Assofranchising all’interno di Confcommercio

Nuovo incarico per Graziano Fiorelli, già presidente di Assofranchising e di Mail Boxes Etc.
Fiorelli, infatti, è stato nominato vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e membro della Giunta Confederale, dove si occupera delle Politiche di sviluppo DMO-Franchising.

Questa scelta è stata motivata dall’obiettivo di inserire Assofranchising all’interno del sistema Confcommercio, per proiettare il franchising in una dimensione quali-quantitativa più adeguata alle sue potenzialità.

Il successo delle reti in franchising, infatti, dipende in gran parte dalla efficienza e competitività delle decine di migliaia di piccoli e medi negozi che le compongono e Confcommercio rappresenta il terreno ideale per promuovere il franchising, che in questo modo può crescere a vantaggio dell’intera Distribuzione Moderna Organizzata (DMO).

Ma i benefici si faranno sentire anche all’interno di Confcommercio, poiché il franchising mette a disposizione dell’associazione sistema a rete, formazione diffusa, rischi inferiori, maggiore qualità per il consumatore.

Vera MORETTI

A Teramo, accordo tra Poste e Confocommercio per l’e-commerce

E’ stato sottoscritto un accordo tra Poste Italiane e Confcommercio Imprese per l’Italia della provincia di Teramo, che permetterà agli associati di usufruire di particolari condizioni agevolate sui servizi di e-commerce rivolti alle piccole e medie imprese abruzzesi.

Erano presenti per la firma il presidente di Confcommercio, Giandomenico Di Sante, il responsabile commerciale imprese di Poste Italiane, Maurizio Troise e la direttrice di filiale di Poste Italiane Angela Zappacosta.

A seguito di questa convenzione, dunque, le aziende associate a Confcommercio intenzionate ad operare nell’e-commerce, o che ci operano già, potranno avvalersi delle opportunità offerte dal commercio elettronico che, in Italia, ha fatto registrare nel 2012 vendite per un valore di 9,5 miliardi di euro e ben 12 milioni di utenti attivi.

Si presume, inoltre, che questo sia solo l’inizio e che i volumi d’affari siano destinati a raddoppiare entro il 2015, segnale che comprare e vendere online sta diventando un fenomeno sempre più di massa e sempre meno di nicchia.

L’offerta di Poste Italiane dedicata all’e-commerce si chiama Postecom ed è in grado di fornire una serie di servizi integrati per soddisfare le esigenze delle piccole e medie imprese del territorio: dalla realizzazione del sito web al web hosting, dalla realizzazione del catalogo prodotti all’integrazione degli strumenti di incasso e pagamento, fino alla logistica di magazzino e ai servizi di spedizione e assistenza dedicata.

Ecco come hanno commentato la storica intesa i presenti alla firma.

Angela Zappacosta: “Accogliamo con entusiasmo la possibilità di intraprendere un rapporto di cooperazione con Confcommercio di Teramo che consentirà alle imprese teramane di stare al passo con l’epocale trasformazione delle modalità di vendita che sta permeando le nostre abitudini e i nostri stili di vita”.

Maurizio Troise: “Il Gruppo Poste Italiane con la sua capillarità territoriale, le soluzioni integrate di logistica, spedizione e pagamento, il supporto nella gestione quotidiana dei siti e-Commerce della propria clientela si propone come partner ideale in grado di semplificare e facilitare l’accesso delle aziende al mercato online nazionale e internazionale, contribuendo in questo modo alla promozione del ‘Made in Abruzzo“.

Giandomenico Di Sante: “La presidenza e la Giunta di Confcommercio hanno valutato positivamente l’offerta di Poste Italiane che rappresenta un contributo alla crescita del volume d’affari del commercio, del turismo e delle attività complessive, soprattutto dei piccoli e medi imprenditori. Oltretutto la diffusione ed il potenziamento delle e-commerce rappresenta una evoluzione delle tecnologie e un’attenzione particolare alle nuove esigenze del mercato“.

Vera MORETTI

Imprenditori pessimisti sul futuro

Si sta svolgendo a Cernobbio, sul lago di Como, la seconda e conclusiva giornata del Forum Confcommercio, durante il quale sono stati anche analizzati i dati emersi da un’indagine condotta ad hoc da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research.

Il tema del sondaggio riguardava le aspettative delle imprese per il 2013 e ciò che ne è emerso non è per nulla incoraggiante.
Il sentimento che prevale è una crescente ed insistente sfiducia nel futuro, tanto da portare il 42% degli imprenditori intervistati a sostenere che l’anno in corso si concluderà addirittura peggio rispetto al precedente.
Il 52% ritiene che il 2013 sarà uguale al 2012, mentre solo il 12% degli interpellati è convinto che la situazione migliorerà.

Le criticità che necessitano una soluzione urgente sono la riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro (per il 90,5%), sulle famiglie (80,1%), le politiche in favore dell’occupazione (72,1%).
Per circa l’80% degli imprenditori l’emergenza economica si affronta facendo ripartire il credito alle imprese e i consumi; per l’80% delle imprese la strada per fronteggiare le emergenze del Paese passa necessariamente dal taglio dei costi della Pubblica Amministrazione e dei costi della politica.

Per quanto riguarda la fiducia sul nuovo Esecutivo, gli imprenditori si dividono a metà tra coloro che hanno espresso ottimismo (circa 49%) e pessimismo (circa 44%), indipendentemente dalle persone che ricopriranno le cariche più importanti.

Vera MORETTI

Resistere: la parola d’ordine per le imprese del turismo

 

Davide PASSONI

Turismo italiano uguale sole, mare, accoglienza. Terminata BIT 2013, e appurato che la Borsa del travel italiano è ancora oggetto di attenzione da parte di visitatori e buyer, soprattutto stranieri (i dati parlano di 600 top buyer provenienti da 50 paesi, + 25% rispetto alle passate edizioni; più di 2.000 seller italiani), in che modo i piccoli imprenditori del settore possono contrastare la crisi che c’è e si fa sentire?

L’ISNART è l’Istituto nazionale di ricerche sul turismo del sistema delle Camere di commercio italiane che, riportiamo fedelmente, “realizza studi e pubblicazioni sul turismo, indagini, rilevazioni e progetti di fattibilità, elaborazione dati, costituzione e forniture di banche dati ed Osservatori, svolgimento di attività editoriali e di promozione e diffusione con ogni mezzo dei propri servizi, organizzazione di convegni, seminari e dibattiti in ambito turistico”.

Con il Presidente Maurizio Maddaloni, 58 anni napoletano, laureato in Giurisprudenza, già operatore turistico del settore incoming che ha ricoperto numerosi incarichi nel settore, tra i quali presidente di Promuovi Italia, consigliere dell’Enit e che oggi è presidente della Camera di Commercio di Napoli, presidente di Unioncamere Campania, numero uno di Confcommercio Campania (a livello nazionale è stato vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e attualmente siede nel Consiglio generale della FIAVET, la federazione nazionale degli agenti di viaggio di cui è presidente onorario della Campania), abbiamo misurato la temperatura del sistema turismo nel Belpaese, controllando lo stato di salute delle sue piccole imprese. Il referto? Non troppo buono…

Quali prospettive sono emerse dall’ultima Bit relativamente al settore turistico italiano?
L’appuntamento fieristico è stato innanzitutto una conferma della crisi ancora in atto nella nostra economia e nel turismo in particolare. Secondo una recente indagine del nostro istituto, il 64 per cento delle imprese turistiche non effettuerà investimenti nel 2013. Il turismo interno soffre notevolmente il peso delle manovre fiscali. Le nuove tasse incidono sui consumi turistici e i periodi di vacanza tendono a diminuire.

Si tratta di un settore che soffre di molti mali. Quali i più gravi?
Il crollo della domanda interna e la zavorra della burocrazia che impedisce nuovi investimenti. Poi c’è ancora da decidere come e chi fa promozione dell’Italia. E’ stato uno dei principali interrogativi anche durante i giorni della Bit quando il ministro Gnudi ha presentato il piano strategico per il 2020. Bisognerà puntare, con il prossimo esecutivo nazionale, ad un modello di governance condivisa tra Stato e sistema delle Regioni.

Quali sono gli “anticorpi” su cui può contare per guarire?
Serve un passo diverso nelle politiche di promozione e un forte rafforzamento del nostro sistema di offerta. E’necessario puntare su una radicale semplificazione delle procedure amministrative per le imprese che vogliono investire nel turismo in Italia e, naturalmente, una netta riduzione della pressione fiscale.

In Italia la ricettività turistica è sinonimo, per la maggior parte dei casi, di impresa familiare? Vantaggio o svantaggio? Perché?
Il nanismo imprenditoriale è una caratteristica strutturale della nostra imprenditoria turistica. Incentivare le reti d’impresa e quindi la possibilità di consorziare una serie di attività da svolgere sul territorio, può essere una strategia vincente. Fare rete e puntare sulla certificazione di qualità, sono le direttrici obbligatorie da seguire per vincere la concorrenza dei mercati internazionali, basata sull’offerta di strutture e servizi con standard molto elevati.

Per molte imprese italiane il 2013 sarà un anno decisivo: scampare o morire? Anche nel turismo siamo arrivati a tanto?
Il turismo è una cartina di tornasole infallibile per misurare lo stato di salute della nostra economia. In più soffre della concorrenza spietata dei mercati internazionali. C’è da aspettare almeno la seconda metà del 2013 per iniziare ad intravedere un po’ di luce proveniente dal tunnel della recessione. Resistere, per molte imprese, significa non abbassare gli standard di qualità e investire innanzitutto sulle risorse umane e sulla capacità, tutta italiana, di fare dell’accoglienza un valore aggiunto fondamentale e decisivo.

Che cosa dovrebbe fare il prossimo governo, a suo parere, per rilanciare l’impresa turistica italiana?
Abbassare la pressione fiscale su imprese e famiglie, innovare l’offerta per renderla appetibile ad un turista con minore capacità di spesa, dare un ruolo più forte alla politica nazionale per rafforzare il comparto del turismo. Appena qualche giorno fa abbiamo concluso un’indagine su “Quale politica per il turismo dal nuovo governo nazionale” attraverso 1615 interviste complete. Operatori e imprenditori intervistati ritengono, nel 60,2% dei casi, che è necessario un rapido intervento del governo nazionale sul fronte della riduzione della pressione fiscale sulle imprese mentre per un altro 36% il nuovo governo dovrebbe innanzitutto ridurre le tasse sulle famiglie.

Asseprim presenta la Generazione 2.0

Verrà presentata domani a Roma una ricerca dettagliata sulla Net Generation italiana, denominata “Generazione 2.0 Made in Italy”.

Questa indagine è stata condotta da DuepuntozeroResearch del gruppo Doxa e verrà presentata da Asseprim, l’Associazione dei servizi professionali per le imprese aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia.

Si tratta di un evento rivolto a media, giornalisti e blogger, che avrà un focus sui nuovi bisogni e stili di comunicazione dei giovani italiani.
Sorvegliati speciali sono i giovani tra i 18 e i 30 anni, i primi cresciuti durante il boom dei social network e del web 2.0, e che rappresentano il 14% della popolazione italiana.

I lavori saranno coordinati da Antonio Palmieri e cercheranno di rispondere alle domande chiave che riguardano questa fetta di popolazione, ovvero: Chi sono? Dove sono? Come agiscono on line? Quali valori hanno? Come relazionarsi con loro? Come cambieranno il mondo?

Per partecipare all’evento è necessario un pre-accredito da inviare entro mercoledì 12 dicembre all’indirizzo email madcom2012@libero.it.
L’appuntamento è alle ore 17 presso la Sala Colonne della Camera dei Deputati, Via Poli 21.

Vera MORETTI

Marcello Fiore nuovo direttore generale di Fipe-Confcommercio

Fipe-Confcommercio Imprese per l’Italia ha il suo nuovo direttore generale: la Giunta di presidenza federale ha nominato, per questo incarico, Marcello Fiore, già vice direttore vicario della struttura.

La scelta è stata dettata non solo dalla fiducia e dalla stima nei confronti di Fiore, che ha imparato a farsi conoscere ed apprezzare dalla Federazione, della quale fa parte dal 1976, ma deriva anche, come ha affermato Lino Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio, da “risultati conseguiti nel periodo di facente funzione nel ruolo, dove ha ampiamente dimostrato il possesso dei requisiti indispensabili alla mansione, in primis la capacità di comando“.

Inoltre, Fiore si presenta con un curriculum accademico notevole, che sicuramente potrà aiutarlo a ricoprire questa carica al meglio. A questo proposito, Stoppani gli ricorda “un particolare impegno verso la valorizzazione della struttura esecutiva affidata alla Sua Direzione“.

Vera MORETTI

A Roma gli Stati Generali del Vending

Se la crisi sta facendo registrare segni negativi in molti comparti, esistono alcuni ambiti che, fortunatamente, vanno in controtendenza e anche in questo periodo presentano bilanci positivi.

Un esempio arriva dalla Distribuzione Automatica, ovvero il Vending. Il segreto deriva da due caratteristiche molto importanti: se da una parte la possibilità di risparmio sembra la risposta più ovvia, dall’altra anche la trasformazione e l’innovazione hanno saputo dare al settore una marcia in più.

Queste tematiche tengono banco oggi a Roma, durante gli Stati Generali del Vending, intitolati “Fare impresa in tempo di crisi“ ed organizzati da ConfidaConfcommercio Imprese per l’Italia.

Obiettivo primario della giornata è sicuramente raccogliere proposte per un ulteriore sviluppo del settore, in modo da offrire ai consumatori maggiori opportunità. Ciò è considerato possibile solo a condizioni di un quadro normativo fortemente semplificato e di una condivisione di standard qualitativi di prodotto e servizio da parte della Pubblica Amministrazione.

Tra i partecipanti agli Stati Generali ci sono Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Lucio Pinetti, presidente di Confida, e Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che presenterà una ricerca su “Recenti tendenze dei consumi“.

Vera MORETTI

Assegnato a Confcommercio il Premio Urbanistica 2012

La riqualificazione urbana, e la conseguente rivitalizzazione economica del centro storico di Padova ad opera di Confcommercio-Imprese per l’Italia ha convinto l’INU, Istituto Nazionale di Urbanistica, ad assegnare all’Ente il Premio Urbanistica 2012.

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha dichiarato entusiasta: “Questo riconoscimento ci inorgoglisce non solo perché testimonia il grande impegno che ci vede protagonisti nelle politiche di cambiamento delle città per renderle più belle e funzionali e più vicine alle esigenze delle imprese e dei cittadini; ma anche perché sono stati premiati gli sforzi dei nostri dirigenti politici e dei nostri tecnici che da anni sono impegnati, a tutti i livelli, con passione sul tema del miglioramento della relazione tra città e commercio“.

Il premio è stato consegnato a Bologna, durante Urbanpromo 2012, appuntamento di riferimento sui temi della rigenerazione urbana e del marketing territoriale.
Presenti alla premiazione c’erano il vicepresidente di Confcommercio, Ugo Margini, il responsabile Urbanistica e Progettazione Urbana della Confederazione, Angelo Patrizio, e il presidente di Confcommercio Padova, Fernando Zilio.

Vera MORETTI

Confcommercio boccia l’aumento dell’Iva

Dopo avere ripetutamente dichiarato che il primo obiettivo della spending review e della legge di stabilità sarebbe stato quello di evitare, a partire dal prossimo mese di luglio, l’aumento di due punti percentuali delle aliquote IVA, il Governo ha deciso, nella seduta del Consiglio dei Ministri di ieri conclusasi a notte avanzata, di procedere alla riduzione di un solo punto dei programmati aumenti IVA e, contestualmente, di ridurre di un punto l’aliquota Irpef sui primi due scaglioni di reddito. E’ il caso di dire che la notte non ha portato consiglio“.

Bocciata su tutta la linea da parte di Confcommercio-Imprese per l’Italia la manovra elaborata dal Governo con la Legge di Stabilità che prevede un incremento per le aliquote Iva dal primo luglio 2013 dal 21 al 22%, per l’aliquota ordinaria e dal 10 all’11% per l’aliquota agevolata, cui fanno da contraltare le riduzioni delle aliquote Irpef dal 23 al 22% per il primo scaglione (fino a 15.000 euro) e dal 27 al 26% per il secondo scaglione (da 15.001 euro a 28.000 euro).

Per Confcommercio si tratta, infatti, di un duplice errore di metodo e di merito: di metodo, perché gli obiettivi fondamentali dell’azione di politica economica del Governo non possono essere repentinamente rimessi in discussione; di merito, perché l’aumento dell’aliquota IVA del 10 per cento all’11 % e dell’aliquota Iva del 21% al 22 %, in un contesto ancora pienamente recessivo e segnato dall’estrema debolezza della domanda interna, genererà effetti pesantissimi a carico dei consumi e degli investimenti, delle imprese e dell’occupazione. Effetti che non saranno neppure compensati dalle riduzioni IRPEF, posto che gli aumenti IVA incideranno maggiormente proprio sugli scaglioni di reddito più bassi, a partire dai soggetti fiscalmente incapienti”.

Secondo le stime elaborate da Confcommercio l’aumento dell’Iva comporterà nel 2014 una perdita dei consumi correnti tra 5 e 7 miliardi di euro. In particolare i 5 miliardi ‘guadagnati’ dalla riduzione delle imposte dovute all’Irpef verranno largamente mangiati dall’incremento dell’Iva, che su base annua si aggirerà attorno ai 7 miliardi di euro. In questo scenario, destinata a crescere infatti è l’inflazione:la modificazione di tutti i prezzi dovuta all’incremento dell’Iva, che comporterà un gradino di 8 decimi di punto nel luglio 2013, per un’inflazione che passerà nella media del 2013 dal previsto +1,8% a +2,2%, ridurrà il valore, in termini di potere d’acquisto, di tutti i risparmi attualmente detenuti dalle famiglie – continua Confcommercio. – E’ verosimile una riduzione dei consumi nel 2013 rispetto allo scenario di base (-0,8%) di un ulteriore decimo di punto (quindi a -0,9%). Ovviamente gli effetti sul 2014 sono ben peggiori e quantificabili complessivamente in 3-4 decimi di punto (da +0,5 a +0,1-0,2%). L’inflazione nel 2014 passa dal 2,0% dello scenario di base a 2,4% dello scenario con incremento Iva”.

L’inasprimento dell’aliquota IVA ridotta penalizzerà poi prodotti alimentari, e ricadrà a domino sull’impresa turistica e sul settore delle ristrutturazioni edilizie: “evidentemente il Governo non ha considerato che i turisti stranieri non godono della riduzione delle nostre aliquote Irpef mentre dovranno pagare di più per i prezzi interni che cresceranno perché l’Iva aumenta dal 10% all’11%” sottolinea Confcommercio.

Il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Carlo Sangalli ci tiene poi a sottolineare che la decisione dell’aumento dell’Iva non è stata discussa tra Governo e parti sociali: per ridurre la pressione fiscale, che in Italia pesa per il 55%, la via maestra da perseguire è quella della lotta all’evasione e all’elusione fiscale,così pure devono andare avanti i processi di dismissione del patrimonio pubblico e le semplificazioni per abbattere la tassa della burocrazia”. La strada per la crescita è ancora lontana.

Alessia CASIRAGHI

Ottenere un credito è diventato un lusso

di Vera MORETTI

Tempi duri per le aziende anche quando si tratta di chiedere un credito: provvedere al proprio fabbisogno finanziario, infatti, anche nel primo trimestre del 2012 è impresa ardua.
Addirittura, per la prima volta dal 2008, la maggioranza delle imprese ottengono meno credito di quello richiesto o, nel 37% dei casi, non lo ottengono affatto, mentre solo il 34,2% ricevono il finanziamento richiesto.
Ad affermare di non poter far fronte al fabbisogno finanziario aziendale sono il 15,3% delle imprese, con picchi del 44,4% nel Mezzogiorno.

Sarà per questo che, a fare richiesta di credito nel trimestre solo il 18,7% delle imprese? Se consideriamo che, tra queste, una su cinque è ancora in attesa di risposta, si capisce che l’aria che tira, anche nelle banche, non è molto favorevole.

Da questo osservatorio, condotto da Confcommercio-Imprese per l’Italia, emerge il peggioramento del giudizio delle imprese per quanto concerne il costo dei finanziamenti, il costo delle cosiddette ”altre condizioni” e il costo dei servizi bancari.
Negativa anche la percezione riguardo alla durata temporale del credito e alle garanzie richieste da parte delle banche a copertura dei finanziamenti concessi.