Bonus assunzione donne, arrivano le istruzioni operative Inps

Dall’Inps arrivano le istruzioni per le imprese che vogliono utilizzare il bonus assunzione donne. Ecco come procedere in base alla circolare 58 del 23 giugno 2023.

Bonus assunzione donne, finalmente diventa operativo

Dopo l’autorizzazione da parte della Commissione dell’Unione Europea, prende finalmente il via il bonus assunzione donne, questo permette ai datori di lavoro che assumono donne in condizioni svantaggiate di ottenere uno sgravio contributivo del 100% fino ad un massimo di 8.000 euro.

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Il Bonus assunzione donne può essere fruito per 18 mesi in caso di contratto a tempo indeterminato (anche trasformazione di contratto da tempo determinato a tempo indeterminato) e 12 mesi per contratto a tempo determinato. Naturalmente se il contratto ha durata inferiore lo sgravio si intende in proporzione per il tempo di effettiva durata del rapporto di lavoro.

Sono esclusi dal beneficio i contributi Inail.

Non si può ottenere lo sgravio per i rapporti di lavoro domestico e apprendistato. Sono inoltre escluse le imprese del settore finanziario e pubblica amministrazione, mentre sono ricompresi i lavoratori dell’agricoltura.

I datori di lavoro per poter fruire del bonus assunzione donna devono rispettare determinati requisiti, cioè:

  • rilascio del Durc che accerti la regolarità della posizione contributiva dell’azienda;
  • non aver violato le norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro e rispetto degli altri obblighi di legge;
  • rispetto di accordi e contratti collettivi di lavoro.

Non si può usufruire del bonus assunzioni nel caso in cui l’assunzione stessa sia dettata da obblighi di legge o se viola un diritto di precedenza di altri lavoratori o lavoratrici. Inoltre deve portare ad un reale incremento occupazionale.

L’esonero non è cumulabile con altri benefici e può essere utilizzato anche per contratti di lavoro part time.

Come procedere per ottenere il bonus assunzione donne

Nella circolare 58 del 23 giugno dell’Inps sono specificate le regole pratiche da utilizzare per poter fruire dell’agevolazione contributiva.

Ai fini della preventiva comunicazione on-line finalizzata alla fruizione dell’incentivo, i datori di lavoro interessati potranno continuare a utilizzare il modulo “92-2012”, presente all’interno del “Cassetto previdenziale” di riferimento del sito www.inps.it.

Per usufruire del bonus assunzione donne, all’interno del flusso Uniemens nell’elementoCodice Causale” deve essere inserito il nuovo valore ED23, dal significato di “Esonero per assunzioni/trasformazioni dall’articolo 1, comma 298, della legge n. 197/2022”.

L’incentivo previsto dalla legge di Bilancio 2021, valevole anche per le assunzioni/trasformazioni effettuate dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022 in questo caso l’Inps per la disciplina di dettaglio rimanda alle indicazioni già fornite con la circolare n. 32/2021.

Bonus assunzioni 2023, via libera dell’Unione Europea

La legge di bilancio 2023 prevede la possibilità per le aziende di usufruire del bonus assunzioni per l’assunzione di under 36 e donne in condizioni di particolare svantaggio. La misura è rimasta finora inattuata a causa del ritardo dell’Unione Europea nel dare il via libera, si sblocca ora la situazione.

Bonus assunzioni 2023, arriva il via libera della Commissione

La legge di bilancio 2023 prevede che per le assunzioni di giovani under 36 e donne avvenute tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023 le imprese possano fruire di una detrazione contributiva fino a 8.000 euro. La misura rientra nell’ambito degli aiuti di Stato volti a fronteggiare le conseguenze derivanti dalla crisi in Ucraina. Il bonus assunzion può coprire anche il 100% dei contributi da versare.

L’Unione europea ha dato il via libera a questa misura con il comunicato stampa diffuso il 19 giugno 2023.

Siccome il bonus assunzioni rientra negli aiuti di Stato e di conseguenza può andare a impattare sulla libera concorrenza all’interno dell’Unione Europea creando condizioni di particolare vantaggio per alcune aziende, prima di poter procedere all’applicazione concreta l’Italia ha dovuto attendere l’autorizzazione delle Istituzioni europee e in particolare da parte della Commissione europea.

La Commissione ha ritenuto che la misura in oggetto sia in linea con il quadro temporaneo di aiuti di Stato. La stessa potrà essere applicata da tutte le imprese senza limiti inerenti settori o dimensioni aziendali. L’unico settore in cui non sarà possibile ottenere il bonus assunzioni è il lavoro domestico. Dobbiamo però ricordare che per questa categoria di lavoratori sono presenti le deduzioni dei contributi previdenziali e assistenziali.

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La Commissione ritiene che le misure previste dalla legge di bilancio 2023 siano necessarie, appropriate e proporzionate per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia generato dal particolare contesto socio-politico caratterizzato dal lungo conflitto in Ucraina.

Cosa prevede il bonus assunzioni?

Il bonus assunzioni prevede uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato avvenute tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023.

Lo sgravio può essere fruito anche nel caso di trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato.

Il bonus può essere fruito per l’assunzione di giovani under 36 e ha un valore massimo di 8.000 euro. Lo sgravio non andrà ad incidere negativamente sul welfare maturato dal lavoratore, in poche parole non incide sulle prestazioni pensionistiche future.

Lo sgravio potrà essere fruito per 3 anni, prorogati a 4 anni nel caso in cui coinvolga imprese del Mezzogiorno.

Per l’assunzione delle donne è previsto che si possa ottenere lo sgravio contributivo anche per l’assunzione con contratto a tempo determinato, ma in questo caso non sarà possibile usufruire dell’intero ammontare, ma in proporzione rispetto alla durata del contratto di lavoro.

Procedura di infrazione Reddito di cittadinanza e Assegno Unico. L’Unione Europea bacchetta l’Italia

Mentre l’Italia si appresta a limitare la percezione del reddito di cittadinanza con norme più stringenti e controlli, l’Unione Europea avvia una procedura di infrazione contro l’Italia in merito all’applicazione del Reddito di Cittadinanza e dell’Assegno Unico in quanto sarebbe discriminatoria. Ecco cosa sta succedendo.

Procedura d’infrazione Reddito di Cittadinanza

Perché l’Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione con l’Italia in merito all’applicazione della normativa sull’Assegno Unico e sul Reddito di Cittadinanza? La risposta dal punto di vista tecnico può essere difficile da comprendere, ma di fatto la Commissione ritiene che i sussidi del welfare a sostegno di reddito “dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini dell’Ue che sono lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza”.

La normativa italiana inerente il Reddito di Cittadinanza prevede che i cittadini non italiani possano percepire questo aiuto economico se soddisfano il requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni. La Commissione Europea sostiene che per poter accedere a queste prestazioni debba essere prevista la sola condizione che risiedano legalmente in Italia da almeno 3 mesi o che siano soggiornanti di lungo periodo nel caso in cui abbiano la cittadinanza extra UE.

Inoltre l’Italia viola le norme sul reddito minimo nel momento in cui non lo riconosce ai cittadini che godono di protezione internazionale.

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Avviata la procedura d’infrazione su Assegno Unico e Universale

Per quanto riguarda invece la procedura di infrazione contro l’Italia per le norme inerenti l’Assegno Unico e Universale, la disciplina italiana prevede che dal mese di marzo 2022 possano percepire gli importi solo coloro che risiedono in Italia da almeno due anni e che risiedono nella stessa abitazione dei loro figli. Anche in questo caso vi è una discriminazione perché non sono trattati allo stesso modo i cittadini dell’Unione Europea che risiedono in Italia da un tempo inferiore. La Commissione sottolinea che il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale vieta l’applicazione del requisito di residenza per il riconoscimento delle prestazio di sicurezza sociale come appunto sono i sussidi alle famiglie.

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Cosa succede dopo l’avvio della procedura ?

Con l’avvio della procedura di infrazione l’Italia non è tenuta immediatamente ad adeguarsi ai rilievi provenienti dall’esecutivo dell’Unione Europea, ma ha due mesi di tempo per inviare all’Unione Europea una relazione in cui in teoria spiega perché le norme interne non violerebbero il diritto dell’Unione Europea. Nel caso in cui l’Italia non dovesse inviare tale relazione, L’Unione Europea può inviare un ulteriore parere motivato, fino ad applicare infine delle sanzioni.

Bonus connettività per imprese e professionisti esteso a tutto il 2023

Dopo il via libera della Commissione europea, il bonus connettività è stato esteso a tutto il 2023. Ecco le novità previste nel voucher connettività.

Bonus connettività: la Commissione Europea autorizza fino al 31 dicembre 2023

Il bonus connettività è nato con l’obiettivo di aiutare micro, piccole e medie imprese a far fronte ai costi relativi alla connessione internet, oggi essenziale per le comunicazioni con l’Agenzia delle Entrate in tempo reale. Ricordiamo che anche il registratore di cassa deve essere in grado di inviare immediatamente i dati delle operazioni compiute  all’Agenzia delle Entrate, inoltre pur non essendo in bilico l’obbligo di accettare i pagamenti con Pos fino a 60 euro, non viene meno la necessità di averlo.

Fino a ieri era prevista la possibilità di accesso solo per le domande presentate fino al 15 dicembre 2022, ma ora con il nuovo via libera della Commissione europea gli operatori potranno continuare ad accettare le richieste di accedere ai voucher connettività fino al 31 dicembre 2023.

Il bonus connettività si rivolge alle micro, piccole e medie imprese e con decreto del 27 aprile 2022 hanno avuto accesso anche ai professionisti titolari di partita Iva che esercitano, in proprio o in forma associata, una professione intellettuale o una delle professioni non organizzate.

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A quanto ammonta il bonus connettività?

I voucher disponibili sono:

  • contributo pari a 300 euro a copertura delle spese per un contratto della durata di 18 mesi per passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa nell’intervallo 30 Mbit/s – 300 Mbit/s;
  • contributo di 300 euro per il contratto di validità 18 mesi per il passaggio da una connessione compresa tra 300 Mbit/s – 1 Gbit/s. Per connessioni che offrono velocità pari ad 1 Gbit il contributo aumenta di ulteriori 500 euro se il beneficiario ha effettuato spese per l’allaccio alla rete;
  • contributo di 500 euro per un contratto di validità di almeno 18 mesi per il passaggio a una connessione compresa tra 300 Mbit/s – 1 Gbit/s con soglia minima di 30 Mbit/s . Anche in questo caso è possibile avere ulteriori 500 euro per le spese si allaccio.
  • contributo di connettività pari a 2000 euro per contratti di durata di almeno 24 mesi , per un passaggio ad una connettività con velocità massima in download superiore a 1 Gbit/s con una soglia di banda minima garantita di almeno 100 Mbit/s. In questo caso gli importi possono essere aumentati di 500 euro nel caso in cui il bebneficiario abbai dovuto sostenere spese per l’allaccio alla rete.

Decontribuzione Sud: nuova proroga per imprese fino al 31 dicembre 2023

Continua anche per il 2023 la misura denominata Decontribuzione Sud che prevede una riduzione del 30% del costo dei contributi in favore delle aziende che assumono al Sud. Ecco i dettagli.

Arriva la proroga di Decontribuzione Sud per tutto il 2023

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che la Commissione europea ha autorizzato anche per il 2023 l’applicazione della misura denominata Decontribuzione Sud e che mira ad agevolare le imprese del Meridione che decidono di assumere. L’obiettivo è rendere la misura strutturale. Deve sottolinearsi che la misura ha visto la luce per la prima volta nella legge di bilancio 2021 e prevede l’applicazione fino al 2029, ma l’Unione Europea provvede ad autorizzazioni solo temporanee, l’ultima in scadenza al 31 dicembre 2022.

La buona notizia è che la misura, non solo è stata prorogata al 30% fino al 31 dicembre 2023, ma non è stata considerata dall’Unione Europea un Aiuto di Stato, questo vuol dire che non rientra tra le misure da indicare nell’Autodichiarazione Aiuti di Stato e non contribuisce al raggiungimento delle soglie previste dalla relativa disciplina. Inoltre la decontribuizione non incide negativamente sulla maturazione del requisito pensionistico.

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Particolare soddisfazione è stata espressa non solo da Giorgia Meloni, ma anche dal Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto che ha sottolineato come questa possa essere considerata un’importante misura per le imprese del Sud che soffrono più delle altre la particolare congiuntura economica del periodo.

Cosa prevede Decontribuzione Sud

A questo punto è bene delimitare il campo di applicazione. Decontribuzione Sud è una misura in favore delle Regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Puglia, Calabria. Spetta per le assunzioni in tutti i settori, esclusi il settore agricolo e il lavoro domestico. Lo sgravio contributivo è del 30%, ma non si applica ai premi Inail e ai versamenti in favore dei vari fondi. Inoltre non possono usufruirne consorzi, enti ecclesiastici, IACP, fondazioni.

Con la Circolare 90 del mese di luglio 2022 l’Inps aveva invece provveduto a chiarire ulteriormente i requisiti necessari per poter ottenere l’agevolazione. La stessa infatti è riservata ad imprese che:

  • siano in regola con gli obblighi di contribuzione previdenziale secondo la normativa del Durc ( Documento Unico regolarità contributiva);
  • rispettino le norme fondamentali sulla sicurezza sul luogo di lavoro;
  • rispettino accordi e contratti collettivi.

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Resta infine da sottolineare che decontribuzione Sud è compatibile con altre forme di incentivo o aiuto, tranne nel caso in cui sia proprio la disciplina specifica a vietare il cumulo.

Tetto pagamenti con Pos a 60 euro: critiche della Commissione europea

La bozza della legge di bilancio 2023 è al vaglio della Commissione europea e arrivano le prime critiche alla nuova disciplina sul tetto ai pagamenti con Pos che potrebbe agevolare l’evasione fiscale e sarebbe contraria agli accordi sul Pnrr.

Palazzo Chigi: sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea

Da una nota di Palazzo Chigi arriva la notizia che sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea inerenti le nuove disposizioni sull’uso del Pos che si trovano nella bozza della legge di bilancio 2023.

La bozza delle legge di bilancio, come noto, va inviata al Parlamento per il voto, ma anche alla Commissione Europea che valuta se la stessa rispetta gli obblighi unionali. A finire nel mirino della Commissione Europea sono le norme che prevedono la possibilità per commercianti di rifiutare il pagamento con la moneta elettronica (POS) per importi fino a 60 euro. Le prime modifiche a questa norma sono arrivate nei mesi scorsi quando è stato concesso ai tabaccai la vendita di marche da bollo e sigarette senza obbligo di Pos. In seguito, nella prima bozza della legge di bilancio 2023 si è optato per inserire la possibilità di rifiutare i pagamenti di importo fino a 30 euro. Nell’ultima versione la soglia è salita a 60 euro.

Commissione europea: favorire i pagamenti con Pos per il contrasto all’evasione fiscale. Potrebbero saltare gli accordi Pnrr

Non sono ben chiare ad ora le critiche mosse, pare che i rilievi non siano tanto sull’introduzione di soglie, queste infatti potrebbero essere accettate dall’Unione Europea in forza del fatto che le transazioni con Pos richiedono al commerciante il pagamento di commissioni, quanto sul fatto che ci sia l’intenzione di eliminare le sanzioni per i commercianti che non hanno il Pos.

Il Governo nella nota inviata ai giornalisti ha sottolineato che sulla questione del Pos sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea e che nel prosieguo della discussione in Parlamento si terrà conto dei rilievi fatti.

In particolare, il punto sembra essere l’impegno preso nel 2019, con la negoziazione del Pnrr, che prevedeva l’accesso ai fondi a condizione che l’Italia si impegnasse nel contrasto all’evasione fiscale potenziando i pagamenti elettronici obbligatori. Non tenere fede a questo patto potrebbe mettere a rischio i futuri pagamenti degli importi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Von der Leyen: interveniamo in Italia come in Ungheria e in Polonia

Il 25 settembre è ormai vicino e non sono pochi gli spettri potenziali che si aggirano nel Paese. Proprio per questo Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha già detto la sua: in caso di deriva democratica siamo pronti a intervenire come in Polonia e Ungheria.

Vigile attenzione perché la democrazia non è mai al sicuro

Bruxelles, come in ogni campagna elettorale affrontata dai Paesi Membri, resta a guardare avendo in poco conto le dichiarazioni che si fanno in questa occasione. Non così però dopo il voto perché conta l’atteggiamento che poi i rappresentanti degli Stati Membri hanno nei confronti delle istituzioni europee e come si comportano nel Consiglio Europeo. Stravolta però Ursula Von Der Leyen ha in un certo senso lanciato un piccolo monito.

A molti interpreti della politica non sembra essere un caso la citazione della Polonia e dell’Ungheria, infatti Giorgia Meloni, premier in pectore in Italia, non ha mai negato posizioni vicine a Orban, discusso leader ungherese, noto per le sue visioni antidemocratiche e per le posizioni filorusse contrarie alle sanzioni applicate dall’Unione Europea.

La Presidente della Commissione Europea ha sottolineato che la democrazia non è mai al sicuro, c’è quindi una vigile attenzione alle elezioni, ma soprattutto sottolinea che ha bisogno della attenzione delle persone che “sono governate”.

Le parole di Matteo Salvini: le frasi di Ursula Von Der Leyen sono disgustose

Se anche si poteva ritenere in buona fede che le parole di Ursula Von Der Leyen fossero un generico avviso non rivolto in modo specifico al centro destra italiano, è bastato l’intervento di Matteo Salvini a togliere tutti i dubbi. Il leader della Lega alleato di Giorgia Meloni ( Fratelli d’Italia) e di Forza Italia, ha infatti bollato le frasi della Presidente come “disgustose” .

Naturalmente molti possono ritenere le parole di Ursula Von Der Leyen come un’ingerenza eccessiva nella politica dell’Italia, quindi non è dato sapere ad oggi quanto peso potranno avere sul voto, solo dal 26 settembre 2022 si potrà capire quanto i tanti personaggi che hanno lanciato appelli al voto hanno influenzato la campagna elettorale.

Bonus distribuzione giornali: arriva il via libera dell’Unione Europea

Il decreto Sostegni Bis all’articolo 67 commi da 1 a 6 ha previsto un sostegno in favore delle imprese editrici per la distribuzione dei giornali nei piccoli centri. Con la decisione C (2022) la Commissione Europea ha dato l’autorizzazione alla concessione del bonus distribuzione giornali e di conseguenza sarà possibile presentare istanza.

Cos’è il Bonus distribuzione giornali

L’aiuto previsto nel decreto Sostegni Bis è diretto alle case editrici che attraverso contratti di filiera hanno garantito durante il periodo di emergenza Covid la capillarità e sostenibilità della distribuzione di periodici e quotidiani nei piccoli comuni e nei comuni che hanno un solo punto di distribuzione di giornali.

L’articolo 67 del decreto Sostegni Bis prevede un credito di imposta pari al 30% della spesa sostenuta nel 2020 per la distribuzione delle testate e compresa la spesa per il trasporto dai poli di stampa ai centri di distribuzione.

In base al comma 3 il contributo in oggetto non è cumulabile con il contributo diretto alle imprese editrici di quotidiani e periodici ed è utilizzabile solo in compensazione.

Quando presentare la domanda per il Bonus distribuzione giornali?

Le domande per poter ottenere il bonus distribuzione giornali potranno essere inoltrate dalle ore 10:00 del 14 ottobre 2022 alle ore 23:59 del 14 novembre 2022 attraverso la piattaforma impresainungiorno.gov.it

Per poter presentare l’istanza è necessario:

  • avere sede legale nello spazio economico europeo;
  • residenza fiscale in Italia o presenza di una stabile organizzazione sul territorio nazionale;
  • avere un codice di classificazione Ateco 58, in particolare 58.13 (edizione di quotidiani) e 58.14 (edizione di riviste e periodici);
  • avere stipulato accordi di filiera per la distribuzione dei giornali.

Il contributo può essere utilizzato esclusivamente in compensazione con l’uso del modello F24. In base alle indicazioni fornite, trascorsi 30 giorni dalla data di scadenza per la presentazione delle istanze per accedere al contributo, il dipartimento dell’Agenzia delle Entrate pubblica l’elenco dei beneficiari e le somme che sono riconosciute e da quel momento le stesse potranno essere portate in compensazione. Ancora non è noto il codice tributo. Nel caso in cui le risorse stanziate non siano sufficienti a coprire l’ammontare delle richieste regolari inoltrate, ci sarà una riduzione proporzionale del contributo.

 

Concorso per giovani giornalisti: scopri Youth4Regions

Sei un giovane giornalista o frequenti la scuola di giornalismo? Per te dall’Unione Europea arriva un’importante possibilità: il concorso Youth4Regions.

Cos’è Youth4Regions?

Youth4Regions è un bando dell’Unione Europea rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che offre l’opportunità a studenti di giornalismo e ai giovani giornalisti di avere un’esperienza importante all’interno delle istituzioni europee. Non è la prima edizione del concorso, infatti lo stesso è nato nel 2017 con l’obiettivo di avvicinare i giovani giornalisti alle politiche europee e in particolare a quelle di coesione e sviluppo in modo che possano poi diffondere su larga scala le informazioni sui fondi europei.

Il bando è promosso dalla Dg Politica regionale e urbana della Commissione europea e prevede diverse tappe, la prima è la candidatura aperta dal giorno 11 aprile 2022 e fino all’11 luglio 2022. Solo successivamente a tale data si apre la seconda fase.

Come partecipare al concorso per giovani giornalisti Youth4Regions?

Per poter partecipare è necessario inviare un breve articolo compreso tra i 2.500-6.250 caratteri oppure un video dal contenuto giornalistico che illustrino progetto cofinanziato dal FESR (Fondo Europeo Sviluppo Rurale) o FC (Fondo di Coesione).

La selezione consentirà a 38 ragazzi di partecipare alla Settimana europea delle regioni, EU Region’s Week, in programma a Bruxelles dall’8 al 14 ottobre 2022. Le spese di vitto e alloggio saranno a carico della Commissione Europea.

Nel corso di questa settimana i ragazzi potranno seguire lezioni tenute da importanti giornalisti, potranno visitare le istituzioni dell’Unione Europea e partecipare a corsi di giornalismo sugli affari UE. I ragazzi, infine, parteciperanno al concorso premio Megalizzi — Niedzielski per aspiranti giornalisti, che verrà assegnato l’11 ottobre 2022.

Ricordiamo quindi che l’iscrizione al concorso per giovani giornalisti Youth4Regions deve avvenire entro il giorno 11 luglio, la commissione esaminatrice si riunirà il 29 luglio, mentre i vincitori saranno resi noti il giorno 15 agosto 2022.

Per il bando completo e per iscriverti segui il link https://ec.europa.eu/regional_policy/en/policy/communication/youth4regions 

Esonero contributivo per tour operator e agenzie viaggi

Il settore viaggi e turismo è quello che più di tutti ha subito gli effetti della pandemia. Proprio per tale motivo per esso si sono susseguite nel tempo misure speciali nei vari provvedimenti del governo. Non è da meno il decreto Sostegni Ter che ha previsto l’esonero contributivo per tour operator e agenzie viaggi per un periodo di 5 mesi nel 2022 per le imprese che lavorano in questo settore. Ecco di cosa si tratta.

A chi è rivolto l’esonero contributivo per tour operator e agenzie viaggi

La misura è rivolta a tour operator e agenzie di viaggi e consente di avere l’esonero contributivo per il periodo aprile-agosto 2022. Questo implica che per i mesi di aprile, maggio, giugno, luglio e agosto non saranno dovuti i contributi previdenziali, fanno eccezione solo i contributi INAIL. L’esonero deve essere applicato su base mensile ed è cumulabile con altri aiuti, come esoneri e riduzioni di aliquote previsti per il settore . Ad esempio è possibile avvalersene anche se in precedenza è stata presentata la domanda per il bonus turismo. Ricordiamo che il termine per quest’ultima è scaduto il 4 aprile.

Il limite di spesa previsto per questo aiuto è di 56 milioni di euro e spetterà all’INPS monitorare che non siano superati tali limiti e gestire le varie fasi del bando. Le minori entrate derivanti da questo provvedimento saranno compensate riducendo delle somme corrispondenti il Fondo Unico Nazionale per il Turismo. Il Fondo nasce con la legge di bilancio 2022 e che dispone di 140 milioni di euro.

L’esonero contributivo per agenzie di viaggi e tour operator non prevede limitazioni inerenti le dimensioni delle imprese richiedenti.

Le tappe per l’applicazione dell’esonero contributivo

La misura, come detto in precedenza, è contenuta nel decreto Sostegni Ter, ma per essere concretamente attuata deve essere sottoposta al vaglio della Commissione Europea, infatti si tratta di un provvedimento rientrante nel Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19.

Una volta ottenuta l’autorizzazione da parte della Commissione, dovrà essere stilato il piano operativo attraverso un decreto attuativo che stabilisca i termini e le modalità entro i quali poter presentare la domanda per accedere all’esonero contributivo per agenzie di viaggi e tour operator.