni drammatiche”.

Lo scoglio più difficile da combattere è la pressione fiscale, che ha raggiunto il 68,5% sui profitti e si conferma una delle più alte del mondo, e non permette di alzare la testa e reagire alla crisi.

Continua Malavasi: “Nessuna impresa può pagare sempre più tasse per il solo fatto di esistere. Tutti noi riteniamo sia giusto pagare le tasse e pagarle in modo proporzionale al proprio reddito. Nelle mutate condizioni della globalità, tuttavia, non si può competere senza un fisco capace di contrastare l’evasione e l’elusione, in modo efficace. Senza un fisco che non guardi alle imprese come luoghi in cui si produce e si crea ricchezza“.

Vera MORETTI

La Cna chiede una riforma per i professionisti senza albo

La questione, pur essendo sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori da molto tempo, non è ancora risolta.
Sono però oltre due milioni i professionisti che sperano di vedere un lieto fine a quella che sembra sempre più una telenovela: la riforma delle professioni non regolamentate da ordini o albi.

La Cna, a questo proposito, ha deciso di dedicare a questa tematica gli ultimi mesi della legislatura, con la speranza di riportarla in auge e al centro del dibattito parlamentare.
Questa è infatti l’intenzione di Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, confermata anche durante il suo intervento al convegno organizzato da Cna Professioni sul tema “Professioni non regolamentate. Quale futuro“, che si è svolto a Roma, presso la Camera dei deputati.

Tra i professionisti senza albo, rappresentati da Cna Professioni, ci sono naturopati, tributaristi, periti in infortunistica stradale, bioingegneri, chinesiologi, e osteopati, ma anche altre categorie, per i quali, secondo Giorgio Berloffa, presidente Cna Professioni, “è arrivato il momento di costruire nel nostro Paese un sistema professionale pienamente rispondente ai principi e ai criteri richiamati dall’Unione europea: quelli della conoscenza e della formazione a cui si devono uniformare tutti i soggetti che operano nel mercato“.

Attualmente è all’esame al Senato la proposta di legge “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi“, che potrebbe agevolare i professionisti, soprattutto in vista di indicatori utili come la tracciabilità del percorso professionale.

Berloffa, a questo proposito, ha sottolineato: “Oggi il sistema della qualità professionale è diventato un elemento essenziale della società e del mercato. Per questo promuovere la qualità dei servizi professionali attraverso un sistema normativo Uni che, in linea con le più evolute esperienze europee, riconosca le prassi e i saperi attraverso lo strumento della certificazione, può finalmente rimuovere gli ostacoli che hanno finora bloccato la riforma delle professioni e che, di fatto, hanno lasciato i cittadini privi delle necessarie garanzie di qualità“.

Ricordiamo che, in fondo, queste categorie di professionisti aspettano solo che venga riconosciuto loro un riconoscimento delle proprie capacità e delle proprie mansioni, ad oggi motore dell’economia italiana.

Vera MORETTI